PELAYO SANCHEZ DOMA ALAPHILIPPE. ALTRA FUGA, LO SPAGNOLO VINCE LA TAPPA DEGLI STERRATI

Ancora una fuga al Giro d’Italia. Ad esultare al termine dell’attesa frazione degli sterrati è stato un incredulo Pelayo Sanchez che ha conquistato la sua prima vittoria in un Grande Giro, il risultato più importante di una carriera ancora giovane e che potrebbe riservare altre soddisfazioni in futuro. Lo spagnolo della Movistar ha trionfato a Rapolano Terme battendo allo sprint al termine di una fuga Julian Alaphilippe (Soudal-Quick Step) e Luke Plapp (Team Jayco-Alula). Quarto posto per un redivivo Andrea Piccolo (EF Education-EasyPost) uscito dal plotone nel finale. No contest tra i big della classifica rrivati tutti insieme a pochi secondi dal terzetto che si è giocato la vittoria. Resta così invariata la classifica generale alla vigilia di una frazione, una cronometro di 40 km, destinata a dare una bella scossa alla graduatoria.

La 6a tappa del Giro 2024 proponeva un ingrediente ormai sempre più apprezzato da ciclisti, appassionati e organizzatori: le strade bianche. La frazione tutta toscana, con partenza a Viareggio ed arrivo a Rapolano Terme dopo 180 km, presentava infatti 3 tratti di sterrato oltre a diversi strappi che rendevano la tappa particolarmente adatta a fughe ed attacchi da lontano. Dopo i primi 70 km sostanzialmente piatti i corridori erano attesi dalla salita (8,6 km al 4,6 %) che portava a Volterra. Da quel punto in poi la pianura lasciava lo spazio ad un tracciato fatto di tanti su e giù. Il primo tratto di sterrato era quello di Vidritta (4,4 km), seguito a stretto giro da quello di Bagnaia (4,8 km) e che culminava con la salita di Grotti (3,3 km al 5%). I continui saliscendi portavano quindi al terzo pezzo di strade bianche, quelli di Pievina (2,4 km) che terminava a circa 15 km dal traguardo. L’ultima difficoltà era lo strappo (700 m al 10%) che culminava a poco più di 4 km dall’arrivo.

Visto il tracciato particolarmente adatto alle azioni da lontano, sin dai primissimi chilometri di corsa si sono consumati numerosi tentativi di portare via la fuga di giornata ma il gruppo, come spesso accade in questi casi, ha fatto capire che oggi evadere dal plotone non sarebbe stato affatto semplice. E così si sono alternate diverse azioni, principalmente in solitaria, tutte con esito negativo. Tra i più attivi da segnalare Julian Alaphilippe (Soudal-Quick Step), Mikkel Honorè e Andrea Piccolo (EF Education-EasyPost), Aurelien Paret-Peintre (Decathlon-Ag2r La Mondiale). La fuga di giornata ha preso forma soltanto dopo l’ascesa di Volterra quando sono finalmente evasi Kaden Groves (Alpecin-Deceuninck), Pelayo Sanchez (Movistar Team), Julian Alaphilippe (Soudal Quick-Step), Luke Plapp (Team Jayco AlUla), Matteo Trentin (Tudor Pro Cycling Team) e Filippo Fiorelli (VF Group-Bardiani CSF-Faizané) a cui si èsuccessivamente aggiunto Andrea Vendrame (Decathlon-Ag2r La Mondiale).

Il gruppo, guidato dalla Ineos e dall’UAE Team Emirates, non ha però lasciato troppo margine (vantaggio massimo di 3 minuti), lasciando aperte le possibilità di rincogiungimento. Il gap si è addirittura ridotto a circa 2′ nel corso del tratto di sterrato di Vidritta grazie ad un ritmo piuttosto alto imposto da un ottimo Jonathan Milan (Lidl-Trek). Lungo il successivo tratto la situazione in testa alla corsa è mutata per via del tentativo operato da Plapp di lasciare la compagnia degli altri fuggitivi. Al suo forcing hanno saputo rispondere solo Alaphilippe e Sanchez, mentre gli altri fuggitivi hanno perso man mano contatto. Nel gruppo maglia rosa, che via via andava assottigliandosi, erano nel frattempo caduti senza conseguenze Cian Uijtdebroeks e Attila Valter (Visma-Lease a Bike) e Daniel Martinez (Bora-Hansgrohe). Dopo lo strappo di Grotti, Mikkel Honorè, che già aveva provato ad entrare in fuga ad inizio tappa, ha provato a rientrare tutto solo sui battistrada, finendo per restare invano all’inseguimento dei fuggitivi prima di essere ripreso dal gruppo principale.

Nel frattempo Vendrame, Groves, Fiorelli e Trentin avevano maturato un distacco sempre più importante dagli ormai 3 ex-compagni di fuga, venendo poi ripresi dal gruppo, ormai ridotto a poco più di 30 unità e tirato a tutta dagli uomini dell’Ineos, poco prima del terzo ed ultimo tratto di off-road, quello di Pievina. L’azione della formazione britannica, oltre a riprendere i 4 corridori rimasti nel mezzo, aveva nel frattempo contribuito a far calare notevolmente il distacco dei 3 battistrada che hanno comunque conservato un vantaggio superiore ai 30 secondi in vista dello strappo che anticipava l’arrivo di Rapolano. Lungo le rampe più dure della breve salita, Alaphilippe ha provato a sbarazzarsi dei due compagni d’avventura che però non hanno desistito. Dietro invece era Romain Bardet (Team dsm-firmenich-PostNL) a fare la voce grossa nel tentativo di riavvicinare i fuggitivi. Il gap è sceso a 20″ ma a quel punto il drappello maglia rosa non ha forzato lasciando ai 3 fuggitivi la possibilità di giocarsi la vittoria di tappa.

Lo sprint è stato lanciato da un generoso Julian Alaphilippe, mentre un Luke Plapp evidentemente esausto rinunciava completamente a giocarsi il successo. Chi però non aveva nessuna intenzione di mollare la presa era Pelayo Sanchez che ha saputo prendere la ruota dell’ex-campione del mondo per saltarlo negli ultimi 100 metri. Lo spagnolo della Movistar, quasi incredulo di fronte all’impresa di battere Alaphilippe in un arrivo del genere, ha così tagliato il traguardo davanti al transalpino. Plapp è giunto terzo con 1″, mentre la quarta posizione è andata ad un Andrea Piccolo (a 24″) che ha anticipato il resto del gruppo giunto a 29″ e regolato da Jhonatan Narvaez (Ineos Grenadiers) davanti a Luka Mezgec (Team Jayco-Alula), Quinten Hermans (Alpecin-Deceuninck), Nick Schultz (Israel-Premier Tech), Daniel Martinez (Bora-Hansgrohe) e Andrey Lutsenko (Astana Qazaqstan Team).
Resta sotanzialmente invariata la classifica (nessuna variazione tra i primi 14 della generale) che vede ovviamente in testa Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) con 46″ su Geraint Thomas (Ineos Grenadiers) e 47″ su Dani Martinez.

Domani è in programma una delle tappe più importanti della prima metà del Giro. Si tratta della prima crono individuale: 40,4 km da Foligno a Perugia. I primi 34 km saranno pianeggianti, quindi i corridori troveranno lo strappo di Casaglia (1,3 km al 10,7%) seguito da un finale che continuerà a salire leggermente fino al traguardo posto nel capoluogo Umbro. Una frazione destinata a dilatare notevolmente i distacchi della classifica.

Pierpaolo Gnisci

Pelayo Sanchez batta Alaphilippe (fonte: Getty Images)

Pelayo Sanchez batta Alaphilippe (fonte: Getty Images)

STRADE BIANCHE IN TONO MINORE?

Non è piaciuto a molti il modo nel quale è stata disegnata la tappa degli sterrati. Potranno i soli tre settori inseriti lungo la strada per Rapolano Terme bastare per buttare all’aria i progetti di corridori e squadre? In effetti basta un millimetro di sterrato o un granello più appuntito degli altri per creare scompiglio tra i favoriti. Bisognerà attendere la linea d’arrivo per capire se stavolta le Strade Bianche saranno in tono minore o se tra le Crete Senesi risuoneranno note dolenti per qualcuno.

NOTA: rispetto al percorso qui presentato sono state introdotte la salita di Volterra (8.6 Km al 4.6%) e il muro di Serre di Rapolano (700 metri al 10.6% e una punta del 20%): la prima sarà affrontata a un’ottantina di chilometri dalla partenza (al posto del GPM di Bertesca), il secondo a poco più di 4 Km dall’arrivo

