27-05-2017
maggio 27, 2017 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
GIRO D’ITALIA
Il francese Thibaut Pinot (FDJ) si è imposto nella ventesima tappa, Pordenone – Asiago, percorrendo 190 Km in 4h57′58″ alla media di 38.259 Km/h. Ha preceduto allo sprint il russo Zakarin e l’italiano Vincenzo Nibali (Bahrain Merida Pro Cycling Team). Il colombiano Nairo Quintana Rojas (Movistar Team) è ancora maglia rosa con 39″ su Nibali e 43″ su Pinot.
BALOISE BELGIUM TOUR
L’olandese Maurits Lammertink (Team Katusha – Alpecin) si è imposto nella quarta tappa, circuito di Ans, percorrendo 167.8 Km in 4h’09′50″ alla media di 40.299 Km/h. Ha preceduto allo sprint il portoghese Almeida Guerreiro e di 5″ il belga Keukeleire. Miglior italiano Iuri Filosi (Nippo – Vini Fantini ), 15° a 1′17″. Il francese Rémi Cavagna (Quick-Step Floors) è il nuovo leader della classifica con 1″ su Keukeleire e 5″ sul tedesco Martin. Miglior italiano Filosi, 27° a 2′09″
GRAND PRIX DE PLUMELEC – MORBIHAN
Il francese Alexis Vuillermoz (AG2R La Mondiale) si è imposto nella corsa francese, circuito di Plumelec, percorrendo 182 Km in 4h’14′30″ alla media di 42.908 Km/h. Ha preceduto allo sprint i connazionali Hivert e Samuel Dumoulin. Miglior italiano Fabio Tommassini (D”Amico – Utensilnord), 15° a 27″
TOUR DU JURA CYCLISTE (Francia)
L’italiano Mattia Frapporti (Androni Giocattoli) si è imposto nella prima tappa, Arbois – Grand Dole, percorrendo 165.1 Km in 4h’14′30″ alla media di 42.908 Km/h. Ha preceduto di 5″ il francese Pfrimmer e di 8″ l’italiano Fausto Masnada (Androni Giocattoli). Frapporti è il primo leader della classifica con 5″ su Pfrimmer e 8″ su Masnada
TOUR DE GIRONDE CYCLISTE INTERNATIONAL
Il francese Flavien Maurelet (GSC Blagnac Vélo Sport 31) si è imposto nella prima tappa, Saint-Émilion – Cenon, percorrendo 198 Km in 4h58′12″ alla media di 39.839 Km/h. Ha preceduto di 2″ il connazionale Burgaudeau e lo spagnolo Torres Muiño. Maurelet è il primo leader della classifica con 2″ su Burgaudeau e Torres Muiño.
FLÈCHE DU SUD (Lussemburgo)
Il russo Mamyr Stash (Lokosphinx) si è imposto nella quarta tappa, Mondorf – Roeser, percorrendo 151.7 Km in 3h39′10″ alla media di 41.530 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’estone Nömmela e l’italiano Filippo Fortin (Tirol Cycling Team). Il croato Matija Kvasina (Team Felbermayr – Simplon Wels) è ancora leader della classifica con 3″ sull’ucraino Padun e 50″ sull’austriaco Zoidl. Miglior italiano Antonio Santoro (Monkey Town Continental Team), 7° a 2′05″
AN POST RÁS (Irlanda)
L’olandese Daan Meijers (Delta Cycling Rotterdam) si è imposto nella settima tappa, Donegal – Ardee, percorrendo 167.3 Km in 3h32′15″ alla media di 47.293 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Van Schip e di 5″ il neozelandese Gough. Unico italiano in gara Matteo Cigala (Aqua Blue Sport), 99° a 2′04″. Il britannico James Gullen (JLT Condor) è ancora leader della classifica con 1′05″ sull’olandese Groen e 2′35″ sull’australiano Meyer. Cigala 73° a 47′47″
TOUR DES FJORDS (Norvegia)
Il norvegese Edvald Boasson Hagen (Dimension Data) si è imposto anche nella quarta tappa, Stavanger › Sandnes, percorrendo 162.4 Km in 4h03′58″ alla media di 39.940 Km/h. Ha preceduto di 1″ il danese Veyhe e di 3″ l’unico italiano in gara, Andrea Pasqualon (Wanty – Groupe Gobert). Il belga Dries Van Gestel (Sport Vlaanderen – Baloise) è ancora leader della classifica con 5″ su Boasson Hagen e 24″ sull’olandese Roosen. Pasqualon 29° a 5′00″
TOUR OF ESTONIA
L’estone Gert Jõeäär si è imposto nella seconda ed ultima tappa, circuito di Tartu, percorrendo 172.8 Km in 4h02′10″ alla media di 42.813 Km/h. Ha preceduto di 5″ il lettone Liepins e il connazionale Karl Patrick Lauk (Team Pro Immo Nicolas Roux). Due italiani in gara: Andrea Peron (Team Novo Nordisk), 6° a 5″, Umberto Poli (Team Novo Nordisk), 48° a 12″. Lauk si impone in classifica con 9″ sul lettone Kanepejs e 11″ sul polacco Franczak. Peron 10° a 1′03″, Poli 14° a 1′39″
GEMENC GRAND PRIX (Ungheria)
L’italiano Alessio Brugna (Delio Gallina Colosio Eurofeed) si è imposto nella seconda ed ultima tappa, circuito di Szekszárd, percorrendo 105 Km in 2h04′12″ alla media di 50.725 Km/h. Ha preceduto allo sprint il russo Krasnov e il kazako Kulimbetov. L’italiano Filippo Tagliani (Delio Gallina Colosio Eurofeed) si impone in classifica con 17″ sull’ungherese Kusztor e 28″ sull’austriaco Salzmann.
HORIZON PARK RACE MAIDAN
Il danese Rasmus Esmann Ginnerup si è imposto nella corsa ucraina, circuito di Kiev, percorrendo 116 Km in 2h33′40″ alla media di 45.293 Km/h. Ha preceduto allo sprint il polacco Stepniak e il bielorusso Zhyhunou.
TOUR OF JAPAN
Lo spagnolo Marcos García Fernández (Kinan Cycling Team) si è imposto nella sesta tappa, circuito di Izu, percorrendo 122 Km in 3h30′53″ alla media di 34.711 Km/h. Ha preceduto di 1′39″ l’australiano Harper e di 1′52″ l’italiano Marco Canola (Nippo – Vini Fantini). Lo spagnolo Óscar Pujol Muñoz (Team UKYO) è ancora leader della classifica con 1′42″ sull’iraniano Pourhashemi e 1′52″ sull’australiano Earle. Miglior italiano Canola, 10° a 3′30″.
PORDENONE – ASIAGO: L’ULTIMA GRANDE GUERRA
Ultima occasione per gli scalatori sulle strade dove si combattè duramente durante la Grande Guerra. Il Monte Grappa prima e la salita di Foza poi non offriranno pendenze temibili ma la lunghezza delle ascese, i tanti chilometri di dislivello e il fatto d’esser in sella da tre settimane potranno renderle molto più selettive del previsto: l’ultima salita ha gli stessi numeri di quella di Risoul, affrontata lo scorso anno nella tappa che riaprì un Giro che sembra definitivamente chiuso per Vincenzo Nibali. Un precedente che fa ben sperare, pensando anche all’impresa in discesa dello Squalo dello Stretto venendo giù dal Grappa al Giro del 2010.
Il paragone può sembrare irrispettoso verso i militari che in quelle terre hanno combattuto e ci hanno lasciato la vita, ma calza a pennello. Quella che si vivrà lungo il campo di battaglia che si estende per 190 Km spaccati tra Pordenone ad Asiago, passando per la sacra cima del Monte Grappa, sarà davvero l’estrema occasione per i combattimenti corpo a corpo tra i pretendenti alla maglia rosa che, poi, l’indomani, saranno protagonisti nella sfida a distanza della cronometro individuale. Il terreno per azioni e imboscate c’è, anche se apparentemente sembra mancare perché le due salite previste non sono particolarmente “fornite” in pendenze. Ma il Grappa ha lo scollinamento posto al termine di una salita lunga ben 24 km e decisamente incostante, con repentini viraggi di pendenza che, in calce alla terza settimana di un grande giro, possono lasciare il segno. Poi c’è Foza che, numeri alla mano, è quasi una gemella della salita affrontata al Giro dell’anno scorso per arrivare a Risoul e sappiamo tutti come andò a finre quella giornata, con la lotta per la classifica che si riaprì a favore di Nibali dopo il capitombolo di Kruijswijk nella discesa dall’Agnello. Una discesa impegnativa ci sarà anche in questa tappa ed è quella che arriva dopo il Grappa e che ha già visto in passato il corridore messinese in azione, quando al Giro del 2010 staccò tutti proprio nel corso della picchiata per andare a imporsi nella vicina Asolo con 23” di vantaggio sul compagno di squadra Ivan Basso, che poi vincerà quel Giro, e sull’indimenticato Michele Scarponi. Discesa, invece, non ci sarà dopo Foza e quei 15 Km conclusivi disegnati in quota sull’altopiano d’Asiago potrebbero dilatare ancor più i distacchi maturati sull’ultima salita del Giro 2017, mancando una planata vera e propria che consenta ai ritardari più vicini ai primi di tentare di ridurre le distanze.
Il campo base sarà allestito in quel di Pordenone, dal quale si partirà in pianura pedalando in direzione del Veneto, dove si giungerà dopo aver toccato Sacile, cittadina natale di un altro corridore che ci ha lasciati troppo presto – Denis Zanette, scomparso a soli 32 nel 2003 e che ricordiamo vincitore di due tappe alla corsa rosa – ma anche di Giovanni Micheletto, che vinse con l’Atala la Giro del 1912, nell’unica edizione disputata a squadre e non individualmente.
Giunto sulle strade della Marca Trevigiana il percorso della penultima transiterà non distante da Colle Umberto, il piccolo comune dove – per rimanere in tema di natali ciclistici – il primo giorno d’agosto del 1894 nacque Ottavio Bottecchia, primo italiano a vincere il Tour de France imponendosi nel 1924, indossando la maglia gialla ininterrottamente dalla prima all’ultima tappa, e poi ripetendosi l’anno successivo, terzo corridore nella storia ad imporsi in due edizioni consecutive dopo il francese Lucien Petit-Breton (1907-1908) e il belga Philippe Thys (1913-1914). Al Giro partecipò una solta volta, nel 1923, concludendo la corsa rosa al 5° posto, con un ritardo di quasi tre quarti d’ora dal mitico Costante Girardengo e correndo da indipendente, senza legami con nessuna squadra: l’esperienza gli fu utile perché in quell’occasione lo notò il francese Henri Pélissier, che lo inviterà a prendere parte al Tour che sarebbe partito due settimane più tardi, dove vinse la seconda tappa che terminava a Cherbourg, vestì la maglia gialla per sei giorni e alla fine sarà secondo assoluto, a quasi mezz’ora dal vincitore, che fu lo stesso Pélissier.
Continuando a pedalare sul velluto – i primi 37 Km saranno un biliardo perfetto – si giungerà quindi nella terra del Prosecco, che accoglierà il gruppo a Conegliano, cittadina che coniuga l’ebbrezza del vino a quell’arte, con l’affrescata facciata del Duomo, il panoramico castello sul Colle di Giano e le opere di Cima da Conegliano e di Giovanni Bellini, quest’anno protagonista di una mostra allestita presso la pinacoteca comunale di Palazzo Sarcinelli.
Di lì a breve si affronterà la prima delle quattro salite previste dal tracciato, la più corta (1,1 Km) e ripida (media del 12,7%, massima del 18%) del mazzo: è il Muro di Ca’ del Poggio, verticale disegnata tra i vigneti che non farà paura a nessuno a così tanti chilometri dal traguardo e sorprenderà in pochi, conosciuta a molti nel gruppo per essere stata già affrontata in diverse occasioni nel recente passato, sia al Giro, sia al campionato nazionale professionisti del 2010, vinto da Giovanni Visconti.
Si scenderà quindi a Refrontolo, il paese dove viene “spremuto” un delizioso passito DOCG che ebbe l’onore d’esser citato nel “Don Giovanni” di Mozart e dove è possibile ammirare, lungo il corso del torrente Lierza, l’appartato Molinetto della Croda, risalente al XVII secolo e oggi acquistato dal comune che ne ha fatto una sede museale ed espositiva, ospitando tra l’altro l’annuale Mostra internazionale dei presepi.
Raggiunto il vicino centro di Follina – nel quale si trova la cistercense Abbazia di Santa Maria, citata per la prima volta in un documento del 1127 e oggi officiata dall’ordine dei Servi di Maria – si andrà ad affrontare la salita verso il paesino di Combai che, a differenza della precedente, è la più facile tra quelle in programma, al punto che non si troverà nessuno striscione del GPM ad attendere i corridori in cima, una volta percorsi i suoi 5,8 Km al 3,9%. La discesa verso la “capitale del Prosecco”, quella Valdobbiadene che due anni fa ospitò l’arrivo della “wine stage” a cronometro vinta dal bielorusso Vasil’ Kiryenka e nella quale Contador sbaragliò la concorrenza, riporterà in pianura il gruppo che ora pedalerà per un buon tratto in compagnia del corso del Piave, nel punto dove il fiume s’infila nella Stretta di Quero, il corridorio naturale che taglia nel mezzo le Prealpi Bellunesi separando il massiccio del Monte Cesen da quello del Grappa, meta della prossima ascesa. Dovranno scorrere sotto le ruote dei “girini” una buona trentina di chilometri prima di arrivare a quest’appuntamento, che giungerà poco dopo il passaggio per Feltre, cittadina situata all’estremità meridionale dell’area dolomitica, il cui centro storico si stringe attorno alla bellissima Piazza Maggiore, nel 1991 immortalata in alcune scene del film Americano Rosso.
Arriva, dunque, il momento di sorbir la Grappa –il nome del clebre monte nessuna relazione ha con quello della celebre acquavite, che deriva dal “graspo”, ossia dal tralcio d’uva – che i corridori affronteranno dal versante settentrionale, il più chilometrico tra i nove possibili ma anche il meno impegnativo sotto l’aspetto delle pendenze. Quella che si percorrerà nei successivi 50 Km è la “Strada Cadorna”, così chiamata in ricordo del generale Luigi Cadorna, che la fece realizzare tra il 1916 e il 1917 dopo aver intuito che il Monte Grappa sarebbe potuto divenire, come in effetti fu, un importante baluardo per contrastare l’avanzata dell’esercito austro-ungarico. Ricorda quei drammatici e sanguinosi giorni il sacrario militare inaugurato nel 1935 sulla cima più alta del massiccio mentre il nome del generale Cadorna è rimasto a identificare la strada da lui ideata e che per molti decenni rimase priva della copertura d’asfalto. Era ancora sterrata, per esempio, nel 1982, l’ultima volta che il Giro percorse – si era in discesa, però – lo stesso versante dal quale si salirà quest’anno e del quale non conservò un buon ricordo Giuseppe Saronni, che ebbe la sfortuna di incappare in ben sette forature nel volgere di pochi chilometri. Disagi che non s’incontreranno stavolta percorrendo i 24 Km e bruscolini che condurranno dai 333 metri di Caupo allo scollinamento, previsto a 1620 metri di quota nel luogo dove la strada Cadorna si sdoppia e dove i corridori avranno incamerato un dislivello complessivo di 1287 metri: coniugando questi dati ne esce una pendenza media non particolarmente succulenta (5,3%), ma questo valore è mitigato da frequenti contropendenze oltre che dalle numerose variazioni di ritmo delle inclinazioni nei tratti in salita, i più impegnativi dei quali s’incontrano nei primi 10 Km, che salgono al 7% medio e presentano il picco massimo dell’11% subito dopo l’uscita da Caupo, e nella porzione centrale di 3 Km all’8,1%.
I tifosi dello “Squalo dello Stretto” attenderanno con impazienza anche il successivo tratto della Strada Cadorna, quello che in poco più di 25 Km (pendenza media del 5,7%, con un tratto pianeggiante centrale che divide la discesa in due settori più ripidi) condurrà la corsa a Romano d’Ezzellino e che sette anni fa, come rammentavamo in apertura, fu teatro di una delle più belle azioni in discesa di Vincenzo Nibali.
Si ritroverà la pianura nei 13 Km che faranno d’intervallo tra la lezione del Grappa e quella di Foza, durante il quale la corsa s’infilerà nel Canale di Brenta, com’è chiamata quella che geograficamente è la porzione meridionale della Valsugana, politicamente appertenente al Veneto. È su questa stretta valle che prospettano le pendici orientali dell’altopiano d’Asiago, verso il quale sale la scalinata più lunga d’Italia, la Calà del Sasso, 4444 gradini che costituiscono un tracciato lungo quasi 7 Km, realizzato nel XIV secolo e fiancheggiato da una canaletta in pietra calcarea lungo la quale i boscaioli facevano scivolare a valle i tronchi degli alberi tagliati sull’altopiano. Un percorso esattamente inverso e decisamente più agevole dovranno ora compiere i “girini” affrontando la salita – che, a questo punto della corsa, potrebbe comunque rivelarsi un ostacolo non semplice da superare – che da Valstagna conduce alla località di villeggiatura di Foza, centro che dal 1310 al 1807 fece parte della storica Federazione dei Sette Comuni (fu la più piccola tra le federazioni politiche europee e la più antica assieme a quella elvetica). L’abbiamo paragonata a quella che conduce nella stazione invernale di Risoul, che lo scorso anno accolse l’arrivo della terzultima tappa della corsa rosa: l’ascesa francese è più breve di quasi un chilometro rispetto a quella vicentina (14 Km contro 12,8 Km) ma è praticamente identica nella pendenza media (6,7% contro 6,9%) mentre è di un punto percentuale più alta quella massima (11%), in entrambi i casi toccata nella seconda parte dell’ascesa. A essere differente è l’aspetto esteriore perché, se a Risoul si saliva percorrendo un’ampia strada dipartimentale smussata da una decina di agevoli tornanti, qui s’incontreranno una carreggiata nettamente più ristretta e un numero quasi doppio di “tourniquet”, che di solito agevolano la scalata ma che, in queste condizioni e con le energie oramai al lumicino, potrebbero anche sortire l’effetto opposto.
E a quel punto i 15000 metri finali sull’altopiano, all’ombra del famigerato Ortigara sul quale per venti giorni si battagliò “senza il cambio per dismontar”, potrebbero non bastare.
Ta-pum! Ta-pum! Ta-pum!
Mauro Facoltosi
I VALICHI DELLA TAPPA
Sella di Mire (220m). Valicata dalla SP 86 tra San Pietro di Feletto e Refrontolo, i corridori l’attraversaranno nel corso della discesa successiva al muro di Ca’ del Poggio
Sella Miane (259 metri). Coincide con l’omonima località.
Colle dei Zanghi (1062 metri), Sella di Pramozet (1089 metri), Sella Pontera (1235 metri), Forcelletto (1271 metri), Sella Prassolan (1378 metri), Sella del Col Zaloppa (1379 metri). Valicati dalla SP 148 “Monte Grappa” (ex SS 141 “Strada Cadorna”) lungo la salita da Caupo al Monte Grappa.
Sella di Foza (1083 metri). Coincide con l’omonima località, quotata 1086 metri sulle cartine del Giro 2017.
Sella Gallio (1093 metri). Coincide con l’omonima località, quotata 1081 metri sulle cartine del Giro 2017.
RINGRAZIAMENTI
Segnaliamo che le citazioni cinematografiche (nel testo e nella fotogallery) sono frutto della collaborazione con il sito www.davinotti.com, che ringraziamo per la disponibilità.
FOTOGALLERY
Duomo di Pordenone
Uno scorcio “veneziano” di Sacile
Colle Umberto, la casa natale di Ottavio Bottecchia
Castello di Conegliano
Refrontolo, Molinetto della Croda
Follina, abbazia di Santa Maria
Il fiume Piave attraversa la Stretta di Quero

Piazza Maggiore di Feltre colta dall’occhio della macchina da presa nel 1991, durante le riprese di ‘’Americano Rosso’’ (www.davinotti.com)
Piazza Maggiore di Feltre colta dall’occhio della macchina da presa nel 1991, durante le riprese di ‘’Americano Rosso’’ (www.davinotti.com)
Uno degli ultimi tratti della Strada Cadorna verso lo scollinamento del Monte Grappa
Il sacrario militare del Monte Grappa
Valstagna, il paese sul fiume Brenta dal quale ha inizio la salita verso Foza

Un gruppo di escursionisti percorre la Calà del Sasso (Panoramio)
Un gruppo di escursionisti percorre la Calà del Sasso
Uno dei tornanti della salita verso Foza

Il sacrario del Leiten ad Asiago e, in trasparenza, l’altimetria della ventesima tappa del Giro 2017 (Google Street View)
100 E ANCOR PIÙ 100: OBIETTIVO PIANCAVALLO
maggio 27, 2017 by Redazione
Filed under Approfondimenti
Ne abbiamo modificato il titolo in occasione della centesima edizione del Giro, trasformando in una frase beneaugurante il tenebroso adagio medioevale “mille e non più mille”, ma i contenuti della rubrica saranno quelli soliti dell’Almanacco del dopo tappa made in ilciclismo.it che aveva accompagnato le cronache delle scorse edizione. All’interno ritroverete la rassegna stampa internazionale, il punto di vista dei tifosi, la colonna sonora del giorno (quest’anno raddoppiata), le previsioni del tempo per la tappa successiva, le “perle” dei telecronisti in una rubrica dal titolo rinnovato, il Giro d’Italia rivisto alla “rovescia” e il ricordo di un Giro passato (nell’anno del centesimo Giro abbiamo scelto di riportarvi indietro nel tempo fino al 1967, l’anno della 50a edizione).
