IL CAPOLAVORO DI VAN AERT RIPORTA LA SANREMO IN BELGIO
agosto 8, 2020 by Redazione
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Non la vincevano dal 1999, quando sul traguardo di Via Roma era giunto per primo Andrei Tchmil, russo di nascita ma da un paio di stagioni naturalizzato belga. E senza questo passaggio burocratico il digiuno dei belgi dalla classicissima sarebbe stato ancora più lungo perchè la precedente vittoria risaliva al 1981, quando si era imposto Alfons De Wolf. Ora la straordinaria affermazione di Wout Van Aert potrebbe riaprire il discorso, perchè il belga ha tutte le carte per cercare di avvicinare l’inavvicinabile primato delle sette vittorie del suo connazionale Eddy Merckx.
Centoundicesima edizione della Classicissima di Primavera, la Milano-Sanremo, quest’anno corsa in estate inoltrata a causa della pandemia di Covid-19. Percorso stravolto nei suoi 305 chilometri di strada, tranne il finale con Poggio, Cipressa e arrivo in via Roma invariati, ma con alcune località storiche come il Passo del Turchino, Capo Mele e Capo Berta messe da parte in attesa di essere rispolverate nel 2021, Coronavirus permettendo. Dopo il fondo, oltre 300 chilometri che hanno messo a dura prova la resistenza e la forma fisica dei ciclisti soprattutto in questa stagione anomala, le difficoltà maggiori per le ruote veloci venivano rappresentate dalle asperità delle salite di Niella Belbo al 161° chilometro, edel Colle di Nava al 269° Km (3.9 chilometri di lunghezza al 3% di pendenza media). Alla partenza si schieravano ventisette squadre formate da sei ciclisti ciascuno per un totale di centosessantadue corridori e tra di loro c’erano i vincitori delle ultime edizioni (2015 escluso): Julian Alaphilippe (Deceuninck-Quick Step), Vincenzo Nibali (Trek-Segafredo), Michał Kwiatkowski (Ineos), Arnaud Démare (Groupama-FDJ) e Alexander Kristoff (UAE-Team Emirates). Tra gli altri partenti si segnalavano il campione slovacco Peter Sagan (Bora Hansgrohe), Greg Van Avermaet (CCC Team) e gli scoppiettanti Mathieu Van der Poel (Alpecin-Fenix) e Wout Van Aert (Jumbo-Visma), vincitore della Strade Bianche a Siena pochi giorni fa. Fernando Gaviria (UAE-Team Emirates), Elia Viviani (Cofidis) e Caleb Ewan (Lotto Soudal) erano, invece, tre tra i velocisti più pericolosi al via che avrebbero subito attacchi dalle squadre dei passisti sul Poggio e sulla Cipressa, tenendo presente che la riduzione a sei ciclisti per squadra rendeva più difficile il controllo della corsa ai vari team. La Lotto Soudal, per esempio, oltre al già citato Ewan poteva contare anche su Philippe Gilbert, corridore che non ha certo bisogno di presentazione e al cui nutrito palmarès manca proprio la Milano-Sanremo.
La partenza avveniva qualche minuto dopo le undici, sotto un caldo pungente. Dopo solo 2 Km partivano all’attacco sette ciclisti Mattia Bais (Androni Giocattoli Sidermec), Manuele Boaro (Astana), Alessandro Tonelli (Bardiani), Damiano Cima (Gazprom), Héctor Carretero (Movistar), Marco Frapporti (Vini Zabù) e il giovane Fabio Mazzucco (Bardiani), che li raggiungeva qualche chilometro più tardi. Nonostante le alte temperature, dopo due ore di gara la media della corsa toccava i 43,6 km/h, mentre la fuga al comando viaggiava con 6′30″ di vantaggio sul gruppo. A guidare il plotone all’inseguimento si alternavano le squadre dei velocisti ed in particolare Lotto Soudal, Jumbo-Visma, Deceuninck-Quick Step e Groupama-FDJ, formazioni rispettivamente di Caleb Ewan, Van Aert, Alaphilippe e Démare.
Sulla salita di Niella Belbo si raggiungevano le 3 ore di corsa con la fuga che manteneva sempre 6 minuti di vantaggio dagli inseguitori, nel quale non si facevano ancora notare i favoriti per la vittoria, ben protetti nella pancia del gruppo. Solo 4 ore dopo la partenza della Classicissima il vantaggio dei fuggitivi calava vistosamente scendendo sotto i 3 minuti e mezzo. Prima dell’inizio del Colle Nava tale gap calava per la prima volta sotto i tre minuti grazie all’impulso delle squadre dei favoriti e in quel frangente era da segnalare il buon lavor di Oliviero Troia (UAE-Team Emirates).
Il primo colpo di scena avveniva ai meno 88 km dall’arrivo, quando una caduta nella pancia del gruppo metteva a terra diversi ciclisti tra i quali Simone Consonni (Cofidis) e Matteo Trentin (CCC Team). Proprio quest’ultimo, vice campione del mondo in carica, era quello che ne faceva le spese venendo costretto al ritiro. Per lui una brutta botta alla spalla mentre il gruppo ìera a quasi 2 minuti dai sei al comando, che a pochi chilometri della vetta del Colle di Nava perdeva Carretero, che esausto si faceva inghiottire dalle fauci del gruppo guidato dalla Bora-Hansgrohe. Da segnale all’inizio della discesa Nibali nelle primissime posizioni, con Sagan attento alle sue ruote.
A 60 chilometri dall’arrivo, con il gruppo che lasciava il Piemonte per entrare in Liguria e con un ritardo di 1′10” dai fuggitivi, le squadre dei big iniziavano a fare le prime mosse. Nel tratto di falsopiano che seguiva la discesa del Colle di Nava Mazzucco si fermava a causa di problemi mecccanici, mentre la Trek-Segafredo di Nibali mandava all’attacco il giovane e promettente Nicola Conci, con i compagni Giulio Ciccone e Gianluca Brambilla nelle prime venti posizioni del gruppo, pronti a rilanciare in caso di tentativo vano da parte di Conci. Data la distanza dal traguardo, questa era una mossa che serviva più che altro per stanare le squadre dei favoriti e per far lavorare e stancare i gregari dei velocisti in vista di Cipressa e Poggio. Il tentativo veniva, però, annullato dalla Deceuninck-Quick Step di Alaphilippe, che prendeva le redini della corsa portandosi a 15” dai fuggitivi, nel frattempo rimasti solo in cinque, definitivamente ripresi a 35 chilometri dall’arrivo, mentre si transitava dal centro di Imperia e il gruppo si apprestava a tornare sulle strade classiche della Sanremo.
Intanto due pedine fondamentali della Deceuninck Quick Step, Alaphilippe prima e Bob Jungels poi, erano costretti a cambiare bici per problemi meccanici e a rientrare frettolosamente nel plotone, pilotato dall’Alpecin-Felix che si era messa a totale disposizione del proprio capitano Matheu Van der Poel. Si attaccava la Cipressa con la Trek di Nibali pronta a chiudere ogni velleità di attacchi ed in particolare era bravo Jacopo Mosca a raggiunger Loïc Vliegen (Circus-Wanty Gobert): i due prendevano il largo mentre Ewan era in difficoltà nelle retrovie e si staccava, sorte che un paio di chilometri più tardi toccherà anche a Fernando Gaviria. Ripresi un ottimo Mosca e Vliegen, la discesa successiva vedeva l’attacco del ligure Niccolò Bonifazio (Direct Énergie), seguito poco dopo da Daniel Oss (Bora-Hansgrohe). Dietro si assisteva ad un immobilismo che francamente nessuno si aspettava e così Oss, non nuovo ad azioni sulla Cipressa, riusciva a guadagnare 15” di vantaggio prima di essere ripreso dal gruppo poco prima dell’inizio del Poggio.
