LOU LOU SPAZIALE SUL MONTE GIOVE. ALAPHILIPPE VINCE LA TAPPACCIA DEI MURI MARCHIGIANI
maggio 16, 2024 by Redazione
Filed under 16 MAGGIO 2024 - 12a tappa: MARTINSICURO - FANO, News
Una maxifuga, che perderà progressivamente pezzi su pezzi, caratterizza la dodicesima tappa da Martinsicuro a Fano. Uno scatenato Julian Alaphilippe (Team Soudal Quick Step) rilancia a più riprese l’azione fino a restare da solo in testa sul Monte Giove ed a involarsi verso una meritatissima vittoria
La dodicesima tappa del Giro 2024 parte da Martinsicuro e arriva a Fano. I muri marchigiani saranno i grandi protagonisti. Ne contiamo una decina lungo il percorso ed alcuni, seppur corti, sono molto ripidi e presentano spesso e volentieri pendenze in doppia cifra. Sono i quattro ‘muretti’ classificati come gpm, tutti di quarta categoria e precisamente Osimo, Monsano, Ostra e La Croce. E’ una tappa aperta a varie soluzioni, dalla fuga sostanziosa che si gioca la vittoria all’attacco nel finale di qualche finisseur o degli stessi uomini di classifica. Qualche speranza possono averla però anche i velocisti più resistenti, con Kaden Groves (Team Alpecin Deceuninck) in prima fila. A proposito di velocisti Fabio Jakobsen (Team DSM Firmenich PostNL) era costretto al ritiro dopo la caduta nella volata della tappa di ieri. Il primo tentativo di fuga dopo la partenza da Martinsicuro veniva portato da tre ciclisti ovvero Roel van Sintmaartensdijk (Team Intermarchè Wanty), Matteo Trentin (Team Tudor Pro Cycling) ed Enzo Paleni (Team Groupama FDJ). I tre attaccanti venivano ripresi dopo 36 km. Dopo l’attraversamento del centro abitato di Porso Sant’Elpidio si formava un quartetto in testa alla corsa con Edordo Affini (Team Visma Lease a Bike), Simon Clarke (Team Israel Premier Tech), Michael Hepburn (Team Jayco AlUla) e Mirco Maestri (Team Polti Kometa). I quattro battistrada iniziavano i primi strappi nell’entroterra di Civitanova Marche con oltre 1 minuto di vantaggio sul gruppo maglia rosa. Uno serie di scatti e controscatti nel gruppo maglia rosa contribuiva all’affievolimento del vantaggio dei ciclisti di testa. Tra i più attivi all’inseguimento si segnalavano Julian Alaphilippe (Team Soudal Quick Step) e Jhonatan Narvaez (Team INEOS Grenadiers). All’inizio della salita verso il primo traguardo volante Alaphilippe e Maestri erano i due battistrada e avevano una trentina di secondi di vantaggio su un primo gruppo inseguitore formato da 17 ciclisti in cui oltre a Narvaez, Clarke, Hepburn e Affini erano presenti anche Quinten Hermans (Team Alpecin Deceuninck), Ewen Costiou (Team Arkea B&B Hotels), Michael Valgren (Team EF Education EasyPost), Lilian Calmejane e Dion Smith (Team Intermarchè Wanty), Simone Velasco e Christian Scaroni (Team Astana Qazaqstan), Ruben Fernandez e Benjamin Thomas (Team Cofidis), Juan Pedro Lopez (Team Lidl Trek), Kevin Vermaerke (Team DSM Firmenich PostNL), Pelayo Sanchez (Team Movistar) e Matteo Trentin. Sul primo gruppo inseguitore rientrava un altro gruppo formato da un’altra quindicina di ciclisti che comprendeva Filippo Ganna (Team INEOS Grenadiers), Tobias Bayer (Team Alpecin Deceuninck), Alessandro Verre (Team Arkea B&B Hotels), Aurelien Paret-Peintre (Team Decathlon AG2R La Mondiale), Mikkel Honorè (Team EF Education EasyPost), Laurence Pithie e Cyril Barthe (Team Groupama FDJ), Nairo Quintana (Team Movistar), Jan Hirt e Mauri Vansevenant (Team Soudal Quick Step), Gijs Leemreize (Team DSM Firmenich PostNL), Luka Mezgec (Team Jayco ALUla), Davide Piganzoli (Team Polti Kometa), Attila Valter (Team Jumbo Visma), Alexander Kamp (Team Tudor Pro Cycling), Rui Oliveira (UAE Team Emirates), Jasha Sutterlin (Team Bahrain Victorious), Domenico Pozzovivo e Manuele Tarozzi (Team VF Group Bardiani CSF Faizanè). Maestri vinceva il primo traguardo volante di Recanati posto al km 77.5. Maestri transitava in prima posizione sul gpm di Osimo posto al km 93.2. La coppia di testa aveva un vantaggio di minuti secondi all’inizio della salita di Monsano, in cima alla quale era posizionato il secondo gpm della tappa. Maestri e Alaphilippe continuavano imperterriti nella loro azione e si dividevano equamente gli scollinamenti dei successivi gpm. Si aggiudicava il traguardo volante di Mondolfo posto al km 161.4. Il primo gruppo al loro inseguimento era formato da nove ciclisti che inseguivano a circa 1 minuto e 50 secondi di ritardo. Il tratto in pianura che portava al Monte Giove sarebbe stato molto probabilmente decisivo per le speranze di Alaphilippe e Maestri di giocarsi la vittoria di tappa. La coppia di testa iniziava il muro di Monte Giove con una quarantina di secondi di vantaggio sugli immediati inseguitori. Alaphilippe aumentava l’andatura e staccava Maestri che veniva ripreso da Narvaez e da Hermans nel punto più duro della breve salita, a circa 10 km dalla conclusione. Nel frattempo Alaphilippe manteneva un vantaggio tra i 30 e i 40 secondi sulla coppia al suo inseguimento e le numerose curve presenti nel tratto finale della tappa favorivano la sua azione. L’ex campione del mondo andava a vincere in solitaria sul traguardo di Fano con 31 secondi di vantaggio su Narvaez e 32 secondi di vantaggio su Hermans. Chiudevano la top five Valgren in quarta posizione e Scaroni in quinta posizione a 43 secondi di ritardo da Alaphilippe mentre il gruppo maglia gialla giungeva ad oltre 5 minuti di ritardo. Per Alaphilippe è la prima vittoria in assoluto al Giro d’Italia mentre Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) resta saldamente in maglia rosa. Domani tredicesima tappa da Riccione a Cento di 179 km. Torneranno di scena i velocisti in una delle tappe più pianeggianti del Giro 2024.
Antonio Scarfone
ALLA SCOPERTA DEI MURI BASSI
maggio 16, 2024 by Redazione
Filed under 16 MAGGIO 2024 - 12a tappa: MARTINSICURO - FANO, News
Non sono solo le otto tappe di montagne e le due frazioni a cronometro a essere segnalate in rosso nell’elenco delle tappe dl Giro 2024. Ci sono anche giornate apparentemente interlocutorie nelle quali si farà molta fatica e che potrebbero avere un peso non indifferente in classifica, se i “girini” dovessero interpretarle al massimo o se qualche big dovesse soffrire una giornata storta. Una di queste è la frazione che condurrà il gruppo a Fano, forte di 2100 metri di dislivello sbriciolati sui colli marchigiani, dove si farà una vera e propria scorpacciata di “muri bassi”….
NOTA:: il percorso è stato modificato in due punti rispetto a quanto sotto indicato. Dopo la salita di Osimo non si affronteranno le ascese di Monti e Mazzangrugno, sostituite da quella di San Paterniano (1.2 Km al 7.5% con un picco del 14%). Infine, dopo quella di Mondolfo non si andrà a scalare quella di San Costanzo, al posto della quale si percorrerà il ripido muro di Monte Giove, sul quale si raggiunge una pendenza massima del 20%, il tutto reso ancor più selettivo dalla strada molto stretta.
È un termine che ha coniato Mauro Vegni, il direttore del Giro d’Italia. Con “muri bassi” il più esperto organizzatore italiano, la cui carriera è iniziata spalleggiando Franco Mealli nell’allestimento del palcoscenico della Tirreno-Adriatico, si riferisce all’autentico mare di colline che punteggiano l’entroterra marchigiano, salite brevi e mai estreme che per anni hanno costituto la principale ossatura del tracciato della “Corsa dei due Mari”. Nelle stagioni più recenti la corsa è stata radicalmente trasformata in una sorta di Giro d’Italia in miniatura, inserendo cronometro e tappe di montagna e andando alla ricerca di muri sempre più “alti” sotto l’aspetto delle pendenze, verticali come quelle di Ortezzano e di Montelupone per fare un paio di nomi. Così sono stati relegati in un angolo i “muri bassi”, salite che prese singolarmente non fanno male ma se affrontate in serie e in gran numero possono rendere una tappa molto più dura e selettiva di quel che suggerisce il grafico altimetrico. Lo dimostra già l’esame numerico della frazione odierna, che ci dice che negli ultimi 130 Km sarà concentrata la totalità del dislivello giornaliero, 2100 metri “sbocconcellati” tra 14 brevi ascese, in qualche caso dotate comunque d’inclinazioni importanti. I tratti di respiro tra una collina e l’altra saranno brevi e non consentiranno molti margini di manovra al gruppo impegnato nel tentativo di riavvicinarsi al plotoncino in fuga. Oggi, infatti, sarà la fuga ad avere le maggiori possibilità di andare in porto e se in quel drappello dovesse ritrovarsi qualche uomo ben messo in classifica dietro potrebbe scatenarsi una bagarre tale da mettere in crisi qualche corridore di peso. E, per quanto detto sopra, chi si trovasse a perdere terreno su di un tracciato del genere dovrà spendere parecchio per riagganciarsi alla coda del gruppo, sempre che ce la si faccia.
