QUARTIERTAPPA: DALLA SEDE DI PRATI DI TIVO
maggio 11, 2024 by Redazione
Filed under 11 MAGGIO 2024 - 8a tappa: SPOLETO - PRATI DI TIVO, Approfondimenti
Ecco il tradizionale contenitore made ilciclismo.it che da diverse stagioni accompagna le cronache prima del Giro e poi del Tour. All’interno ritroverete le rubriche riservate alla rassegna stampa internazionale, alla colonna sonora del giorno, alle previsioni del tempo per la tappa successiva, alle “perle” dei telecronisti, al Giro d’Italia rivisto alla “rovescia” e al ricordo di un Giro passato (quest’anno rivisiteremo l’edizione vinta dall’elvetico Carlo Clerici nel 1954)
SALA STAMPA
Italia
Crono, salita, volata…c’è solo Pogacar: il fenomeno sloveno vince anche a Prati di Tivo
Gazzetta dello Sport
Slovenia
Tadej Pogačar se je poigral še v šprintu navkreber (Nella volata in salita ha giocato anche Tadej Pogačar)
Delo
Regno Unito
Pogacar continues total domination to take stage eight (Pogacar continua il dominio totale conquistando l’ottava tappa)
The Guardian
Francia
Pogacar évidemment (Pogacar ovviamente)
L’Équipe
Spagna
La dictadura de Pogacar (La dittatura di Pogacar)
AS
Belgio
Aanvallen counteren en het afmaken in de sprint: Pogacar pakt derde ritzege in Giro, Uijtdebroeks herovert witte trui (Contrastare gli attacchi e concludere in volata: Pogacar conquista la terza vittoria di tappa al Giro, Uijtdebroeks riconquista la maglia bianca)
Het Nieuwsblad
Paesi Bassi
Pogacar heerst bergop (Pogacar governa in salita)
De Telegraaf
Germania
Wer soll ihn stoppen? Nächster Erfolg für Pogacar beim Giro (Chi lo fermerà? Prossimo successo per Pogacar al Giro)
Kicker
USA
Giro leader Tadej Pogacar wins his third stage in the first week (Il leader del Giro Tadej Pogacar vince la sua terza tappa nella prima settimana)
The Washington Post
Colombia
Daniel Martínez libra feroz batalla en la montaña y es segundo en el Giro de Italia (Daniel Martínez combatte una feroce battaglia in montagna ed è secondo al Giro d’Italia)
El Tiempo
Australia
Giro hat-trick for Pogacar as Aussie O’Connor battles (Giro hat-trick for Pogacar as Aussie O’Connor battles
(Tripletta al Giro per Pogacar mentre l’australiano O’Connor lotta)
The West Australian
DISCOGIRO
La colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it
Numero Uno (Matze Knop) (che sarebbe dedicata a Luca Toni, ma noi reindirizziamo a Pogacar)
METEOGIRO
Avezzano: nubi sparse, 20°C, vento debole da O (1-14 Km/h), umidità al 52%
Sora (Km 42): nubi sparse, 21°C, vento moderato da SO (5-27 Km/h), umidità al 58%
Cassino (Km 79.1): nubi sparse, 24°C (percepiti 26°C), vento moderato da SO (5-21 Km/h), umidità al 45%
Mondragone – traguardo volante Sprint (Km 132.2): nubi sparse, 19°C, vento moderato da SO (11-21 Km/h), umidità al 79%
Monte di Procida – GPM (Km 178.3): nubi sparse, 19°C, vento debole da SO (10-14 Km/h), umidità al 79%
Napoli: nubi sparse, 19°C, vento moderato da SO (8-24 Km/h), umidità al 83%
GLI ORARI DEL GIRO
11.45: inizio diretta su Eurosport
12.15: inizio diretta su RaiSport
12.15: partenza da Avezzano
14.00: inizio diretta su Rai2
15.10-15.30: traguardo volante Sprint di Mondragone
15.45-16.10: traguardo volante Intergiro di Giugliano di Campania (Lago Patria)