GIRO D’ITALIA, GIRO DEL MONDO
Italia
Quintana in maglia rosa! Dumoulin a 38″, Nibali 43″. Landa vince per Scarponi – Nibali: “Siamo tutti a tutta Non si poteva fare di più…” – La strategia di Nibali. Ecco dove attaccare – Quintana: “Domani si decide il Giro. Nibali il mio avversario” – Landa, lacrime per Scarponi: “Successo nel suo ricordo” – Dumoulin, sorriso amaro: “Ho fatto un errore da principiante” – Pozzovivo con i grandi del Giro: “Ora voglio il podio”(Gazzetta dello Sport)
Giro, Dumoulin in crisi. Quintana nuova maglia rosa. E domani altre montagne (Corriere della Sera)
Colombia
Nairo, otra vez líder del Giro; le sacó 38 segundos a Dumoulin ‘Las diferencias son cortas y es complicado’: Nairo – ‘Hoy no ha sido mi mejor día’: Tom Dumoulin (El Tiempo)
Nairo Quintana es el nuevo líder del Giro de Italia tras la etapa 19 (El Espectador)
Paesi Bassi
Dumoulin verliest roze trui – Dumoulin: ‘Ik maakte een fout’ – Dumoulin: ‘Met deze benen kom ik in tijdrit niet ver’ – ‘Zonder ons was Tom nooit teruggekomen’ – Vrede gesloten met Nibali – Dumoulin: ‘Als dit karma is, is het goed’ – Pinot: ‘Dumoulin erg sterk, ik ga voor het podium’ – ‘Pact Dumoulin met Mollema en Kruijswijk’ – ‘Quintana en Nibali zagen er uitgeput uit’ (De Telegraaf)
Samenvatting: bekijk hier hoe Dumoulin de roze trui verliest – Dumoulin verliest roze na slopende dag, ritzege Landa –
Mollema: We werkten goed samen met de andere Nederlanders (Algemeen Dagblad)
Dumoulin verliest roze trui en moet hopen dat hij hem zondag in de tijdrit herovert – Dumoulin ruziet met Quintana en Nibali, ook buiten het asfalt – Dumoulin houdt vast aan opgedane kennis: rust bewaren als je bent afgestapt – Dumoulin: ‘Ik maakte een beginnersfout’ (de Volkskrant)
Svizzera
Giro: Quintana en rose, Landa vainqueur – Il jette son bidon sur un autre coureur (24 Heures)
Quintana löst Dumoulin als Leader ab(Neue Zürcher Zeitung)
Slovenia
Quintana po krizi Dumoulina v rožnatem; zmaga Lande (Delo)
Gran Bretagna
Quintana lets legs do the talking by taking lead of Giro d’Italia (The Times)
Francia
Tout est relancé – «Une erreur de débutant» – Landa: «Une grande émotion» (L’Equipe)
Giro: Dumoulin perd la tête, Quintana en rose em>(Le Figaro)
Spagna
Landa conquista Piancavallo y Dumoulin pierde la maglia – El más fuerte del Giro es Landa (AS)
‘Glorioso’ Mikel Landa – El Alavés felicita a Mikel Landa: “Puede ser el comienzo de un gran fin de semana” – ¡Locura en el Giro! Del bidonazo al aficionado que ofreció papel higiénico a Dumoulin(Marca)
Landa remata y Quintana arrebata la maglia rosa a Tom Dumoulin – “Dumoulin ha cedido, pero sigue siendo el favorito para ganar el Giro” – ¡Un ciclista agrede a otro con un bidón! (El Mundo Deportivo)
Belgio
Dumoulin verliest roze trui aan Quintana na inzinking op slotklim, Landa pakt dagzege – Knotsgekke taferelen in Giro: renner gooit bidon in volle finale naar collega (Het Nieuwsblad)
Tour d’Italie: Victoire de Mikel Landa, Nairo Quintana nouveau maillot rose – Tom Dumoulin: “J’ai commis une erreur de débutant” – Giro: Eugenio Alafaci sanctionné pour jet de bidon (La Dernière Heure/Les Sports)
Lussemburgo
Landa l’emporte à Piancavallo, Quintana s’empare du maillot rose (Luxemburger Wort)
Landa entscheidet 19. Etappe für sich (Tageblatt)
Germania
Dumoulin verliert Trikot – Jetzt Quintana beim Giro in Rosa (Berliner Zeitung)
Russia
Испанец Ланда выиграл 19-й этап «Джиро д’Италия», Шалунов занял шестое место (Sovetsky Sport)
Stati Uniti
Quintana Snatches Giro Lead From Dumoulin (The New York Times)
Costa Rica
Nairo Quintana le arrebata el liderato a Tom Dumoulin en el Giro de Italia (La Nación)
Australia
Sutherland ready to ‘empty the tank’ for Movistar (The Sydney Morning Herald)
BOX POPULI
Ogni giorno qui troverete i commenti degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.
Mauro Facoltosi: Attacco della Bahrein nella discesa da Cima Sappada: Dumoulin staccato di un minuto. L’attacco è partito nel momento nel quale Dumoulin si era fermato per fare pipì.
Nebe1980: Questo è un bell’attacco modello Formigal, vediamo come va a finire
Mauro Facoltosi: Smentita la notizia: Dumoulin non era fermo a bordo strada quando è partito l’attacco. Ora l’olandese è a una trentina di secondi dai primi, ma tra non molto inizierà la salita verso la Sella Chianzutan
Nebe1980: Ma anche se si fosse fermato per minzione chi se ne frega? Parlano tutti di scorrettezza ma l’attacco quando uno si ferma nn è vietato dal regolamento. La corsa è corsa non è una partita di bridge da signore settantenni. Vince chi arriva prima e quindi i corridori devono usare ogni mezzo possibile ovviamente nei limiti del regolamento che disciplina e sanzione anche le vere scorrettezze. Non è che se uno fora lo devi aspettare. Sul Gavia Massignan forò due volte in discesa e Gaul vinse la tappa. Questi imprevisti sono anche il bello del ciclismo.
Peccato che dietro siano rimasti Yates e Mollema perché diversamente la cosa si sarebbe fatta molto interessante. Lo dico non perché sono contro Dumoulin ma perché così la crono di Milano magari sarà decisiva con emozioni sino all’ultimo dì. Inoltre in un percorso sbilanciato in favore dei passisti automaticamente simpatizzo per gli scalatori
Mauro Facoltosi: Dumoulin rientra su Nibali e Quintana nel corso della salita verso la Sella Chianzutan.
Nebe1980: Una volta quando la maglia rosa si trovava indietro doveva lavorare lui, gli altri che convenienza hanno a salvargli il giro? Lo facessero lavorare dato che Mollema e Yates non hanno da chiedere chissà cosa alla generale
Mauro Facoltosi: Staccato Dumoulin sulla salita finale. Ora Quintana è in rosa con 38″ sull’olandese e 43″ su Nibali. Commenti?
Nebe1980: Ora mi si dirà che Quintana non ne aveva per attaccare però quando ha perso quei metri da Nibali forse per un problema meccanico ha accelerato e con due pedalate ha chiuso il buco mentre gli altri erano a tutta. Io qualche dubbio ce l’ho. Secondo me doveva affondare appena Dumoulin si è staccato e riposare quando trovava i due compagni di squadra che ha trovato lungo la via. Chiaro che tutti erano vicini al limite ma quella accelerata di Quintana mi ha fatto pensare che in realtà il colombiano si stia risparmiando per il Tour
Nisky: Se mai Quintana riuscisse a vincere il Giro quest’anno sarebbe il peggior vincitore dai primi anni 2000! Nullo…..ma nullo nullo….. Cioè, i cronoman son così in salita, gli scalatori no! Non ha battuto ciglio proprio, non sembra neanche in corsa. Avrà anche potenzialità mostruose ma come grinta, carattere e fantasia non ci siamo proprio. Meglio di lui tutti, però lui è davanti….. tant è….
Nebe1980: Grande Landa, sono contentissimo perché lo meritava è stato fortissimo non ha mollato e dopo giorni in fuga da lontano anche oggi è stato grande e non ha nemmeno perso molto dai big sulla salita finale
Succhiaruote: Scusa Nebe, ma a me pare che la classifica cortissima a 2 giorni dal termine dimostri che il percorso sia ben equilibrato. Io oggi i primi 4 li metto tutti più o meno al 25%, e sono 4 atleti con caratteristiche diverse, segno che il percorso ha dato il giusto spazio a tutti.
Nebe1980: Ti ricordo che Dumoulin ha perso 2 minuti per un problema intestinale. Magari è stato un suo errore però se non avesse avuto quel problema che nn è stato neppure una crisi adesso avrebbe ancora oltre due minuti su Quintana. idem oggi ha dovuto inseguire per un’ora per un errore della squadra. la classifica corta viene da errori di Dumoulin non da suoi cedimenti e da un percorso equilibrato. Dumoulin è l’unico specialista della cronometro quindi che gli altri siano lì tutti vicini ci sta con qualsiasi percorso ma un tracciato del genere è favorevole ai grandi specialisti della crono. Indurain che errori non ne commetteva avrebbe vinto a mani basse
Nisky: Ha perso si due minuti ma la corsa è corsa! Senza moto sul Blockhaus magari in rosa oggi ci sarebbero Thomas o Landa….. purtroppo gli imprevisti succedono
Nebe1980: Certo sono d’accordo ma nn si può dire che la classifica corta sia indice di tracciato equilibrato. Uno può avere un tracciato favorevole alle proprie caratteristiche e perdere il giro per un imprevisto. Oltre al fatto che Dumoulin non ha ancora perso perchè ha la crono di domenica e domani la salita finale molto regolare. Se ha accusato il colpo perderà anche domani altrimenti potrebbe andare addirittura come ad Oropa. Domani c’è la discesa del grappa su cui Nibali fece l’impresa nel 2010 ma è molto lontana dall’arrivo e Nibali è in una situazione di gara diversa in cui nn può permettersi di rischiare anche se Pinot ha il punto debole proprio in discesa
MirkoBL: Comunque, per essere un Giro “facile”, mi sembra che siano tutti cotti. Forse farsi una settimana a 40 all’ora lascia scorie nelle gambe anche su salite pedalabili?
DISCOGIRO: la colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it
Dedicata a Scarponi, a cui oggi Landa ha dedicato la vittoria
“A te” (Jovanotti)
DISCOGIRO 100
In occasione del 100° Giro abbiamo selezionato alcune canzoni da abbinare a momenti storici della Corsa Rosa
30 maggio 1999 – L’impresa di Pantani ad Oropa
“Sei un mito” (883)
a cura di DJ Jorgens
METEO GIRO
Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della tappa del giorno dopo
Pordenone : cielo sereno, 24.6°C, vento debole da S (3 Km/h), umidità al 54%
Muro di Cà del Poggio (GPM – 37.3 Km): poco nuvoloso, 24.1°C, vento debole da S (6 Km/h), umidità al 56%
Feltre (TV – 91.3 Km) : nubi sparse, 23.8°C, vento debole da S (10 Km/h), umidità al 65%
Monte Grappa (GPM – 122.7 Km) : nubi sparse con possibilità di deboli e isolate precipitazioni, 15.2°C, vento moderato da S (10-11 Km/h), umidità al 67%
Valstagna – inizio salita Foza (161.1 Km) : cielo sereno, 25.9°C (percepiti 27°C), vento debole da S (9 Km/h), umidità al 51%
Asiago: cielo sereno, 20.2°C, vento moderato da SSW (11-14 Km/h), umidità al 59%
L’ANGOLO DI SILVIOLO E PANCANOLO
Gli strafalcioni dei giornalisti al seguito della corsa rosa
Martinello: “In montagna Quintana riesce ad essere il migliore di tutte” (cambio di sesso?)
Rosolino: “Pian di Cavallo” (Piancavallo)
Lollobrigida: “Una tappa che tra poco andremo ad ascoltare”
Martinello: “Nella prima parte di questa tappa, quando si era ancora in frazione di Belluno”
Saligari: “E’ un bel gruppo che fa parte della testa”
Pancani: “10′50″ di vantaggio sul gruppo maglia gialla”
Martinello: “Oggi il Giro è al suo ultimo atto” (mancano ancora due tappe, dopo questa)
Martinello: “Staremo attenti a segnarsi il suo tempo”
De Stefano: “Con quel rosa che è rimasto attaccato fino all’ultimo”
Nibali: “Siamo lì a giocarci la classificia”
De Stefano: “Puoi gagnarlo questo Giro?”
Garzelli: “Discese molto tecnice”
Televideo: “Metteo Busato”
e se vi stesse chiedendo il perchè del titolo…
dalla telecronaca della tappa dell’Alpe di Siusi (Giro 2016)
Pancani: “Silviolo”
Martinello: “Dimmi Pancanolo”
IL GIRO DI GOMEZ
In questa rubrica vi faremo rileggere i piani alti della classica, come li avrebbe visti Gomez Addams nelle sue letture del giornale in “verticale”… vale a dire le classifiche giornaliere viste al contrario, dal punto di vista della maglia nera!
Ordine d’arrivo della diciannovesima tappa, San Candido/Innichen – Piancavallo
1° Tom Stamsnijder
2° Roberto Ferrari a 31″
3° Sam Bennett s.t.
4° Eugenio Alafaci s.t.
5° Davide Martinelli s.t.
Classifica generale
1° Giuseppe Fonzi
2° Marcin Bialoblocki a 19′21″
3° Zhandos Bizhigitov a 23′30″
4° Sam Bennett a 28′09″
5° Sergey Lagutin a 34′45″
IL GIRO DI MEZZA ETÀ
Quest’anno la corsa rosa taglia il traguardo della centesima edizione, in un clima di festa certamente non secondo a quello con il quale nel 1967 si celebreva il 50° Giro d’Italia con la prima delle tre vittorie di Felice Gimondi. Noi di ilciclismo.it ricorderemo quell’edizione tutti i giorni, proponendovi la rassegna stampa dell’epoca, con i titoli del quotidiano “La Stampa”
8 GIUGNO 1967 – 19° TAPPA: UDINE – TRE CIME DI LAVAREDO (170 Km)
CAOS AL GIRO, CORRIDORI SPINTI, TAPPA ANNULLATA
Un provvedimento preso per la prima volta nella storia della corsa italiana – Uno spettacolo antisportivo sulle rampe del Lavaredo – Gimondi (vincitore di tappa) e gli stranieri volevano ritirarsi, ci ripensano: partiranno – Il comunicato della giuria – L’ordine d’arrivo (che non conta) – Come classifica vale quella di mercoledì
Sulla salita da Misurina alle Tre Cime di Lavaredo (metri 2320) l’intervento dei tifosi che aiutano i ciclisti falsa l’ordine d’arrivo – Gimondi vince, Schiavon aumenta il vantaggio in classifica sullo spagnolo Gabica – Anquetil in ritardo – Data l’irregolarità della gara, Torriani decide di non tener conto di essa – Verrano pagati i premi, ma la classifica resta immutata – Oggi la Cortina-Trento con il Falzarego (m 2105), Pordoi (m 2239), Rolle (1970), Brocon (m 1616) – A Sondrio si conferma che il Giro passerà dallo Stelvio – Anche Schiavon protesta – Disperazione di Panizza che aveva staccato tutti nel finale e poi è stato irregolarmente raggiunto dagli altri corridori – Anquetil: «Hanno perfino aiutato me!» – Dure affermazioni di Adorni

Nel giorno di Piancavallo è arrivata anche la dedica per l'indimenticato Scarponi (foto Tim de Waele/TDWSport.com)
ARCHIVIO
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Raduno di partenza Alghero
1a tappa: Alghero – Olbia
2a tappa: Olbia – Tortolì
3a tappa: Tortolì – Cagliari
4a tappa: Cefalù – Etna
5a tappa: Pedara – Messina
6a tappa: Reggio Calabria – Terme Luigiane
7a tappa: Castrovillari – Alberobello
8a tappa: Molfetta – Peschici
9a tappa: Montenero di Bisaccia – Blockhaus
10a tappa: Foligno – Montefalco (cronometro individuale)
11a tappa: Firenze (Ponte a Ema) – Bagno di Romagna
12a tappa: Forlì – Reggio Emilia
13a tappa: Reggio Emilia – Tortona
14a tappa: Castellania – Oropa
15a tappa: Valdengo – Bergamo
16a tappa: Rovetta – Bormio
17a tappa: Tirano – Canazei
18a tappa: Moena – Ortisei
FORTEPIANO A PIANCAVALLO: LA RUOTA GIRA, LE GAMBE NON TANTO
Sorprese ed emozioni in una tappa che senza un Pantani in gruppo prometteva poco. Vince finalmente Mikel Landa, Dumoulin cede la rosa a Quintana (ma per ora resta ben a tiro di cronometro).
Il mondo gira come una ruota di bicicletta, e a Piancavallo non mancano le sorprese, in una tappa un po’ scarabocchiata e che sembra fuori posto nella terza settimana. Il tracciato non era di quelli che ti mandano in fibrillazione già alla vigilia, con un’unica salita finale di spicco, preceduta da tantissima pianura e quella Sella Chianzutan quasi simbolica, così come solo simbolico pareva il nome di Sappada; Piancavallo, poi, come salita – alla pari di Oropa – brilla soprattutto per la luce riflessa del fulgore pantaniano, ma è tutt’altro che esente da difetti: lo sforzo, per lo meno, è più prolungato che a Oropa, ma un finale morbido prelude a tatticismi, rientri, giochi di squadra e quantomeno sconsiglia assalti all’arma bianca nel tratto più aspro, dove la strada larga e dritta consente pure un prolungato contatto visivo. Niente assalti a meno di chiamarsi Pantani, chiaro, ma di Pantani non se ne vedono all’orizzonte (e poi perfino il Pirata, pur attaccando a oltre 10 km dall’arrivo, non prese mai più di 30” su Tonkov, Zülle o Guerini, con i primi due in pericolosa rimonta nel facile tratto finale).
Da subito se ne va una bella fuga, con oltre una dozzina di uomini di parecchie squadre, insomma può subentrare in gruppo una certa tranquillità. E qui si insinua il germe della battaglia imminente, con una maglia rosa apparsa già nel dopotappa di ieri fin troppo investita di una certa sicumera, che traspariva ad esempio dall’invito a Nibali e Quintana a difendere il podio, ancor più che dal poco cortese auspicio di vederglielo perdere per non aver collaborato con il padrone della corsa. Ma Nibali e Quintana di podi nei Grandi Giri, tra i quali diverse vittorie ciascuno, ne raccolgono uno o due all’anno, pressoché sistematicamente ogni stagione che gli dei del ciclismo mandano in terra fin da età più tenere di quella che ha Dumoulin ora. Nibali parlerà di karma, ma anche la buona vecchia hybris si affaccia sulla scena. Viene da pensare a quella memorabile scena di “Ogni maledetta Domenica” in cui il talentuoso e giovanissimo quarterback emergente viene lasciato scoperto dai compagni in un memorabile match giocato nella tormenta, tanto perché si renda conto che in un ambiente complesso nessuno può considerarsi un fenomeno autarchico e autocrata.
In questo caso il castigo prende il retrogusto della beffa perché avviene in quel di Sappada, teatro del mitico tradimento di Roche a Visentini, che si considera, a torto o a ragione, la pugnalata alle spalle fra compagni di squadra per eccellenza: e allo scollinamento è proprio la squadra della maglia rosa, che guida il gruppo, ad aprire il gas, allungando e spezzando un peloton che spanciava mollemente. Il loro leader, però, è in fondo al gruppo, intento a chiaccherare amabilmente con il vincitore di ieri Van Garderen, pensando chissà mai a procacciarsi un gregario di lusso. La Movistar coglie al volo l’incongruenza e si mette in testa pancia a terra: intuito e prontezza di spirito per una squadra che solo ieri è apparsa tatticamente rivedibile e che queste distrazioni, in passato, le ha pagate sulla propria pelle, specie con Valverde. Si assommano la Bahrein-Merida di Nibali, e poi la Katusha di Zakarin, la FDJ di Pinot, la maggior parte dell’alta classifica vigilava ovviamente in testa al gruppone e ora collabora per condannare la debole Sunweb di Dumoulin ad un duro inseguimento.
Va qui aperta una parentesi sulla “fake news”, diffusa per errore o ad arte, a quanto pare dal General Manager stesso della Sunweb, Spekenbrink, a proposito delle circostanze dell’attacco: la voce incontrollata sostiene che l’attacco sia avvenuto quando il buon Tom era in pausa fisiologica, ma non, come l’altro giorno, a causa di un evento eccezionale e infausto imputabile a suoi errori di alimentazione o cedimenti fisici, no! La vigliaccata l’avrebbero orchestrata gli infidi ispanici durante la normalissima “pausa pipì” che nelle fasi di stanca della tappa è un evento obbligato e collettivamente rispettato (a Valverde ne fecero pagare cara una, però, ma allora nessuno si scandalizzò).