Prima di arrivare sulle colline bisognerà, però, macinare parecchi chilometri in totale pianura e anche i primi 54 Km totalmente sgombri di difficoltà potrebbero avere un peso e rivelarsi l’ago della bilancia verso il quale penderanno gli esiti della tappa, perché questo tratto potrebbe invogliare una partenza molto veloce e, di conseguenza, dispendiosa, un qualcosa di molto probabile perché spesso in questi ultimi anni si sono viste partenze “razzo”, viaggiando a quasi 50 Km/h e talvolta oltre questa soglia, anche in tappe di alta montagna.
Si partirà da Martinsicuro, la località balneare più settentrionale d’Abruzzo, e subito dopo il via si entrerà in territorio marchigiano alle porte di San Benedetto del Tronto, località che deve la sua fama ciclistica al fatto d’esser la sede d’arrivo dell’ultima tappa della Tirreno-Adriatico fin dalla seconda edizione di questa corsa, creata nel 1966 per proporre un’alternativa alla Parigi-Nizza nella marcia d’avvicinamento alla Tirreno-Adriatico. Sfiorata la Torre dei Gualtieri, principale monumento di San Benedetto, si procederà in linea retta lungo il litorale noto come “Riviera delle Palme” portandosi a Grottammare, nel cui centro storico, inserito nel novero dei “Borghi più belli d’Italia”, si può ammirare la Chiesa di Santa Lucia, fatta realizzare da Papa Sisto V nel luogo dove si trovava la casa natale del pontefice, che sedette sul soglio di San Pietro per cinque anni tra il 1585 e il 1590.
Il tratto successivo si svolgerà ai piedi delle colline sulle quali stanno appollaiati i borghi che costituiscono il cosiddetto “distretto calzaturiero fermano”, piccoli centri che a turno hanno quasi tutti ospitato arrivi di tormentate tappe della citata Tirreno-Adriatico, spesso conquistate da corridori di prestigio a conferma della validità di quei percorsi e dell’impegno che richiedono: qui ci limitiamo a ricordare le affermazioni di corridori del calibro di Giuseppe Saronni, di Greg LeMond – che nel 1982 s’impose a Monte San Pietrangeli a soli vent’anni d’età – di Moreno Argentin e di Maurizio Fondriest, di Óscar Freire e di Paolo Bettini e di Peter Sagan, nomi che altrove sono andati ad arricchire l’albo d’oro di Giri, Tour, Vuelte, classiche e mondiali.
Arrivati a Civitanova Marche il gruppo saluterà il mare, che rivedrà solo a pochi chilometri dal traguardo, per iniziare la scorpacciata di colline, introdotta dalla salita verso il borgo di Civitanova Alta, 2.4 Km al 5.2% all’interno dei quali – come la perla di un’ostrica – è concentrato un troncone di 400 metri al 9.5%: saranno questi piccoli muretti, sparsi qua e là nel tracciato e che non era possibile evitare, i principali scogli di un tracciato nel quale potrebbero incagliarsi le speranze di qualche pretendente alla maglia rosa.
Seguirà un tratto in quota che condurrà verso la collina successiva, 1.8 Km al 6.1% che si estingueranno alle porte del citato centro di Montelupone, in vetta al cui tremendo muro sono terminate due frazioni della Tirreno, entrambe conquistate da uno specialista di questi finali, lo spagnolo Joaquim Rodríguez.
Scesi ad attraversare la valle del fiume Potenza, se ne risalirà l’altro versante in direzione di Recanati, alla quale si salirà percorrendone una strada d’accesso secondaria, che propone 2.7 Km d’ascesa al 7.7%. Non si tratta di numeri particolarmente “allarmanti” ma proprio all’inizio c’è uno scalino di quasi mezzo chilometro al 13.3% al quale fa eco un secondo balzo di 400 metri al 12.8% proprio all’ingresso della città di Leopardi, nato il 29 giugno del 1798 nel palazzo di famiglia, ancora oggi abitato dai discendenti del poeta e nel quale è si può ammirare la sterminata biblioteca (più di ventimila volumi) qui raccolta dal conte Monaldo e alla quale ebbe la possibilità di “attingere” sapienza il figlio Giacomo.
Avevamo anticipato che non ci saranno solo salite e discese nel toboga degli ultimi 130 Km e proprio ora i corridori avranno la possibilità di pedalare sulla perfezione della pianura per circa 7 Km, una volta planati da Recanati verso la piana sottostante il borgo di Castelfidardo, noto per la produzione di fisarmoniche – attività che ha le sue origini nel 1863 – e per la battaglia combattuta il 18 settembre 1860 tra l’esercito sabaudo e quello dello Stato Pontificio, uscito sconfitto dal combattimento che come conseguenza ebbe l’annessione dell’Umbria e delle Marche all’allora Regno di Sardegna, un anno prima della definitiva unità italiana.
Dopo questo intervallo nel quale rifiatare tornerà l’ora di andare a lezioni di salita, anche se non si annunciano particolarmente difficili le due ascese consecutive di San Sabino (1.1 Km al 5.8%) e Osimo (1.3 Km al 6%), anche perché quest’ultima sarà affrontata da un versante più pedalabile rispetto a quello che prevede il breve e irto muro in acciottolato della Costa del Borgo, che si percorse nel 2018 quando nella centralissima Piazza del Comune s’impose Simon Yates: era l’edizione del Giro partita da Gerusalemme e terminata a Roma con la consegna dell’ultima maglia rosa a Chris Froome, autore di una straordinaria impresa a Bardonecchia nel tappone del Colle delle Finestre.
Un altro tratto scorrevole – il più lungo di questo finale dall’alto dei suoi 8.5 Km – deporrà i “girini” ai piedi della salita di Monti (1700 metri al 6.8%), seguita da un tratto vallonato in quota che s’imboccherà in direzione del luogo dove si trovava la medioevale Torre di Jesi, demolita dai tedeschi durante la seconda guerra mondiale. Nei successi 26 Km si ricalcheranno le rotte della tappa di Jesi del Giro del 2022, frazione che si può quasi considerare una versione “soft” di quella di Fano, con molti meno colli e dislivello da superare e, in effetti, in quell’occasione la selezione fu molto contenuta poiché a giocarsi la vittoria in volata nella “patria del Verdicchio” arrivò un gruppo folto di 28 corridori, regolati dall’eritreo Biniam Girmay, entrato quel pomeriggio nella storia del ciclismo per essere stato il primo (e finora unico) corridore di colore a essersi imposti in una tappa di un grande giro. Come quel pomeriggio di due anni fa si andrà così ad affrontare lo strappo di Mazzangrugno (1 Km al 6.6%) e poi l’ascesa verso Monsano, 1400 metri al 7.1% che iniziano nei pressi del santuario di Santa Maria fuori Monsano, eretto a partire dal 1471 nel luogo dove la Madonna era apparsa sopra un olmo, dal quale sarebbe scesa a tracciare sulla neve la pianta di una cappella da erigere in suo nome.
Lasciate le rotte della tappa di Jesi il gruppo s’infilerà in un tratto di circa 10 Km che solo apparentemente è pianeggiante, ma che in realtà è “inquinato” che da piccoli dislivelli che certamente rimarranno nelle gambe se qualcuno, da quelle parti, “pesterà” duro sui pedali. Anche perché all’uscita di questo tratto ci si troverà a fare i conti con una delle salite più ripide inserita nel tracciato, lunga solo mezzo chilometro ma caratterizzata da una pendenza media del 12.2% e da una scoscesa “parete” finale che termina alla soglia di Ostra, borgo che secondo la leggenda fu fondato dopo il 410 a.C. da un gruppo di abitanti dell’omonima cittadina romana che era stata saccheggiata e distrutta dai visigoti. Scesi ad attraversare il corso del fiume Misa riprenderà l’ottovolante di giornata per affrontare la salita che sulle cartine del Giro è stata definita con il semplice nome di “La Croce” e che è composta di due rampe separate da una breve contropendenza: pedalabili sono i primi 1.6 Km al 4.3% che conducono al borgo di Ripe, un pelo più “croccante” è il tratto conclusivo, pure lungo 1600 metri e caratterizzato da un’inclinazione media del 6.7% e da un altro piccolo muretto negli ultimi 400 metri, nel corso dei quali la media torna a schizzare sopra il 12%. Movimentata da un paio di tornanti sarà la successiva discesa, “tourniquets” che s’incontreranno all’uscita da Monterado, nel cui centro si erge l’imponente castello innalzato dopo il 1267, quando il priore del monastero di Fonte Avellana concesse la fondazione del borgo, e trasformato in residenza principesca dopo che nel 1810 era stato concesso in appannaggio al viceré d’Italia Eugenio di Beauharnais, la cui madre era Giuseppina, andata in sposa in seconde nozze nel 1796 con Napoleone Bonaparte.
