IL DELFINATO VA ALLA SCOPERTA DELL’ALPE (ma attenzione a Domancy)

giugno 5, 2010
Categoria: Approfondimenti

Per la prima volta nella sua storia, iniziata nel 1947, il Criterium del Delfinato ha inserito nel suo “organico” la mitica ascesa dell’Alpe d’Huez che, per un’edizione, andrà a sostituire il classico Mont Ventoux. Sarà indubbiamente il “faro” di questa edizione, ma sbaglierà di grosso chi punterà esclusivamente la sua attenzione su quella tappa. Le due crono non avranno un peso indiferrente e poi, proprio all’ultimo giorno di gara, si dovrà fare i conti con l’aspra salita di Domancy. Ricordate i mondiali del 1980? Per festeggiarne il trentennale il gruppo dovrà inanellarla ben 5 volte e potrebbero bastare per ribaltare i verdetti scritti sull’ ”Alpe degli italiani”.

Foto copertina: i mitici tornanti dell’Alpe d’Huez (www.britishcycling.org.uk)
Altimetrie tratte dal sito www.letour.fr

La strada per il Tour de France presenta un bivio per chi vorrà affinare la condizione in vista della corsa a tappe francese. Chi vorrà un approccio soft sceglierà le strade del Tour de Suisse, che da qualche edizione ha alleggerito i propri tracciati per venire incontro alle richieste di quei direttori sportivi che, nel panorama di corse a tappe sempre più impegnative, reclamavano almeno una gara “light”. Chi, invece, preferirà rodarsi su percorsi decisamente più arcigni si schiererà al via del Critérium du Dauphiné, la prima gara a tappe che il calendario proporrà dopo il Giro d’Italia, corsa che non avrebbe mai potuto privarsi delle frazioni di montagna. Sarebbe stato un controsenso rinunciarvi, come il disegnare un Giro d’Italia tutto in Olanda o una Milano – Sanremo all’inverso.
Non ci saranno solo le montagne, però, per perché il Delfinato è una corsa completa, una sorta di Tour de France in miniatura. Da quest’anno poi la sensazione di somiglianza sarà ancora più forte, acuita dal passaggio di consegne al vertice, avendo il team organizzatore del quotidiano “Le Dauphiné Libéré” passato il testimone agli uomini di A.S.O., lo stesso gruppo che allestisce la Grande Boucle e che detiene l’imprimatur per altre prestigiose corse del calendario mondiale come la Parigi-Nizza, la Roubaix, la Freccia, la Liegi e, da due anni a questa parte, la Vuelta di Spagna (anche se solo al 49%).
L’edizione 2010 si estenderà per 1076 Km complessi tra i centri di Evian-les-Bains, cittadina termale affacciata sulle rive del lago di Ginevra, e di Sallanches, dove si festeggerà il trentennale del mondiale vinto da Bernard Hinault. I primi 4 giorni costituiranno una sorta di festival della velocità poiché il programma proporrà le prove individuali e le tappe riservate ai velocisti, mentre la seconda metà di gara sarà la solita sgroppata sulle montagne delle Alpi francesi. Quest’anno non ci sarà il classico arrivo sul Ventoux, degnamente rimpiazzato dall’Alpe d’Huez, il cui inserimento era stato deciso prima della rivoluzione gestionale della corsa. A fargli compagnia interverranno l’inedita ascesa di Risoul e quelle ben più note di Chamrousse e dei passi del Lautaret, del Glandon e del Grand Cucheron. Gran finale con la salita iridata di Domancy, in grado di ribaltare proprio all’ultimo giorno di gara i verdetti scritti nelle frazioni precedenti.

PROLOGO: EVIAN-LES-BAINS (6,8 Km)
Gli scalatori che temono le prove individuali prenderanno il via da Evian-les-Bains col cuore in pace, per come è stato tracciato il prologo della 62a edizione del Critérium du Dauphiné. L’itinerario proporrà il primo dei 23 GPM previsti in vetta alla modesta ascesa del Chemin de Chez Constantin. È un ostacolo apparentemente risibile per i suoi 2,4 Km al 4,3%, ma, di fatto, costituirà il 35% dell’intero tracciato e, soprattutto, vi si scollinerà a 2,8 Km dalla rampa di lancio. Di conseguenza per i grandi passisti, molti dei quali necessitano di chilometraggi più ampi per carburare ed entrare in pieno esercizio, si annuncia una partenza a handicap e questo permetterà ai corridori meno attrezzati per le cronometro di contenere il distacco. Si prospetta, dunque, una gara piuttosto aperta e assolutamente non noiosa.


