DEGENKOLB FA POKERISSIMO NEL GIORNO DI CONTADOR

settembre 10, 2012
Categoria: News

Quinto successo di tappa per il tedesco dell’Argos Shimano che in Plaza de Cibeles a Madrid supera i nostri Viviani e Bennati mentre a centrogruppo esulta il 29enne di Pinto che al rientro dopo la squalifica per il caso clenbuterolo conquista per la seconda volta la Vuelta davanti ai connazionali Valverde e Rodriguez.

Foto copertina: il “Pistolero” è tornato a sparare (foto Unipublic)

Come da tradizione è stata la Plaza de Cibeles di Madrid ad ospitare la conclusione della Vuelta con 10 giri di un circuito di 5,7 km nella tappa partita da Cercedilla: immediatamente dopo la passerella iniziale culminata nel primo passaggio sul traguardo in cui Niermann (Rabobank) e Moncoutiè (Cofidis), entrambi all’ultima corsa della carriera, hanno potuto transitare davanti al gruppo è iniziata la corsa vera con Astarloza (Euskaltel), Carrasco e Chacon (Andalucia), Aramendia (Caja Rural), Lagutin (Vacansoleil) e Seeldrayers (Astana) che hanno tentato di scongiurare lo scontato arrivo a ranghi compatti scattando nel corso del primo giro ma le squadre dei velocisti, alle quali si sono aggiunte anche la Saxo Bank-Tinkoff della maglia rossa Contador e la Movistar di Valverde, intenzionata a evitare possibili agguati da parte di Rodriguez (Katusha), 3° in classifica a 21” dal murciano, non hanno mai concesso più di 20” ai battistrada anche se il ricongiungimento è avvenuto a soli 8 km dal traguardo. Il Team Sky di Swift e la Liquigas di Viviani, la cui scarsa attitudine a questo tipo di lavoro aveva spesso impedito al veronese di iniziare le volate nelle prime posizioni nelle tappe precedenti, hanno tentato di organizzare un treno ma per l’ennesima volta è stata l’Argos-Shimano a portare nella migliore posizione il proprio sprinter Degenkolb e a quel punto è stata una formalità per il 23enne tedesco portare a casa il suo quinto successo parziale alla Vuelta davanti a Elia Viviani, autore comunque di una buona rimonta nelle ultime decine di metri, e Daniele Bennati (RadioShack), per costanza il secondo miglior velocista visto in corsa nonchè l’unico a parte Degenkolb ad essersi aggiudicato una volata di gruppo in quel di Valladolid: alle loro spalle hanno chiuso Davis (Orica-GreenEdge), Koldo Fernandez (Garmin) e un Valverde che si è lanciato nella mischia ottenendo un onorevole 6° posto e con esso la maglia verde della classifica a punti e quella bianca della combinata.
Si è conclusa dunque una delle edizioni più spettacolari della Vuelta negli ultimi anni con il successo finale di Alberto Contador, secondo in carriera dopo quello del 2008 davanti all’allora compagno di squadra Leipheimer e a Sastre: il leader della Saxo Bank-Tinkoff, grande favorito della vigilia, forse non al top della condizione per via dei mesi di assenza dalle corse in seguito alla squalifica per il caso clenbuterolo non ha dimostrato la consueta superiorità in salita ma gli va dato atto di avere sempre provato ad attaccare e grazie a un agguato nella tappa di Fuente Dè, organizzato con una perfetta strategia di squadra, è riuscito a strappare la maglia rossa a un apparentemente inattaccabile Rodriguez e portarla fino a Madrid. Al secondo posto con un distacco di 1′16” ha chiuso Alejandro Valverde, rientrato a sua volta in questa stagione dopo una lunga squalifica per il coinvolgimento nell’Operacion Puerto, che solo all’ultimo momento ha scelto di partecipare alla Vuelta ma si è sempre mantenuto a un altissimo livello, forse anche superiore a quello del 2009 quando si era aggiudicato la classifica generale davanti a Samuel Sanchez ed Evans, portando a casa anche due successi di tappa e può recriminare per 54” persi inopinatamente nella frazione di Valdezcaray in seguito a una caduta e al successivo attacco del Team Sky. Il vero grande sconfitto è però Joaquin Rodriguez, che dopo la beffa subita da Hesjedal al Giro d’Italia ha visto sfumare a Fuente Dè una Vuelta certamente disegnata su misura per le sue caratteristiche con ben 10 arrivi in salita e una crono vallonata ma in cui aveva dominato per due settimane e anche in seguito si era riconfermato il più forte staccando gli avversari diretti sulla Bola del Mundo: il 33enne catalano può comunque consolarsi con il 3° posto a 1′37” da Contador e i tre successi di tappa.
