LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): BREDA – BREDA
agosto 21, 2022 by Redazione
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La Vuelta saluta l’Olanda con un’altra tappa altimetricamente poco impegnativa, ancora destinata all’arrivo allo sprint. Attenzione al vento, però
Sarebbe stata una tappa totalmente pianeggiante se gli organizzatori non fossero andati a cercarsi con il proverbiale “lanternino” una microscopica salita nel bel mezzo della sconfinata pianura olandese. E hanno così scovato il classico “ago del pagliaio” anche se non sono proprio così puntuti i 300 metri al 3.7% di pendenza media della Rijzendeweg, in vetta alla quale sarà messo in palio un GPM di 4a categoria che potrebbe finire dritto nel palmares di un velocista. Alla volata che più conta si assisterà sessanta chilometri più avanti in quel di Breda, al termine di una tappa che – nonostante la sua facilità altimetrica – non andrà del tutto presa sottogamba perché si correrà in una zona dei Paesi Bassi spesso battuta dal vento, con l’annesso rischio dell’apertura dei cosiddetti “ventagli”, fratture del gruppo nel quale si possono perdere parecchi minuti. Da segnalare un curioso sconfinamento che avverrà a una ventina di chilometri dalla partenza, quando il gruppo attraverserà due delle otto “exclave” del comune belga di Baarle-Hertog.

Il castello di Breda e l’altimetria della terza tappa (hshotelsiracusa.it)
METEO VUELTA
Breda – partenza: nubi sparse, 21.6°C, vento moderato da WSW (16-17 km/h), umidità al 59%
Rijen (Km 43): nubi sparse, 22.2°C, vento moderato da WSW (15-16 km/h), umidità al 56%
Zevenbergen (80 Km): cielo coperto, 22.2°C, vento moderato da W (15-17 km/h), umidità al 56%
Rijzendeweg (GPM – 133.8 Km): cielo coperto, 22.1°C, vento moderato da W (16 km/h), umidità al 55%
Breda – arrivo : cielo coperto, 21.8°C, vento moderato da W (13-14 km/h), umidità al 57%
GLI ORARI DELLA VUELTA
12.00: inizio diretta su Eurosport
12.52: partenza da Breda
15.45-16.05: GPM della Rijzendeweg
16.35-16.55: traguardo volante di Sint Villebrord
17.05-17.30: arrivo a Breda
RASSEGNA STAMPA
Vuelta, seconda tappa: si rivede Bennett, gran volata. Il leader è Teunissen
Gazzetta dello Sport – Italia
Šprinterski ognjemet Bennettu, Roglič zdrsnil na 4. mesto
Delo – Slovenia
Sam Bennett remporte la deuxième étape
L’Équipe – Francia
Holanda se abona al rojo
AS – Spagna
Vuelta: Bennett vence 2.ª etapa ao sprint, Teunissen novo líder
Público – Portogallo
Bennett scorches to sprint success on stage two
The Guardian – Regno Unito
Sensational Sam Bennett wins Stage Two of Vuelta a España after dramatic sprint finish
Irish Independent – Irlanda
Sam Bennett wint eerste massasprint in Vuelta, Teunissen neemt rode leiderstrui over van Gesink
Het Nieuwsblad – Belgio
Teunissen neemt rood over van Gesink, Bennett wint Vuelta-etappe
De Telegraaf – Paesi Bassi
Optimistisk Mads P. får flyvende Vuelta-start og er tæt på sejr og pointtrøje
Politiken – Danimarca
Ackermann verpasst Etappensieg
Kicker – Germania
Sam Bennett ganó la segunda etapa de la Vuelta a España
El Espectador – Colombia
Richard Carapaz, de Ineos Grenadiers, llegó en el vigésimo lugar de la segunda etapa de la Vuelta a España, que conquistó Sam Bennett, de Bora-Hansgrohe
El Universo – Ecuador
VUELTAALCONTRARIO
L’ordine d’arrivo e la classifica generale visti dal punto di vista della maglia nera.
Ordine d’arrivo della seconda tappa, ’s-Hertogenbosch – Utrecht
1° Floris De Tier
2° Kamil Malecki s.t.
3° Xabier Azparren a 7′40″
4° Roger Adriá a 8′50″
5° Gerben Thijssen s.t.
Miglior italiano: Edoardo Zambanini, 8° a 8′50″
Classifica generale
1° Floris De Tier
2° Kamil Malecki a 1′35″
3° Xabier Azparren a 9′32″
4° Mathias Norsgaard a 9′33″
5° Thomas De Gendt a 9′43″
Miglior italiano Alessandro De Marchi, 12° a 11′10″
LA VUELTA DI MAERTENS ACCHIAPPATUTTO
Nel 1977 il belga Freddy Maertens prese il via alla Vuelta con la maglia iridata sulle spalle ma sin dalla prima tappa la sostituì con quella amarillo di leader della classifica generale. Alla fine si imporrà nel suo unico GT della carriera con quasi 3 minuti sul corridore di casa Miguel María Lasa e soprattutto un cospicuo bottino di tappe vinte: ben 13 sulle 21 a disposizione. Nel 45° anniversario di quella scorpacciata riviviamo quella Vuelta attraverso i titoli del quotidiano sportivo spagnolo “Mundo Deportivo”
27 APRILE 1977 – 1a TAPPA: DEHESA DE CAMPOAMOR – LA MANGA DEL MAR MENOR (115 Km)
EL DOMINIO DE MAERTENS IMPONE CAUTELA
Jaleo por el maillot rojo
Oliva, a por el premio de la montaña – Eulalio García: un hombre a tener en cuenta
LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): ‘S-HERTOGENBOSCH – UTRECHT
agosto 20, 2022 by Redazione
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Prima occasione per i velocisti al termine di una tappa che ricalcherà in parte le rotte di una frazione disputata al Giro d’Italia del 2010. Il via da ’s-Hertogenbosch, la cittadina dalla quale era partito il Tour de France nel 1996
La Vuelta si ferma per altre ventiquattrore a Utrech, che oggi ospiterà l’arrivo della prima delle sei frazioni destinate ai velocisti, la stessa quantità di tappe che erano state inserite anche nel percorso del Tour (anche se poi gli arrivi effettivi allo sprint sono stati cinque), mentre gli organizzatori del Giro erano stati più generosi e ne avevano inserite sette. Rispetto alla cronosquadre inaugurale ci sarà una partenza differente perché la tappa non sarà in circuito ma prenderà le mosse da ’s-Hertogenbosch, l’antica Boscoducale che nel 1996 ebbe l’onore di ospitare il Grand Départ del Tour de France con prologo e prima tappa, rispettivamente conquistate dall’elvetico Alex Zülle e dal francese Frédéric Moncassin. Lo stesso privilegio l’ha avuto anche la stessa Utrech, dalla quale è scattata l’edizione 2015 del Tour, in quell’occasione con una cronometro individuale di 14 km vinta dall’australiano Rohan Dennis. E c’è anche un precedente targato “Gazzetta” perché nel 2010 vi era terminata la seconda tappa del Giro d’Italia, partito quell’anno da Amsterdam, una tappa che ricalcava in parte le rotte dell’odierna frazione della Vuelta. Come in quella tappa si dovrà affrontare la facilissima salita dell’Ameronge Bos (2 Km al 2.4%), in quell’occasione inserita a più di 100 Km dal traguardo – dove si impose lo sprinter statunitense Tyler Farrar – mentre stavolta se ne dovranno una settantina prima di far ritorno a Utrech.

Uno dei fortini di Utrecht, monumento UNESCO, e l’altimetria della seconda tappa (www.ikreis.net)
METEO VUELTA
’s-Hertogenbosch: previsioni non disponibili
Dreumel (Km 63): nubi sparse, 22.9°C, vento moderato da W (13-15 km/h), umidità al 65%
Alto de Amerongse (GPM – 105.1 Km): nubi sparse, 23.2°C, vento moderato da W (14-17 km/h), umidità al 60%
Utrecht: poco nuvoloso, 20.8°C, vento moderato da WNW (17-22 km/h), umidità al 62%
GLI ORARI DELLA VUELTA
13.05: inizio diretta su Eurosport
13.32: partenza da s-Hertogenbosch
15.50-16.00: GPM dell’Alto de Amerongse
17.00-17.20: traguardo volante presso il Vliegbasis Soesterberg
17.20-17.45: arrivo a Utrecht
RASSEGNA STAMPA
Vuelta, cronosquadre alla Jumbo. Gesink primo leader
Gazzetta dello Sport – Italia
Rdeča majica je Rogličeva zahvala Gesinku
Delo – Slovenia
Jumbo-Visma remporte le contre-la-montre par équipes, Gesink en rouge
L’Équipe – Francia
Roglic disfruta en casa
AS – Spagna
A Vuelta começou em Utrecht e o primeiro líder é neerlandês, num dia perfeito para os Países Baixos
Público – Portogallo
Vuelta a España: Robert Gesink in red as Jumbo-Visma triumph in team time trial
The Guardian (Regno Unito)
‘Missie Vuelta’ is prima gestart voor Remco Evenepoel: geen rode trui te verdedigen, schade beperkt én sterke vorm getoond – Jumbo-Visma deelt al een eerste tik uit, Robert Gesink ‘krijgt’ de rode trui
Het Nieuwsblad – Belgio
Jumbo-Visma grijpt meteen macht in Vuelta; rode trui voor Gesink
De Telegraaf – Paesi Bassi
Trofast hjælper får den første Vuelta-førertrøje som belønning for mange års hårdt slid
Politiken – Danimarca
Roglic & Co. dominieren Vuelta-Auftakt – Gesink in Rot
Kicker – Germania
Arrancó la Vuelta a España con victoria de Jumbo-Visma
El Espectador – Colombia
Richard Carapaz, con Ineos, se ubicó en el décimo lugar de la primera etapa de la Vuelta a España, ganada por Robert Gesink, de Jumbo-Visma
El Universo – Ecuador
VUELTAALCONTRARIO
L’ordine d’arrivo e la classifica generale visti dal punto di vista della maglia nera.
