RAUL ALARCÓN DOMINA IL GIRO DELLE ASTURIE. QUINTANA SI PREPARA AL MEGLIO PER IL GIRO

maggio 1, 2017 by Redazione  
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Raul Alarcón (W52/FC Porto) vince da dominatore il Giro delle Asturie, aggiudicandosi la tappa finale e posizionandosi in seconda posizione nelle prime due. Buona prova offerta da Nairo Quintana (Movistar), vincitore della tappa di montagna e secondo nella classifica generale finale, in vista del Giro d’Italia.

Dopo la Tirreno Adriatico e il successivo ritiro sulle Ande, Nairo Quintana ritorna a pedalare in Europa, precisamente al Giro delle Asturie, ultimo step del colombiano prima del Giro d’Italia. Quello del corridore della Movistar è sicuramente il nome più altisonante al via della breve corsa spagnola che prevede tre tappe in linea. La prima frazione è lunga quasi 170 km e si snoda tra le località di Oviedo e Pola de Lena. Quattro semplici GPM, tutti di terza categoria, sono distribuiti uniformemente lungo il percorso, con l’ultimo di questi posizionato a circa 9 km dall’arrivo. Il colombiano Weimar Roldán (Medellin-Inder), fugaiolo della prima ora, resiste al ritorno del gruppo e vince con 22 secondi di vantaggio su Raul Alarcón (W52/FC Porto), altro compagno di fuga. Terzo giunge Carlos Barbero (Movistar) che regola il gruppo a 27 secondi. Roldán veste così la maglia di primo leader poi nella seconda tappa da Ribera de Arriba all’Alto de Acebo – lunga 177 km, con quattro GPM di cui l’ultimo di prima categoria coincidente con l’arrivo, proprio Nairo Quintana (Team Movistar) ha la meglio sotto la neve sulla coppia della nazionale spagnola fornata dal citato Alarcón e da Fernando Barceló (Fundacion Euskadi-EDP), quest’ultimo staccato di 31 secondi. Al termine della seconda tappa Alarcón conduce in classifica generale con un vantaggio di 7 secondi su Quintana e di 50 secondi su Alejandro Marque (Sporting Clude de Portugal/Tavira). L’ultima tappa da Cangas del Narcea a Oviedo, la più corta dell’intera Vuelta, vedeva infine la vittoria proprio del leader Alarcón, abile ad affrontare nelle prime posizioni la salitella di El Violeo posta a circa 9 km dall’arrivo ed a tenere testa a Quintana. Lo spagnolo rilanciava nella discesa finale e conservava un vantaggio di pochi secondi fino al traguardo di Oviedo, che tagliava a braccia alzate con 7″ su Oscar Sevilla (Medellin – Inder) secondo e il portoghese João Benta (Radio Popular Boavista) terzo. Ottima prova dell’atleta della W52-FC Porto, che in tre giorni di corsa ottiene due secondi posti e la vittoria nella tappa finale. Alarcón vince così da dominatore la 60a edizione del Giro delle Asturie con un vantaggio di 32 secondi su Nairo Quintana e di 1 minuto e 7 secondi su Oscar Sevilla. Buone indicazioni tutto sommato anche per Quintana, che nella breve corsa spagnola ha ultimato la preparazione in vista dell’imminente Giro d’Italia che lo vedrà come uno dei grandi favoriti per la vittoria finale.

Giuseppe Scarfone

CLASSIFICA GENERALE FINALE

1 Raul Alarcón (Spa) W52/FC Porto 12:20:42
2 Nairo Quintana (Col) Movistar Team 0:00:32
3 Óscar Sevilla (Spa) Medellin – Inder 0:01:07
4 Joao Benta (Ben) RP – Boavista
5 Alejandro Manue Marque Porto (Mar) Sporting / Tavira 0:01:40
6 Sergio Pardilla (Spa) Caja Rural-Seguros RGA 0:01:42
7 Ricardo Mestre (Por) W52/FC Porto 0:01:50
8 Ricardo Vilela (Por) Manzana Postobon 0:02:10
9 Joaquim Silva (Por) W52/FC Porto 0:02:17
10 Hernan Aguirre (Col) Manzana Postobon 0:02:46
11 Garikoilz Bravo Oiarbide (Bra) Euskadi Basque Country – Murias 0:02:55
12 José Manuel Díaz (Spa) Israel Cycling Academy 0:02:58
13 Mikel Iturria (Spa) Euskadi Basque Country – Murias 0:03:01
14 Federico Canuti (Can) d’Amico – Utensilnord 0:03:15
15 José Herrada (Spa) Movistar Team 0:03:19

Sotto lla neve delle Asturie Quintana affina le armi in vista del Giro dItalia (foto Gomez Sport)

Sotto lla neve delle Asturie Quintana affina le armi in vista del Giro d'Italia (foto Gomez Sport)

A FRANCOFORTE ALEXANDER KRISTOFF FIRMA IL TERZO SUCCESSO CONSECUTIVO

maggio 1, 2017 by Redazione  
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Si è corsa oggi in un clima più da Giro di Lombardia la Rund um den Finanzplatz Eschborn-Frankfurt, corsa che fino a qualche edizione fa rispondeva al nome di GP di Francoforte e che da quest’anno è stata inserita nel Calendario World Tour. Il successo è andato per la terza volta consecutiva ad Alexander Kristoff, portacolori della Katusha Alpecin. Alle sue spalle il figlio d’arte e coequiper Rick Zabel. La gara ha visto anche il ritiro dell’atteso Peter Sagan quando mancavano una sessantina di chilometri al termine e la sua Bora Hansgrohe si stava accollando già da una quarantina di chilometri l’onere di tenere sotto controllo la fuga di giornata.

La pioggia e il freddo sono stati lo scenari dove si è svolto oggi il “GP di Francoforte” evento culmine di una giornata dedicata interamente allo sport del pedale. Erano, infatti, in programma gare per tutte le categorie, dai bambini ai professionisti, passando per le varie categorie giovanili, gli under23 e gli amatori. Visto l’enormità dell’evento molti di voi ricorderanno che l’edizione 2015 non fu disputata per il timore che fosse un bersaglio terroristico.
La corsa odierna, conclusa con il terzo successo consecutivo di Alexander Kristoff ha avuto il suo momento clou sull’ultimo passaggio sul Mammolshain ai meno 40. A quel punto il plotone, già ridotto nel numero a causa del maltempo e mancante di alcuni elementi di spessore, si è spezzato in più tronconi. Da lì in avanti, l’unico team in grado di “fare la corsa” si è dimostrato il Team Katusha-Alpecin che non solo ha piazzato Kristoff al primo posto, ma ha occupato anche il secondo posto del podio con Rik Zabel, colui che ha il compito di lanciare il norvegese nelle volate e che è figlio di Erik Zabel, proprio il corridore che fino ad oggi pomeriggio era l’unico detentore del record delle tre vittorie nella corsa di Francoforte. Masticano amaro i tedeschi, rimasti sul gradino più passo del podio con John Degenkolb (Trek – Segafredo).
Prima dell’epilogo finale, ma già con la gara entrata nel vivo, da registrare il tutt’altro che velleitario tentativo di Aimé De Gendt (Sport Vlaanderen – Baloise) e Jan Tratnik (CCC Sprandi Polkowice) ai meno 15. Per loro un vantaggio anche di 20”, comunque troppo pochi per contrastare lo strapotere della Katusha, galvanizzata anche dalla mancanza per ritiro di alcuni elementi di spessore nel plotone. Infatti Marcel Kittel (Quick-Step Floors), André Greipel (Lotto Soudal) e Peter Sagan (Bora-Hansgrohe) avevano tra gli altri alzato bandiera bianca, salendo in ammiraglia prima che la gara si accendesse o subito dopo che si entrasse nel vivo nella 55a edizione del vecchio Gran Premio di Francoforte

