ALBA – PARMA: L’ENO-GASTRO-TAPPA E’ SERVITA
maggio 8, 2011
Categoria: News
Una tappa altimetricamente “insipida”, con la sola e pedalabile ascesa di Tabiano a ravvivare un tracciato altrimenti totalmente pianeggiante, resa pepata dalle delizie del luogo. Attendendo la conclusione della Alba-Parma pubblico e suiveurs potranno distrarsi deliziando il palato con le leccornie dei posti attraversati dai “girini”, dai tarfufi bianchi d’Alba agli insaccati della Val Parma, dalle nocciole del Piemonte al Parmigiano. Il tutto innaffiato da qualche vinello dell’Oltrepò Pavese, ideale brindisi al Giro del Centocinquantenario, che oggi proporrà la prima occasione per i velocisti.
L’Italia è un paese di santi, poeti e navigatori…. e di gourmet. Alla particolare categoria d’italiani amanti dei piaceri del palato, un “nutrito” plotone guidato – nel campo del ciclismo – dal fine intenditore Gianni Mura – è dedicata questa frazione che muoverà dalle terre d’odorosi tartufi e di croccanti nocciole e andrà a celebrare il suo epilogo tra gli aromi inebrianti del grana e dei salumi della Val Parma, con l’opportunità di sorbire un buon goccio di vino a metà strada, nelle osterie dell’Oltrepò Pavese. Un banchetto in piena regola anche perché l’Italia s’è fatta e continua a costruirsi anche a tavola, tra un boccone e l’altro si rinsaldano amicizie, si riuniscono famiglie e…. si attenderà l’arrivo di una frazione che non dovrebbe offrire troppe emozioni. L’altimetria della Alba – Parma è, infatti, a “prova di bomba”. Difficile, anche per le energie globali ancora fresche, sovvertire un pronostico che parta di volata piena nella città di Vittorio Adorni, nonostante la presenza nelle battute finali dalla salita di Tabiano Castello – primo dei 40 GPM previsti dal tracciato del Giro 2011 – piazzata comunque a distanza di sicurezza dal traguardo. Oggi ci sarà per davvero, dunque, la possibilità d’indugiare più del solito al desco, senza incorrere nel rischio di farsi scappare qualche impresa sotto il naso, come capitò ai giornalisti al seguito del Giro il 10 giugno del 1949, che andarono a rifocillarsi dopo aver visto partire Coppi sulla Maddalena, convinti che si trattasse di una schermaglia o di un attacco suicida. L’unico avvertimento sarà quello di non esagerare col rosso, per evitare di colorire troppo la cronaca d’una tappa che prenderà le mosse tra i colli langaroli e scivolerà via veloce come l’olio per gran parte del suo sviluppo. In pianura si percorreranno i primi 20 Km, seguendo la veloce statale che corre nella valle del Tanaro, in direzione di Asti. La città del celebre Palio non sarà toccata dai “girini” che, terminato questo veloce tratto, la bypasseranno scavalcando una porzione di Monferrato, area candidata – con le vicine Langhe ed il Roero – ad essere inclusa nella lista dei patrimoni mondiali dell’umanità. Transitati da Isola d’Asti (paese natale del generale Giuseppe Govone, che fu tra i protagonisti della seconda e della terza guerra d’indipenza), giungerà dunque il momento dell’incontro con la prima salita del Giro 2011. Tra i centri di Montechiaro e di Rocca d’Arazzo si pedalerà all’insù per poco meno di 2 chilometri e mezzo, incontrando pendenze tenere al punto che il passaggio sommitale non sarà gratificato dal traguardo della montagna. Poi, ridiscesi sulle rive del Tanaro, si ritroverà la pianura, che tornerà regina incontrastata per quasi 170 Km, tanta è la strada che bisognerà compiere per giungere ai piedi di Tabiano. In tutto questo tratto si procederà su due delle più importanti direttrici del traffico della nostra nazione, cominciando con la statale “Padana Inferiore” che, una volta entrati in territorio emiliano, passerà il testimone alla gloriosa Via Emilia.
