07-06-2019
giugno 7, 2019 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
SKODA-TOUR DU LUXEMBOURG
L’olandese Pieter Weening (Roompot – Charles) si è imposto nella seconda tappa, Steinfort – Rosport, percorrendo 168.6 Km in 4h00′23″ alla media di 42.08 Km/h. Ha preceduto di 2″ il rumeno Eduard Michael Grosu e l’italiano Andrea Pasqualon (Wanty – Gobert Cycling Team). Il francese Christophe Laporte (Cofidis, Solutions Crédits) è ancora leader della classifica con 10″ sul tedesco Marcel Meisen e sul belga Aimé De Gendt. Miglior italiano Pasqualon, 6° a 14″.
BOUCLES DE LA MAYENNE
L’uruguaiano Mauricio José Moreira Guarino (Caja Rural – Seguros RGA) si è imposto nella prima tappa, circuito di Laval, percorrendo 183 Km in 4h52′29″ alla media di 37.54 Km/h. Ha preceduto allo sprint il francese Julien Duval (AG2R La Mondiale) e di 4″ l’olandese Wouter Wippert. Miglior italiano Niccolò Bonifazio (Team Total Direct Énergie), 8° a 42″. Duval è il nuovo leader della classifica con 2″ sul connazionale Thibault Ferasse e 3″ su Moreira Guarino. Miglior italiano Bonifazio, 25° a 59″
HAMMER LIMBURG (Paesi Bassi)
Il team belga Deceuninck – Quick Step si è imposto nella prima tappa (Hammer Climb), circuito di Vaals (69.1 Km). Ha preceduto di 344 punti il team polacco CCC Team e di 380 punti il team belga Lotto Soudal. Unico team italiano in gara la Nippo Vini Fantini Faizanè, 15° a 1067 punti
TOUR OF BIHOR – BELLOTTO (Romania)
Lo sloveno Marko Kump (Adria Mobil) si è imposto nella prima tappa, circuito di Oradea, percorrendo 163 Km in 3h54′39″ alla media di 41.68 Km/h. Ha preceduto allo sprint gli italiani Matteo Pelucchi (Androni Giocattoli – Sidermec) e Leonardo Bonifazio (Sangemini – Trevigiani – MG.Kvis). Kump è il primo leader della classifica con 4″ su Pelucchi e 6″ su Bonifazio.
TOUR DU CAMEROUN
Il ruandese Jean Claude Nzafashwanayo (nazionale ruandese) si è imposto nella sesta tappa, Douala – Limbé, percorrendo 82 Km in 2h03′01″ alla media di 39.99 Km/h. Ha preceduto allo sprint il camerunense Hervé Raoul Mba e lo slovacco Jakub Varhaňovský. Il camerunense Clovis Kamzong (SNH Velo Club) è ancora leader della classifica con 15″ sul marocchino Youssef Bdadou e 23″ sullo slovacco Martin Mahďare
06-06-2019
giugno 6, 2019 by Redazione
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SKODA-TOUR DU LUXEMBOURG
Il francese Christophe Laporte (Cofidis, Solutions Crédits) si è imposto anche nella prima tappa, Lussemburgo – Hautcharage, percorrendo 191.3 Km in 4h48′31″ alla media di 39.78 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Justin Jules e il rumeno Eduard Michael Grosu. Miglior italiano Andrea Pasqualon (Wanty – Gobert Cycling Team), 9°. Laporte è ancora leader della classifica con 11″ sul tedesco Marcel Meisen e sul belga Piet Allegaert. Miglior italiano Pasqualon, 20° a 20″.
BOUCLES DE LA MAYENNE
Il francese Dorian Godon (AG2R La Mondiale) si è imposto nel prologo, circuito di Laval, percorrendo 4.5 Km in 5′47″ alla media di 46.69 Km/h. Ha preceduto di 4″ il connazionale Bryan Coquard e di 7″ il connazionale Thibault Ferasse. Miglior italiano Mattia Frapporti ( Androni Giocattoli – Sidermec), 47° a 23″. Godon è il primo leader della classifica con 4″ su Coquard e 7″ su Ferasse. Miglior italiano Frapporti, 47° a 23″
TOUR DU CAMEROUN
L’olandese Stephan Bakker (Global Cycling Team) si è imposto nella quinta tappa, Kribi – Douala, percorrendo 175.7 Km in 4h12′30″ alla media di 41.75 Km/h. Ha preceduto allo sprint il marocchino Lahcen Sabbehi e il camerunense Clovis Kamzong (SNH Velo Club), ancora leader della classifica con 15″ sul marocchino Youssef Bdadou e 23″ sullo slovacco Martin Mahďare
05-06-2019
giugno 6, 2019 by Redazione
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SKODA-TOUR DU LUXEMBOURG
Il francese Christophe Laporte (Cofidis, Solutions Crédits) si è imposto nel prologo, circuito a cronometro di Lussemburgo, percorrendo 2.1 Km in 3′13″ alla media di 39.17 Km/h. Ha preceduto di 1″ il tedesco Marcel Meisen e il belga Piet Allegaert. Miglior italiano Andrea Pasqualon (Wanty – Gobert Cycling Team), 20° a 10″. Laporte è il primo leader della classifica con 1″ su Meisen e Allegaert. Miglior italiano Pasqualon, 20° a 10″.
TOUR DU CAMEROUN
giorno di riposo
GIRO D’ITALIA 2019 – LE PAGELLE
Qualche giorno dopo la conclusione della Corsa Rosa ecco le pagelle della 102a edizione del Giro d’Italia
RICHARD CARAPAZ: Dopo il quarto posto dello scorso anno, è stato dai più sottovalutato, da addetti ai lavori e non. Carapaz è il primo ecuadoregno a vincere il Giro d’Italia, corsa conquista meritatamente nella quale ha dimostrato di non essere inferiore a nessuno in salita. Due tappe vinte, la prima di astuzia, la seconda di potenza, otto giorni da leader della classifica generale, si mette anche a disposizione di Landa per aiutarlo nella lotta per il gradino più basso del podio. Grandissimo. VOTO: 10
VINCENZO NIBALI: Sesto podio di fila conquistato al Giro d’Italia, undicesimo considerando anche Tour de France e Vuelta di Spagna: sono numeri che solo i grandissimi della storia del ciclismo possono vantare. Poteva fare di più? Sicuramente, ma contro questo Carapaz e una solidissima Movistar c’era poco da fare. A 34 anni lo Squalo fa ancora paura. Peccato non abbia vinto nessuna tappa. VOTO: 8
GIULIO CICCONE: L’abruzzese vince meritatamente la classifica degli scalatori, attacca sempre al momento giusto e riesce a vincere una grande tappa a Ponte di Legno, il giorno del Mortirolo. Soffre ancora a crono, ma se riuscirà a migliorarsi in questa disciplina potrà diventare un’interessante uomo da classifica. VOTO: 8
PRIMOŽ ROGLIČ: Era uno dei principali favoriti per la vittoria finale e inizia subito a mettere le cose in chiaro nella cronoscalata sul San Luca. Rivince a San Marino, ma va poi calando e termina al terzo posto. Non ha avuto una squadra di altissimo livello al suo fianco, poi sfortuna e cadute gli fanno perdere altro tempo. È un buon ciclsta che può diventare davvero grande, ma ancora gli manca la costanza nella terza settimana. Va detto che sta andando fortissimo sin da gennaio e c’era da aspettarsi un calo fisiologico. VOTO: 8
MIKEL LANDA: Riuscirà a trovare una squadra che gli affiderà finalmente i gradi di capitano indiscusso? Gira e rigira si ritrova sempre a fare il gregario di lusso! Il basco perde il podio per un soffio nella crono finale, ma il suo contributo nella vittoria di Carapaz è enorme: forse era l’unico realmente più forte dell’ecuadoregno in salita. VOTO: 7,5
FAUSTO MASNADA: Il corridore dell’Androni-Sidermec è una delle più belle sorprese di questa edizione del Giro d’Italia. Vince una tappa difficile a San Giovanni Rotondo e ne sfiora un’altra a Ponte di Legno, ma un’incidente meccanico lo mette fuori dai giochi. Sempre all’attacco e propositivo, una bella sorpresa. VOTO: 7,5
PASCAL ACKERMANN: Vince due tappe allo sprint dimostrando di non essere inferiore a nessuno nelle volate di gruppo. Cade, si fa male, resiste dolorante fino a Verona e conquista la maglia a ciclamino nella volata di Santa Maria di Sala. Cuor di Leone. VOTO:7,5
PELLO BILBAO: Quest’anno rinuncia alla classifica generale per puntare alla vittoria di tappa e ne ottiene addirittura due, l’ultima nel tappone del Monte Avena. Quando parte in fuga non lo tiene nessuno. VOTO: 7,5
ANDREY AMADOR: Quando si mette in testa al gruppo a tirare son guai per tutti. Concentrato e sempre attento a difendere il proprio capitano verso il trionfo del Trofeo Senza Fine. VOTO: 7
DAMIANO CIMA: Gli piace andare in fuga e lo si era capito, ma che potesse anche vincere… e invece Damiano va a vincere nella tappa di Santa Maria di Sala beffando i velocisti e regalando al suo team manager Francesco Pelosi e a tutta la Nippo Vini Fantini Faizanè la prima storica vittoria al Giro d’Italia. VOTO: 7
CALEB EWAN: Uno dei velocisti più continuo come numeri in questo Giro d’Italia. L’australiano vince di forza due tappe (Pesaro e Novi Ligure) e sale altre due volte sul podio, dimostrando una caratura internazionale non indifferente. VOTO: 7
DAMIANO CARUSO: Soffre a causa della febbre alta nella prima settimana, ma non cede e cresce di condizione fino a diventare una pedina fondamentale per Nibali nell’ultima settimana. Per lui anche un secondo posto di tappa a Pinerolo. VOTO: 7
VALERIO CONTI: Porta sei giorni la maglia Rosa sulle spalle e la difende egregiamente. Non centra la vittoria di tappa ma sarà ben più che soddisfatto. VOTO: 7
