DEGENKOLB BRINDA NEL GIORNO DI MORENO MOSER

luglio 16, 2012 by Redazione  
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Moreno Moser c’è la fatta e ha fatto il botto. Non è da tutti, alla prima stagione da professionista, imporsi in una corsa del calendario World Tour, nello specifico il Giro della Polonia. Oggi il brindisi a Cracovia, una festa condivisa con il tedesco Degenkolb, a segno nella tappa conclusiva.

Foto copertina: il meritato bacio delle miss per Moser sul palco premiazioni di Cracovia (foto PAP)

Per il quinto anno consecutivo il Giro di Polonia si è concluso a Cracovia con una frazione di 131,4 km disputata tutte lungo le strade della città di Papa Giovanni Paolo II e caratterizzata da un circuito finale pianeggiante di 12,4 km da ripetere per cinque volte. Alla vigilia la lotta per il successo finale era ancora aperta, con Moser (Liquigas) in testa con 5” su Kwiatkowski (Omega-QuickStep) che in linea teorica avrebbe potuto ancora ribaltare la situazione grazie agli abbuoni di 3, 2 e 1” assegnati nei due sprint intermedi e di 10, 6 e 4” al traguardo, ma lo sviluppo della corsa ha facilitato il compito del trentino, con 12 atleti che hanno preso il largo dopo appena 2 km di gara impedendo così a Kwiatkowski di prendere secondi di abbuono: i battistrada Stybar (Omega-QuickStep), Dmytro Krivtsov (Lampre), Porsev (Katusha), Marycz (Saxo Bank), Lindeman (Vacansoleil), Boom (Rabobank), Wagner (RadioShack), Flecha (Sky), Delage (Fdj), Samoilau (Movistar), Failli (Farnese) e Berdos (Utensilnord) hanno guadagnato fino a 2′40” ed è immediatamente apparso evidente che non sarebbe stato facile riprenderli, anche perchè la Liquigas, che inizialmente ha tirato per impedire che lo svantaggio raggiungesse proporzioni troppo elevate dal momento che Samoilau era distanziato nella generale di 4′20” da Moser, si è fatta da parte e a inseguire sono rimaste solo l’Argos-Shimano di Degenkolb, la Garmin di Haussler e la Vacansoleil di Ligthart.
Nonostante il grande impegno delle formazioni dei velocisti, che all’inizio dell’ultimo giro del circuito finale avevano ridotto il ritardo a 35”, i fuggitivi avrebbero certamente resistito al ritorno del gruppo se avessero proseguito di comune accordo ma in seguito a un attacco di Marycz a 7 km dal traguardo il plotoncino al comando si è dimezzato, con i soli Flecha, Stybar, Porsev, Delage e Boom in grado di riportarsi sul polacco, e questi uomini hanno iniziato a guardarsi agevolando il rientro degli inseguitori avvenuto quando mancavano 3 km: un improvviso acquazzone che si è abbattuto sulla corsa non ha condizionato lo sprint conclusivo che ha visto Degenkolb, autore fin qui di un Giro di Polonia in cui mai aveva lottato per il successo, iniziare il rettilineo finale al comando e resistere al ritorno dei due uomini del Team Sky Hayman e Swift, che a differenza dei giorni scorsi hanno sbagliato qualche cosa conducendo due volate separate in cui l’australiano ha saltato negli ultimi metri il britannico già vincitore di due tappe ma, sebbene fosse in rimonta, non è riuscito a fare la stessa cosa con Degenkolb, che ha portato a casa il sesto successo stagionale, e che forse avrebbe fatto comodo all’Argos-Shimano al Tour de France, alla luce dei problemi fisici che hanno costretto prima Kittel e poi Veelers ad abbandonare la Grande Boucle.
Ai piedi del podio si è piazzato Guarnieri (Astana) davanti a Van der Sande (Lotto-Belisol), Bos (Rabobank), Kruopis (Vacansoleil) e al 23enne padovano Fortin (Team Type 1), mentre Moser si è aggiudicato la classifica generale con 5” su Kwiatkowski, atleta molto completo che a sua volta è destinato a un grande futuro, 16” su Henao, che pur dimostrando di essere il più forte in salita è stato penalizzato da un percorso poco adatto alle sue caratteristiche ma potrà rifarsi nella prossima Vuelta sempre che venga convocato dal Team Sky, 25” su Kolobnev, 28” su Gerdemann e 29” su Nocentini: vale la pena di far notare a ulteriore dimostrazione dell’enorme talento di Moreno Moser come lo zio Francesco Moser, pur essendo stato a sua volta atleta molto precoce, alla stessa età di 21 anni e 6 mesi non era ancora passato professionista. Per quanto riguarda le altre classifiche Marczynski si è aggiudicato quella dei gran premi della montagna, Kurek quella degli sprint intermedi, Swift la graduatoria a punti e il Team Sky quella a squadre, mentre chi esce con le ossa rotte, e non solo in senso figurato, dal Giro di Polonia è Tom Boonen che nella caduta patita nella tappa di Katowice ha riportato la frattura di una costola e vede ora a forte rischio la partecipazione alle Olimpiadi.

Marco Salonna

IL GRUPPO ANTICIPA IL RIPOSO, TAPPA A FEDRIGO

luglio 16, 2012 by Redazione  
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Dopo un’accesa battaglia ad inizio gara per entrare in fuga, il gruppo lascia via libera ai battistrada, che vengono regolati da Pierrick Fédrigo sul traguardo di Pau. Battuto agilmente in volata Vande Velde, rimasto nel finale da solo con il francese. Voeckler completa il podio, staccato di 12’’. Il plotone anticipa di fatto di un giorno il riposo in programma per domani, alla vigilia dei Pirenei.

Foto copertina: Pierrick Fédrigo brucia Christian Vande Velde nella volata a due di Pau (foto AFP)

