POGACAR CALA IL POKER, SUPERIORITA’ IMPRESSIONANTE
Tadej Pogacar conquista per la quarta volta consecutiva la classica delle foglie morte ed eguaglia il record di Fausto Coppi. L’attacco sulla Colma di Sormano, dove tutti lo aspettavano, a poco meno di 50 Km dalla conclusione. Il vantaggio ha continuato a lievitare e all’arrivo un grande campione come Remco Evenepoel ha accusato un ritardo di oltre tre minuti. Anche l’Italia sul podio con un ottimo Giulio Ciccone, che rientra sul San Fermo e stacca tutti di slancio, resistendo negli ultimi 5 Km non adatti alle sue caratteristiche.
Il pronostico è stato rispettato pienamente, nessuno alla vigilia si aspettava qualcosa di diverso ma le vittorie di Tadej Pogacar (UAE Team Emirates), caratterizzate da lunghe cavalcate solitarie, sono sempre un grande spettacolo per gli appassionati. La classe cristallina di questo grande corridore sloveno permette di gustare grandi emozioni anche in presenza di una superiorità che toglie l’incertezza, che pure tante volte rappresenta il sale delle corse. Nessuno può lamentarsi di sapere già come va a finire, perché ammirare le imprese di questo fuoriclasse vale, per usare un espressione propria di altri sport, “il prezzo del biglietto”.
Il secondo classificato, Remco Evenepoel (Soudal Quick-Step), ha staccato tutti gli altri nella parte finale della salita verso la Colma di Sormano e alla fine ha inflitto un distacco di oltre 1′30″ a Giulio Ciccone (Lidl – Trek), giunto terzo, e a un Enric Mas (Movistar Team) entrato in condizione in questo finale di stagione.
Questo dimostra che Evenepoel si trovava in buona condizione oggi; ciononostante il ritardo pagato dal campione olimpico ha superato i 3 minuti, segno che molto semplicemente Pogacar è andato più forte su tutti i quasi 50 Km nei quali è stato in testa alla corsa, senza accusare mai passaggi a vuoto.
La squadra ha tenuto sotto controllo una corsa che è partita subito scoppiettante, con una girandola di attacchi e contrattacchi quasi tutti neutralizzati sul nascere.
Dopo la prima salita si forma un gruppetto con Rémy Rochas (Groupama-FDJ), Wilco Kelderman (Team Visma | Lease A Bike), Axel Laurance (Alpecin-Deceuninck), Matej Mohorič (Bahrain Victorious), Brandon Rivera (INEOS Grenadiers), Julien Bernard (Lidl-Trek) e Martijn Tusveld (Team dsm-firmenich PostNL), ma lungo le rampe verso Selvino si verifica un’altra girandola di attacchi.
Da questa fase molto confusa nasce l’attacco che caratterizzerà la corsa, fuga composta da 22 atleti: oltre ai citati Kelderman, Rochas, Bernard, Mohorič, Tusveld e Rivera ci sono Eddie Dunbar (Team Jayco AlUla), Einer Rubio (Movistar Team), Daniel Felipe Martinez (Red Bull – BORA – hansgrohe), Antonio Tiberi (Bahrain – Victorious), Harold Martín Lopez (Astana Qazaqstan Team), Matteo Fabbro (Team Polti Kometa), Bastien Tronchon (Decathlon Ag2R La Mondiale), Anders Halland Johannessen (Uno-X Mobility), Tiesj Benoot (Team Visma | Lease a Bike), Xandro Meurisse (Alpecin-Deceuninck), Damiano Caruso (Bahrain Victorious), Rudy Molard (Groupama-FDJ), Thymen Arensman (INEOS Grenadiers), Gregor Mühlberger (Movistar Team), Mauri Vansevenant (Soudal Quick-Step) e Kevin Vermaerke (Team dsm-firmenich PostNL).
La UAE, in testa al gruppo, controlla la situazione e il vantaggio va un po’ a fasi alterne, toccando un massimo di poco più di tre minuti.
Il primo a perdere contatto dal gruppo di testa è Tiberi, che si stacca lungo le rampre di Valpiana e viene ripreso dal gruppo, staccandosi subito anche da esso.
Dopo il Ghisallo, affrontato senza sussulti, e un successivo tratto pianeggiante in riva al Lario i battistrada approcciano la colma di Sormano con circa un minutp sul gruppo. Come era prevedibile, salta l’accordo in seno ai fuggitivi e davanti rimane da solo Meurisse, che contrattacca su un tentativo promosso da Molard, al quale avevano aderito anche Rochas, Dunbar e Rubio.
Il gruppo, intanto, si assottiglia sensibilmente con l’azione dei pezzi da 90 Adam Yates (UAE Team Emirates) e Pavel Sivakov (UAE Team Emirates), che mirano a chiudere sugli attaccanti per lanciare Pogacar, cosa che avviene a 48,5 Km dalla conclusione.
Nessuno prova a seguire la terribile accelerazione del campione del mondo ma Evenepoel e Mas salgono del loro passo e con Lennert Van Eetvelt (Lotto Dstny) vanno a formare il primo gruppo inseguitore.
Pogacar ha un altro passo e scollina con oltre un minuto. Evenepoel, non avendo ricevuto cambi, decide di andare via da solo e stacca i compagni di avventura sulle ultime rampe della salita.
Nella discesa e nel successivo tratto il vantaggio di Pogacaer su Evenepoel continua ad aumentare, mentre dietro naufragano e vanno a formarsi e disunirsi in continuazione gruppetti nei quali è sempre presente un ottimo Sivakov, che pure si era speso per chiudere sulla fuga.
Sulla salita di San fermo della Battaglia Sivakov prova ad accelerare ma, da dietro, rientra Ciccone che rilancia e riesce a prendere un po’ di vantaggio, un gap che riuscirà a mantenere anche nel tratto finale, più favorevole agli inseguitori.
