18-02-2010
febbraio 19, 2010 by Redazione
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TOUR OF OMAN
Il belga Tom Boonen (Quick Step) si è imposto nella quinta tappa, Wattayat – Sultan Qaboos Stadium, percorrendo 148 Km in 3h23′52″, alla media di 43,557 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’argentino Haedo e il belga Van Stayen. Miglior italiano Daniele Bennati (Liquigas-Doimo), 7°, che conserva la testa della corsa, con 2″ su Boonen e 6″ sullo statunitense Farrar.

Il successo di Tom Boonen presso lo stadio Sultan Qaboos di Mascate (foto Bettini)
VOLTA AO ALGARVE
Il tedesco André Greipel (Team HTC – Columbia) si è imposto nella seconda tappa, Sagres – Lagos, percorrendo 207,5 Km in 6h06′39″, alla media di 33,956 Km/h. Ha preceduto allo sprint il belga Roelandts e di 4″ lo spagnolo Samuel Sanchez. Miglior italiano Francesco Reda (Quick Step), 10° a 6″. Greipel è il nuovo leader della generale, con 5″ sul francese Vaugrenard e 8″ su Roelandts. Miglior italiano Reda, 19° a 20″.

Successo bagnato, successo fortunato per Greipel a Lagos (foto Bettini)
VUELTA A CUBA
Il cubano Yoel Mariño (Matanzas) si è imposto nella decima tappa, Santa Clara – Cardenas, percorrendo 185 Km in 4h18′43″, alla media di 42,904 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Arias e il canadese Gilbert. Miglior italiano Elia Viviani (Italia, squadra nazionale), 7°. Il cubano Arnold Alcolea (Cuba, squadra nazionale) conserva la testa della corsa con 35″ sul venezuelano Alarcon e 1′22 sul cubano Lopez. Miglior italiano Alessandro De Marchi (Italia, squadra nazionale), 48° a 33′24″

La vittoria del cubano Mariño a Cardenas (foto Luis Enrique Barbosa)
CAMPIONATI NAZIONALI SUDAFRICANI
Giornata riservata alle gare su strada dei “veterani”, atleti con più di 50 anni per la categoria uomini e con più di 30 anni per la categoria donne.
RUTAS DE AMERICA
L’uruguayano Richard Mascarañas (Alas Rojas) si è imposto nella terza tappa, Minas – Cerro Largo. Ha preceduto allo sprint l’argentino Borrajo e l’uruguayano Cline. Mascarañas è il nuovo leader della corsa, con 8″ su Cline e 12″ su Borrajo.

Colpo doppio dell'uruguayano Mascarañas alla Rutas de America (www.elacontecer.com)
17-02-2010
febbraio 18, 2010 by Redazione
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TOUR OF OMAN
L’australiano Leigh Howard (Team HTC – Columbia) si è imposto nella quarta tappa, Ibri – Nakhal, percorrendo 187 Km in 4h11′31″, alla media di 40,039 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Daniele Bennati (Liquigas-Doimo) e il belga Boonen. Bennati passa in testa alla classifica, con 6″ sullo statunitense Farrar e il lettone Smukulis.

Il successo dell'australiano Leigh Howard a Nakhal (foto AFP)
VOLTA AO ALGARVE
Il francese Benoît Vaugrenard (Francaise Des Jeux) si è imposto nella prima tappa, Algarve Stadium (Faro) – Albufeira, percorrendo 157,5 Km in 4h10′42″, alla media di 37,694 Km/h. Ha preceduto di 3″ lo spagnolo Horrach e di 5″ la volata del gruppo, regolata dal tedesco Greipel. Miglior italiano Eros Capecchi (Footon-Servetto), 30° a 5″. Vaugrenard guida la classifica con 7″ su Horrach e 11″ su Greipel. Capecchi è 32° a 15″.

Vaugrenard primo anticipa il gruppo ad Albufeira (foto Bettini)
VUELTA A CUBA
Due semitappe disputate nel nono giorno di gara.
Il mattino, il canadese Kevin Lacombe (Spidertech p/b Planet Energy) si è imposto nella prima semitappa, circuito di Cien Fuegos, percorrendo 60 Km in 1h27′34″, alla media di 41,111 Km/h. Ha preceduto allo sprint i cubani Mariño e Vazquez. Miglior italiano Alex Buttazzoni (Italia, squadra nazionale), 4°. Il cubano Arnold Alcolea (Cuba, squadra nazionale) conserva la testa della classifica, con 37″ sul venezuelano Alarcon e 1′22″ sul cubano Lopez. Miglior italiano Alessandro De Marchi (Italia, squadra nazionale), 52° a 31′38″.
Il pomeriggio, il cubano Yans Carlos Arias (Universidad Del Deporte) si è imposto nella seconda semitappa, Cien Fuegos – Santa Clara, percorrendo 69 Km in 1h46′13″, alla media di 38,976 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Elia Viviani (Italia, squadra nazionale) e il cubano Mariño. Sostanzialmente invariata la classifica generale, con Alessandro De Marchi che guadagna due posizioni: ora è 50° a 32′11″.

