NOVARA – NOVI LIGURE: UNA VOLATA DIFFICILE IN CASA COPPI

maggio 13, 2010
Categoria: News

È predestinata alla volata, ma non sarà facile per le squadre dei velocisti organizzare i treni sulle strade “coppiane”, che accoglieranno il Giro a cinquant’anni dalla tragica scomparsa del Campionissimo. Le principali insidie non saranno i colli più appariscenti, le ascese verso Avolasca e Castellania, ma i più piccoli e serrati saliscendi che proporrà il circuito finale. Si supererà anche uno strappo al 16% in quel frangente e potrebbe bastare a tagliare fuori molti pretendenti alla vittoria: chi si staccherà lassù difficilmente riuscirà a rientrare, complici il traguardo poco distante e le alte velocità di corsa.

Immaginate questo momento di Giro. Un anziano, mischiato tra i tifosi a bordo strada, saluta con la mano il passaggio della corsa rosa. Ha la pelle avizzita per l’età – l’anno scorso ha spento novante candeline – ma il lento e inesorabile trascorrere del tempo non ha cancellato i connotati scavati e spigolosi di un viso nel quale spicca ancora quel naso “futurista”, come ebbe a definirlo un giorno Paolo Conte. La sua maglia non è più bianco-celeste da tempo, ma è lui, è Fausto Coppi. Sarebbe bello se, il 13 maggio del 2010, il Campionissimo potesse applaudire i “girini” dallo stesso palcoscenico dal quale lo avevano osannato i suoi tifosi. Ma non sarà così, una feroce malaria se l’è portato via nel tragico capodanno del 1960, giusto 50 anni fa. Nell’anniversario della sua ultima fuga il Giro renderà nuovamente omaggio all’Airone, tornando a solcare le strade dell’alessandrino. Dodici mesi fa si salì a Castellania andando verso Arenzano, in una frazione adatta alle caratteristiche dei velocisti. Sarà così anche stavolta, nonostante il traguardo di Novi Ligure sia più prossimo alla cima dell’ascesa (47 i Km da percorrere dopo il GPM, rispetto ai quasi 90 dell’anno scorso) e il finale preveda un altro traguardo della montagna e un circuito finale non proprio scorrevole, almeno nella prima parte. Sembra che Zomegnan, tracciando questa tappa, abbia voluto perpetuare anche nell’altimetria il ricordo di Coppi, la cui vita non fu mai piana – né sul piano sportivo, né su quello privato – una continua sovrapposizione di momenti felici ad altri più tristi: le gioie dovute alle imprese sulle strade di Italia e Francia si contrapponevano ai dolori per la morte del fratello Serse e per i dissapori con le donne della sua vita, la moglie Bruna e la “Dama Bianca”, i patimenti fisici causati dagli incidenti di corsa erano cancellati dalle gioie private, come le nascite dei figli Marina e “Faustino”.
Anche la partenza da Novara rientrerà, casualmente e indirettamente, nell’ottica delle celebrazioni coppiane, poiché si ricorderà il dualismo con Bartali muovendo dalla città natale di Saronni, uno dei protagonisti dell’ultima grande rivalità del ciclismo italico, che lo vide contrapposto al trentino Moser.
Il tracciato della quinta frazione si snoderà in totale pianura nei primi 104 Km, poi il Giro 2010 incontrerà le sue prime vere ascese, rendendo un lontano ricordo gli zampellotti affrontati sulla strada di Utrecht. Si tratterà, comunque, di asperità ancora abbordabili, anche se la salita verso Avolasca, la prima prevista dal percorso, presenterà già alcuni tratti impegnativi. Quattordici chilometri più avanti si scollinerà alle porte di Castellania e poi altri 25 Km, nuovamente privi di difficoltà, condurranno al primo passaggio sulla linea d’arrivo e al conclusivo anello di una ventina di chilometri, disegnato sulle primissime pendici dell’Appennino ligure.
