08-10-2015
ottobre 8, 2015 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
ABU DHABI TOUR
L’italiano Andrea Guardini (Astana Pro Team) si è imposto nella prima tappa, Qasr Al Sarab – Madinat Zayed, percorrendo 159.5 Km in 4h21′11″ alla media di 36.641 Km/h. Ha preceduto allo sprint il belga Boonen e l’italiano Daniele Bennati (Tinkoff – Saxo), distanziati di 4″ e 6″ nella prima classifica generale.
GRAN PREMIO CITTÀ DI PECCIOLI – COPPA SABATINI
Lo spagnolo Eduard Prades Reverter (Caja Rural – Seguros RGA) si è imposto nella corsa italiana, circuito di Peccioli, percorrendo 197.9 Km in 4h48′11″ alla media di 41.203 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’olandese Lammertink e l’italiano Mauro Finetto (Southeast)
PARIS-BOURGES
L’irlandese Sam Bennett (Bora-Argon 18) si è imposto nella corsa francese, Gien-Bourges, percorrendo 186.2 Km in 4h20′57″ alla media di 42.813 Km/h. Ha preceduto allo sprint il francese Bouhanni e l’italiano Giacomo Nizzolo (Trek Factory Racing)
INTERNATIONAL TOUR OF TORKU MEVLANA (Turchia)
Il serbo Ivan Stevic (Nankang – Dynatek) si è imposto nella prima tappa, Konya – Karaman, percorrendo 125 Km in 2h55′39″ alla media di 42.699 Km/h. Ha preceduto allo sprint il turco Ahmet Örken (Torku Şekerspor) e il greco Kastrantas. Örken è ancora leader della classifica con 7″ sul connazionale Akirsan e 29″ sul connazionale Hasta
TOUR OF CHINA I
Il cinese Meiyin Wang (Hengxiang Cycling Team) si è imposto nella quinta tappa, Bazhong – PingChang, percorrendo 156.1 Km in 3h41′45″ alla media di 42.237 Km/h. Ha preceduto di 3″ l’austriaco Bosman e di 6″ l’italiano Paolo Lunardon (Amore & Vita – Selle SMP). L’italiano Daniele Colli (Nippo – Vini Fantini) è ancora leader della classifica con 13″ sull’ucraino Polivoda e 22″ sul russo Bazhkou
TOUR OF SINGKARAK (Indonesia)
L’iraniano Hossein Askari (Pishgaman Giant Team) si è imposto nella sesta tappa, Bukittinggi – Tanah Datar, percorrendo 116 Km in 3h29′50″ alla media di 33.169 Km/h. Ha preceduto allo sprint i connazionali Arvin Moazemi (Pishgaman Giant Team) ed Emami. Moazemi è il nuovo leader della classifica con 25″ su Emami e 1′42″ sul connazionale Zargari
STREPITOSO GUARDINI: AD UN ITALIANO LA PRIMA DELL’ABU DHABI TOUR
L’Astana continua a collezionare successi. Dopo Aru, che ha centrato la vittoria alla Vuelta e il gradino d’onore al Giro, le vittorie di Landa nelle tappe più impegnative di due GT cui ha partecipato ed i successi a ripetizione di Nibali nelle corse di un giorno di questa ultima parte della stagione, il team kazako va a segno anche con i velocisti ed Andrea Guardini si aggiudica, con un ottimo sprint, la prima tappa della storia del Tour di Abu Dhabi.
Una parata di stelle ai nastri di partenza del Tour di Abu Dhabi. Alla prima edizione di questa corsa partecipano corridori dai nomi altisonanti come Nibali, Aru, Boonen, Valverde e Gilbert. Anche la lista dei velocisti è formata dagli sprinter più forti al momento come Kittel, Matthews, Modolo, Viviani e Sagan.
Proprio il neocampione del mondo ha tentato di tirare la volata al compagno di squadra Bennati, che però nulla ha potuto contro la micidiale volata interpretata da Guardini ed ha dovuto cedere il secondo posto a Tom Boonen.
Il gruppo, terminata la girandola delle più importanti corse di fine stagione, ha mantenuto una andatura abbastanza tranquilla per quasi tutta la tappa che si è svolta in mezzo al deserto, cose normale a queste latitudini, ed in un clima estremamente caldo.
Tutte queste circostanze hanno consentito che la fuga di giornata si formasse molto agevolmente già dalla prima battute di gara, con Paul Voss (Bora – Argon 18), Songezo Jim (MTN-Qhubeka), Michael Thompson (Team Wiggins), William Clarke (Drapac), Francisco Mancebo (SkyDive Dubai) e Alessandro Bazzana (UnitedHealthcare) a lanciarsi all’attacco.
Il caldo tuttavia si fa sentire anche per questo drappello che, con il passare dei chilometri, comincia a perdere componenti, finchè davanti non rimane da solo il quasi quarantenne Francisco Mancebo. Il coraggioso avventuriero vede piombare su di sé il gruppo quando all’arrivo mancano ancora trenta chilometri. Oggi, però, la SkyDive Dubai era decisa a dare battaglia per tentare di anticipare lo sprint e pertanto, non appena conclusa l’azione di Mancebo, Rafaa Chtioui si lancia all’attacco nella speranza che l’andatura tranquilla possa favorire il formarsi di un vantaggio interessante.
Tuttavia, il gruppo controlla e, quando prova ad uscire un uomo importante come Philippe Gilbert (che tenta anche di farsi promotore di un’azione con più elementi), il gruppo alza sensibilmente la velocità di marcia, andando a polverizzare in breve tempo il terreno guadagnato da Chtioui. Tuttavia, per evitare ulteriori sorprese, il gruppo tiene il tunisino a bagnomaria per qualche chilometro, andando a chiudere su di lui in zona triangolo rosso.
A questo punto l’affare è nelle mani delle squadre degli sprinter con la Etixx che lavora per portare Tom Boonen in buona posizione. La squadra del norvegese, però, sbaglia decisamente i tempi e si trova in affanno quando è ancora presto per lanciare lo sprint. Il neocampione del mondo fiuta l’occasione e riesce a fare da ultimo uomo per Daniele Bennati, che si lancia nello sprint. Nella mischia, però, Andrea Guardini raggiunge una velocità tale da non lasciar scampo a nessuno e vince senza neppure particolari difficoltà mentre Tom Boonen, grazie al colpo di reni, riesce a sopravanzare Bennati che deve accontentarsi del terzo posto.
La top five è completata da altri due italiani, Palini e Canola (rispettivamente quarto e quinto), che danno un colore particolarmente azzurro a questa prima frazione del Tour di Abu Dhabi.
