ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI ASOLO
maggio 23, 2010 by Redazione
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Dopo la presentazione della tappa e la cronaca, la giornata in rosa di ilciclismo.it si chiude con uno scrigno zeppo di golosità: pareri tecnici di campioni del passato, che conoscerete nelle prossime giornate; le notizie sulle condizioni di Damiano Cunego, pervenute direttamente dal suo direttore sportivo; la rassegna stampa internazionale; il parere dei tifosi; una rubrica umoristica in ricordo di Raimondo Vianello; le “perle” dei telecronisti e le previsioni del tempo per la tappa che verrà. Seguiteci.
Foto copertina: particolare visione “retrospettiva” sulle maglie del Giro 2010 (foto Giuseppe De Socio)
IL POLSO DI DAMIANO
Dopo la giornata di Cesenatico, il Monte Grappa ha rappresentato una prima ghiotta occasione per Damiano per provare a cogliere quel successo di tappa dichiarato come obiettivo per il Giro d’Italia.
Cunego stava bene, ha chiesto ai compagni di lavorare per lui ma, purtroppo, non sempre le sensazioni positive sono trasformate automaticamente in concreto. Spazio per provare ce ne e’ ancora, la convinzione non manca.
Brent Copeland
GIRO D’ITALIA, GIRO DEL MONDO
Nibali, il Giro è riaperto “E adesso lo Zoncolan”(Gazzetta dello Sport)
Nibali vince la 14ª tappa, Arroyo nuova maglia rosa(Corriere dello Sport – Stadio)
Arroyo in the pink as Nibali triumphs (The Daily Telegraph)
Nibali en solitaire (L’Equipe)
Arroyo : “Une grande journée pour moi” (Le Monde)
David Arroyo, líder del Giro(As)
El ‘Tiburón’ Nibali da un mordisco al Giro y Arroyo se hace con la ‘maglia rosa’
Arroyo, líder(El Mundo Deportivo)
Les choses sérieuses commencent(Le Soir)
Nibali passe aux choses sérieuses…(La Dernière Heure/Les Sports)
Nibali s’impose en grand descendeur, Arroyo en rose (actu24.be)
Nibali wint eerste bergrit van slotweek (De Standaard)
Nibali wins 14th stage of Giro d’Italia; Arroyo takes overall lead(USA Today)
Nibali Wins Giro Stage (The New York Times)
Porte loses five minutes and overall Giro lead (The Age)
Australian Richie Porte loses Giro D’Italia lead (The Daily Telegraph – Australia)
Porte loses Giro lead (The Australian)
Porte loses lead as Nibali triumphs (Herald Sun)
BOX POPULI
Ecco le impressioni degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.
M: Secondo voi, chi salterà dei 12 corridori che attualmente precedono Vinokourov e tutti gli altri?
A: Chi salta non saprei. So per certo che oggi la Liquigas attacca. Nibali o Basso? Non saprei ma è la loro salita. Sono stati presi a pesci in faccia fino ad ora e mi sa che sono incavolati duri. Praticamente ieri si sono comportati come se Nibali avesse ancora avuto la maglia. Io ritengo che la frittata sia già stata fatta. Ma tant’è…
H: Secondo me terranno bene soltanto Arroyo, Sastre e in parte Tondo e Porte. Andranno a fondo sicuramente Agnoli (che sarà sacrificato dalla Liquigas pro Basso&Nibali), Gerdemann e Wiggins. Probabilmente anche Mayoz, che non mi sembra una saetta. Potrebbero tenere in parte Efimkin, Kiserlovski, Didier e Bakelandts. Stasera potrebbe essere in rosa Arroyo.
H: Beh, ma presi in faccia da chi? Soltanto gli imbecilli possono scagliarsi contro di loro. Nibali, ripescato all’ultimo momento, sta facendo un signor Giro. Basso ha i suoi limiti. Se può venir fuori, verrà fuori nella terza settimana. Ma non si può pretendere numeri da chi magari non ha gambe. Con che diritto? La corsa è corsa, le gambe se le sente il corridore, solo lui. Quindi queste pressioni sono inammissibili, grottesche. Ma in Italia tutto è possibile. E’ così anche nel calcio. Importiamo nel ciclismo ciò che c’è di peggio nel calcio. Lasciamo perdere. Lasciamo che ognuno faccia la propria corsa serenamente. Basso e Nibali possono avere sbagliato, la cosa è stata detta, sottolineata, però adesso basta, lasciamo che facciano sereni la loro corsa.
A: Mah, sai, il giorno dell’Aquila li hanno trattati come se la maglia l’avessero avuta loro. Io ascoltavo la difesa dei DS e pensavo che in fondo tutti i torti non li avevano.
Poi però, quando ho visto ieri la Liquigas tirare ho pensato che le dichiarazioni di difesa erano soltanto scuse dell’uva. Credo che abbiano deciso di chiudere il recinto troppo tardi…
H: NIBALI: ma siamo sicuri che non avesse preparato il Giro? Oggi ha impressionato in salita più che in discesa e a questo punto è lui il principale favorito della corsa rosa avendo un distacco di solo 1′14” da Sastre, che recupererà come minimo nella cronoscalata
BASSO: bene anche se non benissimo, chiaramente bisognerà vedere cosa faranno in Liquigas a questo punto, oggi è piaciuto abbastanza mettendo anche in difficoltà Evans
SCARPONI: non stupisce più di tanto la sua prova alla luce di quanto mostrato in queste due settimane ma stupisce se si considera che mai aveva chiuso un grande Giro tra i primi 10, probabilmente non riuscirà ad arrivare a Verona in maglia rosa ma il podio non gli è precluso malgrado il distacco attuale
EVANS: ha dato qualche segno di cedimento e ora è dietro a Nibali in classifica, non è tagliato fuori ma temo sia in calo di condizione dopo aver vinto la Freccia
VINOKOUROV: vale all’incirca lo stesso discorso di Evans, oggi con la solita grande grinta ha limitato il distacco però l’impressione è che potrebbe saltare in aria nei prossimi giorni
SASTRE: peccato per il minuto perso in discesa però non ha la condizione del Tour 2008 e del Giro 2009, da qui in poi potrebbe crescere però domani rischia di perdere altro terreno e sicuramente ne perderà nella cronoscalata che è troppo corta per lui, ha chances di finire sul podio ma difficilmente vincerà il Giro
ARROYO: eccola qui la nuova maglia rosa che però sul Grappa ha faticato parecchio arrivando in cima con oltre 2′, temo che il vantaggio che ha sugli altri sia troppo poco e che non finirà nemmeno sul podio
TONDO: vale lo stesso discorso di Arroyo con la differenza che è più indietro in classifica, è stato bravo a rientrare su quel gruppo in discesa ma nel finale del Grappa era molto in crisi
WIGGINS: ancora prima dello scatto sembrava avere una facilità di pedalata impressionante ma anche lui negli ultimi km del Grappa era in difficoltà ed è stato aiutato da un bravissimo Cioni, a questo punto il podio gli è precluso e potrebbe risparmiarsi nelle prossime tappe per preparare il Tour
CUNEGO: non male ma ci si aspettava di più dopo averlo visto in azione sul Terminillo, forse farà bene anche lui a uscire di classifica domani per poi puntare a una tappa
GERDEMANN: oltre le aspettative però sul Grappa si era staccato e ha recuperato in discesa sul gruppo di Arroyo e Cunego, le prossime tappe gli sono nemiche
PORTE: più che dignitoso ma è chiaro che non potrà vincere il Giro e al massimo più puntare a un posto nei primi 10
M: A me la situazione di Nibali comincia a ricordare quella di Contador nel 2008.
M: Condivido più o meno le analisi d H. Anch’io comincio ad avere dei dubbi su come potrà comportarsi la Liquigas da qui in avanti. Penso che si deciderà domani.
H: Penso che Nibali prenderà le stellette di capitano solo nel caso di un clamoroso ma assai improbabile crollo di Basso. Non credo che sia così facile cedere il ruolo di capitano. La Liquigas ha comunque il privilegio di avere ancora due frecce al suo arco. Domani la situazione si chiarirà: se Nibali passerà indenne la tappa dello Zoncolan significa che ha una condizione straordinaria ed allora saranno le tappe successive a stabilire le gerarchie chez Liquigas.
C: Ottima azione di Nibali, ma ha davvero consumato un sacco di energie per guadagnare non troppo. Visto l’Arroyo di oggi io ho paura che sarà difficile dargli 6 minuti. A questo punto il mio favorito è Sastre.
C: Vero ha speso tanto, ma poi non tanto più degli altri, visto che il gruppo si é frazionato e quasi tutti sono saliti del loro. E poi ha recuperato poco al trio tirato da Evans, ad Arroyo ha preso 4/5 minuti!
C: In teoria Nibali era in preallarme da oltre un mese (visto come funziona col passaporto bilogico) e Contador sapeva da mesi che non sarebbe potuto andare al Tour.
Mica ce la contano giusta. Saranno stati entrambi al mare, ma questo non vuol dire che non fossero pronti.
