(S)ERVITI E RIVERITI
settembre 8, 2010
Categoria: News
C’è gioia anche per la Caisse d’Epairgne in questa Vuelta. Imanol Erviti vince in solitaria la decima tappa con arrivo a Vilanova I Geltrù al termine di una lunga fuga. Ma è anche il giorno del cambio al vertice in classifica visto che Joaquin Rodriguez, aiutato da una Katusha super, va a prendersi il “rosso” grazie ad un abbuono in un traguardo volante. E, a proposito di “serviti”, come non citare l’allontanamento di Andy Schleck da parte di Riis per un cocktail bevuto dal lussemburghese durante il giorno di riposo? C’è anche questo nel ciclismo di oggi.
Foto copertina: l’arrivo vincente di Imanol Erviti (foto Bettini)
Fanno bene le strade di casa ad Imanol Erviti. A due anni di distanza dalla sua ultima affermazione, sempre alla Vuelta, il portacolori della Caisse d’Epairgne vince la decima tappa di questa Vuelta arrivando in solitaria a Vilanova I Geltrù, dopo una fuga piuttosto lunga.
Ma la giornata verrà ricordata per il passaggio di consegne in testa alla classifica, seppur di poco, visto che adesso al comando della generale c’è il capitano della Katusha Joaquin Rodriguez che ha sfruttato gli abbuoni di un traguardo volante per strappare il primato a Igor Anton, adesso dietro di 2”. Nibali scivola, si fa per dire, a 4”, ma oggi ci sono i Pirenei ed Andorra e c’è tanto aria di ribaltone.
Ma è stata anche la giornata dell’incredibile esclusione di Andy Schleck da parte di Bjarne Riis. Ma andiamo con ordine e partiamo dalla cronaca di tappa.
Si arriva in Catalogna, terra di Jro, e a lui piacerebbe tanto prendersi la maglia di leader. Si parte subito pancia a terra ma è la stessa Katusha a non far andar via nessuna fuga, proprio per lo scopo sopra descritto. E il motivo è presto spiegato: al km 41 c’è uno sprint intermedio a Valls che viene vinto da Cavendish su Farrar ma, al terzo posto, si piazza proprio Rodriguez che così guadagna i due secondi che gli consentono di piazzarsi in testa.
Con il “rouge” portato a casa, la Katusha si è fatta da parte e così la prima vera fuga è potuta partire: 12 uomini con già dentro Erviti, i nostri Finetto e Cheula e, addirittura, Philippe Gilbert. E’ vero che sui Pirenei non reggerà, ma fargli guadagnare troppo può essere pericoloso e così la stessa Katusha, diventata leader “in pectore”, è costretta a menare di nuovo le danze per andare a riprendere il capitano dell’Omega Pharma-Lotto. I russi non lasciano spazio (vantaggio massimo 2’) e al 67° chilometro arriva il grande gesto del belga: si rialza, la fuga va e la Katusha si tranquillizza un po’.
Così il gruppetto adesso di undici raggiunge un vantaggio massimo di 5’30” che scenderà di 180 secondi ai piedi del Rat Penat, la salita più temuta di questa frazione ai -30 dall’arrivo e con punte anche al 18%.
Davanti la fuga scoppia e si avvantaggiano Javier Moreno e Le Mevel, mentre dietro sono Caruso e Karpets a menare le danze, soprattutto per evitare eventuali attacchi di qualche outsider. Al Gpm i due solitari hanno 2’ sul gruppo, ma in discesa su di loro piombano altri sette: Finetto, Zingle, Ten Dam, Lund, Erviti, Van Avermaet e Cheula (gli ultimi tre in un secondo momento).
A quel punto, passata indenne l’asperità di giornata, la Katusha ha tirato i remi in barca e così i nove hanno potuto arrivare a 2’30” di vantaggio e diventare imprendibili. Ma il colpo a sorpresa, a venti chilometri dall’arrivo, lo piazza Erviti che con un scatto secco lascia gli altri otto sul posto e si invola verso il successo, arrivando a Vilanova con 36” di vantaggio su Zingle che chiude secondo, mentre la volata del gruppo è vinta da Daniele Bennati a 1’38”. Ma già oggi tutto potrebbe cambiare.
E, uno che non darà spettacolo ad Andorra, sarà senz’altro Andy Schleck allontanato dalla Saxo Bank, in compagnia di Stuart O’Grady, per aver bevuto troppo (e non acqua o proteine) la sera del giorno di riposo. Forse il passo definitivo verso l’addio del lussemburghese dal danese. Che si conferma sempre più sergente di ferro.
Saverio Melegari
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