Si partirà, dunque, all’ombra della svettante cupola di San Gaudenzio, simbolo di Novara e inconfondibile protagonista dello skyline cittadino. Si tratta dell’edificio in muratura più alto del mondo (122 metri), primato che detiene dal 1953, anno del crollo della guglia della Mole Antonelliana di Torino (opera dello stesso autore, l’architetto Alessandro Antonelli), che fu poi ricostruita in metallo rivestito di pietra. Le si affiancano altri importanti monumenti, quali il battistero del duomo e il complesso del Broletto, uniche vestigia rimaste rispettivamentedella Novara paleocristiana e di quella medioevale.
Lasciata Novara si procederà con decisione verso sud, andando ben presto a “sconfinare”; infatti, per una buona trentina di chilometri si taglierà nel mezzo la Lomellina, estremo peduncolo occidentale della Lombardia, terra il cui pilastro economico è costituito prevalentemente dalla coltura del riso, al pari delle contigue pianure vercellesi. “Capitale del riso”, un titolo condiviso con Pavia e Vercelli, è definito il primo importante centro toccato dall’itinerario di questa tappa, Mortara. Era l’antica “Selva bella” (Pulchra Silva), che poi mutò il nome nel più lugubre “Mortis ara” (altare della morte), in memoria dei numerosi caduti – oltre 70000 secondo la tradizione – nella cruenta battaglia combattuta il 12 ottobre 773 tra le truppe di Carlo Magno e quelle del re longobardo Desiderio. Sul luogo del combattimento, vinto dai Franchi, fu costruita un’abbazia dedicata a Sant’Albino, divenuta in epoca medioevale una tappa della storica Via Francigena, l’itinerario di pellegrinaggio che conduceva da Canterbury a Roma.
Si transiterà poi per Lomello, il centro che ha dato il nome a questa plaga e che a sua volta l’avrebbe derivato per corruzione da quello dei Levi, l’antico popolo d’origine ligure che si era stanziato lungo le rive del Ticino, nei pressi di Pavia. Dopo Pieve del Cairo il percorso del Giro incrocerà per la prima volta il lungo cammino del Po, che sarà varcato per la seconda e ultima volta nove giorni più tardi, in apertura della prima frazione alpina, quella che si concluderà ad Asolo.
Tornati sul “sacro” suolo piemontese e attraversato il centro di Sale, anziché puntare per la strada più diretta su Tortona ci si giungerà compiendo un’ampia digressione attraverso la piana di Marengo, teatro della storica battaglia che fu combattuta il 14 giugno 1800 tra le truppe napoleoniche e quelle della Seconda Coalizione. La tenzone armata non lasciò solo tracce nella politica europea d’inizio XVIII secolo, ma influenzò anche la gastronomia italiana, quando lo svizzero Dunand, cuoco da campo di Napoleone, trovò il modo di cucinare un pollo utilizzando ingredienti di “fortuna”, arrabattati alla bell’e meglio sotto le cannonate. Nacque così il “pollo alla Marengo”, scenografico piatto nel quale il protagonista, il pollo appunto, è quasi sovrastatato dalle sue spalle companatiche: un uovo fritto, funghi, un po’ di vino bianco e i gamberi che il buon Dunand pescò nelle acque del vicino Tanaro.
Dopo questa divagazione gastronomica si entrerà ufficialmente nelle terre dei Campionissimi da Tortona, il centro nel quale terminò la parabola terrena di Fausto Coppi e dove, per un curioso scherzo del destino, è possibile ammirare la reliquia dalla quale scaturì l’arcobaleno di successi che imperlano la carriera di “quello là”, come lo apostrofava spesso l’eterno rivale Bartali: la bici delle prime pedalate, quella utilizzata dal Coppi garzone del salumiere Merlano di Novi Ligure, è esposta in un museo dedicato ai “cavalli d’acciaio”, allestito presso la locale Cantina Sociale, edificio che ci rammenta che questa non è solo terra di campioni ma anche di vini, con ben 60 D.O.C. prodotti nell’alessandrino.
