PRIMA VOLATA CON PIETRA D’INCIAMPO

Il Giro 2024 offre ai velocisti la prima occasione. Non sarà una volata facile, però, quella che andrà in scena sul rettilineo d’arrivo di Fossano, preceduto com’è da una breve salita, non dura ma tale da tarpare le ali a molti degli sprinter presenti in gruppo. E anche il giorno successivo ad Andora ci sarà chi dovrà masticare amaro.

Dopo una partenza insolitamente impegnativa – ma sarà così anche al Tour che quest’anno scatterà dall’Italia – i favoriti potranno tirare un sospiro di sollievo mentre per la prima volta in questa edizione del Giro entreranno in scena i velocisti. Anche gli sprinter, però, non avranno vita facile nelle prime occasioni a loro riservate perché sia la tappa di Fossano, sia quella successiva di Andora presenteranno nelle battute conclusive salitelle che inevitabilmente taglieranno fuori dai giochi per la vittoria molti dei pretendenti. Diversi sprinter potrebbero così finire con l’inciampare letteralmente in difficoltà come la “Salita della Posta”, nome con il quale i cicloamatori locali hanno battezzato la rampa di Via Narzole a Fossano, 1.6 Km al 5.1% che terminano a soli 3 Km dall’arrivo. Potrebbero bastare per rovinare la prima festa agli sprinter? Sì, se andiamo a vedere come finì il Giro del Piemonte del 2009 quando, con la “salita della Posta” da affrontare a ridosso dell’arrivo, al traguardo si presentò un gruppo ridotto a circa 35 elementi, nessuno dei quali riuscì a competere per la vittoria perché furono anticipato per soli 4 secondi dall’azione di sei corridori, regolati da uno specialista di questi finali come il belga Philippe Gilbert. Detto questo, considerato che a inizio Giro le energie complessive sono ancora fresche e i finali di tappa alla Corsa Rosa sono interpretati con piglio diversi rispetto a una gara di un giorno, non va comunque esclusa del tutto la possibilità di assistere a un arrivo in volata, seppur a ranghi giocoforza ridotti.
Per il resto la terza tappa dell’edizione 2024 si presenterà ben poco impegnativa, con abbondanza di tratti pianeggianti tra i quali sono state inserite piccole e isolate colline, semplici nelle pendenze e ben distanti dal finale di gara. Si partirà all’ombra della Basilica di San Gaudenzio, la più conosciuta chiesa di Novara, famosa per la sua cupola alta 121 metri e progettata da Alessandro Antonelli, lo stesso architetto che qualche anno più tardi innalzerà la Mole a Torino. La prima “tranche” di pianura, la più lunga tra le tre previste, si protrarrà per una sessantina buona di chilometri penetrando nella pianura padana, inizialmente in direzione di Vercelli. Attraversata la capitale del riso europea (in zona ne sono coltivate più di 100 qualità) il gruppo cambierà direzione per puntare verso il Monferrato e giungendo dopo una quarantina di chilometri dal via a Casale, centro che fu trasformato in una delle più prestigiose cittadelle d’Europa in epoca rinascimentale, quando signori della città erano i Gonzaga, qui ricordati per aver concesso agli ebrei di professare liberamente la loro religione (e, infatti, la locale sinagoga di stile barocco è una delle più belle e conosciute d’Italia). Siamo alle soglie delle colline del Monferrato, che i corridori a breve attraverseranno andando ad affrontare l’unica salita “ufficiale” di giornata, con i punti deI Gran Premio della Montagna che saranno assegnati – dopo 2.2 Km al 4.9% – alle porte di Lu, borgo dominato dalla Torre Civica e che fino al 2019, l’anno della fusione nel municipio di “Lu e Cuccaro Monferrato”, condivideva il primato di comune italiano dal nome più brevi assieme ai centri di Ne (Genova), Re (Verbano-Cusio-Ossola) e Vo’ (Padova). Si tornerà velocemente a pedalare sulle strade della pianura ora puntando su Quargnento, nel cui centro è possibile ammirare la basilica minore di San Dalmazio, l’unica presente nel territorio della diocesi di Alessandria, elevata a tale titolo da papa Giovanni Paolo II nel 1982. Si giungerà quindi a Solero, nel cui centro svetta il medioevale Castello Faà di Bruno, appartenuto alla nobile famiglia che ebbe tra i suoi esponenti musicisti, beati e soprattutto militari, tra i quali il generale dell’Esercito Italiano Antonino Faà di Bruno, principalmente conosciuto per l’attività d’attore intrapresa nell’età della pensione e ricordato in particolare per aver interpretato il Duca Conte Piercarlo Semenzara nel secondo capitolo della saga di Fantozzi, per la precisione nelle spassose scene ambientate al casinò di Montecarlo (A ui ue, la fortuna viene a me! Ui ue ua, la fortuna viene qua! A ue ui, la fortuna non va lì!).
Superato il corso del Tanaro si andrà quindi a percorrere le strade di Abbazia, la piccola frazione di Masio del quale è originario il “proprietario” del Giro (e dell’intera galassia RCS) Urbano Cairo ma che ha anche dato i natali a Giovanni Poggio, militare al quale nel 1860 furono amputate le braccia durante un assedio militare e le cui gesta furono narrate da Edmondo De Amicis ne “La vita militare”.
Seguitando in pianura, pur circondati dalle colline monferrine, il percorso risalirà ora la valle del Torrente Tiglione, sulle cui rive è stata progettata la piantumazione di 65.000 alberi che costituiranno quella che è già stata ribattezzata “autostrada verde”, voluta sia per arginare il fenomeno dell’erosione delle sponde, sia per ridurre i livelli dell’inquinamento. Sfiorato il borgo di Mombercelli, dove un ex carcere è stato trasformato nella sede di un piccolo ma interessante museo d’arte moderna, si andrà verso l’appuntamento con la seconda salita di giornata, mille metri esatti al 6.3% che conducono verso Ramello, piccola frazione di Vigliano d’Asti. Seguirà una discesa altalenante, interrotta da una breve risalita, che porterà a imboccare l’ultimo settore perfettamente pianeggiante, in gran parte disegnato nel corridoio naturale che separa le Langhe dalle colline del Roero. Lungo quest’ultima porzione scorrevole del tracciato si andrà a sfiorare la città di Alba, senza entrare nel cuore della capitale del tartufo bianco, tirando poi dritto in direzione di Bra. Anziché raggiungere quest’ultima si svolterà in direzione della sua principale frazione, quella Pollenzo che ebbe notevole importanza in epoca romana (era la città di Pollentia, citata anche da Plinio il Vecchio) e fu molto cara anche alla famiglia Savoia, che vi fece erigere uno dei suoi castelli, oggi privato mentre l’adiacente edificio che ospitiva l’Agenzia della Tenuta Reale è divenuto sede dell’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche, fondata nel 2004 e direttamente gestita dal movimento culturale Slow Food.
Di lì a breve terminerà la “pacchia” della pianura e inizieranno le dolenti note per i velocisti del gruppo perché a una ventina di chilometri dall’arrivo si attaccherà la prima delle due salite che caratterizzeranno il tratto conclusivo. Il debutto è abbastanza impegnativo perché presentano un’inclinazione media del 9.6% i primi 500 metri dalla salita – complessivamente sono 1.1 Km al 6,7% – che conduce, movimentata anche da un paio di tornanti, al borgo di Cherasco, centro dalla pianta quadrilatera che racchiude, tra i tanti monumenti, la chiesa romanica di San Pietro. Stavolta non s’incontrerà la discesa, percorrendo per diversi chilometri in quota l’altopiano sorto alla confluenza dello Stura di Demonte nel Tanaro e sostanzialmente procedendo nuovamente in pianura per qualche chilometro, fino al lieve falsopiano che anticipa il passaggio da Salmour, centro che si ritiene fondato nel V secoli dai Sarmati, barbari originari delle steppe del Volga e dai quale prese poi il nome (in epoca romana Sarmatorium, poi temporaneamente italianizzato in Salmore durante il ventennio fascista). Solo ora si dovrà affrontare l’ultimo tratto in discesa di questa tappa, poco più di mille metri e una decisa pendenza media (7.1%) che termineranno ai piedi della cascina detta Castello della Nebbia. Un’altra nebbia, intanto, si profila all’orizzonte, quella della già preannunciata Salita della Posta, diradatasi la quale staremo a vedere quanti velocisti saranno riusciti a riemergere dalla coltre e a lanciarsi verso la prima volata del Giro 2024.