Ordine d’arrivo della prima tappa, cronometro a squadre di Utrecht
1° Burgos-BH
2° Cofidis a 8″
3° Lotto Soudal a 9″
4° Euskaltel-Euskadi a 26″
5° Intermarché-Wanty-Gobert a 33″
Classifica generale
1° John Degenkolb
2° Thomas De Gendt a 15″
3° Merhawi Kudus a 17″
4° Gregor Muhlberger a 26″
5° Lluis Mas a 30″
Miglior italiano Antonio Tiberi, 13° a 1′40″
LA VUELTA DI MAERTENS ACCHIAPPATUTTO
Nel 1977 il belga Freddy Maertens prese il via alla Vuelta con la maglia iridata sulle spalle ma sin dalla prima tappa la sostituì con quella di leader della classifica generale. Alla fine si imporrà nel suo unico GT della carriera con quasi 3 minuti sul corridore di casa Miguel María Lasa e soprattutto un cospicuo bottino di tappe vinte: ben 13 sulle 21 a disposizione. Nel 45° anniversario di quella scorpacciata riviviamo quella Vuelta attraverso i titoli del quotidiano sportivo spagnolo “Mundo Deportivo”
26 APRILE 1977 – PROLOGO: DEHESA DE CAMPOAMOR (8 Km)
MAERTENS, REY SIN RIVALES
Ocaña quedò a 50 segundos del primo lider
Lasa, bien; E. Garcia, estupendo; Pesarrodona, aceptable
LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): UTRECHT – UTRECHT
agosto 19, 2022 by Redazione
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Parte la 77° edizione della Vuelta, che scatta dai Paesi Bassi con una cronometro a squadre di 23 Km veloce ma non troppo, spezzata da numerose curve e che potrebbe essere condizionata dal meteo. È, infatti, prevista pioggia sulle strade di Utrecht
Dopo Giro e Tour è giunta l’ora della Vuelta che, come le due corse che la precedono in calendario, salperà fuori dai confini nazionali spagnoli. Se la Corsa Rosa aveva scelto di partire dall’Ungheria e la Grande Boucle dalla Danimarca, gli organizzatori della corsa iberica hanno scelto i Paesi Bassi per fare il via alla 77° edizione del Giro di Spagna, che già due anni fa sarebbe dovuto partire da Utrecht, ma la pandemia aveva costretto a rimandare il progetto. La stessa cosa era accaduta al Giro, che nel frattempo aveva deciso di modificare le tappe originariamente previste in terra ungherese, mentre per la Vuelta si è deciso di rispettare alla virgola il programma stabilito fin dal 2020. Si partirà dunque con una cronometro a squadre, una prova spesso proposta alla Vuelta come frazione d’apertura, l’ultima nel 2019 quando sui 13 Km e rotti del circuito di Torrevieja la formazione più veloce fu l’Astana, vincitrice a sorpresa a causa di una caduta che coinvolse la squadra che allora era la favorita numero uno e che lo sarà anche quest’anno, la Jumbo Visma di Primoz Roglic. Stavolta si gareggerà su di un tracciato molto più esigente rispetto a quello di 3 anni fa perché la distanza da percorrere sarà quasi duplicata, mentre simile saranno le altimetrie, praticamente due linee rette senza salite di sorta. Le insidie comunque non mancheranno e avranno l’aspetto delle quasi 50 curve che s’incontreranno strada facendo e dalla pioggia prevista in serata su Utrecht.

Il centro storico di Utrecht e l’altimetria della prima tappa (Tripadvisor)
METEO VUELTA
Utrecht – partenza prima squadra: temporale con pioggia consistente e schiarite (0.9 mm), 21.7°C, vento moderato da W (14-20 km/h), umidità al 86%
Utrecht – arrivo ultima squadra: cielo sereno, 20.8°C, vento debole da W (10-17 km/h), umidità al 91%
GLI ORARI DELLA VUELTA
17.45: inizio diretta su Eurosport
18.30: partenza della prima squadra da Utrecht
18.55: arrivo della prima squadra a Utrecht
19.58: partenza dell’ultima squadra da Utrecht
20.22: arrivo dell’ultima squadra a Utrecht
RASSEGNA STAMPA
Giro-Vuelta? Ci sono riusciti in tre: Hindley sulla strada dei miti
Gazzetta dello Sport – Italia
Utrecht nova odskočna deska za Rogliča; štiri v vrsto?
Delo – Slovenia
Au Tour d’Alaphilippe – Nos favoris pour le maillot rouge
L’Équipe – Francia
La Vuelta de los ‘galácticos’
AS – Spagna
Uma Vuelta de oportunidade para João Almeida
Público – Portogallo
Onze Grote Voorbeschouwing: “Frisheid wordt het wapen van Remco Evenepoel”
Het Nieuwsblad – Belgio
Aftellen naar Vuelta-start: Jumbo-Visma sluit rit af – Kippenvel renners bij Vuelta-presentatie in Utrecht – Dit staat Vuelta-peloton te wachten in Nederland
De Telegraaf – Paesi Bassi
Mads Pedersen skal jagte etapesejre i Vuelta a España
Politiken – Danimarca
Fragen und Antworten zur Vuelta: Favoriten, Strecke, TV und Co.
Kicker – Germania
Una Vuelta a España para los escaladores
El Espectador – Colombia
Carapaz: ‘He preparado la Vuelta de la mejor manera y quiero pelear por el podio que ya conseguí otro año’
El Universo – Ecuador
VUELTAALCONTRARIO
L’ordine d’arrivo e la classifica generale visti dal punto di vista della maglia nera.
Ecco come è terminata la Vuelta l’anno scorso
1° Josef Černý
2° Fabio Jakobsen a 2′26″
3° Martin Laas a 3′22″
4° Jordi Meeus a 10′14″
5° Riccardo Minali a 13′35″
Maglia nera: Primoz Roglic, 142° a 6h03′50″
LA VUELTA DI MAERTENS ACCHIAPPATUTTO
Nel 1977 il belga Freddy Maertens prese il via alla Vuelta con la maglia iridata sulle spalle ma sin dalla prima tappa la sostituì con quella di leader della classifica generale. Alla fine si imporrà nel suo unico GT della carriera con quasi 3 minuti sul corridore di casa Miguel María Lasa e soprattutto un cospicuo bottino di tappe vinte: ben 13 sulle 21 a disposizione. Nel 45° anniversario di quella scorpacciata riviviamo quella Vuelta attraverso i titoli del quotidiano sportivo spagnolo “Mundo Deportivo”
RADUNO DI PARTENZA – 25 APRILE 1977
COMIENZA LA VUELTA-77
Jugarán sus cartas en el Formigal y Urquiola
Martens: “Correré hecho un cataplasma” – “Però lucharé por la victoria hasta al limite de mis fuerzas
VUELTA 2022: I FAVORITI
agosto 18, 2022 by Redazione
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Ecco la presenzatazione dei favoriti per la vittoria nella 77a edizione del Giro di Spagna che scatterà venerdì 19 da Utrecht, nei Paesi Bassi
PRIMOZ ROGLIC: Non corre dal Tour de France quando qualche caduta di troppo lo costrinse a ritirarsi anticipatamente e questo potrebbe essere un intoppo verso la conquista della sua quarta Vuelta in carriera. Il percorso e il team di altissimo livello sono due armi a suo favore ma purtroppo l’infortunio subito qualche settimana fa e la condizione possono creare problemi. PROBABILITA’: 25%
JAI HINDLEY: Il vincitore in carica dell’ultimo Giro d’Italia cercherà di ripetersi in Spagna. La condizione fisica è in crescendo come dimostrato alla Vuelta a Burgos. Kelderman, Fabbro, Higuita e company sono pronti per assisterlo in questa caccia alla doppietta Giro-Vuelta. Il problema più grande è Roglic, si prospetta un bel duello. PROBABILITA’: 25%
RICHARD CARAPAZ: La voglia di rivalsa è tanta, una rivincita nei confronti di Hindley dopo solo pochi mesi è una bella motivazione. La Ineos Grenadiers si presenterà al al via con un’ottima squadra e darà scintille contro la Bora e al Jumbo-Visma. PROBABILITA’: 20%
SIMON YATES: Alla Vuelta a Castilla y León ha dimostrato una buona gamba, troppo, e come sua abitudine rischia di arrivare troppo in forma all’inizio della corsa per poi soffrire nell’ultima settimana. Lui la Vuelta l’ha già vinta nel 2018, proverà a ripetersi e a cancellare questa stagione mediocre. PROBABILITA’: 10%
MIGUEL ANGEL LOPEZ: Le ultime stagioni per il colombiano sono state sottotono. Buoni si sono rivelati gli approcci nelle corse di preparazione, ma nell’appuntamento che conta accusa sempre inconvenienti. Che sia la volta buona che il colombiano dell’Astana riesca a portarsi a casa un Grande Giro? PROBABILITA’: 5%
JOAO ALMEIDA: Il portoghese ha un bel passo e nella cronometro è un osso duro. Se riesce a non perdere terreno nelle tappe intermedie potrebbe dar fastidio ai favoritissimi della vigilia. PROBABILITA’: 5%
NAIRO QUINTANA: In questa stagione abbiamo intravisto azioni e pedalata del Nairo che fu, vederlo lottare per il podio sarebbe una bella cosa e una conferma di quanto visto al Tour de France. PROBABILITA’: 2%
TAO GHEOGHEN HART: Il vincitore del Giro d’Italia 2020 potrebbe essere una delle tante frecce della Ineos Grenadiers. Le qualità ce l’ha e, anche se il percorso è più favorevole ad altri, mai dire mai. PROBABILITA’: 2%
ETHAN HAYTER: La Vuelta di Spagna è una corsa dove le sorprese escono sempre fuori, anche se il Giro sta provando a fare meglio. Hayter potrebbe sbocciare proprio in questa corsa: le qualità ci sono tutte. PROBABILITA’: 1%
JUAN AYUSO: Stesso discorso fatto per Haiter, con l’aggiunta che il corridore della UAE Team Emirates corre in casa e anche tra i professionisti ha fatto intravedere di poter far classifica dopo aver conquistato il Giro d’Italia Giovani Under 23 nel 2021. PROBABILITA’: 1%
MIKEL LANDA: Il basco è l’underdog per antonomasia, il ciclista talentuoso che per vari motivi non riesce mai a trionfare. Anche se i treni vincenti sono ormai passati e la parabola sembra ormai destinata a scendere e nonostante la sua dichiarazione di non puntare alla classifica uno spiraglio per noi romanticoni lo lasciamo sempre. PROBABILITA’: 1%