Il disegno della quinta tappa del Giro 2024 ha lasciato l’amaro in bocca agli appassionati, una sensazione acuita dall’impietoso paragone con la frazione del Tour che si disputerà sugli sterrati delle campagne attorno a Troyes e che proporrà 14 settori di strade bianche per un totale di quasi 35 Km da percorrere lontano dall’asfalto. Sulle strade che da Torre del Lago condurranno a Rapolano Terme, invece, gli organizzatori del Giro hanno piazzato solo tre tratti di sterrato per complessivi 11.4 Km e questo ha fatto piovere sui loro capi le critiche rivolte loro dagli appassionati, ma siamo così sicuri che questa tappa sia in “tono minore” rispetto a quelle terminate a Montalcino nel 2010 e nel 2021 e anche nei confronti della stessa “Strade Bianche”, la corsa che ha fatto riscoppiare l’amore tra il Giro e le strade d’un tempo? Su quel tipo di fondo basta un granello più appuntito degli altri, basta un millimetro di strada per rovinarsi la giornata e complicarsi il Giro, anche perché sui saliscendi che caratterizzano il finale non è semplice gettarsi all’inseguimento della coda del gruppo e, anche se si riuscisse a rientrare, poi si potrebbe tornare a perdere nuovamente terreno, per lo sforzo fatto, sui dislivelli successivi. In particolare i 9 Km conclusivi saranno in lievissima ascesa, un finale che ricorda un po’ quello verso l’Aprica, poca pendenza ma tanti minuti persi dopo le energie profuse sul Mortirolo, un binomio che potrebbe – fatte le debite proporzioni – ripetersi tra gli sterrati e il falsopiano finale, se ci saranno stati corridori che si saranno trovati a inseguire il gruppo tra una strada bianca e l’altra, tra un dislivello e l’altro.
Questa giornata comunque delicata, anche per la sua particolare collocazione alla vigilia di una cronometro di quasi 40 Km, prenderà ancora le mosse accompagnata dalle note di Puccini perché il raduno di partenza a Viareggio si svolgerà nella frazione balneare di Torre del Lago, dove si trova la villa che il compositore acquistò per trascorrervi gli ultimi anni di vita, affacciata sull’incantevole Lago di Massaciùccoli, oggi protetto da un parco naturale che ingloba anche la vicina ex tenuta presidenziale di San Rossore. I primi colpi di pedale saranno dati ancora sulla Via Aurelia in direzione di Pisa, ma poi la città della celebre torre pendente sarà evitata girandole attorno e puntando verso la catena del Monte Pisano, la cui massima elevazione è quel Monte Serra (917 metri) che dal 2018 è divenuto un ingrediente irrinunciabile del Giro della Toscana, corsa che dal 2016 è stata intitolata all’indimenticato Alfredo Martini, commissario tecnico della nazione di ciclismo italiana dal 1975 al 1997. In questa fase la corsa transiterà a breve distanza dalla barocca Certosa di Calci, oggi sede del Museo di storia naturale dell’Università di Pisa, presso il quale è possibile ammirare il più grande acquario d’acqua dolce d’Italia. Toccata la vicina località di Uliveto Terme, le cui acque sono particolarmente rinomate tra gli sportivi, ci si discosterà dalle pendici della montagna per superare il corso dell’Arno alle porte di Cascina, nel cui territorio è possibile ammirare la romanica Pieve dei Santi Ippolito e Cassiano. Niente distrazioni per i corridori che, ora, s’infileranno nella Valdera, imboccandola in direzione di Volterra e giungendo poco dopo a Ponsacco, il principale centro della valle dopo la vicina Pontedera. Avendo come compagno di viaggio il corso del fiume Era i “girini” transiteranno ai piedi della collina sulla quale si staglia Peccioli, borgo che si fregia della bandiera arancione attribuita dal T.C.I. ai piccoli centri dell’entroterra italiano che si distinguono per un’offerta di eccellenza e un’accoglienza di qualità, le stesse che fin dal 1952 hanno potuto toccare con mano i partecipanti alla prestigiosa corsa del calendario professionistico dedicata al corridore locale Giuseppe Sabatini, scomparso prematuramente a soli 36 anni.
Un’altra cittadina alla quale ci si giungerà ai piedi sarà la celebre Volterra, nel cui suggestivo centro storico medioevale si stagliano la Fortezza Medicea e il Palazzo dei Priori, il più antico tra i palazzi comunali della Toscana. Come nel caso di Peccioli non ci si dirigerà verso quella che fu una delle principali città-stato dell’Etruria, ma sarà comunque arrivato il momento di salutare la pianura, sulla quale si era pedalato nei primi ottanta chilometri, per affrontare la salita della Bertesca, che qualche corridore si ricorderà d’aver percorso in due recenti occasioni alla Tirreno-Adriatico, per la precisione durante le tappe di Chiusdino e di Sovicille delle edizioni del 2021 e del 2022, rispettivamente vinta dal francese Julian Alaphilippe e dal belga Tim Merlier. In nessuno di questi precedenti era previsto il GPM in vetta, cosa che invece accadrà al Giro, percorsa un’ascesa per un nulla difficile di 11 Km al 2.7% caratterizzata da due balze, la più impegnativa delle quali termina dopo 4.2 Km al 5.5% presso il piccolo borgo murato di Roncolla. Seguirà una discesa frastagliata, interrotta dal piccolo muretto di 700 metri all’8.2% che anticiperà di poco il passaggio da Casole d’Elsa, altro antico borgo nella cui collegiata è presente uno dei principali capolavori del naturalismo gotico, il monumento sepolcrale di Beltramo Aringhieri, opera attribuita allo scultore Marco Romano. Terminata la discesa per una trentina di chilometri scarsa si tornerà a pedalare in pianura, con la sola intrusione di un salitella di 2 Km al 3.2% che s’incontrerà nel tratto iniziale, disegnato lungo i margini sudoccidentali della Montagnola Senese, catena collinare ricca di grotte carsiche e di cave di marmo giallo, meno celebre di quello delle Apuane ma pure utilizzato per la realizzazione di monumenti di pregio e in particolare andò ad adornare i duomi di Firenze e Orvieto; anche in zona è possibile ammirare edifici di culto realizzati con tale marmo, come l’Abbazia dei Santi Salvatore e Cirino (Abbadia ad Isola, Monteriggioni) e la Pieve di San Giovanni Battista a Sovicille. Lambita la Colonna Leopoldina di Montarrenti, una delle diciannove che furono commissionate dal penultimo granduca di Toscana Leopoldo II per punteggiare il paesaggio toscano con le insegne del casato dei Lorena, si cambierà direzione di marcia per puntare su Rosia, borgo presso il quale Oriana Fallaci ambientò parte del romanzo, pubblicato postumo e incompiuto nel 2008, “Un cappello pieno di ciliegie”, nel quale raccontò la storia dei suoi avi.
È proprio in corrispondenza dell’ultimo scampolo di pianura che i corridori sbarcheranno sullo sterrato e, infatti, totalmente privo di pendenze è il settore di Vidritta, 4 Km e 300 metri in parte inediti: la prima metà è stata presa dal tracciato della “Strade Bianche”, della quale rappresenta il primo degli undici settori affrontati alla “Classica del Nord più a Sud d’Europa”, mentre la seconda parte sarà percorsa per la prima volta nella storia. Il ritorno sull’asfalto sarà un apostrofo nero, giusto 700 metri scorrevoli prima di riprende gli sterri e stavolta per affrontare il tratto più impegnativo di giornata, quello che sulle cartine del Giro è stato chiamato “Bagnaia” e che prevede il Gran Premio della Montagna di Grotti, 2.5 Km al 5.9% (su 4.7 Km complessivi di sterrato, che ne fanno il settore più lungo) con le pendenze più ostiche nei 200 metri iniziali al 10% di media. Si riprende l’asfalto poco prima di giungere al più alto dei due borghi che costituiscono il centro di Grotti, presso il quale si trova l’omonimo castello, costruito sul luogo dove si trovava un insediamento etrusco e oggi in parte occupato da un’azienda agrituristica rinomata per l’olio che vi viene prodotto. Saranno, infatti, gli uliveti una delle “quinte” tra i quali si snoderanno gli ultimi 39 Km, da percorrere nel suggestivo scenario delle Crete Senesi, il nome con il quale tradizionalmente ci si riferisce alla fascia collinare posta a sud-est di Siena per la particolare argilla della quale è costituita e che le attribuisce quel caratteristico colore grigio-azzurro che molti hanno accostato ai paesaggi lunari. Assecondando la particolare natura di questo territorio l’altimetria della tappa proporrà ora una serie di saliscendi non particolarmente difficili, come i due strappi che si dovranno superare prima di giungere sulle strade di Monteroni d’Arbia, borgo divenuto fiorente in epoca medioevale per la sua collocazione lungo la Via Francigena e questo spiega la presenza in questo luogo di diversi e interessanti chiese, come la Pieve di San Giovanni Battista a Ville di Corsano e quella abbandonata di San Martino in Grania, conosciuta tra gli appassionati di ciclismo perché ha dato il nome a uno dei più impegnativi tratti di sterrato della “Strade Bianche”, che inizia all’uscita da Monteroni e che sarà, però, risparmiato ai corridori. In sua vece una decina di chilometri più avanti dovrà essere percorso quello, totalmente inedito, di Pievina, 2300 metri circa di strada bianca dall’andamento altimetrico altalenante, con una prima parte in lieve discesa che sfiora l’antica Abbadia a Rofeno, fondata nel 1031 e un tempo adornata da una pala di Ambrogio Lorenzetti oggi esposta nella vicina Asciano. In leggero falsopiano si snoda, invece, la seconda parte dello sterrato, che terminerà a 14 Km dall’arrivo, subito prima d’intraprendere la leggera discesa che si concluderà in vista del bivio per Monte Sante Marie, la tenuta interrottamente abitata da 1300 anni che è conosciuta in ambito sportivo perché sfiorata dal più lungo e difficile degli 11 settori di sterrato della “Strade Bianche”, quello che nel 2016 è stato intitolato all’elvetico Fabian Cancellara, tre volte vincitore di questa spettacolare gara. Anche il “settore Cancellara” sarà evitato ai “girini”, che tireranno dritto verso Asciano, il cui borgo dalla forma ovale è piccolo scrigno pieno d’interessanti richiami artistici (come la Basilica di Sant’Agata), che si possono, però, andare a cercare anche tra i colli circostanti, come quello sul quale sorge la millenaria Abbazia di Monte Oliveto Maggiore, fondata nel 1313 da San Bernardo Tolomei e rinomata nella storia dell’arte per gli affreschi di Luca Signorelli e Antonio Bazzi (“Il Sodoma”) che adornano il chiostro maggiore.
Il passaggio da Asciano rappresenterà il punto d’inizio della lenta ascesa finale verso Rapolano Terme, che debutta con il tratto più impegnativo (700 metri al 6,6%) per poi acquietarsi sensibilmente nei frangenti successivi, brani di strada che ci diranno se stavolta le Strade Bianche, come temevano in molti, saranno state in tono minore oppure se per qualcuno le note saranno comunque dolenti.

Mauro Facoltosi

Una strada bianca del senese e l’altimetria della sesta tappa (Strava)

Una strada bianca del senese e l’altimetria della sesta tappa (Strava)

I VALICHI DELLA TAPPA

Valico Roncolla (373 metri). Valicato dalla Strada Statale 68 “di Val di Cecina” tra Volterra e San Gimignano; in corrispondenza del valico confluisce la Strada Statale 439 dir “Sarzanese Valdera” (nota anche come “Diramazione di Volterra”), dalla quale proverranno i corridori, che vi transiteranno nel corso della salita della Bertesca. Il Giro d’Italia vi è transitato l’ultima volta nel 1987, durante la tappa Camaiore – Montalcino, vinta dal veneto Moreno Argentin: nell’occasione si giungeva in discesa al valico di Roncolla, dopo aver affrontato nel centro storico della vicina Volterra un traguardo GPM vinto dal varesino Claudio Chiappucci.

Nota. Il testo di riferimento è “Valichi stradali d’Italia” di Georges Rossini (editore Ediciclo).

CIAK SI GIRO

C’è un posto in Italia che può gonfiarsi il petto ed esibire orgoglioso i “big” della comicità che ha ospitato: è la Certosa di Calci presso Pisa. Il debutto cinematografico del monastero situati alle pendici del Monte Serra risale al 1982 quando Mario Monicelli vi condusse Ugo Tognazzi, Gastone Moschin, Adolfo Celi, Renzo Montagnani e il francese Philippe Noiret: dalla lunga lista di celebrità avrete già capito che stiamo parlando di uno dei capitoli della saga di “Amici miei” e per la precisione si tratta del secondo, che presenta girate all’interno della certosa le scene del battesimo del Melandri (Moschin) mentre la casa nella quale il conte Mascetti (Tognazzi) si trasferisce ad abitare nel finale della pellicola si trova lì a due a passi e dalla terrazza offre spettacolari viste sul vicino monumento. Dovranno poi trascorrere sei anni per sentire nuovamente battere il ciac nei solenni ambienti della certosa, stavolta calcati da un divo di Hollywood, l’attore statunitense Walter Matthau, che qui fu diretto da Roberto Benigni ne “Il piccolo diavolo”: nel film, che fu campione d’incassi della stagione 1988-1989 con 40 miliardi di lire guadagnati, nella certosa risiede padre Maurizio (Matthau), il religioso che esorcizzando una donna si ritroverà a fare i conti con il diavolo in carne ed ossa, Giuditta (Benigni), scappato dall’inferno per esplorare il mondo.

In collaborazione con www.davinotti.com

La Certosa di Calci fa da sfondo a una scena girata sulla terrazza di casa Mascetti in “Amici miei atto II°” (www.davinotti.com)

La Certosa di Calci fa da sfondo a una scena girata sulla terrazza di casa Mascetti in “Amici miei atto II°” (www.davinotti.com)

Walter Matthau percorre in vestaglia uno dei porticati del chiostro della Certosa di Calci  ne “Il piccolo diavolo” (www.davinotti.com)

Walter Matthau percorre in vestaglia uno dei porticati del chiostro della Certosa di Calci ne “Il piccolo diavolo” (www.davinotti.com)

Le altre location dei film citati

https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/amici-miei-atto-ii/50002044

https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/il-piccolo-diavolo/50002683

FOTOGALLERY

Torre del Lago Puccini, Villa Puccini

Pisa, ex tenuta presidenziale di San Rossore

Certosa di Calci

Cascina, Pieve dei Santi Ippolito e Cassiano

Peccioli, Pieve di San Verano

Volterra, Palazzo dei Priori

Casole d’Elsa, collegiata di Santa Maria Assunta

Scorcio della Montagnola Senese

Abbazia dei Santi Salvatore e Cirino (Abbadia ad Isola, Monteriggioni)

Colonna Leopoldina di Montarrenti

L’imbocco del settore di Vidritta

Il tratto più ripido del settore di Bagnaia

Monteroni d’Arbia, Castello di Grotti

Monteroni d’Arbia, Pieve di San Giovanni Battista a Ville di Corsano

Asciano, il settore di Pievina e l’abbadia a Rofeno

Asciano, Basilica di Sant’Agata

Asciano, Abbazia di Monte Oliveto Maggiore

QUARTIERTAPPA: DALLA SEDE DI LUCCA

Ecco il tradizionale contenitore made ilciclismo.it che da diverse stagioni accompagna le cronache prima del Giro e poi del Tour. All’interno ritroverete le rubriche riservate alla rassegna stampa internazionale, alla colonna sonora del giorno, alle previsioni del tempo per la tappa successiva, alle “perle” dei telecronisti, al Giro d’Italia rivisto alla “rovescia” e al ricordo di un Giro passato (quest’anno rivisiteremo l’edizione vinta dall’elvetico Carlo Clerici nel 1954)

