QUARTIERTAPPA: DALLA SEDE DI NAPOLI

Ecco il tradizionale contenitore made ilciclismo.it che da diverse stagioni accompagna le cronache prima del Giro e poi del Tour. All’interno ritroverete le rubriche riservate alla rassegna stampa internazionale, alla colonna sonora del giorno, alle previsioni del tempo per la tappa successiva, alle “perle” dei telecronisti, al Giro d’Italia rivisto alla “rovescia” e al ricordo di un Giro passato (quest’anno rivisiteremo l’edizione vinta dall’elvetico Carlo Clerici nel 1954)

SALA STAMPA

Italia

Giro, Pogacar dà spettacolo anche a Napoli in volata. Poi Kooij beffa Milan

Gazzetta dello Sport

Slovenia

Narvaeza so ujeli 10 metrov pred ciljno črto, zmagal Olav Kooij (Narvaez è stato catturato a 10 metri dal traguardo, ha vinto Olav Kooij)

Delo

Regno Unito

Kooij makes late break for stage nine victory in Naples (Kooij fa una pausa nel finale per la vittoria della nona tappa a Napoli)

The Guardian

Francia

Premier bouquet pour Kooij sur un Grand Tour (Primo bouquet per Kooij in un Grande Giro)

L’Équipe

Spagna

Diavolo Kooij

AS

Belgio

Narvaez strandt op 20 meter van finish: Nederlander Kooij sprint in extremis naar ritwinst in Giro dankzij Pogacar (Narvaez incagliato a 20 metri dal traguardo: l’olandese Kooij sprinta in extremis per vincere una tappa al Giro grazie a Pogacar)

Het Nieuwsblad

Paesi Bassi

Olav Kooij pakt met machtige sprint zege in negende etappe van Giro d’Italia (Olav Kooij vince la nona tappa del Giro d’Italia con uno sprint poderoso)

De Telegraaf

Germania

Massensprint am Vesuv: Kooij gibt Favorit Milan das Nachsehen (Volata di massa ai piedi del Vesuvio: Kooij si lascia alle spalle il favorito Milan)

Kicker

USA

Kooij sprints to win 9th stage of Giro d’Italia on grand tour debut. Pogacar keeps overall lead (Kooij scatta per vincere la nona tappa del Giro d’Italia al debutto in un grande giro. Pogacar mantiene la testa della classifica generale)

The Washington Post

Colombia

Daniel Martínez y Tadej Pogacar no dan tregua en el Giro de Italia: Kooij ganó el final sensacional de la etapa 9 (Daniel Martínez e Tadej Pogacar non si arrendono al Giro d’Italia: Kooij ha vinto lo sensazionale arrivo della 9a tappa)

El Tiempo

Australia

No joy for Aussie sprinters as Kooij blasts to Giro win (Nessuna gioia per i velocisti australiani mentre Kooij si lancia alla vittoria del Giro)

The West Australian

DISCOGIRO

La colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it

Simmo ‘e Napule paisà (Roberto Murolo)

METEOGIRO

Pompei : nubi sparse, 23°C (percepiti 25°C), vento moderato da SO (7-22 Km/h), umidità al 61%
Arpaia – traguardo volante Sprint (Km 52.2): nubi sparse, 23°C (percepiti 25°C), vento moderato da SO (7-21 Km/h), umidità al 53%
Guardia Sanframondi – traguardo volante Intergiro (Km 104.8): parzialmente nuvoloso, 21°C, vento moderato da O (7-26 Km/h), umidità al 52%
Cusano Mutri – traguardo volante Sprint e inizio salita finale (Km 121.4): pioggia debole (1 mm), 21°C, vento moderato da O (4-26 Km/h), umidità al 59%
Bocca della Selva: parzialmente nuvoloso, 12°C, vento moderato da NO (3-25 Km/h), umidità al 74%

GLI ORARI DEL GIRO

12.45: inizio diretta su Eurosport
13.05: inizio diretta su RaiSport
13.15: partenza da Pompei
14.00: inizio diretta su Rai2
14.20-14.35: traguardo volante Sprint di Arpaia
15.15-15.30: GPM di Camposauro
15.45-16.10: traguardo volante Intergiro di Guardia Sanframondi
16.10-16.35: traguardo volante Sprint di Cusano Mutri (con abbuoni) e inizio salita finale
17.00-17.30: arrivo a Bocca della Selva

I MISTERI DELLA CASSAPANCA

Con la ricomposizione della coppia al commento Pancani – Cassani la rubrica degli strafalcioni dei telecronisti riprende il suo titolo originario

De Luca: “E’ la stessa tipologia di costruzione che viene utilizzata per le squadre da calcio” (scarpe)
Petacchi: “Le curve più di tanto non le puoi fare”
De Luca: “Andaro a sbattere contro la moto ripresa”
Rizzato: “Il gruppo si sta molto molto tranquilli”
De Luca: “Rifornifento”
Genovesi: “San Tommaso d’Aquino era umile d’altura”
Rizzato: “Pogacar con la maglia rosa nelle prime dieci posizioni”
Pancani: “Una su tutta la Lidl-Trek”
Petacchi: “Sulla sinistra c’è i pannelli”

GIROALCONTRARIO

L’ordine d’arrivo e la classifica generale dal punto di vista della maglia nera

Ordine d’arrivo della nona tappa, Avezzano – Napoli

1° Jimmy Janssens
2° Jonas Koch s.t.
3° Mikkel Bjerg s.t.
4° Rainer Kepplinger s.t.
5° Phil Bauhaus s.t.

Miglior italiano Edoardo Affini, 14°

Classifica generale

1° Fabio Jakobsen
2° Fabian Lienhard a 53″
3° David Dekker a 1′58″
4° Tim Merlier a 4′50″
5° Phil Bauhaus a 4′59″

Miglior italiano Davide Cimolai, 14° a 10′20″

IL GIRO DI 70 ANNI FA

Riviviamo l’edizione 1954 della Corsa Rosa attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”. Quell’anno si impose grazie a una storica fuga bidone l’elvetico Carlo Clerici

30 MAGGIO 1954 – 9a TAPPA: CHIANCIANO TERME – FIRENZE (180 Km)

GLI “ASSI” NON SI IMPEGNANO: PRIMO CORRIERI – A FIRENZE IL GREGARIO DI BARTALI BATTE IL GRUPPO DEI FUGGITIVI

Ancora una tappa incolore al Giro, con molti fischi per i campioni – Sedici corridori irrompono sul traguardo

Coppi multato di diecimila lire per un diverbio con Croci Torti – Oggi il Giro giunge a Cesenatico – Coppi aspetta le tappe in salita

La Fontana del Nettuno di Napoli illuminata di rosa (www.comune.napoli.it)

La Fontana del Nettuno di Napoli illuminata di rosa (www.comune.napoli.it)

ARCHIVIO QUARTIERTAPPA

Cliccare sul nome della tappa per visualizzare l’articolo

Raduno di partenza a Venaria Reale
1a tappa: Venaria Reale – Torino
2a tappa: San Francesco al Campo – Santuario di Oropa
3a tappa: Novara – Fossano
4a tappa: Acqui Terme – Andora
5a tappa: Genova – Lucca
6a tappa: Torre del Lago Puccini (Viareggio) – Rapolano Terme
7a tappa: Foligno – Perugia (cronometro individuale)
8a tappa: Spoleto – Prati di Tivo

KOOIJ PRIMA GIOIA AL GIRO. L’OLANDESE BATTE MILAN A NAPOLI DOPO UN FINALE FRIZZANTE

Il giovane Olav Kooij (Visma | Lease a Bike) coglie la sua prima vittoria in un grande giro battendo in volata la maglia ciclamino Jonathan Milan (Lidl-Trek) e Juan Sebastian Molano (UAE Team Emirates) al termine di un finale al cardiopalma. La tappa, a lungo soporifera, si è improvvisamente accesa nel finale grazie alla sequenza di strappi posti negli ultimi 30 km che hanno innescato una serie di attacchi. L’ultimo di questi, quello di Jhonatan Narvaez (Ineos Grenadiers), ha tenuto tutti col fiato sospeso fino a 50 metri dal traguardo, quando l’Ecuadoriano è stato ripreso dal gruppo lanciato in volata da un indomito Tadej Pogacar, oggi messosi al servizio del compagno Molano. Resta ovviamente invariata la classifica generale che vede sempre in testa il fenomeno Sloveno con 2′40″ su Daniel Martinez (Bora-Hansgrohe) e 2′58″ su Geraint Thomas (Ineos Grenadiers).

La 9a tappa del Giro d’Italia proponeva una giornata di relativa calma dopo una tre giorni che aveva chiamato in causa i big della classifica generale. La frazione, con partenza da Avezzano e arrivo a Napoli dopo 214 km, presentava un percorso che sorrideva alle ruote veloci lasciando però qualche possibilità agli attaccanti alla luce di un finale altimetricamente movimentato e per giunta tortuoso. Dopo un tratto iniziale in leggera discesa, i corridori erano chiamati a superare un paio di strappi (non complicati) prima di un lungo tratto pianeggiante che accompagnava la corsa agli ultimi 40 km. A questo punto iniziava una sequenza di quattro strappetti che potevano stuzzicare la fantasia di quei corridori intenzionati ad anticipare lo sprint di massa: il Monte di Procida (4,1 km al 3,1%) al km 178, lo strappo di Lucrino (1,1 km al 6,7%) al km 187,5, la salitella di Solfatara di Pozzuoli (2 km al 4,9%) al km 195 ed infine l’ascesa che portava a Posillipo (3,2 km al 4,45) che terminava a 7 km dal traguardo. Da segnalare la non partenza di Alexey Lutsenk (Astana Qazaqstan Team) colpito da faringite.

Contrariamente alle previsioni, la fase iniziale della tappa non è stata caratterizzata da una lotta accesa per entrare nella fuga di giornata. Ad animare l’azione di giornata sono stati infatti solo in due, per giunta compagni di squadra, ovvero Mirco Maestri e Andrea Pietrobon (Polti-Kometa). Al loro inseguimento si è tardivamente lanciato Manuele Tarozzi (VF Group-Bardiani CSF–Faizanè) che però ha dovuto desistere dopo una quindicina di km a bagno maria. Il vantaggio del duo al comando non è mai dilagato, assestandosi a lungo intorno ai 2 minuti, visto il lavoro profuso dagli uomini della Alpecin-Deceuninck, intenzionati a supportare il loro sprinter Kaden Groves. La corsa è così proseguita a lungo senza sussulti, se si fa eccezione di qualche minuto di bagarre improvvisamente scoppiata intorno ai -150, proprio quando gli uomini della formazione belga avevano momentaneamente abbandonato la testa del plotone. In que frangente, mentre il gap dei due fuggitivi era giunti a circa 3′20″), si sono consumanti diversi attacchi in testa al gruppo, ma la lotta non è durata più di una manciata di minuti. E così gli unici motivi di interesse sono stati gli sprint intermedi di Mondragone, vinto da Tim Merlier (Soudal-Quick Step) davanti a Jonathan Milan (Lidl-Trek) e Olav Kooij (Visma | Lease a Bike), e di Giugliano, vinto da Kaden Groves davanti allo stesso Merlier.