Sul traguardo di Como il campione del mondo precede quello olimpico di 3′16″ e il nostro Ciccone di 4′31″. Va sottolineata comunque la prestazione dell’abruzzese perché, dopo essere rimasto staccato, non è semplice trovare la forza per rientrare e staccare gli avversari in salita, dopo 250 Km di una corsa dura disputata a ritmi elevati.
La prima considerazione che viene spontanea è pensare a Evenepoel. Questo grande campione ha la sfortuna di aver trovato un avversario che nasce ogni 100 anni. Senza un corridore che rarissimamente si trova come avversario in questo sport, Evenepoel probabilmente avrebbe fatto man bassa tra classiche e mondiali. Pogacar lo sta facendo letteralmente impazzire e il belga le sta provando tutte per riuscire a contrastarlo, ma quando Tadej è in condizione non ce n’è per nessuno. Il problema è che il campione del mondo è in forma per tutta la stagione, aperta con la vittoria alla Strade Bianche con un attacco a 85 km dalla conclusione, continuata con le vittoria alla Liegi, al Giro d’Italia e al Tour de France e conclusa con le affermazioni al campionato del mondo e al Giro di Lombardia; così ad Evenepoel rimane la vittoria nelle corse che Pogacar non disputa, come ad esempio le Olimpiadi, conquistate dal belga sia in linea che a cronometro.
Una stagione come quella appena conclusa è probabilmente irripetibile, tuttavia Pogacar ha raggiunto la piena maturità atletica e pertanto continuerà anche nella prossima stagione a dare spettacolo per tutto l’arco di essa.
Benedetto Ciccarone
POWLESS RESISTE, IL GRAN PIEMONTE È A STELLE E STRISCE
Sembrava destinato ad essere riacciuffato a pochi passi dal traguardo. Invece lo statunitense Powless si è dimostrato più forte del suo cognome (letterlamente “impotente”), è riuscito a resistere al ritorno del gruppo inseguitore e far suo il Gran Piemonte.
C’era una volta il Giro del Piemonte, gara quasi leggendaria la cui prima edizione si è svolta nel 1906, ancora prima che nascesse il Giro d’Italia, e che ha dato origine al mito del “Diavolo Rosso”, quel Giovanni Gerbi cantato da Paolo Conte e che ha vinto le sue prime tre edizioni. Ma nel palmares di questa corsa compaiono nomi davvero illustri, il meglio del ciclismo italiano con la curiosa eccezione di Coppi (che pure era piemontese) e con Magni che l’ha vinta al primo ed ultimo anno da professionista, a ben 14 anni di distanza. Tra gli stranieri, oltre al solito Merckx, spiccano i nomi di Altig, De Vlaeminck, Adrie van der Poel (padre di Mathieu), Breukink, Virenque, Gilbert e Bernal. L’anno scorso ha vinto il nostro Andrea Bagioli, ormai più famoso per il suo tentativo di seguire Pogacar al Mondiale di Zurigo che per i suoi meriti ciclistici; tuttavia quest’anno Bagioli è assente e i nostri colori sono difesi da Diego Ulissi (UAE Team Emirates), Alberto Bettiol (Astana Qazaqstan Team), Giulio Ciccone (Lidl – Trek) e Filippo Ganna (INEOS Grenadiers), che da oltre tre mesi, dal Giro d’Austria, non ottiene risultati di rilevo nelle prove su strada che non siano a cronometro. Tra gli stranieri che aspirano al successo da segnalare almeno il belga Stan Van Tricht (Alpecin – Deceuninck), che ha appena vinto la Coppa Bernocchi, lo sloveno Matej Mohorič (Bahrain – Victorious, una Sanremo nel suo palmares), l’americano Neilson Powless (EF Education – EasyPost, quarto alla Coppa Bernocchi), l’inglese Thomas Pidcock (INEOS Grenadiers, grande passista e quest’anno vincitore dell’Amstel), lo spagnolo Alex Aranburu (Movistar Team, terzo alla Coppa Bernocchi), l’australiano Kaden Groves (Alpecin – Deceuninck, forte velocista e quest’anno vincitore della classifica a punti alla Vuelta), il giovane svizzero Jan Christen (UAE Team Emirates, quarto ai Mondiali U23) e l’eterno francese Romain Bardet (Team Dsm-Firmenich PostNL, due podi al Tour).