Alla vigilia del secondo ed ultimo giorno di riposo, il Tour si concede una giornata di respiro extra; un’altra ancora, potrebbero malignamente aggiungere i testimoni della processione di ieri.
Ad onor del vero, i primi 60 km sono stati contrassegnati da un numero incalcolabile di tentativi di fuga abbozzati e prontamente neutralizzati da un gruppo che, come non sempre accaduto in questa edizione, ha faticato non poco a trovare il drappello giusto per dare il proprio nulla osta. Una volta individuatolo, tuttavia, il plotone è precipitato nuovamente nello stato letargico di ieri, con le squadre dei velocisti mostratesi del tutto disinteressate all’inseguimento, malgrado i soli Cavendish, Greipel e Sagan si siano fin qui tolti qualche soddisfazione.
A giocarsi la tappa pre-riposo pre-pirenaica e post-chiodi sono così rimasti i cinque coraggiosi/abili/fortunati promotori del tentativo approvato: Dries Devenyns, Samuel Dumoulin, Thomas Voeckler, Pierrick Fédrigo e Christian Vande Velde. A questi si è in un secondo tempo aggregato Nicki Sorensen, il cui inseguimento solitario di circa 20 km è stato coronato anche grazie ad una tirata dimostrativa della Saxo Bank in gruppo, volta a convincere il quintetto al comando ad attendere il rientro del danese.
Mentre dietro il massimo del brivido veniva offerto dal non-sprint al traguardo volante di Maubourget, al quale Sagan portava in tripla cifra il proprio margine nella classifica a punti su André Greipel, davanti il sestetto proseguiva in armonia fino ad una dozzina di chilometri dall’arrivo, quando ha avuto inizio la prevedibile girandola di scatti e contro-scatti. Obiettivo più o meno comune era quello di far fuori Dumoulin, sulla carta il più veloce, dimostratosi a conti fatti il meno in palla: a lui è infatti toccato il poco ambito posto di fanalino di coda, perdendo nel finale le ruote di tutti i compagni d’avventura.
Come spesso gli è capitato in carriera, a trovare il tempo giusto per muoversi è stato Pierrick Fédrigo, quando all’arrivo mancavano ancora 6 km e spiccioli. Il solo Vande Velde ha avuto la prontezza di accodarsi ad un cacciatore di tappe di professione come il 33enne aquitano, già tre volte vittorioso sulle strade del Tour; Voeckler, parso forse il più pimpante, è stato invece insolitamente poco reattivo nel cogliere l’attimo buono, portandosi all’inseguimento del duo franco-statunitense, in compagnia di Sorensen, a successo ormai sfuggito.
Sbarazzatosi dei rivali più credibili, Fédrigo non ha avuto bisogno di preoccuparsi della posizione in cui intraprendere la volata finale, approcciata in testa senza nemmeno provare ad indurre l’americano a portarsi al comando. Vande Velde, che tutto è fuorché uno sprinter, non ha neppure provato ad uscire dalla scia della sagoma bianca di Pierrick, al primo trionfo alla Grande Boucle in una frazione pianeggiante, dopo una intermedia (Gap 2006) e due di alta montagna con disegno da galleria degli orrori (Tarbes 2009, ancora Pau nel 2010). Il fu T-Blanc si è dovuto accontentare di completare il podio, anticipando Sorensen in una volata ricca di rimpianti.
Molto più tardi (11’50’’ dopo, per la precisione), Greipel si toglieva la magrissima soddisfazione di vincere la volata del gruppo, nel giorno in cui, perdendo complessivamente altri 5 punti da Sagan (9° al traguardo), ha detto quasi definitivamente addio all’obiettivo maglia verde, vedendo il divario salire a 102 lunghezze. Tranquilli gli uomini di classifica, che domani potranno ricaricare le batterie in vista di una due-giorni che la logica vorrebbe di attacchi serrati alla maglia gialla.
Mercoledì, con la tradizionale cavalcata da Pau a Bagnères-de-Luchon, lungo Aubisque, Tourmalet, Aspin e Peyresourde, i Pirenei offriranno terreno fertile ad azioni da lontano, ma la disposizione dei colli, con i due più impegnativi prima e quelli meno selettivi poi, non gioca a favore dei rivali di Wiggins. Il traguardo in discesa strizza l’occhio a Nibali, che non può però certo pensare di ribaltare il Tour de France solo in quel frangente. Per scardinare la difesa di Wiggo e compagni – come è stato ripetuto fino alla nausea negli ultimi giorni – serviranno dunque tanta fantasia e ancora maggiore coraggio. Un po’ di materia prima (leggasi: salite) in più, certo, avrebbe fatto comodo.

Matteo Novarini

MARVULLI E MARGUET VINCONO LA SEIGIORNI DELLE ROSE

luglio 16, 2012 by Redazione  
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Seigiorni molto equilibrata quella ospitata che si è disputata al velodromo Pavesi di Fiorenzuola. A vincere è la coppia svizzera che supera due coppie ceche, alle loro spalle un folto gruppo di olimpici che hanno forse fatto pretattica in vista di Londra.

Foto copertina: il podio della seigiorni 2012 (www.6giornidellerose.com)

La seigiorni delle rose 2012 si presentava come un ottimo allenamento in vista dei giochi olimpici di Londra e così al via della manifestazione si sono schierati alcuni sicuri protagonisti della prova omnium alle olimpiadi come Perez, Archbold, Irvine e Muntaner.
Nonostante questo il livello dei partecipanti è sembrato essere inferiore rispetto agli anni scorsi. L’organizzatore della seigiorni, Claudio Santi, ha ammesso le difficoltà crescenti per allestire una manifestazione simile in tempi di crisi ed ha ammesso la necessità di tagliare alcune spese accessorie, limitando gli spettacoli collaterali e facendo anche un po’ di economia sugli ingaggi di alcuni big.
Al via della seigiorni si sono così presentate solo poche coppie davvero papabili per il trionfo finale e, fra queste, le più quotate erano quelle con gli atleti olimpici e la coppia elvetica Marvulli – Marguet.
La prima sera i due elvetici si dimostrano subito in grande forma e prendono il comando della classifica, nonostante la difficoltà – molto maggiore rispetto agli anni passat i- nel guadagnare i giri su una pista lunga quasi 400 m e ciò ha reso meno spettacolari le Madison.
La seconda sera di gare vede altri protagonisti farsi avanti per la leadership; a prendere il simbolo del primato è la coppia costituita dai cechi Hochmann e Hacecky, i quali sembrano quasi aver stretto un patto di non belligeranza con le altre due coppie di loro connazionali presenti alla gara.
Durante la terza sera sono invece Kankovsky e il neo campione nazionale su strada della repubblica ceca Kadlec a balzare in testa alla classifica.
In tutti questi ribaltoni Marvulli e Marguet restano comunque sempre vicinissimi ai primi della classifica, continuando a fare punti preziosi nelle varie prove, soprattutto nel giro lanciato dove Marguet si dimostra velocissimo.
La quarta serata a Fiorenzuola è tradizionalmente quella della Madison di 100 km che va alla coppia Muntaner – Irvine ma che vede la classifica farsi ancora più corta con 6 coppie a pieni giri e con Marvulli e Marguet che ottengono il primato a termine serata ma con un vantaggio molto esiguo.
Durante la quinta serata Marvulli e Marguet superano i 200 punti in classifica e guadagnano un giro sul resto degli atleti. Kankovsky e Kadlec non si danno per vinti e durante la sesta giornata di gare superano anche loro la soglia dei 200 punti e ritornano in lizza per la vittoria finale.
Tutto si decide, quindi, con l’ultima Madison nella quale Marvulli e Marguet si dimostrano più veloci dei rivali e vincono la seigiorni 2012 (per Marvulli è il quinto trionfo, per Marguet il primo) con 9 punti sui Kankovsky e Kadlec. Completa il podio la coppia Hocmannn – Hacecky che sopravanza proprio in quest’ultima Madison i russi Krasnov e Zhurkin.

