LA GARMIN VESTE HUSHOVD DI GIALLO, SORRIDE EVANS
Gli uomini di Vaughters si aggiudicano sia pure di stretta misura la cronosquadre di Les Essarts e il campione del mondo conquista il primato davanti a Millar e all’australiano, grande sorpresa di giornata insieme alla sua BMC 2a a 4” davanti alle più quotate Sky, Leopard e Htc. Limita i danni la Saxo Bank che perde 28”, male la Liquigas che ne lascia sul piatto 57.
Foto copertina: Thor Hushovd sfoggia la maglia gialla appena conquistata (foto Roberto Bettini)
La seconda tappa del Tour de France è stata dunque una prova contro il tempo di 23 km completamente pianeggianti caratterizzata da lunghi rettilinei e da un vento favorevole nella prima parte e contrario nella seconda, che è calato strada facendo ma che comunque non ha sostanzialmente inciso sul risultato finale. A spuntarla è stata la Garmin, grande sconfitta della prima tappa in cui Danielson, Hesjedal e Vandevelde sono tutti giunti in ritardo al traguardo, che ha fatto la differenza nel tratto centrale e ha concluso la prova in 24′48” con una media di 55,2 km orari. Ci si attendeva una battaglia sul filo dei secondi tra le squadre anglosassoni e in effetti così è stato con gli uomini di Vaughters che hanno fatto meglio di 4” rispetto alla Sky di Wiggins, autrice del miglior tempo dopo 9 km e calata successivamente, e di 5” rispetto alla Leopard di Cancellara e dei fratelli Schleck, visti spesso in coda al treno dei lussemburghesi, e alla HTC di Martin e Cavendish che ha pagato una caduta di Eisel nelle primissime fasi di gara. Meglio di loro ha tuttavia fatto la BMC di Evans, seconda a 4” dalla Garmin e appena davanti alla Sky, e dopo quella di Mont Les Alouettes il campione del mondo di Mendrisio ha così inflitto la seconda stoccata ai suoi avversari e avrà ora la possibilità di conquistare la maglia gialla sul Mur de Bretagne, là dove si concluderà la quarta tappa. 6a a 10” ha concluso la Radioshack di Leipheimer e Kloeden e 7a a 12” la Rabobank di un Gesink che può ritenersi più che soddisfatto come anche Contador che, con una Saxo Bank composta da ottimi cronomen come lo spagnolo, Porte e Vandborg ma anche scalatori puri come Navarro, Hernandez e Chris Soerensen, ha contenuto in 28” il distacco dalla Garmin e in 23” quello dalla Leopard.
Distacchi più pesanti per tutti gli altri: la Astana di Vinokourov e la Omega Pharma di Van den Broeck e dell’ex leader Gilbert si sono difese accusando rispettivamente 32 e 39” mentre è andata peggio alla Lampre di Cunego e del neocampione italiano a cronometro Malori che ha perso 1′04”, come la Katusha di Karpets, e soprattutto alla Euskaltel di Samuel Sanchez, già in ritardo a Mont des Alouettes, giunta ultima a 1′22”; un discorso a parte merita la Liquigas di Basso che, alla luce dei risultati ottenuti nelle cronosquadre degli ultimi anni, è andata forse leggermente al di sotto delle aspettative perdendo 56” ma obiettivamente la formazione schierata da Amadio in questo Tour non dispone di grandi specialisti delle prove contro il tempo.
La nuova classifica generale vede Hushovd in maglia gialla con lo stesso tempo del compagno Millar, 1” su Evans e 4” su diversi corridori tra cui i fratelli Schleck e Wiggins; per quanto riguarda gli uomini di classifica Kloeden e Leipheimer hanno un distacco di 10”, Gesink di 12”, Vinokourov di 32”, Van den Broeck di 39”, Basso di 57”, Cunego e Karpets di 1′04”, Hesjedal di 1′14”, Contador di 1′42”, Danielson e Vandevelde di 1′49” e Samuel Sanchez di 2′36”. La terza tappa, 198 km da Olonne-sur-Mer a Redon, non presenta alcuna difficoltà altimetrica e dovrebbe dunque vedere i vari Cavendish, Petacchi, Farrar e lo stesso Hushovd giocarsi il successo ma buona parte del percorso costeggia l’Oceano Atlantico e gli uomini di classifica dovranno stare attenti al vento laterale che potrebbe spirare dal mare.
Marco Salonna