La corsa, che dal 2009 si chiama “Gran Piemonte” e quest’anno è lunga 182 chilometri, prende il via alle 12.25 dal paese di Valdengo, in provincia di Biella, per arrivare a Borgomanero, in provincia di Novara, dopo aver lambito le Alpi nei pressi del lago d’Orta: è in questa zona che si trova la salita che potrebbe decidere la gara, il Passo della Colma, quasi 9 chilometri con pendenza media del 5,5% e un tratto finale sopra il 12%. Il passo, situato a quasi 1000 metri sul livello del mare, è però molto lontano dal traguardo (62 Km) e difficilmente un corridore che non si chiami Tadej Pogacar avrebbe chance realistiche di resistere ad un lungo inseguimento, a meno che non succeda qualcosa anche sui due strappi successivi, peraltro non molto impegnativi, le salite della Cremosina (5 Km al 3%) e di Traversagna (3 Km al 4%). Ad ogni modo il tempo è – finalmente! – buono anche se freddo, e quindi parte la solita fuga da lontano, con quattro gregari di buone speranze tra cui il nostro Luca Colnaghi (VF Group – Bardiani CSF – Faizanè), che dopo qualche buon risultato da dilettante non si è ancora fatto notare fra i professionisti (è al suo terzo anno). Il gruppo, come sempre in questi casi, sonnecchia e lascia che i fuggitivi prendano un vantaggio abissale, in certi momenti vicino ai 7 minuti. Dopo oltre due ore di gara a buona andatura inizia la salita della Colma e il vantaggio dei fuggitivi, che sulle prime rampe è ancora sui 4 minuti, si riduce rapidamente mentre il gruppo perde pezzi (fra questi Ganna, che presto abbandonerà). Anche il tempo inizia a guastarsi e i fuggitivi si frazionano finché in testa non rimangono i soli Nickolas Zukowsky (Team Dsm-Girmenich PostNL, campione canadese l’anno scorso) e Francisco Muñoz (Team Polti Kometa). In cima al passo i due mantengono un minuto circa di vantaggio sugli ex compagni di fuga, a loro volta tallonati dal gruppo che sulle ultime rampe della salita si è frazionato. Molti dei favoriti, e fra questi c’è il nostro Ciccone, sono nelle posizioni di testa. Nella discesa della Colma i migliori si avvantaggiano progressivamente sul resto del gruppo e sulla salita della Cremosina si riportano sui fuggitivi. Rimangono quindi al comando una ventina di corridori, fra cui Ciccone, Powless, Aranburu, Pidcock, Mohorič e Bardet. Verso la cima della Cremosina, col tempo che migliora nuovamente, parte deciso Powless, che sulla discesa successiva arriva a guadagnare una 30ina di secondi, mentre da dietro molti corridori rientrano alla spicciolata sul gruppo dei migliori, che a poco a poco si ingrossa sino a raggiungere una cinquantina di unità. Quando inizia l’ultima salita, quella di Traversagna, Powless ha raggiunto un vantaggio superiore ai 40 secondi e inizia coltivare sogni proibiti: in cima, a 24 chilometri dall’arrivo, il vantaggio è però sceso a 20 secondi. Gli inseguitori, paradossalmente troppi per riuscire a organizzarsi a dovere e portare a termine la rincorsa, iniziano a guardarsi in faccia e Powless torna a guadagnare nel tratto in pianura, sino ad arrivare ad avere 33 secondi di vantaggio al passaggio da Borgomanero, dove inizia un breve circuito prima del traguardo finale, al quale mancano 11 chilometri). Il nostro Ciccone, sino a quel momento sempre fra i primi, cade rovinosamente poco prima di entrare nel circuito e, pur rialzandosi, rimane tagliato fuori dalle prime posizioni, arrivando in coda al gruppo. A 7 chilometri dall’arrivo a Powless restano 15 secondi e l’americano pare spacciato; ma ai meno 5 nulla è cambiato e ai meno 4 il suo vantaggio è persino risalito a 18 secondi. La speranza cresce e a 3 chilometri dalla fine, col vantaggio immutato, il finale si annuncia al cardiopalmo. Ai meno 2 chilometri Powless ha ancora 16 secondi: è ormai impossibile non tifare per l’uomo solo al comando, anche quando non è Pogacar! All’ultimo chilometro, incredibile ma vero, i secondi di vantaggio sono tornati18, ai meno 500 metri sono ancora una quindicina con l’americano, stremato dallo sforzo disperato, che sembra rallentare mentre dietro il gruppo aumenta la velocità. Ai 200 metri si rialza, sembra quasi fermarsi, e invece esulta e vince, con l’inerzia che lo porta oltre la linea di arrivo con appena 5 secondi di vantaggio; alle sue spalle l’inutile volata viene vinta dal giovane neozelandese Corbin Strong (Israel – Premier Tech) mentre terzo arriva, come nella Coppa Bernocchi, Aranburu. Powless non sarà Pogacar e questa è solo la sua quinta vittoria da professionista, ma è senza dubbio la più bella e la più esaltante della sua carriera. Degnamente, ormai possiamo dirlo, scrive il suo nome accanto ai grandi del passato. Peccato per i nostri, ancora una volta assenti e con Ciccone caduto quando sembrava avere buone chance; il migliore italiano è stato Filippo Magli (VF Group – Bardiani CSF – Faizanè), quarto. Van Tricht arriva tra gli ultimi; tra i ritirati più illustri, insieme a Ganna, c’è da segnalare anche Christen.