Matteo Colosio

ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI FOIX

luglio 15, 2012 by Redazione  
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Anche al Tour 2012 vi proporremo l’appuntamento giornaliero con l’almanacco, rubrica contenitore con la rassegna stampa internazionale; il parere dei tifosi; la colonna sonora dell’ultima frazione disputata, la presentazione della tappa del giorno, le “perle” dei telecronisti, le previsioni del tempo per la tappa che verrà, il ricordo del Tour del 1953 e una vista “retrospettiva” sul Tour in corso. Seguiteci.

Foto copertina: castello di Foix (cowgirlsland.blogspot.com)

TOUR DE FRANCE, GIRO DEL MONDO

Italia

Sanchez vola, Sagan che peccato. Paura: lanciati chiodi in cima al Mur (Gazzetta dello Sport)

Sanchez vince sui Pirenei. Wiggins resta maglia gialla (Corriere dello Sport / Stadio)

Francia

Sanchez avait la foi (L’Equipe)

Svizzera

Tour de France: 14. tappa a Sanchez (Corriere del Ticino)

Doch noch ein Etappensieg an Sanchez (Neue Zuercher Zeitung)

Regno Unito

Sánchez seizes win but Wiggins keeps lead (The Daily Telegraph)

Tour de France leader Bradley Wiggins victim of stage 14 sabotage (The Independent)

Wiggins reaches for the sky as history beckons (The Times)

Spagna

Luis León gana a lo grande (AS)

El Tour es justo con Luisle (Marca)

La tenacidad de ‘Luisle’ (El Mundo Deportivo)

Belgio

Sanchez remporte la 14e étape du Tour de France, Gilbert 4e (Le Soir)

Luis Leon Sanchez pakt ritzege, Evans kent totale offday (De Standaard)

Tour de France: des clous sur la route (L’Avenir)

Luis Leon Sanchez le plus malin, Gilbert rate le coche (La Dernière Heure/Les Sports)

Philippe Gilbert “piégé” par le rusé Luis Leon Sanchez – Des clous de tapissier ont provoqué une trentaine de crevaisons dans le peloton (Sudinfo.be)

Vandalen verpesten tourrit met spijkers op parcours – Herbekijk de tumultueuze rit naar Foix (Het Nieuwsblad)

Germania

Geplatzte Reifen – Reißnagel-Attacke bei der Tour de France (Westdeutsche Allgemeine Zeitung)

Lussemburgo

14. Etappe der TdF: Sanchez gewinnt – Solidarität nach Nägel-Attacke (Luxemburger Wort / La Voix du Luxembourg)

Luis-Leon Sanchez gewinnt in Foix (Tageblatt)

Paesi Bassi

Eindelijk succes Rabo – Lekkebandenregen (De Telegraaf)

Danimarca

Wiggins raser over Europcars opportunist (Jyllands-Posten)

Rolland kommer til at betale stor regning (Sporten.dk)

Sabotage skaber kaos i Tour-feltet – Wiggins raser over Frankrigs store håb (Politiken)

Repubblica Slovacca

Opäť druhý Sagan: Sanchez mi unikol, keď som jedol (Pravda)

Canada

Luis Leon Sanchez of Spain wins Tour de France 14th stage (The Globe and Mail)

USA

Wiggins Avoids Chaos to Maintain Lead (The New York Times)

Tacks on road cause slew of punctures at Tour de France – Sanchez wins stage 14 of Tour de France (Usa Today)

Colombia

Luis León logró el primer triunfo español en el Tour de Francia 2012 (El Tiempo)

Luis León Sánchez gana etapa su primera etapa en el Tour 2012 (El Espectador)

Australia

Tour tacks leave riders flat (The Age)

Punctures cruel Evans’s hopes (The Australian)

Sportsmanship saves Cadel’s Tour(Herald Sun)

PIU’ O MENO
Ecco chi ha rispettato o deluso le attese in questa giornata

++ Sanchez L.L.
+ Sagan, Casar, Canuti
- Gilbert, Vorganov, Coppel, tutto lo staff della Bmc, tutti gli avversari diretti di Wiggins che non hanno attaccato
— l’imbecille che ha messo le puntine sul percorso

a cura di Marco Salonna

DISCOTOUR: la colonna sonora della tappa del Tour scelta per voi da ilciclismo.it

La macchina del capo (versione di Francesco Salvi)

a cura di DJ Jorgens

LA TAPPA DEL GIORNO

Assaggiati i Pirenei, in vista dei tapponi il Tour oggi si adagerà ai piedi delle montagne, laddove queste si stemperano nella pianura con una miriade di piccole colline, filo conduttore della 15a frazione della Grande Boucle, la terzultima tra quelle destinate ai velocisti, chiamati ad esibirsi su quello che, per loro, sarà il palcoscenico più arduo. Le loro formazioni avranno ben pochi margini per organizzarsi e ricucire sugli eventuali e molto probabili fuggitivi, complice un tracciato privo di salite vere ma mai pianeggiante, con l’esclusione degli ultimi 10 Km, che potrebbero rivelarsi troppo pochi per recuperare. Fin lì si dovranno superare ben 22 piccole ascese, che daranno movimento ad un’altimetria da elettrocardiogramma. Tre di queste, comprese tra il centesimo e il 130° Km di gara (la tappa ne misurerà 158,5 Km), saranno valide come gran premi della montagna, due di quarta e uno, la Côte de Simacourbe, di terza categoria. Il percorso è insidioso anche per chi punta alla classifica poichè, con un tracciato del genere, se un gruppetto dovesse confezionare un attacco a sorpresa alla maglia gialla, questa faticherà non poco a controllare lungo un tragitto così tortuoso. Energie, volendo, se ne possono spendere poichè domani ci sarà il secondo giorno di riposo, piazzato a ridosso delle ultime due frazioni di montagna.

