VUELTA A ESPAÑA 2014 – LA “SEGUNDA SEMANA”
agosto 29, 2014
Categoria: Approfondimenti
Sono un crescendo di difficoltà le tre settimane della Vuelta 2014. Archiviati i primi sette giorni di “studio”, culminati con l’arrivo in salità di giovedì all’Alto Cumbres Verdes, la seconda settimana proporrà tre appuntamenti segnati in rosso sui “roadbooks” di ciascuna formazione. Si comincerà domenica 31 agosto con l’arrivo in salita ad Aramón Valdelinares al quale seguiranno a ruota, affrontata anche la prima giornata di riposo, la tappa a cronometro di Borja e quindi l’inedito traguardo al santuario di San Miguel de Aralar, posto al termine di una ripida ascesa dal fondo cementato.
8a TAPPA: BAEZA – ALBACETE (207 Km)
Siamo solo all’ottava tappa, quattordici ne mancano alla conclusione ma questa sarà già la terzultima occasione per i velocisti, categoria non molto apprezzata dagli organizzatori della Vuelta, per la quale, dopo di questo, ci saranno a disposizione solo i traguardi di Logroño e della Coruña. Anche per questo motivo s’è pensato di non caricare eccessivamente di difficoltà altimetriche queste tre rimanenti frazioni e, oggi, percorrendo i 207 Km verso Albacete, nella tappa più lunga dell’edizione 2014, s’incontreranno al massimo dislivelli talmente modesti che anche il termine di “zampellotti“ appare esagerato. Gli ultimi 70 Km, poi, saranno tutti un’interminabile e dolcissima planata verso Albacete, il centro capoluogo dell’omonima provincia, dove all’ombra della gotico-rinascimentale cattedrale di San Giovanni Battista per la ventesima volta nella storia si concluderà una tappa della Vuelta, un elenco inaugurato dallo spagnolo Julián Berrendero nella prima tappa dell’edizione del 1942 e per ora chiuso dal suo connazionale Isidro Nozal nel 2003, passando per le affermazioni di Stefano Allocchio nel 1989 e di Alessandro Petacchi nel 2003. Dal canto suo Baeza, centro iscritto tra i patrimoni dell’umanità dell’UNESCO per la sua struttura urbanistica rinascimentale ottimamente conservata, debutterà quest’anno come sede di tappa.
9a TAPPA: CARBONERAS DE GUADAZAÓN – ARAMÓN VALDELINARES (185 Km)
Dopo la tappa della Zubia si tornerà a parlare di montagna nella giornata che proporrà la Cima Fernández, ovvero la salita più elevata della Vuelta, intitolata alla memoria dello scalatore spagnolo Alberto Fernández, deceduto in un incidente stradale nel 1984, all’età di 29 anni, e che in carriera aveva conquistato una tappa alla Vuelta (a Castellar de Nuch nel 1983) e due al Giro (a Campitello Matese e a Colli San Fermo, sempre nel 1983). Quest’anno lo speciale riconoscimento sarà attribuito al vincitore della tappa poiché i 1975 metri del traguardo saranno il punto più elevato toccato dai corridori, al termine di un’ascesa di 8 Km al 6,6% di pendenza media, che presenta i tratti più impegnativi nel finale (2 Km all’8,5% prima del chilometro conclusivo facilissimo). Molto probabilmente i big attenderanno la salita finale, tentando al massimo una prima accelerata per sfoltire il gruppo sul colle immediatamente precedente, l’Alto de San Rafael (11,5 Km al 4,2%), il cui scollinamento è posizionato a 5,5 Km dall’attacco dell’ultima difficoltà di giornata. Carboneras de Guadazaón, comune della comunità autonoma della Castiglia-La Mancia, accoglierà per la prima volta il Giro di Spagna, mentre la stazione invernale di Aramón Valdelinares è stata sede di tappa nel 2005, al termine di una frazione vinta dallo spagnolo Roberto Heras, che poi s’imporrà anche nella classifica finale, successo annullato in seguito ad una positività all’EPO e restituitogli solo nel 2012.
LUNEDÌ 1 SETTEMBRE – GIORNO DI RIPOSO
10a TAPPA: REAL MONASTERIO DE SANTA MARÍA DE VERUELA – BORJA (cronometro individuale – 36,7 Km)
È l’unica occasione che avranno a disposizione i passisti in questa edizione della Vuelta per metter più minuti possibili tra di loro e gli scalatori, naturali favoriti per il successo finale, poiché la crono dell’ultimo giorno a Santiago di Compostela misurerà appena 10 Km e, probabilmente, non sarà utile nemmeno per definire i gradini più bassi del podio. Bisognerà, dunque, dare tutto nei quasi 37 Km di questa frazione contro il tempo che, tra l’altro, non sarà per loro del tutto agevole perché nei primi 11 Km si dovrà pedalare in salita per passare dai 655 metri della partenza, prevista presso l’abbazia cistercense di Santa María de Veruela (neofita della Vuelta così come il traguardo di Borja), ai 1000 metri spaccati dell’Alto del Moncayo che presenterà salita vera – anche se non impossibile – solamente negli ultimi 2,2 Km, caratterizzati da una pendenza media del 5,5%. La musica cambierà diametralmente nei rimanenti 25,4 Km che, pur essendo la discesa vera e propria limitata a un breve tratto immediatamente successivo allo scollinamento, avranno la fisionomia di una costante planata, fin sul traguardo di Borja, nel paese d’origine del famoso casato dei Borgia, e consentiranno ai cronoman di recuperare il tempo eventualmente perduto nella prima parte.