1a TAPPA: EVIAN-LES-BAINS – SAINT-LAURENT-DU-PONT (191,5 Km)

Abbiamo pocanzi accennato alla Milano – Sanremo e dobbiamo farlo nuovamente. Il finale della prima delle due frazioni riservate agli sprinter sembra, infatti, una fotocopia di quello della “classicissima” vecchio stile, quando il traguardo era in Via Roma. Al posto del Poggio ci sarà la Côte de Miribel-les-Echelles, asperità più impegnativa del colle ligure di quasi tre punti percentuali (6,6% contro 3,7%), ma più breve nel chilometraggio. Termina la discesa (4 Km al 4,8% circa), bisognerà poi percorrere 2 Km a tutta per raggiungere l’arrivo, grossomodo la stessa distanza che si doveva effettuare sull’Aurelia. L’unica differenza tra i due finali sarà dovuta alla mancanza dei tornanti e, soprattutto, all’isolamento della salita di Miribel-les-Echelles. Non ci sarà nessuna “Cipressa” prima, soltanto alcune “côtes” da scavalcare tra il 45° e il 90° Km di gara. Per i velocisti, dunque, non si prospettano grossi problemi se non quelli dovuto alla presenza di una salita da non sottovalutare nelle battute conclusive. Certo è che molti di loro saranno tagliati fuori dai giochi della vittoria, ma avranno la possibilità di rifarsi il giorno successivo.

2a TAPPA: ANNONAY – BOURG-SAINT-ANDÉOL (177 Km)

Non traggano in inganno i due GPM di seconda categoria segnalati dall’altimetria di questa frazione. I colli del “mulino a vento” e di Benas spiccano solo sul grafico, ma non saranno in grado d’impensierire le squadre dei velocisti, nonostante misurino 10 Km cadauno. Le loro pendenze sono tenere e la loro collazione nel percorso – sul Benas si scollinerà quando mancheranno 52 Km al traguardo – dovrebbe tenere al riparo il gruppo da sorprese. Occorre sempre, però, e in particolar modo in tappe secondarie come questa (L’Aquila insegna), tenere le antenne ben dritte onde evitare che si formino in testa al gruppo drappelli pericolosi, magari in vista dei traguardi della montagna (oggi se ne affronteranno complessivamente quattro) che, con l’avvento della direzione ASO, saranno accompagnati da succulenti traguardi volanti, non previsti nelle scorse edizioni.

3a TAPPA: MONTEUX – SORGUES (49 Km – cronometro individuale)
Un prologo ingrassato. Paragonando le altimetrie della crono d’apertura a Evian e di questa frazione si ha proprio questa impressione. La struttura è simile con tratto iniziale in piano, salita, discesa e finale nuovamente in piano. Il tutto dilatato, ingigantito di almeno 7 volte. Un’altra crono non classica, dunque, non il solito piattone dove le cilindrate alla Cancellara possono fare pieno sfoggio di tutte le loro potenzialità. Tutto, in questa frazione, avrà un suo peso, a partire da un chilometraggio che rasenta i 50 Km, ma che non potrà essere interpretato a un medesimo livello di velocità (stilando le tabelle di marcia, infatti, gli organizzatori hanno messo in conto un’ora di gara, pari a una media di 49 Km/h). Anche stavolta una salita interverrà a spezzare il ritmo e, pur non essendo particolarmente trascendentale e lunga, potrebbero incidere sul risultato finale i quasi duemila metri al 6,8% della Côte de La Roque-sur-Pernes.
Ovviamente, gli scalatori dovranno comunque stringere i denti perché è inevitabile che accusino un distacco che potrebbe anche essere rilevante. Ma le tappe che verranno consentiranno loro di ribaltare i verdetti che la strada avrà scritto viaggiando tra Monteux e Sorgues.

4a TAPPA: SAINT-PAUL-TROIS-CHÂTEAUX – RISOUL (210,5 Km)
Nella collocazione che, fino allo scorso anno, era quella solita della scalata al Ventoux, i partecipanti al Delfinato andranno alla scoperta di un’ascesa inedita, quella verso la stazione invernale di Risoul. Un’arrampicata che non ha i numeri, il pregio e le prerogative per competere col monte provenzale, ma che si annuncia comunque molto interessante e non solo per le sue specifiche caratteristiche tecniche, che sono quelle di una salita destinata a lasciare il segno, anche se non eccessivamente dura. I suoi 12,8 Km al 7% – una pendenza media che l’ascesa mantiene quasi sempre con costanza – e i suoi 7 tornanti saranno, infatti, scrutati con particolare attenzione non solo da chi punta al successo finale, ma anche da chi ha nel mirino il Tour de France del 2011. Pare, infatti, che questa località sarà destinata ad accogliere una frazione della Grande Boucle nell’anno che verrà, dopo un secondo test a settembre, quando vi si concluderà una tappa del Tour de l’Avenir.
Tornando al giorno d’oggi, non ci saranno ulteriori difficoltà in questa frazione che si avvicinerà progressivamente alla catena alpina, guadagnando lentamente quasi 800 metri di quota nei primi 200 Km.