DARIO CATALDO: Lotta per la vittoria, si ferma per ordini di scuderia, non batte ciglio, non mugugna, ci riprova, nessuno lo ferma e va a vincere una grande tappa a Como. VOTO: 7
HÉCTOR CARRETERO: Non ha un passo devastante, ma c’è sempre sulle salite a dettare il passo nel trenino di Carapaz, pedina importante nella Movistar di Unzué. VOTO: 6,5
CHAD HAGA: Dopo il terribile incidente avvenuto in allenamento nel 2016, lo statunitense riesce ad esprimere finalmente il suo potenziale vincendo con determinazione la crono finale di Verona. Prima vittoria nel World Tour per lui. VOTO: 6,5
MATTIA CATTANEO: A Como sfiora la vittoria di tappa a causa di un grande Cataldo, ma corre comunque un Giro d’Italia sempre all’attacco, dimostrandosi un ciclista che farebbe comodo a molte squadre del World Tour. VOTO:6,5
CESARE BENEDETTI: La classe operaia va in Paradiso. Questo è il titolo perfetto per descrivere la sua vittoria nella tappa di Pinerolo dopo una lunga fuga di giornata. Sempre a disposizione dei capitani, finalmente una gioia personale. VOTO: 6,5
DOMENICO POZZOVIVO: Arriva al Giro dopo una brutta caduta alla Freccia Vallone, non sembra faticare troppo la prima settimana, mentre nella seconda e nella terza il lucano si dimostra un ottimo gregario per Nibali. VOTO: 6,5
PAVEL SIVAKOV: Il ventunenne russo, al suo primo Grande Giro corso in carriera, riesce a centrare una top ten nella classifica generale finale. Se non è un predestinato lui… VOTO: 6,5
ESTEBAN CHAVES: Ci sono volute diciannove tappe per vederlo finalmente in azione, ma ne è valsa la pena. Non riesce ad esprimersi come vorrebbe, ma la vittoria a San Martino di Castrozza fa ben sperare per il futuro. Rigenerato. VOTO: 6,5
BAUKE MOLLEMA: Decide di fare classifica e corre da ciclista esperto qual è. Con la sua regolarità e la sua forza a cronometro riesce a terminare il Giro d’Italia al 5° posto. Costante. VOTO: 6,5
JAN POLANC: Prende parte in varie di fughe di giornata E grazie ad una di questa diventa leader della classifica generale portando la Maglia Rosa per due giorni. VOTO: 6,5
NANS PETERS: Il giovane corridore transalpino è una delle belle sorprese di questo Giro. La vittoria ad Antholz, di potenza visti i distacchi, è stata un’azione straordinaria. VOTO: 6,5
RÜDIGER SELIG: Uomo importantissimo del treno Bora-Hansgrohe. Ackermann è stato fortunato ad averlo con lui. Quando il capitano non c’è si mette in proprio e raccoglie un buon terzo posto. VOTO: 6,5
RAFAŁ MAJKA: Il polacco è così: o decide di far classifica e non si fa vedere mai a favore di telecamera stando nell’ombra, o si disinteressa dando spettacolo alla ricerca di vincere qualche tappa di montagna. A questo Giro ha deciso di far classifica terminando al 6° posto. VOTO: 6
ANTONIO NIBALI: In questo Giro d’Italia ha dimostrato ai più di non essere il ‘’solito” fratello raccomandato ma di avere le qualità per stare nel World Tour. Lavora bene per il fratello, specie sul Mortirolo dove dimostra di essere un discreto scalatore. VOTO: 6
FERNANDO GAVIRIA: Non è sicuramente il miglior Gaviria che abbiamo mai visto, però una tappa riesce a vincerla (anche se solo grazie alla squalifica di Viviani). VOTO: 6
ARNAUD DÉMARE: Vince a Modena e sale altre volte sul podio. La pagnotta, pardon, la baguette se la porta a casa. VOTO: 6
VICTOR CAMPENAERTS: Da il meglio di se nelle cronometro (in questa edizione della Corsa Rosa ce n’erano ben tre) nelle quali arriva due volte sul podio, beffato da Roglič prima e da Haga dopo. VOTO: 6
MARCO FRAPPORTI e MIRCO MAESTRI: Sempre in fuga per lo sponsor. VOTO: 6
VALENTIN MADOUAS: il ventiduenne francese della Groupama-FDJ si fa vedere molto, attacca e contrattacca; anche se i risultati non sono arrivati non tarderanno ad arrivare. VOTO: 6
SHO HATSUYAMA: Il nipponico è la maglia nera di questo Giro d’Italia, per lui una vera impresa, ad oltre cinque minuti dal penultimo, Will Clarke. Anche se la vera impresa è stata quella di terminare la corsa…. VOTO: 6
EROS CAPECCHI: Si rivede il buon Eros in azione; saltato Jungels per la classifica generale si mette in proprio in cerca di una vittoria di tappa. I risultati non sono buoni ma l’impegno c’è stato. VOTO: 6
MARCO CANOLA: La Nippo Vini Fantini si aspetta qualche piazzamento in più da lui, come tutti gli addetti ai lavori, però questi piazzamenti non arrivano. Partecipa attivamente alla vittoria di Cima quando si mette a rompere i cambi in testa ai trenini dei velocisti. VOTO: 6
DIEGO ULISSI: Si ritrova prima Conti e poi Polanc in maglia rosa e allora deve lavorae per loro; ma quando ha carta bianca non va oltre un terzo posto di tappa. VOTO: 5,5
GIOVANNI CARBONI: La qualità c’è, ma deve crescere. VOTO: 5,5
GIANLUCA BRAMBILLA: Lo scalatore della Trek-Segafredo cerca di vincere qualche tappa, ma non ha la gamba dei giorni migliori. VOTO: 5,5
MIGUEL ÁNGEL LÓPEZ: L’anno scorso lottava per il gradino più basso del podio con Carapaz, quest’anno invece l’uno puntava alla vittoria del Giro, l’altro a difendersi dalle varie sventure. Termina la corsa al settimo posto della classifica generale, non è in formissima e non riesce a sfruttare lo squadrone che ha disposizione, ed è un peccato. Sfortunatissimo quando un tifoso lo fa cadere a terra nell’ultima tappa in linea. VOTO: 5,5
ILNUR ZAKARIN: Decimo con oltre dodici minuti di ritardo da Carapaz, vince la tappa con arrivoi al Lago Serrù, ma ha potenzialità maggiori. Il problema che una tappa si e una no finisce a terra. VOTO: 5,5
DAVIDE FORMOLO: Il trentino è un corridore che mi piace molto, ma purtroppo quest’anno non riesce a trovare lo spunto buono per vincere una tappa; il problema poi che non riesce nemmeno a far classifica. Un passo indietro. VOTO: 5,5
ALEXIS VUILLERMOZ: Un Giro in vacanza… VOTO: 5
JAKUB MARECKZO: Doveva riscattarsi dopo la brutta prova offerta l’anno scorso, dove dopo un secondo posto in Israele andò calando inesorabilmente fino al ritiro anticipato. Quest’anno fa peggio: coglie come miglior risultato un 6° posto ad Orbetello poi va fuori tempo massimo nella prima tappa sulle Alpi. VOTO: 5
ENRICO BATTAGLIN: Primo Giro d’Italia nel quale il buon Enrico non si vede… peccato. VOTO: 5
ELIA VIVIANI: In questa edizione della Corsa Rosa non gli va bene niente. Non riesce a vincere una volata e quando ci riesce viene declassato dai giudici con delle scelte molto opinabili. Non è lo stantuffo dell’anno scorso, più per demerito suo che per merito degli avversari, non corre sereno e si vede, come se dovesse sempre dimostrare a qualcuno il suo valore. VOTO: 5
SIMON YATES: Si presenta al Giro con fare minaccioso, ma ben presto si ritrova con le gambe appesantite o vuote; sicuramente è un lontano parente del ciclista che ha vinto l’ultimo Grande Giro, la Vuelta di Spagna 2018, e che l’anno scorso al Giro fece sognare il Mondo intero nelle prime due settimane. VOTO: 5
TONY GALLOPIN: Un fantasma. E pensare che tappe adatte alle sue caratteristiche ce n’erano… VOTO:4,5
GIACOMO NIZZOLO e SACHA MODOLO: Una volta c’erano anche loro a contentersi le vittorie di tappa che si decidevano in volata, ora entrare nei primi cinque sembrerebbe già un grande risultato… VOTO: 4,5
ENRICO GASPAROTTO: Fantasma. VOTO: 4,5
BOB JUNGELS: Non riesce a far classifica e ci dispiace, ma il fatto che non riesca nemmeno a far delle crono degne del suo nome non glielo potremo perdonare mai. VOTO: 4
TOM DUMOULIN: Il suo ritiro dovuto ad una caduta nella quarta tappa ha tolto alla Corsa Rosa un grande protagonista. SENZA VOTO
Luigi Giglio
04-06-2019
giugno 5, 2019 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
TOUR DU CAMEROUN
Il marocchino Youssef Bdadou (nazionale marocchina) si è imposto nella quarta tappa, Pouma – Kribi , percorrendo 154.4 Km in 3h54′34″ alla media di 39.47 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo slovacco Martin Mahďare e il camerunense Clovis Kamzong (SNH Velo Club), nuovo leader della classifica con 11″ su Bdadou e 19″ su Mahďare
NORVEGESI MATTATORI: LA SPUNTA KRISTOFF SU HALVORSEN
Dopo sei tappe decisamente combattute è l’esperto corridore di casa Alexander Kristoff (UAE-Team Emirates) ad aggiudicarsi la classifica del Tour of Norway davanti ad una giovane promessa come Kristoffer Halvorsen, ventiduenne ruota veloce del Team INEOS, e un altro connazionale, il ben più celebre Edvald Boasson Hagen (Dimension Data).