Mauro Facoltosi

Il castello dei Principi dAcaja a Fossano e l’altimetria della terza tappa (www.cuneodice.it)

Il castello dei Principi d'Acaja a Fossano e l’altimetria della terza tappa (www.cuneodice.it)

CIAK SI GIRO

Lo scorso 6 settembre ci ha lasciato Giuliano Montaldo, uno dei decani del cinema italiano. Nato nel capoluogo ligure il 22 febbraio del 1930 , il regista genovese debuttò come attore nel 1951 recitando diretto da Carlo Lizzani in “Achtung! Banditi!” poi, dopo le prime esperienze sul campo, decise di passare dall’altra parte della macchina da presa e otterrà le maggiori soddisfazioni, per l’appunto, da regista. La prima pellicola da lui firmata – anche come sceneggiatore – fu “Tiro al piccione”, presentata alla Mostra del Cinema di Venezia del 1961 e ambientata nei difficili anni della Seconda Guerra Mondiale, per la precisione nel periodo successivo alla creazione della Repubblica di Salò, al cui esercito aderisce il protagonista Marco Laudato, interpretato dall’attore francese Jacques Charrier, principalmente conosciuto per aver sposato l’anno precedente Brigitte Bardot.
Per le riprese la produzione optò per il Piemonte e in particolare tutta la prima parte del film fu girata a Vercelli, dove si scelsero scorci talvolta caratterizzati da edifici in corso di demolizione che rivestissero il ruolo delle distruzioni belliche: è così fu, per esempio, “taroccato” da misero cortile con la biancheria stesa ad asciugare il chiostro dell’ex monastero di Santa Chiara, oggi sede del Museo Archeologico Città di Vercelli “Luigi Bruzza”. Oltre alla “capitale del riso” fu coinvolta nelle riprese la cittadina di Costanzana mentre quando l’azione si trasferisce sulle montagne al confine con la Svizzera la produzione si spostò in Valsesia, non lontano dalla celebre Varallo. Anche il Lago Maggiore fu immortalato nella pellicola e pure Roma ebbe un ruolo non secondario poiché la caserma vercellese frequentata dal protagonista in realtà non si trovava nella cittadina piemontese ma alle porte del popolare quartiere di Trastevere.

In collaborazione con www.davinotti.com

Jacques Charrier e l’attrice torinese Franca Nuti in azione presso l’ex monastero vercellese di Santa Chiara in “Tiro al piccione” (www.davinotti.com)

Jacques Charrier e l’attrice torinese Franca Nuti in azione presso l’ex monastero vercellese di Santa Chiara in “Tiro al piccione” (www.davinotti.com)

Le altre location del film

https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/tiro-al-piccione/50012509

FOTOGALLERY

Novara, la cupola della Basilica di San Gaudenzio

Vercelli, la centralissima Piazza Cavour

La sinagoga di Casale Monferrato

Lu, Torre Civica

Quargnento, Basilica di San Dalmazio

Solero, Castello Faà di Bruno

Alba, Duomo

Pollenzo, l’Agenzia della Tenuta Reale

Cherasco, chiesa di San Pietro

QUARTIERTAPPA: DALLA SEDE DI OROPA

Ecco il tradizionale contenitore made ilciclismo.it che da diverse stagioni accompagna le cronache prima del Giro e poi del Tour. All’interno ritroverete le rubriche riservate alla rassegna stampa internazionale, alla colonna sonora del giorno, alle previsioni del tempo per la tappa successiva, alle “perle” dei telecronisti, al Giro d’Italia rivisto alla “rovescia” e al ricordo di un Giro passato (quest’anno rivisiteremo l’edizione vinta dall’elvetico Carlo Clerici nel 1954)

SALA STAMPA

Italia

Pogacar stile Pantani ad Oropa: prima cade, poi stacca tutti e vince. È già maglia rosa

Gazzetta dello Sport

Slovenia

Pogačar najprej poskrbel za srhljivko, potem za romantiko (Pogačar ha fornito prima l’orrore, poi il romanticismo)

Delo

Regno Unito

Pogacar goes solo to win stage two and take pink jersey (Pogacar va da solo per vincere la seconda tappa e conquistare la maglia rosa)

The Guardian

Francia

Pogacar vainqueur en solo et en rose (Pogacar vincitore in solitaria e in rosa)

L’Équipe

Spagna

El ‘Pirata’ Pogacar

AS

Belgio

Nu al in het roze! Tadej Pogacar overvleugelt de tegenstand op Oropa, terwijl Cian Uijtdebroeks het wit pakt en naar de vierde plaats klimt (Già in rosa! Tadej Pogacar sbaraglia gli avversari a Oropa, mentre Cian Uijtdebroeks prende la maglia bianca e sale al quarto posto)

Het Nieuwsblad

Paesi Bassi

Pogacar slaat ondanks valpartij dubbelslag in Giro (Pogacar centra la doppietta al Giro nonostante la caduta)

De Telegraaf

Germania

Starkes Solo zum Schluss: Pogacar trotzt Defekt und übernimmt das Rosa Trikot (Forte assolo nel finale: Pogacar sfida il difetto e si prende la maglia rosa)

Kicker

USA

Pogačar takes victory and the leader’s pink jersey at end of second stage of Giro d’Italia (Pogačar conquista la vittoria e la maglia rosa di leader al termine della seconda tappa del Giro d’Italia)

The Washington Post

Colombia

Batacazo colombiano en el Giro de Italia: ¡Daniel Martínez, segundo en la segunda etapa! (Colpo colombiano al Giro d’Italia: Daniel Martínez, secondo nella seconda tappa!)

El Tiempo

Ecuador

Jhonatan Narváez pierde liderato del Giro de Italia. Tadej Pogacar se queda con la etapa 2 (Jhonatan Narváez perde la leadership del Giro d’Italia. Tadej Pogacar vince la seconda tappa)

El Universo

Australia

Pogacar quickly gets to grips with his Italian job (Pogacar si abitua rapidamente al suo lavoro italiano)

The West Australian

DISCOGIRO

La colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it

Sei un mito (883)

METEOGIRO

Novara : pioggia debole (0.3 mm), 18°C, vento moderato da SE (14-28 Km/h), umidità al 63%
Lu – GPM (Km 58.1) : parzialmente nuvoloso, 17°C, vento moderato da SE (19-40 Km/h), umidità al 72%
Montegrosso d’Asti – traguardo volante Intergiro (Km 97.1): parzialmente nuvoloso, 18°C, vento moderato da SE (17-37 Km/h), umidità al 65%
Fossano : parzialmente nuvoloso, 19°C, vento moderato da NE (7-27 Km/h), umidità al 63%

GLI ORARI DEL GIRO

13.00: inizio diretta su Eurosport
13.25: partenza da Novara
13.30: inizio diretta su RaiSport
14.00: inizio diretta su Rai2
14.35-14.50: GPM di Lu
15.00-15.15: traguardo volante Sprint di Masio (Abbazia)
15.25-15.40: traguardo volante Intergiro di Montegrosso d’Asti
16.30-16.55: traguardo volante Sprint di Cherasco (con abbuoni)
17.00-17.20: arrivo a Fossano

I MISTERI DELLA CASSAPANCA

Con la ricomposizione della coppia al commento Pancani – Cassani la rubrica degli strafalcioni dei telecronisti riprende il suo titolo originario

Borgato: “Alter Vattila” (Attila Valter)
Pancani “Scarusi” (crasi tra i cognomi dei fuggitivi Scaroni e Marcellusi”
Genovesi: “Graglia, frazione vicino a Biella” (è un comune indipendente)
Pancani: “Da solo all’inseguimento di Piccoli” (il fuggitivo era Andrea Piccolo; Mariano Piccoli non va più in fuga dal 2005)
Pancani: “La splendida Fabio Genovesi”
Petacchi: “Ci sarà la tappa di Andorra” (Andora)
Televideo: “Pogacar imita in tutto Pantani, anche per lui una caduta a inizio salita” (Nel 1999 Pantani non era caduto)
Televideo TV Svizzera: “Lo sloveno ha attaccato a 4.5 Km dal traguardo di Biella” (l’arrivo era a Oropa)
Televideo TV Svizzera: “Lucas Plapp” (Luke Plapp)

GIROALCONTRARIO

L’ordine d’arrivo e la classifica generale dal punto di vista della maglia nera

Ordine d’arrivo della seconda tappa, San Francesco al Campo – Santuario di Oropa

1° Sebastian Molano
2° Rui Oliveira s.t.
3° Julius van den Berg a 22″
4° Torstein Træen a 1′04″
5° Phil Bauhaus s.t.

