2011: E IL RESTO DEL MONDO NON STA A GUARDARE
gennaio 21, 2011
Categoria: Approfondimenti
Contador vs Andy Schleck al Tour de France, Cancellara vs Boonen sul pavé, Cavendish vs Farrar per le volate, con un occhio al Campionato del Mondo. Guardando fuori dai confini italiani, il 2011 si presenta come un anno di duelli annunciati. Molti però gli outsider pronti ad inserirsi, in attesa che la situazione del vincitore degli ultimi due Tour de France venga chiarita. Ormai in prossimità delle prime corse di spicco del nuovo anno, gettiamo uno sguardo su ciò che potrebbe attenderci nei prossimi 12 mesi.
Foto copertina: Boonen e Cancellara, due degli attesi protagonisti stranieri della stagione 2011 (www.ispaphoto.com)
Un grosso punto interrogativo aleggia sulla stagione che si appresta ad entrare nel vivo, ed è ovviamente quello relativo alla complessa situazione di Alberto Contador. Non si può che partire da qui, dall’uomo faro del ciclismo mondiale, per guardare all’anno che verrà. Difficile dire quale destino attenda lo spagnolo, e, qualora non fossero presi provvedimenti nei suoi confronti per la questione clenbuterolo, quali potranno essere i programmi del madrileno; il tutto senza contare la possibilità che ASO lo bolli con la tanto temuta formula di “presenza non gradita” che suole emanare con criteri ignoti all’indirizzo di corridori macchiatisi di colpe (non necessariamente provate) concernenti il doping, solitamente non francesi.
Supponendo che il neo-pupillo di Bjarne Riis possa disporre normalmente della sua stagione, evento centrale del 2011 ciclistico verrà senza dubbio ad essere l’atteso duello con Andy Schleck alla Grande Boucle, questa volta con il lussemburghese dotato di fratello al seguito e con un minor numero di chilometri a cronometro da ammortizzare in salita. Non che la presenza di Frank, che sulla carta dovrebbe scattare dal Passage du Gois quale co-capitano, alla pari di Andy, rappresenti di per sé un significativo punto a favore dello sfidante (anzi, i precedenti indurrebbero semmai ad immaginare il contrario), ma un Contador costretto a marcare due Schleck invece di uno potrebbe costituire una variante tattica importante rispetto al 2010, vantaggiosa soprattutto per i molti spettatori vittime di colpi di sonno durante tappe come quelle di Avoriaz e Ax-3-Domaines.
Accanto ai due grandi favoriti, che dovrebbero rinunciare al Giro d’Italia per puntare tutto sulla Grande Boucle, per poi cimentarsi nella Vuelta appena svelata qualora decidessero di disputare un secondo GT (e meno male che era Riis a vietare a Schleck di correre il Giro), si colloca una folta schiera di outsider che, dovessero ripresentarsi le fasi di marcamento esasperato tra Alberto ed Andy, potrebbero forse provare ad approfittarne, facendo tesoro della lezione della tappa di Pau di quest’anno (cioè evitando di rincorrersi tra loro per salvare un 8° posto in classifica, la leadership della classifica a squadre o un 143° posto nella classifica GPM). Fra gli aspiranti guastatori spiccano ovviamente i nomi di Sanchez e Menchov, unici ad opporre saltuariamente qualche resistenza al dominio dei soliti due in montagna nella passata edizione, con il russo che potrà contare su una spalla d’eccezione come Carlos Sastre, potenzialmente utilissimo se deponesse propositi di classifica. Non meno degna di considerazione la candidatura di Cadel Evans, giunto all’ennesima ultima chiamata della carriera, che a 34 anni rischia seriamente di diventare un ultimo appello, mentre, parlando di guastatori, la mente non può non correre immediatamente ad Alexander Vinokourov, che su azioni a sorpresa giocate su tempistiche imprevedibili ha costruito una (magnifica) carriera.
Accanto ad altre possibili mine vaganti (vengono alla mente, in virtù dei risultati di questa stagione, i nomi di Joaquin Rodriguez, Ryder Hesjedal e David Arroyo), più numerosa che mai sembra la pattuglia di coloro che potrebbero trovare nel 2011 l’anno dell’affermazione ad alti livelli o della definitiva consacrazione. Restando nel vecchio continente, il 5° posto di Van den Broeck all’ultimo Tour de France potrebbe anche essere passibile di miglioramento se il belga desse seguito ai significativi passi avanti mostrati lo scorso anno, mentre Igor Anton vorrà senz’altro riprendere nel 2011 da dove aveva lasciato nel 2010, cioè con una maglia rossa – quella di leader della Vuelta – che avrebbe verosimilmente portato fino a Madrid. Liberatosi dell’ingombrante presenza di Menchov, anche Robert Gesink potrebbe essere un altro candidato al ruolo di pretendente a sorpresa al podio del Tour, così come Roman Kreuziger, approdato in Astana per occupare il ruolo di leader che fu di Alberto Contador, o Janez Brajkovic, che potrebbe provare a spalmare su tre settimane la splendida prova del Delfinato 2010. Sempre per quanto riguarda le minacce provenienti dall’Est, attenzione anche a Peter Velits, fresco di 3° posto alla Vuelta, alle spalle di Nibali e Mosquera (di cui non abbiamo detto in virtù della positività all’idrossietilamido). Più difficile pensare che possano già risultare competitivi su tre settimane atleti quali Roche e Martin, da tenere semmai d’occhio in chiave brevi corse a tappe, così come ancora acerbi appaiono atleti extra-europei quali Phinney, Van Garderen, Uran e Porte.