A questo punto si può dire che il “grosso” della tappa sia messo alle spalle, anche se mancheranno ancora due piccole fette del dislivello odierno da superare, anche se in nessun caso ci si troverà a fare i conti con tratti veramente difficili. Settecento metri al 6.5%, tanto misura la successiva salita che si dovrà affrontare per raggiungere il borgo di Mondolfo, ai piedi delle cui mura fino all’inizio del secolo scorso non era raro trovare i cittadini impegnati nel caratteristico gioco del pallone con il bracciale, mentre oggi lungo le vie del centro storico si possono ammirare i murales che tra il 2019 e il 2020 hanno dato vita alla cosiddetta “Galleria Senza Soffitto”. Dopo più di cento chilometri trascorsi sulle serpeggianti strade dell’entroterra il gruppo tornerà a respirare l’aria del mare all’altezza di Marotta, stazione balneare il cui nome (in antichità “Mala Rupta”, ovvero mala rotta) ricorda la tremenda disfatta subita da queste parti dall’esercito cartaginese in occasione della Battaglia del Metauro, episodio della seconda guerra punica che ebbe tra le sue vittime il generale Asdrubale Barca, fratello minore del più celebre Annibale. Ritrovate le rive dell’Adriatico, quasi subito si tornerà ad allontanarsi dal litorale per andare incontro all’ultimo ostacolo altimetrico di giornata, più consistente rispetto a quello di Mondolfo perché si devono “subire” – è proprio il caso di dirlo dopo tutti i saliscendi di giornata – i 2.2 Km al 6.1% che portano verso San Costanzo, borgo al quale gli appassionati di turismo gastronomico salgono due volte l’anno in occasione della centenaria Sagra Polentara, che si tiene in marzo e in luglio e che testimonia come questo rustico alimento non abbia le radici piantate solo nella Pianura Padana. Dopo l’ultimo tributo alla salita, la pianura i corridori si accingeranno a ritrovarla negli ultimi 6 Km, ma – se si vuole essere pignoli fino al midollo – ci sarà ancora un ultimo, microscopico dislivello da superare; giunti al cospetto del Bastione Sangallo, uno dei pochi tratti oggi visibili delle antiche mura malatestiane di Fano, quando mancheranno solo 800 metri la statale adriatica compierà una brusca svolta a sinistra per aggirare il centro storico e proprio in quel momento sotto le ruote dei “girini” farà la comparsa una pendenza lievissima, un per cento appena, 1.7% al massimo. Sono piccoli numeri ma, al termine di una tappa che di metri di dislivello ne ha proposti più di duemila, possono farsi sentire: non si può certo perderci un Giro, ma per chi oggi si troverà davanti con i primi a sgomitare per la vittoria di tappa potrebbero rivelarsi un ostacolo insormontabile dopo le tante energie spremute sui colli marchigiani.
Mauro Facoltosi
I VALICHI DELLA TAPPA
Passo di Monsano (183 metri). Valicato dalla Strada Provinciale 18 “Jesi – Monterado” tra Jesi e San Marcello. Coincide con il bivio con Monsano e con la Strada Provinciale “della Barchetta”, dalla quale proverranno i corridori. Il Giro vi è transitato l’ultima volta nel finale della tappa Pescara – Jesi, vinta dall’eritreo Biniam Girmay: il primo corridore a transitare al GPM di Monsano, 1.6 Km prima di arrivare al valico, era stato il lucano Domenico Pozzovivo.
Nota. Il testo di riferimento è “Valichi stradali d’Italia” di Georges Rossini (editore Ediciclo).
CIAK SI GIRO
Ci sono film che nel corso degli anni sono diventati veri e propri “cult”, nonostante talvolta siano stati accolti con tiepidezza dalla critica e dagli esiti dei botteghini. Uno di questi è, indubbiamente, “L’allenatore nel pallone”. Alzi la mano chi ha visto almeno una volta questa pellicola, uscita nel 1984 e divenuta un autentico tormentone dei palinsesti cinematografici non solo grazie all’interpretazione di Lino Banfi ma anche alla trama “cucita” letteralmente addosso all’attore pugliese da un team di sceneggiatori che comprende lo stesso Banfi e ben tre registi, Sergio Martino – che “firmerà” l’opera – Romolo Guerrieri e Pier Francesco Pingitore, quest’ultimo principalmente conosciuto per essere l’autore dei programmi televisivi di satira messi in scena dalla compagnia del “Bagaglino”. La fama del film è stata tale che molti degli appassionati snocciolano oramai a memoria le battute di Oronzo Canà, l’improbabile allenatore che si ritrova proiettato nella serie A dopo esser stato nominato mister della neopromossa Longobarda. E molti altri “tifosi” di Canà non hanno esitato negli anni a recarsi in visita, quasi un pellegrinaggio, nei luoghi dove è stata girata la pellicola, tra il Lazio (la casa di Canà si trova a Marino, sui Colli Albani) e il Brasile, dove Banfi fu in azione tra lo storico stadio Maracanà e il sottostante campetto (oggi non più esistente) dove Canà incontrerà per la prima volta il giovane talento Aristoteles. Ma che c’entra tutto questo con le Marche e con i luoghi attraversati dai corridori? C’entra eccome perché è da lì che tutto ha inizio: prima ancora che entri in scena Oronzo Canà è a San Benedetto del Tronto che si gioca la partita che, al termine del campionato di serie B, spalanca alla Longobarda le porte della massima categoria. Il set prescelto da Sergio Martino fu lo stadio Fratelli Ballarin, intitolato alla memoria di due calciatori deceduti nella Strage di Superga. L’impianto era in corso di dismissione e già dal 1985 sarà sostituito dal nuovissimo Stadio Riviera delle Palme, dove lo stesso Martino tornerà a distanza di un anno per girare “Mezzo destro mezzo sinistro – 2 calciatori senza pallone”, film che nelle intenzioni originali avrebbe dovuto costituire il sequel del “L’allenatore nel pallone”. Per motivi mai rivelati, però, la partecipazione di Banfi saltò all’ultimo momento e così la produzione si vide costretta a modificare la trama sostituendo Canà con il severissimo allenatore argentino Juan Carlos Fulgencio, la cui interpretazione fu affidata all’attore siciliano Leo Gullotta. Forse proprio a causa dell’assenza di Banfi il film non ottenne il successo del precedente e per rivedere Canà in azione bisognerà attendere quasi 25 anni, quando lo strampalato allenatore pugliese sarà invitato a tornare a dirigere la Longobarda ne “L’allenatore del pallone 2” (2008), ma anche in questo caso non si riuscì a raggiungere la fama del primo capitolo.
In collaborazione con www.davinotti.com
Qui potete vedere le altre location del film
https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/l-allenatore-nel-pallone/50002209
FOTOGALLERY
La spiaggia di Martinsicuro
San Benedetto del Tronto, Torre dei Gualtieri
Grottammare, Chiesa di Santa Lucia
Vista panoramica da Sant’Elpidio a Mare verso i colli del distretto calzaturiero fermano
Recanati, Palazzo Leopardi
Il borgo di Castelfidardo visto da lontano
Osimo, Piazza del Comune
Jesi, Teatro Pergolesi
Monsano, Santuario di Santa Maria fuori Monsano
Il muro di Ostra
Castello di Monterado
Le antiche mura di Mondolfo
Fano, Bastione Sangallo
QUARTIERTAPPA: DALLA SEDE DI FRANCAVILLA AL MARE
maggio 15, 2024 by Redazione
Filed under 15 MAGGIO 2024 - 11a tappa: FOIANO DI VALFORTORE - FRANCAVILLA AL MARE, Approfondimenti
Ecco il tradizionale contenitore made ilciclismo.it che da diverse stagioni accompagna le cronache prima del Giro e poi del Tour. All’interno ritroverete le rubriche riservate alla rassegna stampa internazionale, alla colonna sonora del giorno, alle previsioni del tempo per la tappa successiva, alle “perle” dei telecronisti, al Giro d’Italia rivisto alla “rovescia” e al ricordo di un Giro passato (quest’anno rivisiteremo l’edizione vinta dall’elvetico Carlo Clerici nel 1954)
SALA STAMPA
Italia
Un lampo al Giro: a Francavilla sprint da paura, Milan detta legge
Gazzetta dello Sport
Slovenia
Jonathan Milan zmagal že drugič, Mezgečevi spet praznih rok (Jonathan Milan ha vinto per la seconda volta, Mezgeč ancora una volta a mani vuote)
Delo
Regno Unito
Milan delights home crowd to take stage 11 in sprint finish (Milan delizia il pubblico di casa conquistando l’undicesima tappa in volata)
The Guardian
Francia
Milan récidive (Milan recidivo)
L’Équipe
Spagna
Milan, rey del esprint (Milan, re dello sprint)
AS
Belgio
Landgenoot Tim Merlier geschrapt in uitslag: paarse trui Jonathan Milan sprint naar tweede ritzege in Giro (Cancellato dai risultati il belga Tim Merlier: la maglia ciclamino Jonathan Milan sprinta verso la seconda vittoria di tappa del Giro)
Het Nieuwsblad
Paesi Bassi
Milan slaat toe in Giro (Milan colpisce al Giro)
De Telegraaf
Germania
Harter Sprint: Milan ringt Merlier und Groves nieder (Volata dura: Milano lotta con Merlier e Groves)
Kicker
USA
Milan wins chaotic sprint at end of 11th stage of Giro. Pogacar stays in pink (Milano vince uno sprint caotico al termine dell’undicesima tappa del Giro. Pogacar resta in rosa)
The Washington Post
Colombia
Daniel Martínez y Tadej Pogacar no pasan aceite en una etapa accidentada del Giro de Italia (Daniel Martínez e Tadej Pogacar non perdono olio in una tappa accidentata del Giro d’Italia)
El Tiempo
Australia
Aussie sprinter Groves pipped again in Giro finale (Il velocista australiano Groves nuovamente battuto in una finale del Giro)
The West Australian
DISCOGIRO
La colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it
Via dei ciclamini (Orietta Berti)
METEOGIRO
Martinsicuro : cielo sereno, 20°C, vento moderato da E (11-25 Km/h), umidità al 82%
Civitanova Marche (Km 50.9): cielo sereno, 21°C, vento moderato da E (20-36 Km/h), umidità al 75%
Osimo – GPM (Km 93.2): pioggia debole (0.1 mm), 22°C (percepiti 24°C) , vento moderato da E (18-38 Km/h), umidità al 65%
Ostra – GPM (Km 138.4): pioggia debole (0.1 mm), 24°C (percepiti 25°C) , vento moderato da SE (18-41 Km/h), umidità al 59%
Fano : parzialmente nuvoloso, 22°C (percepiti 23°C), vento moderato da SE (27-46 Km/h), umidità al 72%
GLI ORARI DEL GIRO
12.15: inizio diretta su Eurosport
12.30: partenza da Martinsicuro
12.35: inizio diretta su RaiSport
14.00: inizio diretta su Rai2
14.20-14.35: traguardo volante Sprint di di Recanati
14.40-14.55: GPM di Osimo
15.35-15.55: GPM di Monsano
15.45-16.10: GPM di Ostra
15.55-16.25: traguardo volante Intergiro di Ripe
16.00-16.30: GPM di La Croce
16.15-16.45: traguardo volante Sprint di Mondolfo (con abbuoni)
16.55-17.30: arrivo a Fano
I MISTERI DELLA CASSAPANCA
Con la ricomposizione della coppia al commento Pancani – Cassani la rubrica degli strafalcioni dei telecronisti riprende il suo titolo originario
Professor Fagnani: “Il vento è una variabile costante”
Petacchi: “Vedremo le macchie di corridori di ogni squadra”
De Luca: “La ruota anterore”
Pancani: “Siamo a metà chilometraggio, siamo a metà delle tappe, seconda parte più lunga della prima”
Garzelli: “Foiano di Val Forte” (Foiano di Val Fortore)
Pancani: “La qualità che c’è davanti alle caratteristiche dei tre uomini davanti”
Fabretti: “Dario Cataldi” (Cataldo)
Televideo RAI: “Francavilla a Mare” (Francavilla al Mare)
Televideo RAI: “DFernando Gaviria”
GIROALCONTRARIO
L’ordine d’arrivo e la classifica generale dal punto di vista della maglia nera
Ordine d’arrivo dell’undicesima tappa, Foiano di Val Fortore – Francavilla al Mare
1° Felix Großschartner
2° Giulio Pellizzari s.t.