METEOTOUR

Samatan : previsioni non disponibili
Pau : poco nuvoloso, 22°C (percepiti 23°C), venti deboli da NE (9-12 Km/h), umidità al 65%

I MISTERI DELLA CASSAPANCA
Gli strafalcioni dei giornalisti al seguito della corsa rosa

Allocchio: “Un corridore che può dire la sua e nessuno dice niente”
Conti, parlando del Port de Lers: “Tenne a battesimo Marco Pantani” (nel 1995 Pantani vinse a Guzet-Neige la tappa che prevedeva il Lers, ma non era il “battesimo” perchè qualche giorno prima aveva vinto all’Alpe d’Huez)
Cassani: “Voeckler ha vinto sulla seconda categoria”
Cassani: “Domani c’è l’ultimo secondo riposo” (quando hanno fatto il primo secondo riposo?)
Pancani: “La regione dove sta attraversando la corsa”
Allocchio, ricordando il Tour del 1986: “L’unico che si ritirò sono io”
Allocchio: “L’unico modo per attaccare Wiggins e Sky”
Bulbarelli: “Pravincia di Modena”
Bulbarelli: “Immagini così bella e avvincente”
Cassani: “Comincia a sgocciolare”
Cassani: “Non posso pensare che tutte queste forature siano causa di un asfalto deteriorato”
Pancani: “La testa della corsa è a 3 e 300 metri dalla fine”
Pancani: “E’ arrivato un messaggio della Lampre nella quale ci dicono…”
Televideo: “Traguardo volante a Tarascona” (oggi si passava da Tarascon-sur-Ariège; Tarascona (Tarascon) si trova da tutt’altra parte)
Televideo: “Port del Lers” (Port de Lers)

TOUR DE GOMEZ

Ricordate Gomez Addams, il capo della celebre famiglia televisiva americana? Ci siamo ispirati alla sua passione per il francese (quando lo parlava l’amata Morticia) e alle sue “verticali” per proporvi giornalmente una curiosa vista retrospettiva sul Tour, ordine d’arrivo e classifica visti dal basso… la maglia nera, insomma!

Ordine d’arrivo della tappa Limoux – Foix

1° Christophe Kern (Team Europcar)
2° Kris Boeckmans (Vacansoleil-DCM Pro Cycling Team) a 3′23″
3° Vincent Jerome (Team Europcar), s.t.
4° Yohann Gene (Team Europcar), s.t.
5° Bernhard Eisel (Sky Procycling) a 3′35″
Miglior italiano Alessandro Vanotti (Liquigas-Cannondale), 36° a 3′35″

Classifica generale

1° Tyler Farrar (Garmin – Sharp)
2° Jimmy Engoulvent (Saur – Sojasun) a 3′43″
3° Johan Vansummeren (Garmin – Sharp) a 6′39″
4° Jan Ghyselinck (Cofidis, Le Credit En Ligne) a 9′13″
5° Albert Timmer (Argos-Shimano) a 9′25″
Miglior italiano Daniel Oss (Liquigas-Cannondale), 42° a 41′05″

L’ULTIMA DOPPIETTA DEL CAMPIONISSIMO

Ecco come il quotidiano l’Unità presentò ai propri lettori le gesta dei partecipanti al Tour del 1952, quello dell’ultima doppietta Giro-Tour di Fausto Coppi. Le altimetrie sono prese dal nostro personale archivio (in corso di aggiornamento), accessibile selezionando dal menù a discesa sotto la voce “Altimetrie storiche GT” (in alto a sinistra)

16a TAPPA: PERPIGNAN – TOLOSA (200 Km)

ROSSEEL VINCE LA VOLATA DI UN GRUPPETTO DOPO UNA FUGA DI BARONI (3°) E VAN EST
Da Perpignano a Tolosa in marcia verso i Pirenei
La corsa – lenta e monotona – si è accesa solo nel finale – Bartali, coinvolto in una caduta, riprende rapidamente — Close supera « Gino » in classifica generale — Oggi riposo a Tolosa

GIORNO DI RIPOSO A TOLOSA

OGGI I GIGANTI PIRENAICI. CORTE D’APPELLO DEL TOUR
Da Tolosa a Bagnères-de-Bigorre per 204 Km
Ci saranno da superare il Peyresourde e l’Aspin, antipasto al Tourmalet e all’Aubisque di domani – Ristabiliti i premi soppressi per la tappa di ieri dalla Giuria – La squadra belga partirà – Fausto Coppi « fuori concorso » – Bartali rimane al terzo posto in classifica generale

ARCHIVIO ALMANACCO

Selezionare la voce “Tour de France″ nel menù “Corse” (in home, sopra la copertina)

15-07-2012

luglio 15, 2012 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

TOUR DE FRANCE
Lo spagnolo Luis Leon Sanchez Gil (Rabobank Cycling Team) si è imposto nella quattordicesima tappa, Limoux – Foix , percorrendo 191 Km in 4h50′29″, alla media di 39,451 Km/h. Ha preceduto di 47″ lo slovacco Sagan e il francese Casar. Miglior italiano Vincenzo Nibali (Liquigas-Cannondale), 17° a 18′15″. Il britannico Bradley Wiggins (Sky Procycling) ha conservato la testa della classifica con 2′05″ sul connazionale Froome e 2′23″ su Nibali.

TOUR DE POLOGNE
L’italiano Moreno Moser (Liquigas-Cannondale) si è imposto nella sesta tappa, Bukovina Terma Hotel Spa – Bukowina Tatrzanska, percorrendo 191,8 Km in 5h16′32″, alla media di 36,356 Km/h. Ha preceduto allo sprint il colombiano Henao Montoya e il polacco Kwiatkowski. Moser è tornato leader della classifica con 5″ su Kwiatkowski e 16″ su Henao Montoya.

FRECCIA DEI VINI (dilettanti)
L’italiano Patrick Facchini (Casati – MI Impianti) si è imposto nella corsa italiana, Vigevano – Montescano, percorrendo 157 Km in 3h46′, alla media di 41,681 Km/h. Ha preceduto di 29″ gli italiani Ricardo Pichetta (Asd Monviso – Venezia) e Matteo Busato (Team Idea 2010)

GIRO DEL CASENTINO (dilettanti)
L’italiano Gennaro Maddaluno (Malmantile – Romano Gaini) si è imposto nella corsa italiana, Subbiano – Falciano, percorrendo 157,5 Km in 3h41′54″, alla media di 42,586 Km/h. Ha preceduto di 10″ il russo Gorodnichev e l’italiano Alessandro Mazzi (Petroli Firenze)

VUELTA CICLISTA A VENEZUELA
L’argentino Maximiliano Ariel Richeze Araquistain (Team Nippo) si è imposto nella decima ed ultima tappa, circuito di Caracas, percorrendo 76,5 Km in 1h40′57″, alla media di 45,468 Km/h. Ha preceduto allo sprint i venezuelani Cordovés Pérez e Pérez Silva. Unico italiano in gara Omar Bertazzo (Androni Giocattoli), 40°. In classifica si impone il venezuelano Miguel Ubeto Aponte (Androni Giocattoli) con 12″ e 21″ sui connazionali García Rincon e Valero. Bertazzo 59° a 32′55″.