Domani altra frazione per i velocisti mentre sarà l’arrivo in salita di Sabato a decidere le sorti della generale.
Benedetto Ciccarone
ORDINE D’ARRIVO
1 Andrea Guardini (Ita) Astana Pro Team 4:21:11
2 Tom Boonen (Bel) Etixx – Quick-Step
3 Daniele Bennati (Ita) Tinkoff-Saxo
4 Andrea Palini (Ita) Skydive Dubai Pro Cycling Team
5 Marco Canola (Ita) UnitedHealthcare Pro Cycling
6 Edwin Avila (Col) Colombia
7 Elia Viviani (Ita) Team Sky
8 Jose Joaquin Rojas (Spa) Movistar Team
9 Michael Schwarzmann (Ger) Bora-Argon 18
10 Luka Mezgec (Slo) Team Giant-Alpecin
11 Peter Sagan (Svk) Tinkoff-Saxo
12 Adam Phelan (Aus) Drapac Professional Cycling
13 Federico Zurlo (Ita) UnitedHealthcare Pro Cycling
14 Brenton Jones (Aus) Drapac Professional Cycling
15 John Murphy (USA) UnitedHealthcare Pro Cycling
16 Philippe Gilbert (Bel) BMC Racing Team
17 Juan Jose Lobato (Spa) Movistar Team
18 Soufiane Haddi (Mar) Skydive Dubai Pro Cycling Team
19 Andreas Stauff (Ger) MTN – Qhubeka
20 Alessandro Bazzana (Ita) UnitedHealthcare Pro Cycling
21 Dominik Nerz (Ger) Bora-Argon 18
22 Janez Brajkovic (Slo) UnitedHealthcare Pro Cycling
23 Sebastián Molano (Col) Colombia
24 Eduard Vorganov (Rus) Team Katusha
25 Theo Bos (Ned) MTN – Qhubeka
26 Juraj Sagan (Svk) Tinkoff-Saxo
27 Wouter Poels (Ned) Team Sky
28 Christopher Latham (GBr) Team Wiggins
29 Hussein Ahmed Abdulla Jaber (UAE) UAE
30 Patrick Konrad (Aut) Bora-Argon 18
31 Esteban Chaves (Col) Orica GreenEdge
32 Leopold Konig (Cze) Team Sky
33 Carlos Mario Ramirez (Col) Colombia
34 Alejandro Valverde (Spa) Movistar Team
35 Diego Ulissi (Ita) Lampre-Merida
36 Paul Voss (Ger) Bora-Argon 18
37 Emanuel Buchmann (Ger) Bora-Argon 18
38 Marc Soler (Spa) Movistar Team
39 Daniel Oss (Ita) BMC Racing Team
40 Brendan Canty (Aus) Drapac Professional Cycling
41 Daniel Teklehaimanot (Eri) MTN – Qhubeka
42 Bruno Pires (Por) Tinkoff-Saxo
43 Michael Matthews (Aus) Orica GreenEdge
44 Vincenzo Nibali (Ita) Astana Pro Team
45 Javier Moreno (Spa) Movistar Team
46 Fabio Aru (Ita) Astana Pro Team
47 Gianluca Brambilla (Ita) Etixx – Quick-Step
48 Carlos Quintero (Col) Colombia
49 Daniel Martinez (Col) Colombia
50 Paolo Tiralongo (Ita) Astana Pro Team
CLASSIFICA GENERALE
1 Andrea Guardini (Ita) Astana Pro Team 4:21:01
2 Tom Boonen (Bel) Etixx – Quick-Step 0:00:04
3 Daniele Bennati (Ita) Tinkoff-Saxo 0:00:06
4 Paul Voss (Ger) Bora-Argon 18 0:00:07
5 Francisco Mancebo (Spa) Skydive Dubai Pro Cycling Team
6 Alessandro Bazzana (Ita) UnitedHealthcare Pro Cycling 0:00:08
7 Songezo Jim (RSA) MTN – Qhubeka 0:00:09
8 Andrea Palini (Ita) Skydive Dubai Pro Cycling Team 0:00:10
9 Marco Canola (Ita) UnitedHealthcare Pro Cycling
10 Edwin Avila (Col) Colombia
11 Elia Viviani (Ita) Team Sky
12 Jose Joaquin Rojas (Spa) Movistar Team
13 Michael Schwarzmann (Ger) Bora-Argon 18
14 Luka Mezgec (Slo) Team Giant-Alpecin
15 Peter Sagan (Svk) Tinkoff-Saxo
16 Adam Phelan (Aus) Drapac Professional Cycling
17 Federico Zurlo (Ita) UnitedHealthcare Pro Cycling
18 Brenton Jones (Aus) Drapac Professional Cycling
19 John Murphy (USA) UnitedHealthcare Pro Cycling
20 Philippe Gilbert (Bel) BMC Racing Team
21 Juan Jose Lobato (Spa) Movistar Team
22 Soufiane Haddi (Mar) Skydive Dubai Pro Cycling Team
23 Andreas Stauff (Ger) MTN – Qhubeka
24 Dominik Nerz (Ger) Bora-Argon 18
25 Janez Brajkovic (Slo) UnitedHealthcare Pro Cycling
26 Sebastián Molano (Col) Colombia
27 Eduard Vorganov (Rus) Team Katusha
28 Theo Bos (Ned) MTN – Qhubeka
29 Juraj Sagan (Svk) Tinkoff-Saxo
30 Wouter Poels (Ned) Team Sky
31 Christopher Latham (GBr) Team Wiggins
32 Hussein Ahmed Abdulla Jaber (UAE) UAE
33 Patrick Konrad (Aut) Bora-Argon 18
34 Esteban Chaves (Col) Orica GreenEdge
35 Leopold Konig (Cze) Team Sky
36 Carlos Mario Ramirez (Col) Colombia
37 Alejandro Valverde (Spa) Movistar Team
38 Diego Ulissi (Ita) Lampre-Merida
39 Emanuel Buchmann (Ger) Bora-Argon 18
40 Marc Soler (Spa) Movistar Team
41 Daniel Oss (Ita) BMC Racing Team
42 Brendan Canty (Aus) Drapac Professional Cycling
43 Daniel Teklehaimanot (Eri) MTN – Qhubeka
44 Bruno Pires (Por) Tinkoff-Saxo
45 Michael Matthews (Aus) Orica GreenEdge
46 Vincenzo Nibali (Ita) Astana Pro Team
47 Javier Moreno (Spa) Movistar Team
48 Fabio Aru (Ita) Astana Pro Team
49 Gianluca Brambilla (Ita) Etixx – Quick-Step
50 Carlos Quintero (Col) Colombia
07-10-2015
ottobre 7, 2015 by Redazione
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INTERNATIONAL TOUR OF TORKU MEVLANA (Turchia)
Il turco Ahmet Örken (Torku Şekerspor) si è imposto nel prologo, circuito di Konya, percorrendo 8 Km in 10′07″ alla media di 47.446 Km/h. Ha preceduto di 1″ il connazionale Akirsan e di 23″ il connazionale Hasta
TOUR OF CHINA I
Giorno di riposo
TOUR OF SINGKARAK (Indonesia)