Ben presto si tornerà in provincia di Alessandria, che accoglierà così la corsa rosa per il terzo anno consecutivo, dopo gli omaggi ai “campionissimi” attribuiti col passaggio per Castellania nel 2009 e col ritorno nel paese natale di Coppi l’anno passato, in occasione della tappa giunta a Novi Ligure e vinta dal francese Jerome Pineau. Rasentando la piana di Marengo, presso la quale il 14 giugno 1800 si fronteggiarono la Grande Armata di Napoleone e le truppe della Seconda Coalizione (da visitare il Marengo Museum, presso la quale è stata recementente alzata una piramide alta nove metri, monumento ai caduti nella battaglia che fu progettato dallo stesso imperatore ma mai realizzato), la corsa andrà poi ad innestarsi per una trentina di chilometri sul tracciato della Milano – Sanremo, imboccandolo contromano. Si percorrerà un tratto secondario della classicissima, il lungo preambolo pianeggiante al Turchino, solitamente monopolizzato dal tentativo di fuga a lunga gittata destinato ad infrangersi tra i Capi e la Cipressa. Facendo scorrere all’indietro la tabella di marcia della Sanremo s’incontrerà per prima Tortona – con l’inevitabile richiamo alle tristi ultime ore di Coppi – e di seguito Pontecurone, il paese natale di San Luigi Orione, il fondatore della congregazione della Piccola Opera della Divina Provvidenza, personaggio che terminò la sua parabola terrena proprio in quella Sanremo dove, annualmente, muoiono le speranze di molti pretendenti al successo nella “corsa dei fiori”. Abbandonato il Piemonte, arriverà il momento della sosta “enologica” dei suiveurs, che sarà anche accompagnata dal tradizionale punto di rifornimento per i corridori, generalmente collocato verso metà tappa, giro di boa toccato dalle parti di Broni, località nota anche agli appassionati del pedale poiché vi risiede da diversi anni il russo Evgenij Berzin, vincitore del Giro del 1994. E a proposito di giri conquistati, è doveroso ricordare che da questo centro partì la frazione a cronometro di Casteggio che, nel 1991, suggellò il successo finale di Franco Chioccioli: fu una delle tappe contro il tempo più massacranti della storia della corsa rosa, caratterizzata da parecchi tratti in difficile salita lungo le stradine più impervie dell’Oltrepò Pavese e paragonabile, come impegno, a quella disputata tre anni fa alle Cinque Terre.
Mentre le velocità di marcia cominceranno a lievitare, alti si leveranno i calici ricolmi di Bonarda per un brindisi al nascente Giro, poi ci si rimetterà all’inseguimento del gruppo che, passato dalla Lombardia all’Emilia, starà pedalando al limitare della bassa Val Tidone. Andando in direzione di Piacenza, si attraverserà il centro di Castel San Giovanni e poi si lambirà Sarmato, piccolo comune agricolo gemellato con la grande Montpellier. Il legame tra i due municipi è nella figura di San Rocco, il protettore degli appestati, nato nella città francese e arrivato nel centro emiliano dopo essersi ammalato di peste assistendo i moribondi di Piaxenza: a Sarmato, secondo la tradizione religiosa, trovò rifugio in una grotta sperduta tra i boschi, dove fu scoperto e accolto da un nobile del luogo, tale Gottardo, il cui cane aveva preso l’abitudine di sottrarre il pane dalla dispensa del suo padrone per portarlo al santo.
Di lì a breve, dunque, i “girini” attraversanno il cuore di Piacenza, transitando non lontano dalla centralissima Piazza Cavalli, sulla quale prospettano i principali edifici civili cittadini e che deriva il nome dai due monumenti equestri di Ranuccio e Alessandro Farnese, considerati un capolavoro della statuaria barocca.