Mario Prato

Kristoff capitalizza il gran lavoro della Katusha e ottiene una prestigiosa tripletta in quel di Francoforte (foto picture-alliance/dpa)

Kristoff capitalizza il gran lavoro della Katusha e ottiene una prestigiosa tripletta in quel di Francoforte (foto picture-alliance/dpa)

01-05-2017

maggio 1, 2017 by Redazione  
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ESCHBORN-FRANKFURT “RUND UM DEN FINANZPLATZ”

Il norvegese Alexander Kristoff (Team Katusha – Alpecin) si è imposto nella corsa tedesca, Eschborn – Francoforte sul Meno, percorrendo 218.7 Km in 5h29′33″ alla media di 39.818 Km/h. Ha preceduto di 1″ il belga Zabel e di 2″ il tedesco Degenkolb. Miglior italiano Simone Petilli (UAE Team Emirates), 35° a 36″

LE TOUR DE BRETAGNE CYCLISTE

L’italiano Andrea Vendrame (Androni Giocattoli) si è imposto nella settima ed ultima tappa, Saint-Brice-en-Coglès – Fougères, percorrendo 145.4 Km in 3h30′45″ alla media di 41.395 Km/h. Ha preceduto allo sprint il francese Gesbert e di 2″ il belga Dewulf. Il francese Flavien Dassonville (HP BTP – Auber93) si impone in classifica con 7″ sul norvegese Skaarseth w 26″ su Dewulf. Miglior italiano Vendrame, 6° a 1′29″

VUELTA ASTURIAS JULIO ALVAREZ MENDO

Lo spagnolo Raul Alarcón García (W52/FC Porto) si è imposto nella terza ed ultima tappa, Cangas del Narcea – Oviedo (Uría), percorrendo 120 Km in 2h48′12″ alla media di 42.806 Km/h. Ha preceduto di 7″ il connazionale Sevilla Ribera e il portoghese Cardoso Benta. Miglior italiano Federico Canuti (D’Amico – Utensilnord), 27° a 1′07″. Alarcón García si impone in classifica con 32″ sul colombiano Quintana Rojas e 1′07″ su Sevilla Ribera. Miglior italiano Canuti, 14° a 3′15″.

CIRCUIT DE WALLONIE

L’olandese Maarten Van Trijp (Metec – TKH Continental Cyclingteam p/b Mantel) si è imposto nella corsa belga, circuito di Mont-sur-Marchienne, percorrendo 182.4 Km in 4h16′36″ alla media di 42.650 Km/h. Ha preceduto allo sprint i belgi Robeet e Leemans. Miglior italiano Marco Zanotti (Monkey Town Continental Team), 4°.

MEMORIAL ANDRZEJA TROCHANOWSKIEGO

Il ceco Alois Kankovsky (Elkov – Author Cycling Team) si è imposto nella corsa polacca, circuito di Baboszewo, percorrendo 168.8 Km in 3h55′35″ alla media di 42.991 Km/h. Ha preceduto allo sprint i polacchi Stepniak e Laton.

LE ORME DI SCARPONI: IL GIRO DEL 2011 – PARTE PRIMA

maggio 1, 2017 by Redazione  
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All’inizio della settimana che ci porterà alla partenza della corsa rosa vi proproniamo la lettura degli articoli che pubblicammo durante il Giro del 2011, l’edizione nella quale Scarponi giunse secondo…. per qualche mese perché poi si scoprirà il vincitore Contador positivo all’antidoping e a febbraio dell’anno dopo Michele sarà ufficialmente decretato vincitore, con tanto di consegna della maglia rosa e del Trofeo Senza Fine da parte degli organizzatori. In questa prima parte rivisitiamo le prime tappe “forti” della corsa, la cronosquadre d’apertura a Torino, la tappa degli sterrati terminata ad Orvieto e gli arrivi in salita a Montevergine e all’Etna

1a tappa: Venaria Reale – Torino (cronosquadre)

PINOTTI PRIMO SOVRANO DEL GIRO DELL’ITALIA UNITA

Al Giro dedicato al 150mo anniversario dell’Unità d’Italia non poteva mancare un italiano in rosa fin da subito. Ed infatti la cronosquadre d’apertura, vinta con una bella prova corale da parte degli uomini HTC Highroad consegna la prima maglia rosa a Marco Pinotti. Tra i favoriti della vigilia, insieme a Garmin e Liquigas, gli uomini di Valerio Piva, a differenza di altre squadre, sono stati ben allineati già dalla discesa della pedana di partenza. Dettagli che in una prova contro il tempo fanno la differenza. Ad iniziare la cronosquadre è toccato ai belgi dell’Omega Pharma-Lotto che, partiti alle 15.50, hanno fatto registrare il primo rilevamento cronometrico ufficiale, posto dopo 9,1 Km, con il tempo di 10’04”. All’arrivo, dopo 19,3 Km totali, hanno fermato il cronometro ai 21′21” alla media di 54,23 Km/h. L’ intertempo sarà migliorato per la prima volta soltanto di 2” dalla Rabobank, ottava squadra partita, ma seconda all’arrivo con 4” di ritardo dall’Omega. Fanno peggio l’Acqua&Sapone di Garzelli, la Katusha di Joaquim Rodriguez e l’Astana di Roman Kreuziger con un ritardo rispettivamente di 45”, 42” e 28” dai belgi. Il tempo dell’Omega resiste anche al passaggio degli uomini Sky, al traguardo con 15” di ritardo, nonostante a metà gara avessero il loro stesso intertempo. Stesso identico discorso per le sorti dell’attesissima Saxo Bank di Alberto Contador, a testimonianza quindi della gran bella prova dell’Omega. Ma ecco entrare di scena gli Htc. Grazie alle poderose pedalate di Pinotti e Rabon, ed un’intesa perfetta con gli altri compagni di squadra, riescono a ridurre, dopo soli 9,1Km, l’intertempo dell’Omega di ben 14” ed all’arrivo il loro tempo sarà di 21′00” ad una velocità media di poco superiore al 55 Km/h. Intanto arriva al traguardo la Geox di Denis Menchov con 31” di ritardo e poco dopo la Saxo, sempre indietro, seppur di poco, con uno svantaggio di 8”. Parte la Garmin e subito dopo la Liquigas ed entrambe già all’intertempo sono in ritardo, questa volta dagli HTC, rispettivamente di 9” e 11”. Arrivano intanto al traguardo Garmin e Liquigas con il ritardo rispettivamente di 24” e 22”, (buon per Nibali, che già guadagna 8” da Contador), dalla maglia rosa virtuale Pinotti, primo degli HTC ad aver tagliato il traguardo. Ottima anche la prova dei Lampre di Scarponi, in ottica classifica generale, con 2” meglio dei Saxo di Contador. L’unica squadra rimasta a poter impensierire gli Htc è la RadioShack di Machado e Popovych, forte nelle prove contro il tempo ma che però deve accontentarsi della seconda posizione sia all’intertempo, 8” il loro ritardo, sia all’arrivo con 10”. Prima Htc, seconda RadioShack, terza Liquigas per il primo podio di un Giro d’Italia tutto ancora da gustare!