A 10 chilometri dall’arrivo iniziava la bagarre e la Milano-Sanremo entrava nel clou. Il primo ad attaccare era Gianni Moscon, primo tentativo di un Team Ineos deludente, azione che veniva bloccata da un attento Zdeněk Štybar (Deceuninck-Quick Step). Poi ci provava ancora la Trek-Segafredo con Gianluca Brambilla, al cui inseguimento si lanciava il belga Aimé De Gendt (Circus-Wanty Gobert); intanto il ritmo costava caro ai velocisti reduci dalla Cipressa e tra quelli che si staccavano sul Poggio c’erano gli italiani Sonny Colbrelli (Bahrain) e Viviani. La Trek-Segafredo era molto attiva, con l’unica pecca di Ciccone, il cui timido attacco non riuscito dopo il Nava non aveva avuto seguito A meno di sette chilometri all’arrivo ci provava un pezzo da 90, lo squalo Vincenzo Nibali, ma questo attacco non faceva il vuoto come invece riuscirà ad Alaphilippe, che si lasciava tutti alle spalle e scollinava da solo. Van Aert si era inizialmente fatto sorprendere, ma in discesa riusciva a raggiungere il transalpino, con il quale andava a formare un duetto micidiale per gli inseguitori. Gli ultimi tre chilometri veniva affrontanti con un vantaggio limitato per i primi due e con il francese consapevole di avere uno spunto meno veloce del corridore belga: Alaphilippe si incollava alla ruota di Van Aert senza dargli un cambio, ma l’avversario, dimostrando sangue freddo e un’esperienza fuori dal comune per la sua giovane età, rispondeva prontamente tenendo alta l’andatura e controllando sia il rivale, sia il plotone che era a soli 5 secondi. Van Aert e Alaphilippe a ridosso del traguardo si giocavano il tutto per tutto, con il francese che cercava di mettere pressione e stuzzicare Van Aert. Ma tale strategia risultava inutile perchè il campione belga che accelerava e andava a vincere in volata la sua prima Classica Monumento con mezza ruota di vantaggio.
Alle loro spalle, dopo due secondi, Michael Matthews (Sunweb) vinceva la volta del gruppo inseguitori. Peter Sagan era quarto, ancora una volta piazzato, quinto era Giacomo Nizzolo (NTT). Tra i big Van Avermaet terminava ottavo, Gilbert nono, Van der Poel tredicesimo, Davide Formolo (UAE-Team Emirates) sedicesimo, Alberto Bettiol (EF Pro Cycling) diciottesimo e Vincenzo Nibali ventitreesimo.
Consegnata alla storia questa straordinaria Sanremo d’agosto, ora l’attenzione dei tifosi si sposterà sul Giro di Lombardia di Ferragosto e sul Delfinato che scatterà il 12 agosto, prova generale del Tour de France che prenderà le mosse sabato 29 da Nizza.
Luigi Giglio
TOUR DE FRANCE 2019
luglio 5, 2019 by Redazione
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TOUR DE FRANCE 2019
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RADUNO DI PARTENZA
1a TAPPA: BRUXELLES – BRUXELLES
2a TAPPA: BRUXELLES – BRUXELLES (cronometro a squadre)
3a TAPPA: BINCHE – ÉPERNAY
4a TAPPA: REIMS – NANCY
5a TAPPA: SAINT-DIÉ-DES-VOSGES – COLMAR
6a TAPPA: MULHOUSE – LA PLANCHE DES BELLES FILLES
7a TAPPA: BELFORT – CHALON-SUR-SAÔNE
8a TAPPA: MÂCON – SAINT-ÉTIENNE
9a TAPPA: SAINT-ÉTIENNE – BRIOUDE
10a TAPPA: SAINT-FLOUR – ALBI
11a TAPPA: ALBI – TOLOSA
12a TAPPA: TOLOSA – BAGNÈRES-DE-BIGORRE
13a TAPPA: PAU – PAU (cronometro individuale)
14a TAPPA: TARBES – TOURMALET
15a TAPPA: LIMOUX – FOIX (PRAT D’ALBIS)
16a TAPPA: NÎMES – NÎMES
17a TAPPA: PONT DU GARD – GAP
18a TAPPA: EMBRUN – VALLOIRE
19a TAPPA: SAINT-JEAN-DE-MAURIENNE – TIGNES
20a TAPPA: ALBERTVILLE – VAL THORENS
21a TAPPA: RAMBOUILLET – PARIGI
LIEGI-BASTOGNE-LIEGI 2019: LE PAGELLE
aprile 29, 2019 by Redazione
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Dopo la conclusione dell’ultima delle grandi classiche del Nord ecco i promossi e i bocciati dell’edizione 2019 della “decana” Liegi-Bastogne-Liegi
JAKOB FUGLSANG: Stavolta non c’è sfortuna, avversario, caduta, moto che tenga, niente e nessuno è riuscito a farlo perdere. Vince da dominatore attaccando sulla Roche-aux-Faucons. Sfrutta il lavoro di una grande Astana per vincere la sua prima Classica Monumento. Fa il funambolo in discesa quando per un niente non finisce a terra. Danese Volante. Voto: 10
DAVIDE FORMOLO: Quel viso simpatico e pacioccone che si ritrova lo rende simpatico a chiunque. Non tifarlo è impossibile, ma oggi se lo meritava davvero. Il veneto è stato l’ultimo a cedere a Fuglsang. Per il futuro dovranno tenerlo tutti d’occhio. Voto: 8,5
MICHAEL WOODS: Il canadese è il primo a raggiungere il danese sulla “Roccia dei Falchi” ma non riesce a tenerle sulla seconda accelerata di Fuglsang. Viene riassorbito dal gruppetto Nibali a due chilometri dal traguardo terminando quinto. Voto: 7
MAXIMILIAN SCHACHMANN: Il trittico delle Ardenne si conclude col terzo posto del tedesco della Bora-Hansgrohe. Il pensiero è che in questa settimana ha raccolto poco per la gamba che si ritrova. Paga ancora la poca esperienza e la giovane età. Voto: 7
VINCENZO NIBALI: Il siciliano ha dimostrato di avere una buona condizione, ma gli strappi delle Ardenne non sono il suo piatto preferito. Ha gamba, testa e coraggio e lo dimostra durante tutto l’arco della corsa, purtroppo di più non può fare. Voto: 7
DAVIDE VILLELLA: Anche alla Liegi l’italiano in maglia Astana dimostra di essere uno dei gregari più validi del panorama mondiale. Il suo ritmo in testa al gruppo è uno dei più efficaci. Voto: 6,5
ADAM YATES: Nella prima metà della corsa non sembra avere una buona gamba, poi il britannico si riprende bene nel finale terminando quarto. Voto: 6,5
DAVID GAUDU: Con l’assenza di Pinot, le speranze della Groupama-FDJ erano riposte tutte su di lui. Il francese è uno dei più attivi nel finale, prima dell’attacco decisivo di Fuglsang. Sesto posto meritato. Voto: 6,5