SALA STAMPA

Italia

Benjamin Thomas vince in volata a Lucca. Pogacar mantiene la maglia rosa

Gazzetta dello Sport

Slovenia

Zaradi pajaca Pogačarju grozili z diskvalifikacijo (A causa del ragno Pogačar è stato minacciato di squalifica)

Delo

Regno Unito

Benjamin Thomas leads home breakaway to deny sprinters (Benjamin Thomas conduce la fuga in casa per negare i velocisti)

The Guardian

Francia

Benjamin Thomas rafle la mise (Benjamin Thomas vince la giornata)

L’Équipe

Spagna

Merecido premio para Thomas (Premio meritato per Thomas)

AS

Belgio

Vluchters zetten sprinters een hak in de Giro: Fransman Benjamin Thomas klopt Michael Valgren en pakt grootste zege uit z’n carrière (I fuggitivi si lasciano alle spalle i velocisti al Giro: il francese Benjamin Thomas batte Michael Valgren e ottiene la più grande vittoria della sua carriera)

Het Nieuwsblad

Paesi Bassi

Peloton misrekent zich: vluchter Benjamin Thomas wint vijfde Giro-etappe (Il gruppo fa male i calcoli: il fuggitivo Benjamin Thomas vince la quinta tappa del Giro)

De Telegraaf

Germania

Ausreißer schlagen Sprinter ein Schnippchen – Thomas gewinnt (I fuggitivi superano in astuzia i velocisti: Thomas vince)

Kicker

USA

Thomas takes biggest road win of his career on Giro stage 5 as Pocagar keeps leader’s pink jersey (Thomas ottiene la più grande vittoria su strada della sua carriera nella quinta tappa del Giro mentre Pocagar mantiene la maglia rosa di leader)

The Washington Post

Colombia

Daniel Martínez no baja los brazos y se mantiene en la pelea del Giro de Italia: Benjamin Thomas ganó (Daniel Martínez non abbassa le braccia e resta in lotta per il Giro d’Italia: ha vinto Benjamin Thomas)

El Tiempo

Ecuador

La fuga sorprende y se queda con el triunfo en la etapa 5, Jhonatan Narváez con el pelotón en meta (La fuga sorprende e conquista la vittoria nella tappa 5, Jhonatan Narváez con il gruppo al traguardo)

El Universo

Australia

Welsford shines but Groves suffers in cycling sprints (Welsford brilla ma Groves soffre negli sprint ciclistici)

The West Australian

DISCOGIRO

La colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it

Nessun dorma (Giacomo Puccini – Luciano Pavarotti)

METEOGIRO

Torre del Lago Puccini (Viareggio) : pioggia debole (0.1 mm), 21°C, vento moderato da O (4-22 Km/h), umidità al 71%
Ponsacco (Km 41.9) : nubi sparse, 23°C (percepiti 25°C), vento moderato da NE (21-44 Km/h), umidità al 49%
Volterra – GPM (Km 80.4): nubi sparse, 19°C, vento moderato da NE (21-44 Km/h), umidità al 57%
Vidritta – inizio primo tratto sterrato (Km 130.5): parzialmente nuvoloso, 22°C, vento moderato da NE (15-34 Km/h), umidità al 49%
Rapolano Terme: nubi sparse, 20°C, vento moderato da NE (20-45 Km/h), umidità al 48%

GLI ORARI DEL GIRO

12.30: inizio diretta su Eurosport
12.55: inizio diretta su RaiSport
12.55: partenza da Torre del Lago Puccini (Viareggio)
14.00: inizio diretta su Rai2
14.50-15.05: GPM di Volterra
15.20-15.40: traguardo volante Sprint di Casole d’Elsa
15.55-16.15: inizio primo tratto sterrato
16.00-16.20: inizio secondo settore sterrato
16.05-16.30: GPM di Grotti
16.20-16.45: traguardo volante Intergiro di Monteroni d’Arbia
16.35-17.00: inizio terzo settore sterrato
16.40-17.05: traguardo volante Sprint di Pievina (con abbuoni)
17.00-17.30: arrivo a Rapolano Terme

I MISTERI DELLA CASSAPANCA

Con la ricomposizione della coppia al commento Pancani – Cassani la rubrica degli strafalcioni dei telecronisti riprende il suo titolo originario

De Luca: “Pozzovivo in questa stagione dà il via al ciclismo” (quest’anno darà l’addio alle corse)
De Luca: “Gruppo maglia rosa che è saldamente sulle spalle di Pogacar”
Cassani: “E’ stato riconosciuto anche da Benedetto, Papa Francesco”
Pancani: “Enzo Paleni, abbiamo deciso di pronunciarlo all’italiano”
Borgato: “Oggi si svolgeranno altri esami per escludere ulteriori danni al colore eritreo”
Genovesi: “La Turandot, una delle opere più frequentate nei teatri di tutto il mondo”
Trentin: “Possiamo parlare delle ore delle velocità”
Televideo: “Bejamin Thomas” (Benjamin)
Televideo TV Svizzera: “Sebastian Molano” (Juan Sebastian)

GIROALCONTRARIO

L’ordine d’arrivo e la classifica generale dal punto di vista della maglia nera

Ordine d’arrivo della quinta tappa, Genova – Lucca

1° Nadav Raisberg
2° Riley Pickrell a 46″
3° Michael Woods s.t.
4° Tobias Foss a 1′49″
5° Attila Valter a 4′25″

Miglior italiano Lorenzo Milesi, 11° a 6′23″

Classifica generale

1° Riley Pickrell
2° Julius van den Berg a 3′13″
3° Ryan Mullen a 3′52″
4° Bastien Tronchon a 7′06″
5° Alan Riou a 8′34″

Miglior italiano Edoardo Affini, 11° a 13′28″

IL GIRO DI 70 ANNI FA

Riviviamo l’edizione 1954 della Corsa Rosa attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”. Quell’anno si impose grazie a una storica fuga bidone l’elvetico Carlo Clerici

25 MAGGIO 1954 – GIORNO DI RIPOSO

SI ATTENDE L’ATTACCO DI COPPI NEL GIRO CHE RIPARTE OGGI DA BARI

Le condizioni del campionissimo sono ottime, ma il ritardo sarà duro da colmare – I corridori tuttavia dicono: “Quando vorrà ci staccherà tutti” – Bartali vorrebbe una prova di cento tappe… – Stasera arrivo a Napoli

26 MAGGIO 1954 – 5a TAPPA: BARI – NAPOLI (279 Km)

LA NUOVA “MAGLIA ROSA” È VOORTING CON CIRCA 25 MINUTI DI VANTAGGIO SU COPPI

Sconvolta la classifica dopo la tappa Bari-Napoli vinta da Van Steenbergen

E’ immutato il distacco di Fausto da Koblet – La fase decisiva della corsa si è iniziata prima del traguardo volante di Barletta – La vittoria disputata fra i due stranieri e Gismondi – Il gruppo degli assi accolto dai fischi della folla delusa

La chiesa di San Michele in Foro a Lucca illuminata di rosa (www.luccaindiretta.it)

La chiesa di San Michele in Foro a Lucca illuminata di rosa (www.luccaindiretta.it)

ARCHIVIO QUARTIERTAPPA

Cliccare sul nome della tappa per visualizzare l’articolo

Raduno di partenza a Venaria Reale
1a tappa: Venaria Reale – Torino
2a tappa: San Francesco al Campo – Santuario di Oropa
3a tappa: Novara – Fossano
4a tappa: Acqui Terme – Andora

THOMAS SORPRENDE I VELOCISTI A LUCCA. POGACAR RESTA IN ROSA

Nella quinta tappa da Genova a Lucca, gli attaccati della ’seconda’ ora mettono in scacco il gruppo e le squadre dei velocisti che non riescono a chiudere su di loro nei km conclusivi, complice anche la strada il leggera discesa. Benjamin Thomas (Team Cofidis) vince la volata ristretta davanti a Michael Valgren (Team EF Education EasyPost) ed Andrea Pietrobon. Attesa per la tappa degli sterrati di domani

La quinta tappa del Giro 2024 parte da Genova e termina a Lucca dopo 178 km. Una prima parte abbastanza vallonata dove spicca il gpm del Passo del Bracco favorirà gli attacchi dei fuggitivi, dopodichè un lungo tratto pianeggiante di 90 km consentirà alle squadre dei velocisti di tenere sotto controllo la fuga fino alla terza consecutiva volata a ranghi compatti. Nel finale il facile gpm di Montemagno non dovrebbe condizionare più di tanto le ruote veloci che avranno la possibilità di giocarsi la vittoria sul traguardo di Lucca. La fuga di giornata si componeva di quattro ciclisti ovvero Simon Geschke (Team Cofidis), Lewis Askey (Team Groupama FDJ), Mattia Bais (Team Polti Kometa) e Manuele Tarozzi (Team VF Group – Bardiani CSF – Faizanè). Geschke scollinava in prima posizione sul Passo del Bracco, primo gpm di giornata posto al km 62.1. I velocisti che erano rimasti attardati e principalmente Fabio Jakobsen (Team DSM – Firmenich PostNL), Tim Merlier (Team Soudal Quick Styep), Caleb Ewan (Team Jayco AlUla) e Fernando Gaviria (Team Movistar), rientarvano in gruppo nel successivo tratto in pianura. Il gruppo riprendeva i fuggitivi prima del traguardo volante di Ceparana posto al km 99.2 e sul quale transitava per primo Kaden Groves (Team Alpecin Deceuninck). Andrea Pietrobon (Team Polti Kometa) vinceva il traguardo Intergiro di Luni posto al km 119.8. IL ciclista italiano era tra i fautori del nuovo attacco insieme a Benjamin Thomas (Team Cofidis), Michael Valgren (Team EF Education EsyPost) ed Enzo Paleni (Team Groupama FDJ). Thomas vinceva il traguardo volante di Camaiore posto al km 150.2. Nell’avvicinamento al gpm di Montegrosso la corsa veniva caratterizzata da un paio di cadute che mietevano in totale una decina di ciclisti tra cui Tobias Foss (Team INEOS Grenadiers), Davide Piganzoli (Team Polti Kometa), Michael Woods (Team Israel Premier Tech) ed Attila Valter (Team Visma Lease a Bike). Valgren scollinava in prima posizione sul GPM di Montemagno posto al km 156.9. A 13 km dalla conclusione il vantaggio del quattro battistrada era di 50 secondi sul gruppo tirato dagli uomini della Lidl Trek. A dar man forte ai compagni di Milan arrivavano anche gli uomini della Jayco ALUla, della Soudal Quick Step e dell’Intermarchè Wanty ma la strada in leggera discesa fino all’arrivo favoriva i quattro attaccanti che andavano a giocarsi la vittoria. Pietrobon partiva a 900 metri dall’arrivo ma veniva raggiunto a circa 200 metri dalla linea del traguardo e nella volata ristratta Thomas vinceva davanti a Valgren e Pietrobon mentre Paleni era terzo a 3 secondi di ritardo. Era Milan a vincere la volata del gruppo con 11 secondi di ritardo su Thomas che ottiene la sua prima vittoria in un GT. La classifica generale non cambia nelle prime posizioni con Tadej Pogcar (UAE Team Emirates) in maglia rosa davanti a Geraint Thomas (Team INEOS Grenadiers) e Daniel Martinez (Team BORA Hansgrohe). Domani è in programma la sesta tappa da Torre del Lago Puccini a Rapolano Terme di 180 km. Una tappa che può ripercuotersi sulla classifica generale perchè oltre ai non banali gpm di Volterra e di Grotti, entrambi di quarta categoria ma posizionati in punti delicati, sono in programma oltre 10 km di sterrato. Dopo un ‘abbozzo’ di Milano – Sanremo con il Capo Mele prima dell’arrivo di Andora nella quarta tappa, adesso rivedremo un po’ di Strade Bianche.