Lo sprint che ha deciso la semitappa mattutina (foto Luis Barbosa)

Arias batte Viviani sul traguardo di Santa Clara (foto Luis Barbosa)
CAMPIONATI NAZIONALI SUDAFRICANI
Le prove a cronometro hanno aperto il programma dei campionati nazionali sudafricani. Nella prima giornata in palio ben 27 maglie (gareggiavano anche i veterani): la prova più attesa, quella degli elite, è stata conquistata da Kevin Evans (MTN Cycling Team), che ha preceduto di 27″ Perry e di 46″ Venter.
RUTAS DE AMERICA (1a tappa – disputata il 16 febbraio)
Il brasiliano Luciano A. Pagliarini (Scott Marcondes) si è imposto nella prima tappa, circuito di Montevideo. Ha preceduto allo sprint gli uruguayani Maistegui e Soto, distanziati in classifica di 4″ e 6″.

Il successo di Pagliarini nella prima tappa (www.uruguayaldia.com)
RUTAS DE AMERICA (2a tappa – disputata il 17 febbraio)
L’argentino Alejandro Borrajo (Jamis Team) si è imposto nella seconda tappa, Montevideo – Minas. Ha preceduto allo sprint l’uruguayano Esteban Jukich (Cruz Del Sur) e di 3″ il cileno Oyarzun. Jukich si porta in testa alla classifica, con 5″ su Oyarzun e 19″ su Pagliarini.
16-02-2010
febbraio 17, 2010 by Redazione
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TOUR OF OMAN
Il norvegese Edvald Boasson Hagen (Sky Pro Cycling Team) si è imposto nella terza tappa, Saifat Ash Shiekh – Qurayyat, percorrendo 124 Km in 3h05′49″, alla media di 40,039 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Danilo Napolitano (Team Katusha) e lo statunitense Farrar. Boasson Hagen conserva la maglia di leader, con 10″ su Farrar e l’italiano Daniele Bennati (Liquigas-Doimo).

La volata vincente di Boasson Hagen a Qurayyat (foto Bettini)
VUELTA A CUBA
Il venezuelano Jose Alarcon (Sumiglov-Gober. Merida) si è imposto nell’ottava tappa, Sancti Spiritus – Topes De Collantes, percorrendo 89 Km in 2h30′15″, alla media di 35,540 Km/h. Ha preceduto allo sprint il cubano Arnold Alcolea (Cuba, squadra nazionale) e di 39″ il cubano Lopez. Miglior italiano Piero Baffi (Italia, squadra nazionale), 84° a 15′32″. Alcolea è il nuovo leader della classifica, con 37″ su Alarcon e 1′22″ su Lopez. Miglior italiano Alessandro De Marchi (Italia, squadra nazionale), 48° a 30′19″.