La corsa si è accesa, come prevedibile, soltanto lungo la salita di Monte di Procida: l’Alpecin ha affrontato lo strappo ad alta velocìtà facendo staccare diversi velocisti, tra cui Fabio Jakobsen (Team dsm-firmenich-PostNL) e lo stesso Tim Merlier. Nel frattempo Pietrobon e Maestri avevano perso buona parte del loro vantaggio. Sul successivo strappo (-27) è arrivato lo scatto di un generosissimo Julian Alaphilippe (Soudal-Quick Step) a cui hanno reagito Nicola Conci (Alpecin-Deceuninck), Lewis Askey (Groupama-FDJ) e Kevin Vermaerke (Team dsm-firmenich-PostNL). Il quartetto ha ripreso rapidamente il duo della Polti, andando a formare un sestetto di testa che però non ha guadagnato più di 20″ su quel che restava del gruppo vista la reazione degli uomini della Lidl-Trek. Poco dopo ai 6 battistrada si è aggiunto anche il giovan Ewen Costiou (Arkea-B&B Hotels). Visto che il gap non tendeva ad aumentare, sul terzo strappo Alphilippe ha nuovamente forzato portandosi dietro il solo Costiou. La nuova coppia di testa ha proceduto per qualche chilometro con una ventina di secondi di vantaggio sul gruppo tirato da Lidl-Trek e Alpecin-Deceuninck fino al ricongiungimento avvenuto intorno a -10.

A quel punto mancava solo l’ultimo strappo, quello di Posillipo. Proprio lungo l’ultima asperità di giornata è giunto lo scatto di Jhonatan Narvaez, già vincitore in quel di Torino 8 giorni fa. Alle sue spalle altri corridori hanno provato ad evadere, ma sono stati tutti ripresi dal gruppo abbastanza facilmente. Il corridore della Ineos è invece riuscito a prendere un margine di una dozzina di secondi mantenendolo anche a valle dello strappo, approfittando di un finale abbastanza tortuoso. Ai -2 il campione d’Ecuador aveva ancora 10″ di vantaggio, margine rimasto sostanzilamente inalterato sotto lo striscione dell’ultimo km. In questa fase il plotone era guidato da Jasper Stuyven (Lidl-Trek) con a ruota i compagni Simone Consonni e Jonathan Milan. Quando il fiammingo ha esaurito il suo lavoro, in testa al gruppo è arrivato a tutta Tadej Pogacar, oggi nell’inedito ruolo di gregario del compagno Juan Sebastian Molano. L’azione dello sloveno ha contribuito in maniera decisiva a ridurre il vantaggio di Narvaez, poi ulteriormente diminuito grazie alla successiva trenata di Consonni, dalla cui ruota ai -150 è partito Jonathan Milan. Il friulano è partito sulla destra allungando leggermente la sua traiettoria e favorendo di conseguenza la volata di Olav Kooij che è uscito dalla ruota di Milan, lo ha affiancato e poi superato negli ultimi 30 metri. L’olandese ha così colto il suo primo successo di tappa al Giro, battendo proprio Milan e Molano. Alle loro spalle Alberto Dainese (Tudor Pro Cycling Team), Danny Van Poppel (Bora-Hansgrohe), Madis Mihkelis (Intermarchè-Wanty), Kaden Groves (Alpecin-Deceuninck), Andrea Vendrme (Decathlon-Ag2r La Mondiale), Davide Ballerini (Astana Qazaqstan Team) e Max Kanter (Astana Qazaqstan Team).

Resta praticamente invariata la classifica generale che vede saldamente in testa Pogacar con 2′40″ su Daniel Martinez (Bora-Hansgrohe), 2′58″ su Geraint Thomas, 3′39″ su Ben O’Connor (Decathlon-Ag2r La Mondiale) e 4′02″ su Cian Uijtdebroeks (Visma | Lease a Bike).

Domani è in programma il primo giorno di riposo, mentre martedì si ritorna a salire con l’inedito arrivo di Cusano Mutri.

Pierpaolo Gnisci

Kooij prima vittoria al Giro (fonte: Getty Images)

Kooij prima vittoria al Giro (fonte: Getty Images)

NAPOLI CALA ANCORA IL TRIPLETE

Il Giro si appresta a tornare a Napoli per il terzo anno consecutivo con una tappa il cui finale ricalcherà quello della frazione disputata nel 2022. Tra il promontorio di Monte di Procida e quello di Posillipo gli ultimi 40 Km proporranno una successione di basse colline che movimenteranno la corsa ed escluderanno buona parte dei velocisti dalla possibilità di giocarsi la vittoria, mentre parecchie occasioni da non perdere saranno offerte ai finisseur.

Dopo il terzo scudetto conquistato lo scorso anno la città di Napoli è pronta a un altro “triplete” sportivo, stavolta con il Giro d’Italia. Il capoluogo campano, infatti, ospiterà un arrivo della corsa rosa per il terzo anno consecutivo, un evento più unico che raro in tempi moderni, nei quali già si fatica a trovare municipi che vogliano sobbarcarsi l’onere di ospitare l’arrivo di una tappa di un grande giro per due anni di fila (l’unico caso, in tempi recenti, risale al biennio 2021-2022 quando il Tour de France ha fatto scalo a Carcassonne). Stavolta la tappa partenopea avrà un formato diverso rispetto a quello visto negli ultimi due anni perché Napoli ospiterà solamente l’arrivo della frazione, che scatterà dall’Abruzzo e attraverserà il Lazio prima di giungere in Campania, dove si andrà a ricalcare il tratto conclusivo della tappa disputata nel 2022, che prevedeva di ripetere più volte il tortuoso circuito di Monte di Procida. In particolare negli
ultimi 40 Km si dovrà superare una successione di piccole colline che dovrebbe scongiurare un arrivo in volata a gruppo compatto sul tradizionale traguardo di Lungomare Caracciolo, offrendo parecchi spunti ai finisseur, anche se l’ipotesi di uno sprint finale non va del tutto esclusa. Entrerebbero così in giochi quei velocisti che sanno rimanere a galla tra i flutti dei finali più tormentati, corridori del calibro del belga Wout Van Aert, che prenderà parte alla Corsa Rosa per la prima volta in carriera e le cui doti sui percorsi più tormentati sono ben note: in particolare sulle nostre strade andiamo a rimarcare l’affermazione alla Milano-Sanremo nel 2020 e alla Coppa Bernocchi lo scorso anno.
Il raduno di partenza si svolgerà ad Avezzano, la cittadina che ha legato sportivamente il suo nome al ricordo di Vito Taccone, l’indimenticato “Camoscio d’Abruzzo” che al Giro colse le principali affermazioni della sua carriera, come le quattro tappe vinte consecutivamente nel 1963, alle quali aggiunse qualche giorno più tardi l’affermazione nel tappone dolomitico di Moena.
Il tratto iniziale si snoderà in scorrevole discesa sulle strade della Valle Roveto toccandone i principali centri, quasi tutti ricostruiti ex novo nel fondovalle dopo il tremendo terremoto che colpì la Marsica il 13 gennaio del 1915, causa più di trentamila vittime e classificato al quinto posto tra i sismi italiani più forti di tutti i tempi, con una magnitudo di 11 gradi della vecchia Scala Mercalli. All’inizio di questo tratto si transiterà per Civitella Roveto, dove è possibile visitare una pinacoteca d’arte moderna intitolata a Enrico Mattei, l’imprenditore che nel 1953 fondò l’ENI e il cui padre era originario di questo centro. Il passaggio dalla nuova Balsorano, ricostruita ai piedi del colle sui quali si trovano il vecchio centro e il Castello Piccolomini (del quale parleremo più avanti nella rubrica “Ciak si giro”), anticiperà di qualche chilometro l’ingresso in Lazio, che accoglierà la corsa rosa alle porte di Sora, la città natale del grande attore e regista Vittorio De Sica, nel cui centro spicca la Cattedrale di Santa Maria Assunta, innalzata nell’XI secolo nel luogo dove un tempo sorgeva il “Forum Aureum” dell’omonima colonia romana. Attraversata la piana in parte occupata dal Lago di Posta Fibreno, famoso per la sua isola galleggiante di arbusti che può essere spostata con la sola pressione di un piede, si sfiorerà il colle sul quale si erge il Castello di Vicalvi, noto agli appassionati di esoterismo per il fantasma di una cortigiana che, secondo la leggenda, vi uccideva gli amanti ai quali si accompagnava durante le assenze del marito. Poco più avanti si lascerà la solita viabilità per imboccare un lungo tratto – quasi 30 Km – nel quale si percorrerà una strada a scorrimento veloce, superstrada inserita nel percorso per evitare ai “girini” la comunque facile salita del Capo di China e il passaggio dall’antica cittadina volscia di Atina, definita “potente” dal celebre Virgilio, il quale ebbe l’opportunità di ammirare le sue possenti mura poligonali, delle quali oggi rimangono solo alcuni avanzi. Si uscirà da questo scorrevole tratto una volta giunti nella piana di Cassino, dominato dall’altura sulla quale non si trova solamente la celebre abbazia, ma anche la vetusta Rocca Janula, che per secoli fu il cuore militare della cosiddetta “Terra di San Benedetto” e che pure subì pesanti danneggiamenti durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale, oggi ricordati da un Monumento alla Pace che fu eretto poco distante dal castello e realizzato dallo scultore Umberto Mastroianni (zio del celebre attore Marcello).
Toccata Pignataro Interamna – il cui toponimo ricorda l’antica colonia romana di Interamna Lirenas, che ebbe notevole importanza per l’esercito romano quale base d’appoggio in occasione della guerra contro i sanniti – s’imboccherà un secondo e più breve tratto di superstrada, con il quale si sguscerà attraverso le alture dei Monti Aurunci percorrendo il viadotto che bypassa il centro di Ausonia, situato su una collina al cui vertice si trova la collegiata di San Michele Arcangelo, al cui interno si possono vedere le are che abbellivano un antico tempo dedicato a Ercole, sulle cui rovine fu innalzata la chiesa. Quando mancheranno poco meno di 100 Km all’arrivo il gruppo giungerà in prossimità delle rive del Mar Tirreno all’altezza dell’area archeologica dell’antica Minturnae, situata lungo l’asse della storica Via Appia e caratterizzata in particolare dalla presenza di un teatro risalente al primo secolo dopo cristo.
Varcando il corso del Garigliano su un viadotto moderno parallelo all’ottocentesco Ponte Real Ferdinando, che fu il primo sospeso a catenaria di ferro realizzato in Italia, la Corsa Rosa entrerà in Campania imboccando la strada che ricalca le rotte dell’antica Via Domitiana, la principale strada consolare costruita su iniziativa dell’imperatore Domiziano per ridurre i tempi di percorrenza tra il porto di Puteoli (l’odierna Pozzuoli) e la capitale, costeggiando per un lungo tratto il Tirreno. Il tratto costiero per il gruppo inizierà alle porte di Mondragone, il principale centro del litorale casertano e nota stazione balneare, molto frequentata grazie all’estensione della sua spiaggia, che costuisce anche l’estremità meridionale del golfo di Gaeta. Ci si discosterà dal mare giusto il tempo di aggirare il non meno celebre centro di Castel Volturno, poi si riprenderà la litoranea per imboccare il rettilineo più lungo di questa tappa, poco meno di 15 Km nel corso del quale si toccherà il Villaggio Coppola, complesso residenziale principalmente conosciuto per le otto “torri” costruite in riva al mare, vero e proprio ecomostro che sarà demolito a “tappe” tra il 2001 e il 2003. La pineta di Castel Volturno, riserva naturale dal 1977, ruberà la scena al mare nell’ultimo tratto del rettilineo, che si snoderà a breve distanza dal lago di Patria, il più esteso della Campania tra quelli costieri. A questo punto il percorso si discosterà leggermente dal mare, seguitando in pianura in direzione del promontorio di Monte di Procida, prima di giungere al quale con un leggero falsopiano ci si porterà alle soglie dell’antica città di Cuma, famosa in particolare per l’Antro della Sibilla, scoperto nel 1932 nelle viscere della collina dell’acropoli e luogo dove risiedeva la sacerdotessa del culto di Apollo. Le sponde del Lago Fusano, sulle cui acque gli architetti Luigi e Carlo Vanvitelli realizzarono alla fine del ‘700 un casino di caccia per i sovrani borbonici, saranno compagne di viaggio del gruppo nell’ultimo tratto pianeggiante di questa tappa, terminato il quale si dovrà affrontare la prima delle cinque salite che caratterizzano il finale, diretta a Monte di Procida, 3.6 Km al 3.2% con i primi 1300 metri al 5.9% e una ripida rampetta finale di 300 metri all’11.5%.
Percorrendo in discesa la spettacolare strada panoramica che offre impareggiabili viste sulle isole dell’arcipelago campano si planerà in riva al Lago Miseno e subito si riprenderà a salire per affrontare un breve strappo che termina proprio sotto il Castello Aragonese di Baia. Seguirà a ruota la salita più dura di questa tappa, 900 metri all’8.5% seguiti dal tuffo verso il Lucrino, l’ultimo dei quattro bacini costieri che punteggiano il finale e le cui acque furono in epoca romana messe in comunicazione tramite un canale navigabile con quelle del retrostante Lago d’Averno, al fine di realizzare un porto interno nel quale riparare le navi durante una battaglia combattuta tra Ottaviano e Sesto Pompeo.
Il passaggio dalla vicina Pozzuoli arriverà in coincidenza con l’inizio della penultima difficoltà altimetrica di giornata, una salita di 2 Km al 4.8% che inizierà presso l’anfiteatro romano dell’antica Puteoli e si concluderà poco distante dalla Solfatara, il più noto tra i 40 crateri dei Campi Flegrei, presso il quale si possono ammirare fumarole e getti di fango bollente. All’inizio della successiva discesa il gruppo entrerà nel vasto territorio municipale della città di Napoli, che riaccoglierà la Corsa Rosa sulle strade della frazione di Agnano, conosciuta per le terme e per il suo ippodromo. Un altro importante impianto sportivo partenopeo è il glorioso Stadio San Paolo, dal 2020 intitolato alla memoria di Maradona, lambito il quale si tornerà a puntare in direzione del mare, dirigendosi verso l’istmo dell’isola di Nisida, dominata dal castello che oggi ospita un carcere minorile. È un altro dei suggestivi scorci offerti dalla corsa campana, al quale anche i “girini” lanceranno una fugata occhiata proprio al momento d’intraprendere la salita verso Posillipo, 3.3 Km al 4.4% seguiti dalla planata planare verso Mergellina e la Riviera di Chiaia, palcoscenico di un’altra recita del Giro in casa Cupiello.