16.10-16.40: GPM di Monte di Procida
16.15-16.45: traguardo volante Sprint di Bacoli (con abbuoni)
17.00-17.30: arrivo a Napoli
I MISTERI DELLA CASSAPANCA
Con la ricomposizione della coppia al commento Pancani – Cassani la rubrica degli strafalcioni dei telecronisti riprende il suo titolo originario
De Luca: “Marciallusi” (Marcellusi)
De Luca: “Gruppo allungatissimo in questa dicesa”
De Luca: “Dietro ci sono le maglie delle squadre della classifica generale”
Pancani: “Ruotatura” (foratura)
Pancani: “Ogni volta che riusciva ad andare al Processo alla Squadra”
Pancani: “Il possibile stacco di Pogacar”
Televideo: “Parti di Tivo”
Televideo: “Ottava tappa, da Foligno 152 Km” (si partiva da Spoleto)
Teletext TV Svizzera: “Tadaj Pogacar” (Tadej)
GIROALCONTRARIO
L’ordine d’arrivo e la classifica generale dal punto di vista della maglia nera
Ordine d’arrivo dell’ottava tappa, Spoleto – Prati di Tivo
1° Filippo Ganna
2° Simone Consonni s.t.
3° Fernando Gaviria s.t.
4° Edward Theuns a 7″
5° Francisco Muñoz s.t.
Classifica generale
1° Julius van den Berg
2° Fabio Jakobsen a 10′18″
3° Fabian Lienhard a 11′11″
4° David Dekker a 12′16″
5° Alan Riou a 12′31″
Miglior italiano Davide Cimolai, 16° a 16′42″
IL GIRO DI 70 ANNI FA
Riviviamo l’edizione 1954 della Corsa Rosa attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”. Quell’anno si impose grazie a una storica fuga bidone l’elvetico Carlo Clerici
29 MAGGIO 1954 – 8a TAPPA: ROMA – CHIANCIANO TERME (195 Km)
DELUDONO NUOVAMENTE GLI ASSI E PETTINATI GIUNGE SOLO A CHIANCIANO
Ancora un colpo di scena nell’ottava tappa del Giro d’Italia
Il vincitore è figlio di un contadino piemontese e lavora nei campi – Il suo guadagno di ieri: mezzo milione di lire – I “campioni” sono giunti con oltre sette minuti di ritardo – Classifica generale immutata: Koblet a 31′ e Coppi a 36′ da Clerici
ARCHIVIO QUARTIERTAPPA
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Raduno di partenza a Venaria Reale
1a tappa: Venaria Reale – Torino
2a tappa: San Francesco al Campo – Santuario di Oropa
3a tappa: Novara – Fossano
4a tappa: Acqui Terme – Andora
5a tappa: Genova – Lucca
6a tappa: Torre del Lago Puccini (Viareggio) – Rapolano Terme
7a tappa: Foligno – Perugia (cronometro individuale)
POGACAR CALA IL TRIS. MA GLI ALTRI?
maggio 11, 2024 by Redazione
Filed under 11 MAGGIO 2024 - 8a tappa: SPOLETO - PRATI DI TIVO, News
Tadej Pogacar conquista il terzo successo su 8 frazioni disputate. Si è ormai capito che la differenza con gli avversari è enorme. Non c’è, però, stata alcuna battaglia tra i corridori che lottano per i piazzamenti. Il ritmo sulla salita finale non era impossibile, eppure i pochissimi allunghi negli ultimi 2 chilometri sono stati timidi e brevi. In questo modo, se Pogacar deciderà di gestire, lo spettacolo potrebbe essere ancor meno interessante di quello che lo scorso anno era stato criticato un po’ da tutti.
Prima tappa di montagna con un arrivo in salita certamente più duro di quello di Oropa e il copione è stato un canovaccio abbastanza scontato, con una fuga tenuta a distanza di sicurezza e una salita finale condotta dalla squadra dalla maglia rosa.