GP INTERNACIONAL TORRES VEDRAS – TROFEU JAQUIM AGOSTINHO

Il portoghese Ricardo Mestre Correia (Carmin – Prio) si è imposto nella terza ed ultima tappa, Atouguia da Baleia – Carvoeira/Alto dos Moinhos, percorrendo 165,3 Km in 4h11′23″, alla media di 39,453 Km/h. Ha preceduto di 20″ e 26″ i connazionali Gonçalves e Vieira Ribeiro. In classifica si impone Mestre Correia con 20″ sullo spagnolo Camaño Ortuzar (Endura Racing) e 27″ su Gonçalves.

CHIAMIAMOLO ALIENO MOSER

luglio 15, 2012 by Redazione  
Filed under News

Non finisce di stupire l’astro nascente trentino che con un’accelerazione straripante negli ultimi 300 metri dell’arrivo in salita di Bukowina Tatrzańska va a superare Henao che sembrava ormai destinato al successo e strappa la maglia gialla al tenace Kwiatkowki ipotecando il Giro di Polonia a una giornata dalla conclusione.

Foto copertina: Moser vince la tappa regina del Giro di Polonia (foto newspix.pl)

La sesta tappa del Giro di Polonia, 191,8 km da Bukovina Terma Hotel Spa a Bukowina Tatrzanska si presentava come la frazione regina di una corsa che in verità si era rivelata fin qui meno impegnativa del previsto, con ancora 24 uomini nello spazio di 12” nella classifica generale: in programma un circuito di 38,4 km con le ascese di Zab, di Gliczarow, forse la più dura delle tre con pendenze oltre la doppia cifra anche se per brevi tratti, e quella che portava al traguardo, per un totale di ben 15 salite e di un dislivello complessivo superiore ai 4000 metri. La corsa è vissuta sulla fuga di Kreuziger (Astana), uscito di classifica fin dalla prima tappa e alla ricerca della miglior forma in vista della Vuelta, Slagter (Rabobank), Marczynski (Vacansoleil), Huzarski (Nazionale polacca) e Stannard (Sky), che hanno preso il largo dopo 12 km in corrispondenza con la prima ascesa verso Zab e hanno accumulato fino a 5′40” su un gruppo che, malgrado la presenza in avanscoperta del campione britannico, è stato tirato costantemente dal Team Sky, chiaro segnale di un disegno tattico finalizzato ad un attacco di Henao, apparso nelle giornate precedenti in condizione smagliante malgrado percorsi poco adatti alle sue caratteristiche. La formazione britannica, similmente a quanto sta facendo al Tour de France, ha controllato la corsa a suo piacimento, in particolare con uno straordinario Swift che dopo aver conquistato due successi di tappa si è messo a disposizione dei compagni tirando per decine di km, riducendo il gruppo a una sessantina di unità e andando quasi da solo a riprendere i fuggitivi a 15 km dal traguardo, dopo di che sono entrati in azione Nordhaug, Uran e lo stesso Stannard finchè sul punto più duro dell’ultima ascesa verso Gliczarow è partito Henao che ha immediatamente guadagnato una decina di secondi ma è stato ripreso dapprima da Jon Izagirre (Euskaltel), vincitore della tappa di Falzes al Giro d’Italia, e Niemiec (Lampre), e quindi dal resto di un gruppo dei migliori ormai molto sfilacciato e comprendente il leader Kwiatkowski (Omega-QuickStep) e Moreno Moser (Liquigas), che alla vigilia era distanziato di solo 1” dal polacco nella generale.
L’azione corale del Team Sky è proseguita con l’inesauribile Stannard, che nel tratto in pianura che precedeva i 4 km al 6% circa dell’ascesa finale si è a sua volta avvantaggiato inseguito da Van Avermaet (Bmc) e Le Mevel (Garmin), e si è conclusa ancora con Henao, che è ripartito con Izagirre alla ruota, ha raggiunto e staccato i tre uomini che lo precedevano, ha distanziato anche il basco e ha resistito alla rincorsa di Geniez (Argos-Shimano), arrivando a 300 metri dal traguardo con un vantaggio di circa 10”, che se conservato gli avrebbe consentito non solo di vincere la tappa ma anche di balzare al comando della generale: sembrava che almeno il successo parziale fosse ormai nelle mani del colombiano ma Moser è uscito dal gruppo con un’accelerazione devastante, alla quale Kwiatkowski ha tentato di replicare per poi essere costretto a cedere, e ha percorso gli ultimi 40” di gara in apnea fino a superare Henao a non più di 30 metri dal traguardo e vincere davanti al colombiano, con un’azione che fatte le debite proporzioni ha ricordato quella di Marino Basso nei confronti di Franco Bitossi ai Mondiali di Gap del 1972; 3° con lo stesso tempo dei primi due ha chiuso Kwiatkowski, 4° a 3” Van Avermaet davanti a Niemiec e Kolobnev (Katusha) e 7° a 7” l’altro azzurro Nocentini (Ag2r). Già in diverse occasioni in questa stagione Moser aveva dimostrato di possedere le stimmate del fuoriclasse ma a Bukowina Tatrzanska lo ha dimostrato in maniera definitiva, e grazie agli abbuoni ha riconquistato la maglia gialla con 5” su Kwiatkowski, 16” su Henao, 25” su Kolobnev, 28” su Gerdemann e 29” su Nocentini: al 21enne trentino sarà ora sufficiente marcare stretto il polacco negli sprint intermedi dell’ultima tappa, 131,4 km dedicati ai velocisti con partenza e arrivo a Cracovia.

Marco Salonna.

IL RUGGITO DI LEON, IL PASCOLO DEL GRUPPO

luglio 15, 2012 by Redazione  
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Lo spagnolo della Rabobank stacca nel finale i dieci compagni di fuga, cogliendo il quarto successo di tappa in carriera al Tour de France, mentre il gruppo affronta a passo cicloturistico le prime ascese pirenaiche. Unico colpo di scena una foratura di Cadel Evans, atteso però dagli avversari. Domani traguardo per velocisti a Pau.