Sulla carta il percorso del Tour of Norway presentava percorsi ricchi di insidie, ma senza un arrivo veramente complicato; evidentemente gli organizzatori hanno preferito giocare con finali aperti a più soluzioni, anche per favorire i corridori di casa, a loro agio su percorsi non troppo impegnativi. Ma ecco come si sono evoluti gli eventi, dalla prima all’ultima tappa.
La tappa inaugurale, con partenza da Stavanger ed arrivo a Egersund dopo 168 chilometri, offriva un arrivo abbastanza facile, ma proposto dopo una parte centrale di gara mossa altimetricamente. La tossine accumulate sulle salitelle centrali non sono riuscite, però, ad evitare una volata quasi annunciata ed ad avere la meglio è stato l’olandese Cees Bol (Sunweb) che ha battuto alla sprint il rumeno con passato italiano Eduard Grosu (Delko Marseille) e il campione di casa Alexander Kristoff (Uae Team Emirates). Da Kvinesdal a Mandal lungo 175 chilometri, la seconda tappa presentava un finale poco scontato, con un strappo di un chilometro a poca distanza dal traguardo. Le squadre dei velocisti, tuttavia, hanno controllato magistralmente la corsa e alla fine hanno lanciato i propri uomini in una volata vinta dal colombiano Álvaro Hodeg (Deceuninck-Quick Step) sui norvegesi Kristoffer Halvorsen (Team INEOS) ed Edvald Boasson Hagen (Dimension Data). Un finale simile si è vista anche nella terza tappa, da Lyngdal a Kristiansand per un totale di 179 chilometri, e stavolta ad affermarsi è stato Boasson Hagen, a digiuno da vittorie da febbraio quando si era imposto nella cronometro d’apertura della Vuelta Valenciana, che ha saputo avere la meglio sull’olandese Joris Nieuwenhuis (Sunweb) e su Alexander Kristoff (UAE-Team Emirates), con la maglia di leader passata proprio sulle spalle del vincitore di tappa. La frazione più lunga della corsa, 224 chilometri di saliscendi tra Arendal a Sandefjord, è andata ad un italiano molto promettente, il ventiduenne Edoardo Affini (Mitchelton Scott), il quale ha approfittato di una fuga per imporsi sui compagni d’avventura, il norvegese Anders Skaarseth (Uno-X) e il belga Sander Armée (Lotto Soudal); il gruppo, in forte rimonta, è giunto a soli 7” di distacco, regolato da Kristoff. Lo stesso corridore si prenderà la rivincita nella quinta tappa, da Skien e Drammen per 159 chilometri, con una volata da maestro sul colombiano Hodeg e sul connazionale Halvorsen. Il vincitore dell’ultima edizione della Gand-Wevelgem non solo si è preso la tappa ma ha fatto bingo centrando anche la maglia di leader a discapito di Boasson Hagen. Il finale tutt’altro che semplice dell’ultima tappa, da Gran a Hønefoss per un totale di 175 chilometri, era aperto a più soluzioni, compresa la fuga, sia che essa fosse da lontano, sia da vicino. La difesa dell’UAE-Team Emirates nei confronti del capitano e capoclassifica ha fatto sì che la corsa si chiudesse con un’ulteriore sprint, che ha visto gioire Halvorsen, riuscito a precedere Bol e Kristoff, il quale ha conquistato la classifica generale della gara a tappe di casa propria per la prima volta in carriera.
Si è chiusa in questa maniera un Tour of Norway sicuramente ricco di volate, visto il rapporto finale di cinque sprint su sei tappe, ma che ha messo in mostra qualche talento, come Affini, Hodeg, Bol e Halvorsen, la conferma di Kristoff come velocista ancora affidabile nonostante la concorrenza interna non facile di Gaviria e il ritorno ad una vittoria in linea di Boasson Hagen, che non vinceva uno sprint dalla tappa di Cardiff del Tour of Britain del 2017.
Paolo Terzi
CLASSIFICA GENERALE
1 Alexander Kristoff (Nor) UAE Team Emirates 25:19:58
2 Kristoffer Halvorsen (Nor) Team Ineos 0:00:03
3 Edvald Boasson Hagen (Nor) Dimension Data 0:00:05
4 Edoardo Affini (Ita) Mitchelton-Scott 0:00:06
5 Cees Bol (Ned) Team Sunweb 0:00:07
6 Anders Skaarseth (Nor) Uno-X Norwegian Development Team 0:00:15
7 Joris Nieuwenhuis (Ned) Team Sunweb 0:00:16
8 Daniel Turek (Cze) Israel Cycling Academy
9 Sander Armee (Bel) Lotto Soudal
10 Carl Fredrik Hagen (Nor) Lotto Soudal 0:00:17
11 Franck Bonnamour (Fra) Arkéa Samsic 0:00:18
12 Jonas Abrahamsen (Nor) Uno-X Norwegian Development Team 0:00:19
13 Tom Van Asbroeck (Bel) Israel Cycling Academy 0:00:20
14 Tim Wellens (Bel) Lotto Soudal
15 Marc Hirschi (Swi) Team Sunweb
16 Markus Hoelgaard (Nor) Uno-X Norwegian Development Team
17 Floris De Tier (Bel) Team Jumbo-Visma 0:00:21
18 Jacob Eriksson (Swe) Team Coop 0:00:22
19 Luka Mezgec (Slo) Mitchelton-Scott 0:00:23
20 Alex Kirsch (Lux) Trek-Segafredo
21 Bjorg Lambrecht (Bel) Lotto Soudal
22 Ben Swift (GBr) Team Ineos
23 Yves Lampaert (Bel) Deceuninck-QuickStep
24 Milan Menten (Bel) Sport Vlaanderen-Baloise
25 August Jensen (Nor) Israel Cycling Academy
26 Sep Vanmarcke (Bel) EF Education First
27 Alexander Aranburu Deba (Spa) Caja Rural-Seguros RGA
28 Sergei Chernetski (Rus) Caja Rural-Seguros RGA
29 Dries Van Gestel (Bel) Sport Vlaanderen-Baloise
30 Lucas Eriksson (Swe) Riwal Readynez Cycling Team
31 Luis León Sanchez (Spa) Astana Pro Team
32 Sven Erik Bystrøm (Nor) UAE Team Emirates
33 Andreas Vangstad (Nor) Joker Fuel of Norway 0:00:24
34 Torstein Træen (Nor) Uno-X Norwegian Development Team 0:00:29
35 Connor Swift (GBr) Arkéa Samsic 0:00:30
36 Pieter Weening (Ned) Roompot-Charles
37 Hernando Bohorquez (Col) Astana Pro Team
38 Tim Declercq (Bel) Deceuninck-QuickStep
39 Michal Golas (Pol) Team Ineos 0:00:40
40 Yevgeniy Gidich (Kaz) Astana Pro Team 0:00:44
41 Alessandro Fedeli (Ita) Delko Marseille Provence KTM 0:01:46
42 Ian Stannard (GBr) Team Ineos 0:02:11
43 Lawrence Naesen (Bel) Lotto Soudal 0:04:07
44 Petr Vakoc (Cze) Deceuninck-QuickStep 0:04:14
45 Robert Stannard (Aus) Mitchelton-Scott 0:04:45
46 Florian Vachon (Fra) Arkéa Samsic 0:05:08
47 Koen de Kort (Ned) Trek-Segafredo 0:06:07
48 Maarten Wynants (Bel) Team Jumbo-Visma 0:06:10
49 Julius van den Berg (Ned) EF Education First 0:07:24
50 Omer Goldstein (Isr) Israel Cycling Academy 0:07:49
51 Kristoffer Skjerping (Nor) Uno-X Norwegian Development Team 0:08:13
52 Alexander Kamp (Den) Riwal Readynez Cycling Team 0:08:35
53 Sondre Enger (Nor) Israel Cycling Academy 0:09:23
54 Vasil Kiryienka (Blr) Team Ineos 0:10:39
55 Kevin Deltombe (Bel) Sport Vlaanderen-Baloise 0:11:01
56 Michael Valgren Andersen (Den) Dimension Data 0:11:11
57 Sebastian Langeveld (Ned) EF Education First 0:11:49
58 Alex Frame (NZl) Trek-Segafredo 0:11:54
59 Erik Nordsaeter Resell (Nor) Uno-X Norwegian Development Team 0:12:21
60 Callum Scotson (Aus) Mitchelton-Scott 0:12:41
61 Moreno Hofland (Ned) EF Education First 0:13:01
62 Aleksandr Riabushenko (Blr) UAE Team Emirates 0:13:26
63 Remco Evenepoel (Bel) Deceuninck-QuickStep 0:13:43
64 Alvaro Hodeg (Col) Deceuninck-QuickStep 0:14:00
65 Tom Scully (NZl) EF Education First 0:14:10
66 Taco van der Hoorn (Ned) Team Jumbo-Visma 0:14:43
67 Kristian Aasvold (Nor) Team Coop 0:16:24
68 Rasmus Christian Quaade (Den) Riwal Readynez Cycling Team 0:17:05
69 Yuriy Natarov (Kaz) Astana Pro Team 0:18:30
70 Sebastian Mora Vedri (Spa) Caja Rural-Seguros RGA 0:18:40
71 Elmar Reinders (Ned) Roompot-Charles 0:20:20
72 Bert-Jan Lindeman (Ned) Team Jumbo-Visma 0:21:52
73 Davide Martinelli (Ita) Deceuninck-QuickStep 0:22:06
74 Zhandos Bizhigitov (Kaz) Astana Pro Team 0:22:20
75 Gino Mäder (Swi) Dimension Data 0:22:46
76 Rasmus Tiller (Nor) Dimension Data 0:23:43
77 Roy Curvers (Ned) Team Sunweb 0:29:05
78 Nikita Stalnov (Kaz) Astana Pro Team 0:29:42
79 Preben Van Hecke (Bel) Sport Vlaanderen-Baloise 0:30:03
80 Rory Sutherland (Aus) UAE Team Emirates 0:30:21
81 Fumiyuki Beppu (Jpn) Trek-Segafredo 0:32:23
82 Julien Vermote (Bel) Dimension Data 0:33:47
83 Louis Bendixen (Den) Team Coop 0:35:32
84 Florian Stork (Ger) Team Sunweb 0:37:31
85 Eirik Lunder (Nor) Team Coop 0:39:01
86 Sasha Weemaes (Bel) Sport Vlaanderen-Baloise 0:40:22
87 Bram Welten (Ned) Arkéa Samsic 0:43:03
88 Asbjørn Kragh Andersen (Den) Team Sunweb 0:54:43
GIUGNO, IL MANUBRIO IN PUGNO
giugno 4, 2019 by Redazione
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Finito il Giro è già tempo di Tour. La Grande Boucle scatterà tra un mese ma le gare che si succederanno in calendario a giugno già portano impresso l’aroma della corsa transalpina, a cominciare dal Delfinato per poi passare al Tour de Suisse e alla Route d’Occitanie. Ci sarà anche il tempo per salutare la nascita di una nuova competizione, la prima della storia del ciclismo espressamente dedicata al Mont Ventoux, per poi arrivare all’immancabile appuntamento con i campionati nazionali.