Quello che è stato strano è che gli altri uomini di classifica non si siano dati battaglia almeno tra di loro, visto che la top ten è abbastanza corta, ma non così tanto da poter aspettare la terza settimana.
Anche se Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) sembrava intenzionato a seguire ogni attacco, questo non dovrebbe essere un problema, ad esempio, per Antonio Tiberi (Bahrain – Victorious), che è ottavo e deve cercare di guadagnare posizioni e di prendere la maglia bianca; non dovrebbe essere un problema per Geraint Thomas (INEOS Grenadiers), che dovrebbe cercare di riprendersi la seconda posizione persa ieri contro il tempo; non dovrebbe essere un problema per Ben O’Connor (Decathlon AG2R La Mondiale Team), che punta al podio, e non dovrebbe essere un problema anche per Thymen Arensman (INEOS Grenadiers), che deve recuperare posizioni.
Pogacar può seguire e staccare un eventuale attaccante, ma questo non deve condizionare gli obiettivi. Nessuno chiedeva a Tiberi di staccare Pogacar, ma di provare un allungo un po’ più incisivo e continuo per cercare di mettere in difficoltà Cian Uijtdebroeks (Team Visma).
Il ritmo al quale è stata affrontata la salita verso Prati di Tivo non è stato certo vertiginoso. Le conferme sono tante, a partire dal fatto che la fuga ha mantenuto a lungo un vantaggio di poche decine di secondi e quando Valentin Paret-Peintre (Decathlon AG2R La Mondiale Team) ha provato a rilanciare con il gruppo a 5 secondi, ne ha subito guadagnati 15 e ci sono voluti alcuni chilometri per andare a riassorbirlo. Inoltre alcuni membri della fuga del mattino, come Simon Geschke (Cofidis), una volta ripresi sono riusciti a rimanere nel gruppo maglia rosa e lo stesso Rafał Majka (UAE Team Emirates) dopo aver lavorato per il capitano è riuscito ad arrivare con il gruppetto dei migliori.
Gli unici uomini di classifica che hanno pagato sono stati Alexey Lutsenko (Astana) e Lucas Plapp (Team Jayco AlUla), con il primo che è riuscito con l’esperienza ad evitare il naufragio totale, mentre il secondo ha pagato un prezzo molto alto.
Una volta arrivati allo sprint, era sin troppo ovvio chi sarebbe stato il vincitore, visto che la maglia rosa era il corridore più veloce del gruppetto dei migliori, oltre che il più forte in salita.
La salita finale ha ricordato molto i primi arrivi in salita degli anni 90 come Monte Sirino 96 o Terminillo 97, quando gli uomini di classifica arrivavano in un gruppetto di 7 o 8, ma in un tipo di ciclismo ben diverso da quello moderno. Si trattava di tappe pianeggianti con salita finale che arrivano dopo 5 o 6 volate consecutive.
La cronaca di questa tappa non ha molto da dire se non che, nelle fasi iniziali, è stato molto difficile portare via una fuga, anche perchè il gruppo non era molto propenso a lasciare andar via azioni che si popolavano in modo un po’ eccessivo. Ne è seguita una fase molto confusa, in cui si avvantaggiavano gruppetti di corridori con altri che tentavano di riportarsi sulla testa della corsa.
Al termine di questa fase si forma una fuga di 14 corridori che rispondono ai nomi di Martin Marcellusi (Bardiani), Michael Storer (Tudor), Alessandro De Marchi (Jayco AlUla), Romain Bardet (Dsm), Julian Alaphilippe Quick-Step), Jhonatan Narvaez (Ineos), Magnus Sheffield (Ineos), Alessandro Verre (Arkea), Henok Mulubrhan (Astana), Georg Steinhauser (EF), Nairo Quintana (Movistar) e Pelayo Sanchez (Movistar), oltre ai già citati Geschke e Paret-Peintre.
Questo tentativo non riesce mai a decollare perché il gruppo non lascia mai più di due minuti. Nel corso della tappa il vantaggio si erode pian piano finché ai piedi della salita finale il gap è ridotto a trenta secondi.
