VUELTA 2021: LE PAGELLE FINALI

settembre 7, 2021 by Redazione  
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Si è conclusa la Vuelta con la terza vittoria consecutiva di Primoz Roglic. Ecco le valutazioni finali, con una speciale valutazione dedicata alla carriera di Fabio Aru, che ha deciso di lasciare il ciclismo al termine dell’edizione 2021 della corsa iberica

PRIMOZ ROGLIC: Lo sloveno cala il tris vincendo la terza Vuelta di Spagna consecutiva su tre partecipazioni. Dal 2019 ad oggi è il padrone indiscusso della corsa iberica dove quest’anno si presentava al via anche da campione olimpico a cronometro. Vince il prologo di Burgos e conquista la prima Maglia Rossa; nelle tappe successive controlla e lascia la leadership per due volte ai fuggitivi di giornata, la riconquista con facilità e tiene a bada i diretti rivali in tutti gli arrivi in salita. Terminerà con un vantaggio di 4′42” sul secondo in classifica Enric Mas, uno scarto enorme: per trovarne uno maggiore dobbiamo tornare indietro nel tempp fino al 1997, quando Alex Zulle diede 5′02” a Fernando Escartin. Oltre alla cronometro iniziale vince anche la cronometro finale di Santiago de Compostela e due tappe in linea, tra le quali il difficile tappone con arrivo ai Lagos de Covadonga. Mostra qualche piccolo segno di cedimento solo durante la seconda settimana, stringe i denti e, aiutato da una grande squadra, spazza via tutte le paure andando ad eguagliare il record di Tony Rominger e Roberto Heras di tre successi di fila al Giro di Spagna. VOTO: 10

FABIO JAKOBSEN: Dopo il terribile incidente del Giro di Polonia 2020 e aver rischiato seriamente di non poter più correre su una bicicletta, si riprende tutto ciò che gli spetta. Alla Vuelta si concede ben tre vittorie di tappa, due secondi posti e la leadership della classifica a punti. Bentornato Fabio. VOTO: 9

MAGNUS CORT: Il danese della EF Education-Nippo corre una Vuelta grandiosa. Vince tre tappe suddivise perfettamente nelle tre settimane, segno di una condizione perfetta che lo ha accompagnato dall’inizio alla fine e che gli ha permesso di correre la sua miglior stagione da quando è passato professionista. Tenta il colpaccio anche nella cronometro finale di Santiago di Compostela, peccato che abbia trovato un grande Roglic sulla sua strada. VOTO: 8

MICHEL STORER: Il giovane australiano del Team DSM vince con merito la classifica dedicata agli scalatori. Ciò avviene grazie ad una condotta di gara sempre aggressiva. VOTO: 8

ENRIC MAS: Lo spagnolo si divide i gradi di capitano con Lopez, insieme cercano di mettere pressione a Roglic, ma senza ottenere grossi risultati. Corre con attenzione e non perde mai la bussola, a differenza del compagno di squadra. Il suo è u secondo posto meritatissimo, come nel 2018, se consideriamo anche le fatiche accumulate al Tour de France. VOTO: 7,5

JACK HAIG: Finalmente riesce a fare classifica in un grande giro. Senza subire pressioni e senza dividersi i ruoli di capitano con nessun altro (Landa si fa fuori praticamente subito) conquista il gradino più basso del podio finale. VOTO: 7,5

ADAM YATES: Il britannico sfiora il podio. Col senno di poi conveniva dargli carta bianca sin dall’inizio della corsa. Appena Bernal dà segni di cedimento, nella seconda settimana inizia a curare la classifica generale dove risale tappa dopo tappa. VOTO: 7

CLEMENT CHAMPOUSSIN: Il corridore della AG2R Citroën Team riesce a vincere per la prima volta in carriera una tappa in un Grande Giro, un successo meritato dopo averci provato più volte in precedenza. VOTO: 7

GINO MADER: Lo svizzero si era fatto conoscere dal grande pubblico durante il Giro d’Italia 2021 con la vittoria a San Giacomo. In Spagna si dedica alla classifica generale e sorprendentemente termina al quinto posto, piazzamente che gli consente anche di vincere la classifica dedica ai giovani. VOTO:7

JASPER PHILIPSEN: Dopo un Tour de France non all’altezza ha la sua rivincita alla Vuelta. Il velocista della Alpecin-Fenix si sblocca con due belle vittorie a Burgos e ad Allbacete. VOTO: 7

SEPP KUSS: Il giovane corridore della Jumbo-Visma è un tuttofare. Fa il gregario quando serve per Roglic, cura la classifica generale e nel frattempo prova a vincere qualche tappa salendo sul podio di giornata. In molti altri team farebbe sicuramente il capitano. VOTO: 7

ANDREA BAGIOLI: Il giovane ciclista della Deceuninck-QuickStep non sfigura al cospetto di ciclisti più esperti e navigati di lui. Lavora per il capitano di giornata quando c’è da lavorare e si prende le sue responsabilità quando ha il via libera. Raccoglie un terzo posto sull’Alto de la Montaña de Cullera e un secondo posto a Cordoba, lanciando ottimi segnali per il futuro. VOTO: 6,5

DAMIANO CARUSO: Il siciliano è strepitoso nella tappa dell’Alto de Velefique, sul quale va a vincere partendo da lontano. Nei giorni successivi la condizione lo abbandona e si accontenta di terminare la corsa in modo decoroso. Di gran lunga il miglior italiano nei Grandi Giri in questa stagione ciclistica 2021. VOTO: 6,5

FLORIAN SENECHAL: Il corridore della Deceuninck-QuickStep riesce a trionfare a Villanueva de la Serena dopo aver lavorato tanto nei finali di tappa per il proprio capitano Jakobsen. Un successo meritato per un corridore talentuoso e generoso. VOTO: 6,5

GUILLAUME MARTIN: Entrando nella fuga bidone della decima tappa si ritrova al secondo posto in classifica generale. Da lì in poi si mette a difendere la top ten finale e ci riesce chiudendo al nono posto. VOTO: 6,5

ODD CHRISTIAN EIKING: Il corridore della Intermarché – Wanty – Gobert Matériaux conquista la Maglia Rossa grazie ad una fuga bidone e riesce a mantenere il primato per ben sette tappe finché è costretto a cedere ai big. VOTO: 6,5

REIN TAARAMAE: L’estone della Intermarché – Wanty – Gobert Matériaux riesce a rubare, per due tappe, la Maglia Rossa a Roglic grazie alla fuga vittoriosa verso il Picón Blanco. Un risultato meritato che mancava dal 2016, quando trionfò in Italia a Sant’Anna di Vinadio. VOTO: 6,5

ROMAIN BARDET: Il corridore del Team DSM parte a rilento per per attaccare nella seconda settimana, dove riesce a vincere a Pico Villuercas. Si riperde nell’ultima settimana dove attacca ancora, ma stavolta la gamba gira a vuoto. VOTO: 6,5

ALBERTO DAINESE: Molto incoraggiante l’esordio del giovane veneto in un Grande Giro. Tanti piazzamenti in volata al cospetto di rivali più quotati che lasciano presagire un futuro roseo. VOTO: 6

ANDREAS KRON: Il giovanissimo danese della Lotto Souda lè un peperino. Sempre attivo, lo si è spesso visto in azione in molte fughe. VOTO: 6

DAVID DE LA CRUZ: Senza infamia e senza lode, correndo con costanza sfrutta le débâcle degli avversari riuscendo a centrare un posto nei primi dieci della classifica generale. Buona la cronometro finale di Santiago de Compostela, grazie alla quale guadagna il settimo posto. VOTO: 6