ENRIC MAS: Lo spagnolo del Team Movistar non è uno che vince molto, fa classifica con il suo classico stile di corsa. Questo 2022 non è andato molto bene, proverà a riscattarsi in casa. PROBABILITA’: 1%
WILCO KELDERMAN: Il passista scalatore olandese è un uomo di classifica, in caso di problemi per Hindley sarà lui a prendere il suo posto di leader in squadra, anche se le sue potenzialità sono state già espresse nelle passate stagioni. PROBABILITA’: 1%
REMCO EVENEPOEL: La Vuelta di Spagna è la corsa di tre settimane più adatta a vedere se si è portati per i Grandi Giri o no, a ventidue anni il belga potrebbe sorprenderci ancora una volta.PROBABILITA’: 1%
Luigi Giglio
AGOSTO – SETTEMBRE 2022, TRA TOUR E MONDIALE (PASSANDO PER LA VUELTA)
luglio 29, 2022 by Redazione
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La Vuelta e il mondiale sono i due “perni” attorno al quale ruoto la sessione estiva del calendario ciclistico. Terminato il Tour inizia la serie di corse a tappe che anticiperà la partenza della gara spagnola, prevista per il 19 agosto a Utrecht. Poi tutti i fari si sposteranno sull’Australia dove tra il 18 e il 25 settembre saranno assegnati i prestigiosi titoli iridati. E lungo il cammino per il mondiale ci sarà anche l’europeo di Monaco
26. È il numero dei giorni che intercorrono tra l’ultima tappa del Tour e la prima della Vuelta e già in molti stanno facendo il countdown, soprattutto chi è uscito con le ossa rotte della Grande Boucle e dal Giro d’Italia. Da diverse stagioni la corsa iberica è vista da molti come ancora di salvezza per dare un senso alla propria stagione e in un primo momento sembrava che al via della Vuelta si sarebbe schierato il grande sconfitto dell’ultimo Tour Tadej Pogacar, che aveva già stabilito di prendervi parte ben prima del suo crollo nel tappone del Granon e che poi ha deciso di rinunciarvi qualche giorno dopo la fine della Grande Boucle. Non sarà, invece, questo il caso di Richard Carapaz che, dopo aver perso alla penultima tappa un Giro che considerava vinto, ha puntato sulla Vuelta per la rivincita, ma sulle strade di Spagna dovrà sfidare proprio colui che l’aveva messo in croce sulla Marmolada, l’australiano Jai Hindley.
In attesa del via della Vuelta il mese di agosto proporrà una serie d’interessanti appuntamenti, anche se – tolta la Vuelta a Burgos – manca una corsa a tappe di specifica preparazione al Giro di Spagna perché quelle previste non sono particolarmente adatte agli scalatori, che invece ad aprile e giugno hanno molte più opportunità di prepararsi al meglio in vista di Giro e Tour.
Pur non presentando grandi salite, interessante si annuncia il tracciato del Giro di Polonia (30 luglio – 5 agosto), la cui 79a edizione sembra una versione “light” della Tirreno-Adriatico, scelta da Carapaz come tappa d’avvicinamento all’appuntamento con la Vuelta. A dare il “la” alla corsa polacca sarà una tappa di quasi 220 Km che si correrà tra Kielce e la storica città di Lublino, dove l’arrivo sarà allo sprint tra quei velocisti che non saranno stati respinti dallo strappo all’8% di pendenza massima che s’incontrerà all’interno dell’ultimo chilometro. Dopo la Chełm – Zamość, altra occasione per le ruote veloci, inizierà una serie di tre movimentate frazioni collinari al termine della quale si disputerà – al penultimo giorno di gara – una cronoscalata atipica che dovrebbe risultare decisiva per la vittoria finale. Non si dovrà, però, sottovalutare questo trittico che sarà aperto dalla tappa più lunga dell’edizione 2022, quasi 240 Km per pedalare da Kraśnik a Przemyśl, dove l’arrivo sarà posto in vetta a un doppio strappo (500 metri al 6.8%, tratto intermedio in quota e poi gli 800 metri finali al 10.5%) che fu proposto anche l’anno scorso, quando su questo traguardo s’impose il portoghese João Almeida: identici saranno anche i chilometri precedenti il finale, con tre brevi ascese da superare consecutivamente, sulle quali spicca quella diretta al santuario di Kalwaria Pacławska (2.1 Km al 9.2%). La Lesko – Sanok avrà, invece, l’aspetto delle tappe collinari meno impegnative della “Corsa dei due mari”, anche se i suoi 179 Km non saranno comunque una passeggiata per via dei quasi 2600 metri di dislivello da superare (400 in meno rispetto alla tappa di Torino del Giro), spalmati su di una quindicina di brevi ascese (la più lunga sarà di quasi 5 Km) non particolarmente pendenti. Simile ma leggermente più accidentata sarà la successiva Łańcut – Rzeszów (178 Km), tappa che precederà di ventiquattrore la frazione regina, la cronometro in salita da Gronków, villaggio rurale della cittadina di Nowy Targ, alla piccola stazione di sport invernali di Rusiński, situata a 929 metri di quota nel territorio municipale della località termale di Bukowina Tatrzańska, che così – pur con un finale di tappa inedito – ospiterà un arrivo della corsa polacca per il dodicesimo anno consecutivo. Abbiamo parlato di cronoscalata atipica perché degli 11.8 Km in programma i primi otto saranno in dolce falsopiano, salita vera s’incontrerà solamente nei successivi 2.2 Km al 6.1% per poi ritrovare il falsopiano nei 200 metri che precederanno lo scollinamento, superato il quale si dovranno poi percorrere quasi 1500 metri in quota, tra lieve discesa e pianura, per raggiungere la zona del traguardo. L’indomani l’atto conclusivo sarà rappresentato dalla Valsir – Cracovia, frazione di 178 Km che rappresenterà la terza opportunità riservata ai velocisti.
In parallelo al Polonia si correrà la Vuelta a Burgos (2-6 agosto), la cui 44a edizione sicuramente calamiterà gli interessi degli appassionati italiani per la presenza di Vincenzo Nibali, il quale poi andrà a disputare anche l’altra Vuelta, quella principale e una delle ultime corse della carriera dello “Squalo”. Per quanto riguarda le difficoltà altimetriche sono state confermate le tre ascese che sono inserite in “pianta stabile” nel percorso dal 2017, il Picón Blanco, le Lagunas de Neila e lo strappo del castello di Burgos, 900 metri al 5.3% in cima ai quali terminerà la prima tappa, un circuito di 153 Km e un finale che negli scorsi anni ha visto imporsi corridori del calibro di Mikel Landa e dei nostri Francesco Gavazzi e Giacomo Nizzolo, a conferma che anche i velocisti più resistenti possono far bene su questo traguardo. Anche nelle altre giornate a loro dedicate non avranno vita facile gli sprinter e così nel finale della successiva Vivar del Cid – Villadiego (158 Km) si dovrà superare a 5.5 Km dall’arrivo un dentello di 1600 metri al 5% che sembra pensato proprio per rompere le uova nel paniere delle squadre dei velocisti. I quasi 8 Km al 9.2% del Picón Blanco saranno il “faro” della terza tappa e, come già capitato l’anno scorso e a differenze delle edizioni passate, non si affronteranno come arrivo di tappa ma come GPM di passaggio, inseriti a 37 Km dalla conclusione della Quintana Martín Galíndez – Villarcayo. Un altro traguardo progettato per far tribolare i velocisti sarà quello della successiva frazione che da Torresandino condurrà in 169 Km all’area archeologica della colonia romana di Clunia Sulpicia, dove attenderà i corridori una rampa finale non ripida (media del 4.9%) che in passato ha sempre creato un po’ di scompiglio, respingendo i velocisti meno resistenti e portando anche gli uomini di classifica a sgomitare per la vittoria, talvolta anche riuscendo a guadagnare qualche secondo. Per ultima si disputerà la tappa più impegnativa che, dopo il via da Lerma, si concluderà 170 Km più avanti ai 1872 metri delle Lagunas de Neila, in vetta all’ascesa simbolo della corsa iberica, 12 Km al 6.2%, dei quali gli ultimi tre al 9.7%.
La settimana di Ferragosto qualcuno la trascorrerà al “fresco” poiché è in programma l’Arctic Race of Norway (11-14 agosto), la cui nona edizione è stata disegnata – per la prima volta nella storia di questa giovane corsa – interamente a sud del circolo polare artico. Sarà la cittadina di Mo i Rana ad accogliere partenza e arrivo della prima frazione, un circuito di 185 Km che dovrebbe favorire la vittoria di un velocista nonostante la presenza di due ascese di 1a e 2a categoria. Ancor più alla portata dei velocisti sarà la successiva Mosjøen – Brønnøysund, dopo la quale si disputeranno le due tappe chiave dell’edizione 2022, con la prima che scatterà da Namsos per concludersi a Levanger, dove il traguardo sarà posto al termine dell’ascesa della Skallstuggu summit, 3700 metri al 6% contenenti un muro di 1000 metri al 10.5% di pendenza media che termina poco prima dello striscione dell’ultimo chilometro. Considerata la brevità dell’ascesa i distacchi che potrà infliggere saranno giocoforza contenuti, rimandando il verdetto finale alla salita della Tyholt Tower (1.5 Km al 7.5%), che l’indomani dovrà essere ripetuta quattro volte nel circuito della conclusiva tappa di Trondheim, l’ultima quando mancheranno 5.5 Km al traguardo.