7 maggio 2011

Antonio Scarfone

5a tappa: Piombino – Orvieto

UN’IMPRESA DAL GUSTO ANTICO

Ritorna il tempo al Giro d’Italia. Il suo conteggio oggi c’è e tutti son pronti ad immergersi in una delle tappe più belle, sotto il profilo tecnico, della corsa rosa. Tutti tranne la Leopard Treck che, ritiratasi dalla corsa, sarà giustamente vicino nel dare l’ultimo saluto, in Belgio, a Wouter Weilandt. Da Piombino a Orvieto la frazione di giornata ripropone, come accade nel 2010, alcuni tratti di strade bianche ed un arrivo in leggera ascesa dopo l’ostico strappo verso Croce di Fighine, al 15% di pendenza massima.
Ci si aspettava una numerosa fuga, visto il profilo mosso della tappa, ed invece a provarci, già dal km 12 è il solo Martin Kohler (BMC). Lo svizzero è autore di una bella prova di coraggio e arriverà a guadagnare fino acirca 13’. Non basteranno, perché alle sue spalle la bagarre tra la polvere delle strade bianche inizia a scatenarsi fin da subito con Yaroslav Popovych (RadioShack) che aggredisce l’ingresso nel primo tratto di sterrato, ai meno 39 dal traguardo, verso il GPM di Croce di Fighine. Il gruppo, composto da tutti i migliori tranne che da un dolorante Giovanni Visconti (fastidi ad un ginocchio per il Campione Italiano) sembra varcare l’ingresso per un mondo tutto nuovo. Arcaico e leggendario. Proprio come avvenne nella tappa di Montalcino di un anno fa. Un tempo la pioggia ed il fango, questa volta il sole che riscalda ogni granulo di ghiaia, arroventandone ogni punta e mettendo così ancor più a rischio le ruote dei ciclisti in gara. A forare saranno davvero in tanti. Ed a render più difficile il tutto è il gran polverone che si alza al passaggio dei ciclisti in gara. Sembrano scomparire uno ad uno. Intanto, a pochi passi dal GPM Kohler inizia a barcollare sulla sella, proprio nel tratto in cui le pendenze sfiorano il 15%, mantenendo un vantaggio sul gruppo di 3’25”. Nessuno scatto in ciò che resta del gruppo, ridotto ad una cinquantina di unità con la “rete” dei velocisti già formatasi tempo addietro. A Croce di Fighine, dietro il battistrada, transiterà in capo al gruppo Kreuziger (Astana). Non c’è la maglia rosa Millar (Garmin), attardato di 35”. Nella discesa successiva però il buon David farà di tutto per rientrare sui migliori, riuscendoci prima dell’ultimo settore di sterrato. Sfinito per l’azione di recupero non riuscirà, però, a seguire Contador, Nibali, Scarponi e compagnia, lasciando così definitivamente la maglia del primato. Giù nella ripida e sterrata discesa prova ad andarsene tutto solo Vincenzo Nibali (Liquigas) seguito a un tenace Tankink (Rabobank). I due verranno ben presto ripresi subito dopo l’inizio dell’asfalto, ormai in pianura, da tutti gli uomini di classifica. Tra questi c’è anche Cataldo che, proprio insieme a Tantink, prova un nuovo contrattacco, reso vano qualche chilometro più avanti da una scivolata per l’italiano e da un problema meccanico per l’olandese. Tutto questo con Kohler che ha ormai solo 1’20” da gestire a 20 Km dal traguardo di Orvieto.
Nell’ultimo settore di sterrato, interrotto da un breve tratto di asfalto, il vantaggio dell’uomo BMC ormai scende sotto il minuto. Fora Garzelli ma viene aiutato prontamente da Codol a rientrare. Un brivido ci percorre la schiena quando le immagini Rai si soffermano su Tom Slagter (Rabobank), caduto in seguito ad un contatto con un uomo del team Euskatel a bordo strada. Nulla di particolarmente grave, per fortuna per lui, comunque costretto a ritararsi dalla corsa per tutti gli accertamenti del caso. Kohler viene assorbito da Gadret e subito dopo prova ad andarsene tutto solo Wenning (Rabobank). Ai – 2,5 Km ha 40” di vantaggio, proprio all’inizio dell’ultima ascesa di giornata, un tratto con pendenza massima al 15%. Su per Orvieto ci prova Scarponi (Lampre). Il marchigiano in un attimo guadagna, nel tratto più impegnativo, una decina di metri ma a mancare è la salita, troppo breve per far sì che si potesse far selezione, troppo facile nella seconda parte. Non c’è più spazio per riacciuffare Wenning, bravissimo a provarci e a dar tutto nei chilometri conclusivi. Secondo è Duarte (Geox), a chiudere il podio è Serpa (Androni). Via via arrivano tutti i migliori con i nostri italiani Nibali sesto e Scarponi ottavo a dar chiari segnali ad Alberto Contador. Guarda caso settimo. Al centro della morsa italiana.