Al limite non avranno seguito del tutto la dieta pre-GT (come ha raccontato Nibali i primi giorni).
E poi tenete presente che la preparazione specifica a cui si é sempre fatto riferimento in questo anni é quella che ha descritto l’altro ieri Landis. Altrimenti non é che un GT lo si fa male perchè si é in preparazione per un altro GT.
Lo si fa male perchè si arriva stanchi o si arriva attirati dall’ ingaggio ma non si é ancora in forma (intendo sovrappeso stile Ullrich). Altrimenti visto che un pò di corse le ha fatte nella stagione (ed é andato niente male) ed era in preparazione per il Tour, non é che sia così sorprendente, anche se potrebbe mancargli un pò di energie nell’ultima settimana non avendo rifinito a dovere la preparazione,
ma non averlo rifinita non vuol dire essere allo sbaraglio.
Questo ovviamente vale se il giro di questo anno é relativamente pulito rispetto ai GT degli anni scorsi.
C: Che Nibali e Basso stiano facendo un signor giro sono d’ accordissimo. Anzi io direi un giro da urlo, considerando la cronosquadre ed oggi (e anche l’attacco “velleitario” di ieri).
E sono stati sfortunati perchè se Scarponi non avesse fatto strike Nibali si sarebbe giocato (e io dico vinto) la tappa di Montalcino, perchè lì oltre al tempo perso bisogna anche tenere conto dei postumi della botta.
E aggiungo che probabilmente sarebbero stati anche più lucidi a L’Aquila.
Detto ciò, i 2 non sono stati criticati per non avere avuto abbastanza la gamba, che giustamente sarebbe grottesco, ma per essersi fatti fregare pur avendo una gran gamba, che é l’esatto contrario.
Io non sono d’accordo nemmeno con queste critiche.
C: Quoto più o meno quasi tutto, tranne il giudizio su Basso.
Basso sta andando alla grande, non ha risentito troppo nemmeno dello “strike” di Scarponi a Montalcino.
Secondo me, se non ci fossero stati i postumi a L’Aquila non sarebbe nemmeno successo quel che é successo e lui e Nibali sarebbero già primo e secondo in classifica.
In ogni caso é nella terza settimana che ci si aspettava che Basso facesse la differenza, quindi per il momento dirsi anche solo leggermente delusi é impossibile: oggi (anche se dopo 15 km a ruota) ha battuto allo sprint sia Evans che Scarponi!!
con la collaborazione degli utenti del Forum dello Scalatore (www.salite.ch)
METEO GIRO
Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della frazione Mestre – Monte Zoncolan
Mestre: cielo sereno, temperatura 23,9°C, vento debole da E (6 km/h), umidità al 48%, mare calmo
Oderzo (43,2° Km): cielo sereno, temperatura 23,5°C, vento debole da ENE (2 km/h), umidità al 45%
Pordenone (68,7° Km): cielo sereno, temperatura 24,6°C, vento debole da SW (7-9 km/h), umidità al 44%
Vito d’Asio / Anduins (120,2° Km): alternanza di piogge deboli (0,1 mm) e schiarite, temperatura 22°C, vento debole da SW (8 km/h), umidità al 48%
Paularo (178,5° Km): alternanza di piogge deboli (1,9 mm) e schiarite, temperatura 19°C, vento debole da SSW (5 km/h), umidità al 62%
GPM Sella Valcalda (202° Km): alternanza di piogge deboli (1,9 mm) e schiarite, temperatura 16,3°C, vento debole da SSW (5 km/h), umidità al 62%
I MISTERI DELLA CASSAPANCA
Anche la tappa dei telecronisti presentava degli ostacoli
Stefano Allocchio: “E’ come nel ciclismo quando si corre il velocista”
Il comico Vito, ospite di “Si Gira”: “San giovanni in Persiceto, 10 Km da Bologna e 10 Km da Modena” (li ha equamente ripartiti: sono 20 Km per ciascuna città)
Secondini (pensando di non essere in onda): “Mi dai tu i tempi”
Martinello: “La Ciclisti Padovani, società che quest’anno compie cento anni” (è stata fondata nel 1909)
Conti (parlando della tappa del Grappa del Giro 1968: “Una delle poche volte che Merckx concesse gloria ad un gregario” (quel giorno Merckx si incavolò non poco per l’accaduto)
Savoldelli (con riferimento ai fuggitivi): “Oggi questi corridori non stanno bluffando” (e negli altri giorni andavano in fuga per scherzo?)
Martinello: “Wiggins era un eccellente e formidabile cronometrista” (record del mondo nello smanettare sui pulsanti del cronometro?)
De Luca: “In questo periodo di discesa”
Savoldelli: “Nibali rilancia sui tratti pianeggianti”
Sgarbozza: “Liquigas Doimo e Androni Giocattoli sono state grandissime di come hanno spalleggiato i loro leader”
Approfittiamo dell’occasione per andare a ravanare sul fondo della cassapanca (l’avete notato, è il soprannome che è stato affibbiato al duo microfonato della RAI) e a pescare qualche strafalcione storico.
De Zan & Giorgio Martino
De Zan: “Qui fa un freddo d’inferno”
De Zan: “Motta… Gimondi… Anquetil… Adorni, spuntano dalla nebbia … Si giocheranno la vittoria allo sprint!? Ed ecco … vince Merckx!”
De Zan: “Abbiamo tre spagnoli nelle prime tre posizioni, mentre c’è un messicano al comando”
Martino: “Alle spalle del primo gruppo c’e’ il secondo gruppo”
Martino: “Questa salita sarà decisiva in ogni caso, anche se non dovesse succedere niente”
ARCHIVIO ALMANACCO
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3a tappa Amsterdam – Middelburg
4a tappa Cuneo – Savigliano (cronosquadre)
8a tappa Chianciano Terme – Terminillo
9a tappa Frosinone – Cava de’ Tirreni
12a tappa Città Sant’Angelo – Porto Recanati
13a tappa: Porto Recanati – Cesenatico
SUPERSAGAN
Pare proprio un supereroe il ventenne slovacco della Liquigas-Doimo. Dopo aver furoreggiato nelle frazioni più semplici, infatti, Peter Sagan è andato a segno nella frazione più impervia del Tour di California, aprendo una giornata particolarmente fortunata per la formazione italiana, che nel pomeriggio ha esultato anche per il successo di Nibali ad Asolo. E proprio ad una recente frazione della corsa rosa, quella dell’Aquila, è paragonabile la tappa terminata al Big Bear Lake, dove un gruppetto di venticinque corridori è arrivata al traguardo con distacchi pesantissimi su tutti gli altri. Nel plotoncino di testa, però, c’erano tutti i primi, con l’australiano Rogers che ha conservato la leadership davanti a Zabriskie e lo stesso Sagan.
Secondo successo consecutivo per Sagan sulle strade del Giro di California.
Dopo la vittoria dell’altro ieri nella quinta tappa, sabato il giovane slovacco regala altro spettacolo e si impone anche sul traguardo di Big Bear Lake, località d’arrivo della frazione altimetricamente più impegnativa. Dopo 213 chilometri di corsa, caratterizzati da sette gran premi della montagna, Sagan ha regolato un gruppo di 25 corridori, tra i quali Rogers (Htc-Columbia), Zabriskie (Garmin-Transitions), Voigt (Saxo Bank) e Leipheimer (RadioShack).
“Sono molto soddisfatto – ammette Sagan – perché la tappa di oggi era dura e non sapevo come le mie gambe avrebbero reagito. Nel gruppo c’erano corridori con maggiore attitudine di me in salita e temevo potessero staccarmi. Sono riuscito a resistere e poi, sul rettilineo finale, ho impostato una volata di potenza. La posizione in classifica generale mi permette di sognare ma, realisticamente, bisognerà vedere il rendimento nella prova a cronometro. E’ lunga e impegnativa, forse troppo per le mie caratteristiche attuali“.
La corsa a tappe si avvia verso la conclusione di domenica 23 e il numero di pretendenti si restringe sempre di più. Ora sono solo in 14 collocati entro un ritardo di 35”, il 15° viaggia oramai a 1’52”, mentre buona parte del gruppo ha un passivo superiore ai 30 minuti, frutto di una frazione che ha proposti distacchi similari a quelli della tappa dell’Aquila vista al Giro d’Italia.
Grazie al successo di oggi Sagan è balzato al terzo posto nella classifica generale con un ritardo di 9’’ dal leader Rogers e di 5’’ dal secondo, Zabriskie. Nella classifica a punti ha rafforzato la propria leadership portando a 49 il punteggio totale, così come nella classifica di miglior giovane, guidata con 26’’ di vantaggio su Stetina.
Dopo la tappa odierna Bellotti è sceso dalle zone nobili della classifica ed ora, pur essendo sempre il primo degli italiani, si trova in 27a posizione a 31’20”.
A decidere le sorti della 5a edizione della corsa a tappe americana saranno i 33,6 Km della cronometro di Los Angeles.