L'approdo della fuga vincente di Jose Alarcon e Arnold Alcolea (foto Luis Barbosa)
UNA “TIRRENO” TUTTA PER FRANCO
La 45° edizione della Tirreno-Adriatico sarà tutta dedicata a lui, Franco Ballerini, il ct della Nazionale di ciclismo, scomparso poco più di una settimana fa. E’ così che Rcs Sport vuole ricordare un grande campione e un grande uomo di questo sport che ci ha lasciato troppo presto. 1247 chilometri, sette tappe, da Livorno a San Benedetto del Tronto, senza cronometro ma con tanta salita. E’ questo il profilo della “Corsa dei due mari” versione 2010.
Foto copertina: la planimetria della Tirreno Adriatico 2010 (gazzetta.it)
La faccia del Ballero che entra dentro il velodromo di Roubaix in una domenica d’aprile da leggenda. La faccia del Ballero dentro un’ammiraglia che saluta il gruppo e guida la sua Nazionale verso nuove imprese. Le mani di Alfredo Martini che, una settimana fa, toccava la bara del Ballero dentro la chiesa di San Pietro e Paolo a Casalguidi, nel giorno del suo funerale. Sono queste le immagini scelte nella sala “Portoghesi” delle terme Tettuccio di Montecatini Terme per la presentazione ufficiale della 45° edizione della Tirreno-Adriatico, una gara che si preannuncia senz’altro molto più competitiva ed entusiasmante degli ultimi anni, soprattutto per l’assenza della cronometro che falsava sempre i valori espressi nelle tappe in linea.
Una corsa che vivrà per tre giorni in terra toscana – con gli arrivi di Rosignano, Montecatini Terme e Monsummano Terme – e che poi coinvolgerà anche Umbria, Marche e Abruzzo.
Ma, visto che la presentazione doveva svolgersi la scorsa settimana, ogni discorso, ogni parola, ogni pensiero volava a lui, a quel ct che adesso non c’è più e che guarda tutti dall’alto.
“Alfredone, vengo a prendere il caffè da te?”, ricorda Alfredo Martini di come iniziavano i colloqui fra il vecchio e il nuovo ct. “Lui non avrebbe certo voluto questo posticipo perché il ciclismo deve andare avanti. Doveva essere un giorno di festa e nel suo ricordo noi dobbiamo proseguire”. Ma ci sono alcuni episodi che giustificano il legame tra Franco e la Tirreno. Quali? Avevano la stessa età, quarantacinque anni, e Franco (Mealli, nda) si chiamava anche quel bravissimo organizzatore che nel 1966 s’inventò questa corsa che doveva servire come preparazione alla Milano-Sanremo per non mandare tutti gli atleti più bravi alla Parigi-Nizza. Vedremo più avanti come Ballerini sarà ricordato in questa Tirreno a lui dedicata; ora passiamo al percorso.
IL PERCORSO
Sei giorni da vivere intensamente per vedere chi succederà nell’albo d’oro a Michele Scarponi, trionfatore un po’ a sorpresa nel 2009 ma, visto il percorso tutt’altro che agevole, per il corridore marchigiano potrebbe esserci anche uno storico bis.
Si parte il 10 marzo con la Livorno-Rosignano Solvay, 148 Km fra l’entroterra e la costa livornese dove tutti gli atleti inizieranno a prendere le misure ma dove non bisognerà distrarsi perché è vero che i velocisti sono i favoriti, ma attenzione alla salitella da ripetere tre volte che porta a Rosignano Marittimo, dove potrebbero esserci delle sorprese soprattutto da parte di qualche finisseur.
La seconda tappa, ancora in Toscana, è di 165 chilometri con partenza e arrivo a Montecatini Terme e striscione finale nella piazza delle terme Tettuccio, proprio dove si concluse la tappa del Giro del 2003 vinta da Mario Cipollini con l’iride cucito addosso. In pratica si batterà palmo a palmo tutta la Valdinievole e sarà senz’altro una frazione adatta alle fughe con l’impegnativa salita intorno a metà tappa che porterà al Goraiolo (762 s.l.m.), prima della discesa verso Montecatini dove inizierà un circuito da ripetere quattro volte con la salita di Vico (la strada che porta a Montecatini Alto per chi è esperto della zona, nda), uno strappo non troppo impegnativo ma che comunque potrebbe regalare qualche sorpresa. Se, però, le squadre dei velocisti faranno buona guardia, non ci saranno particolari problemi.
Invece, nella terza frazione, la San Miniato-Monsummano Terme di 159 Km, potrebbe esserci qualche sorpresa in più. Percorso decisamente più impegnativo e, praticamente, tutto sulle strade di Franco Ballerini. Dopo 60 Km di pianura, si parte con il San Baronto dal versante di Vinci (quello più facile), si passa una prima volta sul traguardo, il gruppo si dirige fino a Pescia e poi ritorna indietro, secondo passaggio sul traguardo e, pochi metri più tardi, la salita più dura di giornata: i Papi da Montevettolini. Sono cinque chilometri complessivi con rampe però anche al 14-15%. A dire la verità, sarà affrontato dal versante meno conosciuto e un pochino più facile ma, proprio per questo, bisognerà prestare ancora maggiore attenzione alla discesa.