MIKEL LANDA: Uscito di scena Valverde la Movistar gareggia solo per lui. Il basco propva a fare del proprio meglio e, nonostante la sua poca attitudine per le corse di un giorno, conclude con un settimo posto onorevole. Voto: 6,5
TANEL KANGERT: Il cambio di maglia non sembrerebbe avergli fatto bene; oggi prova più volte ad attaccare da lontano per spezzare questo trend. Voto: 6
DYLAN TEUNS: Entra in gioco nel finale come seconda punta in appoggio a Nibali. Fuglsang, Formolo e Woods, però, hanno un altro passo sulla Roche-aux-Faucons. Voto:6
MICHAŁ KWIATKOWSKI: No, il polacco non c’è. La sua pedalata è molto lontana dai suoi standard qualitativi. Il 12° posto odierno non gli rende giustizia. Voto: 5,5
GREG VAN AVERMAET: Prova a partire da lontano, a quasi sessanta chilometri dall’arrivo, ma non riesce a portare via un gruppetto di buoni attaccanti. Esce mestamente di corsa quando l’Astana decide di far sul serio. Voto: 5
DIEGO ULISSI: Il terzo posto della Freccia Vallone lasciava ben sperare, oggi naufraga mestamente concludendo la gara al 39° posto, a 3′34” da Fuglsang. Voto: 4,5
ALEJANDRO VALVERDE: Abbandona la corsa quando di chilometri al traguardo ne mancano ancora 103. La maledizione della maglia tricolore più l’età che avanza lo beffano ancora. Voto: 5
JULIAN ALAPHILIPPE: È il grande sconfitto di giornata. Sulla Roche-aux-Faucons precipita dietro e non si rialza più. La gamba non era delle migliori, come le idee. Logora la squadra nella prima parte di corsa, lasciando le iniziative finali ad una più fresca Astana. Voto: 4
RUI COSTA: Una volta il portoghese dava almeno l’impressione di poter puntare a un buon piazzamento alla Liegi, oggi nemmeno quello. Voto: 4
ROMAN KREUZIGER: Per il corridore ceco vale lo stesso discorso fatto per Rui Costa. Voto: 4
Luigi Giglio
IMPRESA DI FUGLSANG, FUNAMBOLO DELLE ARDENNE
aprile 28, 2019 by Redazione
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Jakob Fuglsang, sfruttando una grande condizione e un Team Astana in versione corazzata, vince la sua prima Classica Monumento. “Doyenne” ancora indigesta per Julian Alaphilippe. Buona prova di Vicenzo Nibali e soprattutto di Davide Formolo, secondo al traguardo.
Si è corsa oggi l’ultima classica di primavera, la Liegi-Bastogne-Liegi, la più antica tra le classiche, disputata interamente nella regione della Vallonia fin dal 1892. La “Doyenne” (in italiano la “Decana”) è anche l’ultima corsa del trittico delle Ardenne, dopo Freccia Vallone e Amstel Glod Race. È La corsa che racchiude tutto, l’Alfa e l’Omega, la prima delle Classiche come anzianità e l’ultima di primavera, disputata quando si chiude la pagina delle grandi classiche del Nord e si comincia a pensare ai Grandi Giri. È la centocinquesima edizione, 256 chilometri da percorrere e undici “côtes” da superare con un finale innovativo perchè la corsa è tornata a concludersi a Liegi e non più sulla collina di Ans, in quella Liegi dove abitano molti emigrati italiani e proprio per questo la “Doyenne” è stata definita anche come la “corsa degli italiani, nonostante l’ultima vittoria azzurro risalga oramai al 2007 quando fu vinta da Danilo Di Luca.
Sotto un cielo grigio e plumbeo, con una temperatura fredda e qualche goccia di pioggia, i corridori partivano da Liegi alle 10:30. Al via non c’era il campione uscente Bob Jungels (Deceuninck – Quick Step), assente per scelta di squadra, mentre erano presenti Alejandro Valverde (Movistar), Wout Poels (Sky), Daniel Martin (UAE-Team Emirates) e Philippe Gilbert (Deceuninck – Quick Step), corridori che avevano vinto in passato la Liegi e in particolare lo spagnolo ambiva al quinta successo in carriera nella “Decana”.
Subito dopo la partenza si susseguivano numerosi tentivi di attacco. Tra i tanti, alla fine riuscivano ad evadere dal controllo del gruppo Julien Bernard (Trek-Segafredo), Lilian Calmejane (Total Direct Énergie), Tobias Ludvigsson (Groupama-FDJ), Andrea Pasqualon (Wanty-Gobert), Jérémy Maison (Arkéa-Samsic), Kevin Deltombe (Sport Vlaanderen Baloise), Kenny Molly e Mathijs Paaschens (Wallonie Bruxelles). Fabio Felline (Trek-Segafredo) era, invece, il primo corridore costretto al ritiro, in una stagione piuttosto deludente per il piemontese, lontana dai fasti che lo avevano portato a vincere la classifica a punti alla Vuelta di Spagna del 2016, dove aveva preceduto nella speciale classifica Nairo Quintana di 3 punti. Si ritiravano anche Martin e soprattutto Valverde, che alzava bandiera bianca quando di chilometri al traguardo ne mancavano 103, mentre sfumava per lui il sogno di eguagliare il record di successi di Eddy Merckx alla Liegi.
I fuggitivi riuscivano a raggiungere un vantaggio di 10 minuti, ma sotto l’impulso della Deceuninck, il gap accumulato si andava via via riducendo chilometro dopo chilometro. Mentre il gruppo principale si allungava pericolosamente, i fuggitivi perdevano pezzo dopo pezzo. Tra gli attaccanti allungava un vivacissimo Julien Bernard, che andava a scollinare da solo sulla salita dello Stockeau.
Con Bernard da solo in testa alla corsa e i suoi ex compagni di fuga assorbiti dal gruppo, quando mancavano 74 chilometri alla linea d’arrivo iniziavano le scaramucce tra i big. Si avvantaggia un gruppetto di una ventina di ciclisti tra i quali c’erano Greg Van Avermaet (CCC Team), Cesare Benedetti (Bora-Hansgrohe), Enric Mas e Philippe Gilbert (Deceuninck – Quick Step), Sergio Henao (Team-UAE Emirates) e Antonio Nibali (Bahrein-Merida), i quali riprendevano un coriaceo Bernard. Dopo qualche centinaio di metri, però, il gruppo si ricongiungeva grazie all’impulso della Movistar, annullando così l’azione di un Van Avermaet propositivo. Il belga non era riuscito a portare via un gruppetto di attaccanti a causa anche del team spagnolo che dopo l’abbandono di Valverde lavorava per Mikel Landa.