Foto copertina: Luis Leon Sanchez trionfa in solitaria a Foix (foto AFP)

Puntuale come ogni anno, con la sola eccezione del 2010, Luis Leon Sanchez ha timbrato la tradizionale vittoria di tappa anche al Tour de France 2012, ancora una volta grazie ad una fuga della prima ora. L’identikit delle frazioni preda dello spagnolo è pressappoco sempre lo stesso: abbastanza dura da tagliar fuori i velocisti ma non così impegnativa da finire nelle mire degli scalatori puri, e possibilmente con un po’ di chilometri per mischiare le carte dopo l’ultima grande ascesa. Dopo Aurillac nel 2008, Saint-Girons nel 2009 e Saint-Flour nel 2011, tocca stavolta a Foix applaudire il ragazzo di Mula, il cui Tour era iniziato con un capitombolo in quel di Liegi.
Lo scatto che ha deciso la quattordicesima tappa, come sovente avviene su tracciati di questo genere, non è arrivato nel punto da circoletto rosso, per dirla alla Rino Tommasi, bensì a difficoltà concluse, allorché un quintetto composto da Sagan, Gilbert, Casar, Izagirre e dallo stesso Luis si era avvantaggiato rispetto a Paulinho, Kruijswijk, Gautier, Minard, Vorganov e M. Velits, lasciati indietro sul temutissimo Mur de Péguère. Con la sagacia tattica sulla quale ha costruito i precedenti trionfi in terra francese, Sanchez ha saputo sfruttare a proprio vantaggio la presenza in testa della maglia verde, andandosene in fondo all’ultima discesa, proprio mentre il favorito si stava alimentando. I tre venutisi a trovare in compagnia di Sagan si sono infatti risparmiati fin troppo nell’inseguimento, temendo di portare in carrozza lo slovacco verso il quarto successo successo, consentendo al battistrada di costruire un margine che è rapidamente parso decisivo.
Il baby-fenomeno Liquigas si è dovuto accontentare della seconda piazza d’onore consecutiva, buona comunque per far lievitare quasi in tripla cifra il margine nella classifica a punti rispetto a Greipel; come dire che, per vestirsi di verde anche sui Campi Elisi, basterà tenersi alla larga dai guai.
Sin qui una corsa, quella per il successo parziale, filata via tutto sommato secondo le previsioni della vigilia, al di là della composizione del drappello di testa e dell’esito della lotta. Dietro (molto indietro) se ne correva invece una che ha pesantemente deluso le attese, alla luce dei fatti eccessive. Dopo lo spettacolo di ieri, con l’attacco della BMC e l’allungo di Cadel Evans su uno strappetto come il Mont Saint-Clair, era però difficile non sperare che qualcosa potesse muoversi anche sulle rampe estreme del Mur de Péguère, pur in presenza di un’autorevole candidata al titolo di tappa peggio disegnata dell’anno.
Dopo aver sperperato energie in un attacco morto prima ancora di nascere ieri, Evans non si è invece spinto oltre una timidissima accelerazione all’imbocco del tratto più selettivo della scalata, utile al massimo a mettere in difficoltà uomini al di fuori della top 10. Nessuno se l’è a quel punto sentita di sostituirsi all’australiano, adeguandosi passivamente al ritmo di un Team Sky che già dalle prime pendenze di giornata aveva palesato la volontà di addormentare il più possibile la gara.
Perché la corsa avesse un sussulto, è stata allora necessaria la prima di una serie infinita di forature – dovuta forse allo spargimento di puntine da disegno da parte di qualche sabotatore – che hanno colpito corridori e moto, occorsa proprio al campione uscente. L’organizzazione del Tour aveva sfortunatamente ritenuto superfluo preparare una moto per il cambio ruote su una delle strade più strette e ripide sul menù della Grande Boucle, costringendo così Cadel ad uno stop forzato costatogli quasi due minuti.
Una disdetta, senza dubbio, ma non più di mille altri incidenti, cadute e forature in cui mezzo gruppo è incappato in queste due settimane di gara. Gli uomini del Team Sky, come sempre presenti in massa davanti, hanno però ritenuto che lo status del leader BMC dovesse valergli un trattamento di favore, invitando con parole buone e meno buone tutti gli altri ad attenderne il rientro.
Soltanto Pierre Rolland ha osato deviare dal diktat dei neo-padroni del Tour, che dopo essersi alienati le simpatie di Luis Leon Sanchez ieri, con la trenata di Wiggins per Boasson Hagen, non hanno forse ritenuto opportuno irritare anche l’armata rossonera (per la verità ora come ora assai dimessa). Contro l’affronto del dissidente francese si sono allora prontamente schierate in testa Liquigas, che mai aveva trovato le forze per fare altrettanto per Nibali, e – curiosamente – la Lotto Belisol di Jurgen Van den Broeck, che solo otto giorni fa vedeva probabilmente sfumare il podio a causa di un inconveniente che non aveva mosso ad altrettanta pietà gli scudieri di Wiggo. Una volta neutralizzato l’oltraggioso affondo dell’eroe di La Toussuire, il gruppo è ritornato al passo cicloturistico al quale ha percorso la quasi totalità del tracciato, fino al tanto sospirato rientro di Evans.
Lasciata inevitabilmente immutata dall’immobilismo generale, la classifica continua allora a vedere il duo Sky in vetta, con Nibali a completare il podio virtuale ed Evans sano e salvo in quarta piazza. Van den Broeck, riuscito nell’intento di non superare l’australiano, resta quinto, e continua ad apparire il principale candidato a provarci prima o poi da lontano, verosimilmente nella tappa di mercoledì.
Pressoché impossibile, invece, che qualcosa si muova domani, allorché la Grande Boucle – in uno slancio di rottura con la tradizione – farà tappa a Pau. Quest’anno, se non altro, la cittadina che da decenni infesta gli incubi degli appassionati, costretti ad assistere a processioni su colli leggendari collocati a distanze siderali dal traguardo, ospiterà l’arrivo di una frazione riservata sulla carta ai velocisti, malgrado qualche saliscendi nella fase centrale. Cavendish, che oggi ha scandito il ritmo del gruppo nei primi chilometri dell’ultima salita, tornerà a vestire i panni dell’uomo da battere, con Greipel a tentare di tenere aperta la lotta per la maglia verde. Per lo scopo dovrà però fare i conti con un Peter Sagan che, oltre a portare a novantasette lunghezze il proprio vantaggio, ha poco fa potuto aggiungere anche la voce “tappe pirenaiche” alla lista delle corse alla sua portata.