Miglior italiano Simone Consonni, 7° a 1′57″

Classifica generale

1° David Dekker
2° Sebastian Molano a 39″
3° Rui Oliveira s.t.
4° Julius van den Berg a 1′01″
5° Adrien Petit a 1′13″

Miglior italiano Enrico Zanoncello, 13° a 2′36″

IL GIRO DI 70 ANNI FA

Riviviamo l’edizione 1954 della Corsa Rosa attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”. Quell’anno si impose grazie a una storica fuga bidone l’elvetico Carlo Clerici

22 MAGGIO 1954 – 2a TAPPA: PALERMO – TAORMINA (280 Km)

RISCOSSA DI KOBLET CONTRO COPPI E TRIONFO DI MINARDI A TAORMINA

Le ore drammatiche del campione del mondo nella seconda tappa del Giro d’Italia – Già circolava la notizia che Fausto voleva ritirarsi

Il vincitore giunge solo al traguardo con quattro minuti di vantaggio su Magni e conquista la maglia rosa – Il campionissimo discende al nono posto nella classifica generale con circa dieci minuti di distacco dal primo e quasi cinque dallo svizzero – La fase decisiva si è svolta sulla salita di Mandrazzi – Oggi la Reggio Calabria-Catanzaro di Km. 172 – Colpito da dolori allo stomaco sulla salita non ha potuto reagire ai poderosi attacchi degli avversari

Santuario di Oropa (www.lastampa.it)

Santuario di Oropa (www.lastampa.it)

ARCHIVIO QUARTIERTAPPA

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Raduno di partenza a Venaria Reale
1a tappa: Venaria Reale – Torino

POGACAR, SHOW A OROPA. TAPPA E MAGLIA PER LO SLOVENO

Dopo una foratura all’inizio della salita finale, Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) sferra un irresistibile attacco a 4.5 km dall’arrivo. In pochi metri lo sloveno fa il vuoto e va a vincere con oltre 20 secondi di vantaggio sul gruppetto degli ‘umani’ regolato da Daniel Martinez (Team BORA Hansgrohe). Buon quarto posto per Lorenzo Fortunato (Team Astana Qazaqstan). Pogacar è la nuova maglia rosa

Il Giro d’Italia 2024, entrato già nel vivo nella prima tappa in cui Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) è stato sorpreso da un tenace Jhonatan Narvaez (Team INEOS Grenadiers) che si è preso la prima maglia rosa, riparte da San Francesco al Campo e si dirige verso il Santuario di Oropa, luogo entrato di diritto nella storia del Giro con l’impresa di Marco Pantani del 1999. Dopo 25 anni siamo pronti a rivivere quell’impresa, magari proprio con un assolo di Pogacar che punta forte a questa tappa per prendersi il simbolo del primato. L’UAE Team Emirates dovrà però riconsiderare la tattica da utilizzare, visto che ieri ha lasciato lo sloveno troppo solo nei km decisivi e gli attacchi degli altri ciclisti hanno condizionato la sua azione. Prima dell’ultima salita verso il Santuario di Oropa, i ciclisti dovranno affrontare altri due gpm: Oasi Zegna e Nelva, entrambi negli ultimi 50 km. Da San Francesco al Campo non partiva Robert Gesink (Team Visma Lease a Bike), costretto al ritiro a causa della frattura alla mano rimediata nella caduta di ieri. La fuga di oggi era caratterizzata dall’azione di cinque ciclisti italiani ovvero Christian Scaroni (Team Astana Qazaqstan), Andrea Piccolo (Team EF Education EasyPost), Davide Bais (Team Polti Kometa), Filippo Fiorelli e Martin Marcellusi (Team VF Group – Bardiani CSF – Faizanè). Dopo un vantaggio arrivato fino a 4 minuti e 40 secondi intorno al km 60, il gruppo aumentava il ritmo grazie ai cambi regolari in testa da parte degli uomini dell’UAE Team Emirates, Decathlon AG2R La Mondiale, INEOS Grenadiers e Bahrain Victorious. Fiorelli si aggiudicava il primo traguardo volante di Valdengo posto al km 93.9. Il vantaggio della fuga diminuiva ulteriormente all’avvicinarsi del traguardo Indergiro di Crocemosso, anche perchè altre squadre come Alpecin Deceuninck, BORA Hansgrohe e Lidl Trek si facevano vedere in testa al gruppo maglia rosa. Era Fiorelli a transitare in prima posizione sul predetto traguardo Intergiro posto al km 106.6. Piccolo resatva da solo in testa sulla prima salita di Oasi Zegna. Piccolo scollinava da solo sul gpm di Oasi Zegna posto al km 122.7. Domenico Pozzovivo (Team VF Group – Bardiani CSF – Faizanè) rompeva il cambio sulla salita di Nelva e dopo il cambio bici era costretto a inseguire. Piccolo scollinava in prima posizione ed aveva ancora 2 minuti di vantaggio sul gruppo maglia rosa. Piccolo vinceva il traguardo volante di Biella posto al km 150.1. Pogacar era vittima di una foratura poco prima dell’inizio della salita finale verso il Santuario di Oropa. La stessa cosa accadeva ad Antonio Tiberi (Team Bahrain Victorious). Soltanto Pogacar riusciva a rientrare con l’aiuto dei suoi compagni mentre Tiberi si perdeva nelle retrovie. Pogacar attaccava a 4.5 km dall’arrivo dopo l’ultimo forcing di Rafal Majka. Il campione sloveno allungava dando l’impressione di essere di un altro pianeta e sia Geraint Thomas (Team INEOS Grenadiers) che Ben O’Connor (Team Decathlon AG2R La Mondiale), che avevano provato a stare dietro allo scatenato sloveno, rimbalzavano dopo qualche centinaia di metri. Pogacar andava a vincere in solitaria con 27 secondi di vantaggio sul primo drappello degli inseguitori regolato da Daniel Martinez (Team BORA Hansgrohe) mentre al terzo posto si piazzava Geraint Thomas (Team INEOS Grenadiers). Chiudevano la top five Lorenzo Fortunato (Team Astana Qazaqstan) in quarta posizione e Florian Lipowitz (Team BORA Hansgrohe) in quinta posizione. La prima vittoria al Giro 2024 vale a Pogacar la testa della classifica generale. Lo sloveno è in maglia rosa con 45 secondi di vantaggio su Thomas e Martinez e già si intravede l’ipoteca sulla sua prima maglia rosa. Domani è in programma la terza tappa, l’ultima in Piemonte, con partenza da Novara e arrivo a Fossano di 166 km. I velocisti avranno la prima vera occasione per giocarsi la vittoria e accumulare punti per la maglia verde. La strada e complessivamente pianeggiante e non sono previsti gpm. Nei km finali, superata Cherasco, la strada tende a salire e ci sono alcuni mangia e bevi che in caso di ritmo elevato potrebbero mettere in difficoltà i velocisti più puri.

Antonio Scarfone

Tadej Pogacar vince ad Oropa (foto: Getty Images)

Tadej Pogacar vince ad Oropa (foto: Getty Images)

VERSO IL SANTUARIO DEL PIRATA

Il Giro 2023 propone subito un’altra dura salita, molto più impegnativa rispetto al Colle della Maddalena scalato 24 ore prima nella frazione d’apertura della Corsa Rosa. Stavolta ci si dovrà arrampicare fino ai 1142 metri del Santuario di Oropa, dove ancora oggi viene “venerata” la fantastica impresa siglata da Marco Pantani al Giro del 1999. Senza dimenticare che sei anni prima anche un grande campione del calibro di Miguel Indurain aveva passato un brutto quarto d’ora sulla salita biellese.