3° Alan Riou s.t.
4° Pieter Serry s.t
5° Roel van Sintmaartensdijk a 2′27″
(Fabio Jakobsen, giunto 4°, retrocesso e penalizzato di 5′53″)
Classifica generale
1° Fabio Jakobsen
2° Alan Riou a 16″
3° Fabian Lienhard a 56″
4° David Dekker a 1′58″
5° Josef Cerný a 2′05″
Miglior italiano Davide Cimolai, 14° a 10′23″
IL GIRO DI 70 ANNI FA
Riviviamo l’edizione 1954 della Corsa Rosa attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”. Quell’anno si impose grazie a una storica fuga bidone l’elvetico Carlo Clerici
1 GIUGNO 1954 – 11a TAPPA: CESENATICO – ABETONE (230 Km)
PRONTA ED ENERGICA REAZIONE DI COPPI A UN VIOLENTO ATTACCO DI KOBLET AI PIEDI DELL’ABETONE
Per un momento si è creduto che gli assi volessero dar battaglia sull’Appennino – Fausto è sereno e tranquillo e pensa alle non lontane Dolomiti
Vittoria del giovane Gianneschi che batte all’arrivo i compagni di fuga Grosso e Franchi – Astrua la spunta sul campionissimo nella volata per il quarto posto – Clerici sempre saldo al comando della classifica – Oggi arrivo a Genova – Le lodi del campione del mondo a Defilippis passato dal nono al quinto posto in classifica
ARCHIVIO QUARTIERTAPPA
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Raduno di partenza a Venaria Reale
1a tappa: Venaria Reale – Torino
2a tappa: San Francesco al Campo – Santuario di Oropa
3a tappa: Novara – Fossano
4a tappa: Acqui Terme – Andora
5a tappa: Genova – Lucca
6a tappa: Torre del Lago Puccini (Viareggio) – Rapolano Terme
7a tappa: Foligno – Perugia (cronometro individuale)
8a tappa: Spoleto – Prati di Tivo
9a tappa: Avezzano – Napoli
10a tappa: Pompei – Cusano Mutri (Bocca della Selva)
DAI TRABOCCHI SPUNTA ANCORA MILAN. POGACAR SEMPRE IN ROSA
maggio 15, 2024 by Redazione
Filed under 15 MAGGIO 2024 - 11a tappa: FOIANO DI VALFORTORE - FRANCAVILLA AL MARE, News
Jonathan Milan (Team Lidl Trek) dimostra di essere uno dei ciclisti più forti in circolazione battendo con una volata autoritaria sul traguardo di Francavilla al Mare Tim Merlier (Team Soudal Quick Step), poi declassato, e Kaden Groves (Team Alpecin Deceuninck)
Risalendo lo Stivale il Giro affronta l’undicesima tappa da Foiano di Van Foltore a Francavilla al Mare di 207 km. Tornano di scena i velocisti che dovrebbero giocarsi la vittoria anche se la prima parte della tappa è piuttosto vallonata e presenta anche il gpm di Pietracatella posto al km 48.4. Il ritiro alla partenza di Cian Uijtdebroeks (Team Visma Lease a Bike) è tra le notizie più importanti della giornata con la maglia bianca che adesso passa sulle spalle di Antonio Tiberi (Team Bahrain Victorious). Oltre al ciclista belga non figuravano tra i partenti di oggi Stefano Oldani (Team Cofidis) e Louis Barrè (Team Arkea B&B Hotels). Dopo la partenza si formava la fuga di giornata grazie all’azione di Thomas Champion (Team Cofidis), Edoardo Affini e Tim van Dijke (Team Visma Lease a Bike). Van Dijke scollinava in prima posizione sul promo gpm di Pietracatella posto al km 48.4. Champion si aggiudicava il primo traguardo volante di Casacalenda posto al km 74.5. Le squadre dei velocisti si davano cambi regolari in testa al gruppo ed il ritardo nei confronti della fuga veniva contenuto all’interno dei 2 minuti. In vista della costa adriatica, considerate le condizioni di vento da moderato a forte, gli ultimi 100 km di corsa potevano essere considerati i più spettacolari in caso di ventagli. Champion si aggiudicava il traguardo intergiro di San Salvo Marina posto al km 137.9. I tre fuggitivi venivano ripresi poco prima del passaggio sul secondo traguardo volante di Fossacesia Marina, sul quale transitava per primo Ryan Mullen (Team BORA Hansgrohe). La tappa si animava improvvisamente a poco meno di 21 km dall’arrivo con un attacco di Andrea Piccolo (Team EF Education EasyPost) mentre quasi contemporaneamente una caduta coinvolgeva Felix Grossschartner (UAE Team Emirates) e Kevin Vermaerke (Team DSM Firmenich PostNL). Entrambi i ciclisti si rialzavano e ripartivano senza apparenti problemi. Una volta ricompattatosi, il gruppo si preparava alla volata. Era ancora una volta Jonathan Milan (Team Lidl Trek) a dimostrare di essere il velocista più forte del momento. La maglia ciclamino vinceva con autorità davanti a Tim Merlier (Team Soudal Quick Step) e Kaden Groves (Team Alpecin Deceuninck), anche se dopo dopo il termine della frazione la giuria sanciva il declassamento all’ultimo posto del gruppo del belga, reo d’aver stretto contro le transenne il colombiano Juan Sebastián Molano (UAE Team Emirates). Saliva così al terzo posto Giovanni Lonardi (Team Polti Kometa), con Laurence Pithie (Team Groupama FDJ) e il citato Molano a chiudere la TopFive, mentre una caduta sul rettilineo d’arrivo metteva fuori gioco alcuni ciclisti, tra i quali Fabio Jakobsen (Team DSM Firmenich PostNL). Per Milan è la seconda vittoria al Giro 2024 mentre la classifica generale vede sempre al comando Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) davanti a Daniel Martinez (Team BORA Hansgrohe) e Geraint Thomas (Team INEOS Grenadiers). Domani è in programma la dodicesima tappa da Martinsicuro a Fano di 193 km. E’ la tappa dei muri marchigiani con quattro gpm di quarta categoria e diversi altri zampellotti con pendenze che in alcuni tratti superano anche il 10%. I velocisti più resistenti possono di re la loro ne caso la corsa venga tenuta chiusa, ma non escludiamo il successo di una fuga oppure nuove schermaglie tra i big di classifica.
Antonio Scarfone
RITORNO AI TRABOCCHI
maggio 15, 2024 by Redazione
Filed under 15 MAGGIO 2024 - 11a tappa: FOIANO DI VALFORTORE - FRANCAVILLA AL MARE, News
Il Giro ritorna sulla Costa dei Trabocchi, lo spettacolare tratto del litorale adriatico che lo scorso anno ospitò la cronometro d’apertura della Corsa Rosa. Sarà l’occasione per rivedere in azione i velocisti, che non trovavano un traguardo adatto ai lori mezzi dalla tappa di Lucca.
Tutti ricordiamo lo spettacolare scenario che fece da sfondo, lo scorso anno, alla “Grande Partenza” del Giro d’Italia, scattato dalla Costa dei Trabocchi, il tratto del litorale abruzzese punteggiato dalle caratteristiche palafitte installate a pochi metri dalla riva, utilizzate dai pescatori e talvolta attrezzate con piccoli ristoranti nei quali degustare pesce fresco di giornata. Dodici mesi dopo la Corsa Rosa tornerà ad affacciarsi da questo balcone naturale e lo farà in una tappa dove ancora la successione dei trabocchi ruberà di tanto in tanto la scena ai corridori, perché gli ultimi 120 Km si svolgeranno costantemente in riva all’Adriatico, per la gioia dei velocisti che da diversi giorni non trovavano pane per i loro denti sulle strade del Giro. Le difficoltà altimetriche non mancheranno comunque e avranno la forma delle tre salite pedalabili che caratterizzeranno il tratto iniziale e dei piccoli strappetti che spezzeranno la pianura nella seconda parte della gara, che quando entrerà in scena la pianura sarà resa ancor più fluida dalla presenza d’interminabili rettilinei, come quello di quasi 3 Km e mezzo che porterà dritto al traguardo di Francavilla al Mare. Attenzione, però, a quest’ultimo, il mare, che potrebbe tirare un brutto scherzetto ai corridori lasciando irrompere sul percorso di gara il vento che spesso sferza i litorali, con il rischio che si vengano a creare le temute fratture in seno al gruppo, frazionamenti che possono far perdere parecchi minuti e che in gergo sono definiti con il nome di ventagli.