Mauro Facoltosi

Il quartiere napoletano di Posillipo e l’altimetria della nona tappa (www.napolike.it)

Il quartiere napoletano di Posillipo e l’altimetria della nona tappa (www.napolike.it)

CIAK SI GIRO

Sopra la città di Balsorano, presso l’antico borgo distrutto dal terremoto del 1915 e in seguito recuperato, s’erge la possente mole del Castello Piccolomini, innalzato nel XV secolo sulle fondamenta di una precedente struttura medioevale. Il suo nome può dire poco, il suo aspetto certamente no, soprattutto se si è appassionati di cinema perché questo è stato (e lo è ancora) uno dei castelli più sfruttati dalla “settima arte” quale luogo di riprese. Il sito www.davinotti.com, che da anni sta mappando le location utilizzate nella produzione nostrana di pellicole, ha realizzato una serie di “servizi speciali” dedicati alle location più ricorrenti e tra queste c’è, per l’appunto, il castello di Balsorano, che dal 1964 ad oggi è già stato notato in 32 pellicole, quasi tutte ovviamente ambientate in epoca medioevale ma anche l’hard ha effettato qui più di una capatina e in particolare qui ci fu il debutto nel settore di Moana Pozzi. La prima apparizione sul grande schermo del maniero abruzzese porta la data del 27 maggio 1964, quando uscì nei cinema italiani “La cripta e l’incubo”, film horror italo-spagnolo diretto da Camillo Mastrocinque che ebbe come principale protagonista il britannico Christopher Lee, un attore esperto di questo genere di pellicole, ricordato per aver interpretato in parecchie occasioni il ruolo del principe Dracula. Non bisognerà attendere molto per rivedere il castello di Balsorano al cinema, poiché la vigilia di Natale dello stesso anno uscirà un’altra coproduzione italo-spagnola, il film d’avventura “Genoveffa di Brabante”. Seguiranno, come già detto, una buona trentina di film, anche se l’archivio di Davinotti è in progressivo incremento e tale numero potrebbe essere destinato ad aumentare. Manca per esempio il film “Il pataffio” del 2022, pellicola che rammenta la mitica “Armata Brancaleone” di Mario Monicelli (tra gli interpreti c’è Alessandro Gassmann, figlio dell’indimenticato Vittorio, che invece fu il “mattatore” dell’altro film): questa pellicola ha rappresentato il ritorno di una troupe cinematografica al castello, che non prestava il suo volto a una macchina da presa dal 1995, quando lassù Rocco Siffredi, un’altra stella dell’hard, girò un film pornografico con protagonista lo scespiriano Amleto. Per ritrovare, invece, una pellicola più tradizionale bisogna tornare indietro nel tempo fino al 1984 quando Aristide Massaccesi (un altro che di porno se ne intendeva) ne fece uno dei set del film fantastico “Ator 2 – L’invincibile Orion”, che ha per protagonista un guerriero – interpretato dall’attore statunitense Miles O’Keeffe, conosciuto per aver vestito i panni di Tarzan nel 1981 – la cui missione è quella di salvare la terra dal “nucleo geometrico”, una bomba atomica primitiva.

In collaborazione con www.davinotti.com

La prima apparizione del Castello di Balsorano nel film “La cripta e l’incubo” (www.davinotti.com)

La prima apparizione del Castello di Balsorano nel film “La cripta e l’incubo” (www.davinotti.com)

Il servizio speciale dedicato al castello di Balsorano

https://www.davinotti.com/articoli/il-castello-di-balsorano/160

FOTOGALLERY

Avezzano, Castello Orsini Colonna

Civitella Roveto, Museo Pinacoteca Enrico Mattei

Il Castello di Balsorano visto dal percorso di gara

Sora, Cattedrale di Santa Maria Assunta

Lago di Posta Fibreno

Castello di Vicalvi

Atina, resti della antiche mura

Cassino, la Rocca Janula vista dalla strada a tornanti per l’abbazia di Montecassino

Ausonia, collegiata di San Michele Arcangelo

Minturno, teatro romano

La spiaggia di Mondragone

Lago di Patria

Lago Fusaro, casina vanvitelliana

Lago Miseno

Baia, Castello Aragonese

Lago Lucrino

Pozzuoli, Anfiteatro Romano

Napoli, Isola di Nisida

QUARTIERTAPPA: DALLA SEDE DI PRATI DI TIVO

Ecco il tradizionale contenitore made ilciclismo.it che da diverse stagioni accompagna le cronache prima del Giro e poi del Tour. All’interno ritroverete le rubriche riservate alla rassegna stampa internazionale, alla colonna sonora del giorno, alle previsioni del tempo per la tappa successiva, alle “perle” dei telecronisti, al Giro d’Italia rivisto alla “rovescia” e al ricordo di un Giro passato (quest’anno rivisiteremo l’edizione vinta dall’elvetico Carlo Clerici nel 1954)

SALA STAMPA

Italia

Crono, salita, volata…c’è solo Pogacar: il fenomeno sloveno vince anche a Prati di Tivo

Gazzetta dello Sport

Slovenia

Tadej Pogačar se je poigral še v šprintu navkreber (Nella volata in salita ha giocato anche Tadej Pogačar)

Delo

Regno Unito

Pogacar continues total domination to take stage eight (Pogacar continua il dominio totale conquistando l’ottava tappa)

The Guardian

Francia

Pogacar évidemment (Pogacar ovviamente)

L’Équipe

Spagna

La dictadura de Pogacar (La dittatura di Pogacar)

AS

Belgio

Aanvallen counteren en het afmaken in de sprint: Pogacar pakt derde ritzege in Giro, Uijtdebroeks herovert witte trui (Contrastare gli attacchi e concludere in volata: Pogacar conquista la terza vittoria di tappa al Giro, Uijtdebroeks riconquista la maglia bianca)

Het Nieuwsblad

Paesi Bassi

Pogacar heerst bergop (Pogacar governa in salita)

De Telegraaf

Germania

Wer soll ihn stoppen? Nächster Erfolg für Pogacar beim Giro (Chi lo fermerà? Prossimo successo per Pogacar al Giro)

Kicker

USA

Giro leader Tadej Pogacar wins his third stage in the first week (Il leader del Giro Tadej Pogacar vince la sua terza tappa nella prima settimana)

The Washington Post

Colombia

Daniel Martínez libra feroz batalla en la montaña y es segundo en el Giro de Italia (Daniel Martínez combatte una feroce battaglia in montagna ed è secondo al Giro d’Italia)

El Tiempo

Australia

Giro hat-trick for Pogacar as Aussie O’Connor battles (Giro hat-trick for Pogacar as Aussie O’Connor battles
(Tripletta al Giro per Pogacar mentre l’australiano O’Connor lotta)

The West Australian

DISCOGIRO

La colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it

Numero Uno (Matze Knop) (che sarebbe dedicata a Luca Toni, ma noi reindirizziamo a Pogacar)

METEOGIRO

Avezzano: nubi sparse, 20°C, vento debole da O (1-14 Km/h), umidità al 52%
Sora (Km 42): nubi sparse, 21°C, vento moderato da SO (5-27 Km/h), umidità al 58%
Cassino (Km 79.1): nubi sparse, 24°C (percepiti 26°C), vento moderato da SO (5-21 Km/h), umidità al 45%
Mondragone – traguardo volante Sprint (Km 132.2): nubi sparse, 19°C, vento moderato da SO (11-21 Km/h), umidità al 79%
Monte di Procida – GPM (Km 178.3): nubi sparse, 19°C, vento debole da SO (10-14 Km/h), umidità al 79%
Napoli: nubi sparse, 19°C, vento moderato da SO (8-24 Km/h), umidità al 83%

GLI ORARI DEL GIRO

11.45: inizio diretta su Eurosport
12.15: inizio diretta su RaiSport
12.15: partenza da Avezzano
14.00: inizio diretta su Rai2
15.10-15.30: traguardo volante Sprint di Mondragone
15.45-16.10: traguardo volante Intergiro di Giugliano di Campania (Lago Patria)
16.10-16.40: GPM di Monte di Procida
16.15-16.45: traguardo volante Sprint di Bacoli (con abbuoni)
17.00-17.30: arrivo a Napoli

I MISTERI DELLA CASSAPANCA

Con la ricomposizione della coppia al commento Pancani – Cassani la rubrica degli strafalcioni dei telecronisti riprende il suo titolo originario

De Luca: “Marciallusi” (Marcellusi)
De Luca: “Gruppo allungatissimo in questa dicesa”
De Luca: “Dietro ci sono le maglie delle squadre della classifica generale”
Pancani: “Ruotatura” (foratura)
Pancani: “Ogni volta che riusciva ad andare al Processo alla Squadra”
Pancani: “Il possibile stacco di Pogacar”
Televideo: “Parti di Tivo”
Televideo: “Ottava tappa, da Foligno 152 Km” (si partiva da Spoleto)
Teletext TV Svizzera: “Tadaj Pogacar” (Tadej)

GIROALCONTRARIO

L’ordine d’arrivo e la classifica generale dal punto di vista della maglia nera

Ordine d’arrivo dell’ottava tappa, Spoleto – Prati di Tivo

1° Filippo Ganna
2° Simone Consonni s.t.
3° Fernando Gaviria s.t.
4° Edward Theuns a 7″
5° Francisco Muñoz s.t.