La vigilia di Ferragosto sarà, invece, il giorno del campionato europeo riservato alla categoria professionisti, quest’anno eccezionalmente disgiunto dai campionati delle altre categorie (donne élite escluse), che si sono svolti nel mese di luglio in Portogallo e nei quali l’Italia ha conquistato sei medaglie (due di bronzo, tre d’argento e l’oro nella cronometro a squadre mista junior). Questa gara, che l’Italia conquista ininterrottamente dal 2019 (nell’ordine con Matteo Trentin, Elia Viviani, Giacomo Nizzolo e Sonny Colbrelli) nel 2022 finirà nel palmarès di un velocista perché il tracciato disegnato per quasi 209 Km tra Murnau am Staffelsee e Monaco di Baviera presenta solo due brevi salite, inserite nel tratto in linea, mentre totalmente pianeggiante sarà il circuito finale, lungo 13 Km e mezzo e da ripetere cinque volte. La rassegna proseguirà poi con le cronometro (in programma il 17 agosto sul piatto circuito di Fürstenfeldbruck) e con la gara su strada delle donne élite, che pure si disputerà a Monaco (con partenza da Landsberg am Lech) la domenica successiva.
Nel frattempo il calendario UCI ProSeries proseguirà con la 32a edizione del Giro di Danimarca (16-20 agosto), che quest’anno presenterà la novità dell’assenza nel tracciato della cittadina di Frederiksberg, che fin dalla seconda edizione – con un paio di rare eccezioni – era la sede d’arrivo della tappa conclusiva. La corsa scandinava prenderà le mosse con una frazione prevalentemente pianeggiante di 222 km che porterà il gruppo da Allerød a Køge e che, a meno di sorprese (il vento da queste parti spesso provoca parecchia selezione), non dovrebbe sfuggire ai velocisti. Diverso il discorso per la tappa successiva, poiché inevitabilmente lascerà un profondo segno in classifica la cronometro di Assens, 12 Km e 200 metri privi di qualsivoglia difficoltà altimetrica che gli specialisti si berranno tutto d’un fiato. Molto insidiosa si annuncia la seguente Otterup – Herning, i cui 239 Km (si tratterà della frazione più lunga) saranno infarciti di 10 settori di strada sterrata, l’ultimo dei quali però collocato molto distante dal traguardo di Herning, conosciuto in gruppo perché dal 1992 ospita l’omonimo Gran Premio ciclistico, il cui percorso è proprio caratterizzato da diversi tratti da percorrere lontano dall’asfalto. Un altro centro noto per una sua corsa ciclistica è Skive, che accoglierà il via della penultima tappa, destinata a tornarvi dopo aver percorso un anello di 167 Km che rappresenterà la seconda e ultima opportunità di andare a segno per i velocisti. La conclusiva Give – Vejle, infatti, non sarà la classifica passerella di fine corsa per via di un circuito finale di 10 Km da ripetere cinque che potrebbe anche rivelarsi decisivo per la vittoria finale, con il traguardo posto in vetta al muro del “mulino a vento”, 300 metri al 12.7% di pendenza media.
In questo stesso periodo si svolgerà anche il Tour de l’Avenir (18-28 agosto), versione “baby” del Tour de France riservata agli Under23 che l’anno prossimo potrebbe essere affiancata da una corsa riservata alla neonata categoria “donne U23”. Subito avvertiamo che il percorso della corsa francese nulla avrà a che spartire con il nostrano Giro d’Italia giovani, disputato a giugno e caratterizzato da un tracciato molto più duro e avvincente, mentre i transalpini hanno disegnato la loro corsa con mano piuttosto tenera, diversa anche da quella che ha progettato il Tour de France Femmes. Si comincerà con un “prélude” di 3.9 Km, altro modo per definire il velocissimo prologo (sole 7 curve e percorso pianeggiante) che assegnerà la prima maglia gialla in quel di La Roche-sur-Yon, attorno alla quale si snoderà anche la successiva frazione, prima di quattro tappe consecutive riservate ai velocisti, che avranno i traguardi fissati a Civray, La Trimouille e Chaillac (non propriamente adatti agli sprinter puri gli ultimi tre per la presenza di una lieve pendenza nel finale). Si cambierà decisamente marcia con la quinta tappa, la cronometro a squadre che è diventa una presenza fissa al Tour de l’Avenir a partire dal 2018 e che quest’anno si svolgerà sulla distanza di 28 Km tra i centri di Gueugnon e Saint-Vallier, su di un tracciato quasi totalmente pianeggiante. Seguirà a ruota l’unica frazione collinare inserita nel percorso, anche sul sito ufficiale è stata troppo pomposamente definita di montagna la tappa che si snoderà tra Saint-Amour e Oyonnax e nel corso della quale non si salirà oltre i 680 metri della Côte de Ceyssiat, ultima e più difficile (3.5 Km al 6.4%) delle otto brevi ascese che movimentano un tracciato comunque insidioso, ideale per imbastire inattese imboscate il giorno successivo la dispendiosa cronosquadre. Le montagne vere inizieranno 48 ore più tardi, dopo il giorno di riposo che il gruppo osserverà a Thonon-les-Bains, celebre località termale affacciata sul lago di Ginevra. Da quest’ultima scatterà il primo atto del trittico decisivo, che prevede l’arrivo in salita a Saint-François-Longchamp, 15 Km all’8% che coincidono con la prima parte dell’ascesa al mitico Col de la Madeleine. In vetta a quest’ultimo si scollinerà l’indomani nel corso della Ugine – La Toussuire, la tappa nel complesso più difficile, che proporrà il traguardo al termine della salita di 15.5 Km al 7% che è stata tre volte sede d’arrivo al Tour dei “grandi”, l’ultima nel 2015 quando lassù s’impose Vincenzo Nibali. Ancor più in alto si salirà nel corso della conclusiva Bessans – Villaroger perché prima di arrivare al traguardo in quota (ultimi 5 Km al 6.4%) bisognerà arrampicarsi fino a 2770 metri del Col de l’Iseran (13 Km al 7.8%), valico che supera in altezza anche il primato del nostro Passo dello Stelvio.
Cominceranno intanto a rombare i motori in vista dei campionati del mondo, che si terranno a fine settembre in Australia, e quei corridori che hanno scelto di prepararsi al mondiale senza passare dalla Vuelta avranno a disposizione due brevi ma intense e non troppo difficili corse a tappe, il Giro di Germania (24-28 agosto) e il Tour of Britain (4-11 settembre), mentre quest’anno non ci sarà la possibilità di usufruire delle strade del Benelex Tour perché la corsa nordeuropea – prevista dal 29 agosto al 4 settembre – è stata cancellata dagli organizzatori a causa dell’eccessivo affollamento di gare in calendario e rinviata al 2023 in una nuova collocazione ancora non annunciata. L’edizione 2022 della corsa tedesca vedrà il ritorno nel tracciato di una tappa a cronometro, disputata l’ultima volta nel 2008, e si tratterà del cronoprologo di 2.7 Km che si svolgerà sulle strade di Weimar. Dalla medesima cittadina si ripartirà alla volta di Meiningen, dove si arriverà al termine di 172 Km movimentati da alcune salite che non dovrebbero impedire l’arrivo allo sprint. Fa gola ai finisseur, invece, il traguardo del giorno successivo a Marburgo, preceduto da una “selva” di piccole colline che, seppur prive d’inclinazioni particolarmente significative, costituiranno un invito a nozze per i virtuosi dei “colpi dei fucile”. Non ci sarà solo il ritorno della crono nel tracciato perché questa edizione tornerà a proporre dopo diversi anni un arrivo in salita, previsto sulle pendici della Schauinsland, montagna della celebre Foresta Nera che si raggiungerà in 150 Km partendo da Friburgo in Brisgovia e arrampicandosi sino a 1200 metri di quota negli ultimi 12 Km, caratterizzati da una pendenza media del 6.5% e immediatamente preceduti dallo strappo del Luisenhöhe (poco meno di 4 Km al 7.2%). Se le pendenze della Schauinsland non avranno scavato solchi troppo profondi e ci fosse ancora un margine d’incertezza sulla vittoria finale ci si giocherà tutto nella conclusiva Schiltach – Stoccarda di 188 Km, che prevede un circuito finale di 10.5 Km con la triplice ascesa all’Herdweg (1300 metri al 7.8%), la salita che caratterizzò il percorso dei campionati del mondo del 2007, vinti da Paolo Bettini.