L’iraniano Behnam Maleki (Tabriz Petrochemical Team) si è imposto nella quinta tappa, Harau – Ngalau Indah, percorrendo 164 Km in 4h13′51″ alla media di 38.763 Km/h. Ha preceduto di 8″ il giapponese Nishizono e di 2′18″ il malesiano Marzuki. L’iraniano Amir Zargari (Pishgaman Giant Team) è ancora leader della classifica con 5″ sul connazionale Moazemi e 29″ sul connazionale Emami
06-10-2015
ottobre 6, 2015 by Redazione
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BINCHE – CHIMAY – BINCHE / MÉMORIAL FRANK VANDENBROUCKE
L’olandese Ramon Sinkeldam (Team Giant – Alpecin) si è imposto nella corsa belga, circuito di Binche, percorrendo 194.5 Km in 4h24′24″ alla media di 44.138 Km/h. Ha preceduto di 2″ il connazionale Ligthart e di 4″ il belga Van Asbroeck. Unico italiano classificato Marco Marcato (Wanty – Groupe Gobert), 22° a 20″
TOUR OF CHINA I
L’italiano Daniele Colli (Nippo – Vini Fantini) si è imposto nella quarta tappa, circuito di Wuhan, percorrendo 109.2 Km in 2h33′58″ alla media di 42.555 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’ucraino Polivoda e di 2″ il russo Bazhkou. Colli è il nuovo leader della classifica con 10″ su Polivoda e 19″ su Bazhkou
TOUR OF SINGKARAK (Indonesia)
L’iraniano Amir Kolahdozhagh (Tabriz Petrochemical Team) si è imposto nella quarta tappa, Solok Selatan – Sawahlunto, percorrendo 163.5 Km in 4h30′19″ alla media di 36.291 Km/h. Ha preceduto allo sprint il francese Lebas e l’australiano Crawford. L’iraniano Amir Zargari (Pishgaman Giant Team) è ancora leader della classifica con 5″ sul connazionale Moazemi e 29″ sul connazionale Emami
05-10-2015
ottobre 6, 2015 by Redazione
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TOUR OF CHINA I
L’olandese Johim Ariesen (Metec – TKH Continental Cyclingteam p/b Mantel) si è imposto nella terza tappa, circuito di Huang Shi, percorrendo 130 Km in 2h38′44″ alla media di 49.139 Km/h. Ha preceduto allo sprint il lituano Vaitkus e l’ucraino Kulyk. Miglior italiano Daniele Colli (Nippo – Vini Fantini), 7°. L’australiano Neil Van Der Ploeg (Avanti Racing Team) è ancora leader della classifica con 6″ su Ariesen e 8″ sul russo Shpilevsky. Miglior italiano Paolo Lunardon (Amore & Vita – Selle SMP), 6° a 13″.
TOUR OF SINGKARAK (Indonesia)
L’iraniano Mehdi Sohrabi (Tabriz Petrochemical Team) si è imposto nella terza tappa, Sijunjung – Dharmasraya, percorrendo 184.5 Km in 4h29′14″ alla media di 41.117 Km/h. Ha preceduto allo sprint il malesiano Marzuki e il giapponese Ayabe. L’iraniano Amir Zargari (Pishgaman Giant Team) è ancora leader della classifica con 5″ sul connazionale Moazemi e 16″ sul giapponese Hatsuyama
GIRO 2016: VIA IN OLANDA, DECIDONO LE SALITE FRANCESI
Scatterà da Apeldoorn la 99a edizione della Corsa Rosa, con una cronometro individuale di poco meno di 10 km. Tre giorni in Olanda, poi la ripartenza in Italia da Catanzaro. Primo arrivo in salita a Roccaraso, poi Sestola. I monti friulani e le Dolomiti caratterizzeranno la seconda settimana, prima di un finale in larga parte francese. Circa 60 i chilometri a cronometro, con una prova nelle terre del Chianti e la cronoscalata dell’Alpe di Siusi.
Sarà un Giro meno duro del predecessore quello che il 6 maggio prossimo scatterà da Apeldoorn, nella provincia olandese di Gheldria, e che si tratterrà nei Paesi Bassi per i primi tre giorni. Le salite saranno di meno – specialmente nelle tappe intermedie -, e mancherà anche la maxi-cronometro che tanto aveva fatto piagnucolare i più campanilisti tra i commentatori, ma che aveva in realtà contribuito in misura decisiva alla corsa esplosiva ammirata sin dalle tappe liguri. Una scelta che lascia francamente perplessi, dopo un’edizione tra le più spettacolari della storia recente, ma che potrebbe essere giustificata pensando all’esigenza di attirare al Giro il più alto numero possibile di grandi nomi, in una stagione nella quale un’Olimpiade quasi per scalatori potrebbe indurre molti a rivedere i propri piani.
Entrando nel merito del percorso, si partirà come detto dall’Olanda, come del resto annunciato già poco dopo la conclusione del Giro 2015. La cronometro inaugurale di Apeldoorn, con i suoi 9.8 km, eccederà di misura la distanza massima per qualificarsi come prologo, proponendo un tracciato scorrevole che potrebbe esaltare il beniamino di casa Tom Dumoulin. Non dovrebbero avere molto da dire in chiave classifica le altre due frazioni orange, sulla carta facile preda dei velocisti, anche se la 2a tappa dell’ultimo Tour de France e l’ultima partenza olandese del Giro, datata 2010, hanno dimostrato come il vento possa provocare ingenti danni a queste latitudini.
Dopo aver approfittato di un giorno di riposo extra per rientrare in Italia, la corsa ripartirà martedì 10 maggio da Catanzaro, per una frazione nervosa che terminerà a Praia a Mare. I due Gran Premi della Montagna, a Bonifati e San Pietro, saranno distanti dal traguardo, ma una rapida successione di strappi nella parte finale potrebbe sottrarre la tappa alle grinfie degli sprinter.