Insistiamo: una notizia falsissima, priva di fondamento alcuno, come poi dimostreranno le immagini registrate della gara e come poi ribadiranno le parole di un’altra ammiraglia Sunweb e dello stesso Dumoulin. Ma – come in ogni buona finzione – si sprecano i dettagli di colore, con il campione spagnolo Rojas accusato di essere la spia che avrebbe tallonato Tom per avvisare via radio i compari del momento esatto in cui perpetrare il blitz. Figuriamoci, dopo tutte le inopinate litanie sul fair play causate dal “pupù-gate” dello Stelvio i commentatori in rete si scatenano finché durano l’azione – e la confusione. A bocce ferme si tratterà di capire chi ha generato l’errore e perché. Già nella Vuelta 2015, e lì pure alla terzultima tappa (alla faccia della coincidenza!), la stessa squadra – e in difesa dello stesso Dumoulin, pure allora in maglia di leader – si lanciò in accuse ad Aru di aver ricevuto dal compagno Astana Luis León Sánchez un vietatissimo “cambio all’americana”, spergiurando di aver testimoni visivi del fattaccio. Che le immagini TV dimostrarono poi non essere mai avvenuto.
Chi invoca il fair play dovrebbe farsi qualche bella domanda. Naturalmente può essere che Spekenbrink sia stato “frainteso” – questa la miserella spiegazione ufficiale – dai giornalisti di Eurosport internazionale, che però di solito le lingue le sanno meglio della gran parte dei nostri, poco poliglotti, giornalisti RAI (salvo qualche nuovo acquisto). Può anche essere che i suoi corridori gli abbiano passato questa versione per salvarsi da una epica lavata di capo. Fatto sta che sia la storia sia la giustificazione poi addotta puzzano parecchio, tanto più che hanno implicato un enorme danno di immagine alle altre squadre e al Giro stesso, rafforzando oltretutto una preesistente e distorta immagine di “Movistar cattiva”, “Nibali cattivo” che, per ovvie ragioni di rivalità, molte testate anglosassoni diffondono irresponsabilmente.
Ma torniamo in gara, perché la gara si fa davvero appassionante, con le quattro formazioni di cui sopra a tirare in testa, la Sunweb dietro, coadiuvata dalla Orica di Yates, per proteggere la classifica pur non altissima, dalla UAE Emirates, per proteggere la fuga (sì, perché la fuga di 14 è ancora davanti e rischia di essere travolta dall’impeto degli inseguitori di alta classifica), dalla Lotto di Kruijswijk, dalla Trek di Mollema, come già sullo Stelvio alleata preziossima del connazionale del proprio capitano.
Il distacco resta attorno al minuto, davanti come dietro i gregari si bruciano come cerini, e quell’apparentemente futile Sella Chianzutan buttata lì con 50 km veloci prima e altrettanti dopo diventa il cardine del Giro d’Italia tutto: se infatti il ricongiungimento non avviene lì, dopo si resta senza gregari e quindi i capitani dovranno tirare tanto davanti come dietro, a tutto discapito di chi insegue che dovrà poi, con energie parimenti compromesse e molte più ansie, affrontare ad handicap l’ascesa finale. Tutti ne sono consci, e da dietro ci si riporta a mezzo minuto all’imbocco della salita. Ben presto si materializza la sfida, e la chiave di volta è il giovane Adam Yates che con una decisa progressione riporta il gruppetto con la maglia rosa, ormai ridosso all’osso, sui primi. Tutto annullato, tutto da rifare.
La fuga, che era stata ripresa frattanto, si rigenera con una buona parte dei medesimi elementi che già la componevano, evidentemente mentalizzati in tal senso, e qualche aggiunta di rilievo: Visconti, gregario di Nibali, e Rojas, per Quintana, che si unisce a Herrada. E poi Landa per la Sky e Luisle Sánchez per l’Astana (proprio un paio di protagonisti delle fantasiose invenzioni del team Giant o Sunweb!). C’è ancora Rui Costa, pezzo forte della prima fuga, alla cui protezione aveva lavorato la sua UAE Emirates. Il gruppo boccheggiante prende fiato e lascia fare, così ci troviamo con la tipica situazione di “due corse nella corsa”. Cominciamo dalla gara per la tappa, in mano ai fuggitivi.
L’uomo Astana prova giustamente ad anticipare in pianura e accumula col francese Molard quasi un minuto di vantaggio, ma quando le pendenze cominciano a fare male si pianta ineluttabilmente e viene ripreso e saltato da un intraprendente Rui Costa, a propria volta – la ruota gira – ribaltato nello stesso modo da Mikel Landa, al terzo tentativo su tre tapponi alpini! Secondo nei precedenti due, in entrambi i casi perdendo la volatina, stavolta ha ben chiaro che deve arrivare solo, e ce la mette tutta scavando ben presto un solco incolmabile che lo possa tutelare negli ultimi km pianeggianti. Il piano è coronato da successo e Mikel, enorme protagonista sulle montagne dopo lo sciagurato scontro con la moto ai piedi del Blockhaus, può dedicare in lacrime la vittoria all’amico Scarponi. Maglia blu di miglior scalatore che raramente fu altrettanto meritata nei Grandi Giri recenti (e vediamo se dopo aver ripristinato il ciclamino per quella a punti torna il verde per le montagne).
Secondo Rui Costa, pure lui collezionista di secondi posti in serie, bravo ma sfortunato, e ormai a corto di occasioni, terzo è Rolland, di nuovo alla ventura dopo la bella vittoria dell’altro giorno, che gli fornì l’occasione per farcelo tifare un po’ di più col racconto del risveglio spontaneo, senza sveglia, all’alba dello Stelvio, per l’emozione di un ciclismo fatto di strade epiche e fughe senza l’occhio sul potenziometro.
A proposito… veniamo agli uomini di classifica. La Movistar predispone i propri uomini, quelli rimasti in gruppo e pian piano quelli ripresi dalla fuga, per impostare un ritmo alto, che immediatamente respinge Dumoulin nella parte arretrata del gruppo nemmeno poi tanto selezionato. Le gambe sono dure per tutti, dopo quella seconda ora di gara a velocità folli, e i gregari del team spagnolo non possono spingere con troppa veemenza, anche se poi i numeri ci diranno che il passo è stato sostenuto. Dumoulin fa l’elastico, la maglia rosa orbita in fondo alla fila o di poco staccata, poi staccata di netto: il sospetto di un bluff o del solito “salire del proprio” inizia a diventare meno realistico. Il compagno Geschke è fondamentale per evitare il naufragio, che peraltro non è propiziato da chissà che andature là davanti.
Finiscono i Movistar e subentra Pellizotti: il pur bravissimo corridore è un po’ attempato e anche con una gran prestazione non si può dire che sgombri il campo. La maglia rosa pencola là dietro, spesso in vista, i migliori restano in dieci, una dozzina quando recuperano elementi dell’avanscoperta. Ma tra i grandi non si vedono quegli scatti che farebbero pensare a una volontà di dare il colpo di grazie. Però forse più che la volontà manca la possibilità, o magari prevale il timore di spendere tante energie per poi vedersi riavvicinati dalla piccola muta di inseguitori nel facile tratto finale. Visconti viene ripreso ed è di scarsissimo aiuto: sembra dare una tirata fin troppo baldanzosa, che nessuno segue, e poi si stacca nel momento del massimo bisogno, il finale! Domani è l’ultima chance, per lui, di dimostrare che è votato alla causa di Nibali più che alle proprie ambizioni di tappa. Pellizotti è invece monumentale… finisce il lavoro, molla, ma poi rifiata e si mette di nuovo in testa, a fronte dell’impasse tra i capitani. Quando mancano 3 km di salita vera, e circa quattro di falsopiani, allunga secco un coraggiosissimo Pinot, già ieri brillante nel finale dopo aver corso in difesa durante la tappa e dopo i tentennamenti sui grandi dislivelli dello Stelvio. Non lo prenderanno più fino alla fine, ma purtroppo si conferma che il conservatorismo non era privo di logica: lo sforzo intenso e solitario gli vale tra i 6” e i 15” rispetto ai più immediati inseguitori. Poca roba… a meno che non si rivelino domenica quelli che gli fanno vincere il Giro! Bravo lo stesso.
Nibali e Quintana si marcano, pochi i timidi accenni di allungo ma l’unico sussulto è un salto di catena di Nairo, dopo il quale il colombiano si fionda sui primi con una rapidità sorprendente: ci è o ci fa? Ne ha o non ne ha? O è stata solo la botta di adrenalina di un momento ad accendere la scintilla nelle gambe?
La corsa si trascina stancamente fino al finale, con Dumoulin dietro in crescente difficoltà (brutto segno vederlo patire proprio in piano, dove solo ieri pareva poter sfasciare tutti – a meno che non fosse pure quello un bluff!).
Zakarin, corsaro degli ultimi km allunga e infligge una decina di secondi al resto, con molto meno sforzo che Pinot peraltro, e assieme lui c’è Pozzovivo, che marca strettissimo il russo con cui lotta per la top 5. Ma tutti e due sono a meno di 90” dalla maglia rosa, dunque a tiro di sorpresona nella classifica finale.
Nibali è sembrato il più in affanno nel finale, saltato anche da Yates e Jungels che duellano per la maglia bianca, arriva assieme a Mollema e al bravissimo e sorprendente ceco Hirt della CCC, in evidenza con la fuga sullo Stelvio e oggi aggrappato ai migliori. Ma parliamo di pochi secondi, anche se, come dicevamo per Pinot, in questa situazione potrebbero essere cruciali.
Poche bordate, è una guerra di trincea. Incursioni, ore al macero contro le mitragliatrici in pianura, poi lottare centimentro a centimetro col sacrificio dei gregari. Niente cariche di cavalleria, più “piano” che “a cavallo” insomma. Inganni, bluff, attese, sorprese, “the fog of the war” insomma. Tutti lì, tutti vicini, e nemmeno si capisce se è perché vanno tutti forte, in fondo al Giro più facile da una dozzina di anni a questa parte, oppure se è perché vanno tutti piano, siccome in un Giro facile si pesta dentro con medie alte e poi la gamba piange, soprattutto quando di colpo compare la salita.
Domani, nel degno scenario del Grappa, può succedere di tutto, un premio al coraggio di chi allunga mentre gli altri si guardano, o un ricompattamento in quel di Asiago con la pace dell’Altipiano a premiare i potenti passisti. Anche se, è comunque chiaro, la lunga e piattissima crono di Milano regala un pesante bonus, un vero bombardamento a tappeto, a chi saprà sfruttarla.
Gabriele Bugada
ORDINE D’ARRIVO
1 Mikel Landa (Spa) Team Sky 4:53:00
2 Rui Costa (Por) UAE Team Emirates 0:01:49
3 Pierre Rolland (Fra) Cannondale-Drapac 0:01:54
4 Pello Bilbao (Spa) Astana Pro Team 0:02:12
5 Sebastian Henao (Col) Team Sky 0:03:06
6 Evgeny Shalunov (Rus) Gazprom – Rusvelo 0:03:51
7 Luis León Sanchez (Spa) Astana Pro Team
8 Matteo Busato (Ita) Wilier Triestina 0:05:05
9 Lorenzo Rota (Ita) Bardiani CSF
10 Ilia Koshevoy (Blr) Wilier Triestina 0:06:44
11 Thibaut Pinot (Fra) FDJ 0:08:09
12 Domenico Pozzovivo (Ita) AG2R La Mondiale 0:08:15
13 Ilnur Zakarin (Rus) Katusha-Alpecin
14 Bob Jungels (Lux) Quick-Step Floors 0:08:21
15 Adam Yates (GBr) Orica-Scott
16 Nairo Quintana (Col) Movistar Team
17 Bauke Mollema (Ned) Trek-Segafredo 0:08:23
18 Vincenzo Nibali (Ita) Bahrain-Merida
19 Jan Hirt (Cze) CCC Sprandi Polkowice
20 Jose Herrada (Spa) Movistar Team 0:08:58
21 Ruben Plaza (Spa) Orica-Scott 0:09:18
22 Tom Dumoulin (Ned) Team Sunweb 0:09:30
23 Sébastien Reichenbach (Swi) FDJ
24 Davide Formolo (Ita) Cannondale-Drapac
25 Jose Rojas (Spa) Movistar Team
26 Rudy Molard (Fra) FDJ 0:09:41
27 Giovanni Visconti (Ita) Bahrain-Merida 0:09:56
28 Patrick Konrad (Aut) Bora-Hansgrohe 0:10:41
29 Jan Polanc (Slo) UAE Team Emirates
30 Steven Kruijswijk (Ned) Team LottoNl-Jumbo
31 Clement Chevrier (Fra) AG2R La Mondiale 0:10:58
32 Laurens De Plus (Bel) Quick-Step Floors 0:11:47
33 Hubert Dupont (Fra) AG2R La Mondiale
34 Maxime Monfort (Bel) Lotto Soudal 0:12:08
35 Jesus Hernandez (Spa) Trek-Segafredo
36 Gregor Mühlberger (Aut) Bora-Hansgrohe
37 Nicola Boem (Ita) Bardiani CSF 0:12:41
38 François Bidard (Fra) AG2R La Mondiale 0:13:16
39 Eros Capecchi (Ita) Quick-Step Floors 0:13:41
40 Jacques Janse Van Rensburg (RSA) Dimension Data 0:13:59
41 Julien Bernard (Fra) Trek-Segafredo
42 Dario Cataldo (Ita) Astana Pro Team
43 Quentin Jauregui (Fra) AG2R La Mondiale
44 Andrey Zeits (Kaz) Astana Pro Team
45 Ben Gastauer (Lux) AG2R La Mondiale 0:16:05
46 Alexander Foliforov (Rus) Gazprom – Rusvelo
47 Franco Pellizotti (Ita) Bahrain-Merida 0:17:12
48 Winner Anacona (Col) Movistar Team 0:19:26
49 Simon Geschke (Ger) Team Sunweb
50 Tejay Van Garderen (USA) BMC Racing Team
51 Jesper Hansen (Den) Astana Pro Team
52 Giulio Ciccone (Ita) Bardiani CSF
53 Aleksei Tcatevich (Rus) Gazprom – Rusvelo
54 Pieter Serry (Bel) Quick-Step Floors 0:19:38
55 Georg Preidler (Aut) Team Sunweb 0:20:59
56 Robert Kiserlovski (Cro) Katusha-Alpecin
57 Matvey Mamykin (Rus) Katusha-Alpecin
58 Enrico Gasparotto (Ita) Bahrain-Merida 0:22:31
59 Kanstantsin Siutsou (Blr) Bahrain-Merida
60 Jurgen Van Den Broeck (Bel) Team LottoNl-Jumbo
61 Matteo Montaguti (Ita) AG2R La Mondiale 0:23:23
62 Filippo Pozzato (Ita) Wilier Triestina
63 Manuel Senni (Ita) BMC Racing Team
64 Sergey Firsanov (Rus) Gazprom – Rusvelo
65 Carlos Verona (Spa) Orica-Scott
66 Omar Fraile (Spa) Dimension Data
67 Cristian Rodriguez (Spa) Wilier Triestina
68 Zhandos Bizhigitov (Kaz) Astana Pro Team
69 Steve Morabito (Swi) FDJ
70 Jérémy Roy (Fra) FDJ
71 Victor De La Parte (Spa) Movistar Team
72 Igor Anton (Spa) Dimension Data
73 Paolo Tiralongo (Ita) Astana Pro Team
74 Kristian Sbaragli (Ita) Dimension Data
75 Marco Marcato (Ita) UAE Team Emirates
76 Jan Tratnik (Slo) CCC Sprandi Polkowice
77 Peter Stetina (USA) Trek-Segafredo
78 Adam James Hansen (Aus) Lotto Soudal
79 Stef Clement (Ned) Team LottoNl-Jumbo
80 Enrico Battaglin (Ita) Team LottoNl-Jumbo
81 Dmitriy Kozontchuk (Rus) Gazprom – Rusvelo
82 Luka Pibernik (Slo) Bahrain-Merida 0:23:28
83 Viacheslav Kuznetsov (Rus) Katusha-Alpecin 0:25:12
84 Maxim Belkov (Rus) Katusha-Alpecin
85 Manuele Boaro (Ita) Bahrain-Merida 0:25:41
86 Simone Andreetta (Ita) Bardiani CSF
87 Ivan Rovny (Rus) Gazprom – Rusvelo 0:26:23
88 Simone Ponzi (Ita) CCC Sprandi Polkowice 0:28:11
89 Tomasz Marczynski (Pol) Lotto Soudal
90 Tobias Ludvigsson (Swe) FDJ
91 Matthieu Ladagnous (Fra) FDJ
92 Eugert Zhupa (Alb) Wilier Triestina
93 José Mendes (Por) Bora-Hansgrohe
94 Cesare Benedetti (Ita) Bora-Hansgrohe
95 Lukasz Owsian (Pol) CCC Sprandi Polkowice
96 Diego Rosa (Ita) Team Sky
97 Moreno Hofland (Ned) Lotto Soudal
98 Tom-Jelte Slagter (Ned) Cannondale-Drapac
99 Salvatore Puccio (Ita) Team Sky
100 Dylan Teuns (Bel) BMC Racing Team
101 Giuseppe Fonzi (Ita) Wilier Triestina
102 Davide Villella (Ita) Cannondale-Drapac
103 Sindre Skjøstad Lunke (Nor) Team Sunweb
104 Jos Van Emden (Ned) Team LottoNl-Jumbo
105 Daniel Teklehaimanot (Eri) Dimension Data
106 Martijn Keizer (Ned) Team LottoNl-Jumbo
107 Enrico Barbin (Ita) Bardiani CSF
108 Mirco Maestri (Ita) Bardiani CSF
109 Felix Großschartner (Aut) CCC Sprandi Polkowice
110 Michal Schlegel (Cze) CCC Sprandi Polkowice
111 Matej Mohoric (Slo) UAE Team Emirates
112 Valerio Conti (Ita) UAE Team Emirates
113 Philip Deignan (Irl) Team Sky
114 Valerio Agnoli (Ita) Bahrain-Merida
115 Simone Petilli (Ita) UAE Team Emirates
116 Michael Hepburn (Aus) Orica-Scott
117 Rory Sutherland (Aus) Movistar Team
118 Julien Berard (Fra) AG2R La Mondiale
119 Chad Haga (USA) Team Sunweb
120 Edward Ravasi (Ita) UAE Team Emirates
121 Kristijan Koren (Slo) Cannondale-Drapac
122 Joey Rosskopf (USA) BMC Racing Team
123 Michael Woods (Can) Cannondale-Drapac
124 Natnael Berhane (Eri) Dimension Data
125 Luka Mezgec (Slo) Orica-Scott
126 Michal Golas (Pol) Team Sky
127 Branislau Samoilau (Blr) CCC Sprandi Polkowice
128 Maciej Paterski (Pol) CCC Sprandi Polkowice
129 Alberto Losada (Spa) Katusha-Alpecin
130 Twan Castelijns (Ned) Team LottoNl-Jumbo
131 Joe Dombrowski (USA) Cannondale-Drapac
132 Jan Bárta (Cze) Bora-Hansgrohe
133 Johann Van Zyl (RSA) Dimension Data
134 Lars Ytting Bak (Den) Lotto Soudal
135 Pavel Brutt (Rus) Gazprom – Rusvelo
136 Laurens Ten Dam (Ned) Team Sunweb
137 Vasil Kiryienka (Blr) Team Sky
138 Dries Devenyns (Bel) Quick-Step Floors
139 Manuel Quinziato (Ita) BMC Racing Team
140 Maximiliano Richeze (Arg) Quick-Step Floors
141 Iljo Keisse (Bel) Quick-Step Floors
142 Fernando Gaviria (Col) Quick-Step Floors
143 Silvan Dillier (Swi) BMC Racing Team
144 Sergey Lagutin (Rus) Gazprom – Rusvelo
145 Lukas Pöstlberger (Aut) Bora-Hansgrohe
146 Hugh Carthy (GBr) Cannondale-Drapac