Matteo Novarini

QUESTO DI LUCA E’ DAVVERO…NOBILI

luglio 15, 2012 by Redazione  
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Il 36enne di Spoltore conferma il grande stato di forma con un’azione da finisseur a 2 km dal traguardo che gli consente di avere la meglio sugli sloveni Nose e Vrecer e sul compagno Taborre, prezioso supporto all’abruzzeze nel finale di gara. Solo 9° il neo campione italiano Pellizotti, 27° il rientrante Cunego

Foto copertina: Di Luca si impone sul lungolago di Stresa (foto Bettini)

Dopo due stagioni in cui si è diviso tra la Coppa Papà Carlo e la Coppa Città di Stresa il Gp Nobili Rubinetterie torna ad essere disputato in un unico giorno, lungo un percorso di 195,7 km con partenza da Suno e arrivo a Stresa caratterizzato dalla doppia scalata di Massino Visconti, il cui ultimo scollinamento era posto a 30 km dal traguardo: la spietata concorrenza del Tour de France e quest’anno anche del Giro di Polonia, al quale partecipano diverse squadre Professional italiane, ha limitato fortemente la qualità del campo partenti, con il neo tricolore Pellizotti (Androni) e Di Luca (Acqua&Sapone), battuto dal friulano a Borgo Valsugana e recente vincitore del tappone del Giro d’Austria conclusosi in cima al Kitzbueheler Horn in veste di uomini da battere: accanto a loro in gara Agnoli, Damiano Caruso e Sarmiento (Liquigas), Felline e Ferrari (Androni), Betancur e Taborre (Acqua&Sapone), Savini (Colnago-Csf), Rabottini e Mazzanti (Farnese), Bailetti (Utensilnord), Laverde (Colombia Coldeportes), Pliuschin (Leopard Continental), Nose e Fajt (Adria Mobil), Vrecer (Team Voralberg) e Cunego (Lampre), che con questa corsa inaugura la sua seconda parte di stagione che dovrebbe vederlo al top alla Vuelta e ai successivi Mondiali di Valkenburg.
La corsa è vissuta sulla fuga di Malori (Lampre), Ermeti (Androni), Donati (Acqua&Sapone), Coledan (Colnago-Csf), Hulsmans (Farnese), Frapporti (Idea), Suarez (Colombia Coldeportes), Razumov e Kochetkov (Itera) e Baldo (Atlas Personal), scattati al km 23 e rimasti a lungo al comando senza che però il gruppo lasciasse spazio, concedendo ai battistrada un margine massimo di poco superiore ai 2′; sul primo passaggio a Massino Visconti sono rimasti soli in testa Donati, Kochetkov ed Ermeti ma ben presto alle loro spalle è arrivata la prima parte del gruppo, con Betancur che ha operato un forcing in favore di Taborre e Di Luca al quale hanno resistito i soli Pellizotti e Chiarini (Androni), Bailetti e Girardi (Utensilnord), Romero, Marentes, Laverde e Gonzalez (Colombia Coldeportes), Bisolti e Dodi (Team Idea), Possoni (Lampre), Pagani (Colnago-Csf), Lutsenko (Astana Continental), Sano (Team Nippo), Nose, Vrecer, Mazzanti, Pliuschin e Damiano Caruso, mentre un’altra decina di corridori tra cui Cunego e Ratto (Liquigas) ha fallito di poco l’aggancio e tutti i fuggitivi della prima ora sono stati raggiunti e staccati.
A giocarsi il successo è dunque rimasto un gruppetto di 22 unità che si è sfaldato sul secondo passaggio a Massino Visconti quando Taborre e Di Luca hanno forzato il ritmo e accanto a loro sono rimasti i soli Vrecer e Nose, atleti sloveni non molto conosciuti a livello internazionale ma che nelle corse di casa hanno spesso dimostrato di poter lottare alla pari con i grandi, e vogliosi di emulare Grega Bole che si impose nel Gp Nobili Rubinetterie del 2009: non c’è l’ha fatta ad accodarsi invece Pellizotti e nel tratto successivo i quattro uomini di testa hanno continuato a guadagnare sul gruppo inseguitore nel quale solo gli uomini della Colombia Coldeportes tiravano con una certa convinzione. A poco meno di 2 km dal traguardo Di Luca, che pure avrebbe potuto attendere la volata avendo anche Taborre a supportarlo, ha tentato l’azione solitaria prendendo immediatamente un centinaio di metri sui compagni di fuga e giungendo solitario a Stresa con 4” su Vrecer, Nose e Taborre, mentre a 45” ha tagliato il traguardo il gruppo inseguitore regolato dal 19enne Lutchenko su Bisolti, Chiarini, Damiano Caruso, Pellizotti e Romero e a 5′05” il plotoncino comprendente Cunego e Ratto. Per Di Luca, che da qualche settimana a questa parte sembra aver ritrovato la forma dei tempi migliori, si tratta del secondo successo stagionale nonchè del primo sulle strade italiane dal 2009, quando si impose in una tappa del Giro del Trentino e in due del Giro d’Italia, prima che queste gli venissero tolte in seguito alla squalifica per la positività al CERA. I prossimi appuntamenti del calendario italiano saranno la Coppa Placci e il Trofeo Matteotti in programma il 28 e 29 luglio.

Marco Salonna

14-07-2012

luglio 14, 2012 by Redazione  
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TOUR DE FRANCE

Il tedesco André Greipel (Lotto Belisol Team) si è imposto nella tredicesima tappa, Saint-Paul-Trois-Châteaux – Le Cap d’Agde, percorrendo 217 Km in 4h57′59″, alla media di 43,693 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo slovacco Sagan e il norvegese Boasson Hagen. Miglior italiano Marco Marcato (Vacansoleil-DCM Pro Cycling Team), 7°. Il britannico Bradley Wiggins (Sky Procycling) ha conservato la testa della classifica con 2′05″ su Froome e 2′23″ sull’italiano Vincenzo Nibali (Liquigas-Cannondale).

TOUR DE POLOGNE
Il britannico Ben Swift (Sky Procycling) si è imposto nella quinta tappa, Rabka Zdrój – Zakopane, percorrendo 163,1 Km in 4h01′22″, alla media di 40,544 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Elia Viviani (Liquigas-Cannondale) e l’olandese Ligthart. Il polacco Michal Kwiatkowski (Omega Pharma-Quickstep) ha conservato la testa della classifica con 1″ sull’italiano Moreno Moser (Liquigas-Cannondale) e 9″ sull’olandese Boom.

GP NOBILI RUBINETTERIE – COPPA CITTA’ DI STRESA
L’italiano Danilo Di Luca (Acqua & Sapone) si è imposto nella corsa italiana, Suno – Stresa, percorrendo 195,7 Km in 4h21′45″, alla media di 44,859 Km/h. Ha preceduto di 4″ gli sloveni Vrecer e Nose.

VUELTA CICLISTA A VENEZUELA
Il colombiano Juan Pablo Villegas Cardona (Boyacá Orgullo de América) si è imposto anche nella nona tappa, San Felipe – Guacara, percorrendo 135,2 Km in 3h05′34″, alla media di 43,714 Km/h. Ha preceduto allo sprint il venezuelano Enrique Luis Díaz e l’argentino Maximiliano Ariel Richeze Araquistain. Unico italiano in gara Omar Bertazzo (Androni Giocattoli), 92° a 11′46″. Il venezuelano Miguel Ubeto Aponte (Androni Giocattoli) ha conservato la testa della classifica, con 13″ e 19″ sui connazionali García Rincon e Valero. Bertazzo 61° a 32′52″.