Classifica generale

1° Julius van den Berg
2° Fabio Jakobsen a 10′18″
3° Fabian Lienhard a 11′11″
4° David Dekker a 12′16″
5° Alan Riou a 12′31″

Miglior italiano Davide Cimolai, 16° a 16′42″

IL GIRO DI 70 ANNI FA

Riviviamo l’edizione 1954 della Corsa Rosa attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”. Quell’anno si impose grazie a una storica fuga bidone l’elvetico Carlo Clerici

29 MAGGIO 1954 – 8a TAPPA: ROMA – CHIANCIANO TERME (195 Km)

DELUDONO NUOVAMENTE GLI ASSI E PETTINATI GIUNGE SOLO A CHIANCIANO

Ancora un colpo di scena nell’ottava tappa del Giro d’Italia

Il vincitore è figlio di un contadino piemontese e lavora nei campi – Il suo guadagno di ieri: mezzo milione di lire – I “campioni” sono giunti con oltre sette minuti di ritardo – Classifica generale immutata: Koblet a 31′ e Coppi a 36′ da Clerici

Coreografia in rosa a Prati di Tivo in attesa dellarrivo del Giro (www.abruzzonews.eu)

Coreografia in rosa a Prati di Tivo in attesa dell'arrivo del Giro (www.abruzzonews.eu)

ARCHIVIO QUARTIERTAPPA

Cliccare sul nome della tappa per visualizzare l’articolo

Raduno di partenza a Venaria Reale
1a tappa: Venaria Reale – Torino
2a tappa: San Francesco al Campo – Santuario di Oropa
3a tappa: Novara – Fossano
4a tappa: Acqui Terme – Andora
5a tappa: Genova – Lucca
6a tappa: Torre del Lago Puccini (Viareggio) – Rapolano Terme
7a tappa: Foligno – Perugia (cronometro individuale)

POGACAR CALA IL TRIS. MA GLI ALTRI?

Tadej Pogacar conquista il terzo successo su 8 frazioni disputate. Si è ormai capito che la differenza con gli avversari è enorme. Non c’è, però, stata alcuna battaglia tra i corridori che lottano per i piazzamenti. Il ritmo sulla salita finale non era impossibile, eppure i pochissimi allunghi negli ultimi 2 chilometri sono stati timidi e brevi. In questo modo, se Pogacar deciderà di gestire, lo spettacolo potrebbe essere ancor meno interessante di quello che lo scorso anno era stato criticato un po’ da tutti.

Prima tappa di montagna con un arrivo in salita certamente più duro di quello di Oropa e il copione è stato un canovaccio abbastanza scontato, con una fuga tenuta a distanza di sicurezza e una salita finale condotta dalla squadra dalla maglia rosa.
Quello che è stato strano è che gli altri uomini di classifica non si siano dati battaglia almeno tra di loro, visto che la top ten è abbastanza corta, ma non così tanto da poter aspettare la terza settimana.
Anche se Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) sembrava intenzionato a seguire ogni attacco, questo non dovrebbe essere un problema, ad esempio, per Antonio Tiberi (Bahrain – Victorious), che è ottavo e deve cercare di guadagnare posizioni e di prendere la maglia bianca; non dovrebbe essere un problema per Geraint Thomas (INEOS Grenadiers), che dovrebbe cercare di riprendersi la seconda posizione persa ieri contro il tempo; non dovrebbe essere un problema per Ben O’Connor (Decathlon AG2R La Mondiale Team), che punta al podio, e non dovrebbe essere un problema anche per Thymen Arensman (INEOS Grenadiers), che deve recuperare posizioni.
Pogacar può seguire e staccare un eventuale attaccante, ma questo non deve condizionare gli obiettivi. Nessuno chiedeva a Tiberi di staccare Pogacar, ma di provare un allungo un po’ più incisivo e continuo per cercare di mettere in difficoltà Cian Uijtdebroeks (Team Visma).
Il ritmo al quale è stata affrontata la salita verso Prati di Tivo non è stato certo vertiginoso. Le conferme sono tante, a partire dal fatto che la fuga ha mantenuto a lungo un vantaggio di poche decine di secondi e quando Valentin Paret-Peintre (Decathlon AG2R La Mondiale Team) ha provato a rilanciare con il gruppo a 5 secondi, ne ha subito guadagnati 15 e ci sono voluti alcuni chilometri per andare a riassorbirlo. Inoltre alcuni membri della fuga del mattino, come Simon Geschke (Cofidis), una volta ripresi sono riusciti a rimanere nel gruppo maglia rosa e lo stesso Rafał Majka (UAE Team Emirates) dopo aver lavorato per il capitano è riuscito ad arrivare con il gruppetto dei migliori.
Gli unici uomini di classifica che hanno pagato sono stati Alexey Lutsenko (Astana) e Lucas Plapp (Team Jayco AlUla), con il primo che è riuscito con l’esperienza ad evitare il naufragio totale, mentre il secondo ha pagato un prezzo molto alto.
Una volta arrivati allo sprint, era sin troppo ovvio chi sarebbe stato il vincitore, visto che la maglia rosa era il corridore più veloce del gruppetto dei migliori, oltre che il più forte in salita.
La salita finale ha ricordato molto i primi arrivi in salita degli anni 90 come Monte Sirino 96 o Terminillo 97, quando gli uomini di classifica arrivavano in un gruppetto di 7 o 8, ma in un tipo di ciclismo ben diverso da quello moderno. Si trattava di tappe pianeggianti con salita finale che arrivano dopo 5 o 6 volate consecutive.
La cronaca di questa tappa non ha molto da dire se non che, nelle fasi iniziali, è stato molto difficile portare via una fuga, anche perchè il gruppo non era molto propenso a lasciare andar via azioni che si popolavano in modo un po’ eccessivo. Ne è seguita una fase molto confusa, in cui si avvantaggiavano gruppetti di corridori con altri che tentavano di riportarsi sulla testa della corsa.
Al termine di questa fase si forma una fuga di 14 corridori che rispondono ai nomi di Martin Marcellusi (Bardiani), Michael Storer (Tudor), Alessandro De Marchi (Jayco AlUla), Romain Bardet (Dsm), Julian Alaphilippe Quick-Step), Jhonatan Narvaez (Ineos), Magnus Sheffield (Ineos), Alessandro Verre (Arkea), Henok Mulubrhan (Astana), Georg Steinhauser (EF), Nairo Quintana (Movistar) e Pelayo Sanchez (Movistar), oltre ai già citati Geschke e Paret-Peintre.
Questo tentativo non riesce mai a decollare perché il gruppo non lascia mai più di due minuti. Nel corso della tappa il vantaggio si erode pian piano finché ai piedi della salita finale il gap è ridotto a trenta secondi.
Iniziata l’ascesa verso Prati di Tivo esplode il gruppo di testa con vari tentativi di attacco senza alcuna speranza, visto il poco ritardo del gruppo, che nel frattempo perde unità (primo tra tutti Plapp, che pagherà un pesante passivo).
Nel gruppo di testa il primo a provare è Verre, che verrà ripreso e staccato da Bardet, Geschke, Paret-Peintre, Steinhauser e Storer.
Dal gruppo, grazie anche alla Bora che in qualche rara occasione ha collaborato con la UAE dopo Plapp si staccano anche Lutsenko, Juan Pedro Lopez (Lidl-Trek) e Filippo Zana (Team Jayco-AlUla).
I fuggitivi vengono ripresi, ma Paret-Peintre non vuole arrendersi e prova a ripartire, guadagnando rapidamente secondi, segno che il ritmo del gruppo è tutt’altro che irresistibile.
Ai meno due allunga Tiberi, ma il suo scatto è timido e il laziale non dà continuità all’azione.
Anche Aresman e Storer tentano degli allunghi, ma anche loro non sembrano avere convinzione, tanto che Majka, che aveva ceduto qualche metro, si riporta nel gruppetto e va addirittura in testa.
In volata non c’è storia e Pogacar vince agevolmente la tappa davanti a Daniel Felipe Martinez (Bora) e O’Connor.
Ora la maglia rosa ha tutta la convenienza a tenere addormentata la corsa: risparmia energie e le fa risparmiare alla squadra, mantenendo un buon vantaggio sugli avversari e incrementandolo con gli abbuoni. Ovviamente il Giro finisce a Roma, gli imprevisti sono dietro l’angolo e possono anche far perdere un giro (vedi quel che capitò a Kruijswick nel 2016); però è indubbio che, con Pogacar in maglia rosa, gli avversari devono lottare per obiettivi che, al momento, non hanno un padrone chiaro.
Oggi questa battaglia non c’è stata e, se non ci fosse stato Pogacar (che ha comunque voluto mantenere la fuga sotto controllo), sarebbe andata in scena una tappa come quella di Campo Imperatore dello scorso anno, che tanto fu criticata un po’ da tutti.
La speranza è che, andando avanti con i giorni, non sia solo la maglia rosa a mettere sulla strada la voglia di dare battaglia.

Benedetto Ciccarone

Terzo successo per Pogacar sulle strade della Corsa Rosa (Getty Images)

Terzo successo per Pogacar sulle strade della Corsa Rosa (Getty Images)

L’ALTRA FACCIA DEL GRAN SASSO

Dopo la frazione di Oropa affrontata in partenza, il Giro sale ancora in montagna per la prima delle due tappe appenniniche previste nel 2024, nella quale si torneranno ad affrontare le pendici del Gran Sasso d’Italia. A differenza della tappa disputata lo scorso anno, quando si arrivò ai 2130 metri di Campo Imperatore, stavolta l’epilogo sarà sul versante opposto, più basso ma più esigente nelle pendenze. I quasi 15 Km al 7% che condurranno ai Prati di Tivo promettono uno spettacolo più appassionante rispetto a quello deludente vissuto dodici mesi fa.