147 Marcin Bialoblocki (Pol) CCC Sprandi Polkowice
148 Benoit Vaugrenard (Fra) FDJ
149 Gorka Izagirre (Spa) Movistar Team
150 Francisco Ventoso (Spa) BMC Racing Team
151 Andrey Amador (CRc) Movistar Team
152 José Gonçalves (Por) Katusha-Alpecin
153 Alex Howes (USA) Cannondale-Drapac
154 Julen Amezqueta (Spa) Wilier Triestina
155 Ángel Vicioso (Spa) Katusha-Alpecin
156 Christopher Juul Jensen (Den) Orica-Scott
157 Svein Tuft (Can) Orica-Scott
158 Mads Pedersen (Den) Trek-Segafredo 0:29:54
159 Jasper Stuyven (Bel) Trek-Segafredo
160 Davide Martinelli (Ita) Quick-Step Floors
161 Eugenio Alafaci (Ita) Trek-Segafredo
162 Sam Bennett (Irl) Bora-Hansgrohe
163 Roberto Ferrari (Ita) UAE Team Emirates
164 Tom Stamsnijder (Ned) Team Sunweb 0:30:25
CLASSIFICA GENERALE
1 Nairo Quintana (Col) Movistar Team 85:02:40
2 Tom Dumoulin (Ned) Team Sunweb 0:00:38
3 Vincenzo Nibali (Ita) Bahrain-Merida 0:00:43
4 Thibaut Pinot (Fra) FDJ 0:00:53
5 Ilnur Zakarin (Rus) Katusha-Alpecin 0:01:21
6 Domenico Pozzovivo (Ita) AG2R La Mondiale 0:01:30
7 Bauke Mollema (Ned) Trek-Segafredo 0:02:48
8 Adam Yates (GBr) Orica-Scott 0:06:35
9 Bob Jungels (Lux) Quick-Step Floors 0:07:03
10 Steven Kruijswijk (Ned) Team LottoNl-Jumbo 0:07:37
11 Davide Formolo (Ita) Cannondale-Drapac 0:08:37
12 Jan Polanc (Slo) UAE Team Emirates 0:14:13
13 Maxime Monfort (Bel) Lotto Soudal 0:14:32
14 Jan Hirt (Cze) CCC Sprandi Polkowice 0:17:38
15 Dario Cataldo (Ita) Astana Pro Team 0:19:15
16 Sébastien Reichenbach (Swi) FDJ 0:26:04
17 Mikel Landa (Spa) Team Sky 0:31:44
18 Patrick Konrad (Aut) Bora-Hansgrohe 0:32:39
19 Hubert Dupont (Fra) AG2R La Mondiale 0:33:22
20 Andrey Amador (CRc) Movistar Team 0:33:37
21 Franco Pellizotti (Ita) Bahrain-Merida 0:45:09
22 Tejay Van Garderen (USA) BMC Racing Team 0:50:19
23 Pierre Rolland (Fra) Cannondale-Drapac 0:56:04
24 Rui Costa (Por) UAE Team Emirates 0:56:13
25 Stef Clement (Ned) Team LottoNl-Jumbo 0:57:13
26 Winner Anacona (Col) Movistar Team 0:57:39
27 Laurens De Plus (Bel) Quick-Step Floors 1:09:59
28 Gorka Izagirre (Spa) Movistar Team 1:10:46
29 Simone Petilli (Ita) UAE Team Emirates 1:20:17
30 Giovanni Visconti (Ita) Bahrain-Merida 1:21:19
31 Ruben Plaza (Spa) Orica-Scott 1:23:26
32 Ben Gastauer (Lux) AG2R La Mondiale 1:26:02
33 Robert Kiserlovski (Cro) Katusha-Alpecin 1:26:14
34 Kanstantsin Siutsou (Blr) Bahrain-Merida 1:27:15
35 Laurens Ten Dam (Ned) Team Sunweb 1:28:04
36 Jesper Hansen (Den) Astana Pro Team 1:29:00
37 Jacques Janse Van Rensburg (RSA) Dimension Data 1:30:18
38 Sebastian Henao (Col) Team Sky 1:34:20
39 Gregor Mühlberger (Aut) Bora-Hansgrohe 1:34:34
40 Rudy Molard (Fra) FDJ 1:38:24
41 Peter Stetina (USA) Trek-Segafredo 1:39:57
42 Alexander Foliforov (Rus) Gazprom – Rusvelo 1:40:41
43 Michael Woods (Can) Cannondale-Drapac 1:47:08
44 Luis León Sanchez (Spa) Astana Pro Team 1:53:49
45 Philip Deignan (Irl) Team Sky 1:55:26
46 Eros Capecchi (Ita) Quick-Step Floors 1:57:06
47 Natnael Berhane (Eri) Dimension Data 1:57:16
48 François Bidard (Fra) AG2R La Mondiale 1:57:24
49 Julien Bernard (Fra) Trek-Segafredo 1:57:57
50 Michal Schlegel (Cze) CCC Sprandi Polkowice 1:58:43
51 Cristian Rodriguez (Spa) Wilier Triestina 1:58:45
52 Jose Rojas (Spa) Movistar Team 2:01:22
53 Jose Herrada (Spa) Movistar Team 2:02:35
54 Tomasz Marczynski (Pol) Lotto Soudal 2:05:48
55 Igor Anton (Spa) Dimension Data 2:11:24
56 Steve Morabito (Swi) FDJ 2:12:47
57 Jesus Hernandez (Spa) Trek-Segafredo 2:13:40
58 Simon Geschke (Ger) Team Sunweb 2:15:32
59 Matteo Montaguti (Ita) AG2R La Mondiale 2:16:10
60 José Mendes (Por) Bora-Hansgrohe 2:18:38
61 Victor De La Parte (Spa) Movistar Team 2:19:20
62 Diego Rosa (Ita) Team Sky 2:19:47
63 José Gonçalves (Por) Katusha-Alpecin 2:20:52
64 Pello Bilbao (Spa) Astana Pro Team 2:22:47
65 Carlos Verona (Spa) Orica-Scott 2:24:29
66 Silvan Dillier (Swi) BMC Racing Team 2:26:32
67 Valerio Conti (Ita) UAE Team Emirates 2:28:00
68 Joey Rosskopf (USA) BMC Racing Team 2:32:30
69 Georg Preidler (Aut) Team Sunweb 2:33:38
70 Enrico Gasparotto (Ita) Bahrain-Merida 2:36:53
71 Davide Villella (Ita) Cannondale-Drapac 2:37:54
72 Andrey Zeits (Kaz) Astana Pro Team 2:41:39
73 Joe Dombrowski (USA) Cannondale-Drapac 2:42:45
74 Clement Chevrier (Fra) AG2R La Mondiale 2:48:11
75 Matteo Busato (Ita) Wilier Triestina 2:48:52
76 Jérémy Roy (Fra) FDJ 2:49:18
77 Enrico Battaglin (Ita) Team LottoNl-Jumbo 2:49:35
78 Manuele Boaro (Ita) Bahrain-Merida 2:49:47
79 Felix Großschartner (Aut) CCC Sprandi Polkowice 2:50:04
80 Chad Haga (USA) Team Sunweb 2:52:36
81 Salvatore Puccio (Ita) Team Sky 2:52:58
82 Tobias Ludvigsson (Swe) FDJ 2:54:11
83 Omar Fraile (Spa) Dimension Data 2:55:26
84 Quentin Jauregui (Fra) AG2R La Mondiale 3:01:06
85 Tom-Jelte Slagter (Ned) Cannondale-Drapac 3:02:25
86 Hugh Carthy (GBr) Cannondale-Drapac 3:05:40
87 Dylan Teuns (Bel) BMC Racing Team 3:06:56
88 Paolo Tiralongo (Ita) Astana Pro Team 3:08:04
89 Edward Ravasi (Ita) UAE Team Emirates 3:08:11
90 Manuel Senni (Ita) BMC Racing Team 3:09:36
91 Francisco Ventoso (Spa) BMC Racing Team 3:10:29
92 Lukasz Owsian (Pol) CCC Sprandi Polkowice 3:12:34
93 Matvey Mamykin (Rus) Katusha-Alpecin 3:13:56
94 Sergey Firsanov (Rus) Gazprom – Rusvelo 3:14:07
95 Dries Devenyns (Bel) Quick-Step Floors 3:17:03
96 Adam James Hansen (Aus) Lotto Soudal 3:17:41
97 Jurgen Van Den Broeck (Bel) Team LottoNl-Jumbo 3:18:11
98 Jasper Stuyven (Bel) Trek-Segafredo 3:18:32
99 Kristian Sbaragli (Ita) Dimension Data 3:24:00
100 Julen Amezqueta (Spa) Wilier Triestina 3:28:24
101 Vasil Kiryienka (Blr) Team Sky 3:29:41
102 Luka Pibernik (Slo) Bahrain-Merida 3:30:29
103 Benoit Vaugrenard (Fra) FDJ 3:32:34
104 Giulio Ciccone (Ita) Bardiani CSF 3:32:49
105 Valerio Agnoli (Ita) Bahrain-Merida 3:34:16
106 Jan Tratnik (Slo) CCC Sprandi Polkowice 3:35:27
107 Matthieu Ladagnous (Fra) FDJ 3:35:49
108 Branislau Samoilau (Blr) CCC Sprandi Polkowice 3:35:56
109 Daniel Teklehaimanot (Eri) Dimension Data 3:36:38
110 Marco Marcato (Ita) UAE Team Emirates 3:38:02
111 Cesare Benedetti (Ita) Bora-Hansgrohe 3:39:16
112 Lukas Pöstlberger (Aut) Bora-Hansgrohe 3:40:39
113 Martijn Keizer (Ned) Team LottoNl-Jumbo 3:41:59
114 Ivan Rovny (Rus) Gazprom – Rusvelo 3:42:08
115 Sindre Skjøstad Lunke (Nor) Team Sunweb 3:42:32
116 Ángel Vicioso (Spa) Katusha-Alpecin 3:42:59
117 Lars Ytting Bak (Den) Lotto Soudal 3:43:09
118 Jos Van Emden (Ned) Team LottoNl-Jumbo 3:43:58
119 Rory Sutherland (Aus) Movistar Team 3:44:13
120 Filippo Pozzato (Ita) Wilier Triestina 3:44:32
121 Aleksei Tcatevich (Rus) Gazprom – Rusvelo 3:45:33
122 Enrico Barbin (Ita) Bardiani CSF 3:45:46
123 Evgeny Shalunov (Rus) Gazprom – Rusvelo 3:46:26
124 Simone Ponzi (Ita) CCC Sprandi Polkowice 3:46:45
125 Pieter Serry (Bel) Quick-Step Floors 3:46:46
126 Michael Hepburn (Aus) Orica-Scott 3:47:32
127 Christopher Juul Jensen (Den) Orica-Scott 3:50:46
128 Jan Bárta (Cze) Bora-Hansgrohe 3:51:56
129 Julien Berard (Fra) AG2R La Mondiale 3:51:57
130 Fernando Gaviria (Col) Quick-Step Floors 3:52:35
131 Viacheslav Kuznetsov (Rus) Katusha-Alpecin 3:53:06
132 Twan Castelijns (Ned) Team LottoNl-Jumbo 3:54:01
133 Pavel Brutt (Rus) Gazprom – Rusvelo 3:54:29
134 Alex Howes (USA) Cannondale-Drapac 3:56:44
135 Matej Mohoric (Slo) UAE Team Emirates 3:56:52
136 Manuel Quinziato (Ita) BMC Racing Team 3:56:54
137 Maciej Paterski (Pol) CCC Sprandi Polkowice 4:00:10
138 Eugert Zhupa (Alb) Wilier Triestina 4:00:49
139 Moreno Hofland (Ned) Lotto Soudal 4:01:01
140 Mads Pedersen (Den) Trek-Segafredo 4:01:59
141 Michal Golas (Pol) Team Sky 4:02:12
142 Luka Mezgec (Slo) Orica-Scott 4:02:18
143 Kristijan Koren (Slo) Cannondale-Drapac 4:02:54
144 Maxim Belkov (Rus) Katusha-Alpecin 4:04:08
145 Mirco Maestri (Ita) Bardiani CSF 4:04:59
146 Svein Tuft (Can) Orica-Scott 4:08:18
147 Iljo Keisse (Bel) Quick-Step Floors 4:13:47
148 Dmitriy Kozontchuk (Rus) Gazprom – Rusvelo 4:19:11
149 Eugenio Alafaci (Ita) Trek-Segafredo 4:19:23
150 Alberto Losada (Spa) Katusha-Alpecin 4:23:10
151 Maximiliano Richeze (Arg) Quick-Step Floors 4:24:06
152 Roberto Ferrari (Ita) UAE Team Emirates 4:24:19
153 Lorenzo Rota (Ita) Bardiani CSF 4:24:25
154 Johann Van Zyl (RSA) Dimension Data 4:25:48
155 Nicola Boem (Ita) Bardiani CSF 4:26:07
156 Davide Martinelli (Ita) Quick-Step Floors 4:27:07
157 Tom Stamsnijder (Ned) Team Sunweb 4:27:32
158 Ilia Koshevoy (Blr) Wilier Triestina 4:31:44
159 Simone Andreetta (Ita) Bardiani CSF 4:32:43
160 Sergey Lagutin (Rus) Gazprom – Rusvelo 4:34:43
161 Sam Bennett (Irl) Bora-Hansgrohe 4:41:19
162 Zhandos Bizhigitov (Kaz) Astana Pro Team 4:45:58
163 Marcin Bialoblocki (Pol) CCC Sprandi Polkowice 4:50:07
164 Giuseppe Fonzi (Ita) Wilier Triestina 5:09:28

Mentre alla sue spalle si ridefinisce la classifica del Giro, lo spagnolo Landa vola finalmente a conquistare l'agognato successo di tappa da dedicare a Scarponi (Getty Images Sport)
26-05-2017
maggio 26, 2017 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
GIRO D’ITALIA
Lo spagnolo Mikel Landa Meana (Team Sky) si è imposto nella diciannovesima tappa, San Candido/Innichen – Piancavallo, percorrendo 191 Km in 4h53′00″ alla media di 39.113 Km/h. Ha preceduto di 1′49″ il portoghese Faria Da Costa e di 1′54″ il francese Rolland. Miglior italiano Matteo Busato (Wilier Triestina – Selle Italia), 8° a 5′05″. Il colombiano Nairo Quintana Rojas (Movistar Team) è di tornato maglia rosa con 38″ sull’olandese Dumoulin e 43″ sull’italiano Vincenzo Nibali (Bahrain Merida Pro Cycling Team).
BALOISE BELGIUM TOUR
L’austriaco Matthias Brändle (Trek – Segafredo) si è imposto nella terza tappa, circuito a cronometro di Beveren, percorrendo 13.4 Km in 15′40″ alla media di 51.319 Km/h. Ha preceduto di 14″ il tedesco Martin e il belga Wout Van Aert (Vérandas Willems-Crelan). Miglior italiano Oscar Gatto (Astana Pro Team), 23° a 54″. Van Aert è il nuovo leader della classifica con 10″ su Martin e 11″ su Brändle. Miglior italiano Gatto, 24° a 1′05″
FLÈCHE DU SUD (Lussemburgo)
L’austriaco Riccardo Zoidl (Team Felbermayr – Simplon Wels) si è imposto nella terza tappa, circuito di Bourscheid, percorrendo 128.8 Km in 3h19′20″ alla media di 38.769 Km/h. Ha preceduto di 21″ il danese Quaade e il croato Matija Kvasina (Team Felbermayr – Simplon Wels). Miglior italiano Antonio Santoro (Monkey Town Continental Team), 6° a 1′20″. Kvasina è il nuovo leader della classifica con 3″ sull’ucraino Padun e 45″ su Zoidl. Miglior italiano Santoro, 7° a 2′05″
AN POST RÁS (Irlanda)
Il francese Yannis Yssaad (Equipe Cycliste Armée de Terre) si è imposto nella sesta tappa, Dungloe – Donegal, percorrendo 132.1 Km in 3h19′21″ alla media di 39.759 Km/h. Ha preceduto allo sprint il danese Brøchner e l’olandese Bakker. Unico italiano in gara Matteo Cigala (Aqua Blue Sport), 79° a 25′10″. Il britannico James Gullen (JLT Condor) è ancora leader della classifica con 1′05″ sull’olandese Groen e 2′35″ sull’australiano Meyer. Cigala 77° a 46′41″
TOUR DES FJORDS (Norvegia)
Il norvegese Edvald Boasson Hagen (Dimension Data) si è imposto nella terza tappa, Odda – Kopervik, percorrendo 180.2 Km in 4h25′28″ alla media di 40.728 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’olandese Boom e il connazionale Jensen. Unico italiano Andrea Pasqualon (Wanty – Groupe Gobert), 6°. Il belga Dries Van Gestel (Sport Vlaanderen – Baloise) è ancora leader della classifica con 21″ su Boasson Hagen e 24″ sull’olandese Roosen. Pasqualon 33° a 5′04″
TOUR OF ESTONIA
L’estone Karl Patrick Lauk (Team Pro Immo Nicolas Roux) si è imposto nella prima tappa, Tallinn – Tartu, percorrendo 211.2 Km in 4h26′54″ alla media di 47.478 Km/h. Ha preceduto allo sprint il lettone Kanepejs e lo svedese Anderberg. Due italiani in gara: Andrea Peron (Team Novo Nordisk), 10° a 47″, Umberto Poli (Team Novo Nordisk), 13° a 1′16″. Lauk è il primo leader della classifica con 3″ su Kanepejs e 6″ su Anderberg. Peron 10° a 57″, Poli 13° a 1′26″
GEMENC GRAND PRIX (Ungheria)
L’italiano Filippo Tagliani (Delio Gallina Colosio Eurofeed) si è imposto anche nella prima tappa, circuito di Szekszárd, percorrendo 130 Km in 3h07′12″ alla media di 41.667 Km/h. Ha preceduto di 5″ l’ungherese Kusztor e di 10″ l’austriaco Salzmann. Tagliani è ancora leader della classifica con 17″ su Kusztor e 28″ su Salzmann.
HORIZON PARK RACE FOR PEACE
L’ucraino Mykhaylo Kononenko (Kolss Cycling Team) si è imposto nella corsa ucraina, circuito di Kiev, percorrendo 160 Km in 3h53′34″ alla media di 41.102 Km/h. Ha preceduto di 15″ il danese Frandsen e il kazako Sokolov.
TOUR OF JAPAN
Lo spagnolo Óscar Pujol Muñoz (Team UKYO) si è imposto nella quinta tappa, scalata al Monte Fuji, percorrendo 11.3 Km in 3h10′05″ alla media di 39.014 Km/h. Ha preceduto di 1′22″ l’iraniano Pourhashemi e di 1′58″ l’australiano Earle. Miglior italiano Ivan Santaromita (Nippo – Vini Fantini), 13° a 3′34″. Pujol Muñoz è il nuovo leader della classifica con 1′42″ su Pourhashemi e 1′52″ su Earle. Miglior italiano Santaromita, 10° a 3′33″.
SAN CANDIDO – PIANCAVALLO: AL GALOPPO SULLE TRACCE DEL PIRATA
L’ultimo arrivo in salita del Giro ricondurrà la corsa a Piancavallo, dove nel 1998 Marco Pantani vinse una frazione della corsa rosa. Se il “Pirata” riuscì a lasciare il segno al termine d’una tappa disputata al quattordicesimo giorno di gara e caratterizzata dalla sola ascesa finale, anche gli scalatori in gara quest’anno avranno eguali opportunità, accresciute dal fatto che la frazione è leggermente più impegnativa e arriva in fin di Giro, quando le energie sono oramai in declino.
Ci sono luoghi che sono fortemente incardinati al ricordo di un corridore, soprattutto se questo se ne è andato troppo presto. È successo con Coppi, è successo con Pantani e accadrà anche con Michele Scarponi, del quale rimarrà incisa negli annali, per esempio, la vittoria nell’edizione 2009 della Tirreno-Adriatico, conseguita nella tappa che terminava a Camerino e che prevedeva la salita al Sasso Tetto, che appare già predestinata a entrare nella storia del ciclismo come “Cima Scarponi”. Il campionissimo, invece, ha legato il suo nome non a un solo colle ma a tanti passi, tutti quelli che dal 1965 a oggi si sono fregiati del titolo di “Cima Coppi”, assegnato anno per anno alla salita più elevata del Giro, anche se per antonomasia questo colle è e rimarrà il Passo dello Stelvio. Pantani, invece, non ha mai avuto una salita a lui espressamente dedicata, ma solo perché ci sarebbe l’imbarazzo della scelta; potrebbe meritarsi il titolo di “Cima Pantani” il Mortirolo ma anche Oropa, Plan di Montecampione o l’Alpe di Pampeago… o, perché no, la meno blasonata ascesa verso Piancavallo, l’unica stazione invernale della provincia di Pordenone, dove il “Pirata” si impose il 30 maggio del 1998, al termine della 14a tappa del Giro che vinse, e dove la corsa rosa farà ritorno 19 anni dopo (e sembrano storie dell’altro ieri). La tappa, sulla carta, non sembra delle più “potenti”, ma il suo grafico non particolarmente estremo se riletto alla luce della frazione del 1998 appare in una diversa prospettiva. Se lo scalatore romagnolo riuscì a distanziare i più quotati avversari, anche se non di moltissimo (Tonkov e Zülle giunsero al traguardo con 13” di ritardo), al termine di una tappa che presentava la sola ascesa finale dopo un percorso totalmente pianeggiante, la stessa possibilità l’avranno gli scalatori in gara al Giro del 2017, che affronteranno l’ascesa di Piancavallo in fondo ad frazione altimetricamente più movimentata e, soprattutto, collocata non al quattordicesimo giorno di gara ma a sole 48 ore della conclusione della corsa, in un momento nel quale le energie sono in declino. Dunque, potrebbero essere ben maggiori di quei 13 secondi i distacchi che si segnaleranno al termine di una salita che, quando venne a vederla in sopralluogo nella primavera del 1998, il russo Berzin paragonò all’Alpe d’Huez. Un parallelo solo apparentemente irriverente perché le due salite presentano diversi punti di contatto: simili sono la lunghezza, la pendenza media complessiva ed anche la “struttura” della strada d’accesso, ampia e smussata da tornanti (se ne incontrano complessivamente 14), con la salita che, in entrambi i casi, si presenta impegnativa all’inizio per poi perdere pian piano mordente nella fase conclusiva fino a scomparire letteralmente nei 2000 metri conclusivi.