11 maggio 2011

Antonio Scarfone

7a tappa: Maddaloni – Montevergine di Mercogliano

TAPPA CORTA? “VOLATA” LUNGA PER DE CLERCQ. ROCK & ROLL HOOGERLAND NELLA FUGA

Johnny Hoogerland, nome da rockstar, si prende il palcoscenico fino alle rampe finali, poi toccherebbe al “main group” far strillare gli amplificatori e roteare le chitarre come asce da battaglia. Invece i grandi protagonisti attendono – e si fanno attendere – una frazione di secondo di troppo, così il trionfo è tutto per un solista coraggioso e inatteso.
Andiamo con ordine: la “fuga del mattino” oggi è del “primo pomeriggio” visto che si parte alle 14:30, ma nonostante le temperature estive non tira aria di siesta. A differenza delle sterili fughe solitarie che i corridori timidi o spauriti ci avevano proposto ad inizio Giro, si fa sul serio: ma fintanto che si formano drappelli addirittura troppo numerosi, la maglia rosa non si fida a concedere la luce verde, specialmente in una tappa così breve. Pineau (QST) e Canuti (COL) sono tra i più attivi e determinati, sono protagonisti a più riprese fino a che, dopo una mezz’ora volata sul filo dei sessanta all’ora, riescono a prendere il largo assieme a Visconti (FAR), Bak (HTC) e Montaguti (AG2).
La fuga viaggia allegra e veloce, con l’Acqua e Sapone di Garzelli a dare man forte alla Rabobank per controllare il distacco. Sul Gpm intermedio di Serra della Strada provano a fare il balzo Lang (OLO) e Cazaux (EUS), ma è Johnny Hoogerland della Vacansoleil a partire come una scheggia e a saltare i due contrattaccanti in pochi istanti sulle rampe più impegnative (complice un guaio meccanico per Lang all’atto di cambiare). L’impresa si direbbe disperata, visto che il distacco si aggira intorno al paio di minuti, ma al traguardo del Gpm Hoogerland l’ha dimezzato. La fatica dell’olandese si palesa nella sua mostruosità quando un inatteso dentello si frappone tra il Gpm ufficiale e l’agognata discesa, mentre davanti Canuti ha razziato i punti per la maglia verde e se n’è andato in libera uscita fino a che una curva insidiosa non l’avrà portato prima a terra e quindi di nuovo in compagnia dei colleghi fuggitivi.
L’emozione spasmodica è però tutta per il disperato inseguimento condotto da Hoogerland, con fasi quasi drammatiche quando – arrivato pressoché a tiro – l’olandese pare non riuscire più nemmeno a pedalare. Lo spirito del ciclismo si palesa quando Scinto, della Farnese di Visconti, offre da bere all’assetato rivale, pure potenzialmente pericoloso in caso di rientro. Ma evidentemente sotto sotto tutti fanno il tifo per il temerario, a maggior ragione perché in realtà le speranze che la fuga vada in porto sono davvero basse.
Alla fine il gruppetto decide di ammettere il membro supplementare, e rallenta per favorire il rientro: Hoogerland però non deve aver gradito la tardività di questa decisione, o forse vuole rilanciare l’andatura che rischiava di essere fatalmente e definitivamente smorzata dalla pausa realizzata; fatto sta che invece che accodarsi, tira dritto come un colpo di balestra, costringendo i fuggitivi, Canuti in primis, a scuotersi per saltargli a ruota.
Il fantasioso Johnny, genio e sregolatezza da vero rocker, si fa perdonare con le tirate più generose, anche se le speranze di tutti sono ormai al lumicino: alle prime avvisaglie di salita molleranno senza lottare Visconti e Pineau, depressi dalla propria consapevolezza, poi via via tutti gli altri al venir meno delle energie, lasciando il solo Bak al ruolo da lepre.
La trafila dei tentativi è lunga quanto vacua, ci provano in ordine sparso Cherel, Rovny, De Greef, Valls, Pirazzi, ovviamente, col proprio marchio di fabbrica che sembra ormai essere il “doppio scatto”, con un primo tentativo più da lungi e uno più convinto a ridosso del finale (forse potrebbe puntare tutto su uno dei due? Bravo comunque).
Ai meno 5,5km “lancia la volata lunga” De Clercq, dell’Omega Pharma – Lotto: la battuta si giustifica osservando il fotogramma del traguardo, anzi il fotofinish, ove il belga prevale per mezza bici scarsa su Scarponi, dando l’illusione di essersi giocato la volata piuttosto che di essere un “fuggitivo” dell’ultimo quarto d’ora.
Come preannunciato proverà senza fortuna a riportarsi su di lui Pirazzi, e così pure Ochoa: ma il distacco maturato si è allargato in fretta, mentre di converso è proprio – e solamente – nel finale che l’andatura del gruppo si infiamma in un crescendo isterico.
La svolta è nella decisione, azzeccata, da parte di Nibali di far sottrarre i suoi gregari al lavoro di ricongiungimento. Poco sprinter, il siciliano, inutile sprecare energie preziose per regalare abbuoni agli altri.
Si materializza ancora una volta uno dei tratti genetici di questo Giro: mancano i cacciatori di tappe, gli scattisti da giornata secca, e così – con Weening ben contento della situazione (meglio l’abbuono all’innocuo De Clercq che a Le Mevél) – non c’è grande concorso di forze nel chiudere sul belga, il cui margine si continua a dilatare in maniera impressionante fino ai meno 2km.
Solo in conclusione la Lampre comprende che il campo è sgombro di potenziali avversari, e che quindi in palio c’è una tappa disponibile col suo preziosissimo abbuono: l’attacco di Ochoa conferma che Serpa, uno dei papabili per un arrivo veloce, non deve essere così brillante (l’ordine d’arrivo lo confermerà), il Di Luca così minaccioso ieri arranca a fondo gruppo (e pagherà oltre un minuto e mezzo), Joaquim Rodriguez è allergico alle pendenze troppo umili, stai a vedere che tra chi pedala bene lì davanti Scarponi è il più tirato a lucido?
Naturalmente è comprensibile la valutazione sulla lunghezza del Giro, sulla necessità di misurare bene quanto affannarsi, con ben due capitani (domani è occasione per Petacchi, domenica si dannerà la Liquigas di Nibali, va bene, ma Ulissi e Niemec potrebbero fare comodo lo stesso): fatto sta che la sconvolgente accelerazione messa in atto nel finale di tappa si rivela insufficiente per quell’inezia che premia l’audacia di De Clercq e lascia un retrogusto amaro in bocca a Scarponi, che pure mette in cascina un bel po’ di secondi con una progressione tanto maestosa quanto effettivamente inabile – di per sé sola – a fare il vuoto.
Un altro finale appassionantissimo, dopo quello di ieri, con un secondo posto ambivalente sempre per un uomo Lampre. Se però la forma strepitosa di Petacchi si adatta perfettamente a un Giro generoso coi velocisti solo nella prima metà, e nemmeno troppo generoso, visto che concede le volate solo a prezzo di rampe e rampette assortite, l’incognita per Scarponi riguarda la durata di un picco già evidente fin d’ora. Comunque il Giro si vincrà più nel secondo che nel terzo weekend, e mettersi dietro gli altri fa sempre meglio al morale che non il viceversa: i precedenti di Cunego 2004 e Di Luca 2007 non sono scoraggianti.
Il borsino degli altri ci racconta di un Nibali non veloce ma estremamente reattivo (quarto) e, sul podio, di un Kreuziger potente che ha ricordato per certi versi alcuni allunghi del Menchov 2008-2009. Non parliamo certo di scattisti, il che la dice molto lunga sui ritmi devastanti del finale ma anche sulla scarsa competizione in questo specifico settore. Quarto Garzelli che qui si piazza spesso ma proprio non vince. Questi i più in luce. Bravo pure Joaquim Rodriguez su una delle salite a lui meno confacenti, promettente Rujano in vista dei tapponi a venire. Cataldo e Le Mevél pare vogliano candidarsi a un ottimo Giro. Sempre a pari tempo discreti segnali da Kruijswijk e Masciarelli, Menchov (17°) si nasconde così come Contador (che però è comunque nono!), incoraggiante la permanenza nel gruppo d’elite e quindi in classifica di Gadret, Anton e Pozzovivo su rampe da passisti e in un finale coi tamburi rullanti più simile a uno sprint. Nel complesso arrivano assieme 26 atleti, sull’Etna la musica cambierà…