Iniziata l’ascesa verso Prati di Tivo esplode il gruppo di testa con vari tentativi di attacco senza alcuna speranza, visto il poco ritardo del gruppo, che nel frattempo perde unità (primo tra tutti Plapp, che pagherà un pesante passivo).
Nel gruppo di testa il primo a provare è Verre, che verrà ripreso e staccato da Bardet, Geschke, Paret-Peintre, Steinhauser e Storer.
Dal gruppo, grazie anche alla Bora che in qualche rara occasione ha collaborato con la UAE dopo Plapp si staccano anche Lutsenko, Juan Pedro Lopez (Lidl-Trek) e Filippo Zana (Team Jayco-AlUla).
I fuggitivi vengono ripresi, ma Paret-Peintre non vuole arrendersi e prova a ripartire, guadagnando rapidamente secondi, segno che il ritmo del gruppo è tutt’altro che irresistibile.
Ai meno due allunga Tiberi, ma il suo scatto è timido e il laziale non dà continuità all’azione.
Anche Aresman e Storer tentano degli allunghi, ma anche loro non sembrano avere convinzione, tanto che Majka, che aveva ceduto qualche metro, si riporta nel gruppetto e va addirittura in testa.
In volata non c’è storia e Pogacar vince agevolmente la tappa davanti a Daniel Felipe Martinez (Bora) e O’Connor.
Ora la maglia rosa ha tutta la convenienza a tenere addormentata la corsa: risparmia energie e le fa risparmiare alla squadra, mantenendo un buon vantaggio sugli avversari e incrementandolo con gli abbuoni. Ovviamente il Giro finisce a Roma, gli imprevisti sono dietro l’angolo e possono anche far perdere un giro (vedi quel che capitò a Kruijswick nel 2016); però è indubbio che, con Pogacar in maglia rosa, gli avversari devono lottare per obiettivi che, al momento, non hanno un padrone chiaro.
Oggi questa battaglia non c’è stata e, se non ci fosse stato Pogacar (che ha comunque voluto mantenere la fuga sotto controllo), sarebbe andata in scena una tappa come quella di Campo Imperatore dello scorso anno, che tanto fu criticata un po’ da tutti.
La speranza è che, andando avanti con i giorni, non sia solo la maglia rosa a mettere sulla strada la voglia di dare battaglia.
Benedetto Ciccarone
L’ALTRA FACCIA DEL GRAN SASSO
maggio 11, 2024 by Redazione
Filed under 11 MAGGIO 2024 - 8a tappa: SPOLETO - PRATI DI TIVO, News
Dopo la frazione di Oropa affrontata in partenza, il Giro sale ancora in montagna per la prima delle due tappe appenniniche previste nel 2024, nella quale si torneranno ad affrontare le pendici del Gran Sasso d’Italia. A differenza della tappa disputata lo scorso anno, quando si arrivò ai 2130 metri di Campo Imperatore, stavolta l’epilogo sarà sul versante opposto, più basso ma più esigente nelle pendenze. I quasi 15 Km al 7% che condurranno ai Prati di Tivo promettono uno spettacolo più appassionante rispetto a quello deludente vissuto dodici mesi fa.