La penultima tappa di montagna del Giro n° 100 scatterà dall’estremità orientale dell’Alto Adige, da quella San Candido che è una località dal nome caro all’appassionato di sport e di ciclismo (come non pensare all’indimenticato Cannavò), in questo caso derivato da quello del santo patrono, al quale è dedicata la locale collegiata, considerata dagli studiosi d’arte il più importante monumento romanico della provincia di Bolzano. Partenza, dunque, in mezzo alle montagne e, in effetti, la tappa subito debutterà in salita verso i 1636 metri del Passo di Monte Croce di Comelico, tetto della tappa che si raggiungerà al termine di un’ascesa non particolarmente impegnativa (7,9 Km al 4,3%) con la quale si abbandonerà l’area dolomitica per passare nel settore delle Alpi Carniche. Attraversato in discesa il Comelico, vallata che nel 1892 fu decantata in versi da Carducci nella poesia “Cadore” (“di borgate sparso nascose tra i pini e gli abeti
tutto il verde Comelico”), si andrà subito ad affrontare un’altra salita, ancor più pedalabile della precedente, che avrà come meta il paese di Sappada, località di sport invernali situata ai piedi del Monte Peralba, sul quale ha le sorgenti il fiume Piave, e conosciuta per essere un’isola linguista germanofona, venutasi a formare sin dall’XI secolo quando in quest’angolo del Veneto si stabilirono alcune famiglie provenienti dal paesino austriaco di Innervillgraten, che ricordiamo sede di tappa al recente Tour of the Alps, dove vi s’impose l’australiano Rohan Dennis. Sappada ha, però, legato il suo nome all’episodio che fu la chiave di volta del Giro d’Italia del 1987, rimasto nella storia come “tradimento di Sappada” perché ordito dall’irlandese Stephen Roche ai danni della maglia rosa Roberto Visentini, attaccato nel corso della tappa dal compagno di squadra e andato incontro prima a una crisi fisica e poi a un’altra di nervi, che lo portarono a tagliare il traguardo con quasi sette minuti di ritardo, mentre Roche riprendeva quelle insegne del comando che aveva dovuto cedere al suo capitano qualche giorno prima, dopo la cronoscalata di San Marino. Il “fattaccio” iniziò lungo la discesa della Forca di Monte Rest per poi concretizzarsi sull’ascesa finale di Cima Sappada, percorrendo la strada che ora i “girini” solcheranno in discesa, entrata la corsa in Friuli-Venezia Giulia, verso i Piani di Luzza, dove si trova il Centro Biathlon, secondo stadio internazionale d’Italia per la pratica di questo sport e dello sci di fondo, presso il quale si sono svolti, tra le altre manifestazioni, i mondiali di biathlon estivo nel 2003 e alcune gare delle Universiadi invernali nello stesso anno. Siamo nel comune di Forni Avoltri, il centro di villeggiatura della Val Degano del quale sono originari gli antenati di Gore Vidal, lo scrittore statunitense scomparso nel 2012 che è principalmente ricordato per aver scritto le sceneggiature di film celebri come “Ben Hur” e “Improvvisamente l’estate scorsa”.
La discesa terminerà alle porte di Ovaro, il piccolo paesino il cui nome è particolarmente “temuto” dai partecipanti ai Giri d’Italia (ma non sarà il caso di questa edizione) perché è da questo centro – nel cui territorio si trova il principale edificio religioso della valle, la pieve di Gorto – che ha inizio il ripidissimo versante ovest del Monte Zoncolan, affrontato in quattro occasioni alla corsa rosa e che è già nelle “trame” che sta ordendo Enzo Cainero, disegnatore delle frazioni friulane del Giro, il quale vorrebbe riproporlo agli organizzatori nel 2018, stavolta abbinandolo all’inedito e non meno impegnativo versante che sale da Priola. Stavolta nessun sesto grado attenderà i “girini” che continueranno dolcemente a “scivolare” in direzione di Villa Santina – qui, in frazione Invillino, si trova un’altra interessante pieve, dedicata a Santa Maria Maddalena – dove il percorso della 19a frazione giungerà nella valle del principale fiume friulano, il Tagliamento, le cui sorgenti si trovano presso il non lontano Passo della Mauria, altro storico valico della corsa rosa, che è stato Gran Premio della Montagna in 14 occasioni e qui ci limitiamo a ricordare i passaggi in vetta degli eterni rivali Coppi e Bartali, rispettivamente nel 1946 e nel 1947. Non sarà questa la prossima salita che dovranno affrontare i corridori che, percorsi una decina di chilometri di pianura e attraversato il centro di Tolmezzo, si dirigeranno verso i 955 metri della Sella Chianzutan (11,8 Km al 6,1%), sfiorando a inizio ascesa il lago artificiale di Verzegnis, bacino creato nel 1957 dalla SADE, la società elettrica privata nota per aver progettato la diga del Vajont. Nel corso della successiva discesa si percorrerà la stretta ma spettacolare Val d’Arzino, che prende il nome dal torrente che l’attraversa e che si restringe ulteriormente nel tratto denominato “canale di San Francesco”, all’uscita dal quale si tornerà alla “luce” della pianura che accompagnerà i corridori nei seguenti 40 Km, sino ai piedi dell’ascesa finale. All’inizio di questo tratto si toccherà il centro di Pinzano – non distante dal ponte sul Tagliamento che alla fine degli anni ’60 prese il posto di un precedente manufatto travolto da una piena e che a sua volta aveva sostituito quello fatto saltare dagli alpini nel tentativo di fermare gli austriaci durante la disastrosa battaglia di Caporetto – poi si giungerà a Sequals, il paese del celebre pugile Primo Carnera, che qui nacque il 25 ottobre del 1906 e che vi morì il 29 giugno del 1967 – altro anniversario da ricordare nell’anno del centesimo Giro, trascorsi esattamente 50 anni – circa un mese dopo il suo definitivo rientro in patria dagli Stati Uniti, dei quali era divenuto cittadino dieci anni prima, desideroso di trascorrere i suoi ultimi giorni di vita, gravemente malato di cirrosi epatica, nella sua terra natale.
Fattosi più filante il percorso giungerà sulle strade di Maniago – la “città del coltello” per via delle numerose coltellerie artigiane che vi sono presenti sin dal medioevo – nel cui territorio sarà nel 1971 costituito il comune di Vajont, uno dei più piccoli d’Italia, creato per ospitare gli abitanti di Erto e Casso, sfollato in seguito all’inondazione provocata dalla frana precipitata dal Monte Toc nel sottostante lago. Qui, all’interno di un parco, è esposto un moncone della diga fittizia che fu realizzato nel 2001 quando fu girato l’omonimo film dedicato al quei tragici fatti. Compiuto un lungo “traversone” in direzione ovest, il tracciato della tappa cambierà bruscamente direzione dopo il passaggio da Montereale Valcellina, centro situato nel luogo dove “sfocia” nella pianura friulana la valle del torrente Cellina, non lontano dallo spettacolare orrido che dal 1906 al 1992, l’anno della dismissione da parte dell’ANAS, era percorribile in auto lungo un’impressione strada letteralmente scavata in trincea nella roccia. A questo punto la corsa virerà verso sud, correndo in quest’ultimo tratto di pianura rasente le pendici del Monte Cavallo e toccando la località di Malnisio, presso la quale si trova l’ex centrale “Antonio Pitter”, oggi convertita in museo scientifico e che ebbe l’onore d’esser stata la prima a illuminare Piazza San Marco a Venezia: è l’occasione ideale per far memoria anche della più bizzarra tappa partorita dal genio di Vincenzo Torriani che, dopo averci provato una priva volta nel 1963 senza riuscirvi, nel 1978 ottenne di far terminare una tappa a cronometro del Giro nel cuore della città lagunare, frazione che sarà vinta da Giuseppe Saronni.
Una breve e dolce discesina porrà, infine, termine alla lunga attesa dell’ascesa finale, planando verso il centro di Aviano, principalmente conosciuto per la presenza di una base aerea di proprietà dell’Aeronautica Militare, utilizzata come struttura d’appoggio dalla NATO. Ma ora a decollare verso il cielo saranno solo i “caccia” a pedali, pronti a ricalcare le rotte che, un caldo pomeriggio di quasi vent’anni fa, furono vittoriosamente solcate dal Pirata di Cesenatico.
Mauro Facoltosi
I VALICHI DELLA TAPPA
Passo di Monte Croce di Comelico (1636 metri). E’ attraversato dalla SS 52 “Carnica”, tra i centri di Sesto e Comelico Superiore. Chiamato in tedesco Kreuzbergpass, vi transita anche il confine tra il Trentino-Alto Adige e il Veneto e quello tra le Dolomiti e le Alpi Carniche. Il Giro d’Italia l’ha finora scalato sei volte: conquistatori di questa cima sono stati Fausto Coppi nel 1948 (tappa Auronzo di Cadore – Cortina d’Ampezzo, vinta proprio dal “campionissimo”), il belga Martin Van Den Bossche nel 1970 (Rocca Pietore – Dobbiaco, Michele Dancelli), il britannico Robert Millar nel 1987 (Sappada – Canazei, Johan van der Velde), lo spagnolo Jon Unzaga nel 1990 (Velden – Dobbiaco, Eric Boyer), Fortunato Baliani nel 2007 (Lienz – Monte Zoncolan, Gilberto Simoni) e Gianluca Brambilla nel 2011 (Lienz – Monte Zoncolan, Igor Antón)
Valico di Cima Sappada (1276 metri). Erbosa sella spartiacque tra le valli del Piave e del Torrente Degano, vi transita la SS 355 “di Val Degano” che mette in comunicazione Sappada con Forni Avoltri. Il confine regionale passa alcune centinaia di metri sotto il passo, sul quale sorge la località di sport invernali di Cima Sappada, la più orientale del Veneto. Sull’atlante stradale del TCI è quotato 1286 metri, sulle cartine del Giro 2017 1296 metri. Il Giro l’ha affrontato due volte come GPM, la prima nel citato precedente del “tradimento di Sappada” del 1987 (tappa Lido di Jesolo – Sappada, vinta dall’olandese Johan van der Velde che transitò per primo anche in vetta alla salita) e la seconda nel 1990 nel corso della tappa Velden-Dobbiaco vinta da Boyer (primo a Cima Sappada Bruno Leali). Quest’anno la salita sarà semplicemente valida come traguardo volante, come avvenne anche nella tappa dello Zoncolan del 2011, quando lo sprint di Sappada fu vinto da Paolo Bettini.
Sella Chianzutan (954 metri). Valico prativo aperto tra i monti Piombada e Verzegnis, vi transita la SP 1 tra Verzegnis e la località Pozzis. Quotata 955 sulle cartine ufficiali del Giro 2017, è stato affrontato nel 2010 durante la tappa partita da Mestre e terminata sullo Zoncolan con il successo di Ivan Basso: a tagliare per primo la linea d’arrivo del GPM della Sella Chianzutan fu il francese Ludovic Turpin
Sella Pian del Cavallo (1277 metri). Vi sorge la stazione di sport invernali di Piancavallo, sede dell’arrivo.
RINGRAZIAMENTI
Segnaliamo che le citazioni cinematografiche (nel testo e nella fotogallery) sono frutto della collaborazione con il sito www.davinotti.com, che ringraziamo per la disponibilità.
FOTOGALLERY
La collegiata di San Candido e sullo sfondo le Dolomiti, che oggi il Giro saluterà
Passo di Monte Croce di Comelico
La cappella dedicata a Sant’Antonio in Borgata Bach a Sappada; è l’edificio di culto più antico del centro veneto
Lo stadio del biathlon ai Piani di Luzza di Forni Avoltri
Ovaro, Pieve di Gorto
Invillino (Villa Santina), Pieve di Santa Maria Maddalena
Lago di Verzegnis
La villa di Primo Carnera a Sequals, oggi sede di un museo dedicato al celebre pugile
La diga del Vajont come apparte nell’omonimo film del 2001 e un moncone della diga che fu costruita appositamente per le riprese, esposto in un parco del comune pordenonese di Vajont (www.davinotti.com)
Un tratto della dismessa strada che attraversava l’orrido della Valcellina
L’ex centrale di Malnisio
La base NATO di Aviano e, sullo sfondo, le montagne sulle quale sorge Piancavallo

Il massiccio del Monte Cavallo e, in trasparenza, l’altimetria della diciannovesima tappa del Giro 2017 (Google Street View)
100 E ANCOR PIÙ 100: OBIETTIVO ORTISEI
maggio 25, 2017 by Redazione
Filed under Approfondimenti
Ne abbiamo modificato il titolo in occasione della centesima edizione del Giro, trasformando in una frase beneaugurante il tenebroso adagio medioevale “mille e non più mille”, ma i contenuti della rubrica saranno quelli soliti dell’Almanacco del dopo tappa made in ilciclismo.it che aveva accompagnato le cronache delle scorse edizione. All’interno ritroverete la rassegna stampa internazionale, il punto di vista dei tifosi, la colonna sonora del giorno (quest’anno raddoppiata), le previsioni del tempo per la tappa successiva, le “perle” dei telecronisti in una rubrica dal titolo rinnovato, il Giro d’Italia rivisto alla “rovescia” e il ricordo di un Giro passato (nell’anno del centesimo Giro abbiamo scelto di riportarvi indietro nel tempo fino al 1967, l’anno della 50a edizione).
GIRO D’ITALIA, GIRO DEL MONDO
Italia
Nibali, bordate su Dumoulin: “Non sia così spavaldo! Oggi è stato fortunato…” – Dumoulin rosa al veleno “Nibali e Nairo alleati? Bello se perdono il podio” – Il tappone a Van Garderen! E Dumoulin non lascia niente – Pinot, perché hai aspettato? Nairo-Nibali, così non va – Quintana: “Provato in ogni modo, oggi era impossibile staccarlo” – Domani nuovo attacco a Dumoulin sulla salita di Piancavallo (Gazzetta dello Sport)
Giro d’Italia, Van Garderen vince il «tappone» di Ortisei Dumoulin resta in rosa (Corriere della Sera)
Colombia
Nairo lo intentó, pero no pudo; Dumoulin, fuerte, defendió el liderato – ‘Lo intentaré hasta que reviente Dumoulin o lo haga yo’: Nairo – ‘Me sentí bien cuando me atacaron’: Dumoulin – ‘Dumoulin está muy fuerte’: Anacona – Róbinson López, el agricultor que le sigue los pasos a Nairo Quintana (El Tiempo)
Tras la etapa 18 del Giro, Nairo no se sacó diferencias con Dumoulin y sigue a 31 – Dumoulin: “Me gustaría que Nairo y Nibali pierdan el podio” (El Espectador)
Paesi Bassi
IJzersterke Dumoulin pareert alle aanvallen – ‘Quintana, waarom reed je niet?’ – ‘Hoop dat ze plek podium verliezen’ – Nibali: ‘Dumoulin kan gaan betalen’ – Dumoulin ook niet blij met Kruijswijk en Mollema – Dumoulin vreest ‘veldslag’ – ‘Quintana wil vandaag roze van Dumoulin afpakken’ – Breukink: ‘De moeilijkste rit voor Dumoulin’ (De Telegraaf)
IJzersterke Dumoulin zet grote stap richting Giro-zege IJzersterke Dumoulin zet grote stap richting Giro-zege(Algemeen Dagblad)
Dumoulin behoudt roze trui, Van Garderen wint loodzware Dolomieten-etappe – Dumoulin: ‘vreemde tactiek’ van Quintana en Nibali (de Volkskrant)
Svizzera
Van Garderen remporte la 18e étape (24 Heures)
Dumoulin auch in den Dolomiten unantastbar (Neue Zürcher Zeitung)
Austria
Dumoulin behält in den Dolomiten die Giro-Führung (Kronen Zeitung)
Slovenia
Giro: Dumoulin obdržal vodstvo, Polanc zaostal, Van Garderenu 18. etapa (Delo)
Francia
Pinot se rapproche du podium – Pinot: «J’échoue de peu pour la victoire» – Pinot: «Mon objectif, c’est le podium» – Nibali: «Dumoulin fait un peu le fanfaron» (L’Equipe)
Giro: Dumoulin se rapproche de la victoire, Pinot se rapproche du podium (Le Figaro)
Spagna
Otro palo de Landa y Dumoulin controla a Nairo y a Nibali (AS)
Landa se vuelve a quedar con la miel en los labios – Dumoulin resiste los ataques de Nairo(Marca)
“Quintana y Movistar no han estado a la altura del líder” (El Mundo Deportivo)
Belgio
Dumoulin pareert alle aanvallen in Giro, Van Garderen wint lastige etappe – Zware rel in Giro tussen toppers Dumoulin, Quintana en Nibali: “Hier zal hij voor boeten” (Het Nieuwsblad)
Giro: Nibali met en garde Dumoulin – Giro: Tejay Van Garderen s’adjuge la 18e étape, Dumoulin garde son maillot rose (La Dernière Heure/Les Sports)
Lussemburgo
Van Garderen s’impose, Jungels perd son maillot blanc (Luxemburger Wort)
Jungels verliert das Weiße Trikot (Tageblatt)
Germania
Gesamtsieg für Dumoulin immer wahrscheinlicher (Berliner Zeitung)
Russia
Американец Ван Гардерен выиграл 16-й этап «Джиро д’Италия», Закарин – шестой (Sovetsky Sport)
Stati Uniti
Cycling: Dumoulin Fends Off Quintana to Keep Giro Lead (The New York Times)
Costa Rica
Andrey Amador mostró su potencial; el líder Tom Dumoulin se defiende como un titán en la montaña (La Nación)
BOX POPULI
Ogni giorno qui troverete i commenti degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.
PRIMA DELLA TAPPA
Mauro Facoltosi: Previsioni sul tappone?
Nebe1980: Davvero difficile fare previsioni poiché gli ultimi 30 Km sono molto strani con megadiscesone e salita facile nel finale. In teoria dovrebbe risolversi la cosa nei 3 Km finali della salita di Pontives Ortisei (gli unici duri) ma la situazione nn lo permette perché Dumoulin ha la crono finale dalla sua e quindi ad esempio Nibali che è a un minuto ne dovrebbe guadagnare almeno 2 e mezzo/3 entro domenica per poter stare tranquillo e lo stesso discorso vale per Quintana anche se Domenica i distacchi a crono potrebbero essere più risicati (ma appunto potrebbero)
Tuttavia questa tappa è per certi aspetti (Chilometraggio e facile salita finale) simile a quella di Formigal della Vuelta 2016 e tutti sappiamo come è andata a finire. Quintana vinse lì la Vuelta ma solo grazie all’attacco organizzato da Contador ed alla ingenuità di Froome. Oggi il Contador di turno potrebbe essere Nibali che pare in grado di superare Quintana a crono domenica però non è detto che Dumoulin si lasci infinocchiare come Froome… staremo a vedere
Salitepuntocià: Nessun tappone oggi, potrebbe assomigliare a qualche tappa appenninica di qualsiasi giro, visto le pendenze dolcissime, cambia solo lo scenario… Per dirla tutta, se c’era ancora Saronni, avrei previsto la sua vittoria in volata su un gruppetto.
DURANTE LA TAPPA
Mauro Facoltosi: Fuga in corso, non ci sono state azioni nel gruppo dei migliori ma a 6 Km dal Pordoi Dumoulin è già rimasto senza compagni di squadra al suo fianco
Salitepuntocià: ah, anche succedesse qualcosa, non è certo per il percorso, cha fa schifo comunque. Una volta Aru vinse la Vuelta su una tappa simile (un po’ piu selettiva ma di poco) sulla Sierra navacerrada… direte, … certo, ma restava pur sempre una tappa del cavolo pure quella, ma perlomeno dopo una Vuelta fra le piu dure di sempre. Quindi a prescindere da chi vincerà il giro, è un percorso sbilanciato per cronoman che si difendono in salita, con le bici di oggi e le preparazioni atletiche di oggi, anche Moser poteva ambire a vincerlo, sto Giro è facile per quello si è internazionalizzato
Mauro Facoltosi: Mi correggo: con Dumoulin è rimasto il solo Ten Dam
Nebe1980: All’attacco del falzarego ci sono di nuovo diversi compagni di Dumoulin perchè, andata via la fuga con tanta gente, il gruppo ha inopinatamente rallentato
Mauro Facoltosi: A 4 Km dal Valparola Dumoulin è rimasto ancora con il solo Ten Dam.
Nebe1980: Se Nibali e Quintana attaccano sulla salita finale hanno perduto il giro salvo episodi come quello di Bormio. Non si può aspettare che vengano le crisi agli altri, le crisi vanno provocate a suon di attacchi. Certo il percorso non aiuta ma il tracciato è quello e si deve sfruttare ciò che c’è. Nella tappa di Formigal l’attacco era già strapartito
MirkoBL: Oggi a me Dumoulin è sembrato il più forte, gli altri non ne hanno. Tra l’altro è stato anche molto intelligente: ora sa che agli scatti di Quintana e Nibali reagiranno anche Pinot, Zakarin e Pozzovivo. Bella classifica, comunque: 6 atleti in 2 minuti a giocarsi il Giro in 3 tappe.