Molto meno critica la 5a tappa, che ripartirà da Praia a Mare alla volta di Benevento, con un solo GPM dopo nemmeno 20 km e qualche lieve saliscendi nella fase centrale, mentre la 6a offrirà il primo assaggio di salite vere: un GPM in partenza (Torrecuso), la lunga ascesa di Bocca di Selva ad un centinaio di chilometri dal termine, una versione tronca del Rionero Sannitico ai -26 e il primo arrivo in quota del Giro, a Roccaraso, includendo l’appendice verso Aremogna. Nulla che possa far tremare i favoriti, ma probabilmente abbastanza per farsi una prima idea del loro stato di forma.
Dopo una 7a tappa ondulata tra Sulmona e Foligno, dove comunque solo una fuga da lontano sembra poter scongiurare la volata, il secondo week-end comincerà con una delle frazioni più originali: da Foligno ad Arezzo, con il Valico della Rassinata poco dopo metà percorso e l’ascesa dell’Alpe di Poti a 17 km dalla conclusione. Si tratterebbe di una buona ma normale tappa di media montagna, non fosse che gli ultimi 6 km della seconda scalata (i meno duri) saranno su strade bianche, di ritorno al Giro. Una frazione comunque forse più suggestiva che decisiva, ossia l’opposto di quella dell’indomani: 40.4 km a cronometro da Radda in Chianti a Greve in Chianti, secondo l’ormai consolidata tradizione delle prove contro il tempo in terre di vini. Al di là del bellissimo scenario, è noto che la specialità non incontra i favori della maggior parte del pubblico, ma non c’è dubbio che quella di domenica 15 maggio sarà una delle date cruciali.
Lunedì 16 sarà invece consacrato al secondo giorno di riposo, prima di una seconda razione di Appennini. Il 17 si ripartirà infatti da Campi Bisenzio, per giungere a Sestola dopo 216 km. A differenza del 2014, l’arrivo sarà collocato in paese, anziché a Passo del Lupo; in compenso, ad una quindicina di chilometri dall’arrivo si scollinerà a Pian del Falco, ascesa che negli ultimi 4 km rasenta il 9% di pendenza media, terzo GPM di giornata, dopo quelli di Passo della Collina e Pietracolora nelle battute iniziali.
La pianura tornerà protagonista nell’11a tappa, da Modena ad Asolo, cedendo però il passo proprio negli ultimi 15 km, nei quali si annideranno la breve ma aspra Forcella Mostaccin e lo strappo verso il centro storico di Asolo, quest’ultimo a 3500 metri dall’arrivo. Nessuna trappola, invece, nella Noale – Bibione del 19 maggio, vigilia dell’inizio della fase cruciale del Giro.
Il primo impatto con le Alpi arriverà infatti l’indomani, con la tappa che da Palmanova porterà a Cividale del Friuli, su un tracciato già presentato alcune settimane fa. Quattro le salite in programma, con quelle di Montemaggiore e Crai troppo lontane dal traguardo per ispirare attacchi eccellenti, ma quelle della durissima ed inedita Cima Porzus e di Valle, poste a 30 e 13 km dal traguardo rispettivamente, che chiamano all’azione.
In questo senso, però, non aiuterà di certo la frazione in programma per sabato 21 maggio, che offrirà il ritorno del classico tappone dolomitico, assente nelle ultime due edizioni (e di fatto mutilato nel 2013 causa neve): 210 km da Farra d’Alpago a Corvara in Badia che ricalcheranno in gran parte il tracciato della Maratona dles Dolomites, con Pordoi, Sella, Gardena e Campolongo in rapida successione e un finale caratterizzato dall’accoppiata Giau-Valparola, oltre al breve Mür di Giat, 360 metri al 13%, proprio a ridosso del traguardo. Secondo un modello già abbondantemente collaudato (con successo) nell’ultima edizione, la salita più impegnativa sarà la penultima, chiamando quindi all’attacco prima di un’ascesa finale buona al massimo per incrementare una selezione già operata in precedenza.
A questo scopo, non era forse l’ideale piazzare in data 22 maggio una cronoscalata, come invece hanno ritenuto opportuno gli organizzatori. Teatro della prova che peggio di ogni altra sfrutta le grandi salite a giudizio di chi scrive sarà l’Alpe di Siusi, di cui verrà proposto un formato tra i più corti possibili: appena 10.8 i chilometri totali, e 9 quelli di salita, ad una media dell’8.3%.
Dopo il terzo lunedì di riposo, l’ultima settimana verrà inaugurata da una frazione breve (133 km) ma da prendere con le pinze, che scatterà da Bressanone e proporrà nel finale, dopo aver scalato il Passo della Mendola nelle battute centrali, la salita di Fai della Paganella. Anziché piombare direttamente sul traguardo di Andalo, si opererà una deviazione verso Cavedago, per poi giungere all’arrivo dopo 4 km di salita al 7.9%.
Tutto facile mercoledì 25, quando da Molveno ci si dirigerà nel cuore della Pianura Padana, a Cassano d’Adda, prima di vivere i tre giorni decisivi.
Il 26 maggio, nella tappa più lunga del Giro (234 km), si ripartirà da Muggiò alla volta di Pinerolo. Partenza e arrivo in pianura, ma non senza aver affrontato la Colletta di Cumiana e – soprattutto – il Pramartino. Ascesa, quest’ultima, già battezzata dalla Corsa Rosa nel 2009 e affrontata anche dal Tour nel 2011, di cui verrà però affrontato questa volta il versante più arduo, da San Pietro Val di Lemina. Prezzo da pagare sarà un tratto pianeggiante di una decina di chilometri dopo la discesa, che sposterà il GPM a 17 km dal traguardo.
L’alta montagna tornerà infine protagonista venerdì 27 e sabato 28 maggio, con due frazioni che vedranno protagoniste le Alpi francesi. La 19a tappa sconfinerà infatti tramite il Colle dell’Agnello, Cima Coppi con i suoi 2744 metri, per poi concludersi a Risoul, traguardo toccato dal Tour de France di Nibali. Una frazione il cui peso dipenderà in larga parte da quanto accadrà sull’Agnello, la cui distanza dall’arrivo (55 km) rischia però di risultare eccessiva per le gambe ed il coraggio di molti.