Andrea Carta
STAN VAN TRICHT VINCE LA COPPA BERNOCCHI 2024
Nel secondo atto del Trittico Lombardo spazio alle seconde linee, nonostante la presenza ai nastri di partenza di nomi altisonanti come Roglic, Evenepoel ed Hirschi. Vince in una volata ristretta Stan van Tricht (Team Alpecin Deceuninck) che si impone su Alex Baudin (Team Decathlon AG2R LA Mondiale) e Roger Adrià (Team Red Bull – Bora Hansgrohe)
La Coppa Bernocchi, secondo atto del Trittico Lombardo, parte e termina a Legnano e vede nella parte centrale del tracciato le maggiori insidie altimetriche con il circuito del Piccolo Stelvio che verrà affrontato per sette volte. Oltre alla salita citata di 1 km e 600 metri al 6.2%, i ciclisti dovranno scalare anche la breve salita di San Pancrazio, lunga poco più di 500 metri ma con una pendenza superiore all’8%. Dopo lo scollinamento dell’ultimo Piccolo Stelvio mancheranno una trentina di km alla conclusione, inframmezzati dal breve tratto il salita di Ceppine con pendenze che arrivano al 10%. Marc Hirschi (UAE Team Emirates) parte come uomo da battere dopo la vittoria di ieri alla Coppa Agostoni ma il ciclista svizzero dovrà fare i conti con avversari temibili, primo tra tutti Remco Evenepoel (Team Soudal Quick Step), vincitore della Coppa Bernocchi nel 2021. Dopo 15 km dalla partenza si formava la fuga di giornata grazie all’azione di Bart Lemmen (Team Visma Lease a Bike), Stan Van Tricht (Team Alpecin Deceuninck), Anthony Perez (Team Cofidis), Pierre Latour (Team Total Energies) ed Alessandro Pinarello (Team VF Bardiani CSF Faizanè). Al termine dei primi due giri del circuito, la fuga aveva un vantaggio di circa 4 minuti e mezzo sul gruppo tirato dagli uomini della Soudal Quick Step. Sul quarto passaggio sul Piccolo Stelvio Remco Evenepoel tentava l’attacco insieme al compagno di squadra Mauri Vansevenant. Alle loro spalle si portavano Marc Hirschi e Pavel Sivakov (UAE Team Emirates). Il primo gruppo inseguitore si avvantaggiava sul gruppo principale si una ventina di secondi salvo poi essere ripreso ad una quarantina di m dalla conclusione. A questo punto scattavano Roger Adria (Team Red Bull Bora Hansgrohe), Neilson Powless (Team EF Education EasyPost), Alex Baudin (Team Decathlon AG2R LA Mondiale) e lo stesso Sivakov. Nel frattempo Bart Lemmen si avvantaggiava sui compagni di fuga e scollinava tutto solo sull’ultimo Piccolo Stelvio quando mancavano una trentina di km alla conclusione. Il ciclista della Visma Lease a Bike doveva gestire una ventina di secondi di vantaggio sul primo gruppo inseguitore di cui facevano parte anche Pinarello e Van Tricht, staccatisi precedentemente dalla testa della corsa. Lemmen veniva ripreso a 1 km dalla conclusione e nella volata a sette ad avere la meglio era Van Tricht che si imponeva su Baudin e Adrià. Chiudevano la top five Powless in quarta posizione e Lemmen in quinta posizione mentre il gruppo giungeva con un ritardo di 1 minuto e 27 secondi regolato da Dorian Godon (Team Decathlon AG2R LA Mondiale). Per Van Tricht è la prima vittoria in carriera dopo essere salito sul podio in qualche corsa minore. Inoltre per la prima volta nella storia, la Coppa Bernocchi non vede un ciclista italiano sul podio. Domani il Trittico Lombatdo si conclude con la Tre Valli Varesine, nobilitata dalla presenza di Tadej Pogacar che dopo la vittoria di Mondiali e Giro dell’Emilia preparerà al meglio l’assalto al Giro di Lombardia.
Antonio Scarfone
CRO RACE 2024: L’ULTIMA TAPPA È DI KOGUT, MCNULTY SI IMPONE IN CLASSIFICA
Successo israeliano nell’ultima tappa della CRO Race. Kogut ha regolato il gruppo davanti ai due norvegesi Kristoff e Gudmestad. Primo italiano Bruttomesso, quinto. La corsa a tappe è andata allo statunitense McNulty davanti a Lund Andresen e Wright, che ha scavalcato il compagno di squadra Zambanini
La sesta ed ultima tappa della CRO Race 2024 ha visto il successo in una volata a ranghi compatti di Oded Kogut (Israel – Premier Tech). L’israeliano ha colto il successo rimontando Alexander Kristoff (Uno-X Mobility), terza piazza per Tord Gudmestad (Uno-X Mobility). A seguire si sono piazzati Ben Turner (INEOS Grenadiers), Alberto Bruttomesso (Bahrain – Victorious), Orluis Aular (Caja Rural – Seguros RGA), Jakub Kaczmarek (Mazowsze Serce Polski), Juan Sebastián Molano (UAE Team Emirates), Sam Welsford (Red Bull – BORA – hansgrohe) e Robin Froidevaux (Tudor Pro Cycling Team).
Con l’arrivo della tappa sul tragardo di Zagabria si è conclusa questa CRO Race 2024 che è andata per 8″ allo statunitense Brandon McNulty (UAE Team Emirates), nonostante il danese Tobias Lund Andresen (Team Dsm-Firmenich PostNL) gli abbia rosicchiato 6″ raccogliendo abbuoni lungo la strada. Gli abbuoni sono, invece, risultati decisivi per la terza piazza dove il londinese Fred Wright (Bahrain – Victorious), grazie allla bonificazione di un secondo conquistata ad un traguardo volante, ha scavalcato il compagno di squadra Edoardo Zambanini.
Per quanto riguarda le altre classifiche, Lund Andresen si consola ampiamente con il primato in quella a punti e quella dei giovani. Quella dei GPM è andata all’olandese Axel van der Tuuk (Metec – SOLARWATT p/b Mantel), mentre quella a squadre se l’è aggiudicata il Team Dsm-Firmenich PostNL.
Per quanto riguarda i corridori italiani i migliori piazzamenti, oltre al 4° posto di Zambanini in classiica, troviamo Giovanni Lonardi (Team Polti Kometa) secondo nella Classifica a punti e di nuovo Zambanini 4° nella classifica dei GPM. L’unico squadra italiana al via, il Team Polti Kometa, ha chiuso in settima posizione su venti squadre partecipanti.
