SPLENDIDO GILBERT, SHOCK CONTADOR: PERDE 1’20’’
Il belga stravince sul Mont des Alouettes la 1a tappa del Tour de France 2011, staccando di 3’’ Cadel Evans e di 6’’ un gruppetto regolato da Thor Hushovd. Inizio di Grande Boucle drammatico per Alberto Contador, che resta coinvolto in una maxi-caduta a 9 km dal traguardo e lascia per strada 1’20’’. Cadono a 2 km dal termine anche Ivan Basso ed Andy Schleck, i cui distacchi vengono però neutralizzati dalla giuria.
Foto copertina: Philippe Gilbert celebra a braccia alzate la netta vittoria sul Mont des Alouettes (foto AFP)
Philippe Gilbert è la prima maglia gialla del Tour de France 2011; Cadel Evans è stato il più pimpante fra i pretendenti al successo finale; Thor Hushovd è stato lo sprinter che meglio ha retto i 2200 metri al 4,7% dell’ascesa del Mont des Alouettes. Gli esiti prevedibili della frazione inaugurale della Grande Boucle finiscono però qui. La tappa che doveva servire soltanto a scaldare i motori, in attesa che la cronosquadre di domani stabilisse le prime gerarchie nel lotto dei favoriti, rischia infatti di incidere sulla graduatoria finale del Tour ben più di giornate cerchiate in rosso sul calendario, in virtù di una raffica di cadute che hanno falcidiato il gruppo negli ultimi 9 km, lasciando indietro anche nomi illustri, ed in particolare il più illustre di tutti, Alberto Contador. Il campione uscente deve ringraziare per questa partenza ad handicap un impatto tra Iglinskiy ed uno spettatore, che ha prodotto un effetto domino che, tra capitomboli veri e propri, rallentamenti ed ingorghi, ha costretto a mettere il piede a terra due terzi del gruppo. Difficile stabilire se la responsabilità vada attribuita più al piazzamento dello spettatore, molto vicino all’asfalto, o all’audace escursione di Iglinskiy, che ha interpretato in maniera estremamente libera il concetto di “sede stradale”; sta di fatto che, oltre a Contador, hanno visto complicarsi il loro Tour sin dalle battute iniziali atleti di spicco quali Samuel Sanchez e Roman Kreuziger.
L’incidente ha scosso una corsa che, dopo lo spettacolare ma innocuo transito sul Passage du Gois prima del “Départ Réel”, era filata via su ritmi relativamente blandi rispetto alle abitudini delle prime settimane di Tour, privata anche della usuale battaglia per entrare in fuga dalla immediata resa del gruppo alla sortita di Quemeneur (Europcar), Westra (Vacansoleil) e Roy (FdJ). Dopo il primo sussulto, la contesa si è però infiammata, con squadre quali BMC e Radioshack che hanno soppiantato al comando la Omega Pharma, al lavoro sin dalle battute iniziali, inscenando un forcing contro cui poco ha potuto Matteo Tosatto, impegnato dietro in un disperato tentativo di limitare i danni del pistolero. A gettare ulteriore scompiglio ha pensato poi un’ulteriore caduta nella quale sono rimasti coinvolti big del calibro di Ivan Basso, Andy Schleck e Robert Gesink; buon per loro che lo striscione dei 3 km al traguardo, dopo il quale ogni eventuale incidente viene neutralizzato, fosse però abbondantemente alle spalle, garantendo a loro e ai compagni di sventura di essere accreditati del tempo del gruppo di cui facevano parte.
Con l’attenzione delle telecamere ancora calamitata dal drammatico avvio di Tour di Contador, in testa la Omega Pharma si disponeva frattanto in massa al comando, imbastendo per Philippe Gilbert un treno degno di uno sprinter, capace di tenere saldamente in pugno la corsa fino ai 1000 metri finali. Il primo grande nome a tentare la stoccata, dopo un’effimera e troppo anticipata sfuriata di Egor Silin, è stato come al solito Alexander Vinokourov, evaso subito dopo la flame rouge, e riassorbito una manciata di metri più tardi. È stato però Fabian Cancellara a portare l’unica reale minaccia al trionfo annunciato di Gilbert, cimentandosi, a 600 metri dal termine, in una sparata che ha costretto lo stesso vallone a replicare in prima persona. Onde evitare ulteriori fastidi, il campione belga ha deciso allora di rilanciare l’andatura non appena colmato il gap dallo svizzero, con un allungo che ha da subito dato l’impressione di non ammettere repliche. Soltanto un comunque brillantissimo Cadel Evans ha avuto la forza di produrre una controffensiva, buona tuttavia soltanto a passare di slancio un piantato Cancellara, a distanziare di 3’’ il resto del gruppetto di testa, e a lanciare un segnale di grande condizione che dovrebbe forse indurre a riconsiderare la posizione dell’australiano nella griglia dei favoriti.
Alle spalle del solito, sontuoso Gilbert, per la prima volta in giallo in carriera, e del campione del mondo di Mendrisio, giunto con 3’’ di ritardo, è stato il favorito numero 2 di giornata, Thor Hushovd, a piazzare la sua maglia iridata davanti al resto del plotoncino dei superstiti, regolando Rojas e un ottimo Van den Broeck, 5° all’arrivo malgrado il lavoro svolto nel finale in appoggio a Gilbert. Migliore degli italiani è stato Damiano Cunego, 15°, al di sotto tuttavia delle alte aspettative determinate dal Giro di Svizzera.
Alla luce della frazione odierna, assume un peso diverso anche la cronosquadre di domani, 23 km con partenza ed arrivo a Les Essarts: con Contador già in ritardo di oltre 1’ rispetto a quasi tutti i rivali, un’eventuale e tutt’altro che impossibile ulteriore perdita di terreno metterebbe seriamente a repentaglio le ambizioni di poker del madrileno, che potrebbe ritrovarsi a dover recuperare 2’ rispetto ad avversari temibili, prima ancora della reale apertura delle ostilità.
Difficile pensare che la maglia gialla possa restare per più di ventiquattro ore sulle spalle di Philippe Gilbert, la cui formazione non pare certamente da annoverare tra le favorite di domani, con esponenti di molte altre compagini pronti a colmare il ridottissimo gap dal belga. Tony Martin, oggi 10° e primo della favorita HTC, sembra essere in prima fila per succedergli in vetta.
Matteo Novarini