Nei successivi 22 Km si permarrà costantemente sull’asse della Via Emilia, arteria tracciata tra il 189 e il 187 a.C., su iniziativa del console Marco Emilio Lepido, per collegare in linea retta l’allora colonia di Placentia con Ariminum, l’odierna Rimini. Questa strada non ha mai perso la sua funzione primaria, che non è venuta meno con la costruzione della parallela Autostrada del Sole, e nemmeno il suo tracciato, ritoccatao solo nei tratti delle moderne circonvallazioni.
Procedendo dritti come un fuso si toccherà Pontenure e poi Fiorenzuola d’Arda, centro presso il quale si trova uno dei principali impianti sportivi italiani, il velodromo che a luglio ospita, sin dalla prima edizione (1998), quello che al momento è il più importante appuntamento del calendario della pista italiana, la “6 Giorni delle Rose”. L’albo d’oro della corsa piacentina, giunta nel 2011 alla 14a edizione, è stato inaugurato proprio dagli italiani, che l’hanno conquistata finora cinque volte, un record al momento imbattuto e sfiorato solo dalle coppie elvetiche (4 successi), mentre l’anno scorso si sono imposto i danesi Alex Rasmussen & Michael Mørkøv.
Transitati non lungi dall’antica abbazia cistercense di Chiaravalle della Colomba, il Giro farà il suo ingresso in provincia di Parma. Arrivati a Fidenza si abbandonerà la Via Emilia per volgere in direzione dei primi contrafforti appeninici e il tracciato prenderà lievemente a prendere quota, senza assumere ancora i connotati di salita. Questa, la prima ufficiale del Giro 2011, incomincerà nel centro di Salsomaggiore Terme, proprio di fronte alle monumentali Terme Berzieri – intitolate alla memoria del medico che nel 1839 scoprì le proprietà curative delle sorgenti e per diverse edizioni sede della finalissima di “Miss Italia” – e si comporrà di due tratti spezzati da un troncone centrale in discesa lungo quasi 2,5 Km. Noti anche col toponimo di “Poggio Diana”, i primi duemila metri hanno una pendenza media del 3,2% mentre leggermente più acclive è il tratto terminale dell’ascesa, che inizia dopo aver attraversato Tabiano, altro centro termale gravitante nell’area di Salsomaggiore: questa seconda ed ultima parte misura 3,2 Km ed è inclinata al 5,3% medio, con la pendenza massima del 12& raggiunta proprio in vista dello scollinamento, dominato dal Castello di Tabiano, maniero medioevale costruito dai Pallavicino nel XII secolo e a più riprese distrutto e ricostrito, l’ultima volta in stile neogotico nell’800. Planati con dolcezza e affrontato qualche modesto zampelotto, si ritornerà ben presto a pedalare in pianura, di nuovo filo conduttore del tracciato di gara negli ultimi 25 Km. Sfiorata Noceto e attraversato il corso del fiume Taro il gruppo entrerà in Parma nuovamente percorrendo la Via Emilia e poi andando a ricalcare il finale della frazione conquistata allo sprint da Ivan Quaranta nel Giro del 2001. Si costeggerà dunque l’imponente complesso del Palazzo della Pilotta, sede delle principali istituzioni museali cittadine e poi ci si lancerà nei viali che fanno da corona al centro storico, per andare a tutta verso il primo traguardo in linea, sul quale “banchettare” (per rimanere in tema gastronomico) con gli abbuoni previsti da questa frazione godereccia. Se la cronosquadre sabauda non avrà provocato distacchi incolmabili già potrebbe prospettarsi un avvicendamento al vertice della classifica e il Giro domattina potrebbe svegliarsi con una nuova maglia rosa.
Mauro Facoltosi
FOTOGALLERY
Foto copertina: una cantina di stagionatura del prelibato Prosciutto di Parma (www.prosciuttodiparma.com)
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