Il Giro è alle spalle ed è già ora di pensare al Tour. Manca un mese alla partenza della Grande Boucle, che scatterà il 6 luglio da Bruxelles, ma in questi trenta giorni già si sentirà nell’aria la fragranza della corsa francese, della quale costituscono una sorta di prova generale le corse a tappe che si susseguiranno nel corso di giugno, una serie di gare che inizieranno già pochi giorni dopo la fine della Corsa Rosa. Terminato il 2 giugno il Giro, il 5 prenderà le mosse la 79a edizione del Tour de Luxembourg, che quest’anno gli appassionati italiani seguiranno con un briciolo d’interesse in più rispetto al passato essendo il vincitore in carica Andrea Pasqualon, velocista veneto che regge le salite brevi come quelle che caratterizzano il percorso del giro del granducato. La prima di queste ascese sarà il piccolo ma rognoso muretto della Breedewee, 350 metri al 15% di pendenza media che si dovranno affrontare al termine del breve cronoprologo d’apertura, disegnato sulle strade della capitale Lussemburgo e lungo appena 2 Km. Costantemente costellata di saliscendi sarà la prima tappa in linea che da Lussemburgo condurrà in 191 Km – si tratterà anche della frazione più lunga – al traguardo di Hautcharage dopo aver affrontato tre GPM nella prima metà gara e un vallonato circuito finale di 11 Km da ripetere due volte, al termine del quale si attende comunque l’arrivo allo sprint. Più impegnativo sarà il finale della successiva frazione di 168 Km da Steinfort a Rosport, pure disegnato in circuito, con il ripido Michelsbierg (2.1 Km all’8% con punte del 13%) da scavalcare a 16 Km dal traguardo, a sua volta preceduto di 13 Km dalla successiva e più pedalabile ascesa di Boursdorf (1300 metri al 4.4%). Alla vigilia della frazione conclusiva si disputerà la tappa “regina” della corsa, che scatterà dalla località termale di Mondorf-les-Bains per concludersi – dopo aver superato strada facendo cinque Gran Premi della Montagna – a Diekirch dove il traguardo sarà fissato presso la Caserma Grand Duc Jan, sede dell’esercito lussemburghese, percorsa un’ascesa finale di 2.2 Km al 6.6% in vetta alla quale nel 2017 si era imposto il francese Anthony Perez mentre la maglia di leader era stata conquistata dal campione olimpico di Rio Greg Van Avermaet. Chi uscirà da questa frazione con le insegne del primato sulle spalle, però, non potrà dormire sonni troppo tranquilli perché anche l’ultima tappa, pur progettata con il solito “clichè” delle passerelle di fine corsa, potrebbe rivelarsi determinante per la presenza, nel circuito che chiuderà la Mersch – Lussemburgo (176 Km), dello strappo del Pabeierbierg, 800 metri al 9% sui quali si salirà per quattro volte, l’ultima in corrispondenza del traguardo dove dodici mesi fa fu consacrato vincitore della corsa Andrea Pasqualon, che in quell’occasione si piazzò terzo allo sprint preceduto dal già citato Perez e dallo spagnolo Eduard Prades.
Esattamente una settimana dopo la tappa conclusiva del Giro prenderà le mosse il Critérium du Dauphiné, la corsa del mese di giugno che più “puzza” di Tour de France e non soltanto perché l’organizzatore è lo stesso. Da quando la corsa è passata dalle mani del quotidiano “Le Dauphiné Libéré” a quelle di ASO il “Giro del Delfinato” è divenuta una sorta di vero e proprio test della Grande Boucle, talvolta proponendo un’anteprima di una delle frazioni alpine sulle quali si gareggerà a luglio (ma non sarà il caso di questa edizione), molto più spesso avendo al via molti dei grandi nomi che un mese più tardi si sfideranno per la conquista dalla maglia gialla, affiancati anche da corridori che hanno preso parte al Giro d’Italia e che intendono sfruttare l’ottima condizione con la quale sono usciti dalla Corsa Rosa oppure cercare una rivalsa. Quello che, in concreto, è il giro a tappe delle alpi francesi quest’anno “tradirà” la sua terra nelle giornate iniziali perché le prime frazioni si disputeranno sulle strade del Massiccio Centrale, dove la prima tappa scatterà dalla cittadina di Aurillac, capoluogo del dipartimento del Cantal, alla volta di Jussac, dove si giungerà dopo 142 Km: già al primo giorno di gara si dovrà affrontare una salita di prima categoria (Puy Mary, 10.6 Km al 6.1%), sminuita nell’importanza solo dal fatto che dovrà essere superata subito dopo il via, mentre più determinante ai fini dell’esito di questa prima frazione sarà la Côte de Roquenatou (3.6 Km al 7%), da prendere di petto due volte nel finale con l’ultimo scollinamento collocato a 18 Km dal traguardo. Si tratta, dunque, di un avvio interessante senza essere troppo esigente quello della 71a edizione della corsa transalpina, che il giorno successivo proporrà un altro tracciato di media montagna nei 180 Km da percorrere tra Mauriac a Craponne-sur-Arzon, traguardo che sarà preceduto di una ventina di chilometri dalla cima della Côte de Saint-Victor sur Arlanc, 3000 metri d’ascesa che salgono al 9.4% di pendenza media, selettivi non solo per le inclinazioni ma anche per la sede stradale ristretta. I velocisti in gara troveranno pane per i loro denti nella terza (Le Puy en Velay – Riom, 177 Km) e nella quinta frazione (Boën-sur-Lignon – Voiron, 201 Km), in mezzo alle quali è stata collocata la prima tappa a “cinque stelle”, una cronometro individuale di 26 Km che si disputerà nei dintorni di Roanne, caratterizzata da una salita di 1800 metri all’8.2% da superare poco prima di metà gara. Saranno le ultime tre le frazioni decisive, anche se quest’anno gli organizzatori hanno decisamente alleggerito il percorso rispetto al recente passato e ci sarà un solo vero e proprio tappone, piazzato al penultimo giorno di gara e preceduto da una galoppata di 229 Km che si svolgerà tra Saint-Vulbas e Saint-Michel-de-Maurienne incontrando lungo il cammino otto GPM assolutamente non temibili, il più interessante dei quali è il Col de Beaune (1210 metri), sia per le pendenze che si raggiungeranno (6% su 8 Km), sia per la vicinanza al traguardo, situato 7 km oltre lo scollinamento. Di tutt’altra pasta sarà la breve ma intensa tappa che si disputerà sulla distanza di 133 Km tra Saint-Genix-les-Villages e la stazione invernale di Pipay, nel comprensorio sciistico dei “Sette Laghi”: il traguardo sarà posto al termine di una salita lunga ben 19 Km e caratterizzata da una pendenza media del 6.6%, che i corridori affronteranno con le gambe appesantite da tre precedenti GPM di 1a categoria. Molto corta sarà anche la conclusiva tappa che prenderà il via da Cluses per terminare dopo 113 Km nella località elvetica di Champéry e che avrà in programma gli ultimi sette Gran Premi della Montagna del Delfinato 2019, sui quali spiccano il Col du Corbier (7.6 Km al 7.5%) e la Côte des Rives (8.5 Km al 6.2%), entrambi di prima categoria, mentre l’ultimo traguardo sarà preceduto dall’omonima “montée” (5.5 Km al 4.2%), che terminerà a 2 Km dalla linea d’arrivo.