Nebe1980: Bisogna dire che mancano le salite pendenti. Dall’epoca di Pantani in poi c’era sempre qualche salita come Fedaia o Mortirolo nella terza settimana mentre quest’anno la salita più dura era la Maielletta (Blockhaus). Su salite come quelle di oggi il passista va a nozze. Dovevano fare Pordoi Falzarego Giau Fedaia e Sella, sempre 5 salite sempre tappa breve e sempre Moena Ortisei. Pantani disse nel 98 “a cronometro si fanno i distacchi, si fanno anche in salita ma non ci sono le salite che ci vorrebbero per dar fastidio a questi uomini” In quel caso bagliò perchè c’era il Fedaia che infatti mise in croce Zulle che per cercare di limitare i danni crollò sul Sella e poi usci di classifica sul Goletto di Cadino. Dumoulin ricorda molto Indurain e anc’egli pativa le super pendenze, nel 94 reagì bene sul Mortirolo ma poi sul Santa Cristina pagò un conto salatissimo. Ovviamente le salite dure van messe non come arrivo altrimenti si rischia lo scattino a 800 metri o situazioni tipo Zoncolan 2014. Vero che Dumoulin non pesa 80 Kg come Indurain però certamente le pendenze forti le soffre come si è visto al blockhaus, occasione in cui è stato bravissimo ma da Quintana ha perso. A Oropa invece lo ha addirittura staccato.
Speriamo che gli organizzatori capiscano che con queste salite nn si possono mettere 70 Km a crono. Se metti tante salite dure allora puoi mettere anche 90 Km a crono per bilanciare ma così dovevano fare come il Tour de France e mettere una trentina di Km massimo a crono
DISCOGIRO: la colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it
Dedicata a Dumoulin, a Pinot (unico tra i big a guadagnare oggi) e gli 80° anni delle Dolomiti al Giro
“La vie en rose” (Edith Piaf)
DISCOGIRO 100
In occasione del 100° Giro abbiamo selezionato alcune canzoni da abbinare a momenti storici della Corsa Rosa
5 giugno 1994 – La consacrazione di Pantani sul Mortirolo nella Merano-Aprica
“Un’emozione per sempre” (Eros Ramazzotti)
a cura di DJ Jorgens
METEO GIRO
Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della tappa del giorno dopo
San Candido / Innichen: cielo sereno, 19.8°C, vento debole da NNE (8-12 Km/h), umidità al 42%
Sappada (TV – 47.3 Km): cielo sereno, 16.7°C, vento debole da E (4 Km/h), umidità al 47%
Ovaro (74.3 Km) : cielo sereno, 21.6°C, vento debole da SSE (4 Km/h), umidità al 47%
Anduins (128 Km) : cielo sereno, 23.3°C, vento debole da S (5 Km/h), umidità al 47%
Maniago (TV – 156.3 Km) : cielo sereno, 22.9°C, vento debole da SSW (6 Km/h), umidità al 49%
Piancavallo: cielo sereno, 17.5°C, vento debole da SSE (4-6 Km/h), umidità al 53%
L’ANGOLO DI SILVIOLO E PANCANOLO
Gli strafalcioni dei giornalisti al seguito della corsa rosa
Martinello: “Il gruppio allungatissimo”
Martinello: “Con sorprendentemente”
Pancani: “Ten Dem” (Ten Dam)
Saligari: “Il gruppo della maglia rosa tirata da Giovanni Visconti”
Pancani: “Siamo entrati negli ultimi 40 secondi”
Martinello: “Vediamo questo ralenty della giuria” (regia)
Martinello: “Sta cercando di pescare nelle ultime gocce di energia”
De Stefano: “Come la possiamo disegnare questo finale?”
De Stefano: “Sarà la tappa l’argomento della nostra trasmissione” (e certo… di che volevate parlare al “Processo alla tappa”?
De Luca: “Ha dato gli ultimi 50 metri, veramente stoico”
Salvo Aiello (Eurosport): “Philippe Rolland” (Pierre Rolland)
Grafica in sovrarimpressione: “Monte Civitta” (Civetta)
Procyclingstats: “Ortisei/St. Urlich” (Ortisei/St. Ulrich)
e se vi stesse chiedendo il perchè del titolo…
dalla telecronaca della tappa dell’Alpe di Siusi (Giro 2016)
Pancani: “Silviolo”
Martinello: “Dimmi Pancanolo”
IL GIRO DI GOMEZ
In questa rubrica vi faremo rileggere i piani alti della classica, come li avrebbe visti Gomez Addams nelle sue letture del giornale in “verticale”… vale a dire le classifiche giornaliere viste al contrario, dal punto di vista della maglia nera!
Ordine d’arrivo della diciottesima tappa, Moena – Ortisei/St. Ulrich
1° Zhandos Bizhigitov
2° Matteo Busato s.t.
3° Ariel Maximiliano Richeze s.t.
4° Roberto Ferrari s.t.
5° Viacheslav Kuznetsov s.t.
Classifica generale
1° Giuseppe Fonzi
2° Ilia Koshevoy a 16′17″
3° Zhandos Bizhigitov a 18′42″
4° Marcin Bialoblocki a 19′21″
5° Lorenzo Rota a 21′57″
IL GIRO DI MEZZA ETÀ
Quest’anno la corsa rosa taglia il traguardo della centesima edizione, in un clima di festa certamente non secondo a quello con il quale nel 1967 si celebreva il 50° Giro d’Italia con la prima delle tre vittorie di Felice Gimondi. Noi di ilciclismo.it ricorderemo quell’edizione tutti i giorni, proponendovi la rassegna stampa dell’epoca, con i titoli del quotidiano “La Stampa”
7 GIUGNO 1967 – 18° TAPPA: VICENZA – UDINE (167 Km)
DA OGGI IL GIRO AFFRONTA LE DOLOMITI – A UDINE CADONO QUATTRO CORRIDORI: ZANDEGÙ VINCE, CLASSIFICA INVARIATA
Il traguardo alle Tre Cime di Lavaredo, quota 2320 – Emozioni nel finale dopo 167 Km di percorso
Planckaert, Armani, Mealli e Fantinato rotolano a terra a 200 metri dal traguardo – Nessun danno grave – Nella confusione Zandegù trova il varco per piazzare lo spunto decisivo – Balmamion aveva movimentato la tappa – Anquetil e gli assi italiani si erano impegnati nell’inseguimento – Il veneto Schiavon difende la maglia rosa sulle strade di casa – Una difficile impresa – Entrano in azione gli scalatori – Pericolo di valanghe per il Giro allo Stelvio

Lo scenario delle Dolomiti quest'anno se sovrapposto a quello del ricordo delle gesta di Michele Scarponi (foto Tim de Waele/TDWSport.com)
ARCHIVIO
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Raduno di partenza Alghero
1a tappa: Alghero – Olbia
2a tappa: Olbia – Tortolì
3a tappa: Tortolì – Cagliari
4a tappa: Cefalù – Etna
5a tappa: Pedara – Messina
6a tappa: Reggio Calabria – Terme Luigiane
7a tappa: Castrovillari – Alberobello
8a tappa: Molfetta – Peschici
9a tappa: Montenero di Bisaccia – Blockhaus
10a tappa: Foligno – Montefalco (cronometro individuale)
11a tappa: Firenze (Ponte a Ema) – Bagno di Romagna
12a tappa: Forlì – Reggio Emilia
13a tappa: Reggio Emilia – Tortona
14a tappa: Castellania – Oropa
15a tappa: Valdengo – Bergamo
16a tappa: Rovetta – Bormio
17a tappa: Tirano – Canazei
TOH CHI SI RIVEDE… UNO YANKEE A ORTISEI. IN GENERALE IL PIATTO PIANGE.
L’ottimo Mikel Landa, ancora protagonista sulle salite e sempre più in azzurro, manca una seconda volta un successo che avrebbe meritato. Non riesce a levarsi di ruota Van Garderen e in volata non c’è storia. Attendismo esasperato in generale, timidissimi gli allunghi di Quintana e Nibali che, insieme a Dumoulin nel finale, perdono molto dagli altri inquilini della top ten.
La speranza è che la situazione andata in scena oggi induca gli organizzatori ad invertire la tendenza che vede negli ultimi anni dei percorsi che non offrono più nella terza settimana le tappe adatte a mettere in difficoltà i passisti.
Nel 1998 Marco Pantani dopo la cronometro di Trieste aveva sottolineato come, nel ciclismo moderno, contro iil tempo si fanno grandi distacchi e che, per fare gli stessi distacchi in montagna, ci vorrebbero le salite adatte per dar fastidio a questi uomini. E’ esattamente ciò che è mancato in questo Giro d’Italia che comunque riserva ancora un paio di tappe di montagna, comunque meno dure di quella affrontata martedì. Già si era osservato che il finale di questo Giro non convinceva e che, con queste salite, i quasi 70 km contro il tempo sbilanciavano il tracciato nettamente a favore del grande passista, ma a questa considerazione va aggiunta anche quella che è sotto gli occhi di tutti, ovvero che – eccetto Bormio – mancavano veri tapponi lunghi con tante montagne dure.
L’unica salita da scalatori veri era quella verso il traguardo abruzzese sulla Majella ed infatti, in quella tappa lo scalatore puro è riuscito a levarsi di ruota tutti gli altri, anche se Dumoulin si è difeso molto bene. Purtroppo, in questa terza settimana, che è quella in cui viene fuori il fondo ed in cui ci sono le tappe con molte salite, mancavano le ascese con quelle pendenze che non danno vantaggio nello stare a ruota e che mettono più in difficoltà i passisti. Eppure oggi la possibilità di inserire salite come la Marmolada o il Giau c’erano tutte, anche mantenendo il chilometraggio simile e lasciando invariate località di partenza ed arrivo. Si sono, invece, preferite salite nelle quali a ruota si sta molto bene e per fare la differenza bisogna averne molto di più degli altri. Dumoulin certamente ne aveva quanto e più degli avversari, tuttavia, dalla sua ha avuto la fortuna di non dover attaccare in alcun modo.
Nel finale, addirittura imbarazzante la situazione con Nibali e Quintana che lasciano andare Pozzovivo, Pinot, Zakarin, Kruijswick e Mollema, che in tutto il Giro non erano mai apparsi all’altezza di coloro che attualmente occupano i tre gradini del podio delle generale.
La stessa maglia rosa si è sorpresa del fatto che nessuno abbia seguito un uomo pericoloso per il podio come Thibaut Pinot. Nella fase finale i tre di testa sono andati davvero piano, poiché Pozzovivo e Pinot sono andati via al GPM, ovvero quando la salita vera era finita e stava iniziando il falsopiano al 2%. E’ sembrato di rivedere la tappa del 1994 che terminava a Les Duex Alpes, quando Berzin, Indurain e Pantani si punzecchiavano con scattini brevi e poi si fermavano. In quell’occasione, però, Pantani aveva tentato un attacco dalla prima salita, mentre oggi veri attacchi nessuno li ha fatti. Quando Dumoulin ha accelerato nel finale, Quintana e Nibali gli sono andati subito dietro ed è pertanto ragionevole pensare che ne avessero per seguire Pinot e Pozzovivo o, comunque, per impedire che prendessero addirittura un minuto di vantaggio.
La tappa si è infiammata subito dopo la partenza da Moena, come era lecito aspettarsi, visto il ridotto chilometraggio. I primi a portarsi in avanscoperta sono stati Diego Rosa (Sky), Manuele Boaro (Bahrain – Merida), Natnael Berhane (Dimension Data) e Joey Rosskopf (BMC).
Nel gruppo continua ad esserci inquietudine, ma i successivi tentativi di andar via non hanno buon esito. Lungo la salita verso il mitico Passo Pordoi, invece, attaccano uomini di un certo peso. Il plotone di contrattaccanti vede al proprio interno Kanstantsin Siutsou (Bahrain-Merida), Dario Cataldo (Astana), Tejay Van Garderen (BMC), Pierre Rolland, Joe Dombrowski, Davide Villella (Cannondale-Drapac), Jan Hirt (CCC Sprandi Polkowice), Alexander Foliforov (Gazprom-Rusvelo), Andrey Amador, Winner Anacona (Movistar), Ruben Plaza (Orica-Scott), Omar Fraile (Dimension Data), Mikel Landa, Philip Deignan (Team Sky), Mads Pedersen e Jasper Stuyven (Trek-Segafredo). Naturalmente Landa è uno dei maggiori indiziati per la vittoria di tappa, dato che questo è diventato il suo obbiettivo dopo l’uscita dalla classifica generale, e si trova con due compagni di squadra di lusso come Rosa e Deignan nelle fuga. La maglia azzurra è certamente prestigiosa ma non era quello il fine dello scalatore basco. Intanto il vantaggio del gruppo di testa, composto dai fuggitivi della prima ora e dai contrattaccanti successivamente riportatisi sui primi, si stabilizza intorno a due minuti. In gruppo, invece, sono gli uomini di Adam Yates a fare una andatura elevata che provoca una selezione sensibile in gruppo che già al GPM si presenta estremamente ridotto.
Polanc, che ieri con la sua lunga fuga aveva guadagnato diversi minuti in classifica generale, paga lo sforzo e si stacca. Il ritmo elevato degli Orica non erode, però, il vantaggio dei battistrada, grazie all’ottimo lavoro di Diego Rosa che impone, anche nel gruppo di testa, una velocità considerevole.
La musica non cambia sulla salita verso il Passo Gardena, mentre davanti il ritmo di Rosa riduce il drappello dei battistrada, nel quale rimangono oltre a Diego Rosa i soli Plaza, Van Garderen, Anacona, Dombrowski, Berhane, Hirt, Villella e Landa. Nel gruppo maglia rosa si stacca la maglia bianca Bob Jungels, che arriverà al traguardo con un ritardo vicino ai 4 minuti, un passivo tutto sommato contenuto se si pensa che il lussemburghese ha mollato le ruote del gruppo a 60 Km dalla conclusione.
A 53 chilometri dall’arrivo si ha un sussulto con uno scatto di Nairo Quintana, che ha due compagni da prendere lungo la strada e ciò fa pensare che egli sia intenzionato a sferrare un attacco da lontano. In effetti, Quintana riprende quasi subito Amador, che però non sembra in grande spolvero anche perché aveva speso energie in fuga. La Movistar ha quindi commesso lo stesso errore di Bormio, anche se in proporzioni molto minori, in quanto nella tappa dello Stelvio c’era stata anche una grande indecisione che aveva portato ad un dispendio di energie ancora maggiore. Poco dopo anche Nibali esce dal gruppo maglia rosa, ma Dumoulin, rimasto senza compagni di squadra, con la solita tattica della regolarità a lui congeniale riesce a riportarsi sugli avversari che, a dirla tutta, non proseguono a testa bassa nell’azione, come ci si sarebbe potuti aspettare da uomini cui certamente un posto diverso dal primo sta senza dubbio stretto. In ogni caso, questa mini bagarre provoca l’ulteriore assottigliarsi del gruppo maglia rosa che, al GPM, vede in seno ad esso Plaza e Adam Yates (ORICA – Scott), Winner Anacona, Andrej Amador, Nairo Quintana, Kanstantin Siutsou, Vincenzo Nibali, Domenico Pozzovivo (AG2R La Mondiale), Bauke Mollema (Trek – Segafredo), Steven Kruijswijk (Lotto NL – Jumbo), Ilnur Zakarin (Katusha – Alpecin), Tom Dumoulin, Dario Cataldo, Thibaut Pinot e Sebastien Reichenbach (FDJ).
Gli allunghi sul Gardena provocano l’estemporanea erosione del vantaggio della fuga che, proprio quando si pensava fosse sul punto di capitolare, ritrova invece nuova linfa grazie al generale rallentamento che segue al ricongiungimento di Tom Dumoulin con coloro che avevano provato il timido attacco.
Sulla salita verso Pontives, nel gruppo di testa, Landa e Van Gardereen salutano gli altri reduci della fuga e se ne vanno da soli mentre, nel gruppo di testa, sono i Movistar a fare l’andatura. Essa non è particolarmente elevata e questo costituisce un ulteriore vantaggio per Dumoulin, che può dormire sonni tranquilli anche in tema di risparmio energetico, specialmente perché le pendenze sono di quelle che permettono a chi sta a ruota di salire con notevole comodità. Il ritmo del gruppetto magliaro rosa è talmente blando che davanti restano con un minuto di vantaggio e, dietro, Anacona, riesce a prenderere qualche metro semplicemente aumentano un po’ il ritmo. E’ il preludio al secondo tentativo di allungo di Quintana, anch’esso molto timido, ma il colombianonon prosegue nell’azione. Stessa cosa dicasi per Nibali che prova anche lui un allungo senza poi proseguire nello sforzo, desistendo non appena la maglia rosa si dimostra pimpante nel rispondere. Un paio di volte sembra anche che sia lo stesso capoclassifica ad attaccare, ma si tratta solo di accenni per dimostrare agli avversari di avere le gambe per rispondere ad eventuali ulteriori sollecitazioni. Tali sollecitazioni, però, non arrivano del secondo e dal terzo in generale, bensì dai componenti della top ten, tra i quali il primo a prendere l’iniziativa è l’ottimo Domenico Pozzovivo che se va in prossimità del GPM, portandosi dietro il transalpino Thibaut Pinot, mentre dietro si guardano in faccia con l’andatura che cala di molto. Mentre Pozzovivo e Pinot guadagnano a ritmo vertiginoso, partono pure Zakarin, Kruijswick e Mollema, che lasciano i tre primi della generale a punzecchiarsi, con Dumoulin che, con gesti plateali, invita Nibali e Quintana a mettersi davanti. Mentre il siciliano fa orecchie da mercante, Quintana risponde alla maglia rosa scuotendo palesemente il capo.
In testa alla corsa sono Landa e Van Gardereen che vanno a giocarsi la vittoria, ma in volata non c’è storia e l’americano vince abbastanza agevolmente, mentre Landa deve nuovamente accontentarsi del secondo posto dopo una tappa corsa tutta all’attacco, anche con la squadra.
Sotto lo striscione d’arrivo Pinot e Pozzovivo guadagnano quasi un minuto nel confronto del terzetto dei migliori, ma anche Zakarin, Kruijswick e Mollema riducono un pochino il ritardo. Ora Pinot è a 24 secondi da Nibali, mentre Zakarin accusa 46 secondi di passivo dal siciliano.
Domani, la tappa di Piancavallo è ancora una volta una frazione non difficilissima, anche se la salita finale, nella prima parte, presenta pendenze cattive ed arrivando dopo due tapponi potrebbe riservare sorprese.
Certamente, da parte di chi vuol vincere il Giro, dovranno esserci attacchi più decisi.
Si spera di non rivedere, negli ultimi due chilometri in falsopiano, uno spettacolo simile a quello vissuto negli ultimi quattro chilometri della tappa odierna che, per pendenze, assomigliano pericolosamente agli ultimi due chilometri della salita friulana.