Da un ricordo più triste il Giro d’Italia ora veleggia verso un ricordo più lieto, anche se pure carico di un velo di malinconia. Nel 2024 non cadrà soltanto l’anniversario della tragedia del Grande Torino, ma anche quello di una delle più esaltanti imprese che il mondo del ciclismo ricordi. Correva l’anno 1999 e sono già trascorsi ben 5 lustri dal giorno della vittoria di Marco Pantani a Oropa, gesta sportive che ci fecero e ancora ci fanno orgogliosamente gonfiare il petto al ricordo del grande campione che abbiamo avuto, un ricordo che allo stesso tempo c’intristisce perché è pochi giorni più tardi che inizierà, a Madonna di Campiglio, la parabola discendente della carriera del “Pirata”, un abisso nel quale lo scalatore romagnolo sprofonderà sino al momento della sua drammatica scomparsa. Era il 30 maggio e si correva la quindicesima tappa della Corsa Rosa, una frazione che in 160 Km conduceva da Racconigi al santuario di Oropa e che Pantani affrontava in maglia rosa dopo aver ripreso il giorno prima quelle insegne del primato che il francese Laurent Jalabert gli avevo sfilato a cronometro. Il regno del “Pirata” non appare traballante perché si ritrovava in testa alla classifica con poco meno di un minuto sul bergamasco Paolo Savoldelli, ma non poteva immaginare come il destino stia per tirargli un tranello proprio all’inizio della salita finale, sotto la forma di una foratura. Davanti si scatenano, dietro Pantani perde terreno ma strada facendo trova ad attenderlo i compagni di squadra, che lo aiutano a rientrare sulla coda del gruppo; quasi tutti sono convinti che la maglia rosa finirà inevitabilmente sulle spalle di qualcun altro ma non hanno fatto i conti con la tenacia e la forza di volontà del romagnolo, che pian piano raggiunge e stacca tutti, fino a riprendere e lasciare sul posto anche colui che si era rimasto solitario al comando della corsa, Jalabert, che al traguardo di Oropa sarà anticipato dallo scatenato Pantani di una ventina di secondi.
È così nel solco di quella storica giornata di ciclismo che si metteranno in marcia i “girini” per la prima tappa di montagna dell’edizione 2023, una frazione che potrebbe riuscire ad adombrare – almeno per qualche ora – il ricordo dell’impresa del Pirata perché affrontare una salita come quella di Oropa subito al secondo giorno di gara potrebbe far uscire molto presto dai giochi qualche favorito per la vittoria finale.
Si partirà da San Francesco al Campo, dove il raduno di partenza avverrà all’interno del Velodromo Francone, impianto costruito nel 1996 e sede di un centro di avviamento alla pista sul quale si sono “fatti le ossa” corridori del calibro del primatista dell’ora Filippo Ganna e della campionessa olimpica di Tokyo Elisa Balsamo. Nei chilometri iniziali si attraverserà l’altopiano della Vauda, formatosi ai piedi del ghiacciaio che in epoca remota ricopriva interamente l’area delle Valli di Lanzo, pedalando in direzione di Favria, centro dove si trova l’interessante chiesa romanica di San Pietro Vecchio e presso il quale è terminata l’ultima edizione del Gran Piemonte, vinta dal valtellinese Andrea Bagioli. Attraversata la vicina Rivarolo Canavese – comune che nel 2014 accolse l’arrivo della 13a frazione del Giro, traguardo sul quale erano attesi i velocisti ma, invece, per soli 11 secondi andò in porto la fuga di giornata con il successo di Marco Canola davanti al venezuelano Jackson Rodríguez e al francese Angélo Tulik – si supererà il corso del torrente Orco per poi puntare prima su Ozegna e poi, cambiata direzione di marcia, su San Giorgio Canavese, centro il cui castello è noto agli appassionati di fiction in costume perché è stato set di “Elisa di Rivombrosa”, dove era la residenza della marchesa Lucrezia Van Necker, interpretata dall’attrice italo – britannica Jane Alexander.
La successiva meta del gruppo sarà Caluso, centro situato all’estremità meridionale dell’anfiteatro morenico di Ivrea, un luogo conosciuto dagli appassionati di enologia per la produzione dei vini Passito ed Erbaluce. Attraversata la vicina Mazzè – dove è visitabile un curioso museo dedicato alla tortura nei sotterranei del locale castello – i corridori andranno ad affrontare la prima difficoltà altimetrica del tracciato, appena 600 metri al 4.6% che spezzeranno per un attimo la “monotonia” dei primi 87 Km totalmente pianeggianti. Salutata la provincia di Torino si entrerà in quella di Vercelli pedalando in direzione di Cigliano per poi “imbarcarsi” in un tratto quasi perfettamente rettilineo di una dozzina di chilometri che si concluderà alle porte di Tronzano Vercellese. Siamo entrati nella zona delle celebri risaie, impiantate alla fine del XV secolo per opera dei monaci benedettini e che saranno compagne di viaggio della Corsa Rosa nel successivo tratto verso Santhià, cittadina il cui nome deriva da quello della patrona Sant’Agata, alla quale è dedicata la collegiata, in parte romanica e in parte neoclassica. Costeggiando la “Baraggia” – area caratterizzata da fitte brughiere alternate a vaste praterie, un contesto ambientale protetto da una riserva naturale e che in certi aspetti ricorda la savana – si andrà a concludere la fase iniziale pianeggiante con i passaggi dai centri di Cossato e Valdengo, il comune del biellese che in tempi recenti ha ospitato il via di due tappe della Corsa Rosa, dirette a Plan di Montecampione (2014) e Bergamo (2017), rispettivamente vinte dal sardo Fabio Aru e dal lussemburghese Bob Jungels. Erano entrambe frazioni caratterizzate da salite e, infatti, è arrivato il momento di cambiare decisamente marcia, anche se le ascese che s’incontreranno nei chilometri successi saranno tutt’altro che difficili. La prima – 7 Km al 3% porterà fino ai 485 metri di Valle San Nicolao poi, scesi nella valle del torrente Strona di Mosso, si dovrà affrontare quella di 2.7 Km al 5.2% che terminerà alle porte di Croce Mosso. In discesa ci si porterà nella valle del torrente Sessera, dove ci si troverà ai piedi della prima delle tre salite ufficiali di giornata, che terminerà dopo 5.7 Km al 5.2% in località Lora, la frazione dell’ex comune di Trivero (dal 2019 divenuto parte di quello di Valdilana) presso la quale si trova la casa madre di Zegna, la celebre casa di moda qui fondata nel 1910 dall’imprenditore Ermenegildo Zegna, al quale è dedicata anche l’omonima “Oasi”, la spettacolare strada panoramica che inizia proprio da questo centro e che sale fino ai 1500 metri della stazione di sport invernali di Bielmonte: voluta proprio dallo Zegna, che fece impiantare lungo l’itinerario più di 500.000 conifere, dai suoi belvedere offre impareggiabili viste verso il Monte Rosa, incorniciate da fioriture di azalee e rododendri. Tutto questo sarà “vietato” ai corridori perché, pur essendo il GPM chiamato proprio “Oasi Zegna”, non dovranno percorrere nemmeno un centimetro di questa spettacolare strada panoramica, ma andranno subito ad imboccare la discesa, nel corso del quale si attraverseranno alcune delle frazioni dello scomparso comune di Mosso, anch’esso confluito in quello di Valdilana: tra queste ultima c’è Sella, il piccolo borgo del quale è originario Quintino Sella, il cui nome è scritto sui libri di storia non soltanto per essere stato per tre mandati Ministro delle Finanze del Regno d’Italia, ma anche per aver ispirato la fondazione del Club Alpino Italiano, da lui concepito il 12 agosto del 1863 dopo una scalata al Monviso e del quale fu presidente dal 1876 al 1884. Transitati ai piedi del Viadotto della Pistolesa, uno dei templi del bungee jumping, si andrà quindi verso l’appuntamento con la penultima salita di giornata, che ha come meta la località di Nelva, la frazione di Callabiana non distante dalla quale nel dicembre del 1944 trasmise le sue emissioni “Radio Libertà”, l’unica che nel periodo della Resistenza fu direttamente gestita dai partigiani. Tornando al percorso del Giro 2023 la salita che affronteranno i corridori per arrivare a Nelva (4.9 Km al 5.4% con un muretto di 300 metri al 15%) non è mai stata inserita nel percorso del Giro ma non sarà del tutto inedita perché nel 2019 era nel tracciato del Gran Piemonte, quell’anno terminato proprio a Oropa con la vittoria del colombiano Egan Bernal. Come in quella corsa, giunti in vetta a Nelva mancheranno poco meno di 25 Km al traguardo, scendendo all’inizio di quest’ultimo tratto in direzione della valle del torrente Cervo, il principale affluente del fiume Sesia, che si raggiungerà all’altezza di Andorno Micca, centro che contende alla vicina Sagliano i natali di Pietro Micca, l’eroe dell’assedio francese di Torino del 1706, durante il quale perse la vita nel tentativo di fermare l’ingresso in città dell’esercito nemico. Attraversando Tollegno si entrerà quindi in Biella, dove anche per i “girini” inizierà il pellegrinaggio verso Oropa, che li vedrà affrontare un’ascesa lunga poco meno di 12 Km e caratterizzata da una pendenza media del 6.2%, apparentemente nulla di eccezionale ma, come ricordavamo, già il fatto d’essere appena alla seconda giornata di gara la renderà un duro “muro” contro il quale potrebbero subito infrangersi le speranze di qualche corridore che puntava a ben figurare ma si è presentato al via con una condizione ancora approssimativa. L’inizio è morbido e, infatti, s’incontra un’inclinazione media del 4.5% nei primi 3 Km, numero che scende al 2.7% nei 2000 metri successivi, terminati i quali si abbandonerà temporaneamente la statale per imboccare la vecchia strada d’accesso al santuario e attraversare il piccolo borgo di Favaro. Qui l’asfalto lascerà brevemente il passo al pavé mentre le pendenze prenderanno ad accentuarsi poiché per arrivare alle soglie del paesino si deve affrontare un troncone di quasi un chilometro e mezzo al 9.5%. In corrispondenza del tratto in lastricato – 200 metri in tutto – la pendenza torna a scemare ma è giusto un attimo poiché usciti da Favaro e ripresa la “strada maestra” per il santuario le pendenze tornano a incrementare. Da qui a Oropa mancano ancora 5 Km, nei quali la media torna a salire fino al 7.9% mentre si arriva a toccare un picco massimo del 14% quando mancano poco più di 2 Km a un traguardo rimasto nella storia del ciclismo e non soltanto per l’impresa di Pantani. Lassù, il 12 giugno del 1993, il lettone Ugrumov riuscì a mettere in crisi un certo Miguel Indurain…

Mauro Facoltosi

Le cappelle del Sacro Monte di Oropa e l’altimetria della seconda tappa (www.italia.it)

Le cappelle del Sacro Monte di Oropa e l’altimetria della seconda tappa (www.italia.it)

I VALICHI DELLA TAPPA

Sella Vacchiero (677 metri), Sella di Fusero (718 metri). Sono toccate dalla Strada Provinciale 106 “Callabiana – Pianezze” tra Callabiana e Andorno Micca, lungo la salita al GPM di Nelva.

Sella Sant’Antonio di Marcone (748 metri). Vi transita la Strada Provinciale 105 “Andorno – Mosso Santa Maria” tra Callabiana e Andorno Micca. Il gruppo vi transiterà in discesa, dopo il GPM di Nelva.

Sella di Favaro (758 metri). Si trova quasi al centro dell’omonimo abitato, toccato dal vecchio tracciato della strada che sale a Oropa.

Nota. Il testo di riferimento è “Valichi stradali d’Italia” di Georges Rossini (editore Ediciclo).