Mario Prato
URKA CHE URKO! BERRADE VINCE A MAEZTU, O’CONNOR RESTA IN MAGLIA ROSSA
Dalla scontatissima fuga della diciottesima tappa emerge Urko Berrade (Team Kern Pharma) che sfrutta la superiorità numerica della sua squadra per attaccare con decisione nel falsopiano a circa 5 km dal traguardo. Il ciclista di Pamplona resiste al ritorno del primo gruppo inseguitore e si gode sul traguardo di Maeztu la sua prima vittoria in carriera nella tappa di un gt. Domani sull’Alto de Moncalvillo la resa dei conti tra i big di classifica
La diciottesima tappa della Vuelta 2024 parte da Vitoria-Gasteiz e termina a Maeztu dopo 179.5 km. Potrebbe essere l’ultima tappa adatta ai fuggitivi prima delle ultime tre impegnative tappe in cui saranno gli uomini di classifica a prendere le luci della ribalta. Oggi si pedala in terra basca e l’Alto de Rivas de Tereso ed il Puerto de Herrera offrono comunque spunti affinchè un po’ di bagarre tra i ciclisti possa esserci, che siano fuggitivi, attaccanti del momento o perchè no anche uomini di classifica. La fuga giusta portava intorno al km 30 dopo un primo attacco di Stefan Kung (Team Groupama FDJ) che trainava con sé una dozzina di ciclisti. Scatti e controscatti nel gruppo maglia rossa contribuivano ad aumentare il drappello del gruppo di testa che avrebbe contato alla fine una quarantina di ciclisti, tutti fuori classifica. Proprio Kung, molto attivo sul primo gpm dell’Alto de Rivas de Tereso, attaccava nuovamente insieme a Mauro Schmid (Team Jayco AlUla) e Mathias Vacek (Team Lidl Trek). A 60 km dalla conclusione il terzetto di testa aveva 1 minuto e 5 secondi di vantaggio sul primo gruppo inseguitore mentre il gruppo maglia rossa aveva circa 8 minuti di ritardo. Sul Puerto de Herrera il terzetto di testa veniva raggiunto da Steven Kruijswijk (Team Visma Lease a Bike), Marc Soler (UAE Team Emitares), Aleksandr Vlasov (Team Red Bull BORA Hansgrohe), Oier Lazkano (Team Movistar), Max Poole (Team DSM Firmenich PostNL), Ion Izagirre (Team Cofidis), Pablo Castrillo, Pau Miquel ed Urko Berrade (Team Kern Pharma). Anche nel gruppo maglia rossa si registrava una certa bagarre con Adam Yates (UAE Team Emirates), Mikel Landa (Team Soudal Quick Step) e Sepp Kuss (Team Visma Lease a Bike) che perdevano terreno sui vari O’Connor, Roglic e Mas, primi tre della classifica generale. Nel tratto in falsopiano a circa 5 km dalla conclusione attaccava Berrade. A circa 3 km dall’arrivo il ciclista di Pamplona aveva una decina di secondi di vantaggio sugli immediati inseguitori. La strada in discesa nei km finali favoriva Berrade che andava a vincere sul traguardo di Maeztu con 4 secondi di vantaggio su Schmid e Pau Miquel. Chiudevano la top five Poole in quarta posizione e Vlasov in quinta posizione. IL gruppo maglia rossa giungeva al traguardo con 6 minuti e 40 secondi di ritardo regolato da Victor Lafay (Team Decathlon AG2R La Mondiale). Per Berrade, che ha sfruttato la superiorità degli uomini Kern Pharma, è la prima vittoria stagionale ed anche la prima nella tappa di un GT. In classifica generale O’Connor mantiene la maglia rossa con 5 secondi di vantaggio su Roglic e 1 minuto e 25 secondi di vantaggio su Mas mentre dopo il tracollo di Landa ci sta una bella lotta per la quinta posizione con cinque ciclisti nel giro di 1 minuto e mezzo. Domani la diciannovesima tappa da Logroño all’Alto de Moncalvillo di 173.5 km può offrire nuovo pathos con la durissima salita finale di quasi 9 km con una pendenza media dell’8.9 %. Roglic molto probabilmente sferrerà l’attacco decisivo ad O’Connor ma l’attesa c’è anche per la lotta per il podio e per le posizioni di rincalzo in classifica generale.
Antonio Scarfone
TOUR DE L’AVENIR: PABLO TORRES TROVA LA VITTORIA E INDOSSA LA MAGLIA GIALLA
Il secondo arrivo in quota cambia di nuovo le carte in tavola. Lo spagnolo Pablo Torres centra la vittoria dopo la terza posizione di ieri e indossa la maglia gialla. Podio di giornata per Van Bekkun e Widar. Kajamini 7° davanti alla ex maglia gialla Blackmore.
Due tappe impegnative ravvicinate hanno acceso il Tour de l’Avenir 2024. Se ieri era stato il britannico Joseph Blackmore a dettare la sua legge, oggi lo scettro è passato nella mani dello spagnolo Pablo Torres. Il madrileno non solo ha centrato il successo di tappa ma, grazie anche hai distacchi rifilati ai più diretti inseguitori, è diventato la nuova maglia gialla.
La tappa odierna è stata animata fino alla salita finale di Les Karellis da Simone Gualdi, Tobias Svarre, Menno Huising, Max Van Der Meulen, Moritz Kretschy e Matthew Greenwood. Il danese Svarre ha provato l’azione personale, ma nulla ha potuto contro il rimontante Torres che, dopo averlo raggiunto a 2.6 Km dall’arrivo, lo ha passato andando a centrare un successo che valeva doppio.
La reazione dei primi della classe per cercare di ridimensionare l’azione dello spagnolo porta la firma del solito Jarno Widar che, liberatosi dell’ingombrante presenza della maglia gialla Blackmore, ha provato l’inseguimento insieme a agli olandesi Darren Van Bekkum e Tijmen Graat. Il traguardo ha messo fine alle loro fatiche e così il ritardo nei confronti del vincitore sul traguardo si è stabilizzato sui 36” per Van Bekkum, sui 45” per Widar e sui 55” per Graat.
L’ormai ex capolclassifica ha chiuso in ottava posizione a 1’26”, ina posizione in più rispetto all’azzurro Florian Samuel Kajamini, che ha chiuso 7° a 1’20”. Buona la prestazione anche per il citato Gualdi, 10° a 1’35” poi, rimanendo in casa azzurri, segnaliamo anche la 18a posizione di Matteo Scalco.