EGAN BERNAL: Non si presenta al via nelle migliori condizioni fisiche e cerca di trovare il colpo di pedale giusto, che non troverà mai nonostante non ci pensi due volte per tentare qualche sortita. VOTO: 6

FELIX GROßSCHARTNER: Una Vuelta di Spagna corsa con molta costanza e attenzione. Quando ha terreno e spazio per attaccare lo fa; una volta entrato in classifica si mette a curarla e riesce a terminare a Santiago de Compostela al decimo posto. VOTO: 6

KENNY ELISSONDE: Il portacolori della Trek-Segafredo parte forte e riesce a conquistare, anche se solo per pochi giorni, la Maglia Rossa. VOTO: 6

LOUIS MEINTJES: Dopo tanto tempo lo troviamo a lottare per un posto nella top ten della classifica generale. La sfortuna vuole che debba lasciare la corsa sul più bello a causa di una caduta. VOTO: 6

MICHAEL MATTHEWS: L’australiano corre senza risparmiarsi fin dalla prima settimana, raccogliendo piazzamenti qua e là. Gli manca lo spunto decisivo, un problema che si protrae da più di un anno ormai. VOTO: 6

ALEX ARANBURU: Parte bene già dal prologo di Burgos, dove arriva secondo, e poi si piazza quinto nella tappa in linea successiva. Si perde dalla terza tappa in poi fino al ritiro causato da una caduta. Di gran lunga il migliore dall’Astana in questa edizione della Vuelta. VOTO: 5,5

JESUS HERRADA: Attivo solo sul Pico Villuercas, dove deve arrendersi ad un Bardet in giornata di grazia. VOTO: 5,5

JON ABERASTURI: L’esperto velocista della Caja Rural – Seguros RGA prova a rendersi utile negli arrivi in volata. Tanta buona volontà ma risultati non certo eccelsi. VOTO: 5,5

MATTEO TRENTIN: Il trentino della UAE Team Emirates non riesce a vincere una tappa. Corre con aggressività e sagacia, ma il suo guizzo vincente si è un po’ arruginito. VOTO: 5,5

RICCARDO MINALI: Il venticinquenne velocista della Intermarché – Wanty – Gobert Matériaux non riesce a fare il salto di qualità tra i professionisti mentre il tempo passa inesorabilmente e i risultati non arrivano. VOTO: 5,5

ARNAUD DEMARE: Viene beffato da Jakobsen nella quarta frazione con arrivo a Molina de Aragón; da lì in poi si eclissa e non lo si vede più. VOTO: 5

DANIEL NAVARRO: Il corridore della Burgos-BH paga la non giovane età; tanta fatica solo per entrare nelle fughe di giornata. VOTO: 5

GIULIO CICCONE: Una Vuelta in chiaroscuro per l’abruzzese. Prova a far classifica, ci mette ardore e sacrifico ma il risultato non è dei migliori. Purtroppo una caduta all’inizio dell’ultima settimana lo costringe al ritiro. Gli manca ancora la costanza nei Grandi Giri per fare quel salto di qualità che tutti si aspettano da lui. VOTO: 5

LILIAN CALMEJANE: Tanti passaggi a vuoto per il transalpino della AG2R Citroën Team. Gli manca una vittoria di tappa in un Grande Giro dal 2017, ci saremmo aspettati una condotta di corsa più aggressiva, considerando anche che la Vuelta è stata l’unica corsa di tre settimane in cui ha partecipato quest’anno. VOTO: 5

LUIS ANGEL MATE’: Il corridore della Euskaltel – Euskadi doveva essere il portabandiera del team, ma conclude la corsa senza nessuna azione degna di nota. VOTO: 5

SEP VANMARCKE: Tappe adatte alle sue caratteristiche non ce n’erano tante, eppure lui non fa molto per ritagliarsi lo spazio necessario per attaccare o provare a conquistare una posizione d’onore. VOTO: 5

MIKEL LANDA: Un crescendo di delusioni dopo essere arrivato al via nella migliore forma fisica possibile. Cadute, giri a vuoto e distrazioni fino al ritiro nella diciassettesima tappa. Ancora un’occasione sprecata per il basco. VOTO: 4

MIGUEL ANGEL LOPEZ: Si ritira durante l’ultima tappa in linea della Vuelta, quando era in piena corsa per il podio finale pochi giorni dopo la splendida vittoria sull’Altu d’El Gamoniteiru. Per lui una crisi di nervi che non è stata ancora digerita in casa Movistar. Lascia la Vuelta nel peggior modo possibile, inaccettabile da parte di un professionista. VOTO: 2

FABIO ARU: Il sardo dice addio al ciclismo su strada a soli 31 anni, terminando la sua avventura sulle due ruote proprio nella corsa che gli ha regalato l’emozione più grande. Era il 2015 quando Aru vinse la Vuelta superando corridori come Joaquin Rodriguez, Nairo Quintana e Tom Dumoulin. Dopo i podi sorprendenti del Giro d’Italia aveva conquistato un Grande Giro proprio come Nibali (anche lo “Squalo” iniziò a dominare le corse di tre settimane proprio partendo dalla Vuelta). Fabio sarà accostato come rivale ed erede ciclistico al siciliano, dopo Coppi-Bartali e Moser-Saronni la stampa e gli appassionati italici pregustavano una nuova rivalità tutta tricolore. Invece non sarà così. Problemi fisici, psicologici e caratteriali gli hanno impedito di continuare a lottare per risultati importanti. Ultima vittoria nel 2017, tappa e Maglia Gialla conquistata al Tour de France da campione italiano in carica, troppo tempo per un corridore che a soli 24 anni trionfava a Plan di Montecampione entrando di prepotenza tra i big del ciclismo mondiale. VOTO ALLA CARRIERA: 6,5

Luigi Giglio

LA TAPPA DEL GIORNO: PADRÓN – SANTIAGO DE COMPOSTELA

settembre 5, 2021 by Redazione  
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Gran finale a cronometro per la Vuelta 2021, che quest’anno ha scelto di non arrivare nella solita Madrid. L’ultima tappa si disputerà sulle movimentate strade della Galizia, ricalcando il tracciato di una prova contro il tempo disputata alla Vuelta del 1993

Era da parecchie edizioni che la Vuelta non proponeva una cronometro così lunga all’ultimo giorno di gara. Per trovare una simile alla Padrón – Santiago de Compostela bisogna tornare indietro nel tempo fino al 2004, quando il Giro di Spagna terminò a Madrid con una prova contro il tempo di 28 Km vinta dallo spagnolo Santiago Pérez, mentre il suo connazionale Roberto Heras si difese e per 30 secondi conquistò la sua terza Vuelta. Due anni prima, invece, non gli era andata così bene perchè nella conclusiva Warner Bros Park – Madrid di 41 Km perse e di parecchio (2′14″) le insegne del primato, passate ad Aitor González. Venendo alla crono di quest’anno si disputerà sulla distanza di 34 Km ricalcando le rotte di un’altra tappa contro il tempo che fu proposta come ultima tappa della Vuelta. Era il 1993 e quel giorno si percorsero le medesime strade di oggi, anche se era maggiore di una decina di chilometri la distanza di gara, completata nel minor tempo da Alex Zülle, che rimase in sella per poco più di un’ora. La media dell’elvetico non fu elevatissima, poco meno di 44 Km orari, a causa di un tracciato non proprio da specialisti per la presenza di due tratti in salita. Il primo lo s’incontrerà a 13 Km dalla partenza e sarà il più difficile, un chilometro esatto al 7.5% al termine del quale saranno presi i primi tempi di gara. Ad una decina di chilometri dal traguardo si incontrerà la seconda ed ultima ascesa (mille metri al 6% e altro punto di rilevamento degli intermedi), ma anche il tratto conclusivo proporrà costantemente sotto le ruote dei corridori una lieve e costante pendenza. L’arrivo sarà in Plaza del Obradoiro, al cospetto della celebre cattedrale di Santiago de Compostela, punto terminale dello storico cammino percorso ogni anno da migliaia di pellegrini. Per avere l’attestato che certifica d’averlo effettuato bisogna dimostrare di aver percorso a piedi almeno 100 Km, ma non sarà così per i partecipanti alla Vuelta: per essere inclusi nella classifica generale dovranno aver terminato in sella alle loro bici l’intero percorso del Giro di Spagna. 3417 Km per la precisione!