13 maggio 2011

Gabriele Bugada

9a tappa: Messina – Etna

INCENERITI! CONTADOR INFIAMMA L’ETNA: SCARPONI SI BRUCIA, NIBALI DI BRACE

Onoriamo la fuga di giornata, strappata a un gruppo recalcitrante dopo un’ora volata sul filo dei 50km/h: dopo il fallimento, tra gli altri, di Di Luca, se ne vanno invece di prepotenza Savini e Bakelandts, cui si aggregano Cherel, Frank, Horrach e Vanotti (compagni rispettivamente di Joaquim Rodriguez e Nibali), Lastras – maglia rosa virtuale e promettente per la tappa –, Popovych e, dulcis in fundo, Visconti. Le speranze di conquistare almeno il traguardo di giornata reggono fino alle rampe più dure dell’Etna, e si fondano principalmente sull’auspicio di una gara di studio tra i “pezzi grossi”: ma così non sarà, e gli allunghi sfrontati di Bakelandts, che si arrende per ultimo; la generosità di Lastras profusa per tre quarti di tappa; i calcoli tattici di Vanotti (ripreso prima delle fasi calde, qualche tirata per Nibali comunque la darà); la scarsa collaboratività dello svizzero Frank che guizza velleitario rompendo accordi; la regolarità di Savini; soprattutto l’eroismo umile di Visconti che si danna l’anima per brillare in una tappa che non gli appartiene; ebbene, tutto questo sparirà in fumo quando la sfida di alta classifica si farà incandescente.
L’inseguimento, su e giù tra pendici del vulcano e mare, racconta di una differenza trattenuta tra i tre e i cinque minuti, dice di una Lampre che si fa carico quasi da sola della gestione di gara (esemplare Petacchi), sporadicamente supportata da Liquigas e Astana quando si tratta di dare un giro di vite in fondo alla prima lunga discesa dell’Etna. In cronaca, l’abortito rientro di Belkov della Vacansoleil, che tenta senza esito di imitare il compagno Hoogerland visto a Montevergine, ma dopo aver recuperato tutti i minuti – tranne uno – sul primo Gpm, fallisce l’aggancio in discesa e viene riassorbito.
Dopodiché, è l’Etna. Di nuovo, ma stavolta “davvero”: più in alto, più forte. Strada larga, vento tagliente, distese di sabbia lavica in cui i corridori appaiono ancora più spersi.
La Lampre, ancora la Lampre, dà il “la” all’accelerazione che segna fatalmente il destino della fuga, prima Marzano, poi le prime fiammelle di Niemec: la maglia rosa Weening precipita in un abisso infernale di fatica e sofferenza quando ancora mancano dieci km all’arrivo. Arriverà con oltre sei minuti e mezzo di ritardo. Anche Pinotti arranca, e abbandona ogni velleità di classifica. Ci si scotta ancor prima che il rogo sia esploso.
Ai -10 km si avvicinano le rampe più dure e Rujano e Nieve tentano di avvantaggiarsi, ma solo il piccolo venezuelano riuscirà a tenere il naso fuori, per quanto sempre nel mirino di Niemec. Numerosissimi gli Astana in “posizione di sparo” (Kreuziger, Kiserlovski, Masciarelli, Tiralongo), preoccupante l’isolamento di Nibali, spesso alle spalle di un sorprendente Garzelli che si mantiene costantemente nelle primissime posizioni del gruppetto.
A breve però la parola “isolamento” acquisirà un significato completamente diverso.
Contador è ancora accompagnato da Jesus Hernandez, e l’ascesa mancante è ancora lunga, soprattutto per un atleta spesso accusato di sfoderare le proprie rivoltelle quando alla linea non mancano più di tremila metri, tanto da far assumere ai 5 km di Verbier i connotati del memorabile. Di fatto però la salita è ancora più lunga, e non tanto per le distanze da affrontare ma perché “facile” (Rujano: “oggi la salita era troppo facile per me”), da scia. E ancor più “da scia” perché sferzata da un vento impietoso. Specialmente perché il drappello dei migliori è ancora corposo, ricco di capitani che con un’altra preda magari si guardarebbero troppo, ma con un fuggitivo di lusso non farebbero alcuna fatica ad accordarsi e trasformarsi in una muta di segugi: a maggior ragione perché non di soli capitani si tratta, ma anche di gregari, ovviamente di lusso, vale a dire Niemec e il gruppo Astana.
Tanti fattori da computare, e il bilancio fatto da un dovizioso ragioniere suggerirebbe di accomodarsi a ruota.
Ma oggi Contador non ha intenzione di soffermarsi a fare troppi conti, sente il fuoco nelle “piernas”, e ai -7km dall’arrivo, sulle rampe più impegnative (ma non poi così tanto, intorno all’8-9%), scarica sulla moltiplica grande tutta la veemenza di un’eruzione vulcanica.
Scarponi è l’unico a tentare di reagire, lungo rapporto anche per lui e un rientro il più veloce possibile per potersi agganciare al carro posteriore dello spagnolo: Contador è propenso a collaborare, chiede un cambio, ma Michele è in apnea. All’atto di rientrare su Rujano (che saggiamente doveva aver allentato l’andatura, probabilmente proprio nella speranza di favorire qualche rientro), il pistolero fa di nuovo fuoco, e a Scarponi non resta che scivolare nel gruppetto all’inseguimento con i muscoli disperatamente in fiamme e ogni sirena d’allarme che strilla invano.
Lo scalatore venezuelano si acquatta alla ruota di Contador, stringe i denti, non è ovviamente in grado di dare neppure mezzo cambio. Il vantaggio si dilata comunque.
Dietro è soprattutto l’Astana ha lavorare sodo, dopo che Niemec si sgancia avendo offerto l’estremo contributo. Provano ad uscire Gadret e Sivtsov, ma il ritmo è alto e non c’è spazio. Contador soffre nei tratti controvento, naturalmente il suo margine non si spalanca più, ma d’altro canto nemmeno si contrae, assestandosi intorno al minuto e oscillando col favore o meno delle brezze. Emergono le doti di cronoman ancor più di quelle da scalatore, la postura è spesso seduta, in punta di sella, con un ghigno tremendo sul volto mentre la pedalata tradisce l’erogazione della massima potenza, pur nei limiti della consueta agilità, ora meno esasperata.
Tornante, giro di strada e giro di vento, Contador accelera, si volta, Rujano non c’è più, o meglio è lì, sempre lì, tenace e grintoso, ma staccato di qualche metro. Non c’è tempo per attendere, l’abbiamo detto, questa ormai è una cronometro.
Bang, arriva la linea, e Contador solleva con fatica estrema un braccio solo, e bang, spara, e bang un sorriso gli trapela sul viso.
A tutta velocità arrivano gli altri, Nibali ha covato come brace sotto la cenere lungo tutto il vulcano e azzarda uno scatto bellissimo poco prima dell’ultimo chilometro, ma Arroyo, un Arroyo fenomenale evidentemente esaltato dai suoi trascorsi in rosa, si spreme per stopparlo. Sarà volata, con Garzelli che si scorna fin sulla riga con il messinese, prevalendo infine per la propria maggiore freschezza (non ha provato attacchi) oltreché per lo spunto decisamente superiore: terzo posto con abbuono, ma pure punti preziosi per le maglie rossa e verde.
Nibali comunque dimostra con questo finale di stare bene, sopravanza Kreuziger che era apparso in precedenza più potente e reattivo, chiudono il più selezionato gruppetto – lasciandoci un po’ stralunati – Arroyo e Sivtsov, che dopo il proprio tentativo a vuoto era sembrato in grande difficoltà ma si deve essere ripreso.
Igor Anton, che forse qualche pensiero alla classifica lo fa, è subito dietro, distanziato solo nella foga della volata, specialità che proprio non fa per lui.
L’innesco di Contador ha fatto diventare tremendamente selettivo un arrivo pronosticato per una quindicina di atleti, mentre già Scarponi, peraltro sopravvissuto vista la crisi allucinante sul cui limite si è mosso, è già a quasi venti secondi da Nibali. Bene anche Gadret, tra gli scalatori purissimi, mentre Pozzovivo patisce la salita e giunge con oltre quattro primi di distacco. Tra i favoriti soffrono assai Menchov e Joaquim Rodriguez, a oltre due minuti (comunque quasi uno e mezzo da Nibali), così come – volendo includerli – Sastre e Lovkvist (anzi, peggio).
Tiene molto bene Le Mevél, scalzato dai dieci solo da un inaspettato Dupont, anche lui dell’Ag2R come Gadret. Nel medesimo gruppetto Serpa e Carrara. Masciarelli, Kiserlovski e Tiralongo si immolano per Kreuziger (e anche per tutti gli altri, e per il Giro!, a questo punto…), solo il giovane Francesco contiene il distacco entro il minuto e mezzo, vale a dire una trentina di secondi dai comuni mortali.
Il Giro è lungo, è la cantilena di tutti, ma adesso tocca agli altri dare fuoco alle polveri, e soprattutto capire che se si porta Contador alla salita finale correndo con linearità tattica e senza sussulti sulle prime ascese, questo Giro lo spagnolo lo può perdere solo se la luce si spegne a lui. O se qualcun altro gliela spegnerà a posteriori, ma questo farebbe solo male al ciclismo, e quindi anche a tutti gli altri atleti che pure ne godessero nell’immediato.