Voltate le spalle alla pianura, ci s’inoltrerà tra i colli, ma ancora per una ventina di chilometri le difficoltà rimarranno ai margini del tracciato di gara, mentre questo comincerà lentamente a salire, guadagnando in questo tratto appena un centinaio di metri di quota. È dopo la minuscola frazione di Grua che la strada si drizzerà con decisione sotto le ruote, puntando verso Avolasca, centro appollaiato sui colli tortonesi, a poco più di 400 metri d’altezza. Il primo sensibile dislivello del Giro sarà superato in 3300 metri di strada, affrontando una pendenza media complessiva del 5,7% e incontrando i tronconi più impegnativi (inclinazioni fino al 12%) nella seconda parte dell’ascesa, resa agevole dalla presenza di una dozzina di tornanti.
Planando con dolcezza ci si porterà a Cerreto Grue, andando poi a intercettare la parte centrale del tracciato della tappa di Arenzano dello scorso Giro. Verrà ora il momento più intenso della tappa, rappresentato dall’ascesa verso Castellania, il paese natale del Campionissimo. Essendo la strada un “cul de sac” i “girini” non saliranno fino al mausoleo nel quale riposano i fratelli Coppi, ma si limiteranno a percorrere i primi 3700 metri dell’ascesa (media del 4,2%, con due tronconi – per quasi mille metri complessivi – all’8,4%), sino al bivio dove svolteranno a destra, per ridiscendere al livello della pianura. Un ricordo tira l’altro, come le ciliegie: di lì a poco si passerà per Cassano Spinola, il paese dove trascorse gli ultimi anni di vita Costante Girardengo, l’Omino di Novi e primo Campionissimo di queste terre, prima dell’avvento di Coppi. L’approssimarsi delle moderne strutture dell’Outlet di Serravalle Scrivia dissiperanno d’un botto le nebbie dei ricordi e riporteranno con i piedi per terra – o meglio, sui pedali – i corridori che, tra breve, taglieranno per la prima volta la linea d’arrivo. Il tratto successivo sarà quello più problematico per i treni dei velocisti che, se vorranno essere sicuri di lanciare con ottime probabilità di successo i propri siluri, dovranno digerire la salita verso Monterotondo. A rendere impegnativo questo finale non è tanto l’ascesa in se, quanto la sua struttura, in realtà costituita da tre strappi indipendenti e ravvicinati. Il primo tratto inizierà subito dopo il passaggio e si protrarrà per 1500 metri, salendo al 2,8% ma con intermezzi facili e sciabolate fino all’8%. Seguitando lungo l’antica strada per Genova (sistemato nel XVI secolo, questo itinerario superava la catena appenninica al Passo della Bocchetta e sarà poi soppiantato dalla più comoda Strada dei Giovi), 2 Km più avanti si affronterà il secondo strappo, mille metri al 3,6% e un altro picco all’8%. L’ultimo balzo sarà il più cattivo, con una feroce stilettata al 16% all’interno di 1,2 Km di strada che salgono al 5,1% medio. I velocisti che non s’incaglieranno su quest’ultimo scoglio e supereranno indenni anche il falsopiano sommitale avranno molte possibilità, una dozzina di chilometri più avanti, di contendersi un traguardo prestigioso, quello della memoria di quell’uomo che, mezzo secolo fa, smosse molti italiani dai loro problemi e li condusse verso le strade, lasciandosi alle spalle le case distrutte dai bombardamenti e aiutandoli a guardare con speranza verso il traguardo del futuro.