CIAK SI GIRO

Il Piazzo, il suggestivo borgo di stampo medioevale arroccato che costituisce una delle due storiche “anime” di Biella (l’altro è il sottostante Piano), ha costituito un irresistibile richiamo per le troupe cinematografiche che hanno individuato per le riprese la cittadina piemontese. E in particolare lassù sono saliti, in due distinti momenti, quattro autentici fuoriclasse della comicità italiana. I primi sono stati Carlo Verdone ed Enrico Montesano, che a Biella nel 1984 hanno girato – con il primo nel doppio ruolo di regista e attore – diverse scene de “I due carabinieri”, pellicola nella quale i due esponenti dell’arma protagonisti del film sono trasferiti da Roma a un imprecisato borgo del Piemonte: alcune scene furono girate a Torino, ma uno dei set principali, la caserma nella quale i due si ritrovano, è Palazzo Gromo di Ternengo, che si trova proprio nel cuore del Piazzo. Diciassette anni più tardi ad altri due campioni della risata si sono ritrovati lassù, i “toscanacci” Leonardo Pieraccioni e Massimo Ceccherini e anche in quel caso c’è in ballo una caserma dei carabinieri, stavolta inventata dalla produzione in Piazza Cisterna: il film è “Il principe e il pirata”, la cui trama racconta del viaggio di due fratelli (uno dei quali è un pregiudicato curiosamente soprannominato “Gimondi”) dalla Sicilia alla Valle d’Aosta per intascare l’eredità lasciata loro dal defunto padre.

In collaborazione con www.davinotti.com

Palazzo Gromo di Ternengo a Biella set de “I due carabinieri” (www.davinotti.com)

Palazzo Gromo di Ternengo a Biella set de “I due carabinieri” (www.davinotti.com)

Le altre location dei due film citati

https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/i-due-carabinieri/50002208

https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/il-principe-e-il-pirata/50004048

FOTOGALLERY

San Francesco al Campo, Velodromo Francone

Favria, chiesa di San Pietro Vecchio

Castello di San Giorgio Canavese

Castello di Mazzè

Santhià, Collegiata di Sant’Agata

Un cicloturista ammira lo scenario offerto dalla Riserva Naturale Orientata delle Baragge

Trivero, la storica sede della Ermenegildo Zegna SpA

Una delle spettacolari viste concesse dall’Oasi Zegna

Viadotto della Pistolesa

Piazza della Cisterna, cuore del borgo del Piazzo a Biella

QUARTIERTAPPA: DALLA SEDE DI TORINO

Ecco il tradizionale contenitore made ilciclismo.it che da diverse stagioni accompagna le cronache prima del Giro e poi del Tour. All’interno ritroverete le rubriche riservate alla rassegna stampa internazionale, alla colonna sonora del giorno, alle previsioni del tempo per la tappa successiva, alle “perle” dei telecronisti, al Giro d’Italia rivisto alla “rovescia” e al ricordo di un Giro passato (quest’anno rivisiteremo l’edizione vinta dall’elvetico Carlo Clerici nel 1954)

SALA STAMPA

Italia

Che spettacolo al Giro d’Italia! Narvaez vince lo sprint e si prende la maglia rosa. Pogacar subito protagonista

Gazzetta dello Sport

Slovenia

Pogiju ni uspelo, za las je izgubil rožnato majico (Pogi fallì, perdendo per un pelo la maglia rosa)

Delo

Regno Unito

Giro d’Italia favourite Pogacar outsprinted on opening stage (Pogacar, il favorito del Giro d’Italia, ha superato allo sprint nella tappa di apertura)

The Independet

Francia

Narváez s’impose, Pogacar fait le spectacle (Vince Narváez, Pogacar dà spettacolo)

L’Équipe

Spagna

Pogacar baila en San Vito, Narváez manda (Pogacar balla a San Vito, Narváez comanda)

AS

Belgio

Van een verrassing gesproken: Jhonatan Narváez countert aanvallen van Tadej Pogacar en sprint naar ritzege en eerste roze trui – Jhonatan Narváez zag Tadej Pogacar foutje maken in de sprint, Cian Uijtdebroeks tevreden met gevoel: “Zeker op de lange klim voelde ik me goed” (A proposito di sorprese: Jhonatan Narváez contrasta gli attacchi di Tadej Pogacar e scatta verso la vittoria di tappa e la prima maglia rosa – Jhonatan Narváez ha visto Tadej Pogacar commettere un errore nello sprint, Cian Uijtdebroeks soddisfatto del feeling: “Mi sentivo bene, soprattutto sulla lunga salita”)

Het Nieuwsblad

Paesi Bassi

Narváez kan Pogacar weerstaan en wint openingsetappe Giro d’Italia (Narváez resiste a Pogacar e vince la tappa inaugurale del Giro d’Italia)

De Telegraaf

Germania

Duell mit Pogacar: Schachmann verpasst Tagessieg – Narvaez gewinnt Auftakt (Duello con Pogacar: Schachmann manca la vittoria di giornata – Narvaez vince il primo gol)

Kicker

USA

Narváez outsprints Giro d’Italia favorite Pogačar to win opening stage in Turin (Narváez supera Pogačar, favorito del Giro d’Italia, vincendo la tappa di apertura a Torino)

The Washington Post

Colombia

Sorpresa en el Giro: Narváez derrota a Pogacar, Daniel Martínez, el mejor colombiano (Sorpresa al Giro: Narváez batte Pogacar, Daniel Martínez il miglior colombiano)

El Tiempo

Ecuador

Jhonatan Narváez se impone a Tadej Pogacar y es el primer líder del Giro de Italia 2024 (Jhonatan Narváez batte Tadej Pogacar ed è il primo leader del Giro d’Italia 2024)

El Universo

DISCOGIRO

La colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it

No la dejes marchar (Julio Jaramillo)

METEOGIRO

San Francesco al Campo: parzialmente nuvoloso, 19°C, vento debole da E (3-16 Km/h), umidità al 59%
Cigliano (Km 49.3) : cielo coperto, 20°C, vento debole da SE (6-18 Km/h), umidità al 60%
Valdengo – traguardo volante Sprint (Km 93.9): parzialmente nuvoloso, 19°C, vento debole da SE (8-21 Km/h), umidità al 60%
Oasi Zegna – GPM (Km 122.7): parzialmente nuvoloso, 16°C, vento debole da S (7-22 Km/h), umidità al 70%
Santuario di Oropa : pioggia debole (0.2 mm), 15.5°C, vento debole da S (9-13 Km/h), umidità al 76%

GLI ORARI DEL GIRO

12.45: inizio diretta su Eurosport
13.05: partenza da San Francesco al Campo
13.10: inizio diretta su RaiSport
14.00: inizio diretta su Rai2
15.05-15.20: traguardo volante Sprint di Valdengo
15.25-15.45: traguardo volante Intergiro di Crocemosso
15.50-16.15: GPM di Oasi Zegna
16.15-16.40: GPM di Nelva
16.30-16.55: traguardo volante Sprint di Biella (con abbuoni) e inizio salita finale
17.0-17.30: arrivo al Santuario di Oropa

I MISTERI DELLA CASSAPANCA

Con la ricomposizione della coppia al commento Pancani – Cassani la rubrica degli strafalcioni dei telecronisti riprende il suo titolo originario

Bortuzzo: “Vincere in maglia rosa a Oropa, come solo Pantani seppe fare” (c’è riuscito anche Tom Dumoulin nel 2017)
Professor Fagnani: “Pasaggi meravigliosi”
Cassani (parlando della Bardiani, che schiera solo corridori italiani): “Unica squadra con corridori italiani”
Genovesi (parlando della casa natale di Don Bosco): “Qui c’è la casa nativa, la cucina, la stalla di sopra” (e le mucche avevano le ali?)
Pancani: “Pozzovivo, il più giovane del Giro” (per i pochi che ancora non lo conoscono, il “Pozzo” ha 41 anni)
Rizzato: “Riprendere le code dei corridori”
Rizzato: “C’è un ricco rallentamento”
Fabio Baldato: “Può trovare un po’ imballati qualcuno”
Fiorelli: “Stamattina parlando nel direttore sportivo”
De Luca: “Il tuo papa” (papà)
Televideo: “Frazione animata dall’evazione di sei corridori”
Televideo: “Gebreigzabhier” (Ghebreigzabhier)
Televideo TV Svizzera: “10° Benjamin Thomas” (il corridore britannico è arrivato 63°, decimo si è piazzato il suo connazionale Geraint Thomas)
Televideo TV Svizzera: “Napolil”

GIROALCONTRARIO

L’ordine d’arrivo e la classifica generale dal punto di vista della maglia nera

Ordine d’arrivo della prima tappa, Venaria Reale – Torino

1° David Dekker
2° Riley Pickrell a 23″
3° Adrien Petit a 1′13″
4° Louis Barré a 1′28″
5° Torstein Træen a 2′55″
Miglior italiano Alberto Dainese, 16° a 3′11″

Classifica generale

1° David Dekker
2° Riley Pickrell a 23″
3° Adrien Petit a 1′13″
4° Louis Barré a 1′28″
5° Torstein Træen a 2′55″
Miglior italiano Alberto Dainese, 16° a 3′11″

IL GIRO DI 70 ANNI FA

Riviviamo l’edizione 1954 della Corsa Rosa attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”. Quell’anno si impose grazie a una storica fuga bidone l’elvetico Carlo Clerici