METEO

Padrón – partenza primo corridore: poco nuvoloso, 24.8°C, vento moderato da SSW (12 km/h), umidità al 49%
Padrón – partenza maglia rossa: cielo sereno, 24°C (percepiti 25°C), vento debole da SW (5 km/h), umidità al 53%
Santiago de Compostela – arrivo primo corridore : poco nuvoloso, 31.3°C (percepiti 30°C), vento moderato da SSW (10-15 km/h), umidità al 28%
Santiago de Compostela – arrivo maglia rossa : cielo sereno, 27.8°C, vento debole da NNW (5-8 km/h), umidità al 41%

GLI ORARI DELLA VUELTA

Segnaliamo che la corsa non sarà seguita dalla RAI

16.29: partenza del primo corridore (Josef Černý) da Padrón
17.10: arrivo del primo corridore a Santiago de Compostela
17.50: inizio diretta su Eurosport 1 (circa un’ora e venti minuti dopo la partenza del primo corridore)
19.49: partenza di Primoz Roglic da Padrón
20.30: arrivo di Primoz Roglic a Santiago de Compostela

L’ANGOLO DELLA STORIA

Nonostante si tratti di una delle più celebri località spagnole non sono molte le volte nelle quali il Giro di Spagna ha proposto Santiago de Compostela nel suo tracciato, forse per non far scontrare troppo spesso la complessa macchina organizzativa della Vuelta con i numerosi pellegrini che giornalmente giungono al noto santuario galiziano. Il motivo è lo stesso per il quale Lourdes e il Tour de France si sono “incontrati” di persona in sole sei occasioni e di queste due sono stati arrivi di tappa e quattro meno “invasive” partenze. La Vuelta, che ha dimensioni più ridotte rispetto al gigantesco carrozzone della Grande Boucle, è finora riuscita a proporre 8 volte il traguardo in quel di Santiago, al quale è “pellegrinata” per la prima volta nel 1942, quando a imporsi fu lo spagnolo Antonio Andrés Sancho. Per i motivi sopra citati bisognerà attendere 40 anni esatti per rivedere la Vuelta sulle strade di Santiago, che nel 1982 sarà scelta per ospitare il cronoprologo, vinto da Marc Gomez, il corridore francese che esattamente un mese prima si era imposto a sorpresa, da neoprofessionista, alla Milano-Sanremo. Tre anni dopo sarà un corridore italiano a tagliare vittorioso questo traguardo, il mantovano Giambattista Baronchelli, al quale succederà nel 1989 lo spagnolo Joaquín Hernandez. Dopo aver ospitato la partenza assoluta nel 1982, Santiago avrà per la prima volta l’onore di ospitare l’arrivo della tappa conclusiva nel 1993, in occasione della citata crono vinta da Alex Zülle, che quel giorno rischiò di portar via la maglia amarillo al suo connazionale Tony Rominger, vincitore della sua seconda Vuelta (su tre conquistate consecutivamente) con appena 29 secondi di vantaggio. Dopo la seconda tappa dell’edizione 2007, vinta allo sprint dallo spagnolo Óscar Freire, Santiago tornerà ad essere ultimo traguardo della Vuelta nel 2014 e anche in quell’occasione si disputò una cronometro, anche se del tutto ininfluente per la classifica generale perchè quell’anno si scelse di proporre un facile tracciato in circuito di una decina di chilometri che porterà ancora il sigillo di un corridore italiano, il parmense Adriano Malori.

La cattedrale di Santiago de Compostela e l’altimetria della ventunesima tappa (www.ilcamminodisantiago.net)

La cattedrale di Santiago de Compostela e l’altimetria della ventunesima tappa (www.ilcamminodisantiago.net)

LA TAPPA DEL GIORNO: SANXENXO – MOS (CASTRO DE HERVILLE)

settembre 4, 2021 by Redazione  
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Ultime salite alla Vuelta 2021, che domenica si concluderà a Santiago di Compostela. È l’ultima occasione favorevole agli scalatori per rifinire la top ten della classifica

Le montagne sono terminate ma c’è ancora spazio per le salite alla Vuelta 2021. Nella penultima tappa se ne affronteranno ben undici, cinque delle quali valevoli per assegnare definitivamente la maglia di leader della classifica dei Gran Premi della Montagna, che al momento vede in testa l’australiano Michael Storet con soli 4 punti di vantaggio sul francese compagno di squadra Romain Bardet e 11 sul “capo” della Vuelta Primoz Roglic. Oggi si dovranno superare nel complesso 55 Km di salita a quote collinari (si supereranno di poco i 600 metri sul livello del mare), incontrando brevi rampe con il “peperoncino” nelle gambe inserite all’interno di ascese che sulla carta non sembrano impegnative e che potrebbero vedere inscenate piccole scaramucce tra gli interessati per definire la top ten della classifica alle spalle dell’irraggiungibile Roglic: appena 23 secondi, per esempio, separano il secondo della classifica dal terzo e poco importa che quei due corridori, Enric Mas e Miguel Angel Lopez, siano compagni di squadra. Il primo tratto al “peperoncino” sarà rappresentato dal chilometro iniziale al 10% dell’Alto de Mabia (6 Km al 5.7%), che s’incontrerà ad un’ottantina di chilometri dalla conclusione; dopo il successivo Alto de Mougás (quasi 10 Km al 6.1%, Cima Coppi della tappa) un’altra salita speziata sarà l’Alto de Prado, i cui 5.5 Km al 6.2% contengono una rampa di mille metri al 10.3% collocata nel finale dell’ascesa. Giudice senza possibilità d’appello, poichè in vetta si concluderà questa frazione, sarà la conclusiva ascesa verso il Castro de Herville, una decina di chilometri al 5% con un’altra maligna rampetta di un chilometro al 10.6% che si esaurirà a circa 6 Km dall’arrivo.