LAVORI IN CORSO
Dopoi Cassano Spinola ci si porterà direttamente a Novi Ligure, evitando il passaggio per l’Outlet di Serravalle, che invece sarà toccato nel circuito finale. Questo è stato allungato, portandolo da 22 a 29 Km mediante l’inserimento della salita di Gavi, meno impegnativa rispetto a quella di Monterotondo (che non verrà affrontata). Si passerà in centro a Serravalle Scrivia, prima di transitare dall’Outlet.

I VALICHI DELLA TAPPA
Anche quest’anno vi porteremo alla scoperta dei numerosi valichi che offre l’intricata geografica dello stivale italico e che per molti cicloturisti rappresentano una sorta di “bottino di guerra”. Le prede più ambite sono i passi storici, ma ce ne sono – proprio per la natura frastagliata della nostra nazione – parecchi secondari (il numero di quelli catalogati è di poco inferiore a 3900), che costituiscono un incentivo per andare alla scoperta di nuovi itinerari, poco battuti. Con qualche rara eccezione, i valichi segnalati sono quelli riportati sul testo “Valichi stradali d’Italia”, edito da Ediciclo e realizzato da Georges Rossini. Prima di procedere con l’elencazione segnaliamo che non si deve intendere come “valico” ciascuno scollinamento affrontato dal percorso (per esempio, non lo è nessuna delle tre ascese del circuito finale di Novi): tale definizione spetta esclusivamente ai passaggi stradali (asfaltati e sterrati) che avvengono attraverso una depressione costituita da due sommità e che mettono in comunicazione due valli idrografiche. Può capitare che, lungo una stessa ascesa, si vengano a superare due o più valichi (per esempio, il Passo del Bracco oppure il Falzarego, quando si affronta l’ascesa verso il Valparola).

Bassa Lugrina (359m). Vi transita la SP 125 “Tortona – Avolasca”, tra Avolasca e il bivio per Tassare. Il percorso della quinta tappa la attraverserà in discesa, subito dopo aver affrontato il primo GPM.

Selletta di Cerreto Grue (218m). Si trova nei pressi dell’omonimo abitato.

Passo Coppi (369m). È stato ufficialmente battezzato con questo nome il valico posto alle porte di Castellania, esattamente all’altezza del bivio sotto l’abitato, dove la SP 135 “Serravalle-Carezzano” si incontra con la SP 130 “della Valle Ossona”. La strada che valica il Passo Coppi mette in comunicazione Carezzano con Costa Vescovato. Quotato 368 metri sulle cartine ufficiali del Giro, la quota del testo “Rossini” è confermato dal pannello di valico posizionato in loco.

Mauro Facoltosi

FOTOGALLERY

Foto copertina: Castellania (www.vallicuronegrueossona.it)

Pianura e montagna: il Monte Rosa visto dalla Lomellina (www.studioselva.net)

Pianura e montagna: il Monte Rosa visto dalla Lomellina (www.studioselva.net)

Lomellina (panoramio)

Lomellina (panoramio)

Mortara, Abbazia di Sant’Albino (panoramio)

Mortara, Abbazia di Sant’Albino (panoramio)

Intervallo gastronomico: pollo alla Marengo (www.caresanablog.com)

Intervallo gastronomico: pollo alla Marengo (www.caresanablog.com)

Tortona, Museo della Bicicletta (www.cantinatortona.it)

Tortona, Museo della Bicicletta (www.cantinatortona.it)

Avolasca ed il tratto conclusivo del primo GPM italiano del Giro 2010 (tornanti a destra) (www.vallicuronegrueossona.it)

Avolasca ed il tratto conclusivo del primo GPM italiano del Giro 2010 (tornanti a destra) (www.vallicuronegrueossona.it)

I mossi colli del tortonese, con Cerreto Grue sulla destra (www.meteogiornale.it)

I mossi colli del tortonese, con Cerreto Grue sulla destra (www.meteogiornale.it)

Castellania, tomba dei fratelli Coppi (panoramio)

Castellania, tomba dei fratelli Coppi (panoramio)

Cassano Spinola (panoramio)

Cassano Spinola (panoramio)

Novi Ligure, Museo dei Campionissimi (www.hdemiaben-s-re.it)

Novi Ligure, Museo dei Campionissimi (www.hdemiaben-s-re.it)

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