UN POMERIGGIO DI PURO CICLISMO
marzo 9, 2010
Categoria: Approfondimenti
Avrebbe dovuto essere un’occasione per parlare dell’etica nel mondo dello sport, in quello del ciclismo in particolare. Ma la presenza di due veterani del calibro di Mino De Rossi e Vittorio Rossello ha monopolizzato l’incontro con i ricordi dei tempi andati, quando Coppi e Bartali si sfidavano sulle strade di tutta Italia, quando una sei giorni era un avvenimento, ciclisticamente parlando, paragonabile a quello di un comizio politico, nel quale ciascuno promuoveva il proprio valore per poi puntare a un posto nell’ordine d’arrivo.
Nel freddo pomeriggio di sabato 6 marzo, presso l’aula magna dell’UNITRE di Varazze si è tenuto l’incontro-convegno “il passato, il presente e il futuro nel mondo del ciclismo”.
L’incontro, primo di una serie dedicata al mondo dello sport, è inserito nel programma del corso “L’evoluzione dei valori dell’etica nello sport”.
A fare da padrone di casa e moderatore è stato il conosciuto e ciclisticamente esperto Dott. Carlo Delfino, autore di diverse pubblicazioni sul ciclismo pionieristico.
Ha preso per prima la parola la professoressa Laura De Bellis, direttrice dell’UNITRE varazzina, che ha portato il saluto del prof. Renzo Bardelli, docente di etica dello sport all’Università di Firenze, e citato alcuni stralci dell’intervento tenuto dal prof. Bardelli il 6 febbraio, giorno d’inizio del corso. Stralci dai quali si evince un richiamo deciso alla necessità di ritornare all’etica e alla cultura sportiva in tutte le discipline. Un ritorno necessario per combattere la ricerca eccessiva e a qualunque costo del risultato e il malcostume presente a tutti i livelli (vedasi i conclamati casi di doping, le violenze nel gioco, il tifo che sfocia spesso e volentieri nell’odio, la presenza di oscure figure che agiscono nell’ombra e alle spalle degli sportivi).
L’intervento successivo è stato del Dott. Delfino che ha informato la platea di alcune defezioni tra gli ospiti, come quelle dell’ex corridore Luigi Zaimbro, costretto a dare forfait per uno stato influenzale, e del campione italiano esordienti di downhill Francesco Colombo, impegnato in uno stage federale.
Subito dopo la scena è stata occupata dallo spessore umano e sportivo delle due gueststar dell’incontro: il genovese Mino de Rossi, campione olimpico d’inseguimento a squadre a Helsinki e gregario di Coppi alla Bianchi, e il savonese Vittorio Rossello, ottimo scalatore e gregario di Bartali alla Legnano, del quale ricordiamo il secondo posto alla Milano – Sanremo del 1948, dietro il Campionissimo.
A quel punto la scaletta, come si conviene agli eventi importanti, è saltata.
In un misto d’italiano e dialetto, i due “ragazzi” – classe ’31 De Rossi, classe ’26 Rossello – pungolati anche dai presenti, hanno preso in mano la situazione come facevano un tempo in testa al gruppo.
Si è parlato senza soluzione di continuità di pista, di Olimpiadi, di piccole e grandi ripicche, di rivalità in gara e di grandi amicizie nate appena scesi di bicicletta. Si è rivangato i vecchi tempi e si è auspicato un roseo futuro. Si è paragonato, con rispetto, Coppi a un levriero e Bartali a un trattore.
Si è pure riusciti a trovare la similitudine tra le mitiche sei giorni su pista e la politica, inciuci compresi, dove si avevano 6 giorni a disposizione per dimostrare il proprio valore e, nella riunione del sesto giorno, si dichiarava e si pretendeva un posto nell’ordine d’arrivo, cercando poi mantenere le intenzioni in pista. Insomma, in un susseguirsi di “ti ricordi?” e di “ma tu c’eri?” si è andato avanti con gli aneddoti navigando a vista, stupendo una platea magari poco avvezza a cose di ciclismo, ma affascinata da queste due figure e dal mondo che rappresentavano.
Con le consuete premiazioni di rito e un ricordo nel 50° della morte di Fausto Coppi è terminato l’incontro, auspicando un sempre più vivo legame tra Varazze e il ciclismo e il tanto desiderato arrivo del Giro d’Italia in vetta al Monte Beigua, la montagna che, dall’alto dei suoi 1287 metri, sovrasta la cittadina rivierasca.
Mario Prato
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