Si passa da Cantagrillo, poi da Casalguidi (proprio davanti al cimitero dove riposa il Ballero) e si attacca il San Baronto per la seconda volta, ora dal lato pistoiese, diciamo il versante intermedio in termini di durezza. Dopo il GPM, picchiata su Lamporecchio e ultimi dieci chilometri in pianura.
Alla sera lungo trasferimento per raggiungere San Gemini, in provincia di Terni, per la quarta tappa, San Gemini-Chieti di 243 Km, la frazione più lunga di tutta la “Tirreno”. Non c’è quasi mai un metro di pianura e ci sono un paio di salite di prim’ordine, compresa la prima parte del Blockhaus, mentre l’arrivo sarà posto nel centro storico alla fine di un breve strappo abbastanza insidioso. Da segnalare, durante la tappa, anche il passaggio dall’Aquila per ricordare il terremoto dello scorso aprile.
La tappa regina è prevista per domenica 14 marzo. È la Chieti-Colmurano di 234 Km con tre Gpm che fanno da preludio a un finale altrettanto appassionante e che nasconde davvero diverse insidie. Infatti – l’altimetria non rende l’idea –negli ultimi trenta chilometri, come ha detto il direttore di corsa Mauro Vegni in sede di presentazione, ci saranno dei veri e propri muri in stile Montelupone che potrebbero appesantire ulteriormente le gambe degli atleti. Anche l’ultimo chilometro sarà con il naso all’insù.
Non c’è da dormire sonni tranquilli nemmeno il lunedì per la sesta tappa, la Montecosaro-Macerata di 134 Km, perché ci sarà da ripetere per quattro volte un circuito abbastanza impegnativo che porterà poi al traguardo finale che, difficilmente, sarà appannaggio di qualche sprinter.
Ultima tappa, infine, da Civitanova Marche a San Benedetto del Tronto per 164 Km con la consueta passerella finale sul lungomare della Riviera delle Palme, dove sarà assegnata la maglia al vincitore della “45° Tirreno-Adriatico”.
I PROTAGONISTI
E’ già pronta la lista dei partenti che dal 10 marzo si giocheranno questa Tirreno. Ventidue squadre al via e non ci sarà la Ceramica Flaminia che ancora non rientra nelle simpatie di Rcs dopo quanto successo con Simeoni lo scorso anno e – chissà, ma pensiamo di no – per la presenza di Riccardo Riccò (e, se così fosse, ne saremmo molto tristi). Ci sarà comunque il gotha del ciclismo pronto a sfidarsi, a partire dai re delle volate. Con Petacchi, Cavendish, Boonen, Hushovd, Mattia Gavazzi, Farrar, Bennati, Freire, Ciolek e Boasson Hagen non ci si dovrebbe certamente annoiare. E poi tutti gli altri che proveranno a dire la loro per la generale, dal campione in carica Scarponi, agli ultimi due iridati Ballan ed Evans, passando per Kirchen, Gerdemann, Pellizotti, Bruseghin, Nibali e Andy Schleck, tanto per citare qualcuno. Sei le squadre di stampo prettamente italiano come Acqua&Sapone, Androni-Diquigiovanni, Colnago-Csf Inox, Isd-Neri, Lampre-Farnese e Liquigas-Doimo.
LE NOVITÀ
La principale novità riguarda la nuova maglia per il leader della classifica generale che sarà azzurra, proprio per ricordare il ct della Nazionale, il colore al quale era senz’altro più affezionato. Le altre tre divise, invece, formeranno il tricolore e saranno adottate anche al Giro d’Italia: la verde per i Gpm, la bianca per i giovani in ricordo di Candido Cannavò e la rossa per la classifica a punti, che sarà stilata in base ai tantissimi traguardi volanti sparsi in qua e in là in ogni frazione.
Oltre alla consueta copertura di Rai Sport (un’ora di diretta su Rai Tre più un’altra mezz’ora su RaiSportPiù), sul sito internet della Gazzetta, sempre in diretta, sarà possibile vedere ogni istante della tappa con le immagini Rai ma commentate da voci della “Rosea”. Un modo per attirare ancora più appassionati.
IN RICORDO DEL “BALLERO”
Come ha ricordato il vicedirettore della Gazzetta Gianni Valenti, “era inevitabile intitolare a lui questa edizione della Tirreno-Adriatico, però solo la corsa ci sembrava poco e quindi abbiamo pensato anche ad altro”.
Ed, ecco, quindi, l’altro: un premio fair-play per ogni tappa che sarà assegnato dalla giuria al corridore che, durante ogni singola frazione, si sarà contraddistinto per la sportività. Un secondo ricordo sarà a breve fruibile da tutti: “Ciao Ballero”, un istant-book in edicola da sabato che ripercorrerà tutta la sua vita e la sua carriera, attraverso racconti, testimonianze degli amici di Ballerini e quant’altro.
Tutto questo è la Tirreno-Adriatico 2010. Adesso, non resta che correrla.
Saverio Melegari
15-02-2010
febbraio 16, 2010 by Redazione
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TOUR OF OMAN
L’italiano Daniele Bennati (Liquigas-Doimo) si è imposto nella seconda tappa, Nizwa – Samail, percorrendo 148,5 Km in 3h33′03″, alla media di 41,821 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo statunitense Farrar e il norvegese Edvald Boasson Hagen (Sky Pro Cycling Team), nuovo leader della classifica. Al secondo e terzo posto, con lo stesso tempo di Boasson Hagen, sono piazzati il francese Casper e Bennati.