Mario Prato
STREPITOSO NIBALI, ARROYO IN ROSA
Il siciliano vince per distacco la 14a tappa del Giro, Ferrara – Asolo di 205 km, attaccando nei primi chilometri della discesa del Monte Grappa, su cui era scollinato in compagnia di Basso, Evans e Scarponi, e difendendosi negli ultimi 15 km di pianura. Il terzetto alle sue spalle perde 23’’. 1’34’’ il ritardo di Vinokourov, mentre a 2’25’’ giunge un drappello comprendente Cunego, Sastre, Wiggins e David Arroyo, nuova maglia rosa, con 39’’ di margine sull’ex leader, Richie Porte. In classifica, Sastre primo dei favoriti, a oltre 5’.
Foto: Nibali trionfa sul traguardo di Asolo (foto Giuseppe De Socio)
Se finora era mancato qualcosa ad un Giro che già aveva vissuto 6 cambi di maglia rosa, una tappa da tregenda (Montalcino), una bagarre tra i favoriti superiore alle attese per le prime 13 tappe, e una fuga in grado di rivoluzionare la classifica, che ancora potrebbe regalare a questa edizione uno dei vincitori più inattesi della storia recente del Giro (L’Aquila), era una grande azione solitaria. Ci ha pensato Vincenzo Nibali ad inscenarla, andandosene tutto solo a 40 km dal traguardo, all’imbocco della discesa del Monte Grappa, dopo che già aveva acceso la miccia nel tratto più impegnativo della salita, per poi difendere i 46’’ accumulati nella picchiata negli ultimi 15 km pianeggianti, riuscendo a difenderne la metà.
Non si può però ridurre alla sola azione di Nibali la prima tappa di alta montagna del Giro 2010, nonché primo vero scontro frontale tra i big sulle grandi salite. Dopo una prima metà di gara sonnacchiosa, animata soltanto dalla lunga fuga di Bonnet, Monier, Bisolti, Cummings, Eibegger e Pozzato, che mai ha dato l’impressione di poter essere coronata dal successo, è stato chiaro sin dai chilometri precedenti l’attacco del Monte Grappa come la Liquigas covasse intenzioni bellicose, allorché gli uomini in verde hanno preso con decisione la testa del gruppo, imboccando le prime rampe ad andature molto decisa. Vanotti, Agnoli e Szmyd hanno rafforzato la convinzione, tenendo alto il ritmo nella prima metà abbondante di ascesa, mentre Bisolti distanziava i compagni di avventura, e per alcuni chilometri riusciva a perdere relativamente poco rispetto al plotone, salvo poi arrendersi nel tratto più impegnativo.
Terminato il notevolissimo lavoro del polacco, capace di ridurre a 16 unità il gruppetto dei migliori, e di mandare ko Garzelli e la maglia rosa, Richie Porte, è stato proprio Nibali a dar fuoco alle polveri, a 7 km circa dal Gran Premio della Montagna. Scarponi è stato il più reattivo nell’accodarsi al messinese, mentre Basso ed Evans, rimasto inizialmente un po’ sorpreso, si sono accodati poche centinaia di metri più tardi. I tre italiani hanno immediatamente trovato un tacito accordo, alternandosi regolarmente al comando del quartetto sino in cima, riuscendo così ad incrementare il margine su Vinokourov, giunto ad un tratto a poche decine di metri dai quattro, ma poi respinto dal nuovo inasprirsi dell’ascesa, e raggiunto anche da Sastre (1’08’’ il loro distacco in cima). Più indietro Cunego (2’ circa), e Arroyo e Wiggins (2’ e mezzo), autore di un timido allungo prima dello scatto di Nibali, mentre Porte pagava già oltre 4’ e mezzo.
Proprio subito dopo la vetta, Nibali ha inscenato un’inattesa offensiva nei chilometri sulla carta più agevoli della discesa. Azione che, complici la strada bagnata e la manciata di metri persa da Evans in vista della cima del Grappa, gli ha consentito di accumulare lentamente un buon gruzzolo di secondi di margine (46) in fondo alla picchiata. Alle spalle dei primi quattro, Vinokourov staccava intanto Sastre, che attendeva prudentemente il drappello di Cunego, Arroyo e Wiggins, ricompattatisi, mentre Porte cercava di salvare la leadership con l’ausilio di Sorensen.
Con ancora 15 km da affrontare dopo la discesa, era tutt’altro che scontato che Nibali riuscisse a portare a termine il suo capolavoro. Il messinese è stato però in grado di mantenere quasi intatto il margine fino ai 5 km conclusivi (41’’ a quel punto il divario), sicché i 18’’ lasciati per strada nel finale hanno avuto peso soltanto ai fini della classifica generale. A testimonianza di come fosse effettivamente la giornata d’oro della Liquigas, Basso ha vinto quello che dovrebbe essere più o meno il primo sprint in carriera, anticipando Scarponi ed Evans, nell’ordine, nella volata per la seconda piazza, incamerando così 12’’ d’abbuono. A 1’34’’ dal vincitore ha tagliato il traguardo Alexander Vinokourov, bravissimo a limitare in solitaria i danni nel finale, mentre Arroyo, giunto a 2’26’’, ha potuto indossare la prima maglia rosa della carriera.
In graduatoria, l’iberico conduce ora con 39’’ su Porte e 2’12’’ su Tondo Volpini, mentre, per trovare il primo grande nome (Sastre), bisogna scendere fino alla 6a posizione, e ad un distacco di 5’27’’. Wiggins lo segue a 6’32’’, incalzato da Nibali (6’51’’), Vinokourov (7’15’’), Evans (7’26’’) e Basso (7’43’’). Un po’ più distante Michele Scarponi (9’03’’), che in salita è parso però, assieme Basso, autore della sgasata in vista del GPM che ha mandato fuori giri il campione del mondo, l’uomo più forte. Sotto tono, rispetto alle attese, Cunego, mai seriamente in condizione di competere con i migliori, e Garzelli, primo dei big a crollare.
Se molto ha detto la frazione odierna, di più dirà probabilmente quella di domani, che porterà la carovana ai 1730 metri dell’ascesa più dura del Giro, il Monte Zoncolan, per la prima volta scalato al termine di una frazione lunga e ricca di difficoltà anche nei chilometri precedenti. Dovessimo azzardare pronostici sulla base di quanto visto sul Grappa, indicheremmo in Scarponi e Basso, come detto, i principali favoriti per il successo parziale, mentre Nibali, pur restando un’opzione più che valida, potrebbe dover fare i conti con i postumi dell’impresa odierna, e in particolare dei 15 km conclusivi contro vento in solitaria (sotto questo aspetto, Basso potrebbe godere di un piccolo vantaggio, essendo giustamente rimasto a ruota nel finale, per proteggere l’azione del compagno). Di certo, i grandi non potranno tergiversare: coloro che avevano tratto vantaggio dalla fuga dell’Aquila hanno accusato la prima grande salita alpina, ma possono ancora amministrare un margine molto cospicuo. Per poter sfilare la Rosa dalle spalle di Arroyo entro Verona, anche domani si dovrà dare battaglia.
Matteo Novarini
21-05-2010
maggio 22, 2010 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
GIRO D’ITALIA
L’italiano Filippo Pozzato (Team Katusha) si è imposto nella tredicesima tappa, Porto Recanati Cesenatico, percorrendo 223 Km in 5h27′12″, alla media di 40,892 Km/h. Ha preceduto allo sprint il neozelandese Henderson e lo spagnolo Mayoz Echeverria. Maglia rosa è l’australiano Richie Porte (Team Saxo Bank), con 1′42″ sullo spagnolo Arroyo Duran e 1′56″ sul croato Kiserlovski. Miglior italiano è Valerio Agnoli (Liquigas-Doimo), 5° a 4′41″.
AMGEN TOUR OF CALIFORNIA
Lo slovacco Peter Sagan (Liquigas-Doimo) si è imposto anche nella sesta tappa, Pasadena – Big Bear Lake, percorrendo 213,7 Km in 6h07′08″, alla media di 34,924 Km/h. Ha preceduto allo sprint gli australiani Sutherland e Michael Rogers (Team HTC-Columbia). Miglior italiano Manuel Quinziato (Liquigas-Doimo), 41° a 28′10″.
Rogers conserva la testa della corsa, con 4″ sullo statunitense Zabriskie e 9″ sullo slovacco Sagan. Miglior italiano Francesco Bellotti (Liquigas-Doimo), 27° a 31′20″.
OLYMPIA’S TOUR (Paesi Bassi)
Lo svedese Johan Lindgren (Team Cykelcity) si è imposto nella quarta tappa, Reuver – Buchten, percorrendo 224,3 Km in 5h16′35″, alla media di 42,510 Km/h. Ha preceduto allo sprint gli olandesi Kreder e Van Zandbeek. Lo statunitense Taylor Phinney (Trek-Livestrong U23) conserva la maglia di leader con 48″ sull’olandese Vermeltfoort e 1′02″ sul neozelandese Sergent.