METEO

Sanxenxo : nubi sparse, 17.9°C, vento debole da SSW (3 km/h), umidità al 85%
Ponte Caldelas (Km 33.4) : nubi sparse, 19.9°C, vento debole da SSW (6-7 km/h), umidità al 74%
Mos (67.5 Km) : nubi sparse, 21.4°C, vento debole da SW (7 km/h), umidità al 75%
Baiona (traguardo volante – 157.6 Km) : nubi sparse, 18.3°C, vento debole da SW (6 km/h), umidità al 82%
Mos (Castro de Herville): previsioni non disponibili

GLI ORARI DELLA VUELTA

Segnaliamo che la corsa non sarà seguita dalla RAI

11.47: partenza da Sanxenxo
12.03: chilometro 0
14.50-15.15: scollinamento Alto de Vilachán
15.15: inizio diretta su Eurosport 1 (a circa 121 Km dalla partenza)
15.20-15-40: scollinamento Alto de Mabia
15.50-16.15: scollinamento Alto de Mougás
16.05-16.35: traguardo volante di Baiona
16.35-17.10: scollinamento Alto de Prado
17.15-17.50: arrivo a Mos

L’ANGOLO DELLA STORIA

La penultima tappa prende il via da Sanxenxo, centro della Galizia non particolarmente celebre ma che ha avuto un privilegio riservato a poche cittadine spagnole, quello di aver ospitato il “Grand Départ” della Vuelta. Accadde il 24 agosto del 2013, quando vi terminò la cronosquadre d’apertura, scattata da Vilanova de Arousa e vinta dall’Astana, che percorse i 27 Km del tracciato a quasi 55 Km orari, precedendo di dieci secondi la RadioShack – Leopard e di sedici la Omega Pharma – Quick Step, mentre le uniche due formazioni italiane al via, la Lampre – Merida e la Cannondale, accusarono rispettivamente 56 secondi e 1′26″ di ritardo. A vestire la prima maglia rossa fu lo sloveno Janez Brajkovic mentre ad essere incoronato vincitore della Vuelta tre settimane più tardi sarà il 41enne statunitense Chris Horner, corridore più anziano ad imporsi in un Grande Giro. L’anno precedente Sanxenxo si era “impratichita” di Vuelta ospitando per la prima volta l’arrivo di una frazione della corsa spagnola, vinta dal tedesco John Degenkolb, che precedette allo sprint il francese Bouhanni e l’italiano Daniele Bennati.

La croce innalzata sulla vetta dell’Alto do Castro de Herville e l’altimetria della ventesima tappa (turismoriasbaixas.com)

La croce innalzata sulla vetta dell’Alto do Castro de Herville e l’altimetria della ventesima tappa (turismoriasbaixas.com)

LA TAPPA DEL GIORNO: TAPIA – MONFORTE DE LEMOS

settembre 3, 2021 by Redazione  
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Volata o fuga? Entrambe le ipotesi sono valide per la terzultima tappa della Vuelta, ma la seconda è favorita dalla collazione di questa frazione a pochi giorni dal termine della corsa spagnola

Se questa tappa si fosse disputata nel corso della prima o della seconda settimana i velocisti non avrebbero avuto molti problemi nell’arrivare a disputarsi la vittoria al termine di una tappa caratterizzata da due lunghi tratti pianeggianti negli ultimi 80 Km, intervallati da una modesta salita di 3.5 Km al 4.6% piazzata a circa 32 Km dall’arrivo. Grazie al disegno altimetrico del finale le loro formazioni non avrebbero avuto troppi problemi ad andare a riprendere la fuga di giornata, andata via nella più movimentata fase iniziale della tappa, che prevede tre Gran Premi della Montagna non eccessivamente difficili, due dei quali classificati di seconda categoria. Ma c’è un incognita che pesa come una casa sull’esito di questa frazione, perchè è collocata nella terza ed ultima settimana di corsa, a soli tre giorni dalla conclusione e all’uscita dall’impegnativa due giorni trascorsa sulle difficili salite delle Asturie. Le energie sono in calando, nelle scorse frazioni molte se ne sono spese e oggi potrebbero mancare proprio tra i corridori delle squadre che dovranno lavorare per i loro velocisti, se rimasti in gara. Dunque le maggior chances di andare al traguardo oggi c’è l’avranno i corridori in fuga, proprio come successo a luglio al Tour nella tappa che arriva a Libourne, altimetricamente molto più semplice rispetto a quella odierna. Anche quella frazione si correva al terzultimo giorno di corsa e subito dopo aver affrontato i tapponi pirenaici: il gruppo tentò di tenere a bada il corposo tentativo andato via, poi mollò e la testa della corsa riuscì a presentarsi al traguardo con un vantaggio di quasi ventun minuti.

METEO

Tapia : nubi sparse, 19.7°C (percepiti 20°C), vento debole da WSW (6 km/h), umidità al 81%
A Fonsagrada (Km 66.7) : poco nuvoloso, 19.6°C (percepiti 25°), vento debole da WSW (4-7 km/h), umidità al 83%
Lugo (123 Km) : cielo coperto, 26.1°C (percepiti 27°C), vento debole da WSW (9-10 km/h), umidità al 54%
Monforte de Lemos: cielo coperto, 27.5°C, vento moderato da W (12-14 km/h), umidità al 51%

GLI ORARI DELLA VUELTA

Segnaliamo che la corsa non sarà seguita dalla RAI

12.11: partenza da Tapia
12.29: chilometro 0
13.00-13.05: scollinamento Alto de Sela de Entorcisa
13.20-13.25: scollinamento Alto da Garganta
14.00-14.10: scollinamento Alto de Barbeitos
15.00: inizio diretta su Eurosport 1 (a circa 100 Km dalla partenza)
16.30-17.00: traguardo volante di Oural
17.15-17.50: arrivo a Monforte de Lemos

L’ANGOLO DELLA STORIA

Non hanno mai ospitato un arrivo della Vuelta, ma sia Tapia, sia Monforte de Lemos hannno già avuto l’occasione di accogliere una partenza di tappa della corsa spagnola. Da Tapia, cittadina asturiana affacciata sull’Oceano Atlantico, scattò la quarta tappa dell’edizione del 1995, la prima disputata a settembre dopo il “trasloco” dalla precedente collocazione primaverile, quando la Vuelta si correva tra aprile e maggio, talvolta accavallandosi con le prime frazioni del Giro d’Italia. Quel giorno l’arrivo era fissato a La Coruña, dove si impose allo sprint il tedesco Marcel Wüst e dove il gruppo giunse dopo aver percorso un lungo tratto in automobile: a causa del forte vento ad un certo punto la giuria decise di interrompere la corsa, far salire i corridori in ammiraglia e tagliare quasi 100 Km di gara. Dal centro galiziano di Monforte de Lemos ha, invece, preso le mosse la sesta tappa dell’edizione 2016, terminata a Luintra con il successo del britannico Simon Yates.

Il monastero di San Vicente del Pino a Monforte de Lemos e l’altimetria della diciannovesima tappa (www.booking.com)

Il monastero di San Vicente del Pino a Monforte de Lemos e l’altimetria della diciannovesima tappa (www.booking.com)

LA TAPPA DEL GIORNO: SALAS – ALTU D’EL GAMONITEIRU

settembre 2, 2021 by Redazione  
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È l’ultima tappa di montagna della Vuelta 2021, ma pare difficile alla luce dell’impresa di ieri ai Laghi di Covandonga mettere in discussione il primato di Roglic. La salita finale, però, è molto dura e lo saranno anche le altre ascese inserite sul percorso: lo sloveno dovrà correre con molto attenzione, avendo ieri buttato sul piatto molte energie

Gamoniteiru è un nome che a sentirlo pronunciare fa quasi paura. E ancora più mette i brividi sapere che quello è il culmine di una salita parente strettissima del tremendo Angliru, non solo per le difficoltà ma anche perchè appartengono al medesimo massiccio montuoso. La strada dell’Angliru risale la “face nord”, quella del Gamoniteiru si trova esattamente dalla parte opposta e appena 4 Km in linea d’aria separano il piazzale dove termina la prima dal luogo dove si concluderà l’ultima tappa di montagna della Vuelta 2021. Le due salite non sono solo parenti ma anche quasi gemelle perchè l’Angliru misura 13.2 Km e sale al 9.4% medio, mentre quella che si affronterà oggi alla Vuelta è di quasi un chilometro più lunga (14.6 Km per la precisione) e presenta una pendenza media leggermente superiore (9.8%), anche se il top continua a rimanere l’altra salita in virtù di un tratto finale estremamente duro, con inclinazioni che arrivano al 23%. Raggiunge al massimo il 17% il Gamoniteiru, che si affronterà al termine di una frazione di circa 163 Km che proporrà altre due salite molto impegnative, cominciando con il Puerto de San Lorenzo (10 Km all’8.5%), che si dovrà scavalcare a 54 Km dalla partenza. Una trentina di chilometri più avanti si salirà una prima volta sull’Alto de la Cobertoria, affrontandone in questa occasione il versante occidentale (7.9 Km all.97%) e scendendo per quello orientale, che sarà percorso in salita nel finale, costituendo questo il tratto iniziale dell’impegnativa ascesa diretta al Gamoniteiru. Dopo l’impresa di ventiquattrore fa ai Lagos de Covadonga Roglic parrebbe nella classica botte di ferro, ma con un percorso del genere anche lo sloveno dovrà stare molto attento a parare gli attacchi degli avversari, perchè con l’impresa di ieri ha speso parecchie energie