Il successo di Bennati a Samail (foto Bettini)
VUELTA A CUBA
Due semitappe disputate nella settimana giornata di gara.
Il mattino, il canadese Ryan Roth (Spidertech p/b Planet Energy) si è imposto nella prima semitappa, cronometro Moron – Ciego De Avila, percorrendo 35 Km in 44′29″, alla media di 47,208 Km/h. Ha preceduto di 14″ il cubano Alcolea e di 54″ l’italiano Elia Viviani (Italia, squadra nazionale). Roth è il nuovo leader della classifica, con 18″ e 59″ sui cubani Alcolea e López.
Nel pomeriggio, Elia Viviani si è imposto nella secondas semitappa, Ciego De Avilas – Sancti Spiritus, percorrendo 126 Km in 3h41′57″, alla media di 34,061 Km/h. Ha preceduto allo sprint il cubano Mariño e lo spagnolo Sobrino. Piccola variazione nei piani alti della classifica, dove Roth comanda, con 18″sul cubano Alcolea e 59″ sul venezuelano Alarcón. Miglior italiano Alessandro De Marchi (Italia, squadra nazionale), 28° a 8′12″.

Elia Viviani in azione nella cronometro mattutina (foto Luis Enrique Barbosa)

La vittoria di Viviani a Sancti Spiritus (foto Luis Enrique Barbosa)
14-02-2010
febbraio 15, 2010 by Redazione
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TOUR MÉDITERRANÉEN CYCLISTE PROFESSIONNEL
L’italiano Francesco Masciarelli (Acqua & Sapone – Caffe Mokambo) si è imposto nella quinta ed ultima tappa, La Ciotat – Toulon (Mont Faron), percorrendo 126 Km in 3h17′40″, alla media di 38,246 Km/h. Ha preceduto di 8″ lo spagnolo Alejandro Valverde Belmonte (Caisse d’Epargne) e l’italiano Rinaldo Nocentini (AG2R La Mondiale).
Valverde si impone con 2″ su Nocentini e 5″ sul kazako Iglinsky.
TOUR OF OMAN
Il francese Jimmy Casper (Saur – Sojasun) si è imposto nella prima tappa, Muscat Corniche Circuit, percorrendo 61 Km in 1h22′22″, alla media di 44,435 Km/h. Ha preceduto allo sprint il norvegese Boasson Hagen e il belga De Haes. Miglior italiano Francesco Chicchi (Liquigas-Doimo), 5°. La prima classifica vede in testa Casper con 4″ su Boasson Hagen e 6″ su De Haes. Chicchi è 5° a 10″.
VUELTA A CUBA
L’olandese Peter Woestenberg (Global Cycling) si è imposto nella sesta tappa, Camaguey – Ciego de Avila, percorrendo 113 Km in 2h29′55″, alla media di 45,255 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Nederlof e il cubano Sibila. Miglior italiano Alex Buttazzoni (Italia, squadra nazionale), 9° a 1′19″. Il cubano Vicente Sanabria (Matanzas) si porta in testa alla classifica, con 1′ sul venezuelano Bravo e 1′04″ sul colombiano Castañeda. Miglior italiano Alessandro De Marchi (Italia, squadra nazionale), 32° a 7′34″.