Antonio Scarfone

Benjamin Thomas vince a Lucca (foto: Getty Images)

Benjamin Thomas vince a Lucca (foto: Getty Images)

NESSUN DORMA, SOTTO LE MURA DI LUCCA VINCERANNNNN!!!

All’orizzonte del Giro c’è un altro arrivo in volata, il terzo consecutivo. Stavolta il gruppo che arriverà a giocarsi la tappa dovrebbe essere più nutrito perché l’ultima salita dovrà essere scavalcata quando al traguardo mancheranno 20 Km, mentre le fasi più complicate dovranno essere affrontate nella prima parte del tracciato. A far da colonna sonora alla giornata, infine, saranno le sublimi note delle opere pucciniane nel 100° anniversario della scomparsa del compositore lucchese.

Un’edizione del Giro d’Italia è un vero e proprio caleidoscopio di ricordi. In ogni tappa c’è sempre qualcosa da rammentare, un precedente arrivo della Corsa Rosa, le gesta di un grande campione che abitava nelle zone attraversate oppure quelle di uomini che nulla hanno a che vedere con il mondo dello sport ma che hanno reso celebre il nome dell’Italia nel mondo. È il caso della tappa odierna con arrivo a Lucca, fortemente voluta dalle autorità locali perché quest’anno cadrà il centesimo anniversario della morte di Giacomo Puccini e così oggi le note delle immortali arie del compositore toscano – dal “Nessun dorma” a “E lucean le stelle”, da “O mio babbino caro” a “Un bel dì, vedremo” – faranno da colonna sonora all’attesa dello sprint finale. Quello di Lucca sarà, infatti, il terzo arrivo in volata consecutivo, una vera e propria rarità perché da diversi anni si sta puntando, per non annoiare gli spettatori, a un’alternanza delle tipologie di tappe e già trovare due frazioni di fila riservate ai velocisti sta diventando sempre più eccezionale. L’ultima volta che la Corsa Rosa ha inserito nel tracciato tre occasioni consecutive destinate allo sprint è successo nel 2017 e ancor prima nel 2014, nel 2014, nel 2004 e nel 2003 (quando addirittura le prime cinque dell’edizione vinta da Garzelli terminarono con un volatone). Rispetto alle due precedenti frazioni di Fossano e Andora quella lucchese dovrebbe la prima ad aprire le porte del traguardo a quegli sprinter che soffrono le difficoltà altimetriche piazzata a ridosso dei finali, nonostante la tappa presenti un numero maggiore di metri di dislivello da superare. La fase più complicata coinciderà, però, con gli 80 Km iniziali, seguiti da un vero e proprio mare di pianura, che s’interromperà solo per la facile ascesa al Montemagno, da scavalcare a 20 Km dal traguardo, un paio in più rispetto alla distanza che separava la cima di questa stessa salita (scalata, però, dall’ancor più pedalabile versante opposto) dalla linea d’arrivo di Viareggio al Giro dello scorso anno. In quell’occasione i velocisti si videro soffiare la possibilità di giocarsi la vittoria per una cinquantina di secondi, ma va anche detto che la tappa presentava un percorso più complicato nella prima parte e per giunta fu disputata sotto il diluvio, nelle stesse ore nelle quali si stava consumando il dramma dell’alluvione nella vicina Romagna.
Sull’onda dei ricordi avverrà anche la partenza da Genova, con la bandierina del via che sarà sventolata presso lo storico scoglio di Quarto, luogo dal quale la notte del 5 maggio 1860 iniziò la Spedizione dei Mille. Le difficoltà che caratterizzano il tratto iniziale non cominceranno subito poiché la vera salita inizierà a una dozzina di chilometri dal via, una volta attraversata Recco, patria della versione più conosciuta della focaccia ligure, quella farcita con lo stracchino, formaggio che nel corso dei decenni ha preso il posto dell’originaria e tradizionale prescinsêua, denotata da un sapore decisamente acido che non incontrava i palati di tutti. Poco più di 4 Km più in alto si scollinerà il piccolo valico della Ruta (la pendenza media è del 6.8%), scavalcando alle spalle il promontorio di Portofino, celebre non solo per l’omonima località turistica ma anche per la millenaria Abbazia di San Fruttuoso e per il Cristo degli Abissi, statua collocata nel 1954 poco meno di 20 metri sotto il livello del mare. Scesi a Rapallo subito si riprenderà a salire per affrontare due brevi ascese consecutive, quella di Castellaro (800 metri al 5%) e quella di 3.1 Km al 5% che termina presso il piccolo santuario della Nostra Signora delle Grazie, innalzato attorno al 1430 in una posizione che consentisse di vederlo dal mare (e non a caso è ricco di ex voto qui lasciati dai marinai). Il mare, ora i “girini” torneranno a vederlo da vicino poiché una volta scesi a Chiavari inizierà un tratto completamente pianeggiante di circa 11 Km, quasi interamente disegnato in riva al Mar Ligure, fase nella quale la corsa toccherà la celebre località balneare di Lavagna, il cui nome richiama immediatamete alla memoria le cave dell’entroterra dalle quali si estrae l’ardesia, roccia utilizzata sia per scopi artistici, sia per altri meno “nobili” come la produzione di tegole e, per l’appunto, lavagne. Quest’anticipo della pianura che regnerà sovrana nella seconda parte di questa tappa si concluderà con il passaggio da Sestri Levante, altra nota meta vacanziera affacciata sulle baie dette “del Silenzio” e “delle Favole”, toponimo quest’ultimo coniato dallo scrittore danese Hans Christian Andersen, uno che di favole se ne intendeva essendo il padre artistico della Principessa sul pisello, della Sirenetta, del Brutto Anatroccolo e della Piccola Fiammiferaia. È arrivato il momento di superare l’ostacolo più impegnativo di questa tappa per raggiungere i 610 metri del Passo del Bracco, valico che è nella storia del Giro non in virtù di particolari imprese – rese impossibili dalla facilità dell’ascesa – ma per esser uno dei più toccati dalla Corsa Rosa tra quelli appenninici proprio grazie alla sua collocazione lungo il tracciato della Via Aurelia, del quale rappresenta la “Cima Coppi”. L’ultima volta vi si è saliti nel 2023, la prima nel 1909 (l’anno della prima edizione del Giro) e in entrambe le occasioni si percorse in discesa il versante più lungo, quello che si affronterà in salita quest’anno, 15.3 Km al 3.9% e uno svolgimento a “corrente alternata” perché lungo l’ascesa si alternano tratti più ostici (come i 4600 metri iniziali al 7%) ad altri quasi del tutto privi di pendenza, come nel corso dei 4 Km che precedono lo scollinamento. Una volta percorsa la successiva discesa ci sarà ancora un tratto in salita da superare prima di lasciarsi alle spalle l’intricata fase iniziale, un dentello mica male perché presentano una pendenza media dell’8% i 1400 metri che conducono al Valico del Termine, in cima a quale una piccola cappella costituisce il biglietto da visita del vicino Santuario di Nostra Signora di Roverano, innalzato sul luogo dove la Madonna sarebbe apparsa a due pastorelle, una delle quale era muta dalla nascita e cominciò a parlare proprio dal quel momento. Scesi a Borghetto di Vara – presso il quale si trova l’antica abbazia di Santa Maria Assunta dell’Accola, fondata in epoca longobarda da monaci benedettini provenienti dal monastero emiliano di Bobbio – inizierà il secondo e più consistente dei tre tratti pianeggianti odierni, lungo ben 75 Km. Il primo tratto da percorrere sul velluto si snoderà sulle strade della valle del fiume Vara, che si seguirà in direzione della sua foce nel fiume Magra. Giunti a Ceparana, centro d’origine dell’ex corridore Massimo Podenzana (fu campione italiano per due anni consecutivi e nel 1988 vestì per nove giorni la maglia rosa), il gruppo cambierà direzione per sconfinare temporaneamente in Toscana, dove si supererà il corso del Magra sul nuovo Ponte di Caprigliola, inaugurato il 30 aprile del 2022 dopo che il precedente era improvvisamente crollato l’8 aprile del 2020 per cause ancora ignote e fortunatamente senza provocare vittime essendo in quel periodo il traffico molto ridotto a causa del lockdown imposto un mese prima per arginare la pandemia da Covid-19. Si rientrerà sul suolo ligure poco prima di giungere a Sarzana, presso la quale troneggia la Fortezza Firmafede, vera e proprio cittadella fortificata realizzata su iniziativa di Lorenzo de’ Medici, che in precedenza aveva distrutto quella preesistente durante la Guerra di Serrezzana. Ritrovato il tracciato dell’Aurelia, dal quale ci si era allontanati una volta terminata la discesa dal Bracco, prima di lasciare definitivamente la Liguria si attraverserà la Lunigiana, la porzione orientale della provincia della Spezia che deve il nome all’antica colonia romana di Luni, la cui area archeologica si trova a poca distante dal percorso: per gli appassionati di ciclismo, però, questa zona è principalmente nota per la sua omonima corsa a tappe, una delle principali tra quelle destinate alla categoria juniores, gara che ha proiettato verso il dilettantismo prima e il professionismo poi corridori del calibro di Gilberto Simoni, Damiano Cunego, Vincenzo Nibali, Tao Geoghegan Hart e Remco Evenepoel. Si tornerà in Toscana all’altezza di Avenza, frazione situata quasi a metà strada tra la Marina di Carrara e la città delle celebri cave di marmo, sfruttate sin dall’età del ferro ma il cui utilizzo in maniera più organizzata iniziò in epoca romana, quando era imperatore Giulio Cesare. Se Carrara sarà lasciata ai margini dal tracciato di gara, direttamente si punterà sulla vicina Massa, altro centro che deve la sua fama e la bellezza dei suoi monumenti al pregiato marmo delle Alpi Apuane. Correndo parallela al litorale apuano, la Via Aurelia si farà ora rettilinea in direzione di Pietrasanta, nel cui bel centro storico medioevale spiccano parecchie sculture opera d’artisti attuali e tra queste spicca “Il guerriero” del colombiano Fernando Botero, recentemente scomparso, che dal 1983 aveva individuato questo comune quale sua residenza italiana proprio in virtù della vicinanza alle cave carraresi. Quando mancheranno una trentina di chilometri all’arrivo si cambierà improvvisamente direzione di marcia per allontanarsi dalla pianura apuana e indirizzarsi verso Camaiore, altra località nota agli appassionati di ciclismo per il suo Gran Premio ciclistico, corsa professionistica nata nel 1949 e disputata l’ultima volta nel 2014 poiché dall’anno successivo il comune, senza venir meno alla sua vocazione, ha preferito destinare i fondi che servivano per allestirla all’organizzazione della tappa d’apertura della Tirreno-Adriatico. Proprio all’uscita da Camaiore si dovrà affrontare una delle storiche salite del Gran Premio, il Colle di Montemagno, in cui 2.8 Km al 4.4% in epoca medioevale costituivano un duro ostacolo da superare per i pellegrini perché da questo luogo transitava la storica Via Francigena in direzione di Lucca. Costituirà anche l’ultima difficoltà odierna per i “girini”, che attraversando in dolce discesa la Val Freddana avranno ancora parecchia strada per organizzare gli ultimi preparativi al ricongiungimento con il gruppetto dei fuggitivi di giornata e cominciare a tessere le fila dell’imminente arrivo in volata, il primo (forse) a gruppo più o meno compatto.

Mauro Facoltosi

Le mura di Lucca e l’altimetria della quinta tappa (lucca.guidatoscana.it)

Le mura di Lucca e l’altimetria della quinta tappa (lucca.guidatoscana.it)

Le mura di Lucca e l’altimetria della quinta tappa (lucca.guidatoscana.it)

I VALICHI DELLA TAPPA

Valico di Ruta (tunnel – 254 metri). Quotato 269 sulle cartine del Giro 2024, è valicato in galleria dalla Strada Statale 1 “Via Aurelia” tra Recco e Rapallo. Il valico geografico è la Sella di Ruta (278 metri), situata sulla displuviale che divide i due versanti del promontorio di Portofino. Il Giro l’ha scalato fin dalla prima edizione (1909, tappa Firenze – Genova, vinta da Giovanni Rossignoli), mentre l’ultimo passaggio risale al 2015 (tappa Rapallo – Sestri Levante, vinta da Michael Matthews). Solo in due occasioni è stato considerato valido per la classifica del GPM: a imporsi lassù sono stati il portoghese Acacio Da Silva nel 1991 (Sala Baganza – Savona, 1° Maximilian Sciandri) e l’abruzzese Germano Pierdomenico l’anno successivo (Genova – Uliveto Terme, 1° Endrio Leoni).