Ai meno 64 scattava Tanel Kangert (Ef Education First); l’estone, che fino ad oggi aveva corso una prima parte di stagione anonima, veniva seguito dall’ex compagno di squadra Omar Fraile (Astana), che si metteva alla sua ruota con la funzione di stopper, non offrendo nessun cambio. I due sulla Côte du Maquisard venivano raggiunti da un gruppettino di attaccanti composto da Michael Albasini (Mitchelton-Scott), Benoît Cosnefroy (Ag2r La Mondiale), David De La Cruz (Sky), Winner Anacona e Carlos Verona (Movistar), Bjorg Lambrecht (Lotto Soudal), Alessandro De Marchi (CCC Team) e Damiano Caruso (Bahrein Merida). La Bahrein stava entrando in ogni tentativo di attacco di giornata, segno della buona condizione fisica di Vincenzo Nibali. Lo “Squalo” non era mai riuscito a vincere la Liegi, andandoci vicino nel 2012, quando arrivò secondo, beffato all’ultimo chilometro dal kazako Maxim Iglinsky. Non facevano parte nel gruppetto i corridori della Deceuninck, che si trovavano invece in testa al secondo gruppo a guidare l’inseguimento. A causa di un problema meccanico era costretto a staccarsi De La Cruz, mentre i suoi ex compagni d’avventura raggiungevano i 50” di vantaggio quando di chilometri al traguardo ne mancavano 43.
Senza grossi scossoni – fin qui dove le notizie più importanti erano state il ritiro di Valverde e una Bahrein-Merida ”elettrica” con Vincenzo Nibali attento sempre nelle prime parti del gruppo – si giungeva a 37 chilometri dal traguardo sulla mitica Côte de la Redoute, salita simbolo della Liegi. Kangert allungava ulteriormente tra gli attaccanti, mentre Anacona veniva ripreso dal gruppo, che inseguiva a 35” di ritardo e nel quale si vedevano in testa uomini della Movistar, della Deceuninck e della Bahrein. La Redoute, intanto, rischiava di mietere una vittima illustre, nientemeno che Philippe Gilbert. Il campione belga, nativo proprio del paese dove ha inizio la salita, riusciva a resitere in coda al gruppo aggrappandosi con le unghie e con i denti al corridore che lo precedeva. Resistevano anche corridori veloci, ma non proprio ”passisti-scalatori”, come Michael Matthews (Team Sunweb) e Van Avermaet, segno che l’andatura non era delle più intense. Infatti, nessuno dei favoriti di giornata aveva provato ad inventarsi qualcosa sulla Redoute, asciando i favoriti principali di giornata, Jakob Fuglsang (Astana) e Julian Alaphilippe (Deceuninck Quick-Step) al coperto tra i propri gregari.
Sulla Côte des Forges attaccava Patrick Konrad (Bora-Hansgrohe), che raggiungeva Kangert in testa alla corsa; successiva i due venivano raggiunti da Daryl Impey (Mitchelton-Scott) e Tim Wellens (Lotto Soudal). Il quartetto acquisiva 15” di vantaggio dal plotone guidato dall’Astana, che nel frattempo aveva ripreso Albasini, Caruso, De Marchi e Anacona. Con questa composizione della corsa e con la pioggia che aveva ripreso a bagnare i corridori, a 16 chilometri dall’arrivo iniziava l’ultima côte di giornata, la Roche-aux-Faucons.
Sulla “salita dei falchi” un’Astana in versione tritacarne guidava il gruppo all’inseguimento del quartetto. Una volta ripresi partiva Fuglsang e solo Michael Woods (EF Education First) e Davide Formolo (Bora-Hansgrohe) riuscivano a tenere le ruote del danese, mentre Alaphilippe si faceva sorprendere. Perdevano terreno, staccandosi definitivamente, Matthews e Van Avermaet. L’azione dell’Astana aveva sparigliato la corsa e gli inseguitori non riuscivano ad organizzarsi, mentre Fuglsang accellerava nuovamente staccando prima Woods e poi Formolo, restando da solo a 13 chilometri dalla fine.
Alaphilippe usciva mestamente dalla corsa mentre da dietro, Landa, Nibali, Adam Yates (Mitchelton-Scott), Dylan Teuns (Bahrein-Merida), David Gaudu (Groupama-Fdj) e Maximilian Schachmann (Bora-Hansgrohe) avevano trovato la giusta collaborazione per provare un disperato inseguimento. Fuglsang dimostrava, però, di avere una condizione e una lucidità straordinaria, quest’ultima palesatasi a 3 Km dal traguardo quando il danese slittava sul cordolo in cemento a bordo strada e riusciva a non cadere con un’impresa degna di un equilibrista. E intanto guadagnava anche terreno sugli inseguitori, arrivando ad avere 25” di vantaggio su un generoso Davide Formolo, saliti poi a 27″ sul ritrovato traguardo di Liegi mentre terzo a quasi un minuto era un altro uomo della Bora-Hansgrohe, il tedesco Schachmann, che batteva Adam Yates allo sprint. Poco più dietro si piazzava ottavo Nibali, prestazione non male in chiave Giro d’Italia per il siciliano, reduce da un grande Tour of the Alps.
Come detto all’inizio, la “Doyenne” è l’Alfa e l’Omega, la corsa dove i nodi vengono al pettine. All’Amstel Fuglsang e Alaphilippe vennero beffati da Mathieu Van Der Poel in un finale beffardo. Alaphilippe si riscattava alla Freccia Vallone, mentre Fuglsang si prendeva oggi la sua personale rivincita. Il ciclismo toglie, il ciclismo da, specie ai coraggiosi e agli avventurieri come un grande Jakob Fuglsang.