TOUR OF JAPAN
L’italiano Cristiano Salerno (De Rosa – Stac Plastic) si è imposto nella quinta tappa, cronoscalata del Fujisan, percorrendo 11,4 Km in 40′49″, alla media di 16,758 Km/h. Ha preceduto di 1′15″ e 1′28″ i kazaki Mizurov e Shushemoin. Salerno è il nuovo leader della corsa con 1′45″ e 2′15″ su Mizurov e Shushemoin.
CIRCUIT DE LORRAINE PROFESSIONEL
L’italiano Fabio Felline (Footon-Servetto) si è imposto anche nella terza tappa, Raon l’Etape – Saint-Avold, percorrendo 159 Km in 3h42′33″, alla media di 42,866 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Daniele Colli (Ceramica Flaminia) e il bielorusso Hutarovich. Felline conserva la testa della classifica, con 14″ sull’italiano Matteo Carrara (Vacansoleil Pro Cycling Team) e 19″ sul portoghese Cardoso.
RONDE DE L’ISARD
Il lituano Ramunas Navardauskas (Vélo Club La Pomme Marseille) si è imposto nella seconda tappa, Saverdun – Mazeres, percorrendo 166,8 Km in 3h55′09″, alla media di 42,56 Km/h. Ha preceduto allo sprint i francesi De Souza e Tortelier. Il francese Jérôme Cousin (Vendée U) conserva la maglia di leader con 4″ sul connazionale Louyest e 11″ sul belga Debaene
FERRARA – ASOLO: UNA TAPPA CORRETTA GRAPPA
Sono passati 28 anni dall’ultima giornata vissuta dalla corsa rosa sulle pendici del Grappa. Fu una tappa che non creò grossi sconquassi nella classifica del Giro 1982, ma che non si scorderà tanto facilmente Giuseppe Saronni, che maledì le strade sterrate del monte veneto a causa delle sette forature subite. Stavolta non sarà così, perché l’asfalto ha oramai “aggredito” anche le più impervie strade d’accesso al Grappa e sarà proprio da una di queste vie che ci si arrampicherà in occasione della prima frazione alpina del Giro 2010. Una tappa destinata a scremare ulteriormente il gruppo, dura ma senza esagerare poiché l’indomani si dovrà affrontare il tremendo Monte Zoncolan.
Una lacuna quasi trentennale sarà colmata nel prossimo mese di maggio, quando la corsa rosa tornerà a proporre ai suoi estimatori l’aroma del Grappa. Quel monte intriso di ricordi bellici era stato affrontato l’ultima volta il 31 maggio del 1982, in una giornata ben impressa nella memoria di Giuseppe Saronni che, scendendo dal versante sterrato del Grappa, patì qualcosa come sette forature. Una sfortuna, la sua, paragonabile a quella che bersagliò Vito Taccone al Giro del 1964, quando fu costretto a cambiare un eguale numero di tubolari sulla salita del Croce d’Aune – tra l’altro, diretta dirimpettaia del monte veneto – nella storica frazione di Pedavena.
Oggi la situazione è totalmente cambiata poichè quella strada non è più sterrata da tempo e l’asfalto, pian piano, è andato a ricoprire anche quelle che, fino a qualche anno fa, erano solo impervie mulattiere. Adesso l’antica “Alpe Madre” – così era chiamato un tempo il monte – ha tante “figlie”, ovvero ben sette vie d’accesso affrontabili con la specialissima, alternative alla classica “Strada Cadorna” e a quella che sale da Caupo (il versante del calvario di Saronni). C’è quella che i cicloturisti hanno ribattezzato il “Salto della Capra”; c’è la ripidissima Bocca di Forca che, a livello pendenza media, si pone a mezza via tra il Mortirolo e lo Zoncolan; e poi c’è, meno ardua rispetto alle prime due ma comunque molto impegnativa, la “Strada Generale Giardino”, il versante prescelto dagli organizzatori per il finale della prima frazione alpina del Giro 2010. È un’ascesa in grado di stimolare gli appetiti degli scalatori, ma i più brontoloni tra i tifosi hanno lo stesso arricciato il naso per il disegno della Ferrara – Asolo, che collocherà la cima del Grappa a 40 Km dal traguardo. Il finale potrebbe effettivamente vanificare quanto di buono costruito dai grimpeur in salita, ma va fatto notare che, nel complesso di una settimana cruciale disegnata con mano indubbiamente pesante, una tappa così orchestrata non ci sta male, anzi è benvenuta. Il Grappa, poi, potrebbe anche sortire delle sorprese proprio per la sua novità; gli unici uomini del gruppo che potrebbero conoscere la “Strada Generale Giardino” saranno coloro che ebbero l’occasione d’affrontarla nel 1997, nel finale del tappone di Romano d’Ezzelino del Giro d’Italia riservato ai dilettanti, vinto da Massimo Codol. Il Saronni dell’occasione fu Andrea Tonti che, affrontando la stessa discesa (asfaltata) che percorreranno i “girini”, cadde e perse in quel capitombolo il quarto porto in classifica e la leadership di miglior giovane.
Tolto il Grappa, la quattordicesima fatica del Giro d’Italia ne presenterà ben poche di fatiche: un lunghissimo preambolo pianeggiante, quasi 120 Km senza l’ombra di una salita, introdurrà il primo passaggio sulla linea d’arrivo e una serie di collinette che deporranno il gruppo ai piedi delle Alpi.
Il primo dei 201 Km in programma oggi sarà percorso uscendo da Ferrara e dall’Emilia-Romagna. Poco dopo il via, infatti, la corsa rosa entrerà in Veneto varcando il Po sul famoso Ponte di Pontelagoscuro, luogo frequentato dalla corsa rosa fin dalla prima edizione, tre anni prima della costruzione dell’attuale manufatto (1912), quando il passaggio avveniva mediante un traballante ponte di chiatte. Il tratto successivo si snoderà sugli ampi e interminabili rettifili che tagliano nel mezzo il Polesine, l’area storica e geografica che si estende tra i corsi dell’Adige e del Po e il cui nome è un’indiretta conseguenza della caduta dell’Impero Romano d’Occidente. Dopo la deposizione dell’ultimo imperatore Romolo Augustolo, avvenuta nel 476, più nessuno si occupò della manutenzione dei fiumi, provocando la progressiva trasformazione di queste lande in terre paludose, all’epoca definite “pollìcinum”. Bisognerà attendere l’avvento della Serenissima Repubblica di Venezia perché siano riprese le opere di bonifica, che in passato erano già state intentate dagli etruschi e che poi saranno portate avanti dagli Estensi e completate nel periodo fascista. Tutto questo lavorio non risparmiò le popolazioni locali da numerose e talvolta disastrose alluvioni, come quella del 1882 – che costrinse 63000 persone a emigrare in America del Sud – o quella storica del novembre 1951, che lasciò senza casa oltre 180.000 abitanti. Il primo centro veneto attraversato dal percorso sarà proprio quello più colpito dall’evento calamitoso del ’51, quella Polesella che era stata teatro di una battaglia navale combattuta il 22 dicembre del 1509, nell’ambito della Guerra della Lega di Cambrai (una sorta di conflitto mondiale rinascimentale, disputato allo scopo di arrestare l’espansione della Serenissima), tra la flotta veneta e le forze di terra del ducato di Ferrara. L’evento, che vide le seconde vincere dopo aver affondato quasi tutte le navi veneziane, fu cantato da Ludovico Ariosto – il cui padre era stato il comandante del presidio militare degli Estensi a Reggio Emilia – nell’Orlando Furioso: “Ebbe lungo spettacolo il fedele vostro popul la notte e ‘l dì che stette, come in teatro, l’inimiche vele mirando in Po tra ferro e fuoco astrette”.
Si lascerà il Polesine dopo averne attraversato il capoluogo Rovigo, centro che possiede una certa affinità elettiva con il Giro d’Italia, se è vero che l’antico nome di Rhodigium è derivato dal termine greco rhòdon, che significa “rosa”. Sosteneva questa tesi il citato Ariosto, che ebbe a scrivere di Rovigo – sempre nella sua massima opera – con le parole “la terra, il cui produr di rose le dié piacevol nome in greche voci”. A dire il vero, non mai esistito un gran feeling tra Rovigo e la corsa rosa che, in cent’anni, solo cinque volte ha fatto scalo in un centro che, data la natura pianeggiante di queste terre, non può offrire altro che l’emozione dell’arrivo in volata: gli sprinter che espugnarono questo traguardo furono Lauro Bordin nel 1913, Michele Mara nel 1930, Oreste Conte nel 1946 e buon ultimo Mario Cipollini nel 2001, con l’eccezione costituita dal successo – comunque ottenuto allo sprint – di Learco Guerra nel 1935.