Se la 19a tappa offrirà un chilometraggio piuttosto leggero (161 km), ancor più di lusso andrà ai corridori con la 20a, di appena 134 km. La distanza limitata sarà però il solo atto di clemenza offerto dalla penultima frazione, che condenserà nei primi 63 km il Col de Vars e il Col de la Bonette, che non si fregerà del titolo di Cima Coppi soltanto perché si eviterà l’anello che porta fino a 2802 metri di quota, limitandosi a scollinare a 2715 (rinunciando così, però, anche alle pendenze più aspre). Dopo la lunghissima discesa su Saint-Étienne-de-Tinée e una quindicina di chilometri di fondovalle che rappresentano il neo del tracciato, il ritorno in Italia avverrà attraverso il Colle della Lombarda, posto a 10 km appena dal traguardo. Dopo un ultimo strappo di 2300 metri all’8.1%, il Giro farà finalmente tappa a Sant’Anna di Vinadio, beffata per i ben noti motivi quindici anni or sono. La maglia rosa sarà di fatto assegnata definitivamente ai 2015 metri dell’arrivo più alto della Corsa Rosa 2016, visto che la Cuneo – Torino conclusiva sarà una semplice passerella.
Speriamo di non irritare i lettori più scaramantici sottolineando il grande rischio che Mauro Vegni ha scelto di correre includendo due colli ad oltre 2700 metri di quota in punti nevralgici delle ultime due tappe di montagna; a parte queste incognite, però, il percorso, pur inferiore al precedente, merita comunque un giudizio positivo. Trovato il canovaccio, si tratterà ora di definire gli interpreti: Nibali dovrebbe tornare al Giro come leader della Astana, che manderà invece Aru al Tour da capitano; Landa e Pinot, tra i grandi nomi stranieri, sembrano i più probabili. Per il resto – come è inevitabile che sia, a stagione 2015 non ancora conclusa e senza conoscere i percorsi degli altri due GT – restano solo ipotesi più o meno suggestive, tra cui quella di rivedere in Italia Contador, che oggi non ha escluso la sua presenza malgrado l’esito infelice del tentativo di doppietta di quest’anno. Valverde, ospite alla presentazione, che al Tour sarebbe probabilmente costretto ad un ruolo di subordinato, potrebbe decidere di esordire al Giro a 36 anni, mentre Sagan, anch’egli invitato, è parso molto meno possibilista. Di più si saprà probabilmente fra una quindicina di giorni, quando anche il Tour 2016 verrà svelato, e qualcuno potrebbe già essere spinto verso l’una o l’altra corsa.
Matteo Novarini
IL DIGIUNO E’ FINITO: ASSOLO DI NIBALI A COMO
Il siciliano vince in solitaria il Giro di Lombardia, prima classica monumento in carriera e prima per un italiano negli ultimi sette anni. Decisivo l’attacco nella discesa del Civiglio, a 16 km dall’arrivo. Fondamentale l’apporto di Diego Rosa, che ha scortato fino a quel punto il capitano e ha rallentato a lungo il drappello inseguitore. Vana la rimonta finale di Moreno, che chiude 2°, davanti a Thibaut Pinot.
Sei anni e 351 giorni dopo il terzo Giro di Lombardia di Damiano Cunego, è stato Vincenzo Nibali a spezzare il digiuno di vittorie italiane nelle cinque classiche monumento, accompagnato non casualmente da analoga astinenza fra Mondiali ed Olimpiadi. Ed è giusto che a porvi fine sia stato l’uomo più rappresentativo del nostro movimento, nonché colui che, nella Liegi di tre anni fa, più di ogni altro era andato vicino al successo.
Come Cunego nel 2008, e come le modeste doti di velocista del siciliano imponevano, si è trattato di una vittoria solitaria, giunta al termine di un’azione nata a 16 km dal traguardo. Si era allora all’inizio della discesa del Civiglio, e la situazione, a dispetto dell’impeccabile condotta tattica e della prevedibile superiorità complessiva della Astana, non era delle più rosee per il messinese.
La corazzata kazaka si era fatta carico del controllo della corsa sin dalle battute iniziali, preoccupandosi di addomesticare una fuga della prima ora arrivata a sfiorare i 10 minuti di vantaggio (Schumacher, Barbin, Polanc, Busato, Van Winden, Geschke, de Negri, Canola, Benedetti e Gatto i coraggiosi), e soprattutto di rintuzzare la pericolosissima controffensiva promossa dalla Etixx – Quick Step sul Ghisallo, ed in particolare nella successiva discesa. Stybar, Trentin, Verona e Wisniowski avevano infatti lanciato all’attacco Michael Kwiatkowski, al quale si erano accodati outsider come Wellens, Gesink (insieme al compagno Roosen) e Slagter, oltre ad un Izagirre inviato in qualità di stopper e ad un Nizzolo inevitabilmente destinato a soccombere alla scarsa attitudine alla salita. Il gruppo così formatosi era arrivato a contare quasi due minuti di vantaggio ai piedi della Colma di Sormano, venendo tuttavia progressivamente riportato nei ranghi dal ritmo violento scandito dalla Astana sulla terzultima ascesa di giornata.
Prima Cataldo, e quindi soprattutto Rosa e Landa, nei 2 km scarsi del Muro di Sormano, hanno disgregato il gruppo fino a ridurlo a non più di 7-8 unità, fagocitando tutti gli uomini in avanscoperta meno Kwiatkowski e Wellens, scollinati con una decina di secondi di margine.
Complice la strada ancora umida per la pioggia caduta in mattinata, da molti attesa invano anche per le fasi cruciali, Nibali e i suoi hanno affrontato la discesa con calma, consentendo alla coppia di testa di riguadagnare un altro mezzo minuto, prima di riportarla a tiro ai piedi del Civiglio, lo snodo chiave del tracciato di questa edizione del Lombardia. A giocarsi la corsa – almeno in linea teorica – restavano a quel punto ventiquattro corridori, ossia i due al comando e i ventidue componenti il gruppo principale, rinfoltitosi scendendo dalla Colma, ma comunque privo di elementi di spicco quali Gilbert, Rui Costa, Visconti, Rebellin e Cunego fra gli altri.
I più pronosticavano per il Civiglio un affondo decisivo di Nibali, che nelle classiche italiane d’autunno aveva quasi scherzato con i rivali su salite assai meno impegnative. L’attacco – anzi, gli attacchi – sono in effetti arrivati, già prima di metà salita, ma è bastato il primo scatto per accorgersi che l’azione del siciliano non era tale da fare il vuoto. Due volte Nibali ha tentato e due volte ha rinunciato dopo poche pedalate, venendo agevolmente stoppato da Esteban Chavez; e forse notando che l’uomo più temuto non aveva la gamba che molti si attendevano, gli avversari hanno preso coraggio, con Pinot prima e Nieve poi a tentare la sortita, prontamente bloccati da un impagabile Rosa, capace addirittura a sua volta di un paio di allunghi.