L'olandese Peter Woestenberg vince a Ciego de Avila (foto Luis Enrique Barbosa)
VALVERDE A TESTA ALTA
Dopo una 4a tappa neutralizzata a causa del gelo e della neve, il Mont Faron ha premiato Francesco Masciarelli, vincitore di giornata, e soprattutto Alejandro Valverde, 2° sul traguardo grazie ad una grande rimonta nel finale, che ha conquistato il primo Giro del Mediterraneo in carriera. 2° in generale un grande Rinaldo Nocentini, 3° sul Faron. 3° Iglinsky, davanti a Hoogerland e ad un ottimo Vinokourov.
Nella foto copertina, Valverde indossa la maglia di leader del 37° Tour Méditerranéen (foto Bettini)
Ci aspettavamo una sfida Valverde – Vinokourov sul Mont Faron, ultimo atto del 37° Giro del Mediterraneo, l’edizione più fredda e climaticamente travagliata della storia recente della corsa; talmente travagliata da costringere gli organizzatori ad accorciare la 4a tappa, a causa di strade ghiacciate e nevicate. E invece ci sbagliavamo, perché non è stato il pur ottimo kazako a mettere a rischio il primo Giro del Mediterraneo della carriera di Valverde, bensì Rinaldo Nocentini, già vincitore sul Faron nel 2007, partito stamane con lo stesso tempo del murciano in classifica generale.
Classifica generale rimasta peraltro invariata da venerdì, quando Veikkanen aveva conservato la leadership nella frazione di Six-Fours. La 4a tappa, 160 km discretamente impegnativi (3 GPM, di cui uno di 1a categoria, e arrivo su uno strappo) tra La Londe-les-Maures e Biot, è stata infatti neutralizzata, a causa di condizioni meteorologiche proibitive, che hanno costretto a tagliare gli ultimi 44 km. L’accorciamento ha regalato un’insperata chance di successo a Julien El Fares, Jonathan Thire e Dominique Cornu, fuggitivi della prima ora, che disponevano a quel punto di un margine di 1’15’’ sul gruppo, e che sarebbero dunque stati certamente riassorbiti senza fatica dal plotone. Lo sprint ristretto, disputatosi ovviamente su un traguardo d’emergenza, ha alla fine premiato El Fares, che ha regalato alla Francia il primo successo di tappa dopo tre secondi posti consecutivi, anticipando nell’ordine Thire e Cornu.
Annullati dunque tutti i divari cronometrici del penultimo giorno, i 124 atleti rimasti in gara si sono presentati al via della quinta ed ultima frazione, a La Ciotat, con Veikkanen leader con 4’’ su Bonnet e 6’’ su Drujon e Iglinsky, primo degli uomini con una qualche velleità di classifica. Valverde, Nocentini e Hoogerland pagavano 10’’, con Vinokourov, ultimo dei big con un distacco contenuto in generale, rendeva al finlandese 17’’. Dopo una prima fase di gara caratterizzata dall’inutile attacco di Di Gregorio, Perget e Hupond, si è fatto serio il rischio che l’ultima frazione subisse la medesima sorte della precedente, regalando alla corsa la classifica generale finale più falsata della sua storia, allorché la tappa è stata fermata per una breve tempesta di neve. Il tempo è però fortunatamente migliorato poco dopo, consentendo una rapida ripartenza della gara, in cui è stato ancora Di Gregorio a recitare la parte del protagonista, promuovendo la fuga di 10 uomini destinata a caratterizzare la tappa.
Soltanto le rampe del Mont Faron sono riuscite a spegnere i sogni di gloria di Turpin, Di Gregorio e Fofonov, ultimi reduci dell’azione più lunga di giornata, consentendo ai big di guadagnare il proscenio. Sono stati Rémi Pauriol, Francesco Masciarelli e Alexander Vinokourov ad accendere davvero la miccia, a 3 km dal traguardo, trascinandosi dietro buona parte dei protagonisti attesi alla vigilia. Ma quando pareva logico attendersi un ulteriore affondo del kazako, è stato invece il nostro abruzzese a prendere l’iniziativa, andandosene tutto solo sulle rampe della salita simbolo del Giro del Mediterraneo, involandosi verso la quarta vittoria in carriera, la prima da un anno e mezzo a questa parte (l’ultima risaliva al Giro del Lazio 2008). Alle sue spalle, Alejandro Valverde, come sempre piuttosto attendista, si è lanciato in una rimonta delle sue, in stile Sierra de la Pandera alla Vuelta 2009, rimontando tutti meno Masciarelli, assicurandosi così il successo in classifica generale.

Si legge la soddisfazione sul volto di Masciarelli, primo sull'impervio traguardo del Mont Faron (foto Bettini)
3° sul traguardo e 2° in classifica generale è stato, come detto, Rinaldo Nocentini, atleta che con il Faron sembra avere un feeling tutto particolare. 4° all’arrivo è stato Robert Gesink, rimasto nell’ombra fino ad oggi e, al pari del vincitore di giornata, già ampiamente fuori classifica, ma che nell’unico vero test di questa cinque-giorni francese ha risposto presente. Preziosa anche in chiave classifica finale è stata invece la 5a piazza di Johnny Hoogerland, che ha chiuso ai piedi del podio in graduatoria generale, preceduto da Iglinsky, 6° quest’oggi, e alla fine, un po’ a sorpresa, atleta meglio piazzato della Astana. Vinokourov, dopo lo spavaldo attacco che ha fatto esplodere la corsa, è infatti calato sulle ultime rampe, tagliando il traguardo per decimo, venendo così relegato ad un comunque positivo 5° posto finale.
Peccato per i tanti minuti pagati il primo giorno da Masciarelli, che gli hanno impedito di essere competitivo per la maglia gialla di leader, ma i segnali mandati dal 23enne pescarese sono più che incoraggianti. Si può invece parlare di qualcosa di più di semplici segnali per Alejandro Valverde, sempre in prima linea in queste cinque giornate di gara, e autore sul Faron di una rimonta impressionante. La primavera ciclistica è appena cominciata, ma il murciano c’è, e sarà protagonista.
Matteo Novarini
13-02-2010
febbraio 14, 2010 by Redazione
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TOUR MÉDITERRANÉEN CYCLISTE PROFESSIONNEL
La quarta tappa, La Londe les Maures – Biot, è stata interrotta a St.Paul-en-Forêt, dopo aver percorso 114 dei 160 Km, a causa delle pessime condizioni meteorologiche. La giuria ha proclamato vincitore il francese Julien El Fares (Française Des Jeux) – che al momento dello stop si trovava in testa con il connazionale Thire e il belga Cornu – ma ha invalidato la tappa per la classifica generale. Rimane, dunque, leader il finlandese Jussi Veikkanen (Française Des Jeux), con 4″ e 6″ sui francesi Bonnet e Drujon. Miglior italiano Rinaldo Nocentini (AG2R La Mondiale), 9° a 10″.