In cassifica, come detto, ora guida Torres con un vantaggio di 31” su Widar e 1’03” su Blackmore. Primo degli italiani è sempre Kajamini, che ha mantenuto la 7a posizione a 2’13”.
Nella prova femminile la vittoria e la maglia gialla sono andate alla francese Marion Bunel, che ha distanziato di 34″ Isabella Holmgren e di 50″ la ex leader Lore De Schepper. Prima delle azzurre Eleonora Ciabocco, nona a 2′34″. In classifica la vincitrice odierna conduce con 16” sulla Holmgren e 31” sulla De Schepper. Prima italiana si conferma la Ciabocco, che ha perso 3 posizioni attestandosi all’ottavo posto a 2’31”.
Con la vittoria odierna la Bunel ha fatto poker, poichè oltre alla tappa e alla maglia Gialla, ha conquistato anche la maglia verde della classifica a punti, sia quella Bianca delle giovani.
Domani il Tour de l’Avenir entrerà in italia attraverso il Moncenisio per il primo dei due giorni piemontesi della corsa transalpina. È prevista infatti la Les Karellis – Condove di 119,3 km, frazione che prevede tre GPM, uno di terza, uno di seconda ed uno di prima, nella prima parte. Nella seconda, invece, ci sarà una lunga discesa prima di un falsopiano che porta all’arrivo di Condove. Sullo stesso percorso un paio d’ore prima gareggeranno anche le ragazze della categoria Under23.
Mario Prato
SULL’ALPE D’HUEX FESTA PER VOLLERING E NIEWIADOMA.
Conclusione sulla mitica Alpe d’Huez per il Tour de France Femmes. Il successo di tappa è andato a Demi Vollering su Rooijakkers e Muzic. Quarta Katarzyna Niewiadoma che si aggiudica il Tour 2024 per 4” sulla Vollering. Quinta di tappa Gaia Realini, prima italiana anche nella Generale, quinta.
Conclusione epica e battagliata sull’Alpe d’Huez per il Tour de France Femmes. La tappa è andata a Demi Vollering (Team SD Worx – Protime) che si è imposta su Pauliena Rooijakkers (Fenix-Deceuninck), arrivata dopo 4″. Terza Évita Muzic (FDJ – SUEZ) a 1′01″, giunta insieme a Katarzyna Niewiadoma (Canyon//SRAM Racing), la leader della classifica che per soli 4″ nei confronti della vincitrice di tappa salva la maglia gialla e si aggiudica il Tour de France Femmes 2024. Prima italiana sul traguardo Gaia Realini (Lidl – Trek), quinta a 1′31″. Seguono con un ritardo superiore ai 3 minuti Cédrine Kerbaol (CERATIZIT-WNT Pro Cycling Team) e Valentina Cavallar (Arkéa – B&B Hotels Women). Ancora più distanziate sono giunte con oltre 5 minuti di ritardo Sarah Gigante (AG Insurance – Soudal Team), Niamh Fisher-Black (Team SD Worx – Protime) e Lucinda Brand (Lidl – Trek).
In classifica generale alle spalle della Niewiadoma e della Vollering si è piazzata terza a 10” la Rooijakkers. Più distanziata la Muzic, quarta a 1’21”. Quinta e prima delle italiane è la Realini, staccata di 2’19”. Seguono la Kerbaol a 2’51”, la Gigante a 7’09”, la Brand a 8′06″, Juliette Labous (Team dsm-firmenich PostNL) a 8′07″ e Thalita de Jong (Lotto Dstny Ladies) a 8′12″.
L’ultimo giorno di una corsa a tappe è sempre quello dei consuntivi. La classifica a punti con la relativa maglia verde è andata a Marianne Vos (Team Visma | Lease a Bike) su Lorena Wiebes (Team SD Worx – Protime) e la Niewiadoma. Quella dei GPM contrassegnata dall’iconica maglia a pois è andata alla vincitrice di ieri Justine Ghekiere (AG Insurance – Soudal Team) sulla Vollering e la Puck Pieterse (Fenix-Deceuninck). Quest’ultima ha primeggiato nella classifica riservata alle cicliste più giovani, mentre nella speciale challenge riservata alle squadre si è imposta la Lidl – Trek con quasi dodici minuti di vantaggio sulla FDJ – SUEZ
Mario Prato
LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): CASCAIS – OURÉM
agosto 18, 2024 by Redazione
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La prima tappa in linea dovrebbe terminare allo sprint, anche se diversi velocisti potrebbero soffrire i saliscendi proposti dal tracciato e in particolare la salita che si dovrà affrontare vicinissima al traguardo
C’è una categoria di corridori che non sarà contenta del modo con la quale è stata progettata questa edizione della Vuelta. Stiamo parlando dei velocisti ai quali nel 2024 è stato lasciato ancor meno delle briciole per via degli appena quattro traguardi messi a loro disposizione, esattamente la metà rispetto a quelli che erano previsti sia al Tour, sia al Giro, dove però si sono viste sette volate perchè nella tappa di Lucca è andata in porto la fuga da lontano. Quest’ultima è un’eventualità che dovrà essere messa in conto anche al Giro di Spagna perchè solo una delle quattro tappe destinate agli sprinter sarà realmente facile e consentirà agevolmente alle loro squadre di tenere sotto controllo la situazione. Non sarà certo il caso dell’odierna frazione che da Cascais condurrà ad Ourém, il comune portoghese nel cui territorio comunale si trova la località di Fátima. Il celebrere santuario sarà lambito dal percorso di gara ad una quindicina di chilometri dall’arrivo, poco dopo lo scollinamento dell’Alto da Batalha, salita apparentemente semplice di 7 Km al 3.3% che prevede però un tratto iniziale di 2 Km al 7% mentre la parte rimanente avrà l’aspetto di un falsopiano che ricorda un pò quello del Poggio. Con le alte velocità tipiche dei finali sicuramente darà una bella setacciata al gruppo, che sulle sue pendenze potrebbe perdere per strada qualche sprinter e tra quelli che rimarranno davanti poi ci sarà anche ci soffrirà la lieve pendenza che caratterizza il chilometro conclusivo. A rendere ancora più complicata la giornata interverrà il vento, vero e proprio “biglietto da visita” delle regioni portoghesi più prossime al Portogallo: se date un’occhio più sotto alle previsioni meteo vi accorgerete che questa giornata potrebbe rivelarsi molto più dura del previsto.