Un terzo e più deciso affondo di Nibali, ormai in vista della vetta, questa volta seguito da Pinot, ha sortito gli stessi scarsi effetti, e così, con il solo San Fermo della Battaglia ancora a disposizione per sbarazzarsi di rivali ben più veloci, insieme allo Squalo e al suo formidabile scudiero restavano ancora Dani Moreno, Valverde e gli stessi Pinot e Chavez, con Nieve attardato di pochi metri e pronto a rientrare ad inizio discesa.
Preso atto che la condizione forse meno perfetta del previsto e la concorrenza ben diversa rispetto a quella del Trittico Lombardo non gli avrebbero permesso di fare la differenza in salita, Nibali ha però saputo rispolverare le formidabili doti di discesista che negli ultimi anni parevano essersi un po’ appannate, forse tenute a freno anche da nuove responsabilità familiari. È bastato un allungo secco, dalla coda del gruppetto, per scavare quel solco che mai si era creato in salita, e ad un tratto è parso di rivedere il Nibali quasi scriteriato ma maledettamente divertente e spettacolare di qualche stagione fa: un paio di tornanti ripresi per i capelli, qualche passaggio in posizioni aerodinamiche che un sasso o un tombino avrebbero potuto rendere suicide, uno slalom fra moto e muro senza toccare il freno, e 5 km più tardi, in fondo alla discesa, complice il marcamento fra gli inseguitori e il grande lavoro di stopper di Rosa, il vantaggio era decollato oltre il mezzo minuto.
Ai piedi del San Fermo della Battaglia, mentre dietro ancora c’era traccia di collaborazione duratura, il margine era addirittura di 41”: sembrava praticamente fatta, finché da dietro è partita la progressione di Dani Moreno. Promosso capitano dal forfait all’ultimo minuto di Purito Rodriguez, il madrileno si è mantenuto passivo sugli scatti di Chavez e Nieve, ancora neutralizzati da Rosa, per poi passare all’azione quando ad allungare è stato Pinot, rendendosi conto che il vincitore della Milano-Torino aveva finalmente esaurito le riserve. Senza nemmeno guardare in faccia il francese, Moreno ha tirato dritto dopo il ricongiungimento, lanciandosi tutto solo all’inseguimento di un Nibali la cui azione si era parecchio appesantita.
In cima, dei 41” rilevati ai piedi della salita ne restavano appena 12, con il contatto visivo a costituire un ulteriore vantaggio per lo spagnolo, già galvanizzato dalla rimonta. La discesa, se pur se molto facile, era però oggi terreno troppo favorevole a Nibali per lasciar pensare alla rimonta, e i 1200 metri pianeggianti finali, ormai dentro Como, sono serviti soltanto ad offrire al siciliano la meritata passerella, mentre una bandierina tricolore trascinata dal vento andava ad attaccarsi sulla maglia e a ribadire quella che da un anno e mezzo campeggia in mezzo alla maglia Astana del messinese.
Moreno ha tagliato il traguardo 21” dopo Nibali, mentre Valverde, svegliatosi troppo tardi, non è riuscito a completare la rimonta su Pinot, 3° alla fine, e si è dovuto accontentare di battere di misura Rosa nello sprint per la 4a piazza. Nieve ha chiuso 6°, mentre Chavez, brillantissimo sul Civiglio, è stato rallentato dai crampi sul San Fermo, proprio subito dopo aver tentato l’attacco. Il colombiano è stato così relegato all’ottavo posto da Gallopin, riportatosi sui più diretti inseguitori nella discesa del Civiglio, al pari di Henao e Brambilla, rispettivamente 9° e 10°.
Al di là dell’enfasi che noi per primi abbiamo messo nell’esaltare la vittoria di Nibali e la fine del digiuno italiano nelle grandi classiche, ci sembra comunque doveroso sottolineare come il risultato non debba distogliere dalle difficoltà del nostro movimento, che rimangono immutate e che sono emerse in tutta la loro gravità appena una settimana fa, con la disastrosa prestazione di squadra al Mondiale di Richmond. Se nei Grandi Giri restiamo competitivi – anche se con solo due atleti in grado di puntare al podio o alla vittoria -, sono le corse di un giorno il terreno dove gli italiani faticano, e non deve trarre in inganno una vittoria ottenuta su un terreno anomalo come quello del Lombardia più duro della storia recente. Un fatto che non sminuisce certo l’impresa del messinese, ma che dimostra come il risultato non sia il frutto di una generale inversione di tendenza. I progressi evidenti di Diego Rosa fanno ben sperare per il futuro, ma è ancora decisamente troppo poco per pensare di essersi lasciati alle spalle gli anni bui.
Matteo Novarini
04-10-2015
ottobre 4, 2015 by Redazione
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GIRO DI LOMBARDIA
L’italiano Vincenzo Nibali (Astana Pro Team) si è imposto nella corsa italiana, Bergamo – Como, percorrendo 245 Km in 4h10′23″ alla media di 39.047 Km/h. Ha preceduto di 21″ lo spagnolo Moreno Fernández e di 32″ il francese Pinot.
TOUR DE VENDÉE
Il francese Christophe Laporte (Cofidis, Solutions Crédits) si è imposto nella corsa francese, Olonne sur Mer – La Roche Sur Yon, percorrendo 201.1 Km in 5h01′13″ alla media di 40.058 Km/h. Ha preceduto allo sprint il bielorusso Hutarovich e il belga Sprengers. Miglior italiano Marco Marcato (Wanty – Groupe Gobert), 7°.