Ricorderete che dodici mesi fa la tappa con arrivo sul Gran Sasso si risolse in un totale “no contest” tra gli uomini di classifica, intimoriti dalla cronoscalata monstre del penultimo giorno che condizionò fortemente anche tutte le altre tappe. Quest’anno si tornerà sulla montagna più alta d’Abruzzo, ma il rischio di rivedere un simile e deludente “spettacolo” non ci sarà e non soltanto per la mancanza di una tappa “accentratrice” come quella del Lussari; stavolta, infatti, il Gran Sasso sarà affrontato dal versante teramano, decisamente più difficile di quello aquilano pur non salendo sopra i 2000 metri di quota, com’era successo lo scorso anno quando si arrivò sopra Campo Imperatore. Ci si fermerà ai 1450 metri sul livello del mare della stazione di sport invernali di Prati di Tivo, percorsa una salita poco abituale per la Corsa Rosa ma che negli ultimi anni si è costruita un piccolo ma già blasonato curriculum grazie ai recenti arrivi della Tirreno-Adriatico, che ha visto lassù imporsi campioni del calibro di Vincenzo Nibali (2012) e di Chris Froome (2013). Decisamente più lontano nel tempo è l’unico precedente del Giro che porta la data del 19 maggio del 1975, quando questo traguardo fu tenuto a battesimo da un altro grande del ciclismo, il vicentino Giovanni Battaglin. La possibilità di vedere grande spettacolo verso Prati di Tivo sarà, dunque, garantita e non soltanto per i numeri dell’ascesa finale – quasi 15 Km al 7% – ma anche per il disegno complessivo della tappa: strada facendo si dovranno affrontare quasi 3800 metri di dislivello, “spalmati” su altre 6 ascese oltre a quella finale. Su tutto peseranno gli sforzi della crono del giorno prima e anche lo stress indotto dalla precedente tappa di Rapolano, se qualcuno si sarà trovato ad inseguire sullo sterrato.
Il biglietto per la salita dovrà essere obliterato subito dopo il via perché, lasciato il raduno di partenza all’ombra della bianca mole della Rocca Albornoziana di Spoleto, la tappa comincerà con l’ascesa di quasi 9 Km al 4.3% verso la Forca di Cerro. Si scenderà quindi in Valnerina, sul cui fondovalle s’incontrerà uno dei rarissimi e brevi tratti pianeggianti previsti dalla tappa, percorrendo il quale si sfiorerà il borgo di Castel San Felice, presso il quale si trova l’Abbazia dei Santi Felice e Mauro, intitolata ai due eremiti che evangelizzarono questa valle nel V secolo. Raggiunto il vicino centro di Sant’Anatolia di Narco, dove è possibile visitare un museo dedicato alla coltivazione della canapa, la strada tornerà a inerpicarsi e stavolta in direzione della più lunga salita di giornata, che condurrà in 16.4 Km ai quasi 1200 metri della Forca Capistrello, ascesa caratterizzata da una pendenza media del 5.6% e da una rampa di 1400 metri al 9% medio nel tratto conclusivo. Si tratta di una difficoltà inedita per la Corsa Rosa, almeno da questo lato, poiché nell’unico precedente del 2007 si salì dal più facile versante che plana verso Monteleone di Spoleto, borgo cinto da una triplice cinta muraria al cui interno sono conservate numerose chiese. Terminata la discesa e lasciata la strada sulla sinistra che conduce alla celebre Cascia, il gruppo imboccherà la modestissima ascesa – più che altro un lungo falsopiano – che introdurrà la corsa nel Lazio, dove si attraverserà l’altopiano di Leonessa, situato ai piedi del Terminillo e al cui centro si adagia l’omonima località di villeggiatura, dove si può ammirare la duecentesca chiesa di San Francesco, la cui facciata romano-gotica è ancora oggi “imbrigliata” a causa dei danni provocati dal terremoto che nel 2016 ha distrutto la vicina Amatrice. Per uscire dalla conca di Leonessa si dovrà scavalcarne il bordo orientale superando una salita di 2.7 Km al 4.2%, seguita da un altro tratto in quota e dalla discesa verso la Valle del Velino, che sarà incrociata all’uscita dalle gole di Sigillo, definite sul volume dedicato al Lazio delle celebri “Guide Rosse” del TCI come la forra più suggestiva e selvaggia dell’intero