Il Giro della Gran Bretagna, invece, si disputerà su di un percorso geograficamente inverso rispetto a quello dello scorso anno, quando la corsa partì dalla Cornovaglia per terminare nella cittadina scozzese di Aberdeen. Stavolta quest’ultima sarà la sede di partenza della prima frazione, subito destinata a vedere in azione i corridori che puntano al successo finale perché l’arrivo sarà previsto nella piccola stazione di sport invernali del Glenshee Ski Centre, affrontata un’ascesa finale di 2.8 Km al 5.6%. Il gruppo si fermerà in Scozia anche per la tappa numero due, che porterà il gruppo da Hawick a Duns con un percorso di 175 Km privo di particolari difficoltà fino a 28 Km dall’arrivo, quando inizierà un ottovolante costituito da tre brevi e facili collinette consecutive (la più impegnativa di 1.7 Km al 6.2%, la più vicino all’arrivo da superare a 7 Km dal traguardo). Le rimanenti frazioni si svolgeranno sulle strade dell’Inghilterra (rimarrà escluso dal tracciato il Galles, che lo scorso anno ospitò le due tappe più impegnative della corsa), che accoglierà la corsa britannica con la Durham – Sunderland (164 Km), prima occasione riservate ai velocisti. Un arrivo allo sprint ristretto, invece, l’indomani porrà termine della Redcar – Duncombe Park (149.5 Km) per vie delle due collinette che gli organizzatori hanno collocato nel finale: quella di Carlton Bank – da superare a 26 Km dall’arrivo – è in concreto un muro di 1800 metri al 10.7% mentre quella di Newgate Bank (1500 metri al 7.2%), che si dovrà scavalcare a 8.5 Km dal traguardo, sarà coronata dall’ultimo dei tre traguardi volanti giornalieri. La successiva West Bridgford – Mansfield (187 Km) sarà totalmente pianeggiante e nuovamente favorevole alle “ruote veloci” poi, in continuo alternarsi di scenari differenti, si correrà la Tewkesbury – Gloucester (171 Km), nel complesso poco impegnativa ma il cui finale stuzzicherà i pretendenti alla vittoria finale per la presenza di due brevi ma non semplicissime salite piazzate al punto giusto, negli ultimi 27 Km: la prima è la Crawley Hill, 1700 metri al 7.7% contenenti un muretto di 600 metri all’11% di pendenza media; successivamente un ulteriore scoglio di 2 Km al 6.2% dovrà essere superato quando al traguardo mancheranno poco meno di dieci chilometri. Dopo la West Bay – Ferndown, terzo e ultimo appuntamento segnato sull’agenda dei velocisti, il Tour of Britain sbarcherà per la prima volta nella storia sull’isola di Wight per una tappa finale disegnata nel bel mezzo del canale della Manica e insidiosa più per i ventagli e le conseguenti fratture nel gruppo che potrebbero innescarsi che per il suo disegno altimetrico. Non saranno comunque una passerella i 149 Km che da Ryde, il centro principale dell’isola, condurranno al traguardo, situato presso gli spettacolari faraglioni soprannominati The Needles (letteralmente “gli aghi”), percorsa una salita finale di 2 Km i cui 400 metri conclusivi presentano una pendenza media del 9.6%.
Poi tutti a pensare ai campionati del mondo di ciclismo, che per il 2022 sono stati assegnati a Wollongong, cittadina australiana del Nuovo Galles del Sud situata a un’ottantina di chilometri a sud di Sidney e affacciata sull’Oceano Pacifico. Ad aprire la rassegna iridata saranno il 18 settembre le cronometro riservate alle categorie élite con donne e uomini che per la prima volta nella storia del mondiale gareggeranno nello stesso giorno e sullo stesso percorso, un circuito cittadino di circa 17 Km che dovrà essere ripetuto due volte e la cui unica difficoltà altimetrica sarà lo strappo che conduce nel quartiere di Mount Lousey, mezzo chilometro al 6.5% di pendenza media. Il programma delle prove contro il tempo proseguirà il 19 con la gara Under23 e il 20 con quelle destinate agli juniores (uomini e donne), sempre sullo stesso percorso dei “grandi” ma in versione accorciata (lo strappo sarà comunque sempre presente). Dopo la gara “mixed relay” del 21 settembre (cronometro a squadre per nazionali mista, con formazioni composte di atleti di entrambi i sessi) una giornata di stacco permetterà ai corridori di prendere le misure del circuito delle prove su strada, che si svolgeranno tra il 23 e il 25 settembre, la data della gara più attesa, quella destinata agli uomini élite. Mentre i corridori delle altre categorie non lasceranno mai Wollongong, i professionisti prenderanno il via dal centro di Helensburgh e dovranno percorrere un tratto in linea pianeggiante di una trentina di chilometri prima di transitare per la prima volta sulla linea del traguardo e affrontare un primo giro di circuito di 34 Km che prevede l’ascesa sino ai 463 metri del Mount Keira (7.6 Km al 5.7%). Terminato quest’anello – del quale è prevista solo questa tornata – si andrà a imboccare il circuito iridato vero e proprio, lungo 17 Km e 500 metri, che presenta due brevi salite consecutive, lo stesso strappo di mezzo chilometro affrontato nelle crono e, immediatamente dopo, quello molto più impegnativo del Mount Pleasant, un chilometro esatto all’8.7% reso più impegnativo dal fatto che la strada è quasi totalmente dritta, spezzata da rare curve. Quando si sarà superata per l’ultima volta quest’asperità mancheranno soli 8 Km al traguardo di un mondiale che il commissario tecnico della nazionale italiana Daniele Bennati ha definito adatto a corridori come l’olandese Mathieu van der Poel, l’eritreo Biniam Girmay e il campione del mondo in carica, il francese Julian Alaphilippe. Gli azzurri, invece, punteranno sul toscano Alberto Bettiol.
Mauro Facoltosi
I SITI WEB DELLA CORSE
Tour de Pologne
Vuelta a Burgos
Arctic Race of Norway
www.arctic-race-of-norway.com/en/
Campionati europei
www.munich2022.com/en/road-cycling
PostNord Danmark Rundt
https://postnorddanmarkrundt.dk/
Tour de l’Avenir
Vuelta a España
Deutschland Tour
www.deutschland-tour.com/en/home
Tour of Britain
Campionati del mondo
https://wollongong2022.com.au/

Le Lagunas de Neila, sede d'arrivo della tappa regina della Vuelta a Burgos (wikipedia)
IL PAGELLONE DEL TOUR 2022. PROMOSSI E BOCCIATI DI UN’EDIZIONE DIVERTENTE
luglio 25, 2022 by Redazione
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Il Tour 2022 ci ha appassionato per tre settimane offrendoci uno spettacolo entusiasmante con il duello tra Vingegaard e Pogacar. Siamo certi che ne rivedremo altri, anche più appassionanti, sempre che lo sloveno calcoli un po’ meglio la tattica tappa per tappa e non si faccia prendere dalla voglia di strafare. Certo, anche se qualche piccolo rinforzo nell’UAE Team Emirates sarebbe lecito chiedere…
Team Jumbo Visma. Dimostra di essere la squadra più forte del Tour 2022 schierando due capitani e il ciclista attualmente più completo in circolazione. Fa sfogare gli avversari nella prima settimana per poi sferrare l’attacco decisivo sui Pirenei che di fatto consegna il Tour a Vingegaard. I ritiri di Roglic e di Kruijswijk alla vigilia dei Pirenei non la impensieriscono minimamente, anzi vince tre tappe consecutive (18, 19 e 20) con Vingegaard, Laporte e Van Aert, che si sommano alle altre tre (due di Van Aert ed una di Vingegaard), risultando la squadra con più vittorie di tappe. Voto 9.5
Team INEOS Grenadiers. Ai nastri di partenza appare la più omogenea e meglio assortita delle ventidue squadre in gara. Eppure si vede poco in testa a tirare nelle tappe che contano. Alla fine possiamo dire che abbia svolto il ‘compitino’, avendo ottenuto una vittoria di tappa con Thomas Pidcock e due ciclisti nella top ten finale (Geraint Thomas terzo ed Adam Yates decimo). Vince la classifica a squadre ma lascia l’impressione che le manca qualcosa. Voto 7.5
UAE Team Emirates. Pur avendo il fenomeno da battere, parte da Copenhagen qualche gradino sotto sia al Team Jumbo Visma che al Team INEOS Grenadiers. Perde abbastanza presto due pedine importanti per Pogacar come Vegard Stake Laengen (tappa e George Bennett (Tappa 10) e si fa sorprendere nella tappa del Col du Granon dai continui attacchi del Team Jumbo Visma. Sui Pirenei, dopo il ritiro di Rafal Majka e Marc Soler, sono Mikkel Bjerg e Brandon McNulty a tirare la carretta ma ormai i giochi sono fatti. Voto 7
Team Bahrain Victorious e Team Movistar. Squadre costruite su Caruso e su Mas, non danno mai l’impressione di poter dire la loro e faticano anche a stare a ruota di UAE Team Emirates e Team Jumbo Visma. Proprio Mas e Caruso sono costretti al ritiro causa covid e si prova allora ad andare in fuga con risultati deludenti. Segnaliamo soltanto qualche top ten con Carlos Verona, Luis Leon Sanchez e Dylan Teuns. Voto 5
Jonas Vingegaard. Dopo una prima settimana corsa in modo accorto, emerge prepotentemente – grazie all’aiuto della squadra – nell’undicesima tappa. Sul Col du Granon stacca Pogacar, caduto nel trappolone, e si invola verso la prima vittoria di tappa indossando la maglia gialla che porterà fino a Parigi. Ciliegina sulla torta la vittoria bis ad Hautacam che decreta definitivamente la sua superiorità nei confronti dell’avversario diretto. Voto 9
Tadej Pogacar. Nella prima settimana sembra poter vincere in scioltezza il terzo Tour consecutivo. Vince con apparente facilità a Longwy e sulla Planche des Belle Filles. Ma la voglia di strafare e di stravincere lo fa cadere nella trappola ordita dal Team Jumbo Visma nella fatidica undicesima tappa, in cui rispondendo in prima persona agli attacchi degli avversari, spompa la sua squadra ed anche se stesso, non riuscendo a tenere le ruote di Vingeggard nell’ascesa del Granon. Ottiene la terza vittoria di tappa a Peyragudes quando ormai non ha più margine per scalfire il primo posto del danese. Voto 8.
Geraint Thomas. Dopo la vittoria nel Giro di Svizzera parte con i gradi di capitano
dell’INEOS. E’ l’unico a mantenere, nello svolgimento del Tour, una distanza non incolmabile da Vingegaard e Pogacar. Quanto meno, è sempre l’ultimo a staccarsi dalla ruota dei due avversari principali. Coglie un podio finale che a conti fatti, e soprattutto a 36 anni suonati, gli va più che bene. Voto 7.5
David Gaudu. Oltre 13 minuti e mezzo di ritardo da Vingegaard sono un’enormità, ma il francese della Groupama FDJ riesce a chiudere al quarto posto in classifica generale ottenendo il miglior risultato alla Grande Boucle della sua carriera. Voto 7.
Yves Lampaert. Sorprende tutti nella cronometro iniziale di Copenhagen ed indossa la prima maglia gialla, consegnando alla Quick Step Alpha Vinyl l’unica vittoria di tappa, in assenza di Julian Alaphilippe. Voto 7.