TOUR DE L’EUROMÉTROPOLE (Belgio)
Lo svedese Jonas Ahlstrand (Cofidis, Solutions Crédits) si è imposto nella quarta ed ultima tappa, Mons – Tournai, percorrendo 153.8 Km in 3h22′19″ alla media di 45.612 Km/h. Ha preceduto allo sprint il norvegese Enger e l’olandese Kreder. Miglior italiano Liam Bertazzo (Southeast), 15°. Il francese Alexis Gougeard (AG2R La Mondiale) si impone in classifica con 7″ sull’olandese Keizer e 11″ sul belga Roelandts. Miglior italiano Manuele Boaro (Tinkoff – Saxo), 12° a 27″
TOUR OF ALMATY
Il kazako Alexey Lutsenko (Astana Pro Team) si è imposto nella corsa kazaka, circuito di Almaty, percorrendo 186 Km in 4h13′09″ alla media di 44.085 Km/h. Ha preceduto di 49″ l’italiano Fabio Aru (Astana Pro Team) e il russo Kochetkov
TOUR OF CHINA I
Giorno di riposo
TOUR OF SINGKARAK (Indonesia)
L’iraniano Amir Zargari (Pishgaman Giant Team) si è imposto nella seconda tappa, Padang Pariaman – Solok Kabupaten, percorrendo 140 Km in 3h27′22″ alla media di 40.508 Km/h. Ha preceduto di 1″ il connazionale Moazemi e di 10″ il giapponese Hatsuyama, distanziati di 4″ e 11″ nella prima classifica generale (la prima tappa è stata annullata)
03-10-2015
ottobre 3, 2015 by Redazione
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SPARKASSEN MÜNSTERLAND GIRO
Il belga Tom Boonen (Etixx – Quick Step) si è imposto nella corsa tedesca, Ibbenbüren – Münster, percorrendo 179.9 Km in 4h10′23″ alla media di 43.110 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Jans e il tedesco Arndt.
TOUR DE L’EUROMÉTROPOLE (Belgio)
Il belga Edward Theuns (Topsport Vlaanderen – Baloise) si è imposto nella terza tappa, Blankenberge – Nieuwpoort, percorrendo 178 Km in 3h44′28″ alla media di 47.579 Km/h. Ha preceduto allo sprint i connazionali Van Staeyen e Verhelst. Miglior italiano Danilo Napolitano (Wanty – Groupe Gobert), 15°. Il francese Alexis Gougeard (AG2R La Mondiale) è ancora leader della classifica con 3″ sull’olandese Keizer e 11″ sul belga Roelandts. Miglior italiano Manuele Boaro (Tinkoff – Saxo), 12° a 23″
TOUR OF CHINA I
L’australiano Neil Van Der Ploeg (Avanti Racing Team) si è imposto nella seconda tappa, circuito a cronometro di Tianjin, percorrendo 3.1 Km in 3′40″ alla media di 50.727 Km/h. Ha preceduto di 2″ il russo Shpilevsky e di 3″ l’olandese Pieters. Miglior italiano Paolo Lunardon (Amore & Vita – Selle SMP), 4° a 4″. Van Der Ploeg è il nuovo leader della classifica con 6″ su Shpilevsky e 9″ su Pieters. Miglior italiano Riccardo Stacchiotti (Nippo – Vini Fantini), 4° a 11″.
TOUR OF SINGKARAK (Indonesia)
La prima tappa, Pesisir Selatan – Pariaman di 163 Km, è stata annullata
PICCOLO GIRO DI LOMBARDIA
L’italiano Fausto Masnada* (Team Colpack) si è imposto nella corsa italiana, circuito di Oggiono, percorrendo 164.1 Km in 4h01′25″ alla media di 40.784 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Giulio Ciccone* (Team Colpack) e di 52″ l’olandese Tusveld.
BAKELANTS, STOCCATA SOTTO LA PIOGGIA A CIRIE’
Approfittando anche delle avverse condizioni atmosferiche che hanno reso molto più impegnativo il Gran Piemonte il 29enne belga della Ag2r scatta ai -7 dal traguardo e resiste al ritorno del gruppo conquistando il primo successo stagionale. Tanta Italia nella top ten con Matteo Trentin e Sonny Colbrelli che conquistano gli altri due gradini del podio.
Dopo una pausa di due anni è tornato in scena sul calendario internazionale con la sua 99a edizione il Gran Piemonte, nuova denominazione dello storico Giro del Piemonte, terza e ultima prova di avvicinamento al Giro di Lombardia dopo la Tre Valli Varesine e la Milano-Torino. Non a caso, malgrado il percorso di 185 km da San Francesco al Campo fosse privo di particolari difficoltà altimetriche (se si eccettua l’ascesa verso Alice Superiore posta ai -70 dal traguardo), al via si sono presentati diversi corridori attesi protagonisti nella ”Classica delle foglie morte” come Michele Scarponi e Diego Rosa (Astana), Diego Ulissi (Lampre-Merida), Giovanni Visconti (Movistar), Louis Meintjes (Mtn-Qhubeka), Damiano Cunego (Nippo-Vini Fantini), Richie Porte (Team Sky) e Bauke Mollema (Trek), oltre naturalmente a sprinter e passisti veloci come Oscar Gatto e Francesco Chicchi (Androni), Sonny Colbrelli e Nicola Ruffoni (Bardiani Csf), Leonardo Duque (Colombia), Fabio Sabatini e Matteo Trentin (Etixx-QuickStep), Davide Cimolai e Sacha Modolo (Lampre-Merida), José Joaquin Rojas e Francisco Ventoso (Movistar), Kristian Sbaragli (Mtn-Qhubeka), Manuel Belletti (SouthEast), Jacopo Guarnieri (Katusha), Giacomo Nizzolo (Trek) e Daniele Bennati (Tinkoff-Saxo), unico tra i partecipanti ad essersi già aggiudicato questa corsa nelle edizioni del 2006 e nel 2008. Un altro atteso protagonista era Fabio Felline (Trek) che, però, motivato al massimo a dare il meglio di sè sulle strade di casa, ha preferito non attendere il finale bensì lanciarsi fin dalle prime battute nella fuga che ha caratterizzato gran parte della corsa insieme al compagno Marco Coledan e a Romain Campistrous (Ag2r), Serghei Tvetcov (Androni), Cesare Benedetti (Bora-Argon), Gianluca Brambilla e Michal Golas (Etixx-QuickStep), Larry Warbasse (Iam Cycling), Chun Kai Feng (Lampre-Merida), Giacomo Berlato (Nippo-Vini Fantini), Alan Marangoni (Cannondale-Garmin), Timo Roosen (Lotto-Jumbo) e Tao Hart Geoghegan (Team Sky). Complice la pioggia battente che ha imperversato per tutta la prova, rendendola molto più impegnativa di quanto non lo era sulla carta in base al percorso, l’azione dei 13 ha avuto buon gioco e, malgrado il loro vantaggio non abbia mai superato i 2′30”, solo ai -7 dal traguardo il gruppo, comprendente ormai non più di una quarantina di atleti, è riuscito – in particolare sotto la spinta prima della Movistar e poi della Lampre-Merida – a riprendere Felline, Roosen e Brambilla che, strada facendo, avevano distanziato i compagni d’avventura.