21 MAGGIO 1954 – 1a TAPPA: PALERMO (circuito del Monte Pellegrino, cronometro a squadre, 36 Km)

FAUSTO COPPI AL COMANDO DELLA CLASSIFICA DOPO LA PRIMA TAPPA DEI GIRO D’ITALIA

Il campionissimo ha compiuto i 36 Km. del percorso a cronometro alla media di circa 43 all’ora – Confusione alla partenza per l’invasione della pista – Koblet distaccato di 1′25″ – Petrucci ritirato – Oggi: Palermo-Taormina di Km. 274

Anche la Mole Antonelliana di Torino ha vestito labito rosa (www.viveretorino.it)

Anche la Mole Antonelliana di Torino ha vestito l'abito rosa (www.viveretorino.it)

ARCHIVIO QUARTIERTAPPA

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Raduno di partenza a Venaria Reale

NARVAEZ SORPRENDE POGACAR, LA PRIMA MAGLIA ROSA VOLA IN ECUADOR

La prima tappa del Giro 2024 vede subito le scintille tra i big con Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) che spiana il duro strappo finale di San Vito. Il fuoriclasse sloveno non si scrolla di dosso Jhonatan Narvaez (Team INEOS Grenadiers) che vince nella volata ristretta davanti a Maximilian Schachmann (Team BORA Hansgrohe) ed indossa la prima maglia rosa

Il Giro 2024 presenta subito una tappa impegnativa da Venaria Reale a Torino, anche se è soltanto di 140 km. Al di là dei tre gpm categorizzati di seconda, di terza e di quarta categoria (rispettivamente Colle Maddalena, Superga e Berzano di San Pietro), sarà il secondo passaggio dal Bivio di San Vito che deciderà molto probabilmente chi vestirà la prima maglia rosa. La salita è lunga 1 km e mezzo e raggiunge pendenze che superano il 15%. Ovviamente Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) vorrà subito far vedere di che pasta è fatto ed in una certa misura capiremo anche quali saranno i suoi avversari per il prosieguo della corsa rosa. Dopo la partenza da Venaria Reale si formava la prima fuga del Giro 2024 grazie all’azione di Louis Barrè (Team Arkea B&B Hotels), Nicolas Debeaumarchè (Team Cofidis), Lilian Calmejane (Team Intermarchè Wanty), Amanuel Ghebreigzabhier (Team Lidl Trek), Andrea Pietrobon (Team Polti Kometa) e Filippo Fiorelli (Team VF Group – Bardiani CSF – Faizanè). Fiorelli scollinava in prima posizione sul primo gpm di Barzano di San Pietro posto al km 48.4. Il ciclista del Team VF Group – Bardiani CSF – Faizanè si aggiudicava anche il successivo traguardo volante di Moriondo Torinese posto al km 57.9. Sul secondo gpm di Superga il gruppetto dei favoriti si spezzettava e restavano in testa Ghebreigzabhier , Fiorelli, Calmejane e Pietrobon. Ghebreigzabhier scollinava in prima posizione sul gpm di Superga posto al km 78.5. Nella discesa verso Torino Ghebreigzabhier e Calmejane allungavano. A 50 km dalla conclusione il vantaggio della coppia di testa si aggirava sui 3 minuti. Il gruppo era sempre tirato dagli uomini dell’UAE Team Emirates. Calmejane vinceva il traguardo Intergiro di Corso Moncalieri posto al km 104.7. All’inizio del Colle Maddalena la coppia di testa aveva 1 minuto e 40 secondi di vantaggio sul gruppo inseguitore. Domenico Pozzovivo (Team VF Group – Bardiani CSF – Faizanè) era vittima di una caduta insieme ad altri cinque ma nonostante ciò si rimetteva subito in sella e rientrava nel gruppo principale a circa 3 km dallo scollinamento. IL forcing dell’UAE Team Emirates faceva delle vittime illustri, tra cui si segnalavano Thymen Arensman (Team INEOS Grenadiers), Michael Woods (Team Israel Premier Tech) e Romain Bardet (Team DSM Firmenich PostNL). Calmejane restava da solo in testa e riusciva con grande sforzo a scollinare in prima posizione. Prima della seconda salita del Bivio di San Vito attaccavano Nicola Conci (Team Alpecin Deceuninck), Damiano Caruso (Team Bahrain Victorious), Maximilian Schachmann (Team BORA Hansgrohe), Mikkel Honoré (Team EF Education EasyPost), Alex Baudin (Team Decathlon AG2R La Mondiale), Alessando De Marchi (Team Jayco AlUla) e Giulio Pellizzari (Team VF Group – Bardiani CSF – Faizanè). Caruso vinceva il trguardo volante di Moncalieri posto al km 130.4. Conci si avvantaggiava e approcciava in testa lo strappo di San Vito. Dopo una violenta accelerazione Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) andava a prendere ad uno a uno gli attaccanti ed alla sua ruota riusciva a restare solamente Jhonatan Narvaez (Team INEOS Grendiers). La nuova coppia di testa scollinava con qualche secondo di vantaggio su Schachmann che riusciva a rientrare sui primi due. Dopo la velocissima discesa la volata a tre premiava Narvaez che aveva la meglio su Schachmann e Pogacar. Quarto a 6 secondi era Baudin mentre il drappello degli inseguitori era regolato in quinta posizione da Conci. Per Narvaez è la terza vittoria stagionale ma soprattutto la prima volta che veste la maglia rosa. Il campione nazionale dell’Ecuador ha 3 secondi di vantaggio su Schachmann e 6 secondi di vantaggio su Pogacar. Domani è in programma la seconda tappa da San Francesco al Campo al Santuario di Oropa di 161 km. Le difficoltà sono concentrate tutte negli ultimi 50 km con i tre gpm di Oasi Zegna, Melva e l’arrivo al Santuario di Oropa. Tadej Pogacar avrà sicuramente voglia di riscattarsi dopo la mezza delusione di oggi.

Antonio Scarfone

Lecuadoriano Narvaez vince la prima tappa del Giro 2024 (foto Luca Bettini / AFP / Getty Images)

L'ecuadoriano Narvaez vince la prima tappa del Giro 2024 (foto Luca Bettini / AFP / Getty Images)

NELLA PRIMA MAGLIA ROSA BATTE UN CUORE GRANATA

Il Giro 2024 parte nel ricordo del Grande Torino. Sono passati 75 anni dalla tragedia di Superga, nella quale persero la vita i componenti della squadra granata, e il Giro renderà omaggio alla leggendaria formazione del capoluogo piemontese con una prima tappa subito impegnativa, che inevitabilmente porterà la Corsa Rosa sulla collina di Superga, anche se questa sarà affrontata dal versante meno impegnativo. A rubargli lo scenario agonistico sarà il successivo Colle della Maddalena, una salita nettamente più difficile e atipica per il primo giorno di un grande giro: chi ambirà a vestire la maglia rosa finale a Roma dovrà presentarsi ai nastri di partenza già al top della condizione.

NOTA: rispetto al percorso qui presentato è stata introdotta un’ulteriore salita subito a ridosso del traguardo: è quella di San Vito (1.5 Km all’8.6% e un picco del 16%), che dovrà essere ripetuta due volte e in cima alla qiale si svetterà a 2.9 Km dall’arrivo