Cambiando aria ci si avvicinerà alle montagne, guardandole ma non toccandole: tra Monselice e Padova si sfilerà ai piedi degli Euganei, la catena collinare d’origine vulcanica nota per le sue stazioni termali e che ha il suo culmine nei 603 metri del monte Venda, riconoscibile da lontano anche per la presenza di ripetitori sulla vetta, che costituiscono uno dei più importanti centri di trasmissione radiotelevisivi d’Italia. In questo tratto di gara, il centro più interessante tra quelli attraversati sarà proprio Monselice, che presenta la zona monumentale scaglionata sulle pendici della Rocca (il romano Mons Silicis), colle isolato dal resto della catena degli Euganei.
Si giungerà quindi a Padova, nel centro di quella che, fino allo scorso anno, poteva essere definita la città dei “quattro senza”: accanto ai canonici tre “senza” (il santo senza nome, alias Sant’Antonio; il caffè senza porte, alias Pedrocchi; il prato senza erba, alias Prato della Valle), ci si poteva affiancare anche il Giro del Veneto, corsa di culla patavina ma che nelle ultime edizione aveva tradito le sue origini per emigrare nel vicentino. Solo l’anno scorso gli organizzatori hanno riportato il Veneto a casa, riproponendo il tradizionale finale sui Colli Euganei, col classico traguardo in Prato della Valle, dove è giunto per primo Filippo Pozzato.
Superata Camposampiero, il paese natale di Dino Baggio, il Giro entrerà in provincia di Treviso, nella quale si disputeranno i chilometri conclusivi (a parte uno “sconfinamento” nel vicentino). Il passaggio in Piazza Giorgione, nel centro storico di Castelfranco Veneto, provocherà un leggero brivido e non solo per il pavè che la pavimenta: fa sempre effetto transitare sul luogo dove s’è consumata un’impresa, fattispecie la vittoria qui conseguita da Cipollini al Giro del 1999, uno dei più bei successi di “SuperMario” sulle strade della corsa rosa, ottenuto quasi per distacco.
Si giungerà quindi nel paese dell’uomo in bianco e dell’uomo in rosa, Riese Pio X. Il primo fu per l’appunto San Pio X, l’ultimo pontefice in ordine di tempo a esser stato proclamato santo. L’altro è Matteo Tosatto che fu “papa del Giro” nel 2000, maglia rosa per tre giorni nell’edizione partita proprio dal Vaticano, dove aveva risieduto il suo illustre concittadino dal 1903 al 1914.
Una manciata di chilometri più avanti il gruppo giungerà a Casella, la frazione industriale di Asolo dove sarà montato il traguardo e dove inizierà il circuito finale, lungo un’ottantina di chilometri e aperto dall’ascesa verso il centro storico della città definita “dei cento orizzonti” per la sua particolare posizione panoramica, ma anche la “città degli inglesi e delle donne” per i soggiorni del poeta Robert Browning (“Asolando” sarà il titolo della sua ultima raccolta), dell’esploratrice Freya Stark e della “divina” Eleonora Duse. La prima grande donna asolana fu, però, Caterina Cornaro che ricevette questo borgo in dominio dalla Serenissima nel 1489, in seguito alla cessione a Venezia dell’isola di Cipro, della quale era stata regina.
Tornando al percorso della 14a tappa, i corridori raggiungeranno la centralissima Piazza Garibaldi percorrendo il “Foresto Nuovo”, strada di 2,6 Km per buona parte tracciata in salita, con alternanza di tratti pedalabili ad altri più pendenti, fino all’8%. Si procederà poi a saliscendi, serpeggiando tra i colli della fascia pedemontana che separa la pianura padana dal massiccio del Grappa, andando a toccare i piccoli centri agricoli di Monfumo e Castelcucco e transitando a breve distanza dal centro di Possagno, paese natale dello scultore Antonio Canova, il principale esponente dell’arte neoclassica assieme al danese Thorvaldsen, che vi lasciò una delle sue opere più mirabili, il “Tempio Canoviano”. Costruito alle prime pendici del Monte Tomba – uno dei contrafforti del Grappa, teatro di violente azioni d’artiglieria durante il primo conflitto mondiale – si tratta di una sorta di “macedonia artistica”, una chiesa progettata miscelando peculiarità di tre differenti arti: a quella cristiana si affiancano stili greci e romani, ravvisabili rispettivamente nel colonnato di facciata e nel corpo centrale, realizzato a imitazione di quello del Pantheon.
Attraversata Crespano, un tratto in lieve discesa condurrà ai piedi del Grappa, che sarà attaccato da Semonzo, arrampicandosi per 18,1 Km fino a quota 1675 e terminando la scalata poco sotto la cima del monte, dichiarata monumento nazionale e interamente occupata da uno dei principali sacrari militari d’Italia, realizzato tra 1932 e il 1935 dall’architetto Giovanni Greppi e dallo scultore Giannino Castiglioni.
L’ascesa lungo la strada intitolata alla memoria del generale piemontese Gaetano Giardino, comandante dell’Armata del Grappa, è divisibile in due parti distinte, separate da un tratto intermedio pedalabile di 1400 metri (media del 2,7%) che si conclude in località Campo Croce. Entrambi i settori sono impegnativi, ma i primi 9,4 Km, che salgono all’8,3%, sono addolciti dai ben 21 tornanti che si devono affrontare. Più lineari, pur non mancando frequenti curve, si presentano gli ultimi 7200 metri, che hanno un’inclinazione complessiva leggermente più elevata (8,7%) e nel corso dei quali s’incontrano i tratti più aspri dell’ascesa, come i 600 metri di strada al 14,1% medio che si trovano tra la baita Cà Mol e la malga Le Saline, seguiti da altri tre tronconi a due cifre di pendenze che si dovranno superare in vista dello scollinamento.
Si tornerà sul piano seguendo la “Strada Cadorna”, la principale rotabile d’accesso al massicio, concepita nel settembre del 1916 dal generale Luigi Cadorna, Capo di Stato Maggiore dell’esercito, che aveva compreso l’importanza strategica del Grappa e la necessità di armarlo a difesa. I lavori, affidati al colonnello Giuseppe Dal Fabbro, furono completati nell’autunno dell’anno successivo quando, il 7 ottobre, il generale potè percorrere in automobile i 32 Km di una strada comoda, scavata nella roccia nel suo tratto iniziale e mai ripida – ideale dunque per il transito dei pesanti veicoli militari – che permetteva di raggiungere le posizioni occidentali del Grappa, dove erano state approntate postazioni fisse di artiglieria e caverne scavate nella roccia, dalle quali si riusciva a sorvegliare il fronte di guerra fino al Montello. L’opera si rivelò decisiva per le sorti del conflitto, trasformando il monte in uno dei luoghi strategici della difesa italiana, più volte assaltato senza successo dagli austriaci. Il più “profondo” attacco avversario, che fu anche l’ultimo, fu respinto il 15 giugno del 1918 – cinque mesi prima della vittoria definitiva – presso Ponte San Lorenzo, località che i “girini” attraverseranno nel corso della discesa, una planata di quasi 26 Km che li condurrà a Romano d’Ezzelino, centro che lega il suo nome a quello di una delle più potenti e importanti famiglie medioevali venete. Il suo più famoso e temuto esponente fu il condottiero e dittatore Ezzelino III da Romano, soprannominato “il Terribile” e, per la sua crudeltà, relegato da Dante nel settimo cerchio dell’Inferno – il “girone dei violenti” – e condannato per l’eternità a nuotare in un fiume di sangue bollente.
Riguadagnata la pianura, tornando a pedalare su strade veloci e filanti in una quindicina di chilometri si farà rientro ad Asolo per consegnare alla storia dello sport i primi verdetti alpini del Giro 2010.
LAVORI IN CORSO
Circuito finale ampliato da 79 a 83 Km mediante l’inserimento del passaggio per Possagno
I VALICHI DELLA TAPPA
Bocca di Serra (252m). Vi transita la strada provinciale che conduce da Monfumo a Cavaso del Tomba.
Sella di Campo Croce (1048 m). Vi transita la “Strada Generale Giardino” (SP 140), salendo da Semonzo verso il Monte Grappa. Coincide con l’omonima località.
GIROGRAPPA STORY
Al Giro non piace molto il sapore rotondo e persistente della grappa…. L’omonimo monte, forse a causa delle strade d’accesso rimaste per lungo tempo sterrate, è spuntato solo tre volte sull’altimetria della corsa rosa e mai ha lasciato grosse cicatrici – tubolari di Saronni a parte – sulla classifica.
Il battesimo avvenne il 30 maggio del 1968 con un arrivo in salita proprio sulla vetta, dopo esser partiti da Trento e aver percorso 131 Km, comprensivi dell’ascesa ai 1343 metri del Passo del Sommo, sul quale era transitato in testa lo spagnolo Mariano Diaz. Quel giorno vestiva la maglia rosa Dancelli, mentre l’uomo più atteso era Eddy Merckx, ma sarà un suo gregario, il parmense Emilio Casalini, a tagliare per primo il traguardo posto a 1732 metri d’altezza, dopo aver staccato, uno per volta, tutti i suoi compagni d’avventura. Merckx, giunto secondo al traguardo con 46” di ritardo, non la prese benissimo: all’arrivo era contrariato, borbottava in fiammingo – era un brutto segno, a detta del suo entourage, quando non parlava in italiano, che conosceva benissimo – e poi si venne sapere che in corsa Adorni l’aveva persuaso a non andare a riprendere il compagno di squadra in fuga, avrebbero anche fatto una figuraccia mondiale poiché il Giro era già trasmesso in Eurovisione. L’asso belga, che aveva fallito anche la conquista della maglia rosa, si rifarà due giorni più tardi, dominando sulle Tre Cime di Lavaredo e issandosi al vertice del Giro, una posizione dalla quale nessuno più lo scalzerà.