Valida alternativa al Delfinato sarà l’83a edizione del Giro di Svizzera, che quest’anno tornerà a strizzare l’occhio agli scalatori dopo che l’ultima edizione – vinta dall’australiano Richie Porte, che nel 2019 dovrebbe essere al via del Delfinato, mentre la “stella” di questa edizione sarà Geraint Thomas – era stata esageramente disegnata a favore dei cronoman per la presenza di oltre 50 Km da percorrere contro il tempo e di tappe di montagna non particolarmente difficili. Si comincerà sabato 15 giugno proprio con una cronometro di una decina di chilometri sulle pianeggianti strade di Langnau im Emmental, il centro famoso per il formaggio “con i buchi” che l’indomani accoglierà anche la partenza e l’arrivo della seconda tappa, costituita da un circuito di media montagna di circa 55 Km che dovrà essere ripetuto tre volte, per un totale di 159.6 Km, e che proporrà due ascese a tornata (la più ripida è quella di Chuderhüsi, 3 Km al 9.3% da valicare l’ultima volta a 18 Km dal traguardo). La terza sarà la frazione più facile e anche l’unica favorevole ai velocisti, che cercheranno di non sfarsi sfuggire l’opportunità di giocarsi la vittoria al termine dei 162 Km della Flamatt – Murten, movimentata da qualche saliscendi fino al primo passaggio dal traguardo, dove inizierà un circuito di 26 Km quasi totalmente pianeggiante ma con l’insidia per gli sprinter della presenza di una lieve pendenza nelle ultime centinaia di metri. La successiva tappa di Arlesheim – 164 Km con partenza da Murten – rappresenterà un invito a nozze per i finisseur grazie alla presenza di un succulento trampolino di lancio piazzato a 19 Km dal traguardo, i 5 Km al 4.8% dell’ascesa dell’Eichenberg. Tappa da fughe oppure alla portata di uno sprinter che sa rimanere a galla nei finali più impegnativi sarà la successiva Münchenstein – Einsiedeln (177 Km), con il traguardo fissato presso la celebre abbazia benedettina dopo una trentina di chilometri in quota sull’altopiano preceduti dall’interminabile ma dolce salita di Sattel (13 Km al 3.6%). Dalla medesima località scatterà l’indomani la prima delle tre tappe di alta montagna che, 120 Km più avanti, si concluderà nella stazione invernale di Flumserberg al culmine di una salita di 8.4 Km al 9.1% in cima alla quale nel 1995 s’impose Marco Pantani, unico successo del “Pirata” al Tour de Suisse, che quell’anno affrontò in preparazione al Tour de France dopo esser stato costretto a saltare il Giro d’Italia a causa di un incidente in allenamento. Un’altra tappa molto attesa dagli appassionati sarà quella che da Unterterzen porterà il gruppo in 216 Km fino ai 2091 metri del Passo del San Gottardo, affrontato dal più temuto dei suoi versanti, la “Strada della Tremola”, che metterà a dura prova chi punterà al successo nel Tour de Suisse non soltanto per le sue pendenze (la media è del 7.4% negli ultimi 12 Km) ma anche per la presenza del pavè negli ultimi 5.3 Km. Torneranno quindi a scorrere le lancette dei cronometri in occasione della seconda e ultima prova individuale, in programma sul veloce circuito di Goms, 19 Km pianeggianti da percorrersi a una quota di quasi 1350 metri sul livello del mare che favorirà l’alta velocità e, di conseguenza, le cilindrate dei passisti a causa del minor attrito dell’aria in seguito alla rarefazione della stessa. Sempre Goms ospiterà il giorno dopo la conclusiva e decisiva frazione, un circuito d’alta montagna di 144 Km che porterà la corsa su tre fra i più elevati passi della Confederazione Elvetica, il Furka (2432 metri, 16.4 Km al 6.5%), il Susten (2253 metri, 17.7 Km al 7.6%) e infine l’interminabile Grimsel (2163 metri, 25.8 Km al 5.9%), dalla cui cima mancheranno 21 Km all’ultimo traguardo del Tour de Suisse 2019.
In contemporanea al Giro di Svizzera in Italia si tornerà a parlare di “Corsa Rosa” con la terza edizione del Giro d’Italia Under-23, la quarantaduesima se si contano anche le precedenti che erano riservate agli under-27 e a quei corridori che un tempo venivano “volgarmente” definiti dilettanti. Organizzata dalla “Nuova Ciclistica Placci 2013” su mandato della Federazione Ciclistica Italiana, anche quest’anno la corsa è stata tracciata con entrambi gli occhi di riguardo per gli scalatori, per favorire i quali è stata tolta la cronometro individuale lunga, conservando quale unica prova contro il tempo il breve cronoprologo di poco più di 3 Km che, giovedì 13 giugno, darà il via alla corsa in quel di Riccione. Da qui scatterà anche la prima tappa in linea diretta a Santa Sofia, centro dell’Appennino forlivese dove si attendono le azioni dei finisseur per la presenza della salita del Passo delle Forche (2.5 Km al 6.8%) nelle fasi finali di gara. La corsa si sposterà quindi in Toscana dove si svolgeranno le successive tre frazioni, la prima delle quali (Bagno di Romagna – Pescia) costituirà il primo dei due appuntamenti riservati ai velocisti. Nettamente più “pesanti” saranno le altre due giornate toscane, che vedranno i futuri professionisti affrontare gli sterrati e poi la prima vera salita dell’edizione 2019. Le “strade bianche” saranno il momento più atteso della terza tappa, che condurrà da Sesto Fiorentino, il paese dell’indimenticato Alfredo Martini, a Gaiole in Chianti dopo aver affrontato un tracciato ricco di saliscendi e mangiato polvere nei cinque settori che si dovranno percorrere sullo sterrato (per 20 km complessivi), il più impegnativo dei quali s’incontrerà in corrispondenza del GPM di Vagliagli (4.2 Km al 5.4%). Seguirà la prima delle cinque tappe di montagna, che muoverà da Buonconvento alla volta del Monte Amiata, arrivo in salita a quota 1664 dopo aver affrontato una salita lunga una dozzina di chilometri e caratterizzata da una pendenza media del 6.7%. Osservata una giornata di riposo, la corsa ripartirà dal neonato comune emiliano di Sorbolo Mezzani, nato il primo gennaio del 2019, diretta al Passo Maniva (10.7 Km all’8%), unico traguardo di questa edizione che era presente anche nel tracciato del “Giro Baby” dello scorso anno, quando ai 1744 del valico delle Prealpi Bresciane si impose il colombiano Alejandro Osorio. Segnatevi a questo punto la data del 20 giugno perché quel giorno per la prima volta nella storia del ciclismo giovanile sarà affrontato in gara il Passo del Mortirolo, fulcro della decisiva sesta tappa, un circuito di 94 Km che vedrà i corridori partire in discesa da Aprica, salire una prima volta al Mortirolo dal versante più facile (12.6 Km al 7.7%) per poi scendere su Grosio, affrontare le tremende pendenze della strada che sale da Mazzo (12.2 Km al 5.8%) e infine far ritorno all’Aprica percorrendo la strada di cresta verso Trivigno. Dopo l’ultima tappa destinata alla volata (Dimaro-Folgarida – Levico Terme), si tornerà a pedalare in montagna nelle ultime due giornate di gara, che avranno come scenario le Dolomiti Bellunesi, dove per primo si disputerà il poco impegnativo arrivo in salita a Falcade (8.2 Km al 4.6%), affrontato 134 Km dopo la partenza da Rosà ed essere saliti sul più ostico Passo di Cereda (7.5 Km all’8.4%). Più corta da decisamente più intrigante sarà la tappa di chiusura, “lunga” soli 40 Km, quelli che si dovranno percorrere tra i 614 metri di Agordo e i 2057 metri del Passo di Fedaia, ai piedi della Marmolada, i cui 14 Km al 7.5% saranno il guidice ultimo che sanciranno il successore del russo Aleksandr Vlasov, vincitore della scorsa edizione del Giro d’Italia U23.
Dopo aver tenuto a battesimo lo scorso anno la prima edizione dell’Adriatica Ionica Race, che in questa stagione si disputerà a luglio in “parallelo” con l’ultima settimana del Tour de France, il mese di giugno 2019 vedrà la nascita di una nuova e interessante corsa – in linea questa – che nel corso degli anni potrebbe divenire un’altra importante tappa di passaggio verso la Grande Boucle: si tratta della Mont Ventoux Dénivelé Challenge in calendario il 17 giugno, prima corsa professionista dedicata al “Gigante della Provenza”, che sarà affrontato al termine di un percorso di 173 Km, partendo da Vaison-la-Romaine per poi affrontare le pendenze del versante più celebre e impegnativo del Ventoux, quelle che sale da Bédoin (15.6 Km all’8.7%).