Il 4 maggio del 1949 è una data impressa a fuoco nella storia dello sport italiano, è il giorno nel quale si spezzò per sempre la gloriosa parabola del Grande Torino, infrantasi con l’aereo sul quale viaggiava la squadra contro la collina di Superga. Fu una tragedia immensa, che colpì l’ Italia intera e non soltanto l’ambiente prettamente sportivo. Tra i grandi del pedale ne fu intimamente colpito Fausto Coppi, che era legato da sincera e profonda amicizia a Ezio Loik, la mezzala d’origine istriana che era perita nell’incidente assieme ad altri 17 compagni di squadra: fu a lui che, un mese più tardi, il Campionissimo dedicherà la vittoria nella Cuneo – Pinerolo per poi fare dono di una bicicletta a Mirella, la figlia del calciatore, il giorno successivo sul traguardo di Torino.
Il 4 maggio del 2024 saranno trascorsi esattamente 75 anni dal quel tragico pomeriggio e nella stessa data l’Unione Ciclistica Internazionale ha stabilito che ci sarà la partenza del Giro d’Italia. L’organizzazione della Corsa Rosa, il cui “proprietario” è proprio Urbano Cairo, l’imprenditore che dal 2005 è presidente del Torino, ha così scelto il capoluogo del Piemonte per la tappa d’apertura, una frazione che inevitabilmente avrà in programma l’ascesa a Superga, anche se questa sarà affrontata dal versante orientale, quello meno impegnativo, per evitare d’interferire con la mesta processione dei tifosi granata, che ogni anno nell’anniversario salgono in laico pellegrinaggio alla basilica, anche chi è nato dopo il 1949 e non ha vissuto, sulla pelle e nel cuore, quel grande dolore. Per il Giro si tratterà di una partenza decisamente fuori dai soliti schemi e, complice anche l’arrivo in salita del giorno successivo a Oropa, i corridori che punteranno al successo finale dovranno necessariamente schierarsi ai nastri di partenza già al top della forma, mentre in passato si poteva anche correre il rischio di partire con una condizione ancora non ottimale, contando di affinarla nei primi giorni di gara, solitamente poco impegnativi. Anche perché questa tappa non presenterà solo la salita di Superga ma anche quella del Colle della Maddalena, poco abituale per il giorno d’apertura di un grande giro per via dei suoi 6.3 Km inclinati al 7.3% medio.
Come nel 2011, quando il Giro iniziò con una cronometro a squadre di quasi 20 Km, le operazioni di partenza si svolgeranno per la reggia di Venaria Reale, cuore della tenuta di caccia che i duchi di Savoia decisero di realizzare nelle campagne a nordovest di Torino nella seconda metà del ‘600. Il debutto della Corsa Rosa sarà in pianura per i primi 50 Km, pedalando subito dopo il via in direzione di Borgaro Torinese, presso il quale nel 2018 è stato inaugurato un monumento dedicato al “Grande Torino” con la gigantografia di una foto che ritrae i giocatori scomparsi nell’incidente. Attraversato il giovane comune di Mappano, istituito nel 2013, si giungerà sulle strade di Leinì, centro dominato dai 33 metri della Torre dell’Ammiraglio, eretta probabilmente nel XIII secolo e intitolata all’ammiraglio del Regno Sabaudo Andrea II Provana di Leynì (così si scriveva il nome del comune fino all’avvento del fascismo). Giunti a Volpiano si punterà quindi su Brandizzo, dove sono ancora vivi gli echi di un’altra tragedia, quella che il 30 agosto scorso ha visto morire cinque operai che stavano lavorando sulla linea ferroviaria che attraversa questo centro, investiti da un treno in transito. Sfiorata la vicina Chivasso, la capitale per due secoli del marchesato del Monferrato al cui centro svetta l’asimmetrica facciata della collegiata di Santa Maria Assunta, il percorso supererà per il corso del Po avvicinandosi all’estremità settentrionale della cosiddetta “Collina torinese”, il poco elevato massiccio che separa la città dal resto del Monferrato. E’, infatti, arrivato il momento di misurarsi con la prima delle salite ufficiali del Giro 2024, quella che in 2.7 Km al 5.3% condurrà a Berzano di San Pietro, il borgo dell’astigiano nel cui cimitero riposa Nino Defilippis, corridore dal 1952 al 1964 (vinse nove tappe al Giro e vanta tuttora il primato di maglia rosa più giovane di sempre, vestita a soli vent’anni d’età per due giorni nella stagione del debutto) e commissario tecnico della nazionale italiana per una sola stagione, quella del 1973 che vide laurearsi campione del mondo a Barcellona Felice Gimondi.
La prima discesa del Giro avrà come meta Castelnuovo Don Bosco, il paese natale del celebre sacerdote la cui modesta casa si può visitare in frazione Becchi, accanto all’imponente basilica che sarà innalzata in suo onore al culmine della collina che oggi porta il suo nome.
Alla prima difficoltà altimetrica ufficiale ne seguirà una non “categorizzata” ma per questo non semplice, un vero e proprio muro di quasi 500 metri al 10% necessario per arrivare a Moriondo, paese del quale fu sindaco per quasi trent’anni, fino al 1974, l’industriale Virginio Bruni Tedeschi, nonno della top model ed ex première dame di Francia Carla Bruni. Rientrati in provincia di Torino si andrà ora incontro all’appuntamento con la salita di Superga che, come anticipato, si affronterà dal versante orientale, sicuramente meno nobile in quanto a pendenze rispetto a quello tradizionale (6.6 Km al 4.2% vs 5.1 Km all’8.2%), ma non meno blasonato poiché è da Baldissero che si saliva fino a qualche decennio fa nel finale della Milano – Torino, quando il traguardo della corsa più antica del calendario italiano (prima edizione disputata nel 1876) era ancora in città, a volte previsto presso il Parco del Valentino, altre volte sulla pista del motovelodromo che nel 1990 fu intitolato a Fausto Coppi. Scollinati a circa 2 Km di distanza dalla basilica, progettata dall’architetto messinese Filippo Juvarra, inizierà una dolcissima planata lungo la sinuosa strada panoramica che collega il colle di Superga a quello di Pino Torinese, in cima al quale il 28 maggio del 1950 s’incrociarono per la prima volta le storie del Giro d’Italia e della RAI: in quell’occasione la futura tv di stato (all’epoca Radio Audizioni Italiane) v’installò appositamente un ripetitore per una delle prime “prove tecniche di trasmissione”, che consentì di mostrare al pubblico che affollava il motovelodromo di Torino le fasi finali della tappa del Giro vinta dall’abruzzese Franco Franchi. Alle porte di Pino anziché imboccare la discesa verso Torino si proseguirà in quota in direzione del Colle della Maddalena, andando ad affrontare la breve e modesta ascesa del Col d’Arsete, in vetta al quale si svolterà in direzione di Pecetto Torinese, località conosciuta per la coltivazione di rinomate ciliegie, alla quali è dedicata una sagra che nel 2024 taglierà il traguardo della centonovesima edizione. Terminata la discesa il gruppo andrà a innestarsi sul circuito finale, continuando a procedere in lieve discesa verso Moncalieri, dove un piccolo strappo che – 28 Km più avanti – costituirà l’ultima difficoltà altimetrica del tracciato, posta immediatamente prima del passaggio al cospetto del Castello Reale di Moncalieri, in epoca risorgimentale fu residenza prediletta dal futuro primo re d’Italia Vittorio Emanuele II, che lo preferiva al trambusto del Palazzo Reale situato nel centro di Torino.
Dopo un primo transito dalla linea d’arrivo si sfilerà di fronte alla neoclassica chiesa della Chiesa della Gran Madre di Dio, le cui linee ricordano quelle del Pantheon romano, seguitando lungo le rive del Po per circa un chilometro prima di svoltare in direzione della Villa della Regina, progettata come “casa di campagna” per il cardinale Maurizio di Savoia e in seguito divenuta residenza estiva prediletta dalle due sovrane sabaude che le attribuirono l’attuale nome, Anna Maria d’Orleans e Polissena d’Assia. Quando i corridori transiteranno dinanzi ai cancelli della villa sarà iniziata da poche centinaia di metri la salita “faro” di questa tappa, una descrizione che calza doppiamente a pennello perché in vetta al Colle della Maddalena si trova effettivamente un faro, costruito per celebrare il decimo anniversario della vittoria nella Prima Guerra Mondale e realizzato a spese del fondatore della FIAT Giovanni Agnelli, senatore e nonno del celebre e omonimo “avvocato”. Come anticipato in precedenza per arrivar fin lassù si dovranno affrontare 6.3 Km di salita caratterizzata da una pendenza media del 7.3%, da un picco massimo del 12% e dai tratti più scoscesi che s’incontreranno nei pressi del cosiddetto Eremo, convento fondato dal duca Carlo Emanuele I di Savoia come ringraziamento dopo la fine della pestilenza che aveva colpito Torino nel 1599 e della cui costruzione originaria sono rimaste solo alcune piccole parti, come la torre dalla quale il duca assistette alla posa della prima pietra del monastero.
Raggiunti il Faro si scenderà verso Pecetto, per poi ritrovare le strade già percorse in precedenza, con lo strappo verso Moncalieri e il finale lungo il Po prima di andare a conoscere la prima maglia rosa dell’edizione 2024.

Mauro Facoltosi

La basilica di Superga e l’altimetria della prima tappa (www.italia.it)

La basilica di Superga e l’altimetria della prima tappa (www.italia.it)

I VALICHI DELLA TAPPA

Sella di Pino (507 metri). Vi transita la Strada Provinciale 5 “di Pino” tra Reaglie e Pino Torinese, nel punto dove vi confluisce la panoramica proveniente da Superga. Il Giro d’Italia vi è transitato l’ultima volta nel 2022, durante la tappa Santena – Torino, vinta da Simon Yates. È stata luogo di passaggio anche alla Milano – Torino, quando la scalata a Superga veniva affrontata dal versante di Baldissero Torinese e l’arrivo era fissato all’interno del Parco del Valentino: è nella discesa da Pino verso Reaglie che nel 1995 avvenne l’incidente che tenne lontano dalle corse per parecchi mesi Marco Pantani. Anche il Giro del Piemonte l’ha inserita in più occasioni nel suo tracciato.

Sella dell’Eremo (621 metri). Valicato dalla Strada Eremo, che mette in comunicazione diretta Torino con Pecetto Torinese evitando l’ascesa fino al Colle della Maddalena. Il Giro d’Italia l’ha toccato nel 2022 durante la pocanzi citata tappa Santena – Torino. Come la Sella di Pino, in passato è stata inserita nel tracciato del Giro del Piemonte.

Nota. Il testo di riferimento è “Valichi stradali d’Italia” di Georges Rossini (editore Ediciclo).