Si può dire che l’epopea rosa di Merckx si apra e si chiuda col binomio Grappa-Tre Cime: dopo l’edizione del 1968, la prima conquistata dal “cannibale”, ritroveremo quest’accoppiata proprio nel tracciato dell’ultimo Giro targato Merckx, quello del 1974. Dopo aver assistito a un finale ricco di pathos salendo alle Tre Cime, sulle quali il belga salvò la maglia rosa per appena 12”, il Grappa – affrontato dal versante sterrato – fu il gran protagonista dell’ultima tappa di montagna, tracciata tra Misurina e Bassano e che proponeva anche le ascese ai passi Tre Croci, Falzarego, Valles e Rolle. In salita lo spagnolo Fuente le tentò tutte per bissare il successo del giorno precedente, ma si dovette accontentare di transitare per primo sotto lo striscione del GPM: la tappa finirà allo sprint, con perla finale dello stesso Merckx davanti a Moser e Gimondi.
Percorso in senso inverso, salita dal verso asfaltato e discesa sterrata, per l’ultimo capitolo rosa scritto sulle strade del Grappa: il 31 maggio del 1982 si disputarono i 243 Km della Comacchio / Lido delle Nazioni – San Martino di Castrozza, una delle frazioni più lunghe del 65° Giro d’Italia. L’onore di scollinare per primo toccò al saronnese Leonardo Natale poi, dopo una discesa-ecatombe (sette forature per il solo Saronni), al traguardo giunse prima lo spagnolo Vicente Belda, con 3” di vantaggio sullo scalatore pugliese Mario Beccia e 6” sullo spagnolo Ruperez. Quel giorno il francese Hinault conservò quella maglia rosa che perderà il giorno successivo sul Crocedomini – a favore di Silvano Contini – e che riconquisterà definitivamente quarantottore più tardi nella storica tappa di Montecampione.
Mauro Facoltosi
FOTOGALLERY
Foto copertina: visione aerea della cima del Monte Grappa (www.scuolavolo.it)
LA SALITA DEL GIORNO: MONTE GRAPPA
Tocca ora a Giacomo, un altro nostro “perlustratore” delle strade della corsa rosa, illustrarci i segreti della prima ascesa alpina del Giro 2010, l’atteso Monte Grappa.
Dalla chiesa del piccolo borgo di Semonzo la strada si assesta immediatamente intorno al 9% e per 9 km è una continua alternanza di lunghi rettilinei collegati da ampi tornanti. Si sale nel bosco restando sempre sulla stessa costa della montagna, alzandosi sempre più rispetto alla pianura veneta, un’infinita distesa di campi e paesi. Superato il ristorante Deltaplano, luogo di lancio molto frequentato anche da chi pratica parapendio, la strada comincia ad addentrarsi nel cuore della montagna: si superano un paio di piccole gallerie realizzate nel periodo della Grande Guerra e qualche breve contropendenza fino alla spianata di Campocroce (km 10,5). Fin qui non credo ci saranno grossi attacchi, al massimo si osserverà allo sfaldamento di un eventuale drappello avvantaggiatosi con una fuga da lontano.
La malga di Campocroce sarà l’ultima occasione per alimetarsi, perchè da qui a poco le pendenze diventano in doppia cifra; ormai siamo all’interno del massiccio del monte Grappa e fino al km 14 ci sarà da soffrire. Credo che in questo tratto sarà possibile fare la differenza, nonostante la strada sia quasi un unico grande rettilineo in mezzo ai prati, dove chi insegue ha sempre modo di prendere le misure su chi sta davanti.
Altro scollinamento con breve e tortuosa contropendenza, quindi si torna nuovamente a salire sopra al 10%. Fino al km 17 la strada si muove sinuosa tra pascoli, laghetti naturali e malghe, con una sede stradale piuttosto stretta. Quindi un chilometro scavato tra le roccie, un’unico ampio curvone a destra fino al ricongiungimento con la classica salita Cadorna, dove s’incontrerà lo striscione del GPM.
Giacomo
ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI CESENATICO
maggio 22, 2010 by Redazione
Filed under Approfondimenti
Dopo la presentazione della tappa e la cronaca, la giornata in rosa di ilciclismo.it si chiude con uno scrigno zeppo di golosità: pareri tecnici di campioni del passato, che conoscerete nelle prossime giornate; le notizie sulle condizioni di Damiano Cunego, pervenute direttamente dal suo direttore sportivo; la rassegna stampa internazionale; il parere dei tifosi; una rubrica umoristica in ricordo di Raimondo Vianello; le “perle” dei telecronisti e le previsioni del tempo per la tappa che verrà. Seguiteci.
Foto copertina: si transita nel cuore d’un piccolo villaggio (foto Bettini)
GIRO D’ITALIA, GIRO DEL MONDO
Tutta la gioia di Belletti “Felicità indescrivibile” (Gazzetta dello Sport)
Belletti super sulle strade dove fu grande Pantani!(Corriere dello Sport – Stadio)
Belletti wins stage 13 (The Daily Telegraph)
Belletti à la maison (L’Equipe)
Belletti : “Une émotion incroyable” (Le Monde)
Los Dolomitas pondrán orden en un Giro loco (As)
Belletti defiende el barco ‘Pirata’
El italiano Belletti gana decimotercera etapa, Richie sigue líder (El Mundo Deportivo)
Victoire de Belletti à domicile(Le Soir)
Victoire de Manuel Belletti(La Dernière Heure/Les Sports)
Cadel Evans s’énerve sur Daniele Righi au Giro: 1.410 euros d’amende (actu24.be)
Belletti bezorgt Italië twee ritzeges op rij (De Standaard)
Belletti bezorgt Italië twee ritzeges op rij (Het Nieuwsblad)
Manuel Belletti wins 13th stage of Giro d’Italia; Richie Porte keeps lead(USA Today)
Porte clings to Giro lead after 13th stage (The Age)
BOX POPULI
Ecco le impressioni degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.
M: Oggi che succedde? Un tentativo di qualche big sul Barbotto o vorranno risparmiarsi in vista di Grappa e Zoncolan?
P: Spero li avranno tolti i dossi!
C: e che non li rimettano prima di domenica, anche se mi preoccupano maggiormente i “dossi” chiamati Ciola, Barbotto, Tiffi, Perticara, Gorolo e via dicendo…
G: sono di ritorno da un sopralluogo sul traguardo di Cesenatico (lavoro a Cesena). Mai vista tanta gente ed erano appena le 13. La carovana del Giro più tutti i cicloamatori che sono già in paese per la Nove Colli di domenica, fanno davvero un bello spettacolo.
H: dunque, vediamo un po’: se ne vanno in fuga in 17 e non c’è nessuno della Liquigas, la cosa ci può anche stare, magari non hanno intenzione di attaccare perchè domani c’è il Grappa o magari hanno provato ad andare in fuga e non ci sono riusciti. Sulla Perticara se ne va Karpets che ha due compagni davanti e dietro tira la Liquigas, e la cosa non è sbagliata: Basso e/o Nibali potrebbero attaccare sul Barbotto, raggiungere Karpets e beneficiare negli ultimi 40 km del supporto dei due della Katusha che sono davanti. L’attacco di Basso e Nibali però non c’è, e nulla di male in questo perchè domani c’è il Grappa e perchè Cervelo, Caisse d’Epargne e Saxo Bank sono buone squadre in grado di controllare la corsa: MA ALLORA LA LIQUIGAS COSA TIRA A FARE?
M: Nemo propheta in patria… per una volta no! Bravo Belletti, che si è gestito bene ed alla fine, nonostante corresse dietro a tutti, ne aveva ancora più degli altri.
Tra i big calma piatta: poteva essere messo in preventivo, visto cosa li aspetta.
Pessima la condotta di corsa della Katjusha: hanno perso la tappa pur essendo in superiorità numerica e non hanno aspettato il coraggioso Karpets, che purtroppo pagherà questi sforzi domani sul Grappa. Che senso ha fermare Horrach a 5 km dal traguardo? Magari non tutti e due, ma uno avrebbero dovuto fermarlo prima, ai -15 almeno.
H: Ma è semplice. Come ieri. La Liquigas tira per far vedere che c’è. Solo per quello.
H: Una tattica autolesionista per la Katiuscia, ha ragione M. La cosa mi meraviglia, perché il ds Parsani è sempre stato un ottimo stratega, scuola Ferretti.
