2011: L’ITALIA CHE SARA’
gennaio 20, 2011
Categoria: Approfondimenti
Basso e Nibali quali carte principali da giocare nei Grandi Giri, Pozzato, Cunego e Ballan a guidare la truppa azzurra nelle classiche, Bennati e Petacchi nei panni di velocisti principi a porre la loro candidatura anche per i gradi di capitano al Mondiale di Copenaghen: questi dovrebbero essere i fari del ciclismo italiani nella stagione 2011 ormai prossima al via. Andiamo ad anticipare le ambizioni e le speranze del pedale tricolore per l’anno che verrà .
Foto copertina: Basso e Nibali (sport.sky.it)
Dalla voglia di conferma di Vincenzo Nibali, unico corridore capace di salire sul podio in due Grandi Giri nel 2010, al nuovo, particolarmente convinto e forse ultimo assalto di Ivan Basso al Tour de France; dal desiderio di rivalsa di Danilo Di Luca e Davide Rebellin ad uno Scarponi finalmente pronto a dare l’assalto al Giro; dalla volontà di Ballan e Cunego di riscattare un 2010 più che deludente ad un Petacchi alla caccia degli ultimi ruggiti. Questi e molti altri i motivi di interesse che il ciclismo italiano offre in vista della stagione 2011 che entrerà realmente nel vivo il 18 gennaio, con l’avvio del Tour Down Under.
Iniziando dal settore che nella passata stagione ci ha sicuramente regalato più soddisfazione, saranno gli stessi artefici dei successi azzurri del 2010 a rappresentare i nostri assi sulle tre settimane. Ivan Basso e Vincenzo Nibali, ancora compagni di squadra in Liquigas, dovrebbero quest’anno decidere di separarsi, rinunciando ad una gara a testa fra Giro e Tour per concentrarsi sull’altra. La leadership in terra italiana dovrebbe andare al siciliano, che, dopo il successo alla Vuelta e il podio del Giro nei mesi scorsi, potrebbe presentarsi a Torino in veste di favorito numero uno per la maglia rosa finale, almeno in caso di assenza dei grandi nomi stranieri (la situazione Contador attende di essere chiarita, mentre la neonata Leopard dei fratelli Schleck ha già fatto sapere di essere intenzionata a schierare come capitani al Giro dei grossi calibri quali Feillu e Monfort, alla faccia della nomina a squadra numero 1 al mondo conferitale dall’UCI malgrado le 0 corse all’attivo). Il varesino dovrebbe invece ricoprire il ruolo di capitano in Francia, con l’intenzione di provare – forse per l’ultima volta, data l’anagrafe – l’assalto al gradino più alto del podio parigino. Per rendersi conto delle reali possibilità di successo di Basso, bisognerà aspettare di conoscere il destino di Alberto Contador, e di capire se effettivamente i fratelli Schleck partiranno completamente alla pari (condizione che deporrebbe certamente a favore delle ambizioni del trionfatore dell’ultimo Giro).
Questa suddivisione del calendario in casa Liquigas potrebbe giovare all’uomo che meglio di tutti ha saputo contenere lo strapotere degli uomini in biancoverde sulle strade dell’ultimo Giro, un Michele Scarponi fresco di approdo in Lampre. Sulla carta, il corridore di Filottrano potrebbe trovarsi a dover condividere i gradi di capitano con Damiano Cunego, ma pare probabile che il veronese metta finalmente da parte ambizioni di classifica su tre settimane per concentrarsi sulle corse immediatamente precedenti il Giro, sulle Ardenne. Il tutto fermo restando che lo Scarponi visto nel maggio scorso non dovrebbe avere difficoltà a guadagnarsi sul campo i gradi di leader se necessario, a danno di un Cunego che, qualora nutrisse ancora il sogno di mostrarsi nuovamente competitivo sulle tre settimane, farebbe probabilmente bene a puntare sulla Vuelta, in cui già ben figurò in preparazione del Mondiale di Mendrisio.
Almeno sulle strade del Giro d’Italia dovremmo poi ritrovare Riccardo Riccò, la cui scelta di firmare per la Vacansoleil pareva aver compromesso ogni chance di ritornare a disputare GT nel 2011, finché l’UCI non ha sorprendentemente deciso di includere la formazione olandese nella cerchia degli UCI Pro Teams. Una notizia resa ancor più significativa dal tracciato della prossima Corsa Rosa, che con la sua penuria di chilometri a cronometro e l’abbondare di salite tra il duro e l’estremo sembra essere stato cucita da un sarto sul minuto scalatore di Formigine.
