SIR BRADLEY WIGGINS NUOVO RE DELL’ORA

giugno 8, 2015
Categoria: News

Sebbene non riesca a centrare l’obiettivo dei 55 km che si era prefissato il 35enne britannico, come era nelle previsioni della vigilia, disintegra nel Lee Valley VeloPark di Londra il precedente primato di Alex Dowsett arrivando a quota 54,526 km percorsi e dissuadendo probabilmente altri corridori dal tentare di fare meglio, almeno nel breve periodo.

Dopo la decisione dell’UCI di cancellare le prestazioni ottenute con l’ausilio di biciclette speciali, a partire da quella di Francesco Moser nel 1984 fino a quella di Chris Boardman che nel 1996 arrivò alla stratosferica media di 56,375 km/h, e considerarare come record dell’ora su pista dal quale ripartire quello di Eddy Merckx che a Città del Messico nel 1972 percorse 49,431 km, questa specialità del ciclismo ha perduto per anni d’interesse, tanto che nei successivi 5 anni solo lo stesso Boardman nel 2000 e successivamente l’outsider ceco Ondrej Sosenka nel 2005 vi si sono cimentati, riuscendo di poco a migliorare la prestazione del Cannibale. Ma a partire dallo scorso settembre, nel momento in cui l’UCI ha consentito l’utilizzo di biciclette specifiche per la pista (sia pure mantenendo il divieto per le componenti avveniristiche che avevano caratterizzato i tentativi degli anni ‘80 e ‘90), il record dell’ora ha riacquistato prestigio con Jens Voigt, Mathias Brändle, Rohan Dennis e Alex Dowsett che, nel giro di pochi mesi, sono riusciti ciascuno a migliorare la prestazione precedente, finchè nello scorso 2 maggio il britannico l’ha fissata a quota 52,937. Tuttavia nessuno di questi atleti poteva essere considerato un vero fuoriclasse – nè delle prove contro il tempo, nè del ciclismo su pista – a differenza di Bradley Wiggins che, dopo aver tentato invano nello scorso aprile di conquistare la Parigi-Roubaix, ha chiuso definitivamente con l’attività su strada ponendosi come successivo obiettivo proprio il record dell’ora da conquistare nella sua Londra, che già gli aveva regalato l’oro olimpico nella cronometro dei Giochi del 2012.
Che Wiggins riuscisse a fare meglio di Dowsett era abbastanza scontato mentre semmai la vera sfida, che lui stesso si era posto alla vigilia, era quella di riuscire nel Lee Valley VeloPark a varcare la soglia dei 55 km percorsi. Dopo un avvio controllato che lo ha visto marciare a una media intorno ai 54,4 km/h il Baronetto, in sella a una bici Pinarello, ha aumentato il ritmo nella parte centrale arrivando a 54,6 km/h ma, complice probabilmente il gran caldo che ha caratterizzato la giornata, ha accusato un lieve calo nel finale, chiudendo a quota 54,526 km, e infliggendo comunque a Dowsett ben 1,589 km. Nonostante il fallimento dell’obiettivo, per il 35enne britannico nativo di Gand si tratta di una prestazione impressionante se si pensa che i soli Boardman e Tony Rominger, che potevano contare su un mezzo meccanico decisamente più performante, hanno fatto meglio nella storia e che per trovare un divario maggiore rispetto alla prestazione precedente bisogna risalire addirittura all’era pioneristica del ciclismo, ovvero al 1894, quando Jules Dubois arrivò a quota 38,220 km percorsi contro i 35,325 di Henri Desgrange, l’ideatore del Tour de France e dello stesso record. Viene ora da chiedersi chi potrà battere Wiggins e gli unici nomi che vengono in mente a breve termine sono quelli di Fabian Cancellara, che però si è probabilmente già messo alle spalle gli anni migliori della carriera, e di Tony Martin, cui non manca il motore ma certamente manca la dimestichezza con la pista su cui può contare il britannico. Probabilmente sarà proprio Wiggins a ritentare nei prossimi mesi di sfondare il muro dei 55 km, prima di puntare ai Mondiali su pista di Rio de Janeiro del 2016.

Marco Salonna

Istantanea di Wiggins durante il tentativo di record dellora (Getty Images Sport)

Istantanea di Wiggins durante il tentativo di record dell'ora (Getty Images Sport)

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