El Fares sul podio premiazioni (foto AFP)
VUELTA A CUBA
Il canadese Martin Gilbert (Spidertech p/b Planet Energy) si è imposto nella quinta tappa, Holgin – Camaguey, percorrendo 206 Km in 5h07′35″, alla media di 40,184 Km/h. Ha preceduto allo sprint il cubano Mariño e l’italiano Elia Viviani (Italia, squadra nazionale). Il venezuelano Wilmen Bravo (Sumiglov-Gober. Merida) conserva la testa della classifica, con 4″ sul colombiano Castañeda e 11″ sul cubano Granjel. Miglior italiano Alessandro De Marchi (Italia, squadra nazionale), 33° a 6′34″.

Volata con caduta nella 5a tappa della Vuelta a Cuba (foto Luis Enrique Barbosa)
GIRO DEL MEDITERRANEO: HUTAROVICH MATTATORE, MA GUIDA VEIKKANEN
Lo sprinter della Française-des-Jeux conquista due delle prime tre tappe, vestendo anche la prima maglia di leader. Un incredibile errore di un addetto, che indica al gruppo una strada sbagliata, al termine della seconda giornata di gara manda in testa il suo compagno di squadra Veikkanen. Hutarovich, staccatosi nella fredda tappa del “fattaccio”, si rifà vedere davanti nella tappa di Six-Fours, che conquista alla maniera che più gli si addice, al termine di un volatone che lo vede primeggiare sui corridori di casa.
Foto copertina: Hutarovich sul podio (foto AFP)
La prima metà del Giro del Mediterraneo più climaticamente atipico che si ricordi, con temperature costantemente sotto zero e neve che ha a tratti accompagnato i corridori, ha avuto in Yauheni Hutarovich un protagonista probabilmente non meno inatteso. Il campione nazionale bielorusso, che nella scorsa stagione aveva ottenuto proprio al Mediterraneo due delle tre vittorie stagionali, ha conquistato per il secondo anno di fila la frazione inaugurale, bissando quindi il successo due giorni dopo. Nel mezzo, una seconda frazione nella quale il 26enne di Minsk ha lasciato per strada quasi due minuti e la maglia di leader, che rimane però in casa Française Des Jeux, in parte grazie anche al tragicomico errore di un addetto, che ha segnalato al gruppo la via sbagliata nel finale. Pochi hanno avvertito per tempo questa svista e tra questi c’era il finlandese Veikkanen, che è riuscito a trarre il massimo profitto da questo clamoroso errore, molto simile a quello nel quale incorse il gruppo l’anno scorso al Giro della Provincia di Grosseto, nella famosa tappa di Orbetello.
Le vittorie di Hutarovich non sono però stati gli unici eventi da segnalare di queste prime tre giornate di gara nel Sud della Francia, che anzi hanno visto il campo degli aspiranti al successo finale restringersi sensibilmente già nel corso della prima frazione. I 95 km da Carcassonne a Sauvian, che dovevano sulla carta rappresentare un semplice riscaldamento prima di entrare nel clima della competizione, sono stati infatti inaspriti dal gelo, e soprattutto da un forte vento, che ha frazionato a più riprese il plotone, consentendo ad un drappello di 16 atleti di guadagnare 2’ circa sul gruppo principale. Fra questi sedici erano presenti due super-favoriti, Alejandro Valverde e Alexander Vinokourov, e due outsider quali Johnny Hoogerland e Rinaldo Nocentini, che si trovano a questo punto in una condizione di netto vantaggio sui rivali, con un ampio margine da amministrare sulle rampe del Mont Faron nella tappa conclusiva. Ovviamente, già pago della lauta dote incamerata in ottica classifica generale, nessuno dei quattro si è interessato al successo parziale, andato, come detto, a Hutarovich, capace di precedere allo sprint il padrone di casa William Bonnet e il kazako Maxim Iglinsky (la cui presenza sul podio è indice del livello non stellare della volata).
La seconda frazione, 170 km da Peynier a Trets, è invece scivolata via ben più tranquillamente fino alle battute conclusive, fatta eccezione per un leggero ritardo nella reazione del gruppo alla fuga mattutina di Garzelli, Turgot e Daniel Martin, che ha consentito a quest’ultimo di resistere fino all’ultimo chilometro. Ripreso l’irlandese, tutto sembrava portare ad un classico sprint a ranghi compatti, fino allo sciagurato intervento del famigerato addetto, che ha indicato al lanciatissimo plotone una direzione sbagliata. Solo pochi atleti sono stati sufficientemente lucidi da rendersi subito dell’incredibile errore, riuscendo così a guadagnare una manciata di metri nei confronti del resto del gruppo: non sufficienti perché i cronometristi registrassero un distacco, ma abbastanza da impedire la rimonta agli ex capifila. Il più lesto ad approfittare della situazione è stato Jussi Veikkanen, quattro volte campione nazionale finlandese, che così è riuscito a tornare al successo dopo un 2009 interamente a digiuno. Alle sue spalle, Fabien Bacquet ha regalato alla Francia la seconda piazza d’onore in altrettante giornate, anticipando altri quattro connazionali. L’ormai ex capoclassifica ha tagliato il traguardo due minuti e quattro secondi più tardi, senza essersi spremuto troppo per salvaguardare il simbolo del primato.
L’indomani è stata quindi la volta di un’altra frazione lampo, appena 115 km, da Gréasque a Six-Fours, con due GPM di terza categoria e uno di seconda ad animare la tappa. E di giornata animata si è in effetti trattato, specie nelle prime battute, quando, in vista del Col de Pas de Couelle, la prima e più impegnativa ascesa in programma, addirittura Alejandro Valverde e Alexander Vinokourov, a dispetto del margine di cui già disponevano in graduatoria, hanno tentato di inserirsi in fuga. Il tentativo è fallito, ma pare testimoniare come i due tengano effettivamente al successo finale in questo Giro del Mediterraneo, che rappresenta qualcosa di più di una semplice corsa di preparazione di inizio stagione.
Dopo i fuochi d’artificio in apertura, il resto della tappa è trascorsa in maniera relativamente tranquilla, fatta eccezione per le condizioni atmosferiche, che hanno ancora dato tormento agli atleti. La frazione si è infine decisa allo sprint, con Hutarovich che è riuscito a relegare ancora una volta un francese al 2° posto (ancora Bacquet), mentre l’altro padrone di casa Drujon ha conquistato il gradino più basso del podio. Veikkanen ha mantenuto agilmente la leadership, con 4’’ su Bonnet e 6’’ su Drujon e Iglinsky, con Valverde primo dei big a 10’’ e Vinokourov, vittima di un buco nel finale, a 17’’.
Domani, lungo i 160 km da La Londe-les-Maures a Biot, oltre al solito clima alquanto atipico per il sud della Francia, i corridori dovranno affrontare altri tre GPM – uno di prima, uno di seconda e uno di terza categoria -, oltre ad un facilissimo dente finale per giungere sul traguardo. Nulla di speciale, ma si tratta di un interessante antipasto del Mont Faron, piatto forte di questa cinque giorni oltralpe, previsto per domenica. Salita di per sé sufficiente a ribaltare le fragili gerarchie createsi nei primi quattro giorni di gara.
Matteo Novarini
12-02-2010
febbraio 12, 2010 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
TOUR OF QATAR
L’italiano Francesco Chicchi (Liquigas-Doimo) si è imposto nella sesta ed ultima tappa, Al Wakra – Doha Corniche, percorrendo 123,5 Km in 2h42′49″, ad una media di 45,511 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo statunitense Farrar e l’argentino Haedo.
L’olandese Wouter Mol (Vacansoleil Pro Cycling Team) si impone in classifica con 35″ e 1′45″ sui belgi Steurs e Boonen. Miglior italiano Napolitano, 6° a 2′09″.