M: La Liquigas? Boh, avranno avuto paura di Karpets. Almeno la Caisse d’Epargne si è messa davanti per fare un ritmo regolare, tanto il russo aveva 20 minuti di ritardo e non impensieriva Arroyo.
con la collaborazione degli utenti del Forum dello Scalatore (www.salite.ch)
GIRO A SEGNO
Rubrica semiseria sul Giro 2010, in ricordo del grande Raimondo Vianello
Oggi doveva essere la tappa del pirata.
I Katusha lasciano Karpets da solo
e non si fermano ad aspettarlo..
è diventata la tappa della pirlata!!
by Napo
METEO GIRO
Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della frazione Ferrara – Asolo
Ferrara: cielo sereno con possibilità di debolissime piogge (meno di 0,1 mm), temperatura 22,9°C, vento moderato da NNE (11-13 km/h), umidità al 42%
Rovigo (31,4° Km): cielo sereno, temperatura 24,5°C, vento moderato da NE (12-13 km/h), umidità al 38%
Padova (75,7° Km): cielo sereno, temperatura 24,8°C, vento debole da NNE (6 km/h), umidità al 36%
Asolo – 1° passaggio (122,3° Km): cielo sereno, temperatura 23,5°C, vento debole da NNW (2-6 km/h), umidità al 40%
GPM Monte Grappa (164,2° Km): nuvole sparse, temperatura 12,2°C, vento debole da NE (5-10 km/h), umidità al 50%
Asolo – arrivo: alternanza di pioggia debole (0,3 mm) e schiarite, temperatura 23,5°C, vento debole da W (2-4 km/h), umidità al 43%
I MISTERI DELLA CASSAPANCA
Anche oggi i prodi del microfono non ci hanno lasciato a mani vuote
Cyclingnews: “Porto Recanti”
Comico ospite a “Si Gira” (non ricordo il nome): “L’altro ieri ha vinto Pippo Pozzato” (era ieri)
Sgarbozza: “Cerco di scriverlo bene: Voecker” (Voeckler)
Cassani: “La Nove Colli compie quest’anno 40 anni” (l’anno prossimo, quest’anno c’è la 40a edizione)
Conti: “Nel 1954 si arrivava a Cesenatico dall’Aquila” (Tappa Firenze – Cesenatico)
De Luca: “Tanti striscione per un ciclista che non c’è più, Marco Pantani” (ma va?)
Cassani: “Tutto quello che aspetta i corridori”
Savoldelli: “Anderson” (Henderson)
Pancani: “Abbiamo scollinato anche le cinque ore di gara”
Savoldelli: “Il giudice di corsa ha negato le borracce ai suoi corridori” (corrono anche loro?)
Cassani: “Siamo nel comune di Sala, dove abitava Marco Pantani” (Sala è una frazione di Cesenatico)
De Stefano: “Domani c’è lo Zoncolan” (dopodomani)
Sgarbozza: “Manuele Belletti” (Manuel)
Cassani: “Discesa molto lunga pedalabile nella prima parte, tecnici nella seconda”
Damiani: “Bilancia delle energie rimaste”
Secondini: “Con l’arrivo proprio davanti a casa sua (di Pantani, ndr) (si arriva davanti al monumento di Pantani)
Lucia Blini (Italia 1): “Prima vittoria da professionista per Belletti” (nel 2008 si era imposto in una tappa del Clasico Ciclistico Banfoandes)
Altre perle dal Televideo RAI
Matthieu Claude (Mathieu Claude)
Sergei Klimov (Serguei Klimov)
Alexander Efimkine (Alexander Efimkin)
Approfittiamo dell’occasione per andare a ravanare sul fondo della cassapanca (l’avete notato, è il soprannome che è stato affibbiato al duo microfonato della RAI) e a pescare qualche strafalcione storico.
Oggi il Giro è arrivato a casa un di campione con la C maiuscola, un atleta la cui fama ha travalicato anche i limiti del ciclismo. Per questo oggi ampliamo il nostro orizzonte di strafalcioni anche agli altri sport
Gianni Cerqueti: “Vi parlo dal portabagagli del pullman degli azzurri”
Edmeo Lugaresi, presidente Cesena: “Abbiamo messo una checca sulla torta della nostra squadra”
Sandro Ciotti: “Siamo giunti al minuto che intercorre tra il 16° e il 18°.”
Bruno Pizzul: “Per la partita di oggi sono stati venduti 50.000 spettatori”
Giampiero Galeazzi: “Abbiamo apertuto il collegamento”
Andrea De Adamich: “Andrea Moreno sta andando molto bene, è gia nel sedere di Berger”
Alberto Tomba: ” Ho preso un dosso che mi ha sbandato, ho perso tanto, poi prima dell’intermedio un sassetto sotto i sci col mio peso ne risentivo sotto le lamine che tenevo poco. La seconda son partito un po’, non dovevo partire così piano però ho recuperato: peggio di settimo e meglio di secondo non ho fatto… Mi sto preparando per questi anni dispari andava sempre male, 89, 91, 93, spero che vadi bene. ”
Cavaliere Pignatelli (presidente Taranto): “Accosciati… e quando l’abbiamo comprato questo?” (leggendo la formazione sul poster)
Aldo Biscardi: “Dove giochera’ Baggio l’anno scorso?”
Franco Ligas: “La grigliata di partenza.”
Furio Focolari: “E’ l’unico italiano che nel supergigante riesce a tenere gli sci uniti. Larghi, ma uniti”
Guido Meda: “Valentino Rossi dà un amichetto calcevole a Gibernau”
ARCHIVIO ALMANACCO
Cliccare sul nome della tappa per visualizzare l’articolo
3a tappa Amsterdam – Middelburg
4a tappa Cuneo – Savigliano (cronosquadre)
8a tappa Chianciano Terme – Terminillo
9a tappa Frosinone – Cava de’ Tirreni
12a tappa Città Sant’Angelo – Porto Recanati
BELLETTI, IL GIORNO PIU’ BELLO
Cosa c’è di più bello che correre il tuo primo Giro d’Italia, andare in fuga nel giorno che vuoi tu e vincere nel giorno che vuoi tu. Manuel Belletti corona la sua giornata splendida dopo una fuga di 160 chilometri vincendo quasi per distacco la tappa che porta il gruppo a Cesenatico, cioè casa sua, oltre che del Pirata che può senz’altro averci messo del suo per trascinarlo nella rimonta degli ultimi quattrocento metri. Secondo successo consecutivo azzurro. E da domani si inizia a fare sul serio.
Foto copertina: Belletti trionfa sul traguardo di casa (foto Giuseppe De Socio)
Quando, a 1.200 metri dalla fine, ha visto partire dalle retrovie Craig Lewis e nessuno chiudeva il buco, avrà pensato: “cavolo, oramai è persa”. Invece, prima sfruttando una trenata di un altrettanto Mauro Facci e poi il trenino con Meyer ed Henderson, Belletti ce l’ha fatta: vincere a casa sua. Una tappa corsa alla grande dal corridore romagnolo che, nonostante le sue doti da velocista, è riuscito a resistere alle rasoiate tremende di Marco Marzano sulle rampe del Gpm di Barbotto, si è trovato nelle retrovie quando il gruppetto dei diciassette attaccanti si è sfaldato ma è stato anche fortunato a ritrovare la testa e non mollarla quasi più.
Anche in questa dodicesima tappa se ne va la fuga e qualcuno ha provato lo stesso l’imboscata. Si tratta di Vladimir Karpets che ha allungato in cima alla salita di Perticara e, trovando aiuto negli ultimi sette-otto chilometri dal compagno di squadra Horrach che era in fuga dal mattino, è riuscito a guadagnare due minuti e mezzo sulla maglia rosa, ancora sulle spalle di Richie Porte: adesso è 14° a 10’06” dal capitano della Saxo Bank e si è messo in mezzo ad Evans e Vinokourov, anche se meglio di lui ha fatto Iban Mayoz (terzo al traguardo) che è risalito in 12° posizione a 8’38”. Sono solo queste le novità nella classifica generale di oggi ma la lezione dell’Aquila insegna che tutto serve.
Tappa nervosa soprattutto negli ultimi 60 chilometri con le salite di Perticara e Barbotto. La giornata inizia con i ritiri di Pozzovivo, davvero un Giro super sfortunato per lui, e Morris Possoni. Al chilometro 62 va via la fuga di giornata con ben 17 elementi, fra cui Marzano (Lampre), Bertogliati (Androni), Voss (Milram), Belletti (Colnago-CSF), Klimov e Horrach (Kautsha). Nel gruppo i primi a prendere in mano la situazione sono i Cervelo, ma poi entra in azione anche la squadra della maglia rosa. Il ritmo nel plotone è comunque blando, tant’è che il vantaggio massimo dei diciassette al comando arriverà a poco meno di dieci minuti. Sulla salita che porta a Perticara davanti non succede praticamente niente, mentre dietro tenta l’allungo Vladimir Karpets che guadagna qualche metro in salita e poi si getta a capofitto in discesa arrivando al traguardo volante di Mercato Saraceno con 1’20” sul plotone della maglia rosa, mentre la testa della corsa ha comunque ancora sei minuti sul gruppo dei migliori. E’ sulla salita di Barbotto che la fuga esplode sotto l’impulso di un positivo Marco Marzano che, fra i diciassette, è senz’altro quello dotato di migliori doti da scalatore e riesce a scremare il gruppetto. In cima al Gpm, però, Karpets ha guadagnato ben poco visto che si trova a 5’06” dai primi con il gruppo ad inseguire a 6’18”.