Un’altra tappa di passaggio verso il Tour sarà rappresentata dalla Route d’Occitanie (20-23 luglio), la corsa che fino a un paio di anni fa era nota come “Route du Sud” e che da diverse stagioni attira al via campioni che poi ritroveremo alla Grande Boucle (nel 2019 ci sarà il campione del mondo in carica Alejandro Valverde) per la presenza di almeno una frazione da disputare sulle salite pirenaiche, ascese che lo stesso Tour ha scoperto grazie proprio a questa gara: è il caso, per esempio, del Port de Balès, che il Tour ha già scalato cinque volte negli ultimi dodici anni e che prima veniva affrontato solo alla Route. La 43a edizione della corsa transalpina scatterà subito con una tappa (Gignac –Saint-Geniez-d’Olt-et-d’Aubrac, 175 Km) che potrebbe avere un certo peso in classifica perché nel finale per due volte si dovrà ripetere la salita che conduce al traguardo, la Côte d’Aubignac, 4 Km all’8.3% di pendenza media. Chi punta alla classifica, dunque, sarà subito sugli scudi per poi lasciare la palla ai velocisti nella facile seconda frazione che condurrà da Labruguière a Martres-Tolosane dopo aver percorso 188 Km dolcemente vallonati e scarsamente impegnativi. I Pirenei saranno l’oggetto della terza giornata di gara, che vedrà percorrere 173 Km tra Arreau e la nota località termale di Luchon, dove il traguardo non sarà collocato nel centro cittadino, come avviene al Tour, ma nella frazione di Hospice de France, al termine di una salita di 11 Km al 6.8% che un paio di anni fa è stata proposta come arrivo di tappa alla Ronde de l’Isard, corsa per Under23 che aveva visto imporsi su quel traguardo un promettente corridore russo oggi passato al professionismo, Pavel Sivakov. L’ascesa finale non sarà l’unica difficoltà di una tappa che proporrà subito prima il citato Port de Balès (19.3 Km al 6.1%) mentre i chilometri iniziali vedranno i corridori salire sull’Hourquette d’Ancizan (10.4 Km al 7.5%), in programma un mese più tardi nelle battute concluse del primo tappone pirenaico del Tour. Interamente in circuito a Clermont-Pouyguillès si disputerà l’indomani la frazione conclusiva, percorrendo per otto volte un anello di una ventina di chilometri che presenta una breve salitella – la Côte de Moncassin (1 km al 6%) – che termina a soli 4 Km dal traguardo e che, oltre ad essere un irresistibile richiamo per i finisseur, potrebbe vedere in prima fila gli uomini di classifica se la frazione pirenaica non avrà scavato solchi indelebili nei “piani alti”.
Queste sono le corse a tappe del mese di luglio che più interessano chi punta al Tour, ma un altro paio di gare calamiteranno le attenzioni degli appassionati di ciclismo a giugno, i giri del Belgio e della Slovenia. Cominciamo con la corsa più vicina a noi geograficamente, il Tour of Slovenia (19-23 giugno), il cui vincitore uscente è l’idolo di casa Primož Roglič, al quale sarà difficile ripetersi sia perché viene da una prima parte di stagione intensa che lo vede in “pole position” sin da febbraio, sia perché gli organizzatori hanno quest’anno cancellato dal programma la tappa a cronometro che dodici mesi fa fu fondamentale per costruire il successo dello sloveno. La 26a edizione inizierà con una tappa per velocisti che vedrà il gruppo percorrere 171 Km tra la capitale Lubiana e Rogaška Slatina, centro dove lo scorso anno s’impose allo sprint l’olandese Groenewegen. Un altro traguardo presente anche nel tracciato della scorsa edizione sarà quello di Celje, presso il quale si concluderà la seconda frazione, che partirà 146 Km prima da Maribor e che presenterà un tracciato meno impegnativo rispetto a quello dello scorso anno, che prevedeva uno strappo finale in cima al quale fu acclamato vincitore il colombiano Rigoberto Urán: stavolta la principale e ultima difficoltà altimetrica di giornata sarà rappresenta dalla salita di Svetina (5.5 Km al 7.4%), sulla quale si scollinerà a 23 Km dall’epilogo. La terza e la quarta saranno le frazioni decisive ed entrambe avranno un simile comun denominatore, quello del traguardo posto al termine della lunga discesa dall’ultimo e più rilevante Gran Premio della Montagna. Delle due la prima sarà la meno impegnativa e condurrà in 170 Km da Žalec a Idrija (in italiano Idria) superando quella che è la salita più ripida dell’edizione 2019, i 5 Km al 9.3% che conducono a Dole, traguardo della montagna collocato a 21 Km dalla linea d’arrivo. Le sorti della corsa slovena si decideranno quindi nel circuito finale della successiva Nova Gorica – Ajdovščina (Aidussina), che tra l’altro si svolgerà molto vicino al confine con l’Italia e dunque molti nostri connazionali potranno recarsi ad assistere dal vivo le fasi salienti, magari lungo la salita verso il GPM di Predmeja (9.1 Km al 7.7%), seguita da un lungo tratto in quota prima di lanciarsi verso il traguardo, distante 24 Km dallo scollinamento. Come sempre sarà la città di Novo Mesto a ospitare l’approdo finale del Giro di Slovenia, quest’anno al termine di una frazione di 167 Km che muoverà da Trebnje (Trebegne) e costituirà la seconda occasione riservata ai velocisti, anche se stavolta il percorso sarà meno agevole del solito perché non ci sarà il solito circuito-passerella e una ventina di chilometri prima di giungere al traguardo gli sprinter dovranno digerire la salita di Vanta (9 Km al 4.4%).
Nonostante, per ovvie ragioni geografiche, non presenti grandi salite il Baloise Belgium Tour (12-16 giugno) proporrà un tracciato decisamente più intrigante perché gli organizzatori hanno intelligentemente miscelato nel percorso le difficoltà altimetriche che offre il territorio belga, prendendole a “piene mani” dai percorsi delle grandi classiche, avendo poi cura d’inserire una tappa a cronometro non eccessivamente lunga e che quindi non vada ad “ammazzare” il resto della corsa. Potrebbe poi entrare in gioco l’incognita vento, in particolare durante la pianeggiante tappa d’apertura di 184 Km da Sint-Niklaas alla località balneare di Knokke-Heist, che prevede anche due brevi settori di pavè inseriti subito prima dell’ingresso nel circuito finale, disegnato a breve distanza dalle coste del Mare del Nord e nel corso del quale s’incontrerà anche l’intenso momento del “Golden Kilometre”, presente in tutte le tappe in linea e caratterizzato da tre traguardi volanti ad abbuoni collocati nel breve volgere di un chilometro. Si respirerà l’aria del Giro delle Fiandre il giorno successivo lungo i 181 Km che si dovranno percorrere per raggiungere il traguardo di Zottegem, nel corso dei quali si andrà a ripercorrere un’ampia porzione della classica dei muri: tra questi ultimi in programma ci saranno il Tenbosse, il mitico Grammont, il Valkenberg e il Berendries mentre gli ultimi 50 Km, pur non presentando più difficili “côtes”, saranno comunque resi ostici da diversi tratti da pedalare sul porfido. Esattamente a metà corsa arriverà il turno della tappa contro il tempo che quest’anno si disputerà a Grimbergen, alle porte di Bruxelles, percorrendo 9 Km di un circuito totalmente sgombro da dislivelli, nel quale le uniche insidie risponderanno al nome della ventina di curve che si dovranno affrontare nel corso della cronometro. Dopo il Fiandre sarà la Liegi-Bastogne-Liegi a essere rievocata nel corso della penultima frazione perché il circuito di Seraing (151 Km) andrà a proporre quelle che, dopo la modifica del finale attuata quest’anno, sono divenute le principali difficoltà della “Doyenne”, la Redoute (1.7 Km al 9.3%) e, soprattutto, la Roche aux Faucons (1300 metri al 10.3%), che dovrà essere ripetuta due volte così come la poco conosciuta ascesa della Rue du Fort, 1.3 Km al 6.9% caratterizzati anche da un breve tratto di pavè. Dovrebbe essere questa l’ultima occasione per riscrivere la classifica poiché, a meno di sorprese, l’indomani la conclusiva Tongeren – Beiringen di 158 Km, totalmente scevra da salite, sarà una questione riservata ai velocisti.
A fine mese saranno assegnati i titoli nazionali e, per quanto ci riguarda, i campionati italiani di ciclismo su strada (limitatamente alla categoria professionisti) si svolgeranno in Emilia Romagna, per la precisione nell’alta valle del fiume Taro, in provincia di Parma. Scenderanno per primi in campo i corridori che puntano al titolo a cronometro, che si sfideranno venerdì 28 giugno sull’impegnativo circuito di Bedonia, anello di 34 Km disegnato dal Gruppo Sportivo Emilia, lo stesso gruppo organizzatore di corse come la Settimana Coppi e Bartali e il Giro dell’Emilia, al quale la federazione ha assegnato la gestione dei campionati nazionali. Due giorni dopo si correrà la prova più attesa, lo scorso anno conquistata da Elia Viviani, ma difficilmente il velocista veneto potrà difendere il titolo a causa delle difficoltà altimetriche che presenterà il tracciato predisposto dal team di Adriano Amici tra Borgo Val di Taro e Compiano, giungendo sullo stesso traguardo dove nel 1981 conquistò la maglia tricolore Francesco Moser davanti a Wladimiro Panizza e Alfredo Chinetti. 232 saranno i chilometri che andranno a comporre il terreno di gara che, pur non presentando mai grandissime pendenze, non proporrà un attimo di respiro negli ultimi 124 Km, quelli del circuito che dovrà essere ripetuto dieci volte e che vedrà gli aspiranti campioni nazionali salire ai 636 metri di Streva (5 Km al 3,4%) per poi lanciarsi in una discesa non difficile ma caratterizzata da una carreggiata non larghissima che terminerà a poco meno di 3 Km dal traguardo.
E poi tutti a pensare al Tour!