Appennino. Attraversato il centro di Posta, collocato lungo la storica Via Salaria e impreziosito da edifici d’origine medioevale (Palazzo della Gabella e chiesa di San Francesco), si tirerà dritto verso la vicina Borbona per poi entrare in Abruzzo poco prima di giungere ai piedi di un’altra pedalabile difficoltà altimetrica, il Valico di Santa Vittoria (3.6 Km al 4.6%). Seguirà la discesa verso Montereale, borgo d’antichissima origine nel cui centro si trova Palazzo Farnese Cassiani, che nel XVI secolo fu una dimora della nobildonna d’origine fiamminghe Margherita d’Austria, che era figlia dell’imperatore Carlo V del Sacro Romano Impero e dal quale ebbe in dote questo e altri feudi dell’Italia centrale. Il passaggio attraverso la sottostante Piana di Montereale rappresenterà l’ultimo tratto tranquillo della tappa, che terminerà ai piedi della penultima salita di giornata, la Croce Abbio. I suoi 7500 metri al 4.5% – nel corso dei quali si toccherà il centro di Capitignano, con il Santuario della Madonna degli Angeli, costruito nel luogo dove la Madonna apparve a una pastorella nel 1657 – rappresentano un versante secondario e inedito del Passo delle Capannelle, affrontato in passato sia al Giro, sia alla Tirreno-Adriatico. Scollinati un paio di chilometri a nord rispetto al Capannelle ci si lancerà in discesa giù per il versante teramano, incontrando dopo circa 5 Km la diga del Lago di Provvidenza, costruito lungo il corso del Vomano e le cui acque nelle ore notturne vengono pompate nelle verso quello soprastante di Campotosto, il più grande d’Abruzzo e il più grande d’Italia tra quelli di origine artificiale. È un’opera dell’uomo, così come la strada che pochi chilometri più avanti si dovrà percorrere per risalire le pendici del Gran Sasso verso i Prati di Tivo: il nome fa pensare a una scampagnata, ma non lo sarà affatto per i “girini”, chiamati alla ribalta per uno spettacolo sportivo che si annuncia e spera più avvincente di quello offerto lo scorso anno.
Mauro Facoltosi
I VALICHI DELLA TAPPA
Forca di Cerro (734 metri). Quotato 733 metri sulle cartine del Giro 2024, vi transita la Strada Regionale 395 “del Passo di Cerro” tra Spoleto e Piedipaterno. Il Giro d’Italia vi è salito due volte, entrambe dal versante che quest’anno si percorrerà in discesa e in tutti e due i precedenti l’arrivo era fissato a Spoleto. Nel 1977 il traguardo era previsto in salita nella frazione di Monteluco, dove si impose il pugliese Mario Beccia dopo che alls Forca di Cerro era transitato per primo lo spagnolo Faustino Fernández Ovies. Sarà, invece, il colombiano Luis Felipe Laverde a fare l’en plein nel 2007, conquistando sia il GPM della Forca di Cerro, sia il traguardo (stavolta collocato nella vicinanze della stazione ferroviaria di Spoleto).
Passo di Gavelli (1211 metri). Con questo nome è più nota, soprattutto nel mondo del cicloturismo, la salita chiamata Forca Capistrello sulle cartine del Giro 2024. Vi transita la Strada Provinciale 471 “di Sant’Anatolia di Narco” che mette in comunicazione Sant’Anatolia di Narco con Monteleone di Spoleto. Il nome deriva da quello del centro più prossimo al punto di valico. Il Giro d’Italia vi è salito per la prima e finora unica volta nel 2007 durante la tappa Tivoli – Spoleto vinta dal colombiano Luis Felipe Laverde, che scollinò in testa anche su questo Gran Premio della Montagna.
Valico di Val Carpineto (1049 metri). Vi transita la Strada Regionale 471 “di Leonessa” tra Leonessa e Posta. Il Giro d’Italia vi è transitato in diverse occasioni, ma non è mai stato affrontato come GPM; l’ultimo passaggio è avvenuto nel 1991 durante la tappa Scanno – Rieti, vinta dall’ucraino Volodymyr Pulnikov.
Valico di Santa Vittoria (1054 metri). Vi transita la Strada Regionale 471 “di Leonessa” tra Borbona e Montereale. Il Giro d’Italia non vi è mai transitato.
Valico. Valicato dalla Strada Statale 80 “del Gran Sasso d’Italia” nel corso della discesa dal GPM di Croce Abbio, tra il bivio per Capitignano e quello per Campotosto.