Ricorderete che dodici mesi fa la tappa con arrivo sul Gran Sasso si risolse in un totale “no contest” tra gli uomini di classifica, intimoriti dalla cronoscalata monstre del penultimo giorno che condizionò fortemente anche tutte le altre tappe. Quest’anno si tornerà sulla montagna più alta d’Abruzzo, ma il rischio di rivedere un simile e deludente “spettacolo” non ci sarà e non soltanto per la mancanza di una tappa “accentratrice” come quella del Lussari; stavolta, infatti, il Gran Sasso sarà affrontato dal versante teramano, decisamente più difficile di quello aquilano pur non salendo sopra i 2000 metri di quota, com’era successo lo scorso anno quando si arrivò sopra Campo Imperatore. Ci si fermerà ai 1450 metri sul livello del mare della stazione di sport invernali di Prati di Tivo, percorsa una salita poco abituale per la Corsa Rosa ma che negli ultimi anni si è costruita un piccolo ma già blasonato curriculum grazie ai recenti arrivi della Tirreno-Adriatico, che ha visto lassù imporsi campioni del calibro di Vincenzo Nibali (2012) e di Chris Froome (2013). Decisamente più lontano nel tempo è l’unico precedente del Giro che porta la data del 19 maggio del 1975, quando questo traguardo fu tenuto a battesimo da un altro grande del ciclismo, il vicentino Giovanni Battaglin. La possibilità di vedere grande spettacolo verso Prati di Tivo sarà, dunque, garantita e non soltanto per i numeri dell’ascesa finale – quasi 15 Km al 7% – ma anche per il disegno complessivo della tappa: strada facendo si dovranno affrontare quasi 3800 metri di dislivello, “spalmati” su altre 6 ascese oltre a quella finale. Su tutto peseranno gli sforzi della crono del giorno prima e anche lo stress indotto dalla precedente tappa di Rapolano, se qualcuno si sarà trovato ad inseguire sullo sterrato.
Il biglietto per la salita dovrà essere obliterato subito dopo il via perché, lasciato il raduno di partenza all’ombra della bianca mole della Rocca Albornoziana di Spoleto, la tappa comincerà con l’ascesa di quasi 9 Km al 4.3% verso la Forca di Cerro. Si scenderà quindi in Valnerina, sul cui fondovalle s’incontrerà uno dei rarissimi e brevi tratti pianeggianti previsti dalla tappa, percorrendo il quale si sfiorerà il borgo di Castel San Felice, presso il quale si trova l’Abbazia dei Santi Felice e Mauro, intitolata ai due eremiti che evangelizzarono questa valle nel V secolo. Raggiunto il vicino centro di Sant’Anatolia di Narco, dove è possibile visitare un museo dedicato alla coltivazione della canapa, la strada tornerà a inerpicarsi e stavolta in direzione della più lunga salita di giornata, che condurrà in 16.4 Km ai quasi 1200 metri della Forca Capistrello, ascesa caratterizzata da una pendenza media del 5.6% e da una rampa di 1400 metri al 9% medio nel tratto conclusivo. Si tratta di una difficoltà inedita per la Corsa Rosa, almeno da questo lato, poiché nell’unico precedente del 2007 si salì dal più facile versante che plana verso Monteleone di Spoleto, borgo cinto da una triplice cinta muraria al cui interno sono conservate numerose chiese. Terminata la discesa e lasciata la strada sulla sinistra che conduce alla celebre Cascia, il gruppo imboccherà la modestissima ascesa – più che altro un lungo falsopiano – che introdurrà la corsa nel Lazio, dove si attraverserà l’altopiano di Leonessa, situato ai piedi del Terminillo e al cui centro si adagia l’omonima località di villeggiatura, dove si può ammirare la duecentesca chiesa di San Francesco, la cui facciata romano-gotica è ancora oggi “imbrigliata” a causa dei danni provocati dal terremoto che nel 2016 ha distrutto la vicina Amatrice. Per uscire dalla conca di Leonessa si dovrà scavalcarne il bordo orientale superando una salita di 2.7 Km al 4.2%, seguita da un altro tratto in quota e dalla discesa verso la Valle del Velino, che sarà incrociata all’uscita dalle gole di Sigillo, definite sul volume dedicato al Lazio delle celebri “Guide Rosse” del TCI come la forra più suggestiva e selvaggia dell’intero Appennino. Attraversato il centro di Posta, collocato lungo la storica Via Salaria e impreziosito da edifici d’origine medioevale (Palazzo della Gabella e chiesa di San Francesco), si tirerà dritto verso la vicina Borbona per poi entrare in Abruzzo poco prima di giungere ai piedi di un’altra pedalabile difficoltà altimetrica, il Valico di Santa Vittoria (3.6 Km al 4.6%). Seguirà la discesa verso Montereale, borgo d’antichissima origine nel cui centro si trova Palazzo Farnese Cassiani, che nel XVI secolo fu una dimora della nobildonna d’origine fiamminghe Margherita d’Austria, che era figlia dell’imperatore Carlo V del Sacro Romano Impero e dal quale ebbe in dote questo e altri feudi dell’Italia centrale. Il passaggio attraverso la sottostante Piana di Montereale rappresenterà l’ultimo tratto tranquillo della tappa, che terminerà ai piedi della penultima salita di giornata, la Croce Abbio. I suoi 7500 metri al 4.5% – nel corso dei quali si toccherà il centro di Capitignano, con il Santuario della Madonna degli Angeli, costruito nel luogo dove la Madonna apparve a una pastorella nel 1657 – rappresentano un versante secondario e inedito del Passo delle Capannelle, affrontato in passato sia al Giro, sia alla Tirreno-Adriatico. Scollinati un paio di chilometri a nord rispetto al Capannelle ci si lancerà in discesa giù per il versante teramano, incontrando dopo circa 5 Km la diga del Lago di Provvidenza, costruito lungo il corso del Vomano e le cui acque nelle ore notturne vengono pompate nelle verso quello soprastante di Campotosto, il più grande d’Abruzzo e il più grande d’Italia tra quelli di origine artificiale. È un’opera dell’uomo, così come la strada che pochi chilometri più avanti si dovrà percorrere per risalire le pendici del Gran Sasso verso i Prati di Tivo: il nome fa pensare a una scampagnata, ma non lo sarà affatto per i “girini”, chiamati alla ribalta per uno spettacolo sportivo che si annuncia e spera più avvincente di quello offerto lo scorso anno.

Mauro Facoltosi

Il Gran Sasso d’Italia visto dai Prati di Tivo e l’altimetria dell’ottava tappa (www.paesaggioitaliano.eu)

Il Gran Sasso d’Italia visto dai Prati di Tivo e l’altimetria dell’ottava tappa (www.paesaggioitaliano.eu)

I VALICHI DELLA TAPPA

Forca di Cerro (734 metri). Quotato 733 metri sulle cartine del Giro 2024, vi transita la Strada Regionale 395 “del Passo di Cerro” tra Spoleto e Piedipaterno. Il Giro d’Italia vi è salito due volte, entrambe dal versante che quest’anno si percorrerà in discesa e in tutti e due i precedenti l’arrivo era fissato a Spoleto. Nel 1977 il traguardo era previsto in salita nella frazione di Monteluco, dove si impose il pugliese Mario Beccia dopo che alls Forca di Cerro era transitato per primo lo spagnolo Faustino Fernández Ovies. Sarà, invece, il colombiano Luis Felipe Laverde a fare l’en plein nel 2007, conquistando sia il GPM della Forca di Cerro, sia il traguardo (stavolta collocato nella vicinanze della stazione ferroviaria di Spoleto).

Passo di Gavelli (1211 metri). Con questo nome è più nota, soprattutto nel mondo del cicloturismo, la salita chiamata Forca Capistrello sulle cartine del Giro 2024. Vi transita la Strada Provinciale 471 “di Sant’Anatolia di Narco” che mette in comunicazione Sant’Anatolia di Narco con Monteleone di Spoleto. Il nome deriva da quello del centro più prossimo al punto di valico. Il Giro d’Italia vi è salito per la prima e finora unica volta nel 2007 durante la tappa Tivoli – Spoleto vinta dal colombiano Luis Felipe Laverde, che scollinò in testa anche su questo Gran Premio della Montagna.

Valico di Val Carpineto (1049 metri). Vi transita la Strada Regionale 471 “di Leonessa” tra Leonessa e Posta. Il Giro d’Italia vi è transitato in diverse occasioni, ma non è mai stato affrontato come GPM; l’ultimo passaggio è avvenuto nel 1991 durante la tappa Scanno – Rieti, vinta dall’ucraino Volodymyr Pulnikov.

Valico di Santa Vittoria (1054 metri). Vi transita la Strada Regionale 471 “di Leonessa” tra Borbona e Montereale. Il Giro d’Italia non vi è mai transitato.

Valico. Valicato dalla Strada Statale 80 “del Gran Sasso d’Italia” nel corso della discesa dal GPM di Croce Abbio, tra il bivio per Capitignano e quello per Campotosto.

Passo delle Capannelle (1280 metri). Citato nell’articolo ma non toccato dal percorso di gara (si scollinerà alla Croce Abbio, circa 2 Km a nord) è valicato dalla Strada Statale 80 “del Gran Sasso d’Italia” tra Arischia e Nerito. Affrontato in passato anche alla Tirreno-Adriatico, il Giro d’Italia vi è salito in passato in 4 occasioni, la prima durante la tappa Porto Civitanova – L’Aquila dell’edizione 1935, che ebbe come mattatore Gino Bartali, primo al GPM e poi al traguardo. Gli altri conquistatori di questo valico sono stati eccezionalmente il velocista spagnolo Miguel Poblet nel 1957 (tappa Terni – Pescara, vinta dal francese Antonin Rolland), il marchigiano Fabio Roscioli nel 1990 (tappa Sora – Teramo, vinta dal carrarese Fabrizio Convalle) e il bergamasco Mirco Gualdi nel 2001 (tappa Giulianova – Francavilla al Mare, vinta dal piacentino Ellis Rastelli), occasione nella quale la salita fu ribattezzata Colle del Capraro.

Nota. Il testo di riferimento è “Valichi stradali d’Italia” di Georges Rossini (editore Ediciclo).

CIAK SI GIRO

Nella scorsa puntata abbiamo parlato di Pupi Avati e di una delle sue ultime fatiche, il film su Dante Alighieri. La carriera cinematografica del regista bolognese era iniziata ufficialmente nel 1970 quando il costruttore edile Carmine Domenico Rizzo si era offerto di finanziargli i primi due suoi film (“Balsamus, l’uomo di Satana” e “Thomas e gli indemoniati”), mentre il “sacro fuoco” per il cinema gli si era acceso nel 1963 dopo la visione di “8½” del suo conterraneo Federico Fellini. Il suo apprendistato fu brevissimo perché per imparare il mestiere gli bastò una sola esperienza come aiuto regista nel 1968, quando collaborò con il toscano Piero Vivarelli alla realizzazione di “Satanik”, unica trasposizione cinematografica (a parte un cortometraggio del 2003) del personaggio creato negli anni sessanta dal fumettista milanese Max Bunker e del disegnatore bolognese Magnus e che si differenziava dai “colleghi” Diabolik e Kriminal per essere una donna, il cui vero nome era Marny Bannister. Coprodotto con la Spagna, vide alcune scene girate lungo il percorso della tappa odierna e per la precisione a Leonessa, con il Terminillo che fa da sfondo alla sequenza dell’inseguimento finale alla protagonista, che si lancerà proprio verso i tornanti della celebre ascesa. Leonessa tornerà a essere visitata da una troupe cinematografica nel 1996, quando da quelle parti si è visto il mitico Ugo Fantozzi: Paolo Villaggio qui girerà una scena di “Fantozzi – Il ritorno”, nella quale il celebre ragioniere si lancerà da un viadotto con il bungee-jumping dopo esser arrivato fin lì alla ricerca dell’orrenda nipote Uga, che non era rientrata a casa dopo una serata in discoteca e che in realtà aveva inscenato il suo rapimento. Quello fu il penultimo film della saga e il primo nel quale il personaggio di Uga (e della madre Mariangela) non fu interpretato da Plinio Fernando ma da un’attrice femmina (Maria Cristina Maccà in questa pellicola e Dodi Conti nel successivo “Fantozzi 2000 – La clonazione”).