METEO

Salas : poco nuvoloso con possibilità di deboli e isolate precipitazioni, 22.2°C (percepiti 23°C), vento debole da NNW (6 km/h), umidità al 76%
La Pola – 1° passaggio (Km 59) : poco nuvoloso con possibilità di deboli e isolate precipitazioni, 24.1°C (percepiti 25°), vento debole da NNW (9 km/h), umidità al 66%
La Pola – 2° passaggio (inizio salita finale) : poco nuvoloso con possibilità di deboli e isolate precipitazioni, 23.9°C, vento debole da N (10 km/h), umidità al 67%
Altu d’El Gamoniteiru: previsioni non disponibili

GLI ORARI DELLA VUELTA

Segnaliamo che la corsa non sarà seguita dalla RAI

12.35: inizio diretta su Eurosport 1 (3 minuti prima della partenza)
12.38: partenza da Salas
13.07: chilometro 0
14.15-14.25: inizio salita Puertu de San Llaurienzu
14.30-14.40: scollinamento Puertu de San Llaurienzu
15.15-15.35: traguardo volante di Bárzana e inizio salita Altu de la Cobertoria
15.35-15.50: scollinamento Altu de la Cobertoria
16.40-17.10: scollinamento Altu la Segá o del Cordal
16.55-17.20: inizio salita finale
17.15-17.45: arrivo sull’Altu d’El Gamoniteiru

L’ANGOLO DELLA STORIA

Il Gamoniteiru è una novità a metà perchè, se il tratto finale della salita non è mai stato percorso prima in nessuna corsa ciclistica, la prima parte dell’ascesa finale è una vecchia conoscenza della Vuelta. La cima all’Alto della Cobertoria, punto dove si stacca la strada diretta alla cima del monte, in dodici occasioni ha assegnato i punti per la classifica dei Gran Premi della Montagna e una volta fu stabilito di far terminare lì una frazione della corsa spagnola. La prima scalata risale al 1988, quando fu inserita nel tracciato della León – Estación Valgrande Pajares, tappa vinta dallo spagnolo Álvaro Pino dopo che la vetta della Cobertoria era stata conquistata per primo dal colombiano Carlos Maria Jaramillo. Nell’albo d’oro di quest’ascesa asturiana a Jaramillo sono quindi succeduti lo spagnolo Jesús Montoya nel 1990, il suo connazionale Pedro Delgado nel 1993, il francese Laurent Jalabert nel 1997, il portoghese Orlando Rodrigues nel 1999, il kazako Alexandre Vinokurov nel 2006 (l’anno dell’arrivo di tappa), lo spagnolo Luis Léon Sánchez nel 2010, il belga Thomas De Gendt nel 2012, ancora Sánchez nel 2014, il lussemburghese Frank Schleck nel 2015 e il polacco Tomasz Marczynski nel 2017, mentre nel 2019 a transitare per primo in testa è stato Geoffrey Bouchard, lo scalatore francese che quest’anno si è aggiudaticato la classifica dei Gran Premi della Montagna al Giro d’Italia.

La cima del Gamoniteiru e l’altimetria della diciottesima tappa (fusionasturias.com)

La cima del Gamoniteiru e l’altimetria della diciottesima tappa (fusionasturias.com)

LA TAPPA DEL GIORNO: UNQUERA – LAGOS DE COVADONGA

settembre 1, 2021 by Redazione  
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È il giorno di una salita storica della Vuelta, i Lagos de Covadonga, che si affronterà dopo esser saliti per due volte sull’inedita e impegnativa Collada Llomena

Dopo tante salite inedite è arrivato il momento di affrontare una storica ascesa della Vuelta, i Laghi di Covadonga, l’Alpe d’Huez del Giro di Spagna. Il paragone ci sta tutto, a partire dal fatto che si tratta di una delle salite più presenti nel tracciato della corsa iberica, proposta per la prima volta nel 1983 e inserita nel percorso per 21 volte negli ultimi 38 anni. Rispetto alla blasonata salita francese (30 arrivi di tappa) i “Lagos” vincono il confronto per l’incantevole scenario del parco nazionale dei Picos de Europa (dal 2003 riserva della biosfera dell’UNESCO) verso il quale si arrampicano i suoi 12.5 Km al 7%, numeri leggermente inferiori a quelli dell’Alpe (13.8 Km al 8.1%) ma che sono, però, condizionati da due brevi discese che spezzano la salita negli ultimi 3500 metri, mentre i primi 8 Km – la parte più difficile – presentano una pendenza media del 9%. Solitamente questa salita viene proposta “liscia” oppure addizionata dalla precedente ascesa al Mirador del Fito, come accaduto in occasione della tappa disputata nel 2018. Stavolta, però, non si verificherà nessuno di questi scenari perchè gli organizzatori sono andati a scovare tra le valli asturiane un’altra salita mai affrontata prima e, come accaduto con il Pico Villuercas, la faranno ripetere due volte: è la Collada Llomena, 7.6 Km al 9.1% in vetta ai quali si scollinerà la prima volta quando mancheranno poco meno di 100 Km al traguardo e la seconda ad una quarantina di chilometri dall’inizio della mitica ascesa finale. Non sono pochi e lo spazio per rientrare ci sarebbe, ma la duplice ascesa alla Llomena potrebbe rimanere nelle gambe al momento d’inerpicarsi verso i “Lagos”.

METEO

Unquera : nubi sparse 23.5°C, vento moderato da E (19 km/h), umidità al 61%
Cangas de Onís (Km 59) : pioggia debole (0.2 mm), 23.2°C (percepiti 24°), vento moderato da E (17 km/h), umidità al 66%
Covadonga (inizio salita finale) : pioggia debole (0.7 mm), 19.8°C, vento debole da E (6 km/h), umidità al 89%
Lagos de Covadonga: previsioni non disponibili

GLI ORARI DELLA VUELTA

Segnaliamo che la corsa non sarà seguita dalla RAI

11.50: inizio diretta su Eurosport 1 (20 minuti prima della partenza)
12.10: partenza da Unquera
12.21: chilometro 0
13.20-13.30: scollinamento Altu de Hortigueru
14.30-14.45: inizio prima ascesa alla Collada Llomena
14.40-15.00: primo scollinamento Collada Llomena
15.30-16.00: inizio seconda ascesa alla Collada Llomena
15.45-16.10: secondo scollinamento Collada Llomena
16.40-17.10: traguardo volante di Cangas de Onís
16.55-17.30: inizio salita finale
17.15-17.50: arrivo ai Lagos de Covadonga