Benedetto Ciccarone
ORDINE D’ARRIVO
1 Tejay Van Garderen (USA) BMC Racing Team 3:54:04
2 Mikel Landa (Spa) Team Sky
3 Thibaut Pinot (Fra) FDJ 0:00:08
4 Domenico Pozzovivo (Ita) AG2R La Mondiale
5 Jan Hirt (Cze) CCC Sprandi Polkowice 0:00:11
6 Ilnur Zakarin (Rus) Katusha-Alpecin 0:00:24
7 Steven Kruijswijk (Ned) Team LottoNl-Jumbo 0:00:34
8 Bauke Mollema (Ned) Trek-Segafredo
9 Tom Dumoulin (Ned) Team Sunweb 0:01:06
10 Nairo Quintana (Col) Movistar Team
11 Vincenzo Nibali (Ita) Bahrain-Merida
12 Adam Yates (GBr) Orica-Scott 0:01:12
13 Sébastien Reichenbach (Swi) FDJ
14 Dario Cataldo (Ita) Astana Pro Team 0:01:48
15 Davide Formolo (Ita) Cannondale-Drapac
16 Winner Anacona (Col) Movistar Team 0:02:20
17 Joe Dombrowski (USA) Cannondale-Drapac
18 Hubert Dupont (Fra) AG2R La Mondiale 0:03:06
19 Bob Jungels (Lux) Quick-Step Floors 0:03:55
20 Andrey Amador (CRc) Movistar Team
21 Kanstantsin Siutsou (Blr) Bahrain-Merida 0:04:28
22 Natnael Berhane (Eri) Dimension Data
23 Davide Villella (Ita) Cannondale-Drapac 0:04:48
24 Maxime Monfort (Bel) Lotto Soudal 0:05:06
25 Patrick Konrad (Aut) Bora-Hansgrohe
26 Robert Kiserlovski (Cro) Katusha-Alpecin 0:05:44
27 Jan Polanc (Slo) UAE Team Emirates 0:06:57
28 Stef Clement (Ned) Team LottoNl-Jumbo
29 Diego Rosa (Ita) Team Sky
30 Alexander Foliforov (Rus) Gazprom – Rusvelo
31 Giovanni Visconti (Ita) Bahrain-Merida 0:07:40
32 Franco Pellizotti (Ita) Bahrain-Merida
33 Ben Gastauer (Lux) AG2R La Mondiale 0:08:44
34 Ruben Plaza (Spa) Orica-Scott
35 Pierre Rolland (Fra) Cannondale-Drapac 0:09:23
36 Gregor Mühlberger (Aut) Bora-Hansgrohe 0:10:16
37 Gorka Izagirre (Spa) Movistar Team 0:14:18
38 Laurens Ten Dam (Ned) Team Sunweb 0:18:37
39 Jasper Stuyven (Bel) Trek-Segafredo
40 Joey Rosskopf (USA) BMC Racing Team
41 Carlos Verona (Spa) Orica-Scott 0:18:48
42 Sebastian Henao (Col) Team Sky
43 Philip Deignan (Irl) Team Sky
44 José Gonçalves (Por) Katusha-Alpecin
45 Jose Rojas (Spa) Movistar Team 0:21:59
46 Rory Sutherland (Aus) Movistar Team 0:32:57
47 Michael Hepburn (Aus) Orica-Scott
48 Tobias Ludvigsson (Swe) FDJ
49 Giulio Ciccone (Ita) Bardiani CSF
50 Cristian Rodriguez (Spa) Wilier Triestina
51 Luka Mezgec (Slo) Orica-Scott
52 Sindre Skjøstad Lunke (Nor) Team Sunweb
53 Simone Petilli (Ita) UAE Team Emirates
54 Peter Stetina (USA) Trek-Segafredo
55 Quentin Jauregui (Fra) AG2R La Mondiale
56 Luka Pibernik (Slo) Bahrain-Merida
57 Rui Costa (Por) UAE Team Emirates
58 Clement Chevrier (Fra) AG2R La Mondiale
59 Lukasz Owsian (Pol) CCC Sprandi Polkowice
60 Julien Bernard (Fra) Trek-Segafredo
61 Georg Preidler (Aut) Team Sunweb
62 Silvan Dillier (Swi) BMC Racing Team
63 Maciej Paterski (Pol) CCC Sprandi Polkowice
64 Dylan Teuns (Bel) BMC Racing Team
65 Simon Geschke (Ger) Team Sunweb
66 Felix Großschartner (Aut) CCC Sprandi Polkowice
67 Steve Morabito (Swi) FDJ
68 Jérémy Roy (Fra) FDJ
69 Jan Tratnik (Slo) CCC Sprandi Polkowice
70 Michal Schlegel (Cze) CCC Sprandi Polkowice
71 Enrico Gasparotto (Ita) Bahrain-Merida
72 Paolo Tiralongo (Ita) Astana Pro Team
73 Victor De La Parte (Spa) Movistar Team
74 Jan Bárta (Cze) Bora-Hansgrohe
75 Valerio Agnoli (Ita) Bahrain-Merida
76 Alex Howes (USA) Cannondale-Drapac
77 Michael Woods (Can) Cannondale-Drapac
78 Jurgen Van Den Broeck (Bel) Team LottoNl-Jumbo
79 Eros Capecchi (Ita) Quick-Step Floors
80 Chad Haga (USA) Team Sunweb
81 Mads Pedersen (Den) Trek-Segafredo
82 Jesus Hernandez (Spa) Trek-Segafredo
83 José Mendes (Por) Bora-Hansgrohe
84 Julen Amezqueta (Spa) Wilier Triestina
85 Jesper Hansen (Den) Astana Pro Team
86 Bram Tankink (Ned) Team LottoNl-Jumbo
87 Enrico Battaglin (Ita) Team LottoNl-Jumbo
88 Jos Van Emden (Ned) Team LottoNl-Jumbo
89 François Bidard (Fra) AG2R La Mondiale
90 Matteo Montaguti (Ita) AG2R La Mondiale
91 Martijn Keizer (Ned) Team LottoNl-Jumbo
92 Dmitriy Kozontchuk (Rus) Gazprom – Rusvelo
93 Laurens De Plus (Bel) Quick-Step Floors
94 Omar Fraile (Spa) Dimension Data
95 Jose Herrada (Spa) Movistar Team
96 Evgeny Shalunov (Rus) Gazprom – Rusvelo
97 Ivan Rovny (Rus) Gazprom – Rusvelo
98 Aleksei Tcatevich (Rus) Gazprom – Rusvelo
99 Igor Anton (Spa) Dimension Data
100 Pello Bilbao (Spa) Astana Pro Team
101 Hugh Carthy (GBr) Cannondale-Drapac
102 Ángel Vicioso (Spa) Katusha-Alpecin
103 Christopher Juul Jensen (Den) Orica-Scott 0:33:09
104 Manuel Quinziato (Ita) BMC Racing Team 0:35:55
105 Filippo Pozzato (Ita) Wilier Triestina
106 Cesare Benedetti (Ita) Bora-Hansgrohe
107 Valerio Conti (Ita) UAE Team Emirates
108 Giuseppe Fonzi (Ita) Wilier Triestina
109 Moreno Hofland (Ned) Lotto Soudal
110 Simone Ponzi (Ita) CCC Sprandi Polkowice
111 Adam James Hansen (Aus) Lotto Soudal
112 Matthieu Ladagnous (Fra) FDJ
113 Eugert Zhupa (Alb) Wilier Triestina
114 Manuel Senni (Ita) BMC Racing Team
115 Marco Marcato (Ita) UAE Team Emirates
116 Salvatore Puccio (Ita) Team Sky
117 Kristian Sbaragli (Ita) Dimension Data
118 Benoit Vaugrenard (Fra) FDJ
119 Lars Ytting Bak (Den) Lotto Soudal
120 Julien Berard (Fra) AG2R La Mondiale
121 Tom-Jelte Slagter (Ned) Cannondale-Drapac
122 Jacques Janse Van Rensburg (RSA) Dimension Data
123 Andrey Zeits (Kaz) Astana Pro Team
124 Tom Stamsnijder (Ned) Team Sunweb
125 Branislau Samoilau (Blr) CCC Sprandi Polkowice
126 Sergey Firsanov (Rus) Gazprom – Rusvelo
127 Pavel Brutt (Rus) Gazprom – Rusvelo
128 Edward Ravasi (Ita) UAE Team Emirates
129 Twan Castelijns (Ned) Team LottoNl-Jumbo
130 Lukas Pöstlberger (Aut) Bora-Hansgrohe
131 Pieter Serry (Bel) Quick-Step Floors
132 Luis León Sanchez (Spa) Astana Pro Team
133 Alberto Losada (Spa) Katusha-Alpecin
134 Daniel Teklehaimanot (Eri) Dimension Data
135 Michal Golas (Pol) Team Sky
136 Sam Bennett (Irl) Bora-Hansgrohe
137 Kristijan Koren (Slo) Cannondale-Drapac
138 Tomasz Marczynski (Pol) Lotto Soudal
139 Maxim Belkov (Rus) Katusha-Alpecin
140 Francisco Ventoso (Spa) BMC Racing Team
141 Matej Mohoric (Slo) UAE Team Emirates
142 Svein Tuft (Can) Orica-Scott
143 Nicola Boem (Ita) Bardiani CSF
144 Marcin Bialoblocki (Pol) CCC Sprandi Polkowice
145 Davide Martinelli (Ita) Quick-Step Floors
146 Mirco Maestri (Ita) Bardiani CSF
147 Matvey Mamykin (Rus) Katusha-Alpecin
148 Ilia Koshevoy (Blr) Wilier Triestina
149 Manuele Boaro (Ita) Bahrain-Merida
150 Johann Van Zyl (RSA) Dimension Data
151 Lorenzo Rota (Ita) Bardiani CSF
152 Rudy Molard (Fra) FDJ
153 Dries Devenyns (Bel) Quick-Step Floors
154 Simone Andreetta (Ita) Bardiani CSF
155 Vasil Kiryienka (Blr) Team Sky
156 Eugenio Alafaci (Ita) Trek-Segafredo
157 Fernando Gaviria (Col) Quick-Step Floors
158 Sergey Lagutin (Rus) Gazprom – Rusvelo
159 Iljo Keisse (Bel) Quick-Step Floors
160 Enrico Barbin (Ita) Bardiani CSF
161 Viacheslav Kuznetsov (Rus) Katusha-Alpecin
162 Roberto Ferrari (Ita) UAE Team Emirates
163 Maximiliano Richeze (Arg) Quick-Step Floors
164 Matteo Busato (Ita) Wilier Triestina
165 Zhandos Bizhigitov (Kaz) Astana Pro Team
CLASSIFICA GENERALE
1 Tom Dumoulin (Ned) Team Sunweb 80:00:48
2 Nairo Quintana (Col) Movistar Team 0:00:31
3 Vincenzo Nibali (Ita) Bahrain-Merida 0:01:12
4 Thibaut Pinot (Fra) FDJ 0:01:36
5 Ilnur Zakarin (Rus) Katusha-Alpecin 0:01:58
6 Domenico Pozzovivo (Ita) AG2R La Mondiale 0:02:07
7 Bauke Mollema (Ned) Trek-Segafredo 0:03:17
8 Steven Kruijswijk (Ned) Team LottoNl-Jumbo 0:05:48
9 Adam Yates (GBr) Orica-Scott 0:07:06
10 Bob Jungels (Lux) Quick-Step Floors 0:07:34
11 Davide Formolo (Ita) Cannondale-Drapac 0:07:59
12 Maxime Monfort (Bel) Lotto Soudal 0:11:16
13 Jan Polanc (Slo) UAE Team Emirates 0:12:24
14 Dario Cataldo (Ita) Astana Pro Team 0:14:08
15 Andrey Amador (CRc) Movistar Team 0:14:18
16 Jan Hirt (Cze) CCC Sprandi Polkowice 0:18:07
17 Sébastien Reichenbach (Swi) FDJ 0:25:26
18 Hubert Dupont (Fra) AG2R La Mondiale 0:30:27
19 Patrick Konrad (Aut) Bora-Hansgrohe 0:30:50
20 Franco Pellizotti (Ita) Bahrain-Merida 0:36:49
21 Tejay Van Garderen (USA) BMC Racing Team 0:39:45
22 Mikel Landa (Spa) Team Sky 0:40:46
23 Stef Clement (Ned) Team LottoNl-Jumbo 0:42:42
24 Winner Anacona (Col) Movistar Team 0:47:05
25 Gorka Izagirre (Spa) Movistar Team 0:51:27
26 Simone Petilli (Ita) UAE Team Emirates 1:00:58
27 Pierre Rolland (Fra) Cannondale-Drapac 1:03:08
28 Rui Costa (Por) UAE Team Emirates 1:03:22
29 Laurens De Plus (Bel) Quick-Step Floors 1:07:04
30 Laurens Ten Dam (Ned) Team Sunweb 1:08:45
31 Kanstantsin Siutsou (Blr) Bahrain-Merida 1:13:36
32 Robert Kiserlovski (Cro) Katusha-Alpecin 1:14:07
33 Jesper Hansen (Den) Astana Pro Team 1:18:26
34 Ben Gastauer (Lux) AG2R La Mondiale 1:18:49
35 Giovanni Visconti (Ita) Bahrain-Merida 1:20:15
36 Ruben Plaza (Spa) Orica-Scott 1:23:00
37 Jacques Janse Van Rensburg (RSA) Dimension Data 1:25:11
38 Peter Stetina (USA) Trek-Segafredo 1:25:26
39 Michael Woods (Can) Cannondale-Drapac 1:27:49
40 Gregor Mühlberger (Aut) Bora-Hansgrohe 1:31:18
41 Alexander Foliforov (Rus) Gazprom – Rusvelo 1:33:28
42 Philip Deignan (Irl) Team Sky 1:36:07
43 Rudy Molard (Fra) FDJ 1:37:35
44 Natnael Berhane (Eri) Dimension Data 1:37:57
45 Michal Schlegel (Cze) CCC Sprandi Polkowice 1:39:24
46 Sebastian Henao (Col) Team Sky 1:40:06
47 Cristian Rodriguez (Spa) Wilier Triestina 1:44:14
48 Tomasz Marczynski (Pol) Lotto Soudal 1:46:29
49 Eros Capecchi (Ita) Quick-Step Floors 1:52:20
50 Julien Bernard (Fra) Trek-Segafredo 1:52:50
51 François Bidard (Fra) AG2R La Mondiale 1:53:00
52 Igor Anton (Spa) Dimension Data 1:56:53
53 Steve Morabito (Swi) FDJ 1:58:16
54 Luis León Sanchez (Spa) Astana Pro Team 1:58:50
55 José Mendes (Por) Bora-Hansgrohe 1:59:19
56 Diego Rosa (Ita) Team Sky 2:00:28
57 Jose Rojas (Spa) Movistar Team 2:00:44
58 José Gonçalves (Por) Katusha-Alpecin 2:01:33
59 Matteo Montaguti (Ita) AG2R La Mondiale 2:01:39
60 Jose Herrada (Spa) Movistar Team 2:02:29
61 Victor De La Parte (Spa) Movistar Team 2:04:49
62 Simon Geschke (Ger) Team Sunweb 2:04:58
63 Bram Tankink (Ned) Team LottoNl-Jumbo 2:06:59
64 Silvan Dillier (Swi) BMC Racing Team 2:07:13
65 Valerio Conti (Ita) UAE Team Emirates 2:08:41
66 Carlos Verona (Spa) Orica-Scott 2:09:58
67 Jesus Hernandez (Spa) Trek-Segafredo 2:10:24
68 Joey Rosskopf (USA) BMC Racing Team 2:13:11
69 Davide Villella (Ita) Cannondale-Drapac 2:18:35
70 Georg Preidler (Aut) Team Sunweb 2:21:31
71 Enrico Gasparotto (Ita) Bahrain-Merida 2:23:14
72 Joe Dombrowski (USA) Cannondale-Drapac 2:23:26
73 Pello Bilbao (Spa) Astana Pro Team 2:29:27
74 Felix Großschartner (Aut) CCC Sprandi Polkowice 2:30:45
75 Manuele Boaro (Ita) Bahrain-Merida 2:32:58
76 Chad Haga (USA) Team Sunweb 2:33:17
77 Salvatore Puccio (Ita) Team Sky 2:33:39
78 Jérémy Roy (Fra) FDJ 2:34:47
79 Tobias Ludvigsson (Swe) FDJ 2:34:52
80 Enrico Battaglin (Ita) Team LottoNl-Jumbo 2:35:04
81 Andrey Zeits (Kaz) Astana Pro Team 2:36:32
82 Omar Fraile (Spa) Dimension Data 2:40:55
83 Tom-Jelte Slagter (Ned) Cannondale-Drapac 2:43:06
84 Clement Chevrier (Fra) AG2R La Mondiale 2:46:05
85 Hugh Carthy (GBr) Cannondale-Drapac 2:46:21
86 Dylan Teuns (Bel) BMC Racing Team 2:47:37
87 Edward Ravasi (Ita) UAE Team Emirates 2:48:52
88 Francisco Ventoso (Spa) BMC Racing Team 2:51:10
89 Matteo Busato (Ita) Wilier Triestina 2:52:29
90 Lukasz Owsian (Pol) CCC Sprandi Polkowice 2:53:15
91 Paolo Tiralongo (Ita) Astana Pro Team 2:53:33
92 Manuel Senni (Ita) BMC Racing Team 2:55:05
93 Quentin Jauregui (Fra) AG2R La Mondiale 2:55:59
94 Jasper Stuyven (Bel) Trek-Segafredo 2:57:30
95 Dries Devenyns (Bel) Quick-Step Floors 2:57:44
96 Sergey Firsanov (Rus) Gazprom – Rusvelo 2:59:36
97 Matvey Mamykin (Rus) Katusha-Alpecin 3:01:49
98 Adam James Hansen (Aus) Lotto Soudal 3:03:10
99 Jurgen Van Den Broeck (Bel) Team LottoNl-Jumbo 3:04:32
100 Julen Amezqueta (Spa) Wilier Triestina 3:09:05
101 Kristian Sbaragli (Ita) Dimension Data 3:09:29
102 Vasil Kiryienka (Blr) Team Sky 3:10:22
103 Benoit Vaugrenard (Fra) FDJ 3:13:15
104 Valerio Agnoli (Ita) Bahrain-Merida 3:14:57
105 Luka Pibernik (Slo) Bahrain-Merida 3:15:53
106 Matthieu Ladagnous (Fra) FDJ 3:16:30
107 Branislau Samoilau (Blr) CCC Sprandi Polkowice 3:16:37
108 Daniel Teklehaimanot (Eri) Dimension Data 3:17:19
109 Cesare Benedetti (Ita) Bora-Hansgrohe 3:19:57
110 Jan Tratnik (Slo) CCC Sprandi Polkowice 3:20:56
111 Lukas Pöstlberger (Aut) Bora-Hansgrohe 3:21:20
112 Giulio Ciccone (Ita) Bardiani CSF 3:22:15
113 Martijn Keizer (Ned) Team LottoNl-Jumbo 3:22:40
114 Sindre Skjøstad Lunke (Nor) Team Sunweb 3:23:13
115 Marco Marcato (Ita) UAE Team Emirates 3:23:31
116 Ángel Vicioso (Spa) Katusha-Alpecin 3:23:40
117 Lars Ytting Bak (Den) Lotto Soudal 3:23:50
118 Ivan Rovny (Rus) Gazprom – Rusvelo 3:24:37
119 Jos Van Emden (Ned) Team LottoNl-Jumbo 3:24:39
120 Rory Sutherland (Aus) Movistar Team 3:24:54
121 Enrico Barbin (Ita) Bardiani CSF 3:26:27
122 Simone Ponzi (Ita) CCC Sprandi Polkowice 3:27:26
123 Michael Hepburn (Aus) Orica-Scott 3:28:03
124 Filippo Pozzato (Ita) Wilier Triestina 3:30:01
125 Christopher Juul Jensen (Den) Orica-Scott 3:31:27
126 Jan Bárta (Cze) Bora-Hansgrohe 3:32:37
127 Julien Berard (Fra) AG2R La Mondiale 3:32:38
128 Fernando Gaviria (Col) Quick-Step Floors 3:33:16
129 Twan Castelijns (Ned) Team LottoNl-Jumbo 3:34:42
130 Aleksei Tcatevich (Rus) Gazprom – Rusvelo 3:34:59
131 Pavel Brutt (Rus) Gazprom – Rusvelo 3:35:10
132 Pieter Serry (Bel) Quick-Step Floors 3:36:00
133 Viacheslav Kuznetsov (Rus) Katusha-Alpecin 3:36:46
134 Alex Howes (USA) Cannondale-Drapac 3:37:25
135 Matej Mohoric (Slo) UAE Team Emirates 3:37:33
136 Manuel Quinziato (Ita) BMC Racing Team 3:37:35
137 Maciej Paterski (Pol) CCC Sprandi Polkowice 3:40:51
138 Mads Pedersen (Den) Trek-Segafredo 3:40:57
139 Eugert Zhupa (Alb) Wilier Triestina 3:41:30
140 Moreno Hofland (Ned) Lotto Soudal 3:41:42
141 Michal Golas (Pol) Team Sky 3:42:53
142 Luka Mezgec (Slo) Orica-Scott 3:42:59
143 Kristijan Koren (Slo) Cannondale-Drapac 3:43:25
144 Mirco Maestri (Ita) Bardiani CSF 3:45:40
145 Maxim Belkov (Rus) Katusha-Alpecin 3:47:48
146 Svein Tuft (Can) Orica-Scott 3:48:59
147 Evgeny Shalunov (Rus) Gazprom – Rusvelo 3:51:27
148 Iljo Keisse (Bel) Quick-Step Floors 3:54:28
149 Eugenio Alafaci (Ita) Trek-Segafredo 3:58:21
150 Roberto Ferrari (Ita) UAE Team Emirates 4:03:17
151 Alberto Losada (Spa) Katusha-Alpecin 4:03:51
152 Dmitriy Kozontchuk (Rus) Gazprom – Rusvelo 4:04:40
153 Maximiliano Richeze (Arg) Quick-Step Floors 4:04:47
154 Tom Stamsnijder (Ned) Team Sunweb 4:05:59
155 Davide Martinelli (Ita) Quick-Step Floors 4:06:05
156 Johann Van Zyl (RSA) Dimension Data 4:06:29
157 Sergey Lagutin (Rus) Gazprom – Rusvelo 4:15:24
158 Simone Andreetta (Ita) Bardiani CSF 4:15:54
159 Sam Bennett (Irl) Bora-Hansgrohe 4:20:17
160 Nicola Boem (Ita) Bardiani CSF 4:22:19
161 Lorenzo Rota (Ita) Bardiani CSF 4:28:12
162 Marcin Bialoblocki (Pol) CCC Sprandi Polkowice 4:30:48
163 Zhandos Bizhigitov (Kaz) Astana Pro Team 4:31:27
164 Ilia Koshevoy (Blr) Wilier Triestina 4:33:52
165 Giuseppe Fonzi (Ita) Wilier Triestina 4:50:09

Van Garderen porta nella lontana America il tappone dolomitico del 100° Giro d'Italia (foto Tim de Waele/TDWSport.com)
25-05-2017
maggio 25, 2017 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
GIRO D’ITALIA
Lo statunitense Tejay van Garderen (BMC Racing Team) si è imposto nella diciottesima tappa, Moena – Ortisei/St. Ulrich, percorrendo 137 Km in 3h54′04″ alla media di 35.118 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo spagnolo Landa Meana e di 8″ il francese Pinot. Miglior italiano Domenico Pozzovivo (AG2R La Mondiale), 4° a 8″. L’olandese Tom Dumoulin (Team Sunweb) è ancora maglia rosa con 31″ sul colombiano Quintana Rojas e 1′12″ sull’italiano Vincenzo Nibali (Bahrain Merida Pro Cycling Team).