Sella di San Lorenzo (192 metri). Coincide con la località di San Lorenzo della Costa, attraversata dalla Strada Statale 1 “Via Aurelia” nel corso della discesa dalla Ruta verso Rapallo.

Selletta di Macallè (181 metri), Sella di Ca’ Bianca (293 metri), Passo d’Angio (340 metri), Passo del Baracchino, Sella di Bracco (416 metri), Valico di Cà Marcone, Sella di Pian del Lupo (512 metri). Valicate dalla Strada Statale 1 “Via Aurelia” nel corso della salita che da Sestri Levante conduce al Passo del Bracco.

Passo del Bracco (610 metri). Valicato dalla Strada Statale 1 “Via Aurelia” tra Sestri Levante e Carrodano, secondo i geologi non è un vero e proprio valico geografico, ma semplicemente il punto più alto toccato dall’Aurelia. Dal 1933, anno dell’istituzione della classifica dei Gran Premi della Montagna, il Giro vi è transitato ventuno volte e in questo numero non sono ovviamente compresi i frequenti passaggi avvenuti nelle edizioni precedenti. Tra i corridori che hanno conquistato questa salita ricordiamo il due volte vincitore del Giro Giovanni Valetti nel 1938 (l’anno del primo GPM sul Bracco), il fratello del “Campionissimo” Serse Coppi (1946 e 1950), il celebre scalatore spagnolo Federico Bahamontes (1958) e l’eterno secondo Italo Zilioli (1976), mentre l’ultimo in ordine di tempo è stato lo spagnolo Diego Pablo Sevilla durante la Camaiore – Tortona dello scorso anno, vinta dal tedesco Pascal Ackermann. Nel 2011 il GPM del Bracco, inserito nelle fasi iniziali della tappa Quarto dei Mille – Livorno, fu annullato a seguito della decisione di disputare la tappa senza velleità agonistiche in memoria di Wouter Weylandt, deceduto il giorno precedente. Infine, in altre due successive occasioni la salita è stata affrontata in maniera parziale, senza arrivare fino al passo: nel 2012 salendo da Levanto al Valico Guaitarola per poi raggiungere in quota il “bivio della Baracca” (tappa Seravezza – Sestri Levante, vinta dal danese Lars Bak), nel 2015 salendo da Carrodano fino al bivio per Levanto nel corso della Chiavari – La Spezia vinta dal veneto Davide Formolo.

Valico del Bivio della Baracca (589 metri). Valicato dalla Strada Statale 1 “Via Aurelia” lungo la discesa dal Passo del Bracco a Carrodano. Coincide con il bivio, in località “La Baracca”, dove si stacca la strada che scende verso Levanto.

Valico del Termine (264 metri). Valicato dalla Strada Statale 1 “Via Aurelia” tra Borghetto di Vara e Carrodano Inferiore. Trovandosi sulla strada per il Passo del Bracco inevitabilmente il Giro d’Italia vi è transitato spesso, ma questa salita non è stata mai considerata come GPM. L’ultimo passaggio risale allo scorso anno, durante la citata tappa di Tortona.

Colle di Montemagno (224 metri). Quotato 212 metri sulle cartine del Giro 2024, è valicato dalla Strada Provinciale 1 “Francigena” tra Camaiore e Monsagrati. Mai proposto come GPM alla Corsa Rosa, è stato affrontato l’ultima volta al Giro dello scorso anno, nel finale della Scandiano – Viareggio, vinta dal danese Magnus Cort Nielsen. Alla Tirreno-Adriatico, che l’ha inserito spesso nel tracciato nelle ultime edizioni, è stato considerato valido come GPM solamente nel 2018, affrontato nei chilometri iniziali della tappa Camaiore – Follonica, vinta dal tedesco Marcel Kittel dopo che sul Montemagno era scollinato per primo il valtellinese Nicola Bagioli.
Nota. Il testo di riferimento è “Valichi stradali d’Italia” di Georges Rossini (editore Ediciclo).

CIAK SI GIRO

Piazza del Duomo a Pietrasanta è ritenuta une delle più belle della Toscana e non poteva così non finire sotto l’occhio della macchina da presa. Succede nell’estate del 1998 quando Giorgio Panariello vi girò parecchie scene di “Bagnomaria”, film che uscirà nel febbraio dell’anno successivo. Sarà il primo film diretto dal popolare comico toscano, che oltre ad esserne regista, di questa pellicola sarà anche autore del soggetto e sceneggiatore, oltre che – ovviamente – attore. E in quest’ultimo ruolo si farà addirittura in quattro perché Panariello interpreterà ben 4 personaggi, i più noti dei quali sono il bagnino Mario e il ciclista Merigo, che il pubblico aveva imparato a conoscere negli anni precedenti grazie alla partecipazione dell’attore in diversi programmi RAI, condotti dall’amico e conterraneo Carlo Conti. Tornado a “Bagnomaria”, le riprese non vedranno coinvolta solo Pietrasanta ma anche la vicina e omonima Marina e Forte dei Marmi, mentre alcuni “ciak” furono battuti nel delizioso borgo di Montecarlo, che gli appassionati di ciclismo conoscono perché da diversi anni è divenuto il “buen retiro” del due volte vincitore della Liegi (e ci fermiamo qui perché la lista è lunga) Michele Bartoli.

In collaborazione con www.davinotti.com

Piazza del Duomo a Pietrasanta nel film “Bagnomaria” (www.davinotti.com)

Piazza del Duomo a Pietrasanta nel film “Bagnomaria” (www.davinotti.com)


Piazza del Duomo a Pietrasanta nel film “Bagnomaria” (www.davinotti.com)

Le altre location del film

https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/bagnomaria/50003806

FOTOGALLERY

Genova, lo scoglio di Quarto dei Mille

La galleria allo scollinamento del Valico della Ruta

Camogli, Abbazia di San Fruttuoso

Chiavari vista dal Santuario di Nostra Signora delle Grazie

Sestri Levante, Baia del Silenzio

Passo del Bracco

Borghetto di Vara, Abbazia di Santa Maria Assunta dell’Accola

Sarzana, Fortezza Firmafede

Luni, anfiteatro romano

Le celebre cave di Marmo di Carrara

Massa, la porta d’accesso al Pomerio Ducale, realizzata con il marmo scavato nelle vicine cave di Carrara

Pietrasanta, “Il guerriero” di Fernando Botero

Pietrasanta, Piazza Duomo

QUARTIERTAPPA: DALLA SEDE DI ANDORA

Ecco il tradizionale contenitore made ilciclismo.it che da diverse stagioni accompagna le cronache prima del Giro e poi del Tour. All’interno ritroverete le rubriche riservate alla rassegna stampa internazionale, alla colonna sonora del giorno, alle previsioni del tempo per la tappa successiva, alle “perle” dei telecronisti, al Giro d’Italia rivisto alla “rovescia” e al ricordo di un Giro passato (quest’anno rivisiteremo l’edizione vinta dall’elvetico Carlo Clerici nel 1954)

SALA STAMPA

Italia

Andora, volata pazzesca di Jonathan Milan. Pogacar tranquillo in rosa

Gazzetta dello Sport

Slovenia

Milan se je maščeval za včerajšnji poraz, Mezgečevi spet praznih rok (Milan si vendica della sconfitta di ieri, Mezgec ancora una volta a mani vuote)

Delo

Regno Unito

Milan makes most of sprint opportunity to win stage four (Milan sfrutta al massimo l’opportunità di sprint per vincere la quarta tappa)

The Guardian

Francia

Milan fond sur la victoire (Milan corre verso la vittoria)

L’Équipe

Spagna

Milan es el capo (Milan è il capo)

AS

Belgio

Jonathan Milan haalt zijn gram: Italiaan spurt naar ritzege en pakt puntentrui over van Tim Merlier (Jonathan Milan fa il suo peso: l’italiano sprinta verso la vittoria di tappa e prende la maglia a punti da Tim Merliern)

Het Nieuwsblad

Paesi Bassi

Jonathan Milan gaat schouder aan schouder met Olav Kooij en wint massasprint in Giro d’Italia (Jonathan Milan affianca Olav Kooij e vince lo sprint di gruppo al Giro d’Italia)

De Telegraaf

Germania

Bauhaus sprintet aufs Podest – Milan holt den Tagessieg (Bauhaus vola sul podio: Milan vince la giornata)

Kicker

Colombia

Daniel Martínez, ‘ileso’ de peligrosa etapa: lluvia, caídas y retiros en el Giro de Italia (Daniel Martínez, ‘illeso’ da una tappa pericolosa: pioggia, cadute e ritiri al Giro d’Italia)

El Tiempo

DISCOGIRO

La colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it

Mi-Mi- La-La Mi-Mi La-Lan (Enzo Jannacci)

METEOGIRO

Genova : nubi sparse, 20°C, vento moderato da NO (12-20 Km/h), umidità al 63%
Sestri Levante (Km 43.8) : parzialmente nuvoloso, 18°C, vento moderato da SO (7-24 Km/h), umidità al 74%
Ceparana – traguardo volante Sprint (Km 99.2): parzialmente nuvoloso, 18°C, vento moderato da S (8-25 Km/h), umidità al 73%
Pietrasanta (Km 142.2): parzialmente nuvoloso, 19°C, vento moderato da O (8-21 Km/h), umidità al 75%
Lucca : nubi sparse, 21°C, vento moderato da NO (6-20 Km/h), umidità al 61%

GLI ORARI DEL GIRO

12.30: inizio diretta su Eurosport
12.55: inizio diretta su RaiSport
13.00: partenza da Genova
14.00: inizio diretta su Rai2
14.40-14.55:GPM di Passo del Bracco
15.20-15.45: traguardo volante Sprint di Ceparana
15.50-16.10: traguardo volante Intergiro di Luni
16.25-16.55: traguardo volante Sprint di Camaiore (con abbuoni)
16.35-17.05: GPM di Montemagno
17.00-17.30: arrivo a Lucca

I MISTERI DELLA CASSAPANCA

Con la ricomposizione della coppia al commento Pancani – Cassani la rubrica degli strafalcioni dei telecronisti riprende il suo titolo originario

De Luca: “Qualche gocciolina di poggia”
De Luca: “Le nuvole stanno lasciando le spalle”
Pancani: “Ultimo secondo a disposizione sugli abbuoni”
Cassani: “Balzato alla cronica”
Fabretti: “Prato di Tivo” (Prati di Tivo)
Petacchi: “Milan come ha visto Bauhaus partire ha perso l’acceleratore” (schiacciato)
Pancani: “Dietro ci si organizza per riprendere la volata”
Pancani: “Milan ha vinto l’anno scorso a San Salvi” (San Salvo)
Garzelli: “Questo 52/11 utilizzato da alcuni corridori, si sono piantati”
Fabretti: “Dietro si è formato il tre quarti del quartetto azzurro”
Fabretti: “12 sulla maglia rosa per la Slovenia”
Petacchi: “Le mure di Lucca”
Televideo RAI: “Tockyo”

GIROALCONTRARIO

L’ordine d’arrivo e la classifica generale dal punto di vista della maglia nera

Ordine d’arrivo della quarta tappa, Acqui Terme – Andora

1° Francisco Muñoz
2° Domen Novak s.t.
3° Jan Tratnik a 45″
4° Ben Swift s.t.
5° Alexander Kamp a 47″

Miglior italiano Alessandro De Marchi, 8° a 56″

Classifica generale

1° Bastien Tronchon
2° Julius van den Berg a 1′13″
3° Ryan Mullen a 1′52″
4° Adrien Petit a 4′01″
5° Riley Pickrell a 4′35″