METEO VUELTA
Cascais : parzialmente nuvoloso, 21°C, vento moderato da N (30-42 Km/h), umidità al 86%
Mafra (Km 43.4): parzialmente nuvoloso, 23°C (percepiti 24°C), vento forte da N (30-55 Km/h), umidità al 73%
Óbidos (Km 104.3): parzialmente nuvoloso, 23°C (percepiti 24°C), vento forte da N (28-52 Km/h), umidità al 75%
Alcobaça (traguardo volante – Km 140.3): nubi sparse, 24°C (percepiti 25°C), vento forte da N (26-49 Km/h), umidità al 71%
Ourém : cielo sereno, 27°C (percepiti 28°C), vento forte da NO (31-56 Km/h), umidità al 50%
GLI ORARI DELLA VUELTA
12.50: partenza da Cascais
13.15-13.20: GPM dell’Alto do Lagoa Azul
14.30: inizio diretta su Eurosport
16.05-16.30: traguardo volante di Alcobaça (con abbuoni)
16.50-17.15: GPM dell’Alto da Batalha
17.15-17.45: arrivo a Ourém
RASSEGNA STAMPA
Vuelta, la crono è di McNulty: la prima maglia rossa è a stelle e strisce. Roglic meglio di Kuss
Gazzetta dello Sport – Italia
Roglič je na 8. mestu. McNulty v rdeči majici (Roglič è all’ottavo posto. McNulty con una maglietta rossa)
Delo – Slovenia
McNulty sees off Vacek to win Vuelta a España opener (McNulty sconfigge Vacek e vince la prima tappa della Vuelta a España)
The Guardian – Regno Unito
LRoglic golpea primero en su liga, McNulty viste de rojo en la suya (Roglic colpisce per primo nel suo campionato, McNulty veste di rosso nel suo)
AS – Spagna
Brandon McNulty é o primeiro líder após vencer contra-relógio em Oeiras (Brandon McNulty è il primo leader dopo aver vinto la cronometro di Oeiras)
Público – Portogallo
McNulty devant la surprise Vacek (McNulty davanti allla sorpresa Vacek)
L’Équipe – Francia
Cian Uijtdebroeks beperkt de schade, Primoz Roglic kan lachen: dit zijn de verschillen tussen de favorieten na tijdrit Vuelta (Cian Uijtdebroeks limita i danni, Primoz Roglic può ridere: queste le differenze tra i favoriti dopo la cronometro della Vuelta)
Het Nieuwsblad – Belgio
McNulty slaat toe en wint openingstijdrit Ronde van Spanje (McNulty colpisce e vince la cronometro di apertura del Giro di Spagna)
De Telegraaf – Paesi Bassi
McNulty gewinnt erste Etappe der Vuelta (McNulty vince la prima tappa della Vuelta)
Kicker – Germania
American Brandon McNulty wins individual time trial in record time in first stage of Spanish Vuelta (L’americano Brandon McNulty vince la cronometro individuale in tempo record nella prima tappa della Vuelta spagnola)
The Washington Post – USA
Daniel Felipe brilló en la crono, Nairo y Rigo no desentonaron: McNulty es el primer líder (Daniel Felipe ha brillato nella cronometro, Nairo e Rigo non si sono scontrati: McNulty è il primo leader)
El Tiempo – Colombia
Brandon McNulty gana la prueba contrarreloj. Richard Carapaz finaliza en el puesto 35 (Brandon McNulty vince la cronometro. Richard Carapaz chiude al 35° posto)
El Universo – Ecuador
VUELTAALCONTRARIO
L’ordine d’arrivo e la classifica generale visti dal punto di vista della maglia nera.
Ordine d’arrivo della prima tappa, Lisbona – Oeiras, e prima classifica generale
1° Elie Gesbert
2° Laurens Huys a 5″
3° Luca Vergallito a 10″
4° Kamil Gradek a 11″
5° Casper Pedersen a 13″
RICORDO DI JOSÈ MANUEL FUENTE
50 anni fa lo scalatore asturiano Josè Manuel Fuente si impone per la seconda ed ultima volta in carriera nel Giro di Spagna. Riviviamo quei giorni attraverso i titoli del quotidiano spagnolo “Mundo Deportivo”
24 APRILE 1974 – 1a TAPPA: ALMERÍA – ALMERÍA (98 Km)
PEELMAN BATIÓ AL SPRINT A PERURENA
Swerts se mantiene lider con tres segundos de ventaja
Mucha lluvia y el primer abandono
TOUR DE POLOGNE, ARRIVA IL “TRIPLETE” DI THIBAUT NYS
Il belga della Lidl-Trek si assicura il terzo successo di tappa al Giro di Polonia superando Diego Ulissi (UAE Team Emirates) e Oscar Onley (Team DSM – Firmenich PostNL) sul classico traguardo di Bukovina al termine della sesta frazione. Jonas Vingegaard (Visma – Lease A Bike) resta il leader della classifica generale con 13” su Ulissi e 20” sul compagno di squadra Wilco Kelderman. Domani la tappa finale a Cracovia.