Si partirà dai colli appennici e lasciato il centro di Foiano di Val Fortore si dovrà affrontare, subito dopo il via, la dolce salita (7.2 Km al 3.5%) verso San Bartolomeo in Galdo, borgo recentemente adornatosi di murales realizzati a partire dal 2010, dopo la decisione di restaurare quello realizzato nel 1976 per omaggiare la visita del gruppo musicale cileno degli Inti-Illimani, che si era trasferito in Italia dopo il colpo di stato che tre anni prima aveva rovesciato il presidente Salvador Allende.
All’inizio della successiva discesa la Corsa Rosa entrerà in Puglia, che sarà attraversata per soli 18 Km, tratto nel quale non saranno previsti passaggi da centri abitati, andando invece a imboccare la statale che collega Foggia a Campobasso. Procedendo in direzione di quest’ultima si supererà il confine con il Molise presso l’estremità meridionale del lago artificiale di Occhito, del quale si può ammirare una spettacolare vista dall’alto raggiungendo il vicino centro di Gambatesa e affacciandosi dal belvedere sottostante il Castello di Capua. È una deviazione che non faranno i “girini” che, invece, dopo ancora qualche chilometro sullo scorrevole fondovalle del torrente Tappino, lasceranno la direttrice per Campobasso per risalire il versante opposto rispetto a quello di Gambatesa, diretti al borgo di Pietracatella dove, dopo circa 7 Km d’ascesa al 6.1%, si disputerà l’unico Gran Premio della Montagna di giornata. Assegnati i punti per la classifica degli scalatori non s’inizierà subito a scendere poiché si rimarrà in quota per circa 6 Km, tratto che terminerà dopo il passaggio da Sant’Elia a Pianisi, borgo meta di pellegrinaggi da parte dei devoti di Padre Pio, che visse per quattro anni nel locale convento francescano.
Saltabeccando sui colli molisani si affronterà una salita di 4 Km al 4.7% che terminerà nei pressi della stazione di Ripabottoni, uno dei centri che furono maggiormente colpiti dal terremoto del 31 ottobre 2002, principalmente ricordato per la morte di 27 bambini, travolti dal crollo della locale scuola elementare, nel vicino centro di San Giuliano di Puglia. Un altro breve tratto in salita, uno strappo di 800 metri al 5.2%, anticiperà il passaggio nel centro di Casacalenda, cittadina presso i quali si trovano i ruderi dell’antica Gerione, andata distrutta in occasione di un altro terremoto – avvenuto nel 1456 e ricordato come il più forte del secondo millennio – e famosa per essere stata espugnata dal celebre Annibale, che vi si accampò nel 217 avanti Cristo durante la Seconda Guerra Punica.
Inizierà ora la lunga discesa che riporterà il Giro in pianura, una planata di quasi 30 Km interrotta da una salita di 1 Km al 4.9% che s’incontrerà in vista del passaggio da Larino, centro del quale è originario l’indimenticato giornalista sportivo Aldo Biscardi, nato nel 1930, e presso il quale è possibile ammirare la gotica la cattedrale romano-gotica di San Pardo e il simbolo della città molisana, l’anfiteatro dell’antica città romana di Larinum.
Guadagnata la pianura bisognerà percorrere ancora una decina di chilometri sulle strade dell’entroterra prima di giungere in riva al mare, che s’incontrerà poco prima di giungere a Termoli, cittadina sede dell’unico porto molisano, base di partenza per i turisti diretti all’arcipelago delle Isole Tremiti.
Sfiorata l’antica torre costiera del Sinarca, che prende il nome dal torrente che un tempo ne alimentava la cisterna, i corridori imboccheranno il primo degli interminabili rettilinei che caratterizzano il finale e poi faranno ritorno in Abruzzo all’altezza della marina di San Salvo, luogo dove lo scorso anno terminò la prima tappa in linea, vinta in volata dal friulano Jonathan Milan. Subito dopo ci si allontanerà brevemente dalla linea di costa per portarsi, al termine di un breve e pedalabile tratto in salita (1500 metri al 4.2%), nella cittadina di Vasto, l’antica Histonium che secondo la tradizione fu fondata da Diomede e che è un centro saldamente legato alla storia della nostra nazione e anche a quella del Giro. Vastese, infatti, era il predicatore Teodorico Pietrocola Rossetti che, durante la sua opera di evangelizzazione, diede un notevole aiuto al progetto unitario, trovando pure il tempo di coltivare diverse amicizie, come quello che lo legò allo scrittore inglese Lewis Carroll, per il quale tradusse e diffuse in Italia “Alice nel paese delle meraviglie”. Il legame di Vasto col Giro risale al 1932, quando sulla scrivania di Armando Cougnet fu portato un corposo plico contenente una raccolta di firma di cittadini vastesi, che richiedevano con forza il passaggio della corsa rosa o almeno un arrivo nelle vicinanze. Pur ribadendo che sarebbe stato impossibile accontentare tutti, l’allora direttore del Giro accolse la richiesta e già in quello stesso anno ci fu un arrivo nella non lontana Lanciano, dove s’impose Learco Guerra. Per vedere un arrivo “confezionato” in casa si dovrà, però, attendere fino al 1959, quando Gastone Nencini si impose su di un traguardo replicato in altre quattro occasioni, l’ultima nel 2000.
Sfiorata l’area del porto di Vasto, il cui faro è il secondo per altezza d’Italia (70 metri) dopo la Lanterna di Genova, il percorso ritroverà la litoranea e un’altra serie di veloci rettilinei, come quello che inizierà subito dopo aver scavalcato il corso del fiume Sangro in prossimità della sua foce. Immediatamente dopo il gruppo sarà accolto dai tifosi di Fossacesia Marina, la località balneare dalla quale lo scorso anno la prima tappa del Giro prese le mosse ai piedi della collina sulla quale si staglia la millenaria abbazia di San Giovanni in Venere. Il primo atto dell’edizione 2023 fu una cronometro individuale di circa 20 Km che si corse quasi interamente sulla pista ciclabile realizzata dopo la dismissione di un tratto della Ferrovia Adriatica, mentre stavolta i “girini” rimarranno sulla parallela strada statale, che presenta un tracciato leggermente più tortuoso, movimentato anche da qualche saliscendi. In particolare quando all’arrivo mancheranno 24 Km si dovranno superare in rapida successione tre brevi ascese che difficilmente turberanno il sonno ai velocisti, la prima delle quali – 1.2 Km al 4.9% – si conclude in prossimità del cimitero militare canadese di Ortona, memento dei combattimenti qui avvenuti nel dicembre del 1943 durante i drammatici anni della Seconda Guerra Mondiale. La successiva difficoltà altimetrica – 1300 metri al 5.1% – terminerà proprio alle porte della vicina Ortona, dove lo scorso anno il belga Remco Evenepoel andò, come da previsioni della vigilia, a prendersi la prima maglia rosa con un vantaggio di 22 secondi su un altro dei favoriti per la vittoria di tappa, il recordman dell’ora Filippo Ganna. Superato un ultimo strappo di 900 metri al 4.5%, a 14 Km dalla conclusione si ritroveranno strade veloci e filanti e si entrerà in Francavilla al Mare con un interminabile rettilineo che, salvo piccole deviazioni di rotta, misura ben 7 Km. Un paio di curve a gomito lanceranno, infine, il gruppo sull’altrettanto lungo rettifilo che condurrà al traguardo, sul lungomare di Francavilla, luogo dove i velocisti in gara sgomiteranno come bagnanti all’affannosa ricerca di un privilegiato posto al sole…
Mauro Facoltosi
CIAK SI GIRO
Il Molise è la Cenerentola delle regioni italiane. Nonostante l’indipendenza amministrativa ottenuta dall’Abruzzo 1963 talvolta si fatica a non associarla all’altra regione, al punto che anche il Touring Club Italiano non ha mai aggiornato la collana delle celebri “Guide Rosse d’Italia” e il Molise è ancora oggi accomunato all’Abruzzo nello specifico volume. Non è un caso che sia una delle regioni meno visitate dalla Corsa Rosa, preceduta in questo record negativo solo dalla Sardegna: due volte si è arrivati a Isernia, tre a Termoli, sette volte a Campitello Matese e dodici nel capoluogo Campobasso. E anche il cinema non si è ricordato troppo spesso del Molise, anche se sulle sue strade si è vista una star del calibro della spagnola Penélope Cruz, che nel 2004 interpretò un personaggio di nome Italia nel film “Non ti muovere”, diretto da Sergio Castellitto e ispirato a un romanzo scritto dalla moglie Margaret Mazzantini. In quanto ai luoghi toccati dalla tappa odierna è possibile ammirare alcuni scorci di Termoli, tra i quali la romanica cattedrale di Santa Maria della Purificazione, in “Stesso sangue”, pellicola del 1988 diretta e sceneggiata dai registi romani Egidio Eronico e Sandro Cecca. Il film, che racconta le vicende di due fratelli rimasti orfani messisi in viaggio privi di mezzi economici e di una meta precisa, fu quasi interamente girato in Molise, ma le riprese “strabordarono” anche nelle regioni confinanti e così nel film si possono notare anche un’azienda del centro abruzzese di San Salvo e una suggestiva chiesa sconsacrata trasformata in masseria situata nel comune abruzzese di Chieuti.