Detto dei grandi giri, a livello di corse di un giorno il corrispettivo del duello Contador – Schleck dovrebbe essere quello tra Fabian Cancellara, dominatore nel 2010 a tal punto da far ipotizzare l’utilizzo di una bici motorizzata, e Tom Boonen, che proverà per la seconda volta ad affiancare Roger De Vlaeminck a quota quattro successi, in vetta alla classifica dei plurivincitori della Parigi-Roubaix. A meno di non ritrovare l’elvetico nella condizione spaventosa dello scorso anno, appare però in questo caso più probabile l’intromissione di possibili outsider quali, escludendo Ballan e Pozzato, sui quali rimandiamo all’articolo dedicato ai corridori italiani, gli eterni piazzati Hoste e Flecha o Thor Hushovd, motivato anche dalla maglia iridata conquistata a Melbourne. In corse dove sono solitamente i vecchi leoni a farla da padroni, appare improbabile che atleti quali Matti Breschel o Edvald Boasson Hagen possano intromettersi, in attesa peraltro di capire se effettivamente i due nordici intendano diventare uomini da pietre.
Se per Fiandre e Roubaix si può immaginare che siano più o meno sempre i soliti noti a giocarsi i successi (ai corridori già citati dobbiamo aggiungere almeno Heinrich Haussler, splendido protagonista della prima parte del 2009), ben diverso è il discorso per quel che concerne le altre classiche del calendario, per le quali il gruppo di pretendenti è troppo folto per poterne menzionare ogni elemento. A capeggiare la fila sarà verosimilmente Philippe Gilbert, probabile uomo faro sulle Ardenne, affiancato in larga parte da atleti già citati trattando di GT (si pensi agli Schleck, ad Evans, a Joaquin Rodriguez). Meritano almeno una menzione, fra gli altri, Aleksandr Kolobnev, recordman mondiale di piazzamenti di prestigio senza neppure un’affermazione di spicco (fiore all’occhiello del non-palmares i due argenti in tre anni al Campionato del Mondo), e Sylvain Chavanel, non fosse altro che per le due bellissime vittorie di tappa all’ultimo Tour, oltre a giovani rampanti fra cui segnaliamo Daniel Martin, re dell’agosto ciclistico 2010, e Peter Sagan, magnifico protagonista della prima parte della passata stagione a poco più di 20 anni.
Come già detto trattando dei corridori italiani, l’appuntamento di fine stagione con il Mondiale, che avremmo solitamente legato al discorso sulle classiche, va invece accorpato in questo 2011 a quello relativo ai velocisti, che dovrebbero garantirsi con relativo agio la chance di giocarsi il titolo iridato, prima di almeno due edizioni decisamente fuori dalla loro portata (Valkenburg 2012 e Firenze 2013). Candidato numero uno al successo, nonché in generale probabile punto di riferimento in fatto di sprint, sarà naturalmente Mark Cavendish, ancor più assetato di gloria dopo un 2010 da “soli” 11 successi (di cui 5 tappe al Tour), contro i 23 del 2009. A provare a scombinare i piani del britannico, che a Copenaghen dovrà far fronte ad un problema non secondario come quello della debolezza della sua nazionale, saranno, oltre al suo rivale di sempre, Tyler Farrar, soprattutto corridori navigati quali Hushovd, Freire (in caccia del quarto successo) e Boonen, che può in realtà essere classificato come “navigato” solo per i molti anni di ciclismo di alto livello alle spalle.
La possibile nuova minaccia per il folletto dell’Isola di Man potrebbe però venire dalla Germania, nel caso in cui André Greipel, 21 successi nel 2010 ma soltanto uno in un GT (la tappa di Brescia del Giro d’Italia) e nessuna grande classica, riuscisse finalmente a dar prova anche su palcoscenici di primo piano delle qualità mostrate in corse minori. Forse solo lui, alla luce del passivo ormai smisurato che Farrar ha accumulato negli scontri diretti con Cavendish, può pensare di imporre una variazione sul tema delle ultime stagioni: quello di un Cavendish che, se sostenuto da una condizione almeno discreta, rasenta ormai l’imbattibilità.
Matteo Novarini
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