Imbattibile Thibaut Nys (Lidl-Trek), che in questa edizione del Tour de Pologne cala il tris di tappa su sei disputate. Quella di oggi sui Monti Tatra (183 km da Wadowice a Bukovina Resort) è stata, però, una giornata in cui gli italiani sono stati grandissimi protagonisti, a cominciare dalla fuga: qui erano infatti presenti Davide Formolo (Movistar Team) e Samuele Battistella (Astana Qazaqstan) in compagnia dello svizzero Silvian Dillier (Alpecin Deceuninck), raggiunti in seguito da altri quattro corridori: Tim Wellens (UAE Team Emirates), Tobias Foss (Ineos Grenadiers), Mick Van Dijke (Visma – Lease A Bike) ed Archie Ryan (EF Education – Easy Post). Di questi sette uomini al comando l’ultimo a desistere è stato l’irlandese Ryan, che ha tentato un attacco ai -18 dall’arrivo, respinto a poco più di due chilometri dal termine grazie all’azione dei “calabroni” capitanati da Jonas Vingegaard (Visma – Lease A Bike). Il danese ha poi provato la volata terminando al quarto posto e si fatto così rosicchiare 6” di abbuono da Diego Ulissi (UAE Team Emirates), mentre Nys si è rivelato ancora una volta implacabile in questi arrivi. Molto bene all’arrivo anche gli azzurri Andrea Bagioli (Lidl-Trek, 6°) ed Edoardo Zambanini (Bahrain-Victorious, 8°).
Domani ultima tappa con la passerella di Cracovia al termine di una frazione di 142 km che partirà dalla celebrer miniera di sale di Wieliczka, monumento UNESCO
Andrea Giorgini
PHILIPSEN CENTRA IL TRIS A NÎMES, GIRMAY A TERRA, LA SFIDA PER LA MAGLIA VERDE SI RIAPRE
Japer Philipsen conquista la terza vittoria al Tour de France, pareggia i successi con Biniam Girmay (Intermarché – Wanty) e grazie alla sua Alpecin – Deceuninck, soprattutto a Mathieu Van Der Poel che lo ha lanciato al meglio verso il traguardo, riapre la lotta per la maglia verde, caduto poco prima dell’ultimo chilometro Girmay, al secondo posto arriva Phil Bahaus (Bahrain – Victorious), terzo invece un redivivo Alexander Kristoff Uno-X Mobility.
Riparte il Tour de France dopo l’ultimo giorno di riposo per l’ultima settimana, non partono, invece, le azioni di fuga ed il gruppo, di fatto, resta ancora in una condizione di “riposo” lungo i chilometri che da Gruissan portano a Nîmes. Non c’è nemmeno il tanto temuto vento, caratteristico di queste zone, a farsì la tappa diventi frizzante con la formazione dei ventagli. Tutti insieme appassionatamente per una tappa che non vede nessun allungo per quasi due ore di corsa. La velocità aumenta in testa al gruppo soltanto al traguardo con punti per la maglia verde, siamo al chilometro 96, la volata la vince Bryan Coquard (Cofidis), seguito da Jasper Philipsen (Alpecin – Deceuninck), terzo Anthony Turgis (Total Energies) mentre quarto la maglia verde Biniam Girmay (Intermarché – Wanty). Il belga rosicchia quattro punti all’eritreo che conserva un vantaggio rassicurante nella speciale classifica. Dopo la sfiammata dello sprint il gruppo si ricompone, la velocità diminuisce e ne approfitta Thomas Gachignard (TotalEnergies) guadagnando in poco tempo più di due minuti sul gruppo. Il ventitreenne francese transita per primo sull’unico GPM di quarta categoria di giornata, la Côte de Fambetou. Ai meno 25 chilometri dall’arrivo Gachignard viene ripreso con le squadre dei velocisti che iniziano il valzer delle cosuete operazioni in testa al gruppo per prendere le posizioni migliori e tenere al riparo il proprio uomo veloce. In particolare sia la Uno-X Mobility sia Lotto Dstny conducono il gruppo innalzando la velocità. Una serie infinita di rotonde costringe il gruppo a fare da elastico, i treni vanno a rimescolarsi continuamente in pratica fino ai meno 2 chilometri dall’arrivo. Poco prima del triangolo rosso dell’ultimo chilometro una caduta coinvolge Marijn van den Berg (EF Education – EasyPost) ma soprattutto Biniam Girmay, l’eritreo resta a dolorante a terra e taglierà il traguardo scortato da due compagni di squadra, si spera senza conseguenze, in attesa di notizie ufficiali dalla Intermarché – Wanty. A causa della caduta il gruppo si spezza, davanti sono abilissimi ed espertissimi come sempre gli Alpecin – Deceuninck a togliersi dai guai e condurre, così con la solita eccezionale spaarata di Mathieu Van Der Poel, jasper Philipsen a conquistare il suo terzo successo al Tour de France 2024, il belga vince facile su Phil Bahaus (Bahrain – Victorious) e su Alexander Kristoff (Uno-X Mobility), quarto posto per Sam Bennet (Decathlon AG2R La Mondiale Team), quinto per Wout van Aert (Team Visma | Lease a Bike) rimasto un pò chiuso nel finale. Si riapre quindi la sfida per la classifica della maglia verde che vede sempre al comando Girmay segue Philipsen con soli 32 punti da recuperare. Nulla cambia, invece, in classifica generale con Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) sempre in maglia gialla. Domani tappa numero 17 da Saint Paul Trois Châteaux a Superdévoluy verso l’arrivo ben tre GPM di seconda, prima e terza categoria, concentrati nei 40 Km finali, che possono prevedere delle imboscate tra gli uomini di classifica.
Antonio Scarfone