Aleksandr Vlasov. Dopo un inizio difficile con la caduta nella sesta tappa che lo condiziona per il resto della corsa, stringe i denti e proprio nella cronometro finale riesce a entrare nella top five della generale. Considerata la condizione pre Tour, poteva ambire alla top 3. Ci riproverà. Voto 7.
Jasper Philipsen. Delle cinque volate a ranghi compatti del Tour 2022, ne vince due, tra cui la passerella finale sugli Champs Elysées. All’attivo anche due secondi posti ed un terzo posto. Voto 7.5.
Wout van Aert. Dimostra di essere il ciclista più completo in circolazione. Vince volate di gruppo, volate ristrette, cronometro. Tre tappe in totale per il fenomeno belga, a cui vanno sommati diversi piazzamenti. Una maglia verde che ipoteca praticamente nella prima settimana di corsa. Con le vittorie della quarta e dell’ottava tappa. E’ d’aiuto a Vingegaard anche nelle tappe più dure, specialmente in quella dell’Hautacam, dove contribuisce alla vittoria del danese andando in fuga e guidandolo per un paio di km sulla salita finale prima dell’attacco del danese. Due giorni dopo, vincerà nettamente la cronometro di Rocamadour. Voto 9.
Primoz Roglic. Parte con i gradi di co-capitano insieme a Jonas Vingegaard ma il ritardo accumulato e le cadute accusate nella sesta tappa lo tagliano fuori dalla lotta per la classifica generale. Si reinventa gregario contribuendo alla tattica aggressiva che vede la Jumbo Visma premiata nella tappa del Col du Granon. Si ritira dopo la quattordicesima tappa e lo rivedremo alla Vuelta dove sarà quasi certamente capitano unico della formazione olandese. Voto 6.5
Alberto Bettiol. Il ciclista che più di tutti ha fatto sperare in una vittoria di tappa italiana al Tour dopo tre anni. Il toscano trova la fuga giusta nella quattordicesima tappa che si conclude a Mende su un muro davvero impegnativo. Bettiol supera il battistrada Matthews e sembra capace di allungare ma l’australiano non demorde e riprende la testa della corsa, andando a vincere e relegando Bettiol alla seconda posizione. Voto 6
Filippo Ganna. Delude nelle cronometro di apertura e di chiusura uscendo in entrambe dal podio. Se nella cronometro di Copenhagen il meteo e la foratura avevano giocato un ruolo importante, nella cronometro di Rocamadour, adatta alle sue caratteristiche, possiamo dire che il piemontese ha deluso nettamente. Si rifarà agli Europei? Vedremo. Per il resto, lavora per l’INEOS dando un costante apporto ai capitani. Voto 5
Luigi Giglio

Il podio finale del Tour 2022 (foto: Michael Steele/Getty Images)
IL TOUR CHE VERRÀ (e altro ancora)
luglio 25, 2022 by Redazione
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Anche l’anno prossimo il Tour de France scatterà fuori dai confini nazionali. L’edizione 2023 della Grande Boucle, infatti, prenderà il via da Bilbao e si fermerà per quasi tre giorni nei Paesi Baschi
Per un Tour che muore ce n’è uno che si appresta a venire al mondo. La data del “parto” non è ancora stata fissata ma sicuramente sarà un giorno del prossimo autunno, verosimilmente ad ottobre; nel frattempo già da parecchio si conoscono i dettagli del “Grand Départ” perchè a gennaio sono state svelate le prime due tappe e mezza dell’edizione 2023 e si tratterà ancora di una partenza dall’estero. Dopo la Danimarca toccherà, per la seconda volta nella storia, alla Spagna e per la precisione ai Paesi Baschi, dai quali la corsa francese era già salpata nel 1992, quando la città di San Sebastián aveva ospitato prologo e prima tappa, rispettivamente conquistate da Miguel Indurain e dal francese Dominique Arnould. Tra dodici mesi sarà Bilbao a tenere a battesimo la 110a edizione del Tour e si tratterà di un battesimo di fuoco perchè la prima tappa, un circuito di 185 Km, proporrà più di 3000 metri di dislivello e una decina di brevi salite, le più interessanti delle quali saranno le ultime due, il muro della Côte de Pike (2 Km al 9.8% con gli ultimi mille metri al 13% medio) e lo strappo di 1 Km al 5.4% in cima al quale sarà collocato il traguardo. I tremila metri di dislivello li sfiorerà anche la seconda frazione, che muoverà dal capoluogo dei Paesi Baschi, Vitoria-Gasteiz, in direzione di San Sebastián, dove si giungerà dopo aver percorso 210 Km ed aver affrontato, tra le altre ascese, il mitico Alto de Jaizkibel (8.2 Km al 5.2% con gli ultimi 3.7 Km al 7.1%). L’indomani la cittadina di Amorebieta ospiterà la partenza della terza tappa, della quale al momento sono stati svelati solo i primi 140 Km, quelli che si dovranno percorrere per arrivare al valico di frontiera di Irun: il resto del tracciato sarà presentato in autunno anche se, con tutta probabilità, questa frazione potrebbe terminare a Bayonne. Quanto alla montagne è molto probabile che stavolta si affrontino prima i Pirenei delle Alpi, che nelle ultime due edizioni del Tour era state scalate nella prima parte della corsa.
RASSEGNA STAMPA
Tour, Vingegaard re a Parigi. Pogacar dà spettacolo, ma l’ultima tappa va a Philipsen
Gazzetta dello Sport – Italia
Philpsenu parada šampionov, Vingegaardu Tour – Poraz je najboljša šola – Tadej Pogačar se bo vrnil po rumeno majico
Delo – Slovenia
Et øjeblik på en parkeringsplads i midten af ingenting sagde mere om Vingegaard end tre ugers interviews – Macron, Kronprinsen og Elkjær: Lykønskningerne vælter ind til Jonas Vingegaard – Hvis det ikke er den største danske idrætspræstation nogensinde, så er det godt nok tæt på – Jubelfesten: Vingegaard taber tid med et stort smil – Officielt: Jonas Vingegaard vinder Tour de France
Politiken – Danimarca
Jonas Vingegaard seals Tour de France after Jasper Philipsen powers to stage win on Champs-Elysees
The Daily Telegraph – Regno Unito
Jonas des as
L’Équipe – Francia
París tiene nuevo rey
AS – Spagna
De Tour is van ons! Jasper Philipsen wint koninklijke spurt op de Champs-Elysées, zesde Belgische ritzege in Parijs – Gele trui Jonas Vingegaard vol lof over Wout van Aert tijdens slotceremonie Tour de France: “Hij is de beste renner ter wereld” – Jumbo-Visma ziet ijzersterke Tour de France bekroond worden met smak prijzengeld: ontdek hier hoeveel elke ploeg verdiende – Wout van Aert blikt tevreden terug op waanzinnig sterke Tour én groene trui: “Onze tactiek heeft goed gewerkt”
Het Nieuwsblad – Belgio
Vingegaard winnaar Tour de France, slotrit gewonnen door Philipsen – Cruciale rol Roglic nauwelijks op waarde geschat
De Telegraaf – Paesi Bassi
Jonas Vingegaard gewinnt die Tour de France
Luxemburger Wort – Lussemburgo
Vingegaards Triumphfahrt in Paris – Philipsen gewinnt den Sprint
Kicker – Germania
Россиянин Власов занял пятое место в общем зачете «Тур де Франс», победил датчанин Винегор
Sport Express – Russia
Jonas Vingegaard wins Tour de France for 1st time
The Globe and Mail – Canada
Jonas Vingegaard Wins Tour de France, Completing His Sudden Ascent to Top
The New York Times – USA
¡Jonas Vingegaard es el nuevo campeón del Tour de Francia!
El Espectador – Colombia
Vingegaard seals maiden Tour de France victory, Ewan the lanterne rouge
The Sydney Morning Herald – Australia
TOURALCONTRARIO
L’ordine d’arrivo e la classifica generale visti dal punto di vista della maglia nera.
Ordine d’arrivo della ventunesima ed ultima tappa, Paris La Défense Arena – Parigi (Champs-Élysées)
1° Andreas Kron
2° Mikkel Honore s.t.
3° Jonas Rutsch a 1′20″
4° Maximilian Schachmann s.t.