La discesa serve a far rientrare qualcuno e poi tutto si ricomporrà. Dai 30 alla fine in poi c’è qualche strappetto e strada che tende a scendere, tutti e 17 ritornano insieme ma il terreno è ideale per scatti e controscatti e davanti ci provano un po’ tutti, ma senza particolari riscontri. Il gruppo, invece, marcia spedito sotto l’impulso degli uomini Liquigas che prendono decisamente la situazione in mano. Davanti l’accordo è inesistente e si prosegue a fiammate fra Horrach, Bertogliati, Facci, Marzano e Mayoz che è anche quello meglio piazzato in classifica generale essendo 25° a poco più di un quarto d’ora da Porte. In discesa il gruppo torna a perdere terreno e ai -20 il distacco del plotone è di 6’15”. A bagnomaria rimane Karpets che, tutto solo, cerca di sopravvivere e guadagna ben due minuti sul gruppo della maglia rosa, guidato anche dagli uomini Caisse per Arroyo.
Ai -9 si avvantaggiano in cinque (Stamsnijder, Facci, Meyer, Mayoz e Kriit) al cui inseguimento si lanciano in quattro, mentre il gruppo continua a perdere ed il distacco si attesta intorno ai sette minuti e mezzo. I cinque viaggiano di comune accordo ma vengono ugualmente ripresi ai -5 da chi li inseguiva e regna ancora la confusione più totale. Dietro, nel frattempo, Karpets ha trovato Horrach per strada che prova a fargli guadagnare ulteriore terreno sulla maglia rosa con le sue trenate. Ai -3 provano Klimov, Facci e Belletti ma anche per loro niente. Lo scatto buono sembra quello ai -1500 metri con Craig Lewis (Htc) che guadagna un discreto margine, dietro si guardano, Facci prova a riprenderlo ma si pianta quando viene passato dal trenino composto da Meyer, Greg Henderson e Belletti con quest’ultimo che supera tutti di slancio, riprende Lewis e vince quasi per distacco a casa sua. Secondo posto per il favorito Greg Henderson e 3° Mayoz.
Horrach scorta Karpets fino ai 1200 metri dalla conclusione con il russo che rilancia l’azione per guadagnare ancora qualcosina e chiuderà a 5’01” dal vincitore. In gruppo, che arriva a 7’27”, non c’è quasi volata anche se Pozzato ci mette un pizzico d’impegno per arrivare davanti a tutti.
Domani la Ferrara-Asolo (Monte Grappa) ci darà molte indicazioni in più con gli uomini che vanno dalla 13° alla 21° posizione pronti a dare battaglia per mandare in crisi la maglia rosa Porte e non solo.
Saverio Melegari
LA LIQUIGAS IMPERATRICE DI CALIFORNIA
Continua il dominio della Liquigas sulle strade della California, almeno per quanto riguarda i successi di tappa, che raddoppia la gioia per la vittoria di Chicchi ed ora festeggia l’affermazione del “bambino d’oro” Sagan, a segno a Bakersfield. Un traguardo che non ha raggiunto l’atteso Lance Armstrong, ritiratosi a seguito di una brutta caduta. La classifica generale, infine, vede in testa l’australiano Rogers, pari tempo con lo statunitense Zabriskie: tra domani e dopo decideranno le sorti dell’Amgen Tour of California il tappone di Big Bear Lake e la crono di San Francisco
Nell’arrivo della quinta tappa del Tour of California, Visalia – Bakersfield di 195 chilometri, è stata ancora una maglia della Liquigas-Doimo a transitare per prima sulla linea del traguardo. Dopo la vittoria di Chicchi, stanotte è toccato a Peter Sagan tagliare il traguardo davanti a tutti. Il giovane slovacco, al quarto centro stagionale nell’anno del debutto tra i professionisti, ha impressionato tutti sulla salita finale con un allungo di pura potenza che non ha lasciato scampo alle velleità di Rogers e Zabriskie e al resto dei 27 componenti il plotone che conduceva la tappa.
«Per un corridore la vittoria è la massima gioia – afferma Sagan – e riuscire a farlo in una tappa così impegnativa, davanti a corridori forti, è ancora più bello. Ora ci aspettano tappe difficili, con salite dure. Il mio obiettivo è quello di resistere il più possibile ma sono conscio che mi manca ancora qualcosa per competere con i migliori quando la strada sale. Cercherò ovviamente di difendere la mia maglia bianca: chiudere la corsa con questo riconoscimento sarebbe una grande soddisfazione».
Insieme alla maglia di miglior giovane Sagan è titolare anche della maglia a punti con un bottino di 34 punti, due in più del britannico Cavendish.
La volata che ha visto primeggiare il giovano slovacco ha avuto ben altro valore per quanto riguarda la classifica generale: il secondo e terzo di giornata, infatti, si trovano ora al comando col medesimo tempo.
Alle spalle della coppia australiano-statunitense il gruppo dei pretendenti si è ulteriormente ristretto ed ora sono solo 15 i ciclisti compresi in 31”. Seguono 4 uomini entro i 2’, mentre il resto viaggia a oltre i 3’10”. Il migliore dei nostri, Francesco Bellotti, pure in forze alla Liquigas, è ora 22° a 3’15”, 3″ in più dello statunitense Hincapie, che lo precede in classifica.
Una caduta in avvio di tappa ha coinvolto anche Lance Armstrong, che è stato costretto al ritiro.
La corsa californiana perde così uno dei protagonisti, punto di riferimento del plotone. Cosa succederà adesso? Chi avrà la forza e il carattere di sostituirlo in gara? Nel frattempo Rogers e Zabriskie fanno a sportellate per portare a casa il risultato.
Mario Prato
20-05-2010
maggio 21, 2010 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
GIRO D’ITALIA
L’italiano Filippo Pozzato (Team Katusha) si è imposto nella dodicesima tappa, Città Sant’Angelo – Porto Recanati, percorrendo 206 Km in 5h15′50″, alla media di 39,134 Km/h. Ha preceduto allo sprint i francesi Voeckler e Pineau. Maglia rosa è l’australiano Richie Porte (Team Saxo Bank), con 1′42″ sullo spagnolo Arroyo Duran e 1′56″ sul croato Kiserlovski. Miglior italiano è Valerio Agnoli (Liquigas-Doimo), 5° a 4′41″.
AMGEN TOUR OF CALIFORNIA
Lo slovacco Peter Sagan (Liquigas-Doimo) si è imposto nella quinta tappa, Visalia – Bakersfield, percorrendo 195,5 Km in 4h52′28″, alla media di 40,107 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’australiano Michael Rogers (Team HTC-Columbia) e lo statunitense Zabriskie Miglior italiano Manuel Quinziato (Liquigas-Doimo), 42° a 1′27″. Lance Armstrong (Team Radioshack) si è ritirato a seguito di una caduta.
Rogers è il nuovo leader della classifica, con lo stesso tempo di Zabriskie. Terzo lo statunitense Leipheimer a 10″. Miglior italiano Francesco Bellotti (Liquigas-Doimo), 22° a 3′15″.
OLYMPIA’S TOUR (Paesi Bassi)
L’olandese Coen Vermeltfoort (Rabobank Continental Team) si è imposto nella terza tappa, Dinxperlo – Reuver, percorrendo 172,5 Km in 3h50′39″, alla media di 44,873 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo statunitense Taylor Phinney (Trek-Livestrong U23) e l’olandese Van Poppel. Phinney conserva la maglia di leader con 48″ su Vermeltfoort e 1′02″ sul neozelandese Sergent.
TOUR OF JAPAN
oggi riposo
CIRCUIT DE LORRAINE PROFESSIONEL
L’italiano Fabio Felline (Footon-Servetto) si è imposto nella seconda tappa, Pagny sur Moselle – Chantraine, percorrendo 170 Km in 3h58′07″, alla media di 42,836 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Matteo Carrara (Vacansoleil Pro Cycling Team) e di 3″ il belga De Waele. Felline è il nuovo leader della classifica, con 4″ su Carrara e 9″ su De Waele.
RONDE DE L’ISARD
Il francese Jérôme Cousin (Vendée U) si è imposto nella prima tappa, Tolosa – Saint Gaudens, percorrendo 172,1 Km in 4h10′49” , alla media di 41,17 Km/h. Ha preceduto di 1″ il connazionale Louyest e di 4″ il belga Debaene, distanziati in classifica di 6″ e 11″.