In collaborazione con www.davinotti.com
Qui potete vedere le altre location dei due film citati
https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/non-ti-muovere/50009386
https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/stesso-sangue/50002671
FOTOGALLERY
San Bartolomeo in Galdo, il murales “Marcia della fame” restaurato nel 2010
Lago di Occhito
Gambatesa, Cappella di Capua
Sant’Elia a Pianisi, convento francescano
Larino, anfiteatro romano dell’antica Larinum
Termoli, Torre del Sinarca
Vasto, Faro di Punta Penna
Fossacesia Marina, la foce del fiume Sangro
Fossacesia, Abbazia di San Giovanni in Venere
Il trabocco Punta Rocciosa, uno dei tanti che punteggiano il tratto di litorale adriatico che sarà costeggiato dai “girini”
Ortona, cimitero militare canadese
Castello di Ortona
QUARTIERTAPPA: DALLA SEDE DI CUSANO MUTRI
maggio 14, 2024 by Redazione
Filed under 14 MAGGIO 2024 – 10a tappa: POMPEI – CUSANO MUTRI (Bocca della Selva), Approfondimenti
Ecco il tradizionale contenitore made ilciclismo.it che da diverse stagioni accompagna le cronache prima del Giro e poi del Tour. All’interno ritroverete le rubriche riservate alla rassegna stampa internazionale, alla colonna sonora del giorno, alle previsioni del tempo per la tappa successiva, alle “perle” dei telecronisti, al Giro d’Italia rivisto alla “rovescia” e al ricordo di un Giro passato (quest’anno rivisiteremo l’edizione vinta dall’elvetico Carlo Clerici nel 1954)
SALA STAMPA
Italia
Giro: sulla Bocca della Selva fa festa Paret-Peintre. Pogacar, rosa in scioltezza
Gazzetta dello Sport
Slovenia
Francoza Janu Tratniku preprečila sanjski dan (Un francese ha impedito a Jan Tratnik di vivere una giornata da sogno)
Delo
Regno Unito
Valentin Paret-Peintre leads home idol Bardet for stage win (Valentin Paret-Peintre precede il suo idolo Bardet per la vittoria di tappa)
The Guardian
Francia
Le chef-d’œuvre de Paret-Peintre (Il capolavoro di Paret-Peintre)
L’Équipe
Spagna
Valentin Paret-Peintre estira el meme de las Van Rysel (Valentin Paret-Peintre amplia il meme di Van Rysel)
AS
Belgio
Cian Uijtdebroeks verliest tiental seconden tegenover concurrenten in zware bergrit, vroege vluchter Valentin Paret-Peintre steekt landgenoot Romain Bardet de loef af (Cian Uijtdebroeks perde dieci secondi contro i concorrenti in una dura tappa di montagna, il primo fuggitivo Valentin Paret-Peintre supera il connazionale Romain Bardet)
Het Nieuwsblad
Paesi Bassi
Weer klap voor Visma (Altro duro colpo per il Visma)
De Telegraaf
Germania
Geschke nun Zweiter in der Bergwertung – Pogacar hat alles unter Kontrolle (Geschke è ora secondo nella classifica delle montagne: Pogacar ha tutto sotto controllo)
Kicker
USA
Paret-Peintre emulates older brother by winning a Giro d’Italia stage (Paret-Peintre emula il fratello maggiore vincendo una tappa del Giro d’Italia)
The Washington Post
Colombia
Daniel Martínez se defendió de los duros ataques y sigue en el podio del Giro de Italia (Daniel Martínez si è difeso dai duri attacchi e resta sul podio del Giro d’Italia)
El Tiempo
Australia
Paret-Peintre follows brother in taking Giro stage win (Paret-Peintre segue il fratello nella vittoria di tappa del Giro)
The West Australian
DISCOGIRO
La colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it
Bocca di rosa (Fabrizio De Andrè)
METEOGIRO
Foiano di Val Fortore: cielo sereno, 21°C, vento moderato da SO (16-38 Km/h), umidità al 57%
Pietracatella – GPM (Km 48.4): pioggia debole (0.3 mm), 22°C (percepiti 25°C), vento moderato da SO (21-45 Km/h), umidità al 49%
Larino (Km 87.6): nubi sparse, 26°C, vento moderato da S (21-44 Km/h), umidità al 37%
San Salvo Marina – traguardo volante Intergiro (Km 137.9): nubi sparse, 25°C (percepiti 26°C), vento moderato da E (12-35 Km/h), umidità al 51%
Francavilla al Mare: nubi sparse, 23°C (percepiti 24°C), vento moderato da E (10-38 Km/h), umidità al 66%
GLI ORARI DEL GIRO
11.45: inizio diretta su Eurosport
12.15: inizio diretta su RaiSport
12.15: partenza da Foiano di Val Fortore
13.30-13.40: GPM di Pietracatella
14.00: inizio diretta su Rai2
14.00-14.20: traguardo volante Sprint di Casacalenda
15.25-15.50: traguardo volante Intergiro di San Salvo Marina
16.10-16.40: traguardo volante Sprint di Fossacesia Marina (con abbuoni)
16.55-17.30: arrivo a Francavilla al Mare
I MISTERI DELLA CASSAPANCA
Con la ricomposizione della coppia al commento Pancani – Cassani la rubrica degli strafalcioni dei telecronisti riprende il suo titolo originario
De Luca: “I primi due atleti sono Israel e Alpecin”
De Luca: “Si allarga la telecamera per andare a vedere”
De Luca: “Se il sudafricano riuscirà a rientrare sulle code dei tre fuggitivi”
Genovesi: “Lo uccide a mani nute”
Borgato: “Tiberi è stato subito ricorso”
Televideo RAI: “C’è un gruppetto di 25 corridori che si stacca dal plotone, accumulando quasi 6 minuti di distacco” (era fuggitivi, quindi non si parla di distacco ma di vantaggio)
The Guardian (quotidiano inglese): “Valentin Paret-Peintre leads home idol Bardet for stage win” (da quando Bardet ha la cittadinanza italiana?)
GIROALCONTRARIO
L’ordine d’arrivo e la classifica generale dal punto di vista della maglia nera
Ordine d’arrivo della decima tappa, Pompei – Cusano Mutri (Bocca della Selva)
1° Rui Oliveira
2° Sebastian Molano s.t.
3° Josef Cerný a 1′55″
4° Simone Consonni s.t.
5° Edward Theuns, s.t.
Miglior italiano Martin Marcellusi 9° a 3′04″
Classifica generale
1° Fabio Jakobsen
2° Fabian Lienhard a 56″
3° David Dekker a 1′58″
4° Phil Bauhaus a 4′24″
5° Tim Merlier a 4′53″
Miglior italiano Davide Cimolai, 13° a 10′23″
IL GIRO DI 70 ANNI FA
Riviviamo l’edizione 1954 della Corsa Rosa attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”. Quell’anno si impose grazie a una storica fuga bidone l’elvetico Carlo Clerici
31 MAGGIO 1954 – 10a TAPPA: FIRENZE – CESENATICO (211 Km)
FALLITO ATTACCO DI COPPI A KOBLET SULLA SALITA DI PERTICARA
Le emozionanti vicende della tappa Firenze-Cesenatico del Giro d’Italia – “Se mi capita l’occasione non la mando a nessuno”
Lunga e sfortunata fuga di Fornara raggiunto nel finale e battuto sul traguardo – Vittoria di Giudici seguito da Barozzi – Il gruppo degli assi a ridosso dei primi tre – Classifica generale immutata – Oggi arrivo all’Abetone – Fausto confessa le sue delusioni e le sue speranze
ARCHIVIO QUARTIERTAPPA
Cliccare sul nome della tappa per visualizzare l’articolo
Raduno di partenza a Venaria Reale
1a tappa: Venaria Reale – Torino
2a tappa: San Francesco al Campo – Santuario di Oropa
3a tappa: Novara – Fossano
4a tappa: Acqui Terme – Andora
5a tappa: Genova – Lucca
6a tappa: Torre del Lago Puccini (Viareggio) – Rapolano Terme
7a tappa: Foligno – Perugia (cronometro individuale)
8a tappa: Spoleto – Prati di Tivo
9a tappa: Avezzano – Napoli
PARET-PEINTRE: PRIMA VITTORIA DA SOGNO A BOCCA DELLA SELVA
maggio 14, 2024 by Redazione
Filed under 14 MAGGIO 2024 – 10a tappa: POMPEI – CUSANO MUTRI (Bocca della Selva), News
Ottenere la prima vittoria in carriera direttamente in un grande giro e per giunta in solitaria in un arrivo in salita deve provocare un’emozione incredibile. Per avere una conferma bisognerebbe rivolgersi a Valentin Paret-Peintre che oggi ha vissuto proprio tale situazione al termine della 9a tappa del Giro d’Italia. Il giovane francese della Decathlon-Ag2r La Mondiale ha battuto i compagni di fuga lungo la salita finale che portava a Bocca della Selva staccando prima Romain Bardet (Team dsm-firmenich-PostNL) e andando poi a raggiungere e lasciare sul posto Jan Tratnik (Visma | Lease a bike) che si era avvantaggiato in precedenza. Quasi no-contest tra i big della generale, se si fa eccezione di qualche scaramuccia negli ultimi km dell’ascesa finale
Dopo il primo giorno di riposo il Giro ripartiva con una tappa, la Pompei-Bocca della Selva, piuttosto corta (appena 142 km) ma resa interessante da un percorso esigente e da un arrivo in salita inedito. Dopo i primi 45 km completamente piatti, la strada iniziava a salire con la breve ascesa di Arpaia (5,6 km al 3,4%) in cima alla quale era posto il primo sprint intermedio di giornata (km 52). Un altro breve tratto pianeggiante anticipava quindi la breve salita, non classificata come gom nonostante le pendenze (3,1 km al 8,3%), che portava la carovana verso Taburno. Dopodichè i corridori erano attesi da una breve discesa e quindi dalla salita di Camposauro (6,1 km al 7,6%) classificata come gpm di 2a categoria e la cui cima era posta a 60 km dall’arrivo. Dopo la conseguente discesa e un breve tratto di fondovalle la strada ricominciava a salire (4,8 km al 6,5%) verso Guardia Sanframondi dove era posto l’intergiro (km 105). A questo punto iniziava un tratto di saliscendi lungo circa 20 km che portava a Cusano Mutri (km 121) dove era posto il terzo sprint di giornata. Poco dopo iniziava la salita finale di Bocca della Selva lunga 18,1 km e cartterizzata da una pendenza media non troppo elevata (5,6%). L’ascesa era divisa sostanzialmente in tre tronconi: il primo tratto (6,2 km circa al 6,2%) terminava a Pietraroja, quindi, dopo una breve contropendenza iniziava la parte centrale (3 km al 5,6%). Infine, dopo una seconda parte in leggera discesa, i corridori erano attesi dal pezzo più duro (6,5 km al 7,2%). Una frazione che sorrideva alle fughe, pur senza escludere l’intervento diretto degli uomini di classifica.