Miglior italiano Edoardo Affini, 12° a 7′49″

IL GIRO DI 70 ANNI FA

Riviviamo l’edizione 1954 della Corsa Rosa attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”. Quell’anno si impose grazie a una storica fuga bidone l’elvetico Carlo Clerici

24 MAGGIO 1954 – 4a TAPPA: CATANZARO – BARI (352 Km)

VITTORIA DEL TORINESE CONTERNO A BARI DOPO UNA FUGA A CINQUE NEL FINALE DELLA CORSA

Scialbo svolgimento e movimentato epilogo della più lunga tappa del Giro d’Italia

Anche Coletto, giunto terzo, ha collaborato al successo del compagno – Messina, costretto a ritirarsi in seguito a caduta, riparte oggi per Torino – Minardi sempre “maglia rosa” e immutati i distacchi di Koblet e Coppi – Oggi il Giro riposa

Il faro di Capo Mele alle porte di Andora illuminato di rosa (www.svsport.it)

Il faro di Capo Mele alle porte di Andora illuminato di rosa (www.svsport.it)

ARCHIVIO QUARTIERTAPPA

Cliccare sul nome della tappa per visualizzare l’articolo

Raduno di partenza a Venaria Reale
1a tappa: Venaria Reale – Torino
2a tappa: San Francesco al Campo – Santuario di Oropa
3a tappa: Novara – Fossano

MILAN, CHE RIVINCITA AD ANDORA. IL FRIULANO SI PRENDE LA CICLAMINO

Jonathan Milan (Team Lidl Trek) vince ad Andora davanti a Kaden Groves (Team Alpecin Deceuninck) e Phil Bauhaus (Team Bahrain Victorious) ed è la nuova maglia ciclamino. Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) resta in maglia rosa

Il Giro 2024 sbarca sulla riviera ligure, sulle strade della Milano – Sanremo con il Capo Mele protagonista assoluto nel finale. Si parte da Acqui Terme e si arriva ad Andora dopo 190 km. Uno dei capi simbolo della Classicissima potrebbe scatenare la bagarre nei km conclusivi, soprattutto avendo presente la sparata di ieri di Tadej Pogacar (UAE Team Emirates), ripreso soltanto a meno 400 metri dall’arrivo. I Velocisti sono comunque favoriti e Jonathan Milan (Team Lidl Trek) ha intenzione di rifarsi dopo la bruciante sconfitta di ieri ad opera di Tim Merlier (Team Soudal Quick Step), nuova maglia ciclamino. Dopo un inizio di tappa caratterizzato da diversi attacchi, in cui cercava di inserirsi anche un pimpante Filippo Ganna (Team INEOS Grenadiers), la fuga di giornata riusciva a prendere il largo grazie all’azione di Lilian Calmejane (Team Intermarchè Wanty), Francisco Munoz (Team Polti Kometa) e Stefan De Bod (Team EF Education EasyPost). Dopo 60 km il vantaggio dei tre battistrada sul gruppo maglia rosa era di 4 minuti e 26 secondi. Munoz si aggiudicava il primo traguardo volante di Calizzano posto al km 79.2. Calmejane scollinava per primo sul gpm del Colle del Melogno posto al km 88.1. Tra i velocisti più in difficoltà sulla predetta salita si segnalavano Fabio Jakobsen (Team DSM – Firmenich PostNL) e Fernando Gaviria (Team Movistar). Munoz si aggiudicava il traguardo Intergiro di Altare posto al km 116.5. Una doppia caduta metteva fuori gioco Biniam Girmay (Team Intermarchè Wanty) che era addirittura costretto al ritiro. De Bod vinceva il traguardo volante di Savona posto al km 130.6. Una volta raggiunta la fuga il gruppo manteneva alta la velocità ma nonostante ciò Filippo Ganna (Team INEOS Grenadiers) tentava un attacco isolato poco prima dell’ultimo km. Il gruppo rientrava sul ciclista italiano a circa 700 metri dall’arrivo. Nella volata Jonathan Milan (Team Lidl Trek) si imponeva davanti a Kaden Groves (Team Alpecin Fenix) e Phil Bauhaus (Team Bahrain Victorious). Chiudevano la top five Olav Kooij (Team Visma Lease a Bike) in quarta posizione e Tim Merlier (Team Soudal Quick Step) in quinta posizione. Nella top ten si segnalava il sesto posto di Davide Ballerini (Team Astana Qazaqstan), l’ottavo posto di Enrico Zanoncello (Team VF Group – Bardiani CSF – Faizanè) ed il decimo posto di Giovanni Lonardi (Team Polti Kometa). Per Milan è il quarto successo stagionale ed ora è anche la nuova maglia ciclamino. In classifica generale Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) resta in maglia rosa davanti a Geraint Thomas (Team INEOS Grenadiers) e Daniel Martinez (Team BORA Hansgrohe). Domani è in programma la quinta tappa da Genova a Lucca di 178 km. I due gpm di Passo del Bracco e di Montemagno, quest’ultimo ad una ventina di km dalla conclusione, non dovrebbero pregiudicare le chance dei velocisti, che al 99% si giocheranno la vittoria per la terza tappa di fila.

Antonio Scarfone

Jonathan Milan vince ad Andora (foto: Getty Images)

Jonathan Milan vince ad Andora (foto: Getty Images)

MELE ALLA RISCOSSA

Dopo la salita di Fossano ecco pararsi all’orizzonte un altro scoglio contro il quale potrebbero naufragare le speranze di vittoria di qualche velocisti. A pochi passi dal traguardo di Andora si dovrà inevitabilmente scontrarsi con Capo Mele e così vicino alla linea d’arrivo potrebbe ancora rappresentare un ostacolo insormontabile per gli sprinter meno in forma.

C’erano una volta i mitici tre capi della Milano – Sanremo: Capo Mele, Capo Cervo e Capo Berta. Ci sono ancora oggi ma non sono più quelli di una volta, quelli delle Sanremo d’inizio secolo, quando dal 1907 fino agli anni ’50 costituivano l’ossatura della Classicissima, le ultime difficoltà altimetriche prima del traguardo, spesso rivelatesi determinanti. Verso la fine degli anni ’50 ci si accorse, però, che non garantivano più la selezione di un tempo e in Via Roma sempre più spesso si arrivava in volata; così Vincenzo Torriani andò alla ricerca di nuove soluzioni, scovando prima la salita del Poggio (1960) e poi quella della Cipressa (1982), relegando di fatto i tre storici capi a un ruolo di semplici comparse, di quelle che al cinema non recitano nemmeno una battuta. Ma per il primo di questi tre piccoli promontori è arrivato finalmente il momento della riscossa perché Capo Mele sul far della sera del 7 maggio 2024 tornerà a riprendersi gli onori della ribalta. Gli organizzatori della Corsa Rosa l’hanno, infatti, piazzato a 2500 metri dall’arrivo della tappa di Andora, non certo per la gioia di quei velocisti che soffrono gli strappi e che già ventiquattrore prima hanno dovuto subire un finale simile in quel di Fossano. Stavolta, però, ci saranno maggiori chance per gli sprinter perché la salita del Mele è più semplice rispetto a quella della Posta, 1800 metri al 4.3% privi di particolari strappi e seguiti – ecco la principale differenza con l’epilogo fossanese – da un veloce e non ripido tratto in discesa che si concluderà poco dopo lo striscione dell’ultimo chilometro, planata che agevolerà il rientro di qualche velocista, il quale però potrebbe presentarsi allo sprint affaticato dallo sforzo fatto per riagganciarsi alla coda del gruppo. Non dovrebbe, invece, costituire una grossa difficoltà la salita fino ai 1028 metri del Colle del Melogno, dai quali si dovrà svalicare quando all’arrivo mancheranno quasi 100 Km, e poi c’è un precedente che fa ben sperare gli sprinter, che porta la data del 18 maggio 1998: quel giorno non si doveva affrontare il solo Mele ma tutti e tre i capi nel finale della tappa Alba – Imperia che, nonostante il Berta da scavalcare a soli 4 Km dall’arrivo, vide piombare sul traguardo un gruppo di novanta corridori, regolato dal velocista Angel Edo, anche se comunque parecchi colleghi dello spagnolo furono estromessi dalla possibilità di giocarsi la vittoria di tappa.
La bandierina del via sarà abbassata nel centro di Acqui Terme, non distante dal tempietto neoclassico della “Bollente”, sotto il quale sgorga una delle sorgenti che hanno fatto la fortuna della cittadina piemontese. Nei primi 80 Km si risalirà costantemente l’alta valle della Bormida, il principale affluente del Tanaro, il cui bacino si estende per quasi 2700 Km quadrati, andando ad abbracciare sia la catena delle Alpi Liguri, sia le prime propaggini dell’Appennino. Senza per ora incontrare tratti classificabili come salita si prenderà progressivamente quota toccando i centri di Bistagno e Spigno Monferrato, presso il quale si trova l’ex abbazia romanica di San Quintino, fondata nel 991 e oggi di proprietà privata. A poco più di 30 Km dal via il gruppo saluterà il Piemonte per fare l’ingresso in Liguria poco prima di giungere a Piana Crixia, il comune più settentrionale della provincia di Savona, il cui nome richiama quello di una stazione di posta che in epoca romana si trovava la Via Aemilia Scauri, strada consolare che collegava Luni a Vada Sabatia (l’odierna Savona) scavalcando il Passo della Cisa e toccando Parma, Placentia e Dertona (oggi Tortona).
Dopo Dego, presso il quale si possono vedere gli scarsi ruderi del castello appartenuto alla famiglia Del Carretto, si giungerà a Cairo Montenotte, il principale centro della Val Bormida, principalmente ricordato per la storica battaglia che vi fu combattuta nell’aprile del 1796 tra le truppe francesi dell’Armata d’Italia, comandante da Napoleone Bonaparte, e quelle austriache della Prima Colazione, uscite sconfitte dallo scontro. Proprio qui inizierà la prima battaglia per chi non ama troppo le salite perché poco dopo il passaggio da Cairo si attaccherà la pedalabile ascesa verso il valico di Montecala (2.8 Km al 4.3%), al cui scollinamento si trova il bivio per Cosseria, borgo che vale una deviazione per visitarvi il piccolo museo dedicato alla bicicletta che l’ex professionista Luciano Berruti ha realizzato nell’ex scuola elementare dopo avervi raccolto un’ottantina di mezzi d’epoca.
Terminata la successiva e breve discesa verso Millesimo – uno dei borghi più belli d’Italia, presso il quale si possono ammirare la chiesa romanica di Santa Maria extra muros e il medioevale ponte della Gaietta – si riprenderà a pedalare in compagnia della Bormida, anche se non si tratterà del medesimo fiume incontrato in precedenza: prima si era affiancato il ramo di Mallare, ora quello principale di Millesimo in direzione delle sue sorgenti. Procedendo in lieve falsopiano si transiterà ai piedi del colle sul quale si stagliano i resti del castello di Murialdo, molto conosciuto tra gli appassionati della leggenda di Re Artù perché vi si trova la “Spada della Roccia”, gemella di quella più celebre che si trova in Toscana non distante dall’abbazia di San Galgano. Chi, invece, preferisce lasciarsi incantare dalla natura dovrà fare tappa nella vicina località di villeggiatura di Calizzano e alzare gli occhi verso i 37 metri del faggio più alto della provincia di Savona, situato nella Foresta della Barbottina, una delle più belle d’Italia.
Per il gruppo sarà arrivato il momento di salutare la Bormida e intraprendere l’ascesa che condurrà in 5.6 Km (la pendenza media è del 5.7%, nulla di particolarmente trascendentale) ai 1028 metri del Colle del Melogno, luogo dove se il Giro fosse transitato da queste parti all’inizio del secolo scorso avremmo visto il passaggio dei corridori sorvegliato dai militari di stazza al forte che alla fine dell’ottocento era stato eretto proprio lassù e inserito nel sistema difensivo voluto dal Regno d’Italia per respingere eventuali attacchi al Piemonte provenenti dal Mar Ligure. Inizialmente si pedalerà in direzione di quest’ultimo ma, circa un chilometro e mezzo dopo aver intrapreso la discesa verso la Riviera di Ponente si svicolerà verso un versante laterale del Melogno, all’inizio del quale si dovrà scavalcare il piccolo dentino (600 metri al 4%) del cosiddetto Doppio Bivio: è un piccolo valico dal quale si staccano da una parte la strada diretta al Lago di Osiglia (costruito artificialmente negli anni ’30, è il più grande dell’appennino savonese) e dall’altra quella che risale verso il Pian dei Corsi, montagna che deriva il nome dai militari originari della Corsica che erano stati qui inviati per reprimere la piaga del brigantaggio e sulla quale oggi un parco eolico è stato realizzato sul luogo di una base NATO abbandonata negli anni ’90. Nessuna di queste due diramazioni saranno imboccate dai “girini”, che tireranno dritti imboccando la seconda e più consistente parte della discesa dal Melogno, poco meno di 7 Km al 6.5% terminati i quali ci si dirigerà verso la successiva difficoltà altimetrica, la breve ma non per questo semplice – sono 1200 metri al 9.1% – ascesa della Colla del Bresca. Scesi a Mallare – centro non distante dal quale si trova il Santuario di Santa Maria dell’Eremita, ex chiesa parrocchiale realizzata nel XVI secolo trasformando in luogo di culto cristiano un precedente tempio pagano d’origine romana – si potrà dire d’essersi lasciati alle spalle la fase più complicata da questa tappa. Da qui all’arrivo mancheranno un’ottantina di chilometri, caratterizzati solamente da modesti dislivelli, come la lieve ascesa – 500 metri al 4.5% – che condurrà al mitico Colle di Cadibona, convenzionalmente ritenuto il confine tra Alpi e Appennini, anche se dal punto di vista prettamente geo-morfologico questo è avviene presso il Passo dei Giovi, nell’entroterra di Genova. Anche il toponimo stesso del valico è stato non molti anni fa “disconosciuto” da un atto ufficiale dello stato, che ha stabilito che – almeno istituzionalmente – dovrà essere chiamato Bocchetta di Altare, con riferimento al comune più prossimo, centro che gli amanti dell’esoterismo definiscono la “Rennes-le- Chateau italiana” per le vicende del locale parroco Don Giovanni Bertolotti che, tra la fine del XIX secolo e l’inizio del successivo, riuscì non si sa come ad accumulare ricchezze che gli consentirono, tra le altre cose, di innalzare la liberty Villa Rosa, destinata ad abitazione della sorella Rosalia e oggi affascinante sede di un museo dedicato all’arte vetraria, uno dei vanti di Altare.
Approdati in riva al Mar Ligure, in quel di Savona inizierà il tratto conclusivo della tappa, con gli ultimi 59 Km che si snoderanno costantemente sulla Via Aurelia, ricalcando fedelmente le rotte della “Classicissima” nel tratto che precede l’ingresso nelle fasi calde della Sanremo. Di tanto in tanto la pianura sarà interrotta da brevissimi strappi, che sull’altimetria quasi non si vedono e con i quali l’Aurelia asseconda le sinuosità della costa, come avviene per esempio nel momento nel quale si doppierà la Punta del Maiolo, di fronte alla quale “emerge” dalle acque l’isola di Bergeggi, riserva naturale dove le uniche testimonianze del passaggio dell’uomo sono rappresentate dai resti di una torre, dal monastero di sant’Eugenio, da una villa privata in abbandono e da una scultura, collocata nel 1958, che raffigura un suonatore di clarinetto.
Si giungerà quindi a Spotorno, località natale di Oliver Mellors, il guardiacaccia protagonista di uno dei più celebri romanzi dello scrittore inglese David Herbert Lawrence, “L’amante di Lady Chatterley”: si tratta, ovviamente, di natali letterari poiché molti ritengono che sia proprio in occasione del soggiorno a Spotorno, trasferitosi in Liguria nel 1925 per guarire dalla tubercolosi, che Lawrence cominciò a scrivere quello che è diventato uno dei capolavori della letteratura erotica, si dice ispiratogli dalle relazioni extraconiugali della ben più giovane moglie (e si vocifera che sia stato lo stesso scrittore a spingere la consorte verso queste avventure pur di avere materiale di prima mano per il suo romanzo).
Dominati dai resti del Castello di Monte Ursino ritorniamo al presente con il passaggio da Noli, subito dopo il quale si giungerà in uno dei tratti più spettacolari della costa ligure, il cosiddetto Malpasso, dove le rocce arrivano quasi ad “avvolgere” il passaggio dei corridori. Il percorso dell’Aurelia tornerà poi a farsi filante con l’approssimarsi a note località di villeggiatura come Finale Ligure e la vicina Bórgio Verèzzi, frequentata anche dagli appassionati di teatro per il festival che fin dal 1967 si svolge presso il borgo antico, sulla collina che sovrasta il litorale.
Allontanatosi leggermente dalla linea di costa, seguendo pedissequamente il tracciato dell’Aurelia punterà ora su Albenga, che oggi è nota come “città delle cento torri” e che veniva chiamata Albingaunum in epoca romana, periodo al quale risalgono l’anfiteatro, le terme rinvenute lungo le rive del fiume Centa e il relitto di una nave romana carica di anfore che ancora oggi giace sul fondo del mare e che è possibile ammirare soltanto immergendosi e scendendo fino ad una profondità di 40 metri.
Il gran finale bussa oramai alle porte, introdotto dal piccolo promontorio di Capo Santa Croce, che precede il passaggio da Alassio e sul quale negli anni ’20 del secolo scorso fu eretta una piccola cappelletta a invocare la protezione divina su un tratto di costa tra i più pericolosi della riviera, dove si trovava la roccia soprannominata “scoglio delle vedove” a causa dei numerosi naufragi che aveva provocato. Sarà il passaggio sulle ben note strade della vicina Laigueglia – che dal 1964 accolgono annualmente l’omonimo trofeo, gara d’apertura del calendario ciclistico italiano – a suonare idealmente la campana: è arrivato il momento di Capo Mele e quei velocisti che non saranno ancora in piena forma potrebbero vedere naufragare le residue speranze di vittoria. Ma non c’è tempo per piangersi addosso: domani ci sarà un’altra volata e questa sarà alla portata di molti più corridori.