Da seguire con attenzione anche Marzio Bruseghin, sfortunatissimo in una Vuelta 2010 in cui aveva posto solide basi per poter puntare ad un piazzamento di prestigio, e soprattutto Danilo Di Luca, che, scontata la squalifica che lo ha tenuto lontano dalle gare l’anno passato, tornerà in sella in maglia Katusha, con un particolare contratto a rendimento, legato alle prestazioni che l’abruzzese saprà offrire. Facile pensare che possa essere il Giro d’Italia l’oggetto delle mire di Di Luca, che proprio sulle strade della corsa da lui più amata era stato pizzicato nel 2009, mentre tentava vanamente di scardinare le resistenze di Denis Menchov.
Nelle classiche in cui per anni Danilo è stato protagonista, dal 27 aprile in poi, sulla sua strade potrebbe presentarsi un altro grande nome che ha rifiutato di voler chiudere la sua carriera con una squalifica per doping. Stiamo ovviamente parlando di Davide Rebellin, che da quel giorno sarà libero di ritornare a correre, anche se ancora non è chiaro con quale casacca e con quali obiettivi.
I due veterani si troveranno a dover fronteggiare una concorrenza di connazionali non troppo dissimile da quella lasciata nel 2009. Damiano Cunego sarà probabilmente la principale carta italiana sulle Ardenne e nelle classiche della seconda parte di stagione, corridori da GT – Nibali e Riccò in testa – permettendo. Più orientata verso le gare di primavera dovrebbe essere la stagione di Alessandro Ballan e Filippo Pozzato, attesi a ruoli da protagonisti al Fiandre e alla Roubaix fresca di ristrutturazione del tracciato. Per entrambi è lecito parlare di ricerca di riscatto, dal momento che nel post-Varese il corridore della BMC non ha sostanzialmente più corso ai livelli del biennio 2007-2008, e che anche Pozzato, pur protagonista in alcune fasi della scorsa stagione, nel 2010 ha steccato a causa di un virus la campagna del Nord.
Probabile che debbano invece accontentarsi di ruoli da comprimari atleti quali Giovanni Visconti, Francesco Ginanni, Enrico Gasparotto e Francesco Gavazzi, pur buoni protagonisti della scorsa stagione. A penalizzare i primi due, ed in particolare un Visconti per il quale i tempi per il grande salto di qualità iniziano a stringere, sarà anche la squadra non di primo piano (Farnese Vini per il primo, Androni per il secondo), che impedirà verosimilmente loro di partecipare a gran parte delle classiche di primo piano. Discorso radicalmente diverso – quasi diametralmente opposto – per Gasparotto e Gavazzi, che rischiano seriamente di essere chiusi dai big di Astana (Vinokourov, Davis, Kreuziger) e Lampre (Cunego e Scarponi su tutti, senza perdere di vista i giovani Bole e Spilak).
In un’altra stagione, a questo punto avremmo dovuto proiettarci già verso fine stagione, immaginando quali corridori da classiche avrebbero potuto aspirare ai gradi di capitano della spedizione azzurra al Campionato del Mondo. Il piatto tracciato di Copenaghen lascia però supporre che saranno semmai i velocisti a vedersi costruire attorno le rappresentative più blasonate, ed è pertanto all’interno della non particolarmente folta cerchia delle ruote veloci del nostro movimento che andrà verosimilmente cercato l’erede del ruolo che a Melbourne fu di Filippo Pozzato. Due, ovviamente, i nomi più caldi, quando non gli unici candidati: Alessandro Petacchi, che con gli 8 successi del 2010, di cui due al Tour de France, sembra partire dalla pole position, malgrado il legittimo sospetto che i trentasette anni e mezzo con cui si presenterebbe eventualmente al Mondiale danese possano rappresentare un fardello troppo pesante, e Daniele Bennati, che a 30 anni, dopo due stagioni altamente negative, si gioca forse l’ultima possibilità di tornare ad essere un velocista di punta a livello planetario, nella nuova maglia Leopard-Trek. La ricetta per guadagnarsi la chance della carriera non può che essere una sola: mostrarsi all’altezza degli avversari ben più giovani e ugualmente affamati che hanno fatto razzia di successi nella passata stagione, Mark Cavendish e Tyler Farrar in primis. Difficile, sfortunatamente, pensare che qualche altro sprinter azzurro possa creare imbarazzo al C.T., dato che anche il più promettente prospetto del nostro ciclismo in ottica sprint, Jacopo Guarnieri, dovrà probabilmente accontentarsi in questo 2011 di accumulare altra esperienza.
Manca ormai poco prima che le anticipazioni lascino spazio ai verdetti della strada, con il via del Tour Down Under. Una gara in cui ben poco sembrano dover dire i pochi italiani al via, destinati verosimilmente a ruoli di comprimari in mezzo alle sfide tra Cavendish, Farrar e Greipel, protagonisti attesi di una sfida a tre che potremmo rivedere anche in fasi ben più calde del calendario.
Matteo Novarini
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