CIAK SI GIRO

Riaperta al pubblico nel 2007 dopo quasi dieci anni di lavori di restauro, preceduti da un periodo d’abbandono e degrado durato decenni, la reggia di Venaria Reale è tornata a mostrarsi in tutta la sua bellezza e di questa bellezza se n’è accorto anche il mondo del cinema. Già l’anno successivo sarà set de “I demoni di San Pietroburgo”, il penultimo film diretto dal regista genovese Giuliano Montaldo, recentemente scomparso. Sarà, però, nel 2013 che la reggia si prenderà la ribalta grazie alle molte scene che vi furono girate per il film “Benvenuto Presidente!”, pellicola nella quale Claudio Bisio interpreta il ruolo di Giuseppe Garibaldi, omonimo dell’eroe dei due mondi e bibliotecario di un piccolo paesino di montagna che si ritrova a sua insaputa nominato Presidente della Repubblica. Non essendo disponibile per ovvie ragioni il Quirinale per le scene ambientate nella residenza ufficiale del capo dello stato si optò per location più a “portata di mano”, realizzando così un collage che mixa i romani Palazzo Farnese e Villa Aurelia (per gli esterni) a edifici situati in Piemonte, dove già erano state girate le scene in montagna, filmate a Sauze di Cesana, non lontano dal Sestriere. Così si vede Bisio in azione tra il Palazzo Civico di Torino, Palazzo Carignano (dove l’attore ha dormito nientemeno nel letto che fu di Camillo Benso Conte di Cavour), la biblioteca dell’Accademia di Scienze (dove Bisio precipita dall’alto tra le braccia della Smutniak) e soprattutto la reggia di Venaria Reale, che si è accaparrata le scene più spettacolari. Il corridoio dove il neoletto presidente viene accolto al Quirinale è la suggestiva Galleria di Diana, mentre è all’interno della cappella della reggia, dedicata a Sant’Uberto, che s’incontrano segretamente i tre politici che tramano alle spalle del presidente per costringerlo alle dimissioni. Ad un certo punto i tre saranno convocati dai “poteri forti”, le eminenze grigie che tessono le reti della politica italiana: nel maestoso ambiente che un tempo ospitava i cavalli alloggiati nelle scuderie juvarriane, i tre si troveranno effettivamente davanti a due colossi, non della politica ma del cinema italiano poiché a interpretare quei ruoli furono, infatti, chiamati due monumenti della “settima arte”, i registi Pupi Avati e Lina Wertmüller.

In collaborazione con www.davinotti.com

La Galleria di Diana della Reggia di Venaria Reale nel film “Benvenuto Presidente!” (www.davinotti.com)

La Galleria di Diana della Reggia di Venaria Reale nel film “Benvenuto Presidente!” (www.davinotti.com)

La Galleria di Diana della Reggia di Venaria Reale nel film “Benvenuto Presidente!” (www.davinotti.com)

Le altre location dei due film citati


https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/i-demoni-di-san-pietroburgo/50013889

https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/benvenuto-presidente/50030839

FOTOGALLERY

La reggia di Venaria Reale

Borgaro Torinese, monumento dedicato al “Grande Torino”

Leinì, Torre dell’Ammiraglio

Chivasso, collegiata di Santa Maria Assunta

Colle Don Bosco, casa natale di San Giovanni Bosco

Castello di Moncalieri

Torino, Chiesa della Grande Madre di Dio

Torino, la Villa della Regina vista da uno dei tornanti del Colle della Maddalena

La torre dell’Eremo Camaldolese situato lungo la salita al Colle della Maddalena

ù

Colle della Maddalena, Il Faro della Vittoria

QUARTIERTAPPA: DALLA SEDE DI VENARIA REALE

Ecco il tradizionale contenitore made ilciclismo.it che da diverse stagioni accompagna le cronache prima del Giro e poi del Tour. All’interno ritroverete le rubriche riservate alla rassegna stampa internazionale, alla colonna sonora del giorno, alle previsioni del tempo per la tappa successiva, alle “perle” dei telecronisti, al Giro d’Italia rivisto alla “rovescia” e al ricordo di un Giro passato (quest’anno rivisiteremo l’edizione vinta dall’elvetico Carlo Clerici nel 1954)

SALA STAMPA

Italia

Chi vince il Giro? Non solo Pogacar: ecco tutti i favoriti

Gazzetta dello Sport

Slovenia

Na Giro v zadnjem vagonu – Kmalu spet z Rogličem? Tratnik ima sladke skrbi (Al Giro con l’ultima carrozza – Presto di nuovo con Roglič? Tratnik ha dolci preoccupazioni)

Delo

Regno Unito

Can anyone stop Pogacar? The main challengers and key stages – Doomed to fail but dreaming of next win – meet the Giro underdogs (Qualcuno può fermare Pogacar? I principali sfidanti e le fasi chiave – Destinato a fallire ma sognando la prossima vittoria: ecco gli sfavoriti del Giro)

The Times

Francia

Le doublé Giro-Tour, le nouveau défi de Pogacar (La doppietta Giro-Tour, la nuova sfida di Pogacar)

L’Équipe

Spagna

El desafío de Pogacar (La sfida di Pogacar)

AS

Belgio

Het wordt tóch nog een spannende Giro met… onze Pogacar-bingo! – Veertien Belgen prijken op deelnemerslijst Giro d’Italia 2024, Tadej Pogacar start als dé topfavoriet (Sarà comunque un Giro emozionante con… la nostra tombola Pogacar! – Quattordici belgi nell’elenco dei partecipanti al Giro d’Italia 2024, Tadej Pogacar parte da primo favorito)

Het Nieuwsblad

Paesi Bassi

Pogacar voelt zich niet onklopbaar in Giro en denkt aan Vingegaard: ’Dat was horror’ – Overzicht Giro | Visma mist ook Koen Bouwman: ’Maar we hebben nog steeds een sterke ploeg’ (Pogacar non si sente imbattibile al Giro e pensa a Vingegaard: “Che orrore”) – Panoramica Giro | Alla Visma manca anche Koen Bouwman: “Ma abbiamo ancora una squadra forte”)

De Telegraaf

Germania

Tadej Pogacar geht als Favorit in Italien an den Start. Die Turiner Fans sind von der Streckenführung nicht begeistert. (Tadej Pogacar parte da favorito in Italia. I tifosi del Torino non sono entusiasti del percorso)

Kicker

Colombia

Nairo Quintana calienta el Giro de Italia y advierte a los críticos: ‘Me gustaría estar peleando’ – Esteban Chaves le pone la mira al Giro de Italia tras ser el último colombiano confirmado (Nairo Quintana scalda il Giro d’Italia e avverte i critici: ‘Vorrei lottare’ – Esteban Chaves punta al Giro d’Italia dopo essere stato l’ultimo colombiano confermato)

El Tiempo

DISCOGIRO

La colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it

Notte rosa (Umberto Tozzi)

METEOGIRO

Venaria Reale : nubi sparse, 19°C, vento debole da SE (6-19 Km/h), umidità al 51%
Berzano di San Pietro – GPM (Km 48.4) : nubi sparse, 18°C, vento debole da E (6-18 Km/h), umidità al 53%
Torino – 1° passaggio (Km 109.8): parzialmente nuvoloso, 20°C, vento debole da E (5-17 Km/h), umidità al 49%
Torino – arrivo: parzialmente nuvoloso, 20°C, vento debole da E (5-19 Km/h), umidità al 49%

GLI ORARI DEL GIRO

13.30: inizio diretta su Eurosport
13.50: inizio diretta su RaiSport
13.55: partenza da Venaria Reale
14.00: inizio diretta su Rai2
14.55-15.05: GPM di Berzano di San Pietro
15.10-15.20: traguardo volante Sprint di Moriondo Torinese
15.35-15.50: GPM di Superga
16.10-16-25: traguardo volante Intergiro di Corso Moncalieri (Torino)
16.20-16.35: primo passaggio dal traguardo di Torino
16.35-17.00: GPM di Colle Maddalena
16.50-17.15: traguardo volante Sprint di Moncalieri (con abbuoni)
17.05-17.30: arrivo a Torino

I MISTERI DELLA CASSAPANCA

Con la ricomposizione della coppia al commento Pancani – Cassani la rubrica degli strafalcioni dei telecronisti riprende il suo titolo originario

Cassani: Partenza da Villa Reale (il Giro 2024 parte da Venaria Reale)
Televideo: Venaria Real

GIROALCONTRARIO

L’ordine d’arrivo e la classifica generale dal punto di vista della maglia nera

L’anno scorso è finita così:

1° Nicolas Dalla Valle
2° Alberto Dainese a 2′57″
3° Arashiro Yukiya a 5′28″
4° Albert Torres a 7′16″
5° Alexander Krieger a 17′59″
Miglior italiano Filippo Tagliani, 7° a 44′53″

Maglia nera Primoz Roglic, 125° a 5h26′45″

IL GIRO DI 70 ANNI FA

Riviviamo l’edizione 1954 della Corsa Rosa attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”. Quell’anno si impose grazie a una storica fuga bidone l’elvetico Carlo Clerici

20 MAGGIO 1954 – RADUNO DI PARTENZA A PALERMO

SI INIZIA OGGI IL GIRO D’ITALIA CON UNA BREVE TAPPA A CRONOMETRO

La tappa, con partenza e arrivo a Palermo, è a squadre ma con classifica individuale – Le operazioni di punzonatura – La carovana ricevuta dal presidente della Regione – Interviste con Coppi e Koblet

La Reggia di Venaria Reale illuminata di rosa in occasione del Giro (www.ansa.it)

La Reggia di Venaria Reale illuminata di rosa in occasione del Giro (www.ansa.it)

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