5° Christopher Juul-Jensen a 2′15″
Miglior italiano Andrea Bagioli, 6° a 2′30″
Classifica generale
1° Caleb Ewan
2° Albert Torres a 4′09″
3° Amund Grøndahl Jansen a 9′15″
4° Reinardt Janse Van Rensburg a 9′17″
5° Frederik Frison a 10′23″
Miglior italiano Luca Mozzato, 33° a 1h21′48″
Maglia nera: Jonas Vingegaard, 135° a 5h40′42″
STRAFALGAR SQUARE
L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti
Pancani: “L’abbraccio tra la maglia bianca di Pogacar e la maglia gialla di Vingegaard”
Garzelli: “Pogacar e Thomas hanno fatto vita dura a Vingegaard”
Garzelli: “Quella vilata fantastica”
Rizzato: “Tre grandi campioni che ci hanno fatto divertire a non posso”
Rizzato: “Estraneità al doping del sé stesso”
Garzelli: “Io ho smesso non tantissimo, nel 2013″
Garzelli: “Questo arco di trionfo che regalerà il successo a Vingegaard”
Rizzato: “Se la sono presa comodi”
Pancani: “Il cerimonale delle premiazioni”
Televideo: “Vicitori di tappa”
CASA RICORDI: TOUR DE FRANCE 1992
Sono passati 30 anni dall’impresa di Claudio Chiappucci al Tour del 1992. Riviviamo quell’edizione della corsa francese attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”
21a TAPPA: LA DÉFENSE – PARIGI (222 Km) – 26 LUGLIO 1992
INDURAIN
Sul podio del Tour ancora lo spagnolo: ai suoi lati il combattivo Chiappucci e Bugno, grande sconfitto
Dopo l’accoppiata in rosa e in giallo gli mancano il mondiale e la Sanremo
LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): PARIS LA DÉFENSE ARENA – PARIGI
luglio 24, 2022 by Redazione
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Al Tour è arrivato il momento dei saluti con l’immancabile passerella sugli Champs-Élysées
Il Tour è arrivato al suo ultimo atto, la tradizionale passerella conclusiva sugli Champs-Élysées. Prima di sbarcare sulla celebre avenue parigina i corridori dovranno percorrere una cinquantina di chilometri sulle strade dell’hiterland della capitale francese, partendo dalla cittadina di Nanterre dove l’ultimo raduno di partenza si svolgerà presso la Paris La Défense Arena, impianto da 17000 posti inaugurato nel 2017 e che in occasione delle Olimpiadi del 2024 ospiterà le gare di nuoto e le finali di pallanuoto. Nella marcia d’avvicinamento alla “Ville Lumière” si andrà a superare, poco prima dell’ingresso in Parigi, l’ultima salita dell’edizione 2022, la breve Côte du Pavé des Gardes, 1300 metri al 6.5% e nessun tratto da percorrere sulle “pietre”, come lascerebbe erroneamente intendere il suo nome. I sampietrini, mischiati all’asfalto, s’incontreranno invece nel tradizionale circuito conclusivo disegnato attorno agli Champs-Élysées, all’Arco di Trionfo e ai giardini delle Tuileries. Otto tornate da 6800 metri cadauna metteranno la parole “FINE” ad una delle edizioni più dure e combattute della Grande Boucle

Il tramonto a Parigi e l’altimetria dell’ultima tappa (Twitter)
METEO TOUR
Paris La Défense Arena: sole e caldo, 31°C, vento moderato da S (12-14 km/h), umidità al 33%
Côte du Pavé des Gardes (GPM – 43.3 Km): sole e caldo, 30.2°C, vento moderato da S (12-15 km/h), umidità al 36%
Parigi: cielo sereno, 29.9°C, vento moderato da S (12-14 km/h), umidità al 37%
GLI ORARI DEL TOUR
16.00: inizio diretta su Eurosport1
16.45: partenza dalla Paris La Défense Arena
17.15: inizio diretta su RAI2
17.45-17.55: GPM della Côte du Pavé des Gardes
17.55-18.00: ingresso in Parigi
18.10-18.20: primo passaggio dal traguardo
18.30-18.40: traguardo volante al terzo passaggio dall’Haut des Champs-Élysées
19.25.19.45: arrivo a Parigi
RASSEGNA STAMPA
Tour, Van Aert trionfa nella crono. Vingegaard, domani passerella a Parigi
Gazzetta dello Sport – Italia
Jonas Vingegaard ostaja v rumenem, Pogačar v belem
Delo – Slovenia
Ustoppelige Vingegaard stormer ind på champagne-etapen i gult
Politiken – Danimarca
Vingegaard all but seals Tour de France after Van Aert wins stage 20 time trial
The Daily Telegraph – Regno Unito
Le chrono pour Van Aert, le Tour pour Vingegaard
L’Équipe – Francia
Vingegaard se corona con susto
AS – Spagna
Wout van Aert vliegt naar nieuwe zege in tijdrit, eindzege Vingegaard komt niet meer in gevaar
Het Nieuwsblad – Belgio
Tranendal bij Vingegaard en Van Aert na Tour-zege
De Telegraaf – Paesi Bassi
Van Aert gelingt der Etappen-Hattrick
Luxemburger Wort – Lussemburgo
Van Aert gewinnt Zeitfahren – Vingegaard fährt in Gelb nach Paris
Kicker – Germania
Бельгиец ван Арт выиграл 20-й этап «Тур де Франс»
Sport Express – Russia
Wout Van Aert ganó la crono final del Tour de Francia 2022
El Espectador – Colombia
Jonas Vingegaard poised to win Tour de France as Wout van Aert claims time trial
The Sydney Morning Herald (Australia)
TOURALCONTRARIO
L’ordine d’arrivo e la classifica generale visti dal punto di vista della maglia nera.
Ordine d’arrivo della ventesima tappa, Lacapelle-Marival – Rocamadour
1° Franck Bonnamour
2° Amund Grøndahl Jansen a 27″
3° Pierre Rolland a 38″
4° Caleb Ewan a 42″
5° Luca Mozzato a 57″
Classifica generale
1° Caleb Ewan
2° Albert Torres a 4′54″
3° Reinardt Janse Van Rensburg a 9′17″
4° Amund Grøndahl Jansen a 10′46″
5° Frederik Frison a 12′12″
Miglior italiano Luca Mozzato, 33° a 1h21′48″
STRAFALGAR SQUARE
L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti
Rizzato: “Ganna va a mettere i piedi sul miglior tempo”
Garzelli: “Nuovi metodo per recuperare”
Garzelli: “Nelle cronometro lungo si bevi”
Garzelli: “Il gomito sinistra”
Garzelli: “Una cromo molto buona”
Pancani: “Vingengaard” (Vingegaard)
Televideo: “Michael Schachmann” (Maximilian)
CASA RICORDI: TOUR DE FRANCE 1992
Sono passati 30 anni dall’impresa di Claudio Chiappucci al Tour del 1992. Riviviamo quell’edizione della corsa francese attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”
20a TAPPA: BLOIS – NANTERRE (222 Km) – 25 LUGLIO 1992
SI CHIUDE A PARIGI LA PASSEGGIATA GIALLA DI INDURAIN
La penultima tappa del Tour de France al belga De Clerq che batte in volata l’italiano Vanzella e altri sei compagni di fuga
Il francese Jalabert favorito per lo sprint sugli Champs-Élysées – Chiappucci e Bugno chiudono ai posti d’onore, come un anno fa
LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): LACAPELLE-MARIVAL – ROCAMADOUR
luglio 23, 2022 by Redazione
Filed under Approfondimenti
Seconda e ultima tappa a cronometro per il Tour de France 2022. Alla vigilia della passerella conclusiva di Parigi si dovranno percorrere 41 Km contro il tempo su di un tracciato favorevole agli specialisti sul piano altimetrico, ma le fatiche di un Tour corso a tutta sin dal via di Copenaghen potrebbe costituire per loro un handicap di non poco conto
Ieri a Cahors il francese Christophe Laporte ha interrotto un digiuno di vittorie per i corridori transalpini nella corsa di casa che durava dal 26 giugno dell’anno scorso, quando Julian Alaphilippe si era imposto sul traguardo di Landerneau, prima tappa del Tour 2021. Adesso potrebbe finalmente arrivare l’occasione per un corridore italiano per un successo che ci manca dal 27 luglio del 2019, giorno della vittoria di Vincenzo Nibali a Val Thorens. E quel corridore ha un nome ben preciso: Filippo Ganna. La penultima tappa del Tour sarà, infatti, una cronometro di 41 Km – una distanza, tra l’altro, divenuta poco abituale nelle stagioni più recenti – e il piemontese è una delle eccellenze della specialità, anche se si troverà a fare i conti con due avversari di non poco conto: il belga Wout Van Aert – che gli è arrivato vicinissimo nella crono dell’ultimo Delfinato e lo ha preceduto di poco nella tappa che ha dato il via al Tour sulle strade di Copenaghen – e la fatica accumulata nelle tre settimane di un corsa che mai come quest’anno è stata condotta a fortissima andatura, tutti i giorni. Non è un caso che le cronometro inserite nei finali delle grandi corse a tappe presentino un livellamento dei valori e gli specialisti come Ganna non riescano ad esprimersi al massimo delle loro potenzialità. Il tracciato della crono di Rocamadour, poi, non è proprio così scorrevole come lascerebbe suggerire l’altimetria, quasi costantemente pianeggiante nei primi 35 Km, perchè quel tratto sarà movimentato da un’infinita successione di curve che andranno a comporre un mosaico piuttosto tortuoso e poco adatto alle cilindrate di Ganna e soci. Ci sarà, dunque, la possibilità che i tempi dei migliori siano piuttosto ravvicinati al passaggio dall’ultimo dei due punti di cronometraggio e che la crono si decida negli ultimi 5 Km, i più difficili e meno adatti ad un corridore come Filippo. Nei 5000 metri conclusivi si dovranno, infatti, superare in rapida successione due brevi ascese, prima la pedalabile Côte de Magès (1600 metri al 4.7%) e immediatamente dopo quella più impegnativa dell’Hospitalet (1500 metri al 7.8%), che terminerà a soli 300 metri dal traguardo, alle porte dello pittoresco borgo di Rocamadour.

Il borgo di Rocamadour e l’altimetria della ventesima tappa (siviaggia.it)
METEO TOUR
Lacapelle-Marival – partenza primo corridore: cielo sereno, 22.9°C, vento debole da NW (7-8 km/h), umidità al 60%
Lacapelle-Marival – partenza maglia gialla: cielo sereno, 26.6°C, vento debole da NW (10-11 km/h), umidità al 56%
Rocamadour – arrivo primo corridore:: cielo sereno, 22.7°C, vento debole da NW (4 km/h), umidità al 47%
Rocamadour – arrivo maglia gialla::cielo sereno, 25.9°C, vento debole da NNW (10-11 km/h), umidità al 58%
GLI ORARI DEL TOUR
12.55: inizio diretta su Eurosport1
13.05: partenza del primo corridore (Caleb Ewan) da Lacapalle-Marival
14.05: partenza di Filippo Ganna
14.06: partenza di Mattia Cattaneo
14.45: inizio diretta su RAI2
16.16: partenza di Wout Van Aert
16.56: partenza di Geraint Thomas
16.58: partenza di Tadej Pogacar
17.00: partenza di Jonas Vingegaard
17.50: arrivo di Jonas Vingegaard a Rocamadour
RASSEGNA STAMPA
Laporte beffa i velocisti, finisce il digiuno francese. La Jumbo-Visma domina la corsa
Gazzetta dello Sport – Italia
Laporte je jumbovcem pridirkal še eno zmago
Delo – Slovenia
Succesrig livvagt vinder etapen: Alt gjaldt om at få Jonas sikkert i mål
Politiken – Danimarca
Laporte delivers long-awaited home win on stage 19 of Tour de France
The Daily Telegraph – Regno Unito
Laporte sauve l’honneur
L’Équipe – Francia
Laporte alarga la fiesta
AS – Spagna
Snelle overgangsetappe eindigt in nieuwe ritzege voor Jumbo-Visma, Christophe Laporte verrast peloton
Het Nieuwsblad – Belgio
Weer succes Jumbo-Visma in Tour: Laporte wint 19e etappe
De Telegraaf – Paesi Bassi
Laporte erlöst die französischen Fans
Luxemburger Wort – Lussemburgo
Erster Heimsieg: Laporte lässt Frankreich jubeln
Kicker – Germania
Laporte wins Tour Stage 19 and ends drought for France
The Washington Post – USA
Christophe Laporte ganó la etapa 19 del Tour de Francia 2022
El Espectador – Colombia
The day Vingegaard won the Tour
The Sydney Morning Herald (Australia)
TOURALCONTRARIO
L’ordine d’arrivo e la classifica generale visti dal punto di vista della maglia nera.
Ordine d’arrivo della diciannovesima tappa, Castelnau-Magnoac – Cahors
1° Franck Bonnamour
2° Albert Torres a 11′08″
3° Taco van der Hoorn s.t.
4° Pierre Rolland s.t.
5° Chris Hamilton s.t.
Miglior italiano: Giulio Ciccone, 23° a 13′57″
Classifica generale
1° Caleb Ewan
2° Albert Torres a 3′49″
3° Reinardt Janse Van Rensburg a 6′22″
4° Frederik Frison a 10′20″
5° Amund Grøndahl Jansen a 11′01″
Miglior italiano Luca Mozzato, 34° a 1h21′33″
STRAFALGAR SQUARE
L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti
Pancani: “Abbiamo visto di tutti”
Pasqualon: “Bisogna prendere la testa a 5-6 Km dall’arrivo”
Garzelli: “Impostazione della testa della gestione di corsa”
Pancani: “Sei mesi fa, quando siamo partiti da Copenaghen” (il Tour dura tre settimane)
Garzelli: “Trenta chilometri il vantaggio dei tre”
Garzelli: “Le rotonde sono tanti”
Garzelli: “Fantastici il lavoro fatto dai compagni di Laporte”
Garzelli: “6 watt per chilo erano numeri molto dubbiosi”
Garzelli: “Si fa voler bene dall’interno del gruppo”
Televideo: “Rocamadours” (Rocamadour)
CASA RICORDI: TOUR DE FRANCE 1992
Sono passati 30 anni dall’impresa di Claudio Chiappucci al Tour del 1992. Riviviamo quell’edizione della corsa francese attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”
19a TAPPA: TOURS – BLOIS (cronometro individuale, 64 Km) – 24 LUGLIO 1992
INDURAIN, SEMPRE LUI. MA BUGNO RIEMERGE
Tour: dopo la cronometro l’italiano è terzo
Chiappucci: “Non è riuscito a doppiarmi” – L’iridato supera Hampsten e Lino
LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): CASTELNAU-MAGNOAC – CAHORS
luglio 22, 2022 by Redazione
Filed under Approfondimenti
Lasciatesi alle spalle le ultime montagne il Tour prende la direzione di Parigi con tappa lunga quasi 190 Km che, a veder l’altimetria, sembrerebbe destinata ad un arrivo allo sprint. Ma, come successo lo scorso anno nella molto simile frazione di Libourne, un gruppo decisamente più stanco del solito potrebbe lasciar carta bianca agli uomini della fuga
Sulla carta la terzultima tappa del Tour 2022 sembra una tranquilla frazione destinata ai velocisti. Di salite ce ne sono un paio, abbastanza facili, piazzate tra i meno 53 e i meno 36 km al traguardo e tale distanza non turba di certo il sonno ai velocisti, per qualcuno dei quali potrebbe però risultare un boccone difficile da digerire la meno pendente rampetta che caratterizza il chilometro finale nel centro di Cahors, la cui inclinazione media è del 2.3%. In condizioni normali questa sarebbe, dunque, una tappa da volata a gruppo sfilacciato, con uno spiraglio aperto ai finisseur, ma qui ci troviamo in una situazione particolare, all’uscita dall’impegnativa tre giorni pirenaica e a gli sgoccioli di un Tour di tre settimane che quest’anno è stato selettivo anche per il gran caldo, per il fatto che si sta andando a tutta sin dalla partenza di Copenaghen e per lo stress indotto dalla pandemia, con la variante Omicron che ha costretto al ritiro diversi corridori. L’anno scorso – in condizioni forse un pelo più clementi – nella stessa collocazione temporale della tappa odierna si era disputata la frazione di Libourne, altimetricamente più gestibile dalla parte delle squadre degli sprinter (le salite erano simili ma molto più lontane dall’arrivo, il traguardo era al termine di un tratto conclusivo pianeggiante), ma le energie profuse fin lì non permisero loro di trovare le forze sufficienti a contrastare la fuga di giornata, che arrivò fino al traguardo con vantaggio “monstre” di 20 minuti, uno scenario che ha ottime probabilità di ripetersi anche in quel di Cahors.

Il Pont Valentré a Cahors e l’altimetria della diciannovesima tappa (peapix.com)
METEO TOUR
Castelnau-Magnoac: poco nuvoloso, 27.9°C (percepiti 30°C), vento moderato da WNW (18-21 km/h), umidità al 63%
Auch (traguardo volante – 38.1 Km): poco nuvoloso, 30°C (percepiti 32°C), vento moderato da WNW (18-21 km/h), umidità al 55%
Cahors : sole e caldo, 32.9°C (percepiti 34°C), vento moderato da WNW (15-17 km/h), umidità al 41%
GLI ORARI DEL TOUR
12.55: inizio diretta su Eurosport1
13.10: partenza da Castelnau-Magnoac
14.00-14.05: traguardo volante di Auch
14.45: inizio diretta su RAI2
16.05-16.25: GPM della Côte de la Cité médiévale de Lauzerte
16.30-16.50: GMP della Côte de Saint-Daunès
17.15-17.40: arrivo a Cahors
RASSEGNA STAMPA
Vingegaard trionfa a Hautacam e ipoteca il Tour. E che fair-play con Pogacar: lo aspetta dopo una caduta!
Gazzetta dello Sport – Italia
Pogačar petkrat napadel, na koncu mu je zmanjkalo moči
Delo – Slovenia
Fænomenale Vingegaard fuldender forrygende ridt med at styrke sit herredømme, udvise storhed og erobre bjergtrøjen
Politiken – Danimarca
Vingegaard wins stage 18 to all but seal Tour title after Pogacar crash drama
The Daily Telegraph – Regno Unito
Vingegaard écrase le Tour
L’Équipe – Francia
Vingegaard sentencia el Tour
AS – Spagna
Pogacar gaat strijdend ten onder, Vingegaard zet orgelpunt met ritwinst op Hautacam
Het Nieuwsblad – Belgio
Vingegaard trekt Tour naar zich toe na machtsvertoon Jumbo-Visma
De Telegraaf – Paesi Bassi
Jonas Vingegaard sorgt für Vorentscheidung
Luxemburger Wort – Lussemburgo
Vingegaard steht vor Gesamtsieg und entreißt Geschke das Bergtrikot
Kicker – Germania
Датчанин Вингегор выиграл 18-й этап «Тур де Франс»
Sport Express – Russia
Vingegaard all but clinches Tour de France with win in Pyrenees
The Globe and Mail – Canada
Jonas Vingegaard drops Pogacar in final Tour mountain test
The Washington Post – USA
El Tour de Francia dijo adiós a la montaña con victoria de Jonas Vingegaard – Erviti, Froome y Caruso dieron positivo al covid-19 y abandonaron el Tour de Francia
El Espectador – Colombia
Vingegaard lets champion catch up after crash but still takes Tour’s final climb
The Sydney Morning Herald (Australia)
TOURALCONTRARIO
L’ordine d’arrivo e la classifica generale visti dal punto di vista della maglia nera.
Ordine d’arrivo della diciottesima tappa, Lourdes – Hautacam
1° Jérémy Lecroq
2° Yves Lampaert s.t.
3° Mattia Cattaneo s.t.
4° Fabio Jakobsen s.t.
5° Florian Sénéchal s.t.
Classifica generale
1° Caleb Ewan
2° Reinardt Janse Van Rensburg a 7′09″
3° Frederik Frison a 12′45″
4° Albert Torres a 14′35″
5° Fabio Jakobsen a 19′55″
Miglior italiano Alberto Daniese, 36° a 1h24′21″
STRAFALGAR SQUARE
L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti
Pancani: “Froome il 21 luglio 1913 vinse il suo primo Tour de France” (2013)
Rizzato: “Ciccone si volta per vedere se Pinot lo segua”
Rizzato: “La presenzia di Giulio Ciccone”
Rizzato: “Gruppo che è rimasto di una venticinque di corridori”
Rizzato: “Questo è l’occhio dell’elicottero che spazia”
Garzelli: “Le accelerate di Pogacar vengono risposte con sempre seduto”
Rizzato: “Il quarto quinto della classifica generale”
Garzelli: “Un grande colpo di pedala”
Rizzato: “Immagino cosa stia passando sotto il casco del corridore francese”
Garzelli: “Questa ultima saluta”
Rizzato: “Compagno di scadra”
CASA RICORDI: TOUR DE FRANCE 1992
Sono passati 30 anni dall’impresa di Claudio Chiappucci al Tour del 1992. Riviviamo quell’edizione della corsa francese attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”
18a TAPPA: MONTLUÇON – TOURS (212 Km) – 23 LUGLIO 1992
BUGNO LANCIA L’ULTIMA SFIDA
Il grande sconfitto del Tour cerca nella crono di conquistare almeno il terzo posto
“Roba da piangere, ma non mi resta altro” – A Tour successo in volata del francese Marie – Hampsten e Lino davanti a Gianni