5a TAPPA: SERRE-CHEVALIER – GRENOBLE (143,5 Km)
La seconda giornata di montagna sarà la meno bella dal punto di vista “stilistico” con l’unico neo di prevedere l’ultimo colle non vicinissimo al traguardo, ma collocato a 31 Km dalla meta, fissata in quella Grenoble che, nelle ultime sette edizioni (escluse quelle del 2005 e del 2007), aveva accolto la tappa conclusiva del Criterium. Questo non vuol dire che il tracciato della quinta frazione dovrà assolutamente essere preso sottogamba, poiché si rischierebbe di perdere proprio oggi la possibilità di giocarsi le proprie chanches di vittoria. Il percorso è comunque molto impegnativo e se ci fossero un paio di scalatori che avranno la voglia di far saltare il banco prima dell’arrivo sull’Alpe d’Huez, dovranno provarci. Più difficile il tentativo di un uomo solo, considerata la notevole distanza che dovrà essere percorsa dopo il GPM di Chamrousse, che non a caso è stato considerato “H.C.”, fuori da ogni categoria. Salendo dal versante opposto rispetto a quello affrontato nella cronoscalata del Tour 2001 (vinta da Armstrong), dovranno essere superati quasi 1400 metri di dislivello, record di questa edizione per una sola ascesa, in 13,8 Km di strada. La pendenza media è del 7,9%, con i tratti più difficili all’inizio e, dunque, se si vorrà rendere la corsa dura bisognerà attaccare fin da subito. Poco influenza, invece, avrà la scalata al mitico Lautaret, uno dei passi storici del Tour, che sarà affrontato a 15 Km dalla partenza, tra l’altro salendo dal suo versante più dolce, che mai è impegnativo.
A complicare le cose interverrà la durata complessiva della corsa, vissuta in maniera differente rispetto a un giro di tre settimane: come sempre accade in questo tipo di competizioni, si vivranno, infatti, otto intensissimi giorni di gara. E il non elevato chilometraggio da affrontare quest’oggi potrebbe anche invogliare il gruppo a una partenza piuttosto veloce (Lautaret permettendo), che poi potrebbe essere pagata da molti al momento d’affrontare l’ascesa verso Chamrousse.

6a TAPPA: CROLLES – ALPE-D’HUEZ (151,5 Km)
La tappa “regina” del Delfinato 2010 ha una storia tutto particolare, iniziata con una profonda delusione d’amore, quella causata dal “gran rifiuto” del Tour de France, che l’ha trascurata per ben due edizioni filate. Gli amministratori locali, in piena astinenza da grande ciclismo e vogliosi d’investire soldi in questo sport a dispetto di una crisi economica che ha colpito tutto il mondo, hanno così pensato di concedersi al Criterium alpino che mai, finora, aveva avuto l’onore d’introdurre l’Alpe nel suo “parterre de roi”. Figurarsi come si stava fregando le mani Thierry Cazeneuve, il direttore della competizione, ma ancora non sapeva che l’uragano crisi, risparmiata l’Alpe si stava abbattendo sulla sua creatura, costringendolo a cedere il testimone proprio agli ASO, a coloro che avevano “parcheggiato” in “sala d’attesa” l’Alpe. I “traditori” sono stati ampiamente capaci di farsi perdonare allestendo una frazione degna del percorso, che non sfigurerebbe neppure nel tracciato del Tour de France. Non ci saranno solo i mitici 21 tornanti dell’ascesa finale, ma anche un antipasto di tutto rispetto, rappresentato dalla scalata ai quasi 2000 metri del Glandon, a sua volta preceduto dal colle del Grand Cucheron: in tutto oltre 50 Km di salita e quasi 3400 metri di dislivello per la tappa chiamata a “costumare” la classifica. E se tutto questo ancora non bastasse…

7a TAPPA: ALLEVARD-LES-BAINS – SALLANCHES (148 Km)
…. ci sarà ancora un’estrema possibilità di sovvertire la classifica, rappresentata dalla frazione conclusiva, che al Delfinato non è mai la classica passerella disegnata sulle misure dei velocisti. Nelle ultime edizioni avevamo visto che le salite dell’ultim’ora mai erano riuscite nell’intento, nonostante la loro vicinanza al traguardo di Grenoble. Questa di Sallanches, poi, non si può neanche definirla tappa di vera montagna ma, al contrario dei recenti precedenti, sarà realmente in grado di riservare delle sorprese. Infatti, si celebrerà il trentesimo anniversario della vittoria iridata di Hinault tornando a gareggiare sul circuito di quel mondiale, a tutt’oggi considerato dagli esperti come il più duro mai proposto, spesso preso a termine di paragone. Lungo complessivamente 11 Km, dovrà essere inanellato 5 volte e giocoforza a ogni tornata ci si dovrà arrampicare sull’aspra arrampicata di Domancy, 2400 metri al 9,2% con picchi fino al 14%. Dopo l’ultimo scollinamento mancheranno appena 5 Km al traguardo: stavolta si dovranno per davvero aspettare gli ultimi colpi di pedale per decretare senza ombra di dubbio il vincitore del 79° Critérium du Dauphiné.

Mauro Facoltosi

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