Luigi Giglio
ORDINE D’ARRIVO
1 Jakob Fuglsang (Den) Astana Pro Team 6:37:37
2 Davide Formolo (Ita) Bora – Hansgrohe 0:00:27
3 Maximilian Schachmann (Ger) Bora – Hansgrohe 0:00:57
4 Adam Yates (GBr) Mitchelton – Scott
5 Michael Woods (Can) EF Education First
6 David Gaudu (Fra) Groupama – FDJ
7 Mikel Landa Meana (Spa) Movistar Team
8 Vincenzo Nibali (Ita) Bahrain – Merida 0:01:00
9 Dylan Teuns (Bel) Bahrain – Merida 0:01:05
10 Wout Poels (Ned) Team Sky 0:01:26
11 Tim Wellens (Bel) Lotto Soudal 0:01:29
12 Michal Kwiatkowski (Pol) Team Sky
13 Patrick Konrad (Aut) Bora – Hansgrohe
14 Jay Mc Carthy (Aus) Bora – Hansgrohe
15 Carlos Betancur (Col) Movistar Team
16 Julian Alaphilippe (Fra) Deceuninck – Quick – Step
17 Laurens De Plus (Bel) Team Jumbo – Visma
18 Tadej Pogačar (Slo) Uae Team Emirates
19 Guillaume Martin (Fra) Wanty – Gobert Cycling Team
20 Daniel Felipe Martinez Poveda (Col) EF Education First
21 Romain Bardet (Fra) AG2R La Mondiale
22 Ilnur Zakarin (Rus) Team Katusha Alpecin
23 Daryl Impey (RSA) Mitchelton – Scott 0:02:09
24 Anthony Perez (Fra) Cofidis, Solutions Credits
25 Rudy Molard (Fra) Groupama – FDJ
26 Toms Skujins (Lat) Trek – Segafredo
27 Bjorg Lambrecht (Bel) Lotto Soudal
28 Jesus Herrada (Spa) Cofidis, Solutions Credits
29 Sergio Luis Henao Montoya (Col) UAE Team Emirates 0:02:12
30 Jan Bakelants (Bel) Team Sunweb 0:02:13
31 Valentin Madouas (Fra) Groupama – FDJ 0:02:15
32 Tanel Kangert (Est) EF Education First 0:02:17
33 Gorka Izagirre Insausti (Spa) Astana Pro Team 0:02:26
34 Giulio Ciccone (Ita) Trek – Segafredo 0:02:28
35 Michael Matthews (Aus) Team Sunweb 0:03:03
36 Matej Mohoric (Slo) Bahrain – Merida 0:03:15
37 Odd Christian Eiking (Nor) Wanty – Gobert Cycling Team 0:03:34
38 Enrico Battaglin (Ita) Team Katusha Alpecin
39 Diego Ulissi (Ita) UAE Team Emirates
40 Simon Clarke (Aus) EF Education First
41 Alessandro De Marchi (Ita) CCC Team 0:03:37
42 Eliot Lietaer (Bel) Wallonie Bruxelles 0:04:11
43 Tom-Jelte Slagter (Ned) Team Dimension Data
44 Carlos Verona Quintanilla (Spa) Movistar Team
45 Benoit Cosnefroy (Fra) AG2R La Mondiale
46 G Lawson Craddock (USA) EF Education First
47 Davide Villella (Ita) Astana Pro Team 0:06:05
48 Quentin Pacher (Fra) Vital Concept – B&B Hotels 0:06:53
49 Tao Geoghegan Hart (GBr) Team Sky 0:06:56
50 Tom Dumoulin (Ned) Team Sunweb
51 Marc Hirschi (Swi) Team Sunweb
52 Greg Van Avermaet (Bel) CCC Team
53 Cesare Benedetti (Ita) Bora – Hansgrohe 0:08:22
54 Omar Fraile Matarranz (Spa) Astana Pro Team 0:09:20
55 Luis León Sanchez (Spa) Astana Pro Team
56 Ion Izaguirre Insausti (Spa) Astana Pro Team
57 Damiano Caruso (Ita) Bahrain – Merida
58 Philippe Gilbert (Bel) Deceuninck – Quick – Step
59 Enric Mas Nicolau (Spa) Deceuninck – Quick – Step
60 Damien Howson (Aus) Mitchelton – Scott
61 Nicola Conci (Ita) Trek – Segafredo
62 Thomas Sprengers (Bel) Sport Vlaanderen – Baloise 0:09:48
63 Louis Vervaeke (Bel) Team Sunweb
64 Aurélien Paret Peintre (Fra) AG2R La Mondiale
65 Dmitrii Strakhov (Rus) Team Katusha Alpecin 0:10:36
66 Lawrence Warbasse (USA) AG2R La Mondiale
67 David De La Cruz Melgarejo (Spa) Team Sky 0:11:32
68 Winner Andrew Anacona (Col) Movistar Team 0:11:59
69 Maxime Monfort (Bel) Lotto Soudal
70 Michael Albasini (Swi) Mitchelton – Scott
71 Andrey Amador (CRc) Movistar Team
72 Antonio Nibali (Ita) Bahrain – Merida
73 José Gonçalves (Por) Team Katusha Alpecin 0:13:11
74 Michal Golas (Pol) Team Sky
75 Edward Dunbar (Irl) Team Sky
76 Mikael Cherel (Fra) AG2R La Mondiale
77 Jonas Koch (Ger) CCC Team
78 Koen Bouwman (Ned) Team Jumbo – Visma
79 Roman Kreuziger (Cze) Team Dimension Data
80 Salvatore Puccio (Ita) Team Sky
81 Nils Politt (Ger) Team Katusha Alpecin
82 Luis Angel Mate Mardones (Spa) Cofidis, Solutions Credits
83 Paul Martens (Ger) Team Jumbo – Visma
84 Bert-Jan Lindeman (Ned) Team Jumbo – Visma
85 Benjamin King (USA) Team Dimension Data 0:17:39
86 Nathan Haas (Aus) Team Katusha Alpecin
87 Justin Jules (Fra) Wallonie Bruxelles
88 Josef Černý (Cze) CCC Team
89 Michael Gogl (Aut) Trek – Segafredo
90 Tomasz Marczynski (Pol) Lotto Soudal
91 Pieter Serry (Bel) Deceuninck – Quick – Step
92 Imanol Erviti (Spa) Movistar Team
93 Romain Sicard (Fra) Total Direct Energie
94 Petr Vakoč (Cze) Deceuninck – Quick – Step
95 Clément Chevrier (Fra) AG2R La Mondiale 0:24:12
96 Romain Hardy (Fra) Team Arkea – Samsic
97 Luka Pibernik (Slo) Bahrain – Merida
98 Pavel Kochetkov (Rus) Team Katusha Alpecin
99 Arnaud Courteille (Fra) Vital Concept – B&B Hotels
100 Jacques Willem Janse Van Rensburg (RSA) Team Dimension Data
101 Marcus Burghardt (Ger) Bora – Hansgrohe
LIEGI-BASTOGNE-LIEGI 2019 – I FAVORITI
aprile 26, 2019 by Redazione
Filed under 7) LIEGI - BASTOGNE - LIEGI, News
È l’ultima delle grande classiche del nord, poi le grande firme del ciclismo cominceranno a indirizzare le proprie attenzioni sui Grandi Giri. Qui i favoriti per la vittoria nella 105a edizione della “Doyenne”, che quest’anno ritroverà lo storico traguardo di Liegi “sacrificando” le due salite conclusive che costituivano una presenza fissa nel tracciato della corsa vallone fin dal 1991, le “côtes” di Saint-Nicolas e di Ans
25% – JULIAN ALAPHILIPPE: Impossibile non metterlo come favorito per la Liegi-Bastogne-Liegi dopo le ultime uscite. La Deceuninck – Quick Step come al solito sarà al via in versione corazzata, un motivo in più per il francese per essere il più quotato come favorito di giornata.
15% – VINCENZO NIBALI: La Deceuninck – Quick Step sarà il faro dela corsa e per beffarli ci vorrà un colpo di genio. Chi meglio del siciliano potrà tentarlo? Uscito dal Tour of the Alps con una buona gamba, forse è arrivato finalmente il momento giusto per vendicare la beffa del 2012, quando venne battuto dal solo Iglinskij?
15% – JAKOB FUGLSANG: Protagonista al’Amstel Gold Race e alla Freccia Vallone, in una stagione dove sembra attraversare uno dei momenti più floridi della sua carriera. Domenica non sarà da sottovalutare.
10% – MAXIMILIAN SCHACHMANN: Ha le qualità per far bene, forse gli manca quel pizzico d’esperienza, ma in una corsa aperta e difficile come la Liegi-Bastogne-Liegi tutto può succedere.
10% – MICHAŁ KWIATKOWSKI: Al momento non sembra essere al top. Corridore esperto, dal curriculum di tutto rispetto, in settimana non ha dimostrato di avere la gamba per tenere testa al duo Alaphilippe-Fuglsang. Dovrà affidarsi alla sua fantasia e al suo estro.