Mauro Facoltosi
I SITI DELLE CORSE
SKODA-TOUR DE LUXEMBOURG
CRITÉRIUM DU DAUPHINÉ
https://www.criterium-du-dauphine.fr/en/
BALOISE BELGIUM TOUR
http://www.sport.be/baloisebelgiumtour/
GIRO D’ITALIA U23
TOUR DE SUISSE
http://www.tourdesuisse.ch/en/
MONT VENTOUX DÉNIVELÉ CHALLENGE
http://www.denivelechallenges.com/
TOUR OF SLOVENIA
LA ROUTE D’OCCITANIE – LA DÉPÊCHE DU MIDI
https://www.laroutedoccitanie.fr/
TOUR DE FRANCE
03-06-2019
giugno 4, 2019 by Redazione
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TOUR DU CAMEROUN
L’ivoriano Isiaka Cissé (nazionale ivoriana) si è imposto nella terza tappa, Yaoundé – Ebolowa, percorrendo 151.3 Km in 3h59′51″ alla media di 37.85 Km/h. Ha preceduto di 1″ il camerunense Clovis Kamzong e di 5″ l’olandese Stephan Bakker. Cissé è il nuovo leader della classifica con lo stess tempo di Kamzong e 9″ sul bulgaro Radoslav Valentinov Konstantinov
CHE GIRO CHE FA A VERONA
giugno 2, 2019 by Redazione
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Ecco il tradizionale contenitore made ne ilciclismo.it che da diverse stagioni accompagna le cronache prima del Giro e poi del Tour. All’interno ritroverete le rubriche riservate alla rassegna stampa internazionale, alla colonna sonora del giorno, alle previsioni del tempo per la tappa successiva, alle “perle” dei telecronisti, al Giro d’Italia rivisto alla “rovescia” e al ricordo di un Giro passato (quest’anno rivisiteremo l’edizione del 1949 nel 100° anniversario della nascita di Fausto Coppi e nel 70° anniversario della prima storica doppietta Giro-Tour siglata dal Campionissimo).
CHE GIRO CHE FA… NEL MONDO
Italia
Il Giro n. 102 è di Carapaz davanti a Nibali, a Verona trionfa Haga – Carapaz: “Un momento incredibile”. Nibali: “Nessun rimpianto” – “Nibali inossidabile a 34 anni, ma il futuro è di Carapaz” (Gazzetta dello Sport)
Giro d’Italia, vittoria finale a Carapaz. Secondo posto a Nibali, terzo Roglic (Corriere della Sera)
Gran Bretagna
Richard Carapaz seals historic Giro d’Italia victory after Chad Haga stuns field to win stage 21 time trial (The Daily Telegraph)
Carapaz clinches surprise Giro d’Italia triumph on streets of Verona (The Independent)
Richard Carapaz becomes Ecuador’s first Giro d’Italia champion (The Times)
Francia
Carapaz, grande première – Carapaz «Un moment unique» – Les grands moments de la 102e édition – Roglic «Je suis vraiment très fier et heureux» – Madouas: «Assez satisfait pour un premier Giro» – Ackermann : «Un moment spécial» – Nibali: «J’ai donné le meilleur de moi-même» – Haga: « Cela me laisse sans voix » (L’Equipe)
Le Tour d’Italie à l’Equatorien Richard Carapaz (Le Figaro)
Spagna
Carapaz gana el Giro y Landa pierde el podio por 8 segundos – Carapaz: “Es la recompensa a todos los esfuerzos” (AS)
Richard ‘Capataz’ del Giro – Los humildes orígenes de Richard Carapaz en Ecuador – Carapaz, una locomotora sin frenos (Marca)
Nibali aprieta pero no ahoga y Carapaz conquista el Giro – Carapaz tras ganar el Giro: “Es un sueño. Es el mayor triunfo que puedo lograr” – “Carapaz era un ciclista que pedaleaba sin fin con unas piernas sin igual” – Movistar, el equipo con más triunfos en grandes vueltas: 15 – “Landa tiene más merito por trabajar para Carapaz que por hacer 4º (El Mundo Deportivo)
Belgio
Hij keek de dood in de ogen bij horrorcrash, nu wint Haga slotrit in de Giro – Carapaz doet Ecuador feesten met eindzege in de Giro, Campenaerts komt tekort voor winst in slottijdrit in Verona – Favoriet Victor Campenaerts grijpt naast tijdritzege: “Zou ook maar saai zijn als ik overal 3 sterren krijg en dan ook nog eens win” – Giro van de middelmaat: middelmatig parcours, middelmatige winnaar en middelmatige Belgen – Carapaz zeker van eindzege, Nibali was tijdens Giro straffer in zijn uitspraken dan in zijn prestaties (Het Nieuwsblad)
Tour d’Italie: Richard Carapaz remporte le 102e Giro, Haga s’impose à Vérone devant Campenaerts et De Gendt (La Dernière Heure/Les Sports)
Paesi Bassi
Emotionele Haga in tranen na Giro-zege – Carapaz maakt heel Ecuador trots – Jumbo-Visma-ploegleider Engels: ’Het kwam uit Roglic’ kleine teen’ – Mollema: ’Misschien mijn beste ronde ooit’ – Carapaz wint Giro, Mollema vijfde (De Telegraaf)
Haga redt de Giro van Sunweb: We zijn erin blijven geloven – Nibali voor elfde keer op podium in grote rondes, evenveel als Froome – Carapaz schrijft geschiedenis met Giro-zege, Mollema eindigt als vijfde – Nibali voor elfde keer op podium in grote rondes, evenveel als Froome – Trotse Ecuadorianen zien Carapaz grootste sportprestatie ooit leveren – Mollema: Volle bak begonnen, maar daarna geen risico’s genomen (Algemeen Dagblad)
Onvoorziene winnaars, onvoorziene verliezers in een onderhoudende Giro d’Italia (De Volkskrant)
Germania
Carapaz vor Gesamtsieg – Ackermann holt Punktewertung – Ecuador feiert den Sieg von Richard Carapaz – Vom Bauernsohn zum Triumphator: Carapaz lässt Ecuador feiern (Berliner Zeitung)
Lussemburgo
Giro-Sieger Carapaz macht Ecuador glücklich (Luxemburger Wort)
Ecuadorianer Carapaz gewinnt Giro (Tageblatt)
Svizzera
Ein Nobody namens Richard Carapaz triumphiert am Giro d’Italia (Neue Zürcher Zeitung)
Carapaz, premier Équatorien à gagner le Giro (24 Heures)
Slovenia
Primož Roglič Giro končal na zmagovalnem odru (Delo)
Stati Uniti
Carapaz Wins Giro d’Italia, Haga Clinches Final Stage (The New York Times)
Colombia
¡Carapaz, campeón del Giro; Supermán López fue séptimo y mejor joven! – ¡El título de Ríchard Carapaz en imágenes! – ‘Es lo más grande de mi carrera’: Carapaz – Carapaz, de ordeñar vacas a campeón del Giro de Italia – Las cinco razones del título del Giro de Ríchard Carapaz – Los que le dejó a Colombia el Giro de Italia 2019 (El Tiempo)
Richard Carpaz, el gran campeón del Giro de Italia 2019 – El saludo de Nairo Quintana a Richard Carapaz – Miguel Ángel López: “No tuvimos suerte, pero quedan muchas más Vueltas – Carapaz: “Es la recompensa a todos los esfuerzos” – Richard Carapaz, el dueño de la Maglia Rosa – Carapaz, el campeón del Giro de Italia que se hizo en Colombia (El Espectador)
Ecuador
¡Histórico, Carapaz! Primer ecuatoriano que gana el Giro de Italia – Richard Carapaz, de pedalear una bicicleta sin ruedas a comandar el Giro de Italia – Richard Carapaz: Soy capaz de volver a repetir un triunfo como este – ¡El heroico Richard Carapaz ya es uno de los grandes del deporte ecuatoriano de todos los tiempos! – Tulcán estalla de júbilo por el nuevo rey del Giro de Italia, Richard Carapaz – Richard Carapaz ya es campeón del Giro de Italia – Así fue la etapa 21 del Giro de Italia que dejó a Richard Carapaz como campeón – Los precedentes en el Giro de Italia están del lado de Richard Carapaz – ‘Richard Carapaz fue el mejor, nadie pudo con él’, dice la prensa mundial sobre el campeón del Giro de Italia – Playa Alta vivió con intensidad el triunfo de Richard Carapaz – ‘Superman’ López mejor joven del Giro de Italia por segundo año consecutivo – Moreno anuncia retiro de impuestos a bicicletas de competencia y condecoración a Carapaz – El ecuatoriano que triunfó en el Giro de Italia – Desde Tulcán, aficionados alientan a Richard Carapaz (El Universo)
Australia
Carapaz claims Giro to become the first Ecuadorian to win a grand tour (The Sydney Morning Herald)
CHE GIRO CHE FA… SOL… LA… SI… DO… : la colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it
“Marcia trionfale” (”Aida” – Giuseppe Verdi)
a cura di DJ Jorgens
CHE GHIRO CHE FA
Gli strafalcioni dei giornalisti al seguito della corsa rosa
De Luca: “Ha perso questa stappa per undici secondi”
Orlando: “Chaga” (Chad Haga)
Garzelli: “Si è rientrato in discesa”
De Luca: “È stato un Giro d’Italia anomale”