In collaborazione con www.davinotti.com

Da Leonessa, con il Terminillo sullo sfondo, inizia la fuga di Satanik nel film del 1968 (www.davinotti.com)

Da Leonessa, con il Terminillo sullo sfondo, inizia la fuga di Satanik nel film del 1968 (www.davinotti.com)

Il viadotto alle porte di Leonessa in “Fantozzi – Il ritorno” (www.davinotti.com)

Il viadotto alle porte di Leonessa in “Fantozzi – Il ritorno” (www.davinotti.com)

Le altre location dei due film

https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/satanik/50000693

https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/fantozzi-il-ritorno/50003477

FOTOGALLERY

Spoleto, Rocca Albornoziana

Forca di Cerro

Il borgo di Castel San Felice

Uno scorcio del borgo di Monteleone d’Orvieto

Il Terminillo visto dall’altipiano di Leonessa

Leonessa, Chiesa di San Francesco

Gola di Sigillo

Montereale, Palazzo Farnese Cassiani

Capitignano, Santuario della Madonna degli Angeli

Lago di Provvidenza

Lago di Campotosto

QUARTIERTAPPA: DALLA SEDE DI PERUGIA

Ecco il tradizionale contenitore made ilciclismo.it che da diverse stagioni accompagna le cronache prima del Giro e poi del Tour. All’interno ritroverete le rubriche riservate alla rassegna stampa internazionale, alla colonna sonora del giorno, alle previsioni del tempo per la tappa successiva, alle “perle” dei telecronisti, al Giro d’Italia rivisto alla “rovescia” e al ricordo di un Giro passato (quest’anno rivisiteremo l’edizione vinta dall’elvetico Carlo Clerici nel 1954)

SALA STAMPA

Italia

Pogacar senza limiti! Trionfa anche nella cronometro: rimonta Ganna e lo batte di 17″

Gazzetta dello Sport

Slovenia

Tadej Pogačar je poletel, Geraint Thomas podoživel Višarje (Tadej Pogačar ha volato, Geraint Thomas ha rivissuto Lussari)

Delo

Regno Unito

Pogacar leaves rivals flailing with time-trial dominance (Pogacar lascia i rivali in difficoltà con il dominio a cronometro)

The Guardian

Francia

Le gros coup de Pogacar (Il colpo grosso di Pogacar)

L’Équipe

Spagna

Pogacar tambalea el Giro (Pogacar fa vacillare il Giro)

AS

Belgio

Hij is gewoon in alles de beste: Tadej Pogacar overklast zelfs Filippo Ganna en wint tijdrit in Giro, Cian Uijtdebroeks verliest witte trui (È semplicemente il migliore in tutto: Tadej Pogacar surclassa addirittura Filippo Ganna e vince la cronometro al Giro, Cian Uijtdebroeks perde la maglia bianca)

Het Nieuwsblad

Paesi Bassi

Masterclass Pogacar

De Telegraaf

Germania

Entfesselter Pogacar fängt Ganna im Zeitfahren ab – Schachmann stark (Pogacar scatenato intercetta Ganna nella cronometro – Schachmann forte)

Kicker

USA

Pogacar blows away everyone on time trial to extend Giro lead to more than 2 minutes (Pogacar spazza via tutti nella cronometro estendendo il vantaggio del Giro a più di 2 minuti)

The Washington Post

Colombia

Daniel Martínez ‘voló’, excelente contrarreloj y es segundo en el Giro de Italia (Daniel Martínez ‘ha volato’, ottima cronometro ed è secondo al Giro d’Italia)

El Tiempo

Australia

Pogacar homes in on Giro glory as Aussies hunt podium (Pogacar punta alla gloria del Giro mentre gli australiani vanno a caccia del podio)

The West Australian

DISCOGIRO

La colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it

L’orologio (Adriano Celentano)

METEOGIRO

Spoleto: cielp sereno, 23°C (percepiti 25°C), vento moderato da N (9-27 Km/h), umidità al 39%
Leonessa – traguardo volante Sprint (Km 58) : nubi sparse, 18°C, vento moderato da E (4-27 Km/h), umidità al 41%
Capitignano – Intergiro (Km 104.4) : nubi sparse, 19°C, vento moderato da E (5-23 Km/h), umidità al 42%
Prati di Tivo: nubi sparse, 12°C, vento moderato da NE (9-32 Km/h), umidità al 59%

GLI ORARI DEL GIRO

12.15: inizio diretta su Eurosport
12.45: inizio diretta su RaiSport
12.45: partenza da Spoleto
14.00: inizio diretta su Rai2
14.00-14.15: GPM di Forca Capistrello
14.25-14.46: traguardo volante Sprint di Leonessa
15.30-15.55: traguardo volante Intergiro di Capitignano
15.50-16.20: GPM di Croce Abbio
16.20-16.55: inizio salita finale
16.40-17.20: traguardo volante Sprint di Pietracamela (con abbuoni)
17.00-17.35: arrivo a Prati di Tivo

I MISTERI DELLA CASSAPANCA

Con la ricomposizione della coppia al commento Pancani – Cassani la rubrica degli strafalcioni dei telecronisti riprende il suo titolo originario

De Luca: “Partono con un minuto di cadenza”
De Luca: “E’ partito il campionato nazionale”
Petacchi: “In una cronometro così lungo”
Petacchi” “E’ partito il posteriore”
Pancani: “Due gare all’interno della stessa tappa per un totale di 40 Km”
Pancani: “Secondo intermedio ai piedi della classifica” (ai piedi della salita finale)
Conti: “Salita più pedalabila”
Fabretti: “Ganna non era soddisfatto della prima garte”
Televideo: “Arensmann” (Arensman)

GIROALCONTRARIO

L’ordine d’arrivo e la classifica generale dal punto di vista della maglia nera

Ordine d’arrivo della settima tappa, cronometro individuale Foligno – Perugia

1° Madis Mihkels
2° Edward Planckaert a 43″
3° Fabio Jakobsen a 51″
4° Caleb Ewan a 52″
5° Luka Mezgec a 1′06″

Miglior italiano Stefano Oldani, 13° a 1′55″

Classifica generale

1° Julius van den Berg
2° Ryan Mullen a 6′31″
3° Bastien Tronchon a 9′15″
4° Simon Clarke a 9′41″
5° Jimmy Janssens a 9′48″

Miglior italiano Manuele Tarozzi, 15° a 13′20″

IL GIRO DI 70 ANNI FA

Riviviamo l’edizione 1954 della Corsa Rosa attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”. Quell’anno si impose grazie a una storica fuga bidone l’elvetico Carlo Clerici

28 MAGGIO 1954 – 7a TAPPA: L’AQUILA – ROMA (150 Km)

SCATENATI GLI ASSI CONTRO LA «MAGLIA ROSA» E NETTA VITTORIA DI ALBANI IN VOLATA SU KOBLET

Energico risveglio di combattività nella tappa L’Aquila-Roma del Giro – Fausto Coppi non sta bene ma non pensa a ritirarsi

L’offensiva si è iniziata appena mezz’ora dopo la partenza, protagonista Monti – Oltre 40 km. all’ora di media – La tenace difesa di Clerici che conserva il primato in classifica con 36 minuti di vantaggio su Coppi – “Tante ne ho sentite – dice il campionissimo – che ormai non ci bado più” – Come egli spiega la volata di ieri – Magni: “Aspettate, prima di farci il funerale”

La Fontana Maggiore di Perugia illuminata di rosa (www.rainews.it)

La Fontana Maggiore di Perugia illuminata di rosa (www.rainews.it)

ARCHIVIO QUARTIERTAPPA

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Raduno di partenza a Venaria Reale
1a tappa: Venaria Reale – Torino
2a tappa: San Francesco al Campo – Santuario di Oropa
3a tappa: Novara – Fossano
4a tappa: Acqui Terme – Andora
5a tappa: Genova – Lucca
6a tappa: Torre del Lago Puccini (Viareggio) – Rapolano Terme

POGACAR ASSO PIGLIATUTTO AL GIRO… ED ORA?

La maglia rosa conquista anche la prima tappa a cronometro del Giro d’Italia, infliggendo distacchi importanti agli avversari per la classifica generale e battendo uno specialista come Filippo Ganna che, in verità, non ha gestito bene lo sforzo ed è arrivato in debito. I distacchi in generale sono ora molto pesanti e, vista la superiorità dimostrata, Pogacar potrebbe tentare domani di mettere la pietra tombale sul giro e fare una seconda parte in gestione.

Una cronometro lunga, di 40 chilometri, raro negli ultimi anni vederne una così.
Una cronometro difficile, pianeggiante nella prima parte ma con molti tratti tecnici, con curve difficili da affrontare in velocità e un finale in salita che ha rimescolato tutte le carte rispetto al secondo intertempo, posto ai piedi della ascesa finale verso il capoluogo umbro.
I migliori specialisti delle prove contro il tempo dicono che, per vincere le tappe a cronometro, bisogna partire forte ed arrivare fortissimo.
Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) ha preso alla lettera il suggerimento e ha disputato una prova in crescendo. Già nella prima parte la maglia rosa ha guadagnato sui diretti rivali per la classifica e ha limitato i danni nei confronti di uno specialista come Filippo Ganna (INEOS Grenadiers), che aveva anche incontrato meno vento nel tratto pianeggiante. La vittoria di tappa è poi ovviamente maturata nella parte finale in salita. che è stata determinante per tutti i corridori, nel bene o nel male. Sulle rampe verso Perugia il fuoriclasse sloveno ha messo tutto sulla strada e ha inflitto un distacco di 1′04″ a Ganna nel giro di soli 7 chilometri, il che significa 9 secondi al chilometro.
Ora certamente il tratto finale sorrideva più a Pogacar che a Ganna, tuttavia un distacco così ampio è spia del fatto che Ganna è arrivato in riserva nel tratto finale. Probabilmente una distribuzione dello sforzo non ottimale, che era oggettivamente uno dei rischi a cui un corridore come il campione italiano di specialità poteva andare incontro.
E’ ovvio che un atleta fortissimo in pianura provi a dare tutto nel tratto a lui favorevole, ma è altrettanto ovvio che, se si esagera, si arriva sulla salita con la spia accesa.
Ganna, infatti, ha perso secondi da quasi tutti gli avversari diretti nel tratto finale e anche gli atleti che ha superato in vista del traguardo sembravano riuscire a stargli a ruota abbastanza agevolmente.
Geraint Thomas (INEOS Grenadiers), dal canto suo, è andato anche peggio perché è stato uno dei pochi a perdere secondi da Ganna nel tratto finale.
Al chilometro 18, al primo intertempo, il distacco tra Pogacar e Thomas era di soli 8 secondi mentre, al secondo intertempo, ai piedi della salita, era salito a 40 secondi. All’arrivo il gallese ha accusato un passivo di 2 minuti, perdendo quindi 1′20″ in salita, ossia 11 secondi al chilometro… un’eternità. Probabilmente anche la scelta dei rapporti non ha aiutato il solido capitano della INEOS .
Molto meglio di lui ha fatto il suo compagno di squadra Tymen Arensman, che ha perso anche lui un minuto da Pogacar sulla salita finale, ma ha concluso la prova con il quarto tempo, essendo andato molto bene nel tratto in pianura. L’olandese è ora undicesimo a cinque minuti dal capoclassifica, ritardo in gran parte accumulato nelle prime due tappe, nelle quali non è apparso in condizione.
Daniel Felipe Martinez (BORA – Hansgrohe) ha, invece, limitato molto bene i danni sulla salita, accusando un passivo di 1′47″ da Pogacar, di cui solo 32 secondi maturati negli ultimi 7 chilometri, sui quali ha fatto registrare il secondo miglior tempo dopo Pogacar. Del resto il colombiano, pur essendo campione nazionale di specialità, non è comunque un cronoman di razza, tanto che, al secondo intertempo, accusava un ritardo di 2 minuti da GannaM al quale ha recuperato oltre mezzo minuto in salita.
Grazie alla sua prova, Martinez ha scavalcato Thomas al secondo posto in classifica e si candida a lottare per il podio, essendo un discreto scalatore.
La top 5 della classifica si conclude con Ben O’Connor (Decathlon AG2R La Mondiale Team) e Lucas Plapp (Team Jayco AlUla), che si sono difesi abbastanza bene, anche se il ritardo dalla maglia rosa è considerevole. In particolare, O’Connor ha fatto registrare il terzo miglior tempo nel tratto in salita.
Nel capitolo italiani c’è da sottolineare l’ottima prova di Antonio Tiberi (Bahrain – Victorious), che ha concluso in sesta posizione con un ritardo di 1′21: tuttavia, al primo intertempo, il corridore laziale perdeva 23 secondi dalla maglia rosa e al secondo rilevamento cronometrico 41 secondi. La prova di Tiberi è stata, quindi, estremamente regolare, non ha avuto cali nel percorso e non è crollato in salita, sulla quale ha fatto anzi registrare il quarto tempo. Si tratta di un elemento significativo perché, in una crono di oltre 50 minuti, che i corridori non sono più abituati a disputare su queste distranze, non è facile per un giovane riuscire a gestire lo sforzo. Del resto, un uomo esperto come Thomas ha anch’egli pagato caro alcuni errori e un campione come Ganna ha perso la cronometro anche a causa di una distribuzione dello sforzo non ideale.
Insieme a Tiberi, anche Filippo Zana (Team Jayco AlUla), quindicesimo di giornata, e Lorenzo Fortunato (Astana Qazaqstan Team), trentatreesimo, sono entrati nella top 10 della classifica e domani, su un terreno più congeniale, potranno provare a far bene.
Non si può negare che il Giro abbia preso una piega ben precisa e, del resto, visto il campo partenti c’era da aspettarselo. Il divario tra il leader della generale e gli avversari è abissale e se anche domani lo sloveno dovesse affondare il colpo, potrà gestire in tranquillità le ultime due settimane, che diventeranno una lotta per il secondo posto (salvo clamorosi imprevisti, che sono comunque sempre possibili in una corsa di 21 giorni che nasconde rischi e insidie a ogni metro).
La strategia sembra chiara: picco di forma nella prima settimana, quindi gestione per arrivare al secondo picco nella fasi decisive del Tour de France e provare a centrare la doppietta che dal lontano 1998 è una chimera.