5% – BOB JUNGELS: Vincitore in carica della Liegi, il lussemburghese sarà una delle punte della Deceuninck – Quick Step. Se gli avversari marcheranno Alaphilippe, il buon Bob avrà altissime chance di ripetere il bis.
5% – ROMAIN BARDET: Il francese ha questa corsa nel cuore, tante top ten e un terzo posto conquistato l’anno scorso. Il nuovo percorso potrebbe favorirlo.
5% – ALEJANDRO VALVERDE: Lo spagnolo, campione del mondo in carica, ha l’esperienza, la classe e la testa per vincere la sua quinta Liegi-Bastogne-Liegi. Il motore, però, no.
5% – PHILIPPE GILBERT: Dopo Alaphilippe e Jungels c’è lui, il fuoriclasse belga che quindici giorni fa ha trionfato a Roubaix. Vinse a Liegi nel 2011, da tenere d’occhio.
1% – MICHAEL WOODS: Il canadese l’anno scorso arrivò secondo, quest’anno vincere sembrerebbe ancora più difficile.
1% – TOM DUMOULIN: L’olandese, nonostante la sua classe, non ha mai sfondato nelle corse di un giorno. Che sia arrivato il momento giusto?
1% – MICHAEL MATTHEWS: Se non uscirà una corsa dura l’olandese, che sugli strappi non è proprio l’ultimo arrivato, potrebbe dire la sua.
1% – BJORG LAMBRECHT: Sulle Ardenne, in questa settimana, il giovane belga della Lotto-Soudal ha dimostrato di essere un osso duro. Possibile outsider.
1% – ADAM YATES: La Freccia Vallone di mercoledì è l’unica corsa che ha steccato in questo 2019 dove sta correndo da grande protagonista. La Roche aux Faucons sarà per lui un trampolino di lancio davvero ghiotto.
Luigi Giglio
ALAPHILIPPE E FUGLSANG, GLI ETERNI RIVALI ANCORA PROTAGONISTI AL FIANDRE
aprile 24, 2019 by Redazione
Filed under 6) FRECCIA VALLONE, News
Alaphilippe ha vinto, con i favori del pronostico, l’edizione 2019 della Freccia Vallone, battendo in volata Jakob Fuglsang che aveva tentato di anticipare lo sprint e anticipando di 6 secondi un ottimo Diego Ulissi, apparso in grande spolvero. Come da copione, si è deciso tutto all’ultima scalata al muro di Huy, sul quale il francese ha avuto anche qualche difficoltà ad imporsi sul suo terreno di caccia ideale.
Era già accaduto alla Strade Bianche ed all’Amstel Gold Race, anche se con esiti diversi, di vedere Julian Alaphilippe (Deceuninck – Quick Step) e Jakob Fuglsang (Astana Pro Team) in lotta per conquistare la vittoria.
Alla Strade Bianche Alaphilippe era riuscito a conquistare il successo mentre, per quanto riguara l’Amstel, è ancora vivissimo il ricordo dei due litiganti che, a furia di studiarsi in un quasi surplace negli ultimi chilometri, si sono fatti infinocchiare dall’arrembante gruppetto inseguitore che, fino a pochi minuti prima dell’inizio della pantomima, sembrava essere tagliato fuori dai giochi. La verità è che il povero Fuglsang, dopo aver tentato invano di staccare il compagno di avventura conscio del fatto di non avere la minima speranza in volata contro il francese, ha ovviamente pensato bene di far mancare al transalpino qualsiasi tipo di collaborazione. Alaphilippe, dal canto suom non si è voluto sobbarcare il lavoro ed il risultato è stato quel che abbiamo visto, non senza una certa soddisfazione, il giorno di Pasqua.
Oggi le cose sono andate diversamente,perché ai piedi del muro di Huy si sono presentati circa 30 corridori, ma sono stati ancora una volta i due eterni rivali ad accendere i fuochi d’artificio e a giocarsi la vittoria. Per il francese, stavolta, la questione è stata meno facile di quanto si potesse pensare perchè l’avversario danese ha tentato di piazzare il colpo del ko nel punto più duro del muro di Huy, la terribile “esse” ai 250 metri dal traguardo nella quale la pendenza media schizza oltre il 20%. Passato quell’ostico tratto Alaphilippe ha superato Fuglsang negli ultimi metri, ma ha dovuto comunque dar fondo a tutte le sue risorse per avere ragione del danese.
Alle loro spalle un ottimo Diego Ulissi (UAE-Team Emirates) è riuscito a conquistarsi il terzo gradino del podio, andando a precedere Bjorg Lambrecht (Lotto Soudal) e Maximilian Schachmann (Bora-Hansgrohe), che si conferma un cliente scomodissimo in chiave Liegi.
La corsa ha visto sin da subito tentativi di fuga e non ci è voluto molto per vedere sottrarsi al controllo del gruppo Joey Rosskopf (CCC Team), Robin Carpenter ( Rally UHC Cycling) e Kenneth Van Rooy (Sport Vlaanderen-Baloise). A costoro si sono aggiunti successivamente prima Tom Wirtgen (Wallonie-Bruxelles) e poi Koen Bouwman (Jumbo-Visma), che era partito in insieme a Sergio Rodríguez (Euskadi Basque Country – Murias), rialzatosi inspiegabilmente prima del ricongiugimento.
Il vantaggio dei fuggitivi arriva vicino ai 6 miunuti, ma un’accelerazione decisa dei Deceuninck – Quick Step, che mettono anche in difficoltà parte del gruppo a causa del vento, riduce di molto il gap fino a portarlo sotto i 4 minuti.
Sulla Côte d’Ereffe partono Cesare Benedetti (Bora-Hansgrohe), Willie Smit (Katusha-Alpecin), Pierre-Luc Périchon (Cofidis) e Damiano Caruso (Bahrain-Merida), che nel corso del secondo giro del circuito finale vanno a riprendere Wirtgen e Van Rooy, che avevano perso contatto dalla testa durante la prima ascesa del muro di Huy. A questo gruppo si aggiungono Nathan Haas (Katusha-Alpecin), Tomasz Marczyński (Lotto Soudal), Tom-Jelte Slagter (Dimension Data) e Michael Gogl (Trek-Segafredo).
Durante questa tornata lo sfortunato Ion Izagirre (Astana) patisce prima un problema meccanico e poi una caduta, uscendo di scena. Più ingloriosa, invece, è la fine di Peter Sagan (Bora-Hansgrohe) e Daniel Martin (UAE Team Emirates), i quali si staccano quando mancano ancora 35 chilometri alla conclusione.
Non è ancora finita perché, subito prima di imboccare per la seconda volta la rampa finale, finiscono a terra tre uomini importanti come Adam Yates (Mitchelton-Scott), Roman Kreuziger (Dimension Data) e Domenico Pozzovivo (Bahrain-Merida), costretto al ritiro e al quale sarà riscontrata in ospedale una commozione cerebrale.