Garzelli: “Andremo a vedere se questi rissi andranno a valere il primo posto nell’ordine d’arrivo provvisorio” (rischi)
De Luca: “L’Italia è l’unica nazione che ospita tre Giri d’Italia”
De Luca: “Una strada con il budget così limitato”
De Luca: “Honorè è amante dei libri in filosofia”
De Luca: “Ricordiamo per coloro che si fosse messo in collegamento”
De Luca: “Il papà lo rimprovava”
De Luca: “Il municifio”
Inviato dopo tappa: “I genitori di Carapaz vanno davvero a piedi in treno” (non hanno mai preso l’aereo)
Televideo: “Nato a San Carmelo” (Carapaz è nato a Tulcán e vive a El Carmelo)
FA CHE GIRO CHE
Le classifiche del Giro viste all’incontrario
Ordine d’arrivo ventunesima ed ultima tappa, Verona (cronometro individuale)
1° Eddie Dunbar
2° Iván Ramiro Sosa a 16″
3° Juan José Lobato a 26″
4° Sho Hatsuyama a 43″
5° Tom Leezer a 44″
Miglior italiano: Manuel Senni, 8° a 47″
Classifica generale
1° Sho Hatsuyama
2° Will Clarke a 5′39″
3° Paolo Simion a 30′34″
4° Tom Bohli a 31′06″
5° Miles Scotson a 32′07″
Ultimo: Richard Carapaz a 6h05′56″
CHE GIRO CHE FACEVA: 1949
Ricordiamo quest’anno, attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”, il Giro del 1949, quella della mitica Cuneo-Pinerolo
11 GIUGNO 1949 – 18a TAPPA: PINEROLO – TORINO (cronometro individuale, 65 Km)
OGGI TERMINA IL GIRO
A Bevilacqua la Pinerolo-Torino – Sempre incerto Bartali per il Tour
12 GIUGNO 1949 – 19a TAPPA: TORINO – MONZA (267 Km)
IMBATTUTI A BUDAPEST I NOSTRI CALCIATORI (1-1) E TRIONFALE CONCLUSIONE DEL GIRO A MONZA
Una grande giornata per lo sport italiano – Tra ungheresi e italiani tutto risolto nei primi 45’ – La rete di Carapellese e quella di Deak – A Corrieri in volata l’ultimo traguardo – Coppi è stato il dominatore – Si decide per il Tour
Conte vince la tappa volante di Novara – Bartali primo sul Ghisallo – Commenti alla grande corsa – Laboriosa seduta presso l’Associazione corridori – Gino Bartali prenderà il via da Parigi? – Solo stasera il comunicato definitivo
CHE GIRO, CHE ARCHIVIO
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Raduno di partenza Bologna
1a tappa: Bologna – San Luca (cronometro individuale)
2a tappa: Bologna – Fucecchio
3a tappa: Vinci – Orbetello
4a tappa: Orbetello – Frascati
5a tappa: Frascati – Terracina
6a tappa: Cassino – San Giovanni Rotondo
7a tappa: Vasto – L’Aquila
8a tappa: Tortoreto Lido – Pesaro
9a tappa: Riccione – San Marino (cronometro individuale)
10a tappa: Ravenna – Modena
11a tappa: Carpi – Novi Ligure
12a tappa: Cuneo – Pinerolo
13a tappa: Pinerolo – Ceresole Reale (Lago Serrù)
14a tappa: Saint-Vincent – Courmayeur
15a tappa: Ivrea – Como
16a tappa: Lovere – Ponte di Legno
17a tappa: Commezzadura (Val di Sole) – Anterselva / Antholz
18a tappa: Valdaora / Olang – Santa Maria di Sala
19a tappa: Treviso – San Martino di Castrozza
20a tappa: Feltre – Croce d’Aune / Monte Avena
02-06-2019
giugno 2, 2019 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
GIRO D’ITALIA
Lo statunitense Chad Haga (Team Sunweb) si è imposto nella ventunesima ed ultima tappa, circuito a cronometro di Verona, percorrendo 17 Km in 22′07″ alla media di 46.12 Km/h. Ha preceduto di 4″ il belga Victor Campenaerts e di 6″ il belga Thomas De Gendt. Miglior italiano Damiano Caruso (Bahrain Merida), 4° a 9″. L’ecuadoregno Richard António Carapaz Montenegro (Movistar Team) si impone in classifica con 1′05″ sull’italiano Vincenzo Nibali (Bahrain Merida) e 2′30″ sullo sloveno Primož Roglič
TOUR OF NORWAY
Il norvegese Kristoffer Halvorsen (Team INEOS) si è imposto nella sesta ed ultima tappa, Gran – Hønefoss, percorrendo 175.1 Km in 4h02′40″ alla media di 43.29 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’olandese Cees Bol e il connazionale Alexander Kristoff (UAE-Team Emirates). Miglior italiano Edoardo Affini (Mitchelton-Scott), 10°. Kristoff si impone in classifica con 3″ su Halvorsen e 5″ sul connazionale Edvald Boasson Hagen. Miglior italiano Affini, 4° a 6″
BOUCLES DE L’AULNE – CHÂTEAULIN
Il francese Alexis Gougeard (AG2R La Mondiale) si è imposto nella corsa francese, circuito di Châteaulin, percorrendo 177.6 Km in 4h14′00″ alla media di 41.95 Km/h. Ha preceduto di 1′09″ i connazionali Quentin Jauregui e Julien El Fares. Miglior italiano Andrea Pasqualon (Wanty – Gobert Cycling Team), 17° a 5′15″.
TOUR DE LA MIRABELLE (Francia)
Il britannico Alexander Richardson (Canyon dhb p/b Bloor Homes) si è imposto nella quarta ed ultima tappa, Lunéville – Damelevières, percorrendo 180.1 Km in 4h13′18″ alla media di 42.60 Km/h. Ha preceduto di 1′16″ il danese Morten Alexander Hulgaard e l’olandese Piotr Havik. Miglior italiano Raul Colombo (Biesse Carrera), 7° a 1′24″. L’elvetico Simon Pellaud (IAM Excelsior) si impone in classifica con 9″ sul belga Jordy Bouts e 14″ sull’italiano Matteo Busato (Androni Giocattoli – Sidermec)
FLÈCHE DU SUD (Lussemburgo)
Il tedesco Jannik Steimle (Team Vorarlberg Santic) si è imposto nella quarta ed ultima tappa, Kayl – Esch-sur-Alzette percorrendo 138.2 Km in 3h09′07″ alla media di 43.85 Km/h. Ha preceduto allo sprint il danese Michael Carbel Svendgaard e l’olandese Ivar Slik. Unico italiano in gara Antonio Santoro (Monkey Town – à Bloc CT), 65°. Il belga Quinten Hermans (Telenet Fidea Lions) si impone in classifica con 14″ su connazionale Toon Aerts e 1′22″ sull’olandese Stef Krul. Santoro 68° a 21′13″
RUND UM KÖLN
Il belga Baptiste Planckaert (Wallonie-Bruxelles) si è imposto nella corsa tedesca, circuito di Colonia, percorrendo 206.6 Km in 4h54′59″ alla media di 42.02 Km/h. Ha preceduto allo sprint il tedesco Christoph Pfingsten e di 1′26″ il belga Lionel Taminiaux. Due italiani in gara: Davide Orrico (Team Vorarlberg Santic) 97° a 9′17″, Oscar Gatto (Bora – Hansgrohe) 99° a 9′17″
WYSCIG MJR. HUBALA – SANTE TOUR (Polonia)
Il polacco Maciej Paterski (Wibatech Merx 7R) si è imposto anche nella terza ed ultima tappa, Radoszyce – Konskie, percorrendo 150.7 Km in 3h35′49″ alla media di 41.90 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Stanislaw Aniolkowski e l’italiano Leonardo Bonifazio (Sangemini – Trevigiani – MG.Kvis). Paterski si impone in classifica con 2″ sul connazionale Grzegorz Stępniak e 8″ su Aniolkowski. Miglior italiano Jacopo Mosca (D’Amico – UM Tools), 9° a 16″
ODESSA GRAN PRIX
Il kazako Matvey Nikitin (Vino – Astana Motors) si è imposto nella corsa ucraina, circuito di Odessa, percorrendo 100.8 Km in 2h18′31″ alla media di 43.66 Km/h. Ha preceduto di 2″ l’ucraino Volodymyr Dzhus e di 1′23″ il bielorusso Stanislau Bazhkou.
TOUR DE KUMANO (Giappone)
L’italiano Federico Zurlo (Giotti Victoria – Palomar) si è imposto nella terza ed ultima tappa, circuito di Taiji, percorrendo 104.3 Km in 2h38′28″ alla media di 39.49 Km/h. Ha preceduto allo sprint i giapponnesi Daiki Magosaki e Shotaro Iribe. Il venezuelano Orluis Alberto Aular Sanabria (Matrix Powertag) si impone in classifica con 9″ sul giapponese Oka e 14″ sull’algerino Youcef Reguigui. Miglior italiano Emanuele Onesti (Giotti Victoria – Palomar), 11° a 33″.
TOUR DU CAMEROUN
Il camerunense Clovis Kamzong (SNH Velo Club) si è imposto nella seconda tappa, Yaoundé – Nanga-Eboko, percorrendo 152.2 Km in 3h27′10″ alla media di 44.08 Km/h. Ha preceduto di 3″ l’ivoriano Isiaka Cissé e il bulgaro Radoslav Valentinov Konstantinov (Team Martigues SC-Drag Bicycles), nuovo leader della classifica con 4″ sul marocchino Zahiri Abderrahim e Kamzong
TROFEO ALCIDE DE GASPERI
L’australiano Benjamin Hill (Ljubljana Gusto Xaurum) si è imposto nella corsa italiana, Pergine Valsugana – Bassano del Grappa, percorrendo 160.4 Km in 3h44′10″ alla media di 42.93 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Marco Frigo (Zalf Euromobil Désirée Fior) e il neozelandese Connor Brown (Dimension Data CT)