BALOISE BELGIUM TOUR
L’olandese Mathieu Van Der Poel (Beobank – Corendon) si è imposto nella seconda tappa, Knokke-Heist – Moorslede, percorrendo 199 Km in 4h43′12″ alla media di 42.161 Km/h. Ha preceduto allo sprint i belgi Philippe Gilbert (Quick-Step Floors) e Van Aert. Miglior italiano Danilo Napolitano (Wanty – Groupe Goberti), 18° a 18″. Gilbert è il nuovo leader della classifica con 6″ su Van Aert e 8″ sul connazionale Naesen. Miglior italiano Iuri Filosi (Nippo – Vini Fantini), 37° a 31″
FLÈCHE DU SUD (Lussemburgo)
Il danese Casper Pedersen (Team Giant – Castelli) si è imposto nella seconda tappa, circuito di Rumelange, percorrendo 150.4 Km in 3h29′37″ alla media di 43.050 Km/h. Ha preceduto allo sprint il tedesco Freienstein e l’olandese Van Der Brand. Miglior italiano Enrico Salvador (Tirol Cycling Team), 8°. L’olandese Jasper De Laat (Metec – TKH Continental Cyclingteam p/b Mantel) è il nuovo leader della classifica con lo stesso tempo del russo Sokolov e di Van Der Brand. Miglior italiano Enrico Salvador (Tirol Cycling Team), 11° con lo stesso tempo dei primi
AN POST RÁS (Irlanda)
Il neozelandese Regan Gough (An Post Chain Reaction) si è imposto nella quinta tappa, Buncrana – Dungloe, percorrendo 181.2 Km in 4h11′20″ alla media di 43.257 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’australiano Meyer e di 1″ l’olandese Meijers. Unico italiano in gara Matteo Cigala (Aqua Blue Sport), 16° a 9′22″. Il britannico James Gullen (JLT Condor) è il nuovo leader della classifica con 1′05″ sull’olandese Groen e 2′35″ su Meyer. Cigala 62° a 21′31″
TOUR DES FJORDS (Norvegia)
L’olandese Timo Roosen (Team LottoNL-Jumbo) si è imposto nella seconda tappa, Gulen – Norheimsund, percorrendo 185.1 Km in 4h45′06″ alla media di 38.955 Km/h. Ha preceduto di 3″ i norvegesi Boasson Hagen e Jensen. Unico italiano Andrea Pasqualon (Wanty – Groupe Gobert), 36° a 4′27″. Il belga Dries Van Gestel (Sport Vlaanderen – Baloise) è il nuovo leader della classifica con 24″ su Roosen e 31″ su Boasson Hagen. Pasqualon 34° a 5′04″
GEMENC GRAND PRIX (Ungheria)
L’italiano Filippo Tagliani (Delio Gallina Colosio Eurofeed) si è imposto nel prologo, cronoscalata di Szekszárd, percorrendo 2 Km in 3′57″ alla media di 30.380 Km/h. Ha preceduto di 3″ l’ungherese Pelikán e di 7″ l’ungherese Filutás. Tagliani è il primo leader della classifica con 3″ su Pelikán e 7″ su Filutás.
TOUR OF ALBANIA
in aggiornamento
TOUR OF JAPAN
L’italiano Marco Canola (Nippo – Vini Fantini) si è imposto nella quarta tappa, circuito di Minami Shinshu, percorrendo 123.6 Km in 3h10′05″ alla media di 39.014 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’australiano Earle e lo spagnolo García Cortina. Canola è ancora leader della classifica con 29″ su García Cortina e 34″ su Earle
MOENA – ORTISEI: OTTANT’ANNI DI EMOZIONI IN EN(ROSA)DIRA
Ottant’anni fa si disputava la prima tappa dolomitica della storia. Il Giro celebrerà quest’anniversario nell’anniversario con una tappa breve ma intensa, che nel tratto iniziale porterà i corridori sui grandi passi – nell’ordine Pordoi, Falzarego e Gardena – per poi riservare nel finale salite meno note ma più “cariche” di pendenze che, pur non essendo estreme, sicuramente proporranno quelle emozioni che solo le ascese dei Monti Pallidi sanno donare.
Il 2017 non è soltanto l’anno della centesima edizione della corsa rosa. Esattamente il 26 maggio, il giorno successivo a questa frazione, cadrà un altro importante anniversario, quello della prima tappa dolomitica della storia. Correva l’anno 1937 e la Vittorio Veneto – Merano attraverso i passi Rolle e Costalunga fu ideata dall’allora direttore Armando Cougnet, che era alla ricerca di un qualcosa che rendesse unica la venticinquesima edizione del Giro. Se, 26 anni prima, gli organizzatori del Tour si erano presi degli assassini per aver osato inserire nel tracciato della Grande Boucle i Pirenei, a Cougnet rischiò d’andar peggio poiché, subito dopo la presentazione del percorso e l’annuncio dell’attraversamento delle Dolomiti nel corso della 16a frazione, ci fu chi quasi arrivò a dargli del matto. Si temeva che fosse un azzardo portare la carovana su strade che all’epoca non ancora ricoperte dall’asfalto, letteralmente “scassate”, pressochè prive di protezioni verso i burroni e ancora segnate dalle vicissitudini della Grande Guerra. L’impatto con il Giro avrebbe potuto essere disastroso… e invece ebbe ragione Cougnet, anche se questi forse non si aspettava che quel giorno sarebbe scoccata la scintilla di un amore, quello tra le Dolomiti e il Giro, che continua ad ardere anche nel XXI secolo, anche se talvolta il percorso della corsa le ha un po’ tradite e in alcune edizioni c’è girato al largo e le ha fatte vedere solo da lontano, col binocolo. Di certo non potevano mancare nel tracciato della centesima edizione, che il giorno precedente quello dell’anniversario del primo tappone (per la cronaca vinto dalla maglia rosa Gino Bartali con 5’38” su Enrico Mollo e Walter Generati) proporrà una frazione breve ma intensa che in 137 Km porterà i “girini” da Moena a Canazei: la distanza è breve ma, come si suol dire, il vino nella botte piccola è solitamente il più buono e in questa giornata avrà la corposità di cinque salite che, a fine giornata, avranno fatto complessivamente percorrere 46 Km all’insù. C’è chi ha criticato il fatto che mancano nomi storici come la Marmolada o le Tre Cime, ma non sarebbe bastata una tappa – o forse un Giro intero – se si fossero volute proporre tutte le ascese affrontate tra questi monti in ottant’anni di storia. Altri hanno puntato il dito sulla distanza, ma va ricordato che talvolta le tappe di montagna brevi hanno provocato più selezioni dei tapponi vecchio stile, talvolta affrontati con troppa prudenza nel timore di clamorosi crolli nel finale. E poi c’è anche chi bocciato la collocazione delle ascese perché i tre storici passi in programma – Pordoi, Falzarego e Gardena, che non sono certo i più appetitosi sotto l’aspetto delle pendenze – sono stati posizionati nella prima parte di gara, mentre nel finale si dovranno affrontare le meno nobili ascese del Passo Pinei e di Pontives. Quest’ultima, però, ha pendenze non trascurabili negli ultimi 3 Km e a quel punto – o anche prima – potrebbe improvvisamente spegnersi la luce per qualche corridore di punta, soprattutto se ci sarà stata corsa vera già sui passi affrontati in partenza. È quel che è successo, per esempio, a Ivan Basso nel 2005 quando, attaccato proprio sulla stessa salita finale verso Ortisei, perse circa un minuto dai rivali, prima avvisaglia della profonda crisi che lo colpirà l’indomani nel tappone dello Stelvio quando, complici anche problemi di natura gastrica, giungerà al traguardo di Livigno quasi tre quarti d’ora dopo l’arrivo dei primi.
Il tappone dolomitico dell’edizione n° 100 scatterà da Moena e vedrà nei primi 15 km il gruppo ripercorrere fedelmente il finale della tappa del giorno prima, per tagliare quello che era stato il traguardo di Canazei e da lì andare all’attacco del primo colle di giornata, il mitico Pordoi. È una presenza quasi obbligata quella del passo che svetta a 2239 metri di quota, luogo di sfide belliche prima dell’avvento del ciclismo a queste latitudini come ci ricorda l’ossario militare tedesco costruito lassù negli anni ’50: il Pordoi è, infatti, la salita dolomitica più affrontata dalla corsa rosa e quello di quest’anno sarà il 40° passaggio in assoluto, quaranta come il numero dell’anno del secolo scorso nel quale questo colle fu affrontato per la prima volta e anche in quell’occasione fu Gino Bartali il corridore che vi transitò per primo in vetta davanti al compagno di squadra Fausto Coppi, fasciato della maglia rosa. Quel giorno si salì da Arabba, stavolta l’ascesa sarà affrontata dal versante che sulla carta è il meno impegnativo, ma che è divenuto il più frequentato per la possibilità d’abbinarlo alla Marmolada e che raggiunge il passo in 11,8 Km e 28 tornanti, con una pendenza media del 6,7% e un picco massimo del 9%, raggiunto al secondo chilometro dell’ascesa.
Arrivati ad Arabba, forse l’unica stazione di sport invernali dell’area dolomitica concepita secondo gli schemi delle stazioni “sky-total” delle alpi francesi, in attesa del colle successivo si percorreranno 10 Km privi di difficoltà nella zona del Livinallongo, toponimo con il quale è identificata l’alta valle del torrente Cordevole, terra che porta ancora oggi le “cicatrici” della Prima Guerra Mondiale, la più celebre delle quali è il cratere che sventrò il Col di Lana il 17 aprile del 1916, quando i militari dell’Arma del Genio fecero saltare la montagna con 5 tonnellate di dinamite per impedire all’esercito austo-ungarico di conquistarne la vetta. Oggi non si combatte più da queste parti e le uniche sfide avvengono a colpi di pedale, come accadde lo scorso anno sul Passo Falzarego, che fu l’ascesa chiave del tappone di Corvara vinto dal colombiano Esteban Chaves. Sarà proprio questa la prossima meta del gruppo che, rispetto a dodici mesi fa, salirà dal versante meridionale, il più impegnativo in quanto a pendenze, scandito dalla presenza di 17 tornanti “sorvegliati” dall’imponente Castello di Andraz, che appartenne ai principi-vescovi di Bressanone. Raggiunti i 2117 metri del valico, punto dove la strada principale comincia la discesa verso Cortina, la fatica non sarà ancora terminata perché si dovrà affrontare l’appendice di 1,2 Km verso i 2200 metri del Passo di Valparola, nella quale si raggiunge il punto di pendenza massima (14%) di un’ascesa che complessivamente è lunga 12,2 Km e sale al 6,4% medio. Lasciato il Veneto, sulle cui strade si pedalava dalla cima del Pordoi, nel corso della successiva planata la corsa farà il suo ingresso in Alto Adige, che accoglierà la corsa sulle strade della Val Badia. Si transiterà per La Villa, la più nota tra le frazioni che compongono il comune sparso di Badia per la presenza della celebre pista nera della Gran Risa, che “precipita” per 1,255 Km dal Piz la Ila e che dal 1985 ospita, nel mese di dicembre, uno slalom gigante della Coppa del Mondo di sci alpino. Un dolce falsopiano introdurrà quindi la corsa in Corvara dove, per rimaner in tema d’anniversari, esattamente 70 anni fa era collaudata e aperta al pubblico la prima seggiovia d’Italia, realizzata in legno e che permetteva di raggiungere la zona degli impianti del Col Alto. Non ci saranno “scorciatoie” per i corridori che ora dovranno affrontare il terzo e ultimo dei grandi colli di giornata, il Passo Gardena (2121 metri), che si raggiungerà con un’ascesa di 8,5 Km al 6,8%, movimentata da 17 tornanti dominati dalle verticali pareti del Gruppo del Sella, da questo lato raggiungibile attraverso una delle più spettacolari vie ferrate delle Dolomiti, la Tridentina. Il passo rappresenta la più bassa delle due porte d’accesso in quota alla Val Gardena (l’altra è la Sella di Col de To, situata a 2244 metri d’altezza, poco sopra il celebre Passo Sella), che i corridori percorreranno quasi per intero nei chilometri successivi, incontrando per primo il centro di Plan de Gralba, dove si trovava il più elevato capolinea della “Ferata de Gherdëina”, linea ferroviaria costruita dall’impero austro ungarico durante la Grande Guerra e che, molti anni dopo la cessazione del servizio (28 maggio del 1960), è stata trasformata in una suggestiva pista ciclopedonale. Pochi chilometri più avanti si giungerà sulle strade di Selva, la più rinomata località di villeggiatura della valle, che offre ai turisti anche una piccola “perla” nascosta, gli incantevoli resti di Castel Wolkenstein, costruito nel XIII secolo in un crepaccio del Gruppo delle Odle. Un altro bel maniero, non visitabile poiché ancora abitato, è quello che porta lo stesso nome della valle e che dal 1641 fa buona guardia alla vicina Santa Cristina. Superato il 100° chilometro di gara, la corsa già sarà giunta a Ortisei, ma non sarà ancora giunto il momento di mettere la parola fine al tappone che ora abbandonerà la lunga discesa dal Gardena per affrontare il Passo di Pinei, la più breve tra le cinque salite in programma oggi. Sono appena 4,2 Km, ma non vanno per questo presi troppo sottogamba perché la pendenza media è del 6,2%, con un tratto centrale di 1800 metri all’8,4% (massima del 15%): se il Gardena dava accesso all’omonima valle, questo è uno degli ingressi allo Sciliar, altipiano conosciuto in particolare per il fieno, qui utilizzato sia per corroboranti bagni termali, sia come ingrediente di una deliziosa zuppa, servita all’interno di una scodella di pane. Più impegnativa della salita è la discesa dal Pinei, 12 Km al 7,8% nel corso dei quali si transiterà per Castelrotto, centro del quale sono originari gli sciatori Peter Fill e Denise Karbon e dal quale lo scorso anno scattò la cronoscalata all’Alpe di Siusi, vinta dal russo Alexandr Foliforov per pochissimi centesimi di secondo sull’olandese Kruijswijk, che in quel momento vestiva la maglia rosa. Terminata l’ultima picchiata, una brevissima tregua pianeggiante nella valle dell’Isarco anticiperà l’attacco dell’ultima ascesa, ritornando in Val Gardena percorrendo la vecchia strada d’accesso alla valle, inaugurata il 26 ottobre del 1856 e fortemente voluta dai Moroder, i celebri scultori – prevalentemente d’arte sacra – originari di Ortisei. L’opera si rivelò costosa al punto che, per rientrare nelle spese, si fu costretti a predisporre un casello per il pedaggio a Ponte Gardena, la località dove la salita ha inizio e dove è possibile visitare Castel Trostburg, maniero del XII secolo che oggi ospita un museo dedicato ai castelli della regione. Come avveniva 160 anni, all’epoca dell’apertura di questa strada, anche stavolta sarà chiesto un esborso – in termini d’energie e non pecuniari, però – perché i 9,3 Km al 6,8% verso la località di Pontives, con i 3,3 Km conclusivi al 9,3% medio, anche in quest’occasione potranno rivelarsi indigesti per qualcuno, com’erano stati per Basso dodici anni fa. Anche perché dopo la conclusione ufficiale della salita, questa in realtà continuerà nei rimanenti 4 Km che si dovranno coprire per raggiungere il traguardo, inizialmente in maniera piuttosto blanda per poi riprendere mordente subito dopo esser transitati sotto lo striscione dell’ultimo chilometro, quando un dentello al 13% a 400 metri dalla linea d’arrivo precede la breve discesina finale verso il traguardo. È apparentemente sottono ma potrebbe “suonarle” a molti questo finale disegnato nella patria dei Moroder, che hanno dato al mondo dell’arte non solo scultori ma anche un alto esponente della musica come Giorgio Moroder, conosciuto in particolare per aver composto diverse colonne sonore cinematografiche. Chissà che sinfonie ci soneranno quest’anno le Dolomiti….
Mauro Facoltosi
I VALICHI DELLA TAPPA
Passo Pordoi (2239 metri). Chiamato anche Pordoijoch, Jouf de Pordoi e Jou de Pordou, è una larga sella prativa costituita dal Sasso Beccè e dal Sass Pordoi. Vi transita la SS 48 “delle Dolomiti” tra Canazei e Arabba. Il Giro l’ha scalato 39 volte e, in alcune occasioni, con due passaggi nella stessa tappa: la prima volta, il 5 giugno del 1940, vi scollinò in testa Gino Bartali nel corso della tappa Pieve di Cadore – Ortisei, vinta dallo stesso corridore toscano; l’ultima scalata risale allo scorso anno, quando Damiano Cunego conquistò questo prestigioso GPM nel corso della tappa Alpago – Corvara vinta dal colombiano Chaves.
Passo di Falzarego (2105 metri). Quotato 2117 sulle cartine del Giro 2017, è aperto tra il Piccolo Lagazuoi e il Nuvolau ed è attraversato dalla SS 48 “delle Dolomiti” tra Cernadoi (Livinallongo del Col di Lana) e Cortina d’Ampezzo. È il terzo valico dolomitico per numero di passaggi del Giro (senza contare le cinque volte nel quale fu “prolungato” verso il Valparola), con 18 traguardi GPM disputati tra il 1940, quando fu conquistato da Bartali durante la citata Pieve di Cadore – Ortisei, e il 2008 quando Emanuele Sella vi transitò in testa durante la tappa Arabba – Passo Fedai vinta proprio dallo scalatore vicentino. Si ricordano inoltre i tre passaggi in testa di Fausto Coppi nel triennio 1946-47-48 e quello di Merckx durante la Misurina – Bassano del Grappa del 1974.
Passo di Valparola (2192 metri). Aperto tra il Sasso di Stria e il Piccolo Lagazuoi e quotato 2200 sulle cartine del Giro 2017, è attraversato dalla SP 24 “del Passo di Valparola” tra il Passo di Falzarego e San Cassiano. È stato inserito sette volte nel percorso del Giro ma nello speciale albo d’oro del Valparola si contano solo 5 passaggi perché la prima volta, nel 1976, lo striscione del GPM fu anticipato al sottostante Falzarego mentre nel 1992 fu tolto all’ultimo momento dal tracciato a causa di una frana. A legare i loro nomi a questo valico sono così stati lo spagnolo Fernández Ovies nel 1977 (tappa Cortina d’Ampezzo – Pinzolo), il francese Charly Mottet nel 1990 (tappa Dobbiaco – Passo Pordoi), l’elvetico Fabian Wegmann nel 2004 (San Vendemiano – Falzes), l’italiano Matteo Rabottini nel 2012 (Falzes – Cortina d’Ampezzo) e dodici mesi fa il colombiano Darwin Atapuma nella citata tappa di Corvara.
Passo di Gardena (2121 metri). Chiamato anche Grödner Joch, separa il gruppo del Sella da quello del Cir e vi transita la SS 243 “del Passo Gardena” tra Corvara e Selva di Val Gardena. Il Giro l’ha scalato 17 volte, tenuto a battesimo da Fausto Coppi che per primo lo conquistò nel tappone Bassano del Grappa – Bolzano del Giro del 1949, da lui vinto. L’ultimo suo successore è stato lo spagnolo Rubén Plaza, sempre in occasione della tappa di Corvara disputata lo scorso anno.
Sella del Culac’ (2018 metri). Chiamata anche Kulatsch Sattel, vi transita la SS 243 “del Passo Gardena” nel corso del tratto iniziale della discesa dal Passo Gardena, tra quest’ultimo e Selva di Val Gardena.
Passo di Pinei (1442 metri). Chiamato anche Panider Sattel, è valicato dalla SP 64 tra Ortisei e Castelrotto. Il Giro l’ha affrontato due volte come GPM, nel 1991 subito dopo la partenza della tappa Selva di Val Gardena – Passo Pordoi (vinta da Franco Chioccioli) e nel 1997 nel corso della tappa Predazzo – Falzes (vinta dallo spagnolo José Luis Rubiera): a conquistare i due traguardi della montagna furono rispettivamente lo spagnolo Iñaki Gastón e il colombiano José Jaime “Chepe” González. Sul Pinei si salì anche nel 2000, durante la tappa Selva di Val Gardena – Bormio, terminata con il successo di Gilberto Simoni, ma in quella occasione il passaggio non era valido per la classifica degli scalatori.
Sella di Telfen (1090m). Si trova nei pressi dell’omonima località ed è attraversata dalla SP 24 tra Castelrotto e Siusi. Coincide con il quadrivio dove inizia la salita verso l’Alpe di Siusi e dove nel 2017 i corridori svolteranno a destra nel corso della discesa dal Passo di Pinei, in direzione di Ponte Gardena
FOTOGALLERY
Passo Pordoi, monumento a Fausto Coppi
L’ossario militare tedesco del Passo Pordoi
Il cratere del Col di Lana
Castello di Andraz
Passo di Falzarego
La Villa, la pista della Gran Risa
La Torre Exner del Gruppo del Sella, sulla quale si sviluppa la Ferrata Tridentina, vista dalla strada per il Passo Gardena
Passo di Gardena
Selva di Val Gardena, Castel Wolkenstein
Santa Cristina Valgardena, Castel Gardena
L’altipiano dello Sciliar visto dalla discesa dal Passo di Pinei
Ponte Gardena, Castel Trostburg
Ortisei, chiesa parrocchiale di Sant’Ulrico e dell’Epifania del Signore

Il Gruppo del Sella visto dalla Val Gardena al momento dell’enrosadira e, in trasparenza, l’altimetria della diciottesima tappa del Giro 2017 (www.garni-astrid.com)