Gabriele Bugada

Michele Scarponi sguscia fuori in testa al gruppo da una delle ultime curve della salita di Montevergine, ma sul traguardo lo precederà dun soffio il belga Bart De Clercq (foto Bettini)

Michele Scarponi sguscia fuori in testa al gruppo da una delle ultime curve della salita di Montevergine, ma sul traguardo lo precederà d'un soffio il belga Bart De Clercq (foto Bettini)

PAUWELS E FRAILE FAN VOLARE LA DIMENSION DATA

maggio 1, 2017 by Redazione  
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La terza ed ultima tappa del Tour of Yorkshire va al belga Serge Pauwels (Dimension Data) che precede sul traguardo il compagno di squadra Omar Fraile e di 6″ il francese Jonathan Hivert (Direct Energie). Anche la classifica finale viene vinta da Pauwels, sempre accompagnato da Fraile sul podio.

C’è poco da dire. La Dimension Data ha dominato la gara, non solo da un punto di vista tattico, ma anche motivazionale; non è stata una doppietta “fortunata”, bensì meritata. Autori di questa prestazione di squadra, così entusiasmante, sono stati un belga, Pauwels, ed uno spagnolo, Fraile.
L’ultima tappa, da Bradford a Sheffield per un totale di 195 chilometri, offriva un percorso esigente, in particolar modo negli ultimi venti chilometri, in cui si dovevano affrontare quattro côtes ravvicinate e belle toste, con pendenze oltre il 10%.
Ed è proprio in questo tratto che si è decisa la corsa, prima con l’azione di Van Rensburg (Dimension Data) che attacca sulla prima di queste quattro ascese preparando il terreno ai due compagni di formazione. Lo scatto di Pauwels avviene sulla penultima salita, quella più dura, ed è un’azione prepotente la sua, che gli permette di guadagnare quasi 30″. Sull’ultima asperità si verifica la reazione del gruppo inseguitore, sebbene molto esiguo da un punto numerico, tirato dalla BMC che arriva a fargli sentire il fiato sul collo, senza però assorbirlo. Ed è in questo momento di rilassamento del plotoncino che parte Fraile in contropiede, sotto lo sguardo sorpreso di chi viene lasciato indietro. È una mossa rischiosa, perché il corridore spagnolo poteva trascinarsi dietro altri corridori, ma efficace poiché rimane da solo e riesce a raggiungere Pauwels in testa alla corsa, raddoppiando tanto le forze quanto le possibilità di vittoria per la squadra.
Sul traguardo, nella stessa cittadina dove 2014 Nibali si impose al Tour de France, giungono in grande stile Pauwels e Fraile, i quali alzano entrambi le braccia al cielo per una foto che nessuno dei due dimenticherà facilmente, soprattutto il belga, visto che è lui il primo a tagliare il traguardo, sua prima vittoria in carriera. Dietro di loro giungono a 6″ Hivert e Bookwalter, a 8″ il britannico Geoghegan Hart (Sky), l’olandese Maurits Lammertink (Katusha-Alpecin), i britannici Matthew Holmes (Madison Genesis) e Mark Christian (Aqua Blue Sport) e l’olandese Lennard Hofstede (Team Sunweb). Per trovare italiano nell’ordine d’arrivo bisogna scendere fino al 13° posto di Mauro Finetto (Delko Marseille Provence KTM), giunto al traguardo con 50″ di ritardo.
La classifica generale e finale è presto fatta, in quanto rispecchia per il podio di tappa, quindi con il doppio successo di Pauwels, che si porta a casa il doppio bottino “tappa e maglia”.