L’ANGOLO DELLA STORIA

La storia ciclistica dei “Lagos” inizia il 2 maggio del 1983, quando vi terminò per la prima volta nella storia una tappa della Vuelta, partita da Aguilar de Campoo e vinta dallo spagnolo Marino Lejarreta, giunto al traguardo con 1′11″ di vantaggio su Bernard Hinault. Saranno proprio i corridori di casa i mattatori su questa salita, che vedrà imporsi Pedro Delgado nel 1985 e nel 1992, Álvaro Pino nel 1989, Juan Miguel Mercado nel 2001, Eladio Jiménez nel 2005 e Antonio Piedra nel 2012, mentre non è stata riassegnata la vittoria della tappa del 2010 dopo la squalifica per doping di Carlos Barredo. Nella speciale classifica delle nazioni vincitrici ai “Lagos” alle spalle della Spagna si piazza la Colombia con le due vittorie di Lucho Herrera e le affermazioni di Oliverio Rincón e Nairo Quintana, mentre sul terzo gradino del podio troviamo con tre successi a testa Francia (Thibaut Pinot e due volte Laurent Jalabert) e Russia (Pável Tonkov, Andrei Zintchenko e Vladimir Efimkin). Fanalini di coda con una solta vittoria sono Germania (Reimund Dietzen), Regno Unito (Robert Millar) e Polonia (Przemysław Niemiec). L’Italia si deve per il momento accontentare delle briciole: secondo posto per Leonardo Piepoli nel 2007 a 1′06″ da Efimkin e terzo posto per Gilberto Simoni nel 2005 a 1′32″ da Jiménez

L’affascinante scenario dei laghi di Covadonga e l’altimetria della diciassettesima tappa (www.freepik.com)

L’affascinante scenario dei laghi di Covadonga e l’altimetria della diciassettesima tappa (www.freepik.com)

LA TAPPA DEL GIORNO: LAREDO – SANTA CRUZ DE BEZANA

agosto 31, 2021 by Redazione  
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L’ultima settimana si apre con una tappa di difficile gestione per i velocisti, naturali favoriti per la vittoria in quel di Santa Cruz de Bezana. Nel finale le loro formazioni dovranno districarsi nel groviglio costituito dal vento, dai saliscendi e dalla tortuosità del chilometro finale.

Dopo il secondo giorno di riposo la Vuelta si rimette in cammino per affrontare la terza e decisiva giornata di gara. Le tappe chiave prima della cronometro dell’ultimo giorno si disputeranno tra domani e dopodomani, mentre oggi andrà in scena una frazione per velocisti apparentemente poco impegnativa ma che, invece, lo sarà e parecchio per le loro formazioni. Innanzitutto grossi problemi potrebbero arrivare dall’Oceano Atlantico perchè lunghi tratti della tappa si snoderanno a breve distanza dalle ventose coste del Golfo di Biscaglia, sulle quali oggi saranno previste folate che potranno arrivare a toccare velocità di 26 Km orari. Pur mancando grandi difficoltà altimetriche (è previsto un solo GPM di 3a categoria subito dopo metà tappa), si incontreranno diversi saliscendi, come quelli che movimenteranno il tratto di una quindicina di chilometri che terminerà a circa 10 Km dall’arrivo. Infine, quest’ultimo proporrà l’insidia di un chilometro conclusivo piuttosto complicato per tortuosità, con un paio di curve subito dopo il passaggio sotto la “flamme rouge” che anticiperanno una delicata inversione ad “U” su carreggiata ristretta ai 700 metri dal traguardo. Seguirà una “esse” ai meno 300 metri che introdurrà un rettilineo d’arrivo che proprio rettilineo non è perchè un’ultimissima e lieve curva dovrà essere superata subito prima del traguardo: una volata decisamente difficile che necessiterà di parecchia, parecchia attenzione.

METEO

Laredo : cielo sereno, 22.9°C, vento moderato da E (15 km/h), umidità al 63%
Beranga (Km 38) : cielo sereno, 23.5°C, vento moderato da E (16 km/h), umidità al 62%
Parbayón (Km 86.2) : poco nuvoloso, 23.6°C, vento moderato da ENE (23 km/h), umidità al 68%
Los Corrales de Buelna (112.5 Km): poco nuvoloso, 23.7°C, vento moderato da ENE (25 km/h), umidità al 67%
Santa Cruz de Bezana : cielo sereno, 24.6°C, vento moderato da ENE (26 km/h), umidità al 60%

GLI ORARI DELLA VUELTA

Segnaliamo che la corsa non sarà seguita dalla RAI

12.49: partenza da Laredo
13.00: chilometro 0
15.00: inizio diretta su Eurosport 1 (a circa 81 Km dalla partenza)
15.30-15.50: scollinamento Alto de Hijas
16.30-16.55: traguardo volante di Santillana del Mar
17.20-17.45: arrivo a Santa Cruz de Bezana

L’ANGOLO DELLA STORIA

Santa Cruz de Bezana, meta inedita per la Vuelta, si trova ad una decina di chilometri dal capoluogo della Cantabria, la città di Santander, dove la corsa spagnola è stata decisamente di casa, sin dagli albori. Nel 1935 vi terminò, infatti, la seconda tappa della prima edizione, vinta dallo spagnolo Antonio Escuriet, che fu leader per un sol giorno perchè dopo la frazione successiva dovrà consegnare le insegne del primato al corridore che poi le porterà fino al traguardo conclusivo di Madrid, il belga Gustaaf Deloor. Dopo questa prima volta altre 33 frazioni termineranno su di un traguardo che in ben sette occasioni vedrà vincitori corridori italiani: il primo è stato Francesco Moser nel 1984, dopo il trentino Santander ha visto imporsi Guido Bontempi nel 1991, Alessio di Basco nel 1994, Gianluca Pianegonda nel 1995, Mariano Piccoli nel 2000, Giovanni Lombardi nel 2002 e Alessandro Petacchi nel 2003, che è stato anche l’ultimo corridore vincente su questo traguardo. Due volte, infine, a Santander è terminata la giornata d’apertura della corsa: nel 1956 Rik Van Steenbergen vinse la Bilbao – Santander, primo atto della Vuelta che terminerà con il successo di Angelo Conterno, primo italiano a conquistare la corsa spagnola; nel 1981 vi si svolgerà un tradizionale cronoprologo, vinto dal francese Régis Clère

L’isla de Castro a Santa Cruz de Bezana e l’altimetria della sedicesima tappa (www.expedia.it)

L’isla de Castro a Santa Cruz de Bezana e l’altimetria della sedicesima tappa (www.expedia.it)

VUELTA 2021: LE PAGELLE DELLA SECONDA SETTIMANA

agosto 30, 2021 by Redazione  
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Alla vigilia dei sette giorni che decideranno le sorti dell’edizione 2021 del Giro di Spagna ecco le pagelle della settimana centrale della corsa iberica

ODD CHRISTIAN EIKING: Con una fuga bidone il norvegese conquista il primato in classifica generale, cosa che ci può stare nella seconda settimana di un Grande Giro. Sorprendentemente la difende con successo anche nelle dure tappe a seguire perdendo pochissimo terreno. Il corridore della Intermarché – Wanty si affaccerà alla terza settimana con un vantaggio di 1′36” su Roglic, sognare non costa nulla. VOTO: 8,5

MICHAEL STORER: Il ventiquatrenne del Team DSM, dopo aver trionfato sul Balcón de Alicante, si conferma a Rincón de la Victoria dove conquista il suo secondo successo personale alla Vuelta. VOTO: 7,5

FLORIAN SENECHAL: Dopo aver lavorato tanto per Jakobsen, a Villanueva de la Serena si ritrova finalmente capitano. Un’occasione che il corridore della Deceuninck riesce a sfruttare nel migliore dei modi. VOTO: 7