I tre spagnoli hanno inflitto distacchi abissali a tutti gli altri uomini di classifica che si sono rivelati non più che delle comparse ad eccezione di Froome (Sky), che nella prima settimana ha combattuto ad armi pari per poi risentire delle fatiche del Tour che l’hanno relegato al 4° posto con un ritardo di 10′16”: 5° a 11′29” ha chiuso Moreno (Katusha), fedelissimo gregario di Rodriguez che ha disputato il suo miglior grande Giro in carriera, 6° a 12′23” un Gesink (Rabobank) piuttosto anonimo ma che si rivede nelle zone alte dopo gli ultimi due Tour de France da dimenticare a causa delle cadute, 7° a 13′28” il 23enne statunitense Talansky, che ha stupito in positivo soprattutto per la crescita di condizione nella terza settimana, 8° a 13′41” il sorprendente Ten Dam (Rabobank), che si è dimostrato allo stesso livello del suo capitano, 9° a 14′01” un Anton (Euskaltel) combattivo ma lontano, pur avendo saltato sia il Giro che il Tour per arrivare al 100% in Spagna, dall’atleta in grado di imporsi in cima allo Zoncolan nel 2011 o da quello che sembrava avviato a vincere la Vuelta 2010 prima di una sfortunata caduta, e 10° a 16′13” l’altro basco Intxausti (Movistar), pienamente recuperato ad alti livelli dopo la tragica scomparsa del grande amico Xavier Tondo Volpini che ne aveva condizionato il rendimento nella passata stagione.
E’ stata anche la Vuelta di Philippe Gilbert (Bmc), finalmente competitivo dopo una stagione quasi disastrosa e autore di due sparate delle sue che gli hanno consentito di imporsi a Barcellona e a La Lastrilla; giornate di gloria anche per Clarke (Orica-GreenEdge), che ha conquistato anche la maglia a pois di miglior scalatore, un comunque sotto tono Menchov (Katusha) che ha fatto suo l’arrivo più prestigioso in cima alla Bola del Mundo, Kessiakoff (Astana), Piedra (Caja Rural) e l’abruzzese Dario Cataldo (Omega-QuickStep), vincitore della durissima tappa di Cuitu Negru al termine di un lungo duello con De Gendt (Vacansoleil). Proprio il belga 3° al Giro d’Italia grazie a una grande impresa sullo Stelvio è stato uno delle grandi delusioni al pari del già citato Menchov, di Mollema (Rabobank), di Van den Broeck (Lotto-Belisol), del campione uscente Cobo (Movistar) mai in corsa e distanziato nella generale di oltre 2 ore da Contador, e anche di Damiano Cunego (Lampre), che non ha mai trovato il colpo di pedale giusto non andando oltre un 14° posto come miglior risultato parziale e che dovrà puntare al prossimo Giro di Lombardia alla luce dell’esclusione dalla formazione azzurra di Valkenburg; qualcosa di più ci si attendeva anche da Alessandro Capecchi (Liquigas), che ha tentato di fare classifica ma non è andato oltre il 25° posto finale preceduto da Rinaldo Nocentini (Ag2r), autore di una corsa senza grandi acuti ma con un rendimento costante che gli ha consentito di chiudere 18° a 22′30” da Contador e di essere il migliore nella generale di una spedizione azzurra che si conclude, alla luce delle modeste ambizioni della vigilia, abbastanza positivamente con i già citati successi di Bennati e Cataldo e buoni piazzamenti anche di Viviani e di Paolo Tiralongo (Astana).

Marco Salonna

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