Paolo Terzi

ORDINE D’ARRIVO

1 Serge Pauwels (Bel) Dimension Data 4:57:47
2 Omar Fraile Matarranz (Spa) Dimension Data
3 Jonathan Hivert (Fra) Direct Energie 0:00:06
4 Brent Bookwalter (USA) BMC Racing Team
5 Tao Geoghegan Hart (GBr) Team Sky 0:00:08
6 Maurits Lammertink (Ned) Katusha-Alpecin
7 Matthew Holmes (GBr) Madison Genesis
8 Mark Christian (GBr) Aqua Blue Sport
9 Lennard Hofstede (Ned) Team Sunweb
10 Joseph Rosskopf (USA) BMC Racing Team 0:00:23
11 Quentin Pacher (Fra) Delko Marseille Provence KTM 0:00:32
12 Tiago Machado (Por) Katusha-Alpecin
13 Mauro Finetto (Ita) Delko Marseille Provence KTM 0:00:50
14 Lawrence Warbasse (USA) Aqua Blue Sport
15 Amael Moinard (Fra) BMC Racing Team
16 Jacques Willem Janse Van Rensburg (RSA) Dimension Data
17 Delio Fernandez Cruz (Spa) Delko Marseille Provence KTM 0:01:22
18 Robert Kišerlovski (Cro) Katusha-Alpecin
19 Romain Combaud (Fra) Delko Marseille Provence KTM
20 Stéphane Rossetto (Fra) Cofidis, Solutions Credits 0:01:25
21 Ian Bibby (GBr) JLT Condor 0:01:43
22 Anthony Perez (Fra) Cofidis, Solutions Credits
23 Nick Van Der Lijke (Ned) Roompot – Nederlandse Loterij
24 Thomas Stewart (GBr) One Pro Cycling
25 Richard Handley (GBr) Madison Genesis
26 Max Stedman (GBr) Bike Channel Canyon
27 Daniel Pearson (GBr) Aqua Blue Sport
28 Ben O’connor (Aus) Dimension Data
29 Anthony Turgis (Fra) Cofidis, Solutions Credits 0:01:53
30 Ethan Hayter (GBr) Great Britain 0:03:00
31 Hayden Mccormick (NZl) One Pro Cycling 0:04:07
32 Floris Gerfs (Ned) BMC Racing Team
33 Stef Clement (Ned) Team LottoNl-Jumbo
34 Alistair Slater (GBr) JLT Condor
35 Thierry Hupond (Fra) Delko Marseille Provence KTM
36 Thomas Voeckler (Fra) Direct Energie
37 Julien El Fares (Fra) Delko Marseille Provence KTM
38 Andrew Fenn (GBr) Aqua Blue Sport
39 Søren Kragh Andersen (Den) Team Sunweb 0:04:56
40 Romain Sicard (Fra) Direct Energie 0:05:53
41 Chris Hamilton (Aus) Team Sunweb 0:05:57
42 Jeroen Meijers (Ned) Roompot – Nederlandse Loterij 0:05:58
43 Reto Hollenstein (Swi) Katusha-Alpecin 0:06:44
44 Joey Walker (GBr) Great Britain
45 Adam Hartley (GBr) Great Britain
46 Scott Thwaites (GBr) Dimension Data
47 Adrià Moreno Sala (Spa) Team Raleigh GAC
48 Kristian Sbaragli (Ita) Dimension Data
49 Mitch Docker (Aus) Orica-Scott
50 Jimmy Turgis (Fra) Cofidis, Solutions Credits
51 Sjoerd Van Ginneken (Ned) Roompot – Nederlandse Loterij
52 Manuel Quinziato (Ita) BMC Racing Team
53 Joshua Hunt (GBr) One Pro Cycling
54 Jack Pullar (GBr) Bike Channel Canyon
55 Connor Swift (GBr) Madison Genesis
56 Adam Kenway (GBr) Team Raleigh GAC
57 Thomas Moses (GBr) JLT Condor
58 Ryan Perry (GBr) Team Raleigh GAC
59 Alex Frame (NZl) JLT Condor
60 Perrig Quemeneur (Fra) Direct Energie
61 Steve Lampier (GBr) JLT Condor
62 Taylor Karl Gunman (NZl) Madison Genesis
63 Kamil Gradek (Pol) One Pro Cycling
64 Brian Nauleau (Fra) Direct Energie
65 Jeremy Cornu (Fra) Direct Energie
66 Sebastian Mora Vedri (Spa) Team Raleigh GAC 0:09:32
67 Caleb Ewan (Aus) Orica-Scott 0:09:40
68 Luke Rowe (GBr) Team Sky
69 Enrique Sanz Unzue (Spa) Team Raleigh GAC 0:09:44
70 Jacob Hennessy (GBr) Great Britain 0:10:28
71 Christopher Lawless (GBr) Great Britain
72 Robert Partridge (GBr) Bike Channel Canyon
73 Dylan Groenewegen (Ned) Team LottoNl-Jumbo
74 Baptiste Planckaert (Bel) Katusha-Alpecin
75 Gatis Smukulis (Lat) Delko Marseille Provence KTM
76 Chris Opie (GBr) Bike Channel Canyon
77 Thomas Leezer (Ned) Team LottoNl-Jumbo
78 Gijs Van Hoecke (Bel) Team LottoNl-Jumbo
79 Amund Grondahl Jansen (Nor) Team LottoNl-Jumbo
80 Jonathan Mcevoy (GBr) Madison Genesis
81 Pieter Weening (Ned) Roompot – Nederlandse Loterij
82 Angel Madrazo Ruiz (Spa) Delko Marseille Provence KTM 0:11:46
83 Kristian House (GBr) One Pro Cycling
84 Tristan Robbins (GBr) Team Raleigh GAC
85 James Gullen (GBr) JLT Condor
86 Elmar Reinders (Ned) Roompot – Nederlandse Loterij 0:13:37
87 Andre Looij (Ned) Roompot – Nederlandse Loterij
88 Mads Würtz Schmidt (Den) Katusha-Alpecin
89 Svein Tuft (Can) Orica-Scott
90 Romain Guillemois (Fra) Direct Energie
91 Geoffrey Soupe (Fra) Cofidis, Solutions Credits
92 Jonas Van Genechten (Bel) Cofidis, Solutions Credits
93 Miles Scotson (Aus) BMC Racing Team
94 Conor Dunne (Irl) Aqua Blue Sport
95 James Knox (GBr) Great Britain 0:13:43
96 Steele Von Hoff (Aus) One Pro Cycling 0:17:28
97 Harry Tanfield (GBr) Bike Channel Canyon 0:18:10
98 Steven Lammertink (Ned) Team LottoNl-Jumbo
99 Dexter Gardias (GBr) Bike Channel Canyon
100 Jonathan Diebben (GBr) Team Sky