Proprio nel momento del ricongiungimento è partito su di uno strappetto Jan Bakelants (Ag2r) che, già in passato, aveva dimostrato ottime doti da finisseur come, ad esempio, nella tappa di Ajaccio del Tour de France 2013 nella quale oltre ad aggiudicarsi il successo parziale aveva anche conquistato la maglia gialla. Il solo Alessandro Malaguti (Nippo-Vini Fantini) ha tentato invano di riportarsi sul 29enne belga che, agevolato dalle diverse curve bagnate presenti nel finale e dalla mancanza di coesione alle sue spalle nell’organizzare l’inseguimento, ha mantenuto un margine di un centinaio di metri fino al traguardo, andando a cogliere il primo successo stagionale. Alle sue spalle con un ritardo di 4” ha chiuso Trentin, che a sua volta si è avvantaggiato nel finale, mentre la volata del gruppo, giunto molto sfilacciato, è stata vinta da Colbrelli davanti al sorprendente Eduard Grosu (Nippo-Vini Fantini), a Rojas, a Modolo, a Bennati e a Sbaragli con gli altri due azzurri Andrea Fedi (SouthEast) e Alberto Bettiol (Cannondale-Garmin) a chiudere la top ten. L’attenzione si sposta ora sul Giro di Lombardia che tornerà dopo cinque anni a concludersi in quel di Como e che avrà in Vincenzo Nibali (Astana), Joaquim Rodríguez (Katusha), Alejandro Valverde (Movistar) e nel campione uscente Daniel Martin (Cannondale-Garmin) gli uomini da battere.
Marco Salonna
ORDINE D’ARRIVO
1 Jan Bakelants (Bel) AG2R La Mondiale 4:17:53
2 Matteo Trentin (Ita) Etixx – Quick-Step 0:00:04
3 Sonny Colbrelli (Ita) Bardiani CSF
4 Eduard Michael Grosu (Rom) Nippo – Vini Fantini
5 Jose Joaquin Rojas Gil (Spa) Movistar Team
6 Sacha Modolo (Ita) Lampre-Merida
7 Daniele Bennati (Ita) Tinkoff-Saxo
8 Kristian Sbaragli (Ita) MTN – Qhubeka
9 Andrea Fedi (Ita) Southeast Pro Cycling
10 Alberto Bettiol (Ita) Cannondale-Garmin Pro Cycling Team
11 Manuel Belletti (Ita) Southeast Pro Cycling
12 Oscar Gatto (Ita) Androni Giocattoli
13 Carlos Verona Quintanilla (Spa) Etixx – Quick-Step 0:00:09
14 Timo Roosen (Ned) Team LottoNL-Jumbo
15 Bram Tankink (Ned) Team LottoNL-Jumbo
16 Cesare Benedetti (Ita) Bora-Argon 18
17 Marcel Aregger (Swi) IAM Cycling
18 Manuele Mori (Ita) Lampre-Merida
19 Fabio Felline (Ita) Trek Factory Racing
20 Leonardo Fabio Duque (Col) Colombia
21 Simone Ponzi (Ita) Southeast Pro Cycling
22 Marco Bandiera (Ita) Androni Giocattoli
23 Lukasz Wisniowski (Pol) Etixx – Quick-Step
24 Axel Domont (Fra) AG2R La Mondiale 0:00:12
25 Alex Peters (GBr) Team Sky
26 Eduard Vorganov (Rus) Team Katusha
27 Yury Trofimov (Rus) Team Katusha
28 Alessandro Malaguti (Ita) Nippo – Vini Fantini
29 Tiago Machado (Por) Team Katusha 0:00:16
30 Pier Paolo De Negri (Ita) Nippo – Vini Fantini
31 Davide Cimolai (Ita) Lampre-Merida 0:00:18
32 Jaco Venter (RSA) MTN – Qhubeka 0:00:21
33 Maxime Bouet (Fra) Etixx – Quick-Step 0:00:22
34 Diego Ulissi (Ita) Lampre-Merida 0:00:33
35 Jan Polanc (Slo) Lampre-Merida 0:00:34
36 Francisco José Ventoso Alberdi (Spa) Movistar Team
37 Kristijan Durasek (Cro) Lampre-Merida
38 Bertjan Lindeman (Ned) Team LottoNL-Jumbo
39 Carlos Julian Quintero (Col) Colombia
40 Serghei Tvetcov (Rom) Androni Giocattoli 0:01:12
41 Alan Marangoni (Ita) Cannondale-Garmin Pro Cycling Team 0:02:11
42 Edoardo Zardini (Ita) Bardiani CSF 0:03:35
43 Bruno Pires (Por) Tinkoff-Saxo 0:03:37
44 Dennis Van Winden (Ned) Team LottoNL-Jumbo
45 Koen Bouwman (Ned) Team LottoNL-Jumbo
46 Romain Campistrous (Fra) AG2R La Mondiale
47 Eugenio Alafaci (Ita) Trek Factory Racing
48 Miguel Angel Rubiano Chavez (Col) Colombia
49 Damiano Cunego (Ita) Nippo – Vini Fantini
50 Paul Voss (Ger) Bora-Argon 18
51 Dominik Nerz (Ger) Bora-Argon 18
52 Patrick Schelling (Swi) IAM Cycling
53 Sergey Lagutin (Rus) Team Katusha
54 Gianfranco Zilioli (Ita) Androni Giocattoli
55 Matteo Busato (Ita) Southeast Pro Cycling 0:03:42
56 Gianluca Brambilla (Ita) Etixx – Quick-Step 0:04:44
57 Julien Berard (Fra) AG2R La Mondiale 0:07:39
58 Johann Van Zyl (RSA) MTN – Qhubeka
59 Valerio Agnoli (Ita) Astana Pro Team 0:08:04
60 Fabio Sabatini (Ita) Etixx – Quick-Step
61 Charles Planet (Fra) Team Novo Nordisk
62 Paolo Simion (Ita) Bardiani CSF
63 Edwin Alcibiades Avila Vanegas (Col) Colombia
64 Andrea Guardini (Ita) Astana Pro Team
65 Chun Kai Feng (Tpe) Lampre-Merida
66 Szymon Rekita (Pol) Trek Factory Racing
67 Jasper Bovenhuis (Ned) Cannondale-Garmin Pro Cycling Team
68 Sebastian Henao Gomez (Col) Team Sky
69 Alex Cano Ardila (Col) Colombia
70 Jacques Janse Van Rensburg (RSA) MTN – Qhubeka
71 José Joao Pimenta Costa Mendes (Por) Bora-Argon 18
72 Enrico Barbin (Ita) Bardiani CSF