Il successo di Chicchi nella frazione conclusiva del Tour of Qatar (foto Bettini)
TOUR MÉDITERRANÉEN CYCLISTE PROFESSIONNEL
Il bielorusso Yauheni Hutarovich (Française Des Jeux) si è imposto nella terza tappa, Greasque – Six Fours, percorrendo 115 Km in 2h33′19″, alla media di 45,004 Km/h. Ha preceduto allo sprint i francesi Bacquet e Drujon. Miglior italiano Alessandro Donati (Acqua & Sapone), 7°. Il finlandese Jussi Veikkanen (Française Des Jeux) conserva la testa della classifica, con 4″ e 6″ sui francesi Bonnet e Drujon. Miglior italiano Rinaldo Nocentini (AG2R La Mondiale), 9° a 10″.

Il secondo successo di Hutarovic sulle strade del Tour Méditerranéen (foto Isabelle Duchesne)
VUELTA A CUBA
Il canadese Keven Lacombe (Spidertech p/b Planet Energy) si è imposto nella quarta tappa, Bayamo – Holgin, percorrendo 76 Km in 1h43′06″, alla media di 44,228 Km/h. Ha preceduto allo sprint il cubano Mariño e lo spagnolo Sobrino. Miglior italiano Elia Viviani (Italia, squadra nazionale), 7°. Il venezuelano Wilmen Bravo (Sumiglov-Gober. Merida) conserva la testa della classifica, con 4″ sul colombiano Castañeda e 9″ sul cubano Arias. Miglior italiano Alessandro De Marchi (Italia, squadra nazionale), 29° a 17″.

Lo sprint che ha deciso la quarta frazione della Vuelta a Cuba (foto Luis Barbosa)