Sul muro cerca avvantaggiarsi un folto gruppo di uomini composto da Enric Mas (Deceuninck-Quick Step), Carlos Verona (Movistar), Lambrecht, Tim Wellens (Lotto Soudal), Damien Howson (Mitchelton-Scott), Giulio Ciccone (Trek-Segafredo), Davide Formolo, Jay McCarthy e Maximilian Schachmann (Bora-Hansgrohe), Wout Poels (Sky), Slagter, Rudy Molard (Groupama-FDJ), Sergio Henao, Ulissi, Gorka Izagirre e Luis León Sánchez (Astana), Dylan Teuns (Bahrain-Merida), Alessandro De Marchi e Rosskopf (CCC Team), Eliot Lietaer (Wallonie Bruxelles) e Mario González (Euskadi Basque Country – Murias). Il livello di qualità presente in questo gruppo costringe gli uomini del favorito Alaphilippe a chiudere il prima possibile. Dopo il ricongiugimento, ci provano Marczyński e Matej Mohorič (Bahrain-Merida) ma, anche in questo caso, il tentativo viene stoppato da Enric Mas che, con una trenata incredibile, riduce il gruppo principale ad una trentina di unità.
Sul muro finale si mettono in testa Michał Kwiatkowski (Sky) e Ulissi, ma è Fugslang che, sulla famosa “esse” con pendenze da capogiro, prova la frustata. Alaphilippe è lestissimo ad agganciare la ruota del danese ed a infilarlo in volata, con Ulissi che riesce a conquistare il gradino più basso del podio.
La beffa pasquale ha sortito i suoi effetti e stavolta Alaphilippe ha centrato la vittoria anche se, in questo caso, a scanso di equivoci ha preferito adottare una tattica meno spregiudicata, mirando a tenere cucita la corsa.
A questo punto non ci resta che aspettare l’ultimo atto del trittico delle Ardenne che andrà in scena domenica in quel di Liegi prima di mettere temporaneamente in pausa le classiche per entrare nella stagione dei grandi giri.
Benedetto Ciccarone
ORDINE D’ARRIVO
1 Julian Alaphilippe (Fra) Deceuninck-QuickStep 4:55:14
2 Jakob Fuglsang (Den) Astana Pro Team
3 Diego Ulissi (Ita) UAE Team Emirates 0:00:06
4 Bjorg Lambrecht (Bel) Lotto Soudal 0:00:08
5 Maximilian Schachmann (Ger) Bora-Hansgrohe
6 Bauke Mollema (Ned) Trek-Segafredo
7 Patrick Konrad (Aut) Bora-Hansgrohe
8 Michael Matthews (Aus) Team Sunweb
9 Jelle Vanendert (Bel) Lotto Soudal 0:00:11
10 Enrico Gasparotto (Ita) Dimension Data
11 Alejandro Valverde (Spa) Movistar Team
12 Benoit Cosnefroy (Fra) AG2R La Mondiale
13 Romain Bardet (Fra) AG2R La Mondiale
14 Dylan Teuns (Bel) Bahrain-Merida
15 Laurens De Plus (Bel) Team Jumbo-Visma
16 Michal Kwiatkowski (Pol) Team Sky
17 Tim Wellens (Bel) Lotto Soudal 0:00:15
18 Guillaume Martin (Fra) Wanty-Gobert 0:00:19
19 Rudy Molard (Fra) Groupama-FDJ 0:00:23
20 Sergio Henao (Col) UAE Team Emirates 0:00:25
21 Alessandro De Marchi (Ita) CCC Team
22 Wout Poels (Ned) Team Sky 0:00:30
23 Simon Clarke (Aus) EF Education First 0:00:36
24 Jesus Herrada (Spa) Cofidis, Solutions Credits 0:00:38
25 Giulio Ciccone (Ita) Trek-Segafredo 0:00:42
26 Rui Costa (Por) UAE Team Emirates 0:00:45
27 Davide Formolo (Ita) Bora-Hansgrohe
28 Damien Howson (Aus) Mitchelton-Scott 0:00:56
29 Gorka Izagirre Insausti (Spa) Astana Pro Team 0:01:24
30 Enric Mas (Spa) Deceuninck-QuickStep 0:01:45
31 Alexey Lutsenko (Kaz) Astana Pro Team
32 Thomas Sprengers (Bel) Sport Vlaanderen-Baloise 0:01:47
33 Carlos Betancur (Col) Movistar Team
34 Serge Pauwels (Bel) CCC Team
35 Dimitri Peyskens (Bel) Wallonie Bruxelles
36 Sébastien Reichenbach (Swi) Groupama-FDJ 0:01:57
37 Mikael Cherel (Fra) AG2R La Mondiale 0:01:59
38 Mathias Frank (Swi) AG2R La Mondiale 0:02:01
39 Jay Mc Carthy (Aus) Bora-Hansgrohe
40 Valentin Madouas (Fra) Groupama-FDJ 0:02:02
41 Joseph Rosskopf (USA) CCC Team 0:02:06
42 Nathan Haas (Aus) Katusha-Alpecin 0:02:07
43 Carlos Verona (Spa) Movistar Team 0:02:29
44 Luis León Sanchez (Spa) Astana Pro Team
45 Eliot Lietaer (Bel) Wallonie Bruxelles
46 David Gaudu (Fra) Groupama-FDJ 0:02:41
47 Tomasz Marczynski (Pol) Lotto Soudal 0:03:22
48 Tom-Jelte Slagter (Ned) Dimension Data
49 Matej Mohoric (Slo) Bahrain-Merida
50 Dries Devenyns (Bel) Deceuninck-QuickStep 0:04:52
51 Larry Warbasse (USA) AG2R La Mondiale 0:05:36
52 Robert Gesink (Ned) Team Jumbo-Visma 0:05:45
53 Tadej Pogacar (Slo) UAE Team Emirates 0:06:01
54 Damiano Caruso (Ita) Bahrain-Merida 0:06:19
55 Michael Woods (Can) EF Education First
56 Winner Anacona (Col) Movistar Team 0:06:24
57 Davide Villella (Ita) Astana Pro Team
58 Andrey Amador (CRc) Movistar Team
59 Anthony Perez (Fra) Cofidis, Solutions Credits
60 Nicolas Roche (Irl) Team Sunweb 0:06:27
61 Mario Gonzalez Salas (Spa) Euskadi Basque Country-Murias 0:06:30
62 Toms Skujins (Lat) Trek-Segafredo 0:06:47
63 August Jensen (Nor) Israel Cycling Academy 0:07:26
64 Maxime Monfort (Bel) Lotto Soudal 0:07:27
65 Luis Angel Mate Mardones (Spa) Cofidis, Solutions Credits
66 Odd Christian Eiking (Nor) Wanty-Gobert
67 Kevin Deltombe (Bel) Sport Vlaanderen-Baloise
68 Fabien Doubey (Fra) Wanty-Gobert 0:07:33
69 Michael Gogl (Aut) Trek-Segafredo 0:07:34
70 Jan Bakelants (Bel) Team Sunweb
71 Sander Armee (Bel) Lotto Soudal
72 Julien Simon (Fra) Cofidis, Solutions Credits 0:07:37
73 José Gonçalves (Por) Katusha-Alpecin 0:07:40
74 Romain Seigle (Fra) Groupama-FDJ 0:07:47
75 Nathan Brown (USA) EF Education First 0:07:48
76 Thomas Degand (Bel) Wanty-Gobert
77 Tosh Van Der Sande (Bel) Lotto Soudal 0:07:57
78 Cesare Benedetti (Ita) Bora-Hansgrohe 0:08:00
79 Julien Bernard (Fra) Trek-Segafredo
80 Paul Martens (Ger) Team Jumbo-Visma
81 Dylan van Baarle (Ned) Team Sky
82 Louis Vervaeke (Bel) Team Sunweb