Passo delle Capannelle (1280 metri). Citato nell’articolo ma non toccato dal percorso di gara (si scollinerà alla Croce Abbio, circa 2 Km a nord) è valicato dalla Strada Statale 80 “del Gran Sasso d’Italia” tra Arischia e Nerito. Affrontato in passato anche alla Tirreno-Adriatico, il Giro d’Italia vi è salito in passato in 4 occasioni, la prima durante la tappa Porto Civitanova – L’Aquila dell’edizione 1935, che ebbe come mattatore Gino Bartali, primo al GPM e poi al traguardo. Gli altri conquistatori di questo valico sono stati eccezionalmente il velocista spagnolo Miguel Poblet nel 1957 (tappa Terni – Pescara, vinta dal francese Antonin Rolland), il marchigiano Fabio Roscioli nel 1990 (tappa Sora – Teramo, vinta dal carrarese Fabrizio Convalle) e il bergamasco Mirco Gualdi nel 2001 (tappa Giulianova – Francavilla al Mare, vinta dal piacentino Ellis Rastelli), occasione nella quale la salita fu ribattezzata Colle del Capraro.
Nota. Il testo di riferimento è “Valichi stradali d’Italia” di Georges Rossini (editore Ediciclo).
CIAK SI GIRO
Nella scorsa puntata abbiamo parlato di Pupi Avati e di una delle sue ultime fatiche, il film su Dante Alighieri. La carriera cinematografica del regista bolognese era iniziata ufficialmente nel 1970 quando il costruttore edile Carmine Domenico Rizzo si era offerto di finanziargli i primi due suoi film (“Balsamus, l’uomo di Satana” e “Thomas e gli indemoniati”), mentre il “sacro fuoco” per il cinema gli si era acceso nel 1963 dopo la visione di “8½” del suo conterraneo Federico Fellini. Il suo apprendistato fu brevissimo perché per imparare il mestiere gli bastò una sola esperienza come aiuto regista nel 1968, quando collaborò con il toscano Piero Vivarelli alla realizzazione di “Satanik”, unica trasposizione cinematografica (a parte un cortometraggio del 2003) del personaggio creato negli anni sessanta dal fumettista milanese Max Bunker e del disegnatore bolognese Magnus e che si differenziava dai “colleghi” Diabolik e Kriminal per essere una donna, il cui vero nome era Marny Bannister. Coprodotto con la Spagna, vide alcune scene girate lungo il percorso della tappa odierna e per la precisione a Leonessa, con il Terminillo che fa da sfondo alla sequenza dell’inseguimento finale alla protagonista, che si lancerà proprio verso i tornanti della celebre ascesa. Leonessa tornerà a essere visitata da una troupe cinematografica nel 1996, quando da quelle parti si è visto il mitico Ugo Fantozzi: Paolo Villaggio qui girerà una scena di “Fantozzi – Il ritorno”, nella quale il celebre ragioniere si lancerà da un viadotto con il bungee-jumping dopo esser arrivato fin lì alla ricerca dell’orrenda nipote Uga, che non era rientrata a casa dopo una serata in discoteca e che in realtà aveva inscenato il suo rapimento. Quello fu il penultimo film della saga e il primo nel quale il personaggio di Uga (e della madre Mariangela) non fu interpretato da Plinio Fernando ma da un’attrice femmina (Maria Cristina Maccà in questa pellicola e Dodi Conti nel successivo “Fantozzi 2000 – La clonazione”).
In collaborazione con www.davinotti.com
Le altre location dei due film
https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/satanik/50000693
https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/fantozzi-il-ritorno/50003477
FOTOGALLERY
Spoleto, Rocca Albornoziana
Forca di Cerro
Il borgo di Castel San Felice
Uno scorcio del borgo di Monteleone d’Orvieto
Il Terminillo visto dall’altipiano di Leonessa
Leonessa, Chiesa di San Francesco
Gola di Sigillo
Montereale, Palazzo Farnese Cassiani
Capitignano, Santuario della Madonna degli Angeli
Lago di Provvidenza
Lago di Campotosto