GUILLAUME MARTIN: Si ritrova in seconda posizione della classifica generale dopo la tappa che da Roquetas de Mar arrivava a Rincón de la Victoria. Lotterà fino alla fine per difendere il podio. VOTO: 6,5

MAGNUS CORT: Ormai ci ha preso gusto il danese, dopo il trionfo all’Alto de la Montaña de Cullera riesce ad imporsi in una volata di una quarantina di unità a Cordoba. VOTO: 7

ROMAIN BARDET: Il francese del Team DSM si accende in questa seconda settimana. È autore di ina condotta di gara aggressiva e sempre all’attacco. Tra una fuga e l’altra riesce a trionfare sul Pico Villuercas e a scalzare Damiano Caruso dalla testa della classifica riservata agli scalatori. VOTO: 7

ADAM YATES: Fa corsa parallela con Bernal, dimostrandosi più elettrico e aggressivo del compagno di squadra. Risale in classifica, anche se non riesce a piazzare la zampata vincente. VOTO: 6,5

ENRIC MAS: Il capitano della Movistar ha un ritardo di soli 35” da Roglic. Corre attaccato alle ruote dello sloveno, forse troppo, non lo lascia mai se non per pagare gli scattini finali. Sarà una terza settimana di puro spettacolo dove proverà a guadagnare terreno prima della cronometro finale, ma dovrà usare una condotta di gara più agguerrita. VOTO: 6,5

FABIO JAKOBSEN: Resiste saldamente in testa alla classifica a punti in una settimana dove tappe per lui non se ne vedevano (tranne quella di Villanueva de la Serena, dove si perde nel finale). VOTO: 6,5

PRIMOZ ROGLIC: Seconda settimana in sofferenza per lo sloveno, che perde la Maglia Rossa e assaggia più volte l’asfalto. Prova a recuperare a Valdepeñas de Jaén dove vince la tappa, ma aggunta pochissimi secondi. Il capitano della Jumbo-Visma resta sempre il favorito per la vittoria finale, controlla bene i rivali più pericolosi, ma lo smalto e la brillantezza mostrate sulle prime salite si sono un po’ offuscate. VOTO: 6,5

RAFAL MAJKA: Dopo una prima settimana negativa, il polacco trova la giornata di grazia nella tappa di El Barraco, dove timbra il cartellino staccando il secondo di giornata di quasi 1′30”. VOTO: 6,5

EGAN BERNAL: Il colombiano corre in sordina, non è nella condizione migliore e si vede. Soffre i cambi di ritmo dei migliori e non offre mai l’impressione di essere pericoloso per gli avversari. Nonostante la condizione non ottimale non sprofonda e resta lì a giocarsi il tutto per tutto nella terza settimana. VOTO: 6

MIGUEL ANGEL LOPEZ: Il colombiano è sempre ad un passo da Mas e a due da Roglic, sempre. Conduzione di corsa più attenta ma senza guizzi degni di nota. VOTO: 6

GIULIO CICCONE: Seconda settimana più ostica per il corridore abruzzese. Nella fuga bidone di Rincón de la Victoria esce dalla top ten e perde le ruote dei migliori in salita. Prova a rientrarci nelle tappe successive ma senza successo. VOTO: 5,5

DAVID DE LA CRUZ: Doveva essere l’uomo di classifica della UAE-Team Emirates, difficilmente riuscirà ad entrare nei primi dieci. VOTO: 5,5

MATTEO TRENTIN: Il corridore della UAE-Team Emirates non riesce a trovare il guizzo giusto, ci va vicino a Villanueva de la Serena ma deve inchinarsi a Sénéchal. VOTO: 5,5

MIKEL LANDA: Il basco dice addio ai sogni di gloria, se ce n’erano, perdendo terreno tappa dopo tappa. Riesce nell’impresa di cadere anche in salita, segno che la testa è ancora il suo punto debole.
VOTO: 5

Luigi Giglio

LA TAPPA DEL GIORNO: NAVALMORAL DE LA MATA – EL BARRACO

agosto 29, 2021 by Redazione  
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Quasi 200 Km da percorrere (oltre 50 dei quali in salita) e 3800 metri di dislivello positivo: messa così la frazione di El Barraco pare un durissimo tappone, di quelli che mandano in sollucchero gli scalatori. Ma, se non mancheranno i chilometri da trascorrere in salita, oggi difetteranno le pendenze e ben poche chanches avranno i grimpeur

È la tappa che meglio incarna il modello del tappone, tra chilometraggi abbondanti (quasi 200 Km, 53 dei quali in salita) e tanti metri da dislivello da superare, suddivisi tra quattro ascese. Ma, a ben guardare, poche oppurtunità avranno oggi gli scalatori perchè in nessun caso si incontreranno pendenze impegnative, di quelle che i grimpeur possono utilizzare per mettere in croce gli avversari, e con tutta probabilità anche oggi assisteremo alla vittoria di un corridore della fuga del mattino, mentre i big della classifica arriveranno al traguardo più o meno tutti appaiato. Le sorprese sono comunque da mettere sempre in conto, anche se sarà molto difficile riuscire a combinare qualcosa, tenuto anche conto che la salita con le inclinazioni più difficili è l’Alto de la Centenera (ultimi 6 Km al 7% su un totale di 15 Km al 5,3%), che è la prima che dovrà essere affrontata, a 85 Km dalla partenza e a 112 Km dal traguardo. Se ci fosse qualche corridore voglioso di mettere in difficoltà il grande favorito Roglic attenderà sicuramente il penultimo colle di giornata, il Puerto de Mijares, che presenta una pendenza media piuttosto costante del 5.5% appena ma è interminabile: i suoi 20 Km e 400 metri ne fanno, infatti, la seconda salita per lunghezza di questa edizione della Vuelta, preceduta solo dai quasi 30 Km del Collado Venta Luisa scalato nella tappa del Velefique. Se lassù qualcuno dovesse provare ad alzare la velocità di gara potrebbe cogliere qualche avversario affaticato e il fatto che domani ci sarà il giorno di riposo consentirà di buttare sul piatto qualche energià in più. Comunque, ribadiamo, sarà molto difficile – anche se non impossibile – mettere alla frusta su queste pendenza un corridore come lo sloveno che, se la fuga di giornata si fosse nel frattempo estinta, potrebbe ripetere a El Barraco la prestazione di Valdepeñas de Jaén, magara andando pochi chilometri prima ad intascarsi i secondi d’abbuoni del “puerto bonificato” previsto in vetta all’ultima salita di giornata, il Puerto San Juan de Nava.

