A GRENOBLE VINCE L’ASTANA DI SCORTA
giugno 11, 2010
Categoria: News
È stato Daniel Navarro, 26enne spagnolo della Astana, a conquistare la 5a frazione del Giro del Delfinato, la Serre-Chevalier – Grenoble di 143,5 km, attaccando sull’ultima ascesa, quella verso Chamrousse, per poi riprendere e staccare gli attaccanti della prima ora. Bella prova di Eros Capecchi, facente parte della fuga, 2° a 34’’ dal vincitore, davanti al francese Pinot. Nessun attacco da parte dei big, che hanno concesso una manciata di secondi a Riblon e Rolland. Classifica generale sostanzialmente invariata, alla vigilia dell’Alpe d’Huez.
Foto copertina: Daniel Navarro conquista a Grenoble la prima vittoria in carriera (foto da www.cyclismactu.net)
Uno spagnolo in maglia Astana, sulle rampe dell’ultima e più impegnativa salita di giornata, risale il gruppo, si sposta sulla destra della sede stradale, scatta, lascia sul posto i rivali, ritorna sulla fuga della prima ora, distanzia gli attaccanti e percorre in perfetta solitudine gli ultimi 35 km, giungendo a braccia alzate sul traguardo. Considerato che si parla di una frazione alpina, e che l’ascesa di cui si diceva è quella di Chamrousse, già teatro, nove anni fa, di una cronoscalata vinta da Lance Armstrong al Tour de France, sembrerebbe il riassunto dell’ennesima dimostrazione di forza di un Alberto Contador finalmente in grado di ristabilire le gerarchie di questo Delfinato. Invece no, perché l’eroe di giornata, pur condividendo con il trionfatore della Grande Boucle 2009 nazionalità , corporatura (un metro e 75 per 61 kg, contro il metro e 77 per 62 kg di Contador) e squadra, risponde al nome di Daniel Navarro, 26enne di Gijon, 13° lo scorso anno alla Vuelta a España. Un vincitore inatteso, non soltanto per via del lavoro di gregariato al quale si pensava sarebbe stato costretto da ordini di scuderia, ma anche e soprattutto perché, in 5 anni da professionista, mai l’asturiano era riuscito a cogliere un successo.
Nel giorno in cui si è finalmente sbloccato, tuttavia, l’iberico ha voluto farlo in grande stile. Al momento del suo attacco, in testa alla corsa restavano ancora, con un margine di circa 3’, tre atleti sganciatisi sin dal Col du Lautaret, scalato in partenza, ridottisi ai soli Eros Capecchi, Egoi Martinez e Thibaut Pinot – omofono del vincitore della tappa di Novi Ligure dello scorso Giro d’Italia -, superstiti di un drappello che includeva in un primo tempo anche Pasamontes, Bole, Tankink e Champion. Navarro è stato quindi fra i molti corridori che hanno animato le prime rampe dell’ascesa verso i 1725 metri di Chamrousse, assieme a Moreau, Delage, Kessiakof, Kern, Kadri e Steensen; azioni che avevano peraltro suscitato speranze, poi disattese, di battaglia tra i migliori nei chilometri successivi. L’uomo Astana ha quindi distanziato uno dopo l’altro i compagni d’avventura, lanciandosi tutto solo all’inseguimento dei battistrada, raggiunti a 7 km dal Gran Premio della Montagna e immediatamente staccati.
Con un margine di 50’’ sulla coppia Capecchi – Pinot, che aveva intanto fatto a meno della compagnia di Egoi Martinez, molto al di sotto gli standard dei suoi giorni migliori, la vittoria dell’uomo Astana appariva comunque ancora decisamente in bilico in vetta alla salita, complice lo spunto veloce di Capecchi, che non avrebbe lasciato scampo allo spagnolo (così come al francese) in caso di sprint a tre. L’iberico ha però completato il suo piccolo capolavoro con la strenua resistenza opposta tanto nella lunga discesa (al termine della quale, a Saint-Martin-d’Uriage, il margine era rimasto invariato), quanto nel successivo tratto pianeggiante, in cui il vantaggio non è mai sceso al di sotto dei 35’’ finali. Navarro ha potuto così celebrare quello che è, come detto, il primo, meritatissimo successo della sua ancora giovane carriera, e, in ottica Tour, ha offerto segnali decisamente confortanti al suo capitano per quel che concerne la solidità della sua formazione, che potrà peraltro contare anche su De la Fuente, Fofonov, Iglinsky e Pereiro, e senza della quale sarà impossibile fronteggiare corazzate come Radioshack e Saxo. Alle sue spalle, Capecchi ha regolato Pinot, non senza qualche rimpianto per un’altra possibile vittoria sfumata in extremis, dopo quella di Saint-Laurent-du-Pont, e per una collaborazione che, nei chilometri finali, non è parsa sempre convinta.
I pretendenti al successo finale non hanno nemmeno oggi preso esempio dalla belligeranza delle seconde linee, e hanno affrontato l’ultima ascesa al ritmo costante e mai proibitivo imposto da Paulinho e Horner, consentendo così a Brajkovic di trascorrere un’altra giornata di relativa tranquillità . Soltanto Christophe Riblon e Pierre Rolland, fra i corridori ben piazzati in classifica (non prendiamo in considerazione la breve e molto poco convinta e convincente accelerazione di Millar negli ultimi metri di scalata), hanno avuto il coraggio di muoversi, rosicchiando 24’’ al plotone, e risalendo così, rispettivamente, dall’11° al 7° e dal 18° al 15° posto. Invariata, per il resto, la graduatoria generale, in cui Brajkovic continua a poter amministrare 1’15’’ su Van Garderen, 1’41’’ su Contador, 1’56’’ su Millar, 2’43’’ su Vogondy e 2’55’’ su Menchov.
Difficile (ci auguriamo) pensare di assistere ad un’altra giornata di stallo domani, quando il Giro del Delfinato vivrà la sua giornata più dura ed attesa, con la scalata ai 1815 metri dell’Alpe d’Huez, preceduta dalla Côte des Fontaines, dal Col du Grand Cucheron e, soprattutto, dal Col du Glandon, posto a 52 km dal traguardo, potenziale trampolino di lancio per eventuali – per quanto improbabili – attacchi da lontano. Sarà questa l’ultima chance per Contador, Menchov e gli altri favoriti della vigilia per ribaltare un Delfinato che, altrimenti, finirà senz’altro nelle mani di Janez Brajkovic, anche oggi apparso pimpante e sicuro, forse confortato anche dalla non eccessiva aggressività degli avversari. Favorito d’obbligo, naturalmente, il capitano Astana; un Contador che, da oggi, sa di poter contare su un gregario di lusso in più.
Matteo Novarini
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