Benedetto Ciccarone

Pogacar vola a prendersi anche la lunga crono di Perugia (foto Luca Bettini / AFP / Getty Images)

Pogacar vola a prendersi anche la lunga crono di Perugia (foto Luca Bettini / AFP / Getty Images)

CUORE NEL CUORE

Primo appuntamento a cronometro sulle strade dell’Umbria. Circa 40 saranno i chilometri che si dovranno percorrere contro il tempo tra Foligno e Perugia, con la salita finale a fare da contraltare a una prima parte di gara totalmente pianeggiante. I primi tratti dell’ascesa verso il capoluogo umbro hanno pendenze da muro, poi le inclinazioni si fanno più morbide, un doppio capovolgimento di fronte che potrebbe far soffrire i cronoman che avranno esagerato troppo nella prima parte di corsa a loro più favorevole.

“L’Italia ha un cuore verde: l’Umbria” campeggiava su uno striscione che fu esposto il pomeriggio del 17 maggio del 1978 sul rettilineo d’arrivo di Piediluco, traguardo della decima tappa del Giro d’Italia vinto dal belga Johan De Muynck. In quello stesso cuore verde il 10 maggio del 2024 palpiteranno i grandi campioni al via della Corsa Rosa perché è sulle strade dell’Umbria che andrà in scena la prima delle due tappe a cronometro inserite quest’anno nel tracciato del Giro, quasi 40 Km che tolgono il sonno agli scalatori ma, al contempo, inquietano non poco anche i corridori più attrezzati sul passo. La tratta da percorrere tra Foligno e Perugia, infatti, non sarà del tutto pianeggiante e, dopo una prima parte effettivamente snella, quando mancheranno poco più di 8 Km al traguardo si comincerà a salire verso il centro storico del capoluogo umbro. Non si tratterà, però, di una salita unitaria perché avrà un aspetto discontinuo per via dell’alternarsi di tratti intermedi privi di pendenza ad altri nei quali la strada salirà a volte con dolcezza e a volte con l’aspetto di vero e proprio muro. Tutte queste variazioni di ritmo potrebbero costituire un bell’handicap per quei corridori più dotati a cronometro che avranno speso troppo nella prima parte di gara, ideale per le loro cilindrate, nel tentativo di affibbiare il maggior distacco possibile agli scalatori. E, alla fine, questi ultimi potrebbero riuscire proprio in virtù del tratto finale a limitare i danni, anche se al traguardo potrebbero comunque perdere diversi minuti.
La rampa di lancio sarà collocata a Foligno, una città che negli ultimi vent’anni ha rappresentato un richiamo irresistibile per il gruppo organizzatore della Gazzetta dello Sport avendo già ospitato quattro volte il Giro d’Italia e cinque la Tirreno-Adriatico, corsa che ha un legame speciale con Foligno perché nel 1966 vi terminò la prima della tappa della prima edizione, terminata con il successo dell’elvetico Rolf Maurer, che allo sprint ebbe ragione dei veneti Dino Zandegù e Flaviano Vicentini. Dalla centralissima Piazza della Repubblica – sulla quale si affacciano il Duomo e il Palazzo Comunale dominato dal torrino simbolo della città dal giorno del suo crollo nel 1997 a causa del terremoto che colpi l’Umbria – già in passato sono salpate due tappe a cronometro del Giro, nel 1995 diretta ad Assisi e nel 2017 a Montefalco, ma in questa terza occasione il via sarà dato alla di fuori dalla cerchia del centro storico. Nei primi 12 Km si ricalcherà la parte iniziale della crono del 1995, dominata dall’elvetico Tony Rominger, che costruì il suo successo unicamente lungo il tratto finale in salita perché nella prima parte di gara i tempi cronometrati furono quasi tutti simili a causa della forte pioggia che costrinse a moderare la velocità, con i pochi che tentarono di alzarla che si ritrovarono a terra. Seguendo le rotte di quella crono a circa 5 Km dal via si sfioreranno le prime pendici del Monte Subasio, sulle quali sono arroccati il centro di Spello e i suoi monumenti – come Porta Venere e la collegiata di San Maria Maggiore – che ne hanno fatto uno dei borghi più belli d’Italia e come tale membro dell’omonima associazione. Giunti in località Passaggio di Assisi si lascerà la strada diretta alla città di San Francesco e con essa anche il tracciato della tappa del 1995, seguitando sulla strada pianeggiante che punta su Rivotorto, un altro luogo di pellegrinaggio frequentato dai devoti al santo “poverello” per la presenza del santuario eretto nel XV secolo attorno al Sacro Tugurio (una delle prime dimore del santo) e interamente rifatto in stile neogotico dopo il terremoto che l’aveva diroccato nel 1854. È un luogo di culto “minore” se paragonato a quello più celebre verso il quale si dirigeranno ora i corridori, la basilica di Santa Maria degli Angeli, imponente opera barocca all’interno della quale è conservata la Porziuncola, la piccola chiesetta che fu uno dei luoghi prediletti da San Francesco, che qui vi scoprì la sua vocazione e vi accolse i primi compagni con i quali fonderà l’Ordine dei Frati Minori (quelli che comunemente sono detti, per l’appunto, francescani). È in questo luogo che conosceremo i primi verdetti dell’orologio, essendo previsto in prossimità del santuario il primo punto nel quale i cronometristi prenderanno i tempi di gara e comunicheranno i distacchi che i favoriti avranno già dato agli avversari. Per i meno dotati nell’esercizio ci sarà ancora da stringere i denti per parecchi chilometri e intanto ci si lascerà alle spalle la collina di Assisi per puntare su Bastia Umbra, l’unico comune della regione a presentare un territorio totalmente pianeggiante, presso il quale si erge la Rocca Baglionesca, maniero oggi occupato da un monastero benedettino femminile.
Si andrà ora a superare l’unica difficoltà altimetrica prevista nella prima parte di questa cronometro, un dentello di 200 metri al 5.6% in vetta al quale si attraverserà Collestrada, centro situato sulla sommità della modesta collina che fa da spartiacque tra la piana di Assisi e il bacino del Tevere. Il fiume di Roma sarà varcato 3 Km più avanti sul “Nuovo Ponte Vecchio”, così chiamato perché l’attuale – di legno – è stato inaugurato nel 2000 in sostituzione del precedente di pietra era stato distrutto dai bombardamenti durante la Seconda Guerra Mondiale. Conosciuti alle porte della frazione di Ponte San Giovanni i nuovi responsi del tic-tac inizieranno ora gli ultimi chilometri “tranquilli” di questa cronometro, che si snoderà nei successivi 2000 metri in direzione della località di Ponte Valleceppi, nome che deriva da un altro ponte gettato sul Tevere, risalente al XIV secolo e oggi privo della porta daziaria e della torre di difesa demolite quattrocento anni più tardi.
Sceso il sipario sul tratto più veloce della crono ci sarà un repentino cambio di direzione per cominciare ad “aggredire” le pendici della collina sulla quale sorge Perugia e aggressivi lo saranno per davvero i primi tratti della salita finale, che complessivamente misura 8.2 Km e presenta una pendenza del 3.2%. Bisogna, infatti, digerire un’inclinazione media del 10.7% per raggiungere la località di Casaglia, passata la quale la salita si spegne letteralmente per un paio di chilometri, tratto in quota che s’interrompe per circa 400 metri (media del 5.1%) in prossimità del bivio per il castello di Monterone, che oggi ospita un albergo e che si racconta fosse un tempo ospizio gestito dai mitici cavalieri templari, che avevano il loro monastero presso la vicina Chiesa di San Bevignate. Da quest’ultima si transiterà subito prima della “riaccensione” della salita, che comunque da qui in poi non avrà più il piglio del ripido muro iniziale e ora proporrà una rampa di 700 metri al 6.9%, superata la quale si penetrerà in falsopiano nel quartiere di Monteluce, alle cui porte è stato realizzato l’omonimo polo universitario. Quando mancheranno circa 4 Km all’arrivo la salita tornerà a essere un ricordo e, anzi, si procederà in leggere discesa in direzione dell’antica Porta San Girolamo, che si varcherà con un secco tornante nel corso dell’ultimo tratto di vera salita e che un tempo costituiva il punto d’accesso alla città per i viandanti che arrivavano da Roma. Nel corso dei successivi 400 metri al 5% si transiterà sotto Porta di San Pietro, superata la quale si attraverserà l’omonimo rione medioevale, uno dei cinque rioni storici nel quale è suddivisa la città di Perugia. Per quasi buon chilometro la pendenza si farà dolcissima (media dell’1.5%), poi le inclinazioni tornano leggermente a incrementare nei 500 metri conclusivi al 3.5% con i quali si raggiungerà il cuore della città, il centralissimo Corso Vannucci, il salotto buono di Perugia in fondo al quale troneggia la monumentale Fontana Maggiore, scenografica quinta ai primi, severi responsi dell’orologio.