83 Gregor Mühlberger (Aut) Bora-Hansgrohe
84 Enrico Battaglin (Ita) Katusha-Alpecin 0:08:22
85 Koen Bouwman (Ned) Team Jumbo-Visma 0:08:50
86 Jonas Koch (Ger) CCC Team 0:08:54
87 Petr Vakoc (Cze) Deceuninck-QuickStep 0:09:15
88 Pierre Luc Perichon (Fra) Cofidis, Solutions Credits 0:09:49
89 Robin Carpenter (USA) Rally UHC Cycling
90 Ruben Guerreiro (Por) Katusha-Alpecin 0:10:29
91 Tobias Ludvigsson (Swe) Groupama-FDJ 0:10:53
92 Marco Minnaard (Ned) Wanty-Gobert
93 Colin Joyce (USA) Rally UHC Cycling 0:10:58
94 Omar Fraile (Spa) Astana Pro Team
95 Ryan Anderson (Can) Rally UHC Cycling
96 Daniel Turek (Cze) Israel Cycling Academy
97 Aaron Verwilst (Bel) Sport Vlaanderen-Baloise 0:11:10
98 Mathijs Paasschens (Ned) Wallonie Bruxelles 0:11:18
99 Aurélien Paret Peintre (Fra) AG2R La Mondiale 0:11:37
100 Michael Valgren Andersen (Den) Dimension Data 0:11:38
101 Sean Bennett (USA) EF Education First 0:11:55
102 Tom Wirtgen (Lux) Wallonie Bruxelles 0:16:45
AMSTEL GOLD RACE 2019: LE PAGELLE
aprile 23, 2019 by Redazione
Filed under 5) AMSTEL GOLD RACE, Approfondimenti
Dopo la straordinaria impresa di Van der Poel sulle strade dell’Amstel Gold Race ecco le pagelle dell’unica classica del nord disputata sulle strade dei Paesi Bassi
MATHIEU VAN DER POEL: Fenomeno lui o polli Alaphilippe e Fuglsang? Nel dubbio lui fa il suo dovere, che è qualcosa di straordinario. Ricuce da solo il buco negli ultimi 3 km e sprinta in faccia a gente più forte ed esperta di lui. Un treno che non conosce fermate, sempre dritto! Voto: 10 e lode
MICHAŁ KWIATKOWSKI: Il polacco prova a prendere le ruote di Fuglsang e Alaphilippe; ci riesce solo nell’ultimo chilometro ma, purtroppo per lui, rientra solo poco tempo prima di Van Der Poel. Voto: 7
ALESSANDRO DE MARCHI: Ci prova nel finale e conquista un settimo posto che non è da buttare. Il friulano ha carta bianca e prova a giocarsi tutte le sue chances di vittoria entrando nell’azione decisiva del campioncino della Coredon-Circus, ma allo sprint non è uno dei ciclisti più validi. Voto: 7
SIMON CLARKE: Zitto zitto, si mette a ruota di Van Der Poel e guadagna mesto mesto un ottimo secondo posto. Chi si vuole piazzare si deve attaccare al treno Van der Poel. Voto: 7
DAVIDE VILLELLA: Si mette in testa al gruppo e ricuce il distacco dei fuggitivi in un attimo; è il miglior gregario di giornata per distacco. Voto: 6,5
MAXIMILIAN SCHACHMANN: Si spazientisce quando il gruppo non si organizza per prendere i due in testa, Fuglsang e Alaphilippe, e attacca da solo. Alla fine arriva 5°: contro questo Van Der Poel c’era poco da fare. Voto: 6,5
PHILIPPE GILBERT: Resta nelle retrovie, non spinge data la presenza di Alaphilippe in testa alla corsa, ma nel momento clou non riesce a tenere testa a Van Der Poel. Non era facile e la corsa sembrava ormai finita. Voto: 6
MATTEO TRENTIN: Alla fine arriva 10°, però corre da protagonista, su strade che non sono proprio le sue preferite. Voto: 6
ALBERTO BETTIOL: Prestazione anonima per il toscano della Ef Education First, che aveva saltato la Parigi-Roubaix per prepararsi in vista delle Ardenne. Vedremo tra Freccia Vallone e Liegi-Bastogne-Liegi se riuscirà a stupirci di nuovo. Al momento c’è solo il passaggio a vuoto dell’Amstel. Voto: 5
WOUT VAN AERT: Giornata no. Sembra in fase calante, che abbia bisogno di riposo per ricaricare le pile? Voto: 5
JULIAN ALAPHILIPPE: Se arrivava da solo con Fuglsang al traguardo avrebbe vinto 10 su 10 in volata. Il problema è che da dietro hanno fatto rientrare prima Kwiatkowski e poi Van Der Poel. Voto: 5
ALEJANDRO VALVERDE: Sessantacinquesimo a 4′19”, il campione del mondo proprio non riesce a far sua l’Amstel. Voto: 5
JAKOB FUGLSANG: Il danese attacca nel momento giusto, esce dal gruppo con Alaphilippe ma poi si perde tra errori tattici e incomprensioni con l’ammiraglia. Voto: 4,5
PETER SAGAN: Sparisce subito dal vivo della corsa e non arriverà nemmeno al traguardo. Sconsolante. Voto: 4
MICHAEL VALGREN: Il vincitore della passata edizione termina al 52° posto, senza un guizzo, senza nessuna voglia di conservare il titolo. Alla fine ha fatto quello che sta facendo da inizio stagione: niente. Voto: 3
Luigi Giglio
VAN DER POEL CONFEZIONA UN’AMSTEL DI PASQUA CON IL FIOCCO
aprile 21, 2019 by Redazione
Filed under 5) AMSTEL GOLD RACE, News
Vittoria sorprendente di Mathieu van der Poel (Coredon-Circus) con un numero nell’ultimo chilometro, quando i giochi sembravano già fatti. Astana e Deceuninck non riescono a fermare l’astro olandese. Ancora deludente Sagan (Bora-Hansgrohe).
Si è disputata oggi la cinquantaquattresima edizione dell’Amstel Gold Race, la classica della ”Birra” che con ben 35 “côtes” da affrontare nello scenario olandese del Limburgo, ha da sempre affascinato gli appassionati di questa disciplina sportiva. La prima classica vallonata di questa regione, che insieme alla Freccia Vallone e alla Liegi-Bastogne-Liegi forma un trittico di tutto rispetto, nel quale sport, storia, tradizione e spettacolo vanno a fondersi in una settimana di pura ”passione”. Ben 265,7 i chilometri che i partecipanti hanno dovuto affrontare prima di giocarsi le loro possibilità di vittoria all’arrivo posto a Valkenburg. Era la domenica di Pasqua e, come potrete leggere, è stata una giornata dal finale sorprendente, degno del miglior regalo che si possa trovare in uovo di Pasqua.
I ciclisti partivano in leggero ritardo, alle 10:40