Mauro Facoltosi

Andora, Capo Mele e l’altimetria della quarta tappa (wikipedia)

Andora, Capo Mele e l’altimetria della quarta tappa (wikipedia)

I VALICHI DELLA TAPPA

Valico di Montecala (526 metri). Valicato dalla Strada Statale 28 bis “del Colle di Nava” tra Carcare e Millesimo, all’altezza del bivio per l’omonima località e per Cosseria. Il Giro vi è transitato spesso, senza mai proporre in questo luogo un traguardo GPM.

Colle di Melogno (1028 metri). Spartiacque tra la valle della Bormida di Millesimo e la Val Maremola, è attraversato dalla Strada Provinciale 490 “del Colle del Melogno” tra Calizzano e l’omonima località. Il Giro vi è salito in due occasioni e in entrambe si è affrontato il più impegnativo versante di Finale Ligure (non percorso quest’anno), scendendo poi verso Calizzano: la prima volta fu in occasione della tappa Varazze – Valle Varaita del Giro del 1993, vinta da Marco Saligari dopo che la cima del Melogno era stata conquistata dal milanese Gianluca Bortolami; sette anni più tardi si tornò a scalare il colle ligure durante la Genova – Pratonevoso, conquistata da Stefano Garzelli, che due giorni più tardi conquisterà definitivamente la maglia rosa nella cronoscalata del Sestriere togliendola dalle spalle del toscano Francesco Casagrande. In questa occasione il primo a transitare in cima al Melogno fu lo spagnolo José Enrique Gutiérrez.

Sella Macciò (o dell’Osteria Vecchia) (944 metri). Spartiacque tra la Val Maremola e la valle del torrente Pora, è valicata dalla Strada Provinciale 490 “del Colle del Melogno” all’altezza del centro di Melogno.

Valico del Doppio Bivio (978 metri). Valicato dalla Strada Provinciale 15 “Carcare-Pallare-Bormida-Melogno” all’altezza del bivio per Osiglia.

Colla del Bresca (588 metri). Erroneamente chiamata “Colla del Brasca” sulle cartine del Giro 2024, è valicata dalla Strada Provinciale 38 “Mallare-Bormida-Osiglia” tra Pallare e Mallare.

Colle di Altare (436 metri). Più conosciuto come “Colle di Cadibona”, toponimo che compare anche sulle cartine del Giro 2024 (dove è quotato 435 metri), è valicato dalla Strada Statale 29 “del Colle di Cadibona” tra Altare e Cadibona. In realtà si tratta del valico stradale e non di quello geografico vero e proprio, che si trova a una quota leggermente più alta (459 metri) ed è raggiungibile mediante una strada asfaltata da Altare. Grazie alla sua fama e alla sua posizione lungo una strada statale è stato spesso inserito nel percorso del Giro (l’ultima nel 2014 durante la tappa Collecchio – Savona, vinta dall’australiano Michael Rogers) e in sette occasioni è stato traguardo GPM, conquistato nell’ordine dal torinese Angelo Conterno nel 1959 (tappa Genova – Torino, vinta da Vito Favero), dal toscano Piero Dallai nel 1972 (Savona – Bardonecchia, vinta da Eddy Merckx), dal toscano Wilmo Francioni nel 1976 (Varazze – Ozegna, vinta da Rik Van Linden), dallo spagnolo Faustino Fernández Ovies nel 1977 (Santa Margherita Ligure – San Giacomo di Roburent, vinta a tavolino da Francioni dopo la squalifica per doping dello spagnolo Miguel María Lasa), dal francese Christian Jourdan nel 1986 (Savona – Sauze d’Oulx, vinta da Martin Earley), dal tedesco Fabian Wegmann nel 2004 (Genova – Alba, vinta da Alessandro Petacchi) e dal francese Patrice Halgand nel 2005 (Varazze – Colle di Tenda, vinta da Ivan Basso).

Nota. Il testo di riferimento è “Valichi stradali d’Italia” di Georges Rossini (editore Ediciclo).

CIAK SI GIRO

All’inizio degli anni ’50 sulla spiaggia di Alassio accadde un fatto che creò un certo scalpore, un vero e proprio caso di mobbing avvenuto in uno stabilimento balneare nei confronti di una delle clienti, dopo che i vicini d’ombrellone avevano riconosciuto in lei una prostituta, per questo motivo evitata da tutti per non “compromettersi” con lei. Gli echi della notizia giunsero alle orecchie del regista Alberto Lattuada, che propose di trarne un film al produttore della casa cinematografica Titanus Goffredo Lombardo, che negli anni successivi in finanzierà pellicole celebri come “Rocco e i suoi fratelli” (1960) e “Il gattopardo” (1963), una sorta di canto del cigno per la Titanus perché le ingenti somme profuse per quest’ultimo film porteranno al fallimento dell’azienda. I fatti di Alassio trovarono così trasposizione cinematografica nel 1954, una volta affidato il compito di scriverne la sceneggiatura a Rodolfo Sonego, che collocò la vicenda nel fittizio centro di Pontorno, un nome ispirato a quello di un’altra località balneare ligure, quella Spotorno che effettivamente prestò le sue strade per le riprese, parte delle quali coinvolsero anche Finale Ligure. È, infatti, nel territorio comunale di quest’ultimo che si trova “La spiaggia” attorno alla quale ruotano le vicende narrate e che è anche il semplicissimo nome del film: si tratta di quella del Malpasso, una delle più spettacolari della Liguria, ammirabile a colori perché questa fu una delle prime pellicole girate con il procedimento Ferraniacolor, ideato nei laboratori della Ferrania Technologies, azienda che aveva sede presso l’omonimo comune dell’entroterra savonese e che aprirà filiali anche negli Stati Uniti.