Mauro Facoltosi

La Fontana Maggiore di Perugia e l’altimetria della settima tappa (www.paesaggioitaliano.eu)

La Fontana Maggiore di Perugia e l’altimetria della settima tappa (www.paesaggioitaliano.eu)

I VALICHI DELLA TAPPA

Colle Strada (240 metri). Non toccato direttamente dal percorso di gara, si trova non distante dalla località di Collestrada, esattamente all’altezza dello svincolo tra la Strada Statale 3 bis “Tiberina” e la Strada Statale 75 “Centrale Umbra”.

Nota. Il testo di riferimento è “Valichi stradali d’Italia” di Georges Rossini (editore Ediciclo).

CIAK SI GIRO

Quando nel 2021 Pupi Avati decise di mettere in pratica il progetto di un film su Dante Alighieri, la cui prima versione del soggetto era stata scritta dallo stesso nel 2003, la volontà del celebre regista bolognese era, ovviamente, di girare il tutto a Firenze. Dopo i primi sopralluoghi, però, ci si rese conto che la città era troppo cambiata e anche i luoghi che ancora avevano connotati medioevali erano “inquinati” da troppi segni della modernità, come nel caso dell’unica location veramente fiorentina, la chiesa di Orsanmichele, che dopo esser stata filmata fu sottoposta a “maquillage” al computer per far sparire le moderne grondaie che ne percorrevano la facciata. Bisognava trovare delle soluzioni e Avati le trovò a Roma, dove molte scene furono girate in set appositamente costruiti negli studi di Cinecittà e purtroppo andati distrutti in un rovinoso incendio pochi mesi più tardi, e in alcuni luoghi della Toscana (come a San Gimignano) e dell’Umbria che ancora non avevano perso i tratti “medioevaleggianti”. Così per vedere dal vero la chiesa di Firenze incontrò per la prima volta l’amata Beatrice bisogna raggiungere l’abitato di Vallo di Nera, in provincia di Terni, mentre l’umbra abbazia di San Salvatore di Montecorona a Umbertide ha preso il posto del toscano monastero di Vallombrosa. La stessa Perugia ha prestato il proprio volto per numerose scene, soprattutto per quelle che hanno per protagonista il poeta Giovanni Boccaccio, incaricato di recarsi a Ravenna per consegnare alla figlia di Dante un risarcimento simbolico per l’esilio al quale il “vate” era stato costretto 30 anni prima. Tra le location filmate c’è la trecentesca Torre di Pretola, poco distante dal punto dove inizierà la salita finale verso Perugia: è qui che Boccaccio (interpretato da Sergio Castellitto) scende nel sottostante fiume (nella finzione l’Arno, nella realtà il Tevere) per lavarsi prima d’iniziare il lungo viaggio verso Ravenna, occasione per rivivere in flash back – tappa dopo tappa – i principali episodi della vita di Dante.

In collaborazione con www.davinotti.com

La torre di Pretola presso Perugia nel film “Dante” (www.davinotti.com)

La torre di Pretola presso Perugia nel film “Dante” (www.davinotti.com)

Le altre location del film

https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/dante/50060403/pagina/1

https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/dante/50060403/pagina/2

FOTOGALLERY

Foligno, Piazza della Repubblica e Palazzo Comunale

Spello, Porta Venere


Rivotorto, Santuario del Sacro Tugurio

Assisi, Basilica di Santa Maria degli Angeli

Bastia Umbra, Rocca Baglionesca

Il “dentello” di Collestrada

Ponte San Giovanni, Nuovo Ponte Vecchio

L’inizio della dura rampa verso Casaglia

Perugia, Castello di Monterone

Complesso templare di San Bevignate

Il tornante all’imbocca di Porta San Girolamo

La rampa che immetterà i “girini” sotto Porta di San Pietro

Il rettilineo d’arrivo di Corso Vannucci

QUARTIERTAPPA: DALLA SEDE DI RAPOLANO TERME

Ecco il tradizionale contenitore made ilciclismo.it che da diverse stagioni accompagna le cronache prima del Giro e poi del Tour. All’interno ritroverete le rubriche riservate alla rassegna stampa internazionale, alla colonna sonora del giorno, alle previsioni del tempo per la tappa successiva, alle “perle” dei telecronisti, al Giro d’Italia rivisto alla “rovescia” e al ricordo di un Giro passato (quest’anno rivisiteremo l’edizione vinta dall’elvetico Carlo Clerici nel 1954)

SALA STAMPA

Italia

Rapolano, colpo di Pelayo Sanchez. Alaphilippe 2° allo sprint, Pogacar resta in rosa

Gazzetta dello Sport

Slovenia

Makadamska etapa Špancu Sanchezu, Mezgec šesti (Tappa “macadam” per lo spagnolo Sanchez, Mezgec sesto)

Delo

Regno Unito

Sánchez rises from pack to win stage six under the Tuscan sun (Sánchez risale dal gruppo e vince la sesta tappa sotto il sole della Toscana)

The Guardian

Francia

Alaphilippe battu de justesse (Alaphilippe battuto di poco)

L’Équipe

Spagna

Don Pelayo, el conquistador (Don Pelayo, il conquistatore)

AS

Belgio

Alaphilippe bij in het stof! Pelayo Sanchez wint sprint van Fransman en triomfeert in graveletappe van Giro (Alaphilippe nella polvere! Pelayo Sanchez vince in volata il francese e trionfa nella tappa sterrata del Giro)

Het Nieuwsblad

Paesi Bassi

Pelayo Sanchez na driestrijd met zege aan de haal in zesde Giro-etappe (Pelayo Sanchez vince la sesta tappa del Giro dopo una battaglia a tre)

De Telegraaf

Germania

Ausreißer kommen durch: Sanchez vor Alaphilippe – Lipowitz muss aufgeben (Arrivano le fughe: Sanchez davanti ad Alaphilippe – Lipowitz deve mollare)

Kicker

Colombia

Daniel Martínez y Einer Rubio sortearon una durísima etapa en el Giro de Italia (Daniel Martínez ed Einer Rubio hanno superato una tappa molto dura del Giro d’Italia)

El Tiempo

Ecuador

Jhonatan Narváez marca el tiempo del lote principal, con triunfo de Pelayo Sánchez en la 6.ª etapa del Giro de Italia (Jhonatan Narváez fissa il tempo del gruppo principale, con la vittoria di Pelayo Sánchez nella sesta tappa del Giro d’Italia)

El Universo

Australia

Aussie champ Plapp pipped in bold Giro breakaway bid (Il campione australiano Plapp battuto nell’audace tentativo di fuga al Giro)

The West Australian

DISCOGIRO

La colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it

Strade bianche (Gian Pieretti)

METEOGIRO

Foligno – partenza primo corridore (ore 13): nubi sparse, 22°C (percepiti 25°C), vento moderato da NE (15-39 Km/h), umidità al 47%
Foligno – ore 14 : nubi sparse, 22°C, vento moderato da NE (16-42 Km/h), umidità al 49%
Foligno – ore 15 : nubi sparse, 22°C (percepiti 25°C), vento moderato da NE (14-41 Km/h), umidità al 47%
Foligno – partenza maglia rosa (ore 16.22): nubi sparse, 23°C (percepiti 25°C), vento moderato da NE (13-36 Km/h), umidità al 47%
Perugia – arrivo primo corridore (ore 14): nubi sparse, 20°C, vento moderato da NE (18-40 Km/h), umidità al 51%
Perugia – ore 15 : cielo sereno, 20°C, vento moderato da NE (17-38 Km/h), umidità al 48%
Perugia – ore 16 : cielo sereno, 20°C, vento moderato da NE (17-37 Km/h), umidità al 47%
Perugia – arrivo maglia rosa (ore 17 circa): cielo sereno, 19°C, vento moderato da NE (16-38 Km/h), umidità al 49%

GLI ORARI DEL GIRO

12.45: inizio diretta su Eurosport
13.00: partenza del primo corridore da Foligno
13.05: inizio diretta su RaiSport
13.52: arrivo del primo corridore a Perugia
14.00: inizio diretta su Rai2
16.22: partenza della maglia rosa da Foligno
17.10: arrivo della maglia rosa a Perugia

I MISTERI DELLA CASSAPANCA

Con la ricomposizione della coppia al commento Pancani – Cassani la rubrica degli strafalcioni dei telecronisti riprende il suo titolo originario

De Luca: “Fuga che non ha ancora preso l’attacco”
Genovesi: “Casole d’Elba” (Casole d’Elsa)
Rizzato: “Alaphilippe comincia a sciogliere le gambe”
Rizzato: “La fuga ha voluto tanto tempo per formarsi”
Conti: “Accompagneremo fino a Roma per Pogacar come vincitore”
Fabretti: “Mi servirà il battiscopa per togliermi la polvere di dosso” (ti piace essere preso a legnate?)
Borgato: “Mi sono avvicinata due volte alla maglia del team UAE” (alla macchina)
Fabretti: “Il Passo del Brocco” (Passo del Bocco)
Pellizzari: “Tiberi lo conosco, correva mia fratello”
Televideo: “Julien Alaphilippe” (Julian)
Teletext TV svizzera: “Lorenzo Fortunat” (Fortunato)

GIROALCONTRARIO

L’ordine d’arrivo e la classifica generale dal punto di vista della maglia nera

Ordine d’arrivo della sesta tappa, Torre del Lago Puccini (Viareggio) – Rapolano Terme

1° Tobias Lund Andresen
2° Fernando Gaviria s.t.
3° Davide Cimolai s.t.
4° Jasper Stuyven s.t.
5° Phil Bauhaus s.t.

Classifica generale

1° Julius van den Berg
2° Ryan Mullen a 3′59″
3° Jimmy Janssens a 7′31″
4° Josef Cerný a 9′05″
5° Clément Davy a 9′38″

Miglior italiano Manuele Tarozzi, 15° a 15′11″

IL GIRO DI 70 ANNI FA

Riviviamo l’edizione 1954 della Corsa Rosa attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”. Quell’anno si impose grazie a una storica fuga bidone l’elvetico Carlo Clerici

27 MAGGIO 1954 – 6a TAPPA: NAPOLI – L’AQUILA (252 Km)

CLERICI VINCITORE E “MAGLIA ROSA” E GLI ASSI CON OLTRE MEZZ’ORA DI RITARDO

Ancora sconvolta la classifica dopo la tappa Napoli – L’Aquila del Giro d’Italia

Koblet discende all’11° posto in classifica e Coppi al 17° con 39 minuti di distacco – L’episodio decisivo della tappa si è iniziato a Capua – Lo svizzero batte di un soffio Assirelli nella volata finaie – La grave caduta del corridore Rivola – Operato d’urgenza Rivoli a Cassino

Un tratto di strada bianca alle porte di Rapolano Terme illiuminato di rosa (www.comune.rapolanoterme.si.it)

Un tratto di strada bianca alle porte di Rapolano Terme illiuminato di rosa (www.comune.rapolanoterme.si.it)

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Raduno di partenza a Venaria Reale
1a tappa: Venaria Reale – Torino
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4a tappa: Acqui Terme – Andora
5a tappa: Genova – Lucca

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