11a TAPPA: PAMPLONA – SANTUARIO DE SAN MIGUEL DE ARALAR (153,4 Km)
Ci sarà una sola tappa pirenaica nell’edizione 2014 della Vuelta ma quasi sicuramente lascerà il segno la doppiamente inedita scalata al santuario romanico di San Miguel de Aralar. I suoi 10 Km saranno affrontati per la prima volta nella storia e, altra novità, saranno quasi tutti pavimentati in cemento, con l’asfalto che, salutato a inizio ascesa, tornerà a far capolino sotto le ruote solamente negli ultimi 300 metri. Nel recente passato della Vuelta ci sono già state salite dal finale cementato (Cuitu Negru, Bola del Mundo), ma si era trattato di tronconi non così lunghi. Non si raggiungeranno le punte di pendenza estreme di quei traguardi, ma il particolare fondo – unito ai non trascurabili numeri di questa salita, che presenta una pendenza media del 7,5% e un picco del 14%, raggiunto a circa 1,5 Km dal traguardo – farà di questa una delle frazioni più importanti dell’edizione 2014 della corsa a tappe iberica. Prima di questo finale il tracciato proporrà un’altra salita, ma il Puerto de Lizarraga è troppo pedalabile e lontano dal traguardo e, dunque, la gara si accenderà esclusivamente lungo l’ascesa finale o in prossimità di essa. Inedito, come detto, l’arrivo al santuario di San Miguel de Aralar, Pamplona è, invece, una vecchia conoscenza della Vuelta con 23 tappe disputate tra il 1947 e il 2012, quando la corsa spagnola si aprì proprio nel capoluogo della Navarra con una cronometro a squadre vinta dalla Movistar. Mai nessun italiano si è imposto su questo traguardo che nel 1996 fu proposto anche al Tour de France (successo di Laurent Dufaux) e che era stato previsto anche durante la Vuelta del 1968 (sarebbe stata la 24a volta), quando la tappa fu sospesa e annullata a causa dello scoppio di una bomba lungo la discesa dal Puerto de Urbasa.
12a TAPPA: CIRCUITO DI LOGROÑO (166,4 Km)
Dopo 48 ore prevedibilmente intense sul piano agonistico, la Vueltà proporrà una sorta di giorno di riposo in corsa. La dodicesima frazione sarà, infatti, la più facile tra le 18 tappe in linea previste quest’anno. Il tracciato si annuncia semplicissimo, sotto tutti gli aspetti, a partire da quello planimetrico poiché si gareggerà in un circuito semicittadino di una ventina di chilometri, che dovrà essere ripetuto otto volte. Il grafico altimetrico sarà movimentato solo da una lievissima increspatura, collocata quasi a metà dell’anello, che non farà né gola, né paura a nessuno: l’esito più probabile per questa giornata sarà l’arrivo allo sprint, come quello vinto dal tedesco Degenkolb a Logroño nel 2012, quando la quinta tappa della Vuelta si disputò proprio su questo stesso circuito. Fu l’ultimo dei 15 traguardi finora disputati nel capoluogo della comunità autonoma della Rioja, dal 2012 insignita anche del titolo di capitale gastronomica della nazione spagnola. In precedenza qui si erano imposti, tra gli altri, gli italiani Ernesto Bono nel 1962 e Nicola Minali nel 1995, mentre il primo fu lo spagnolo Delio Rodríguez nel 1941.
13a TAPPA: BELORADO – OBREGÓN (PARQUE DE CABÁRCENO) (188,7 Km)
La seconda settima di Vuelta si chiuderà con una frazione di media montagna che pare la fotocopia di quella disputata, al terzo giorno di gara, viaggiando verso Arcos de la Frontera. Come in quella tappa si uscirà dalla fase altimetricamente più rilevante (tre GPM consecutivi, due di 3a e uno di 2a categoria) a una quarantina di chilometri dall’arrivo, in vista del quale si dovrà superare uno strappo che, a differenza di quello affrontato nel finale di Arcos, è più ripido e non coinciderà con l’arrivo ma culminerà quando mancheranno circa 1700 metri alla conclusione. Quella tappa era terminata con una volata di 45 corridori (contando anche quelli arrivati distaccati di 7″), mentre stavolta ci saranno più chanches per i fuggitivi, anche perché le squadre probabilmente punteranno a risparmiare energie in vista delle tre impegnative frazioni di montagna previste nei giorni successivi. Belorado, piccolo comune della comunità autonoma della Castiglia e León, ospiterà per la prima volta sulle sue strade la Vuelta, mentre all’interno del Parco della Natura di Cabárceno – conosciuto soprattutto per la sua fauna, che vi vive in regime di semilibertà – si è già conclusa una tappa nel 1996, vinta dopo una lunga fuga dall’italiano Biagio Conte, oggi ancora in gruppo essendo uno dei direttori sportivi della Cannondale Pro Cycling.
Mauro Facoltosi