VAN AVERMAET A TUTTO VENTO
Prestigiosa vittoria del belga Greg Van Avermaet (BMC Racing) quest’oggi nella 105ma edizione della classica Parigi – Tours sul nostro sempre coraggioso e generoso Marco Marcato (Vacansoleil). A completare il podio è Kasper Klostergaard (Saxo Bank Sungard).
Foto copertina: Van Avermaet trionfa a Tours (foto Bettini)
L’edizione odierna sarà ricordata come quella più corta di sempre, “solo” 230,5 Km, con il lungo e mitico rettilineo di arrivo all’Avenue de Grammont ridotto, per motivi legati ai lavori della rete tramviaria, a circa 700metri rispetto ai 2,6 Km originari. Da sempre l’arrivo di Tours, nonostante l’orografia del percorso non sia particolarmente elevata, è apparso incerto soprattutto per il ruolo avuto dal vento, elemento insito al paesaggio della corsa francese . Ad aggiungere particolare incertezza per le sorti della corsa è stata la ravvicinata ed inedita presenza della Còte De Beau de Soleil a soli 3 Km dalla Còte de L’Epan, quest’ultima a circa 7 Km dall’arrivo. Ma, nonostante tutto, i favoriti restavano sempre i velocisti, vista anche la presenza del nuovo Campione del Mondo Mark Cavendish con una squadra, la Htc–Highroad, molto forte, e rafforzata da John Degenkolb, adattissimo ad un finale del genere e spendibile in caso la maglia iridata non brillasse come auspicato. Dopo il via, al Km 7 di corsa va via la prima fuga di giornata con 7 uomini Boucher, Klier, Martias, Delfosse, Clarke, Bertogliati e Van Goolen i quali avranno un vantaggio massimo poco superiore agli 11’ al Km 47. Da qui in avanti grazie alla collaborazione di Htc-Highroad e Rabobank, quest’ultima lavora per il vincitore uscente Oscar Freire, il ritardo dai battistrada sarà sensibilmente ridotto fino ad 1’ a poco più di 50 Km dal traguardo. E’ qui che avviene l’azione che caratterizzerà poi le sorti della corsa in quanto un improvviso allungo di Stuart O’Grady, fa sì che un nutrito drappello di contrattaccanti si avvantaggi sul gruppo che, sorpreso, si fraziona in due tronconi. Tra i tanti a perdere definitivamente la testa del primo gruppo è purtroppo il nostro Daniele Bennati (Leopard Trek). Ben favoriti anche dal vento, l’aggancio con i sette in testa, avviene in un soffio. I 22 al comando diventano quindi Martias (Saur Sojasun), Boucher (Omega Pharma Lotto), Delfosse (Landbouwkrediet), Bertogliati e Bodrogi (Team Type ), Van Goolen (Veranda’s Willems), Klier (Garmin-Cervelo), Klostergaard (Saxo Bank Sungard) Lindeman e Marcato (Vacansoleil), Van Avermaet (BMC), Tjallingii (Rabobank), Duque (Cofidis), O’Grady (Leopard), Stannard (Sky), Delage e Gerard (FDJ), Lequatre (RadioSheck), Bak e Dempster (HTC), De Kort (Skil-Shimano) e Buts (Lampre). Tra i meno 40 ed i meno 30 il gruppo, scosso e disorganizzato, non è capace di mettere in atto un efficace inseguimento. Il nervosismo è palpabile, il vento gioca a sfavore per chi insegue, dal gruppo a ripetizione vanno di scena allunghi di tre, quattro uomini nella speranza di “svegliare” le squadre più forti. Tutti tentativi vani, nonostante siano anche Philippe Gilbert prima e Sylvan Chavanel dopo, a provare, in prima persona, a riassorbire il ritardo. Il vantaggio degli uomini di testa è legato al soffio del vento, ora rassicurante, quando si porta ad 1′45″, con vento trasversale che scoraggia l’inseguimento, ora preoccupante, quando, all’improvviso, crolla a soli 47”, con vento a favore del gruppo a circa 25 Km dall’arrivo. A rompere gli indugi, in testa alla corsa, è il francese Arnaud Gerard (FDJ) con una bella azione che gli permette di vivere, tutto solo al comando, sogni di gloria, se non fosse però per l’ancor più splendida azione in contrattacco (ci avevano provato prima senza successo sia Laszlo Bodrogi sia il suo compagno di squadra Rubens Bertogliati), di Marco Marcato nata sulla Còte De Beau de Soleil ed avvalorata dal temibilissimo Greg Van Avermaet. I due raggiungono e distanziano il francese destinati così a giocarsi la vittoria finale. Il nostro splendido Marcato, dopo l’ultimo chilometro, prova a togliersi di ruota il belga ma, ai meno 300 metri, è Van Avermaet a raggiungere e sopravanzare l’italiano sfruttando al meglio tutta la sua esperienza e le sue doti veloci. Un successo questo che ingemma ed impreziosisce la sua personale carriera se si considera anche che sua maestà Eddy Merckx sull’ all’Avenue de Grammont non era mai riuscito a vincere!
Antonio Scarfone