METEO

Navalmoral de la Mata : cielo sereno, 26°C (percepiti 27°C), vento moderato da WSW (15 km/h), umidità al 49%
Candeleda (Km 49.5) : cielo sereno, 28°C, vento moderato da SW (13-14 km/h), umidità al 41%
Arenas de San Pedro (68.7 Km): cielo sereno, 29.1°C, vento moderato da SW (15-16 km/h), umidità al 36%
El Barraco: previsioni non disponibili

GLI ORARI DELLA VUELTA

Segnaliamo che la corsa non sarà seguita dalla RAI

11.35: partenza da Navalmoral de la Mata
11.52: chilometro 0
12.55: inizio diretta su Eurosport 1 (a circa 39 Km dalla partenza)
13.45-14.00: inizio salita Alto de la Centenera
14.10-14.30: scollinamento Alto de la Centenera
14.40-15.00: inizio salita Alto Puerto de Pedro Bernardo
14.55-15.20: scollinamento Puerto de Pedro Bernardo
15.35-16.05: inizia salita Puerto de Mijares
16.10-16.40: scollinamento Puerto de Mijares
16.35-17.10: traguardo volante di Burgohondo
16.50-17.25: inizio salita Puerto San Juan de Nava
17.00-17.40: scollinamento Puerto San Juan de Nava
17.10-17.50: arrivo a El Barraco

L’ANGOLO DELLA STORIA

El Barraco è una località cara al ciclismo spagnolo perchè di questo comune della provincia di Ávila sono originari due corridori molto amati dai tifosi di casa, Ángel Arroyo e il più volte citato José María Jiménez: il primo conseguì il principale risultato in carriera al Tour del 1983, terminato al secondo posto a quasi 4 minuti dall’indimenticato Laurent Fignon (aveva vinto anche la Vuelta l’anno precedente, ma sarà spodestato dopo che fu trovato positivo all’antidoping); il secondo fu paragonato a Pantani per le sue doti in salita che gli consentirono di conquistare otto tappe alla Vuelta (tra le quali quella del debutto dell’Angliru nel 1999), ma la sua carriera fu stroncata da una sintome depressiva che lo costrinse al ritiro dall’attività a soli 31 anni e al ricovero nella clinica psichiatrica dove l’anno successivo morirà improvvisamente per un infarto. “Barraqueño” d’adozione è, invece, il vincitore del Tour de France 2008 Carlos Sastre, che in questo centro frequentò la scuola d’avviamento al ciclismo qui fondata da suo padre e che di Jiménez è stato cognato avendone sposato la sorella Azucena. Nonostante questi “precedenti” finora mai nessuna tappa della Vuelta è partita o terminata a El Barraco, che però in sei occasioni ha ospitato un traguardo volante, il primo dei quali vinto dall’italiano Fabrizio Guidi nel 1998 durante la tappa Ávila – Segovia, conquistata dallo spagnolo Roberto Heras. Gli altri corridori che qui si sono imposti in queste volate intermedie sono stati Javier Pascual Rodríguez nel 1995, il danese Chris Anker Sørensen nel 1997, il suo connazionale Jakob Fuglsang nel 2009, Xavier Florencio nel 2010 e il francese Alexis Gougeard nel 2015.

Il monumento innalzato in memoria di José María Jiménez ad El Barraco e l’altimetria della quindicesima tappa (as.com)

Il monumento innalzato in memoria di José María Jiménez ad El Barraco e l’altimetria della quindicesima tappa (as.com)

LA TAPPA DEL GIORNO: DON BENITO – PICO VILLUERCAS

agosto 28, 2021 by Redazione  
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La Vuelta torna ad affrontare le montagne e lo fa propone la doppia ascesa (da due versanti differenti) al Pico Villuercas

È una novita assoluta, mai nessuna competizione ciclistica l’ha affrontata finora, e così per farla conoscere per bene gli organizzatori della Vuelta hanno voluto inseriere per ben due volte nel corso della quattordicesima tappa l’ascesa al Pico Villuercas. Ci si salirà da due versanti diversi e l’appuntamento con il primo sarà di quelli che scottano perchè per arrivare sino ai 1415 del Collado de Ballesteros, punto di “contatto” tra le due strade, bisognerà affrontare un muro di tutto rispetto, anzi un “super muro” perchè in quei 3 Km scarsi la pendenza media risulterà addirittura del 13.5% e a rendere la scalata ancora più complicata ci sarà il fondo stradale in cemento. Raggiunto lo scollinamento si percorrerà in discesa gran parte della strada che si affronterà in salita nel finale, prima del quale bisognerà mettersi nelle gambe un lunghissimo tratto – una trentina abbondamente di chilometri – caratterizzato da continui saliscendi che faranno certamente soffrire chi avrà perso le ruote del gruppo lungo la prima ascesa al Pico Villuercas, “geograficamente” collocata a quasi 70 Km dal traguardo. Non sarà per nulla estrema, invece, l’ascesa finale, la cui pendenza media si ferma ad un “modesto” 6.3%: è lunga, però, quasi 15 Km e vedrà i corridori superare in quel tratto un dislivello che rasenta i 1000 metri. Sicuramente lassù se ne vedranno delle belle, soprattutto se qualcuno tra i big avrà patito le tremende inclinazioni del Ballesteros, senza dimenticare che anche oggi si correrà con il gran caldo, pur se con temperature più “miti” rispetto a quelle che si sono dovute sopportare ieri e giovedì.

METEO

Don Benito : cielo sereno, 28.2°C, vento moderato da W (13-15 km/h), umidità al 38%
Obando (Km 35.6) : cielo sereno, 28.3°C, vento moderato da WSW (13-16 km/h), umidità al 39%
Pico Villuercas: previsioni non disponibili

GLI ORARI DELLA VUELTA

Segnaliamo che la corsa non sarà seguita dalla RAI

12.50: partenza da Don Benito
13.02: chilometro 0
14.50: inizio diretta su Eurosport 1 (a circa 75 Km dalla partenza)
15.15-15.30: scollinamento Puerto Berzocama
15.25-15.45: inizio salita Alto Collado de Ballesteros
15.30-15.50: scollinamento Puerto Collado de Ballesteros
16.10-16.35: traguardo volante di Alía
16.55-17.20: inizio salita finale
17.15-17.45: arrivo sul Pico Villuercas

L’ANGOLO DELLA STORIA

La Vuelta è sempre in “caccia” di nuove mete iin salita che vadano ad affiancarsi a quelle tradizionali della corsa iberica, spesso prive di quel mordente e di quelle pendenze che tanto piacciono agli scalatori. Quest’anno si sono già scoperti il Picón Blanco e il Balcón de Alicante e, dopo il Pico Villuercas, nella settimana conclusiva saranno proposte altre due succulente novità, la Collada Llomena e il temuto Gamoniteiru. Soprattutto in queste ultime edizioni si sono viste comparire ascese particolarmente dotate di pendenze cattive, come l’Alto de Moncalvillo che lo scorso anno ha ospitato l’arrivo dell’ottava tappa, vinta dallo sloveno Primož Roglič, che si fermò a soli 13″ dalla maglia rossa (vestita dall’ecuadoriano Richard Carapaz) e che due settimane più tardi sarebbe stato consacrato a Madrid vincitore della settantacinquesima edizione della corsa spagnola. Nel 2018 aveva, invece, debuttato alla Vuelta la salita verso il Santuario del Acebo, che vide la vittoria dello statunitense Sepp Kuss e che è una tradizionale ascesa del Giro delle Asturie. Limitandosi agli anni più recenti, altre scoperte “made in Vuelta” sono state il Balcón de Bizkaia nel 2018, il Mas de la Costa nel 2017, l’Ermita de Alba nel 2015, San Miguel de Aralar e la Camperona nel 2014. La capostipite di queste salite estreme, la cui scoperta svegliò l’interesse in terra di Spagna verso questo tipo d’ascese, fu l’Angliru, inserita per la prima volta nel tracciato della Vuelta nel 1999 e da allora riproposta in altre sette occasioni: il primo a domarne le arcigne pendenze fu lo spagnolo José María Jiménez, emulato dall’italiano Gilberto Simoni nel 2000, da Roberto Heras nel 2002, da Alberto Contador nel 2008, dall’olandese Wout Poels nel 2011 (dopo la squalifica per doping dello spagnolo Juan José Cobo), dal francese Kenny Elissonde nel 2013, ancora da Contador nel 2017 e dal britannico Hugh Carthy lo scorso anno.

La cima del Pico Villuercas e l’altimetria della quattordicesima tappa (www.hoy.es)

La cima del Pico Villuercas e l’altimetria della quattordicesima tappa (www.hoy.es)

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