GP INTERNACIONAL TORRES VEDRAS – TROFEU JAQUIM AGOSTINHO

Il russo Sergey Belykh (Lokosphinx) si è imposto nella seconda tappa, circuito di Torres Vedras, percorrendo 100 Km in 2h42′28″, alla media di 36,930 Km/h. Ha preceduto allo sprint il portoghese Vieira Ribeiro e lo spagnolo Iker Camaño Ortuzar (Endura Racing), che ha conservato la testa della classifica con 13″ sul greco Tamouridis e 16″ sul portoghese Mestre Correia.

GIRO DELLA VALSESIA 1 (dilettanti)
L’italiano Mauro Vicini (Viris Maserati) si è imposto nella corsa italiana, Varallo – Ferruta di Borgosesia (154 Km). Ha preceduto di 4″ e 7″ gli italiani Fabio Aru (Palazzago Elledent Rad Logistica) e Matteo Busato (Team Idea 2010).

VIVIANI SI ARRENDE ALLA BESTIA NERA SWIFT

luglio 14, 2012 by Redazione  
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La frazione di Zakopane che sarebbe dovuta essere decisiva per la classifica del Giro di Polonia si risolve in una volata di gruppo con il veronese che sembra avviato verso il successo ma deve arrendersi alla prepotente rimonta del britannico che lo precede sul traguardo così come avvenuto nella tappa di Opole. Resta apertissima la lotta per la generale con Moser che si porta a solo 1” dal leader Kwiatkowski

Foto copertina: Swift vince l’inattesa volata di Zakopane (foto Biuro Prasowe Lang Team)

La quinta tappa del Giro di Polonia, 163,1 da Rabka Zdroj alla nota località sciistica di Zakopane alla quale non hanno preso parte Boonen (Omega-QuickStep) e Hushovd (Bmc) che hanno ritenuto sufficiente il lavoro svolto in queste giornate in ottica Olimpiadi, si presentava come una tra le più dure dell’intera settimana di gara con 6 gran premi della montagna di 1a e 2a categoria, l’ultima delle quali si concludeva a 3,2 km dal traguardo, diverse altre salitelle disseminate lungo il percorso e un ultimo km in leggera ascesa al 3%: in realtà però l’ascesa più dura era la prima in località Wierch Olczanski con i suoi 8 km al 6% di pendenza e quelle successive, Droga Do Olczy da ripetere per tre volte e Glodowka da ripetere per due volte, erano decisamente più brevi e pedalabili, senza dimenticare il fatto che nelle precedenti edizioni in cui si era arrivati a Zakopane, al termine di percorsi simili a quello odierno, si erano imposti tre corridori di grande valore ma non certo scalatori puri come Voigt, Boasson Hagen e Sagan. La fuga che ha caratterizzato la corsa è nata dopo 30 km ad opera di Delage (Fdj), De Backer (Argos-Shimano), Andriato (Farnese) e Ignatyev (Katusha), che dopo essere rimasto per un po’ con gli altri tre ha tentato la carta dell’avventura solitaria quando mancavano ancora 90 km alla conclusione: il russo campione olimpico di Atene nella corsa a punti, che non di rado è arrivato solitario al traguardo con azioni di questo genere, ha guadagnato fino a 5′20” sul gruppo tirato dalla Lotto-Belisol di Meersman e dalla Rabobank di Boom e Matthews, mentre gli ex compagni di fuga venivano inesorabilmente riassorbiti, ma a 25 km dal traguardo ha dovuto a sua volta arrendersi al ritorno del plotone che malgrado il susseguirsi delle salite procedeva quasi compatto, con i soli Demare (Fdj), Bos (Rabobank) e Ciolek (Omega-QuickStep) a perdere contatto tra gli atleti di spicco, e con Ignatyev rimasto solo in testa c’è stato spazio nella volata per il secondo sprint intermedio tra Moser (Liquigas) e la maglia gialla Kwiatkowski (Omega-QuickStep), con il trentino che ha avuto la meglio e pertanto ha ridotto a 1” il suo distacco nella classifica generale dal cronoman polacco.
Il primo a muoversi una volta ripreso Ignatyev è stato Lopez Garcia (Movistar) ma a fare la differenza è stato il campione britannico Stannard (Sky) sul quale si sono portati Isaichev (Katusha), Maciej Bodnar (Liquigas) e uno scatenato Bakelants (RadioShack), che sul tratto più duro della salita di Glodowka ha rilanciato l’azione con solo il polacco in grado di tenergli la ruota e, dopo che nella successiva discesa sono rientrati Marycz (Saxo Bank) e Stannard, è rimasto solo al comando nell’ultima salita verso Droga Do Olczy guadagnando fino a 20”, ma le pendenze dolci dell’ascesa hanno fatto sì che nel gruppo inseguitore ci fossero ancora molti uomini in grado di fare alte velocità e l’Omega-QuickStep di Kwiatkowski e la Garmin di Wegmann si sono riportate sul battistrada a 3 km dal traguardo. La volata conclusiva è stata piuttosto caotica con Moser che si è portato al comando per lanciare Viviani, che grazie a un buco creatosi alle sue spalle si è ritrovato ai 300 metri dal traguardo a ruota di Matthews e con un leggero margine sugli inseguitori: il veronese ha saltato facilmente l’australiano della Rabobank e sembrava avviato verso il successo ma la strada leggermente in pendenza gli ha presentato il conto e alle sue spalle è rinvenuto con una potenza impressionante Swift (Sky), che ha tolto di ruota gli atleti che lo seguivano e negli ultimi 50 metri è andato a superare Viviani, che per la seconda volta dopo la tappa di Opole è stato costretto ad arrendersi al britannico: entrambi possono essere comunque soddisfatti in prospettiva Londra dove il velocista della Liquigas prenderà parte all’omnium su pista ed è al momento riserva per quanto riguarda la prova su strada, mentre Swift cercherà di confermare la medaglia d’oro conquistata nello scratch ai Mondiali di Melbourne. 3° si è piazzato Ligthart (Vacansoleil) davanti a un Visconti (Movistar) in crescita, a Matthews, a Kwiatkowski e a De Negri (Farnese).
Gli abbuoni conquistati hanno consentito a Kwiatkowski e Moser di allungare leggermente in una classifica generale ancora guidata dal polacco con 1” sul trentino, 9” su Boom e Wegmann, 12” su Gerdemann e 13” su 19 corridori tra cui Mori, Nocentini e Visconti: la sesta tappa, 191,8 km da Bukovina Terma Hotel Spa a Bukowina Tatrzanska, si presenta come una piccola Liegi-Bastogne-Liegi con un circuito di 38,4 km da ripetere per 5 volte per un totale di ben 15 salite, in cima all’ultima delle quali sarà posto l’arrivo e dovrebbe essere determinante per il successo finale.

Marco Salonna

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