Pronti via e, come nelle previsioni, sono iniziati gli scatti in testa al gruppo. I primi a partire sono stati Quinten Hermans (Alpecin-Deceuninck) e Simon Clarke (Israel-Premier Tech) che sono subito riusciti a prendere un paio di centinaia di metri di vantaggio. Dietro di loro, alla spicciolata, si sono susseguiti numerosi altri scatti, ma l’andatura forsennata del gruppo non ha consentito loro di evadere. Dopo 15 km il duo di testa procedeva con appena 15″ di margine su un plotone da cui continuavano i tentativi di contrattacco. Al km 20 sui due battistrada è rinvenuto Alessandro De Marchi (Team Jayco-AlUla), bravo a trovare il momento giusto, mentre Stefan De Bod (EF Education-EasyPost), partito poco dopo, è rimasto nella terra di mezzo prima di essere ripreso da un gruppo ancora non rassegnato a mollare la presa. Nei chilometri successivi il gruppo ha continuato ad alternare fasi di andatura elevatissima causate dagli scatti ad altre di completo rilassamento, condizione che ha consentito ai tre battistrada dia aumentare man mano il gap (35″ al km 30; 1′00″ al km 40).
Lungo la salita di Arpaia, Hermans ha perso contatto dagli altri due mentre nel gruppo continuavano ad alternarsi i contrattacchi. Quello buono è però arrivato solo lungo la salita di Bivio Taburno quando si è formato un gruppetto di ben 25 corridori all’inseguimento della coppia di testa formata da Clarke e De Marchi. Il gruppo a questo punto ha desistito e così i contrattaccanti lungo l’ascesa che portava verso il gpm di Camposauro sono riusciti a rientrare finalemente sul duo di testa andando a formare un drappello di ben 27 corridori. Oltre ai già citati De Marchi e Clarke vi erano: Nicola Conci (Alpecin), Simone Velasco (Astana), Damiano Caruso (Bahrain-Victorious), Maximilian Schachmann (BORA-Hansgrohe), Simon Geschke (Cofidis), Aurélien e Valentin Paret-Peintre (Decathlon AG2R La Mondiale), Juan Esteban Chaves (EF Education-EasyPost), Enzo Paleni (Groupama-FDJ), Tobias Foss (Ineos Grenadiers), Marco Frigo (Israel-Premier Tech), Andrea Bagioli e Juan Pedro López (Lidl-Trek), Will Barta (Movistar Team), Mattia Bais (Polti-Kometa), Julian Alaphilippe e Mauri Vansevenant (Soudal-Quick Step), Romain Bardet, Chris Hamilton e Kevin Vermaerke (Team dsm-firmenich-PostNL), Filippo Zana (Team Jayco-Alula), Jan Tratnik (Visma | Lease a Bike), Domenico Pozzovivo, Luca Covili e Filippo Fiorelli (VF Group-Bardiani CSF-Faizanè). Proprio lungo l’ascesa Clarke, evidentemente stanco dopo aver a lungo lottato per non farsi riprendere dal gruppo, ha mollato la presa, mentre Geschke andava a vincere il gpm alla ricerca di punti validi per la maglia blu.
Lungo la salita di Sanframondi, che conduceva allo sprint valido per l’intergiro, si è staccato Alaphippe, ma anche altri corridori hanno iniziato a mostrare segnali di fatica. Proprio all’intergiro, vinto dal solito Fiorelli, il drappellone di testa ha iniziato a sfaldarsi per via dell’attacco di Jan Tratnik, partito proprio sullo slancio del traguardo intermedio. Al suo inseguimento si sono posti Valentin Paret-Peintre, Frigo, Bagioli e Bardet. Nel frattempo il gruppo procedeva con oltre 5 minuti di ritardo dai battistrada visto il disinteresse mostrato dagli uomini UAE. Davanti invece continuava l’azione solitaria di Tratnik che ha così approcciato in totale solitudine la lunga ma pedalabile salita finale: ai -15 il quartetto inseguitore pagava circa 1 minuto di ritardo, mentre quel che restava del drappello era scivolato a quasi 2′.
Nei primi chilometri di salita Frigo ha perso contattatto dagli altri 3 contrattaccanti, poi diventati 2 ai -13 quando i due francesi sono scattati lasciando sul posto Bagioli. La coppia Bardet – Paret-Peintre ha così iniziato a recuperare man mano su Tratnik che però ai -5 aveva ancora circa 40″ di vantaggio su di loro. Nel gruppo maglia rosa invece, dopo alcuni chilometri in cui avevano fatto l’andatura gli uomini della Ineos, erano arrivati in testa i corridori della Bahrain in supporto ad un Antonio Tiberi sembrato in grande condizione.
L’azione che ha deciso definitivamente la corsa è arrivata di lì a poco, quando (ai -3) Valentin Paret-Peintre ha staccato il suo idolo di gioventù Bardet andando poi a riprendere e staccare anche Tratnik. Lo sloveno è stato poi raggiunto e superato anche da Bardet, con quest’ultimo che non ha però avuto le forze necessarie per avvicinarsi al connazionale ed ex compagno di squadra. Valentin Paret-Peintre è così riuscito a raccogliere la sua prima vittoria da professionista tagliando il traguardo con 29″ su Bardet, 1′01″ su Tratnik, 1′18″ su Bagioli e 1′25″ su un gruppetto regolato dall’altro Paret-Peintre davanti a Geschke, Zana e Pozzovivo. Nel gruppo maglia rosa aveva invece attaccato Tiberi, subito ripreso nientepopodimenoche dalla maglia rosa di Pogacar. I migliori sono così arrivati quasi tutti insieme anche se l’ultima accelerazione di Ben O’Connor (Decathlon Ag2r La Mondiale) ha leggermente sgranato il gruppo nel finale, dando vita a qualche piccolo gap tra i migliori.
La classifica resta sostanzialmente invariata: Pogacar guida con 2′40″ su Martínez, 2′58″ su Thomas, 3′39″ su O’Connor, 4′15″ su Uijtdebroeks, 4′27″ su Tiberi.
Domani tappa che potrebbe sorridere nuovamente ad una fuga o, in caso di corsa più calma, alle ruote veloci.
Pierpaolo Gnisci
ARRIVANO LE FORCHE CAUDINE… IN BOCCA ALLA SELVA!!!
maggio 14, 2024 by Redazione
Filed under 14 MAGGIO 2024 – 10a tappa: POMPEI – CUSANO MUTRI (Bocca della Selva), News
Dopo il giorno di riposo trascorso all’ombra del Vesuvio, momento che diversi corridori temono più d’un tappone, il Giro si rimette in marcia con una frazione di montagna apparentemente poco impegnativa. L’ascesa finale verso Bocca della Selva non offre grandi numeri nelle pendenze, ma è lunga quasi 20 Km e presenta variazioni di ritmo indotte da un paio di lunghi spianamenti. Se qualche big non avrà digerito il riposo potrebbe incontrare in questa giornata le sue “forche caudine” e lasciar per strada qualche minuto.