CLASSIFICA GENERALE

1 Serge Pauwels (Bel) Dimension Data 11:53:04
2 Omar Fraile Matarranz (Spa) Dimension Data 0:00:06
3 Jonathan Hivert (Fra) Direct Energie 0:00:07
4 Brent Bookwalter (USA) BMC Racing Team 0:00:18
5 Matthew Holmes (GBr) Madison Genesis 0:00:20
6 Maurits Lammertink (Ned) Katusha-Alpecin
7 Mark Christian (GBr) Aqua Blue Sport
8 Tao Geoghegan Hart (GBr) Team Sky
9 Lennard Hofstede (Ned) Team Sunweb
10 Joseph Rosskopf (USA) BMC Racing Team 0:00:35
11 Tiago Machado (Por) Katusha-Alpecin 0:00:44
12 Quentin Pacher (Fra) Delko Marseille Provence KTM
13 Lawrence Warbasse (USA) Aqua Blue Sport 0:01:02
14 Amael Moinard (Fra) BMC Racing Team
15 Jacques Willem Janse Van Rensburg (RSA) Dimension Data
16 Mauro Finetto (Ita) Delko Marseille Provence KTM
17 Romain Combaud (Fra) Delko Marseille Provence KTM 0:01:34
18 Robert Kišerlovski (Cro) Katusha-Alpecin
19 Delio Fernandez Cruz (Spa) Delko Marseille Provence KTM
20 Nick Van Der Lijke (Ned) Roompot – Nederlandse Loterij 0:01:55
21 Thomas Stewart (GBr) One Pro Cycling
22 Ben O’connor (Aus) Dimension Data
23 Max Stedman (GBr) Bike Channel Canyon
24 Daniel Pearson (GBr) Aqua Blue Sport
25 Anthony Perez (Fra) Cofidis, Solutions Credits
26 Richard Handley (GBr) Madison Genesis
27 Ian Bibby (GBr) JLT Condor
28 Stéphane Rossetto (Fra) Cofidis, Solutions Credits 0:01:57
29 Anthony Turgis (Fra) Cofidis, Solutions Credits 0:02:05
30 Ethan Hayter (GBr) Great Britain 0:03:12
31 Thomas Voeckler (Fra) Direct Energie 0:04:18
32 Floris Gerfs (Ned) BMC Racing Team 0:04:19
33 Julien El Fares (Fra) Delko Marseille Provence KTM
34 Thierry Hupond (Fra) Delko Marseille Provence KTM
35 Andrew Fenn (GBr) Aqua Blue Sport
36 Hayden Mccormick (NZl) One Pro Cycling
37 Søren Kragh Andersen (Den) Team Sunweb 0:05:08
38 Alistair Slater (GBr) JLT Condor 0:05:42
39 Romain Sicard (Fra) Direct Energie 0:06:05
40 Jeroen Meijers (Ned) Roompot – Nederlandse Loterij 0:06:10
41 Kristian Sbaragli (Ita) Dimension Data 0:06:56
42 Alex Frame (NZl) JLT Condor
43 Ryan Perry (GBr) Team Raleigh GAC
44 Sjoerd Van Ginneken (Ned) Roompot – Nederlandse Loterij
45 Adam Kenway (GBr) Team Raleigh GAC
46 Brian Nauleau (Fra) Direct Energie
47 Adam Hartley (GBr) Great Britain
48 Adrià Moreno Sala (Spa) Team Raleigh GAC
49 Jeremy Cornu (Fra) Direct Energie
50 Reto Hollenstein (Swi) Katusha-Alpecin
51 Joshua Hunt (GBr) One Pro Cycling
52 Chris Hamilton (Aus) Team Sunweb 0:07:02
53 Scott Thwaites (GBr) Dimension Data 0:07:30
54 Thomas Moses (GBr) JLT Condor 0:07:47
55 Joey Walker (GBr) Great Britain 0:07:49
56 Steve Lampier (GBr) JLT Condor 0:08:07
57 Stef Clement (Ned) Team LottoNl-Jumbo 0:08:38
58 Mitch Docker (Aus) Orica-Scott 0:08:45
59 Jack Pullar (GBr) Bike Channel Canyon 0:08:50
60 Manuel Quinziato (Ita) BMC Racing Team 0:09:14
61 Caleb Ewan (Aus) Orica-Scott 0:09:40
62 Perrig Quemeneur (Fra) Direct Energie
63 Luke Rowe (GBr) Team Sky 0:09:52
64 Enrique Sanz Unzue (Spa) Team Raleigh GAC 0:09:56
65 Taylor Karl Gunman (NZl) Madison Genesis 0:09:58
66 Dylan Groenewegen (Ned) Team LottoNl-Jumbo 0:10:30
67 Chris Opie (GBr) Bike Channel Canyon 0:10:36
68 Gatis Smukulis (Lat) Delko Marseille Provence KTM 0:10:38
69 Jonathan Mcevoy (GBr) Madison Genesis 0:10:39
70 Jacob Hennessy (GBr) Great Britain 0:10:40
71 Pieter Weening (Ned) Roompot – Nederlandse Loterij
72 Christopher Lawless (GBr) Great Britain
73 Baptiste Planckaert (Bel) Katusha-Alpecin
74 Amund Grondahl Jansen (Nor) Team LottoNl-Jumbo
75 Robert Partridge (GBr) Bike Channel Canyon
76 Jimmy Turgis (Fra) Cofidis, Solutions Credits 0:10:52
77 Thomas Leezer (Ned) Team LottoNl-Jumbo 0:11:03
78 Connor Swift (GBr) Madison Genesis 0:11:25
79 Angel Madrazo Ruiz (Spa) Delko Marseille Provence KTM 0:11:56
80 Andre Looij (Ned) Roompot – Nederlandse Loterij 0:13:49
81 Jonas Van Genechten (Bel) Cofidis, Solutions Credits
82 James Knox (GBr) Great Britain 0:13:55
83 Romain Guillemois (Fra) Direct Energie 0:15:33
84 Geoffrey Soupe (Fra) Cofidis, Solutions Credits 0:15:46
85 Gijs Van Hoecke (Bel) Team LottoNl-Jumbo 0:15:52
86 Kamil Gradek (Pol) One Pro Cycling 0:15:53
87 James Gullen (GBr) JLT Condor 0:16:27
88 Steele Von Hoff (Aus) One Pro Cycling 0:17:40
89 Jonathan Diebben (GBr) Team Sky 0:18:22
90 Dexter Gardias (GBr) Bike Channel Canyon
91 Sebastian Mora Vedri (Spa) Team Raleigh GAC 0:18:24
92 Conor Dunne (Irl) Aqua Blue Sport 0:18:47
93 Svein Tuft (Can) Orica-Scott 0:18:53
94 Elmar Reinders (Ned) Roompot – Nederlandse Loterij 0:19:01
95 Steven Lammertink (Ned) Team LottoNl-Jumbo 0:19:33
96 Tristan Robbins (GBr) Team Raleigh GAC 0:20:43
97 Kristian House (GBr) One Pro Cycling 0:22:33
98 Miles Scotson (Aus) BMC Racing Team 0:22:34
99 Harry Tanfield (GBr) Bike Channel Canyon 0:22:51
100 Mads Würtz Schmidt (Den) Katusha-Alpecin 0:31:48

Doppia esultanza per la Dimension Data sul traguardo di Sheffield (foto Tim de Waele/TDWSport.com)

Doppia esultanza per la Dimension Data sul traguardo di Sheffield (foto Tim de Waele/TDWSport.com)

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