In collaborazione con www.davinotti.com

La spiaggia del Malpasso, presso Varigotti di Finale Ligure, vista nel film “La spiaggia” (www.davinotti.com)

La spiaggia del Malpasso, presso Varigotti di Finale Ligure, vista nel film “La spiaggia” (www.davinotti.com)

Le altre location del film

https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/la-spiaggia/50015401

FOTOGALLERY

Acqui Terme, il tempietto della Bollente

Castello di Dego

Cosseria, Museo della Bicicletta

Millesimo, Ponte della Gaietta

Castello di Murialdo

Calizzano, Foresta della Barbottina

Il Forte Centrale del Melogno, in vetta all’omonimo passo.

Lago di Osiglia

Pian dei Corsi, il parco eolico realizzato presso l’ex base della NATO

Mallare, Santuario dell’Eremita

Altare, Villa Rosa

Isola di Bergeggi

Il Castello di Monte Ursino domina il piccolo golfo di Noli

Il cosiddetto Malpasso

Bórgio Verèzzi, la piazzetta centrale di Verèzzi allestita per una rappresentazione del locale festival teatrale.

Albenga, Terme Romane

Alessio, la cappelletta del Capo Santa Croce

QUARTIERTAPPA: DALLA SEDE DI FOSSANO

Ecco il tradizionale contenitore made ilciclismo.it che da diverse stagioni accompagna le cronache prima del Giro e poi del Tour. All’interno ritroverete le rubriche riservate alla rassegna stampa internazionale, alla colonna sonora del giorno, alle previsioni del tempo per la tappa successiva, alle “perle” dei telecronisti, al Giro d’Italia rivisto alla “rovescia” e al ricordo di un Giro passato (quest’anno rivisiteremo l’edizione vinta dall’elvetico Carlo Clerici nel 1954)

SALA STAMPA

Italia

A Fossano è finale show: Pogacar fa un numero, poi Merlier beffa Milan in volata

Gazzetta dello Sport

Slovenia

Pogija so ujeli 200 metrov pred ciljem (Pogi è stato catturato 200 metri prima del traguardo)

Delo

Regno Unito

Merlier wins stage three as Pogacar and Thomas surge falls short (Merlier vince la terza tappa mentre l’impennata di Pogacar e Thomas non è all’altezza)

The Guardian

Francia

Merlier remporte la 3e étape, Pogacar fait le show (Merlier vince la 3a tappa, Pogacar dà spettacolo)

L’Équipe

Spagna

Merlier se entromete en la locura de Pogacar (Merlier si immischia nella follia di Pogacar)

AS

Belgio

Ritzege voor Tim Merlier na late uitval van Tadej Pogacar, de bloemen zijn voor echtgenote Cameron (Vittoria di tappa per Tim Merlier dopo il fallimento di Tadej Pogacar, i fiori sono per la moglie Cameron)

Het Nieuwsblad

Paesi Bassi

Merlier grijpt ritzege in Giro na verrassingsaanval Pogacar (Merlier conquista la vittoria di tappa al Giro dopo l’attacco a sorpresa di Pogacar)

De Telegraaf

Germania

Belgier Merlier gewinnt dritte Giro-Etappe (Il belga Merlier vince la terza tappa del Giro)

Kicker

USA

Merlier wins Giro Stage 3 after Pogacar fires up finale and stays in the lead (Merlier vince la terza tappa del Giro dopo che Pogacar accende il finale e rimane in testa)

The Washington Post

Colombia

Daniel Martínez se defiende y salva peligroso día en el Giro de Italia (Daniel Martínez si difende e salva una giornata pericolosa al Giro d’Italia)

El Tiempo

Ecuador

Tim Merlier gana la tercera etapa, Jhonatan Narváez con el lote principal en meta (Tim Merlier vince la terza tappa, Jhonatan Narváez con il gruppo al traguardo)

El Universo

Australia

Pogacar retains lead in Giro as Merlier wins stage (Pogacar mantiene la leadership al Giro mentre Merlier vince la tappa)

The West Australian

DISCOGIRO

La colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it

Sciopero (Renato Zero)

METEOGIRO

Acqui Terme : pioggia debole (1.1 mm), 14°C, vento debole da NE (5-15 Km/h), umidità al 91%
Cairo Montenotte (Km 44.7) : pioggia debole (0.9 mm), 13°C, vento moderato da SE (7-24 Km/h), umidità al 95%
Calizzano – traguardo volante Sprint (Km 79.2): pioggia debole (0.7 mm), 14°C, vento moderato da SE (7-23 Km/h), umidità al 81%
Altare – traguardo volante Intergiro (Km 116.5): pioggia debole (0.7 mm), 13°C, vento moderato da E (7-23 Km/h), umidità al 94%
Finale Ligure (Km 155.6): pioggia debole (0.1 mm), 18°C, vento moderato da SE (5-17 Km/h), umidità al 77%
Andora: nubi sparse, 17°C, vento moderato da SE (6-23 Km/h), umidità al 78%

GLI ORARI DEL GIRO

12.15: inizio diretta su Eurosport
12.35: inizio diretta su RaiSport
12.35: partenza da Acqui Terme
14.00: inizio diretta su Rai2
14.25-14.40: traguardo volante Sprint di Calizzano
14.45-15.05: GPM di Colle del Melogno
15.25-15.45: traguardo volante Intergiro di Altare
15.40-16.05: traguardo volante Sprint di Savona (con abbuoni)
17.00-17.30: arrivo ad Andora

I MISTERI DELLA CASSAPANCA

Con la ricomposizione della coppia al commento Pancani – Cassani la rubrica degli strafalcioni dei telecronisti riprende il suo titolo originario

Oggi sciopero dei giornalisti RAI. L’appuntamento con la rubrica è rimandato a domani

GIROALCONTRARIO

L’ordine d’arrivo e la classifica generale dal punto di vista della maglia nera

Ordine d’arrivo della terza tappa, Novara – Fossano

1° Bastien Tronchon
2° Torstein Træen a 2′58″
3° Bram Welten a 3′34″
4° Ryan Mullen a 5′16″
5° Mikkel Bjerg a 5′53″

Miglior italiano Filippo Fiorelli, 18° a 7′52″

Classifica generale

1° Bastien Tronchon
2° Torstein Træen a 1′18″
3° Bram Welten a 3′03″
4° Julius van den Berg a 3′54″
5° Ryan Mullen a 5′20″

Miglior italiano Enrico Zanoncello, 22° a 10′58″

IL GIRO DI 70 ANNI FA

Riviviamo l’edizione 1954 della Corsa Rosa attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”. Quell’anno si impose grazie a una storica fuga bidone l’elvetico Carlo Clerici

23 MAGGIO 1954 – 3a TAPPA: REGGIO CALABRIA – CATANZARO (172 Km)

DEFILIPPIS SI SCATENA NELLA REGGIO-CATANZARO. STACCA GLI ASSI E GIUNGE PRIMO AL TRAGUARDO

Vittoria di un torinese nella terza tappa del Giro d’Italia – Un balzo in classifica – Il gruppo con Coppi e Koblet in ritardo di oltre sei minuti –La “maglia rosa” minaccia il ritiro. Dal tredicesimo posto Defilippis passa sesto – La fuga decisiva di Nino a pochi chilometri dall’arrivo

Minardi penalizzato di 30 secondi protesta – Un’inchiesta ordinata da Ambrosini – Bevilacqua posto fuori gara – Alle 6 il via per la Catanzaro-Bari

Il castello di Fossano illuminato di rosa (torino.corriere.it)

Il castello di Fossano illuminato di rosa (torino.corriere.it)

ARCHIVIO QUARTIERTAPPA

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Raduno di partenza a Venaria Reale
1a tappa: Venaria Reale – Torino
2a tappa: San Francesco al Campo – Santuario di Oropa

TIM MERLIER IL PIU’ VELOCE A FOSSANO. POGACAR RESTA IN MAGLAI ROSA

Nella prima volata a ranghi compatti del Giro 2024 Tim Merlier (Team Soudal Quick Step) vince di mezza ruota sul traguardo di Fossano davanti a Jonathan Milan (Team Lidl Trek) e Biniam Girmay (Team Intermarchè Wanty). Tadej Pogacar (UAE Team Emirates), autore di una bella azione nel finale, viene ripreso a 400 metri dall’arrivo e conserva agevolmente la maglia rosa

Dopo le prime due combattutissime tappe che hanno interessato gli uomini di classifica, questi ultimi adesso possono prendersi una pausa di tre giorni visto chje il Giro offre tre frazioni sulla carta favorevoli ai velocisti. La terza tappa è l’ultima che si percorre interamente in Piemonte. Si parte da Novara e si arriva a Fossano dopo 166 km. Il percorso è completamente pianeggiante se si eccettua qualche zampellotto ed il solo gpm di quarta categoria di Lu dopo una sessantina di km. Il finale è piuttosto insidioso con diverse curve, alcune delle quali anche a gomito e ci sta anche un km in salita al 5% che complica un po’ le cose per i velocisti. Dopo la battaglia per la maglia rosa, che è già saldamente sulle spalle di Tadej Pogacar (UAE Team Emirates), oggi assisteremo a quella per la maglia verde. Una tappa, la terza, che dire soporifera è poco, visto che per buoni km il gruppo pedalava compatto e non si segnalavano attacchi per portare via la fuga di giornata. Intorno al km 50 scattavano Davano Ballerini (Team Astana Qazaqston) e Lilian Calmejane (Team Intermarchè Wanty), il quale scollinava per primo sull’unico gpm di Lu posto al km 58.1. Il gruppo riprendeva i due battistrada e vinceva il traguardo volante di Masio posto al km 78.8. Jonathan Milan vinceva il traguardo intergiro di Montegrosso d’Asti posto al km 97.1. La maggior parte dei velocisti che si era cimentata nello sprint proseguiva la propria azione ed oltre ad essi si univano in testa alla corsa diversi ciclisti fuori classifica. A 50 km dalla conclusione in testa alla corsa era presente un gruppo di 24 ciclisti il cui più ‘vicino’ alla maglia rosa in classifica generale era Kevin Vermaerke (Team DSM-Firmenich PostNL), a oltre 7 minuti di ritardo da Pogacar. La fuga, o presunta tale, dei 24 uomini di testa, terminava a 44 km dalla conclusione. Ben Swift (Team INEOS Grenadiers) si aggiudicava il targuardo volante di Cherasco posto al km 143.9 mentre dopo Gesink e Dunbar si registrava il terzo ritiro del Giro 2023, quello di Simon Carr (Team EF Education EasyPost). Nel km in salita a 5 km dalla conclusione acceleravano Mikkel Honoré (Team EF Education EasyPost), Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) e Geraint Thomas (Team INEOS Grenadiers). Il terzetto di testa si avvantaggiava di qualche secondo sul gruppo inseguitore il quale era costretto a fare gli straordinari per chiudere su di loro. Il gruppo riusciva a riprender uno scatenato Pogacar a circa 400 metri dall’arrivo, a volata già lanciata. A vincere era Tim Merlier (Team Soudal Quick Step) davanti a Jonathan Milan (Team Lidl Trek) e Biniam Girmay (Team Intermarchè Wanty) mentre chiudevano la top five Jenthe Biermans (Team Arkea B&B Hotels) in quarta posizione e Toboas Lund Andresen (Team DSM-Firmenich PostNL) in quinta posizione. Nella top tes si segnalava anche il decimo posto di Alberto Dainese (Team Tudor Pro Cycling). Per Merlier è l’ottava vittoria stagionale mentre in classifica generale Pogacar resta in maglia rosa con 46 secondi vantaggio su Thomas e 47 secondi di vantaggio su Daniel Martinez (Team BORA Hansgrohe). Domani i velocisti avranno un’altra opportunità nella quarta tappa da Acqui Terme ad Andora. Si lascia il Piemonte e si arriva in Liguria, sulle strade che caratterizzano Trofeo Laigueglia e Milano – Sanremo. Nel finale il Capo Mele può dare qualche preoccupazione ai velocisti ma ci sentiamo di dire che come oggi assisteremo ad un’altra volata a ranghi compatti.

Antonio Scarfone

Tim Merlier vince a Fossano (foto: Getty Images)

Tim Merlier vince a Fossano (foto: Getty Images)

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