Ci sono valichi – come lo Stelvio e il Mortirolo – i cui nomi sono rimasti nella storia quasi esclusivamente per meriti sportivi; ce ne solo altri non hanno né appeal, né curriculum ciclistico e tra questi ce n’è uno che è riuscito ugualmente a ritagliarsi uno spazio sui libri di storia. È la Stretta di Arpaia, modesta ascesa di 3.2 Km al 4.3% che per i “girini” sarà la prima difficoltà altimetrica della decima tappa e che è più celebre con il toponimo di Forche Caudine, luogo che i libri di storia ci hanno tramandato come la gola dove l’esercito romano, durante la seconda guerra sannitica, subì una delle più celebri sconfitte che si ricordi, al punto che ancora oggi quel termine è sinonimo di cocente umiliazione. E la tappa che vi transiterà potrebbe per davvero rivelarsi una “forca caudina” per qualcuno a causa della sua posizione in calendario, piazzata subito dopo il primo dei due giorni di riposo, momenti che l’UCI ha reso obbligatori dal 2002 ma che per diversi corridori sono indigesti perché spezzano il ritmo di gara che si era consolidato nella prima settimana. Il rischio è di faticare a ricarburare al momento della ripartenza, soprattutto se ci si rimette in viaggio con una tappa a cronometro o una di montagna, proprio come quella che si concluderà in salita a Bocca della Selva. Quest’ultima non è una salita all’apparenza durissima (la pendenza media è del 5,6%), ma misura quasi 20 Km e presenta un andamento a corrente alternata e se qualche corridore non avrà metabolizzato il riposo potrebbe anche perdere diversi minuti, soprattutto al momento d’affrontare i tratti più difficili. E la storia di ciclismo non è avara di episodi di crolli verticali avvenuti proprio in circostanze simili a quella della tappa odierna, che scatterà da Pompei. Lasciata la città celebre non solo per gli scavi ma anche per il Santuario della Beata Vergine del Santo Rosario – uno dei principali d’Italia, costruito a partire dal 1876 su iniziativa del beato Bartolo Longo e grazie alle offerte spontanee dei fedeli – la corsa si snoderà in pianura nei primi 50 Km, scostandosi subito dopo il via dalle pendici del Vesuvio per puntare verso le prime alture dell’Irpinia. In questa fase d’apertura si toccherà Poggiomarino, centro che vanta un’area archeologica di scoperta recente, un villaggio protostorico di capanne rinvenuto nel 2000 presso una discarica e attorno al quale è stato realizzato il Parco Archeo-Fluviale di Longola. Proseguendo la risalita dello stivale italico ci si porterà quindi a Palma Campania, cittadina che merita il soggiorno in occasione del carnevale, che qui non prevede la solita sfilata di carri allegorici ma l’esibizione dei gruppi folcloristici delle “Quadriglie”, eredi di una tradizione che risale al 1600. Attraversata la vicina Nola – antica cittadina conosciuta per la popolare “Festa dei Gigli” e della quale fu vescovo Paolino, il santo ritenuto l’inventore delle campane – il gruppo giungerà a Cimitile, piccolo centro che vanta ben quattro basiliche, inserite in un complesso paleocristiano iniziato nel IV secolo. Transitando ai piedi della montagna che ospita il Santuario di Sant’Angelo a Palombara, fondato in posizione panoramica nell’879, la Corsa Rosa lascerà la provincia di Napoli per passare in quella di Caserta e portarsi ai piedi della salita delle Forche Caudine, superata la quale la strada tornerà pianeggiante per una decina scarsa di chilometri. Transitati da Montesarchio – nel cui castello è possibile ammirare il vaso del “Ratto di Europa”, realizzato nel IV secolo avanti Cristo dal ceramografo Assteas e ritenuto il più bello del mondo – per i “girini” comincerà la seconda salita di giornata. Sono 2800 metri all’8.8%, corrispondenti al tratto iniziale dell’ascesa diretta al Taburno, montagna localmente nota con il soprannome di “Dormiente del Sannio” perché il suo profilo ricorda quello di una donna coricata. Sfiorato il borgo d’origine medioevale di Cautano, nel corso della successiva discesa si punterà in direzione di Vitulano, che il gruppo attraverserà dopo aver iniziato la salita del Camposauro, 6.5 Km al 7.4% scavalcati i quali si planerà su Solopaca, centro noto agli appassionati di enologia per aver dato il nome a ben sette vini e non è un caso che qui si possa visitare il MEG, un museo dedicato all’eno-gastronomia, ospitato nell’antico Palazzo Cutillo.
Attraversato il fiume Calore sull’ottocentesco Ponte Maria Cristina, il cui nome richiama la sovrana che lo inaugurò nel 1835 e che nel 2014 è stata proclamata beata dalla chiesa cattolica, s’imboccherà l’ultimo tratto pianeggiante di questa tappa, giusto 2600 metri tranquilli prima di riprendere l’ascensore e affrontare uno strappo di 1.3 Km al 5.7%, prodomo alla successiva ascesa di 4.8 Km al 4.9% che terminerà alle porte di Guardia Sanframondi: è il centro del beneventano che nel 2021 ha ospitato l’arrivo di una tappa del Giro vinta dal francese Victor Lafay, mentre nel 2003 vi si era conclusa la prima tappa in linea del Giro femminile, conquista dalla lituana Rasa Polikevičiūtė. Seguirà un tratto in quota lungo poco meno di 20 Km nel corso del quale prima si toccherà Cerreto Sannita, luogo di produzione di ceramiche tra il XVII e il XVIII secolo, e poi, superata in galleria le suggestive forre del Triferno, si affronterà uno strappo di 700 metri dal 6% in corrispondenza dell’attraversamento di Cusano Mutri, il comune titolare dell’arrivo di tappa. Subito dopo aver toccato questo centro avrà inizio la lunga ascesa finale, una salita non unitaria perché due tratti intermedi la spezzano in tre tronconi, inficiando il dato della pendenza media. Si comincerà con i 6 Km al 6.8% che condurranno il gruppo a Pietraroja, centro il cui nome è segnalato sui principali libri che trattano di archeologia italiana perché nel 1980 vi fu rinvenuto il fossile del primo dinosauro scoperto nella nostra nazione, un cucciolo che fu “battezzato” con il nome di Ciro. Per un chilometro la strada diventerà perfettamente pianeggiante, poi si attaccherà la seconda balza dell’ascesa finale, più pedalabile della precedente (2.7 Km al 5.9%) e seguita da un ultimo tratto tranquillo, 2 Km nel corso dei quali si perderà anche qualche metro di quota. Infine, quando mancheranno 6 Km all’arrivo si attaccherà la parte più impegnativa dell’ascesa finale, poiché fino al traguardo si dovrà pedalare su di un’inclinazione media del 7.7%, buona per fagocitare le speranze di quei corridori avranno ancora sullo stomaco il giorno di riposo. La Bocca della Selva è pronta a spalancare le sue fauci….
Mauro Facoltosi
I VALICHI DELLA TAPPA
Forche Caudine (283 metri). Note anche con il nome geografico di Stretta di Arpaia, è la gola che separa il Monte Castello dal Monte Tairano. Valicate dalla Strada Statale 7 “Via Appia” tra Santa Maria a Vico e Arpaia, sono state attraversate spesso dal Giro d’Italia, ma non vi si è mai disputato un traguardo GPM. L’ultimo passaggio risale al 2000, durante la tappa Terracina – Caserta vinta dal mantovano Cristian Moreni.
Bocca della Selva (1393 metri). Vi transita la Strada Provinciale 89 tra Pietraroja e il Lago del Matese. Quotata 1392 metri sulle cartine del Giro 2024, vi sorge l’omonima stazione di sport invernali, presso la quale la Corsa Rosa nel recente passato ha collocato in due occasioni lo striscione di un GPM di passaggio, mentre l’arrivo di tappa previsto quest’anno sarà una novità assoluta. La prima scalata è avvenuta nel 2016 durante la tappa Ponte – Roccaraso, vinta dal belga Tim Wellens, quando alla Bocca della Selva si salì dal medesimo versante di quest’anno e in vetta transitò per primo il bresciano Alessandro Bisolti. È stato, invece, il belga Kobe Goossens a far suo questo GPM nel 2021, quando si è saliti dal versante opposto: la tappa, disputata tra Foggia e Guardia Sanframondi, terminò con la vittoria in solitaria del francese Victor Lafay.
Nota. Il testo di riferimento è “Valichi stradali d’Italia” di Georges Rossini (editore Ediciclo).
CIAK SI GIRO
Oggi il Giro riparte da Pompei, la città universalmente nota per la sua area archeologica, riportata alla luce a partire dal 1748 su iniziativa del re di Napoli Carlo III di Borbone, rimasto impressionato dai ritrovamenti avvenuti qualche anno prima nella vicina Ercolano. Così tornò a mostrarsi all’occhio umano la città romana rimasta sepolta sotto le ceneri del Vesuvio dopo la catastrofica eruzione avvenuta il 24 ottobre del 79 dopo Cristo e anche l’occhio della macchina da presa arriverà a immortalare scorci dell’antica Pompeii, con la doppia i secondo la denominazione adottata in epoca romana. In ordine cronologico il primo regista a scegliere di girare un film tra gli scavi fu il romano Mario Costa, che nel 1955 scese in Campania per le riprese di “Prigionieri del male”, opera che narra le vicende di una giornalista russa atea venuta in Italia per compiere un’inchiesta sul cattolicesimo e che invece finirà per convertirsi. Bisognerà poi aspettare 14 anni per vedere nuovamente una troupe muoversi tra le vestigia dell’antica città perché nel 1969 Pompei sarà s scelta dal regista vicentino Gian Luigi Polidoro per girarvi alcune scene di “Satyricon”, film che fu prodotto contemporaneamente – con tanto di polemiche e querele – a quello omonimo di Federico Fellini, che si vide costretto ad aggiungere il suo cognome al titolo per non confondere gli spettatori: si temeva che questi ultimi avrebbero corso il rischio di andare al cinema per vedere un film storico firmato dal grande cineasta romagnolo e di trovarsi in sala ad assistere a una commedia parodistica con accenni all’erotismo. Nulla impedì alla pellicola del Polidoro di uscire in sala, dove si poté così ammirare alcuni dei più celebri scorcii dell’antica città come la Villa di Giulia Felice e la celebre Villa dei Misteri, i cui affreschi fanno da sfondo alle scene ambientate nella dimora che il liberto arricchito Trimalcione – interpretato dall’indimenticato Ugo Tognazzi – intende lasciare in eredità alla sua cagnetta.
In collaborazione con www.davinotti.com
Qui potete vedere le altre location dei due film citati
https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/non-ti-muovere/50009386
https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/stesso-sangue/50002671
FOTOGALLERY
Il Vesuvio sullo sfondo del Foro di Pompei
Poggiomarino, Parco Archeo-Fluviale di Longola
Cimitile, Complesso Basilicale Paleocristiano
San Felice a Cancello, Santuario di Sant’Angelo a Palombara
In salita verso le Forche Caudine
Castello di Montesarchio
Solopaca, Museo Enogastronomico
Solopaca, Ponte Maria Cristina
Cerreto Sannita, Piazza San Martino
Le forre del Triferno alle porte di Cusano Mutri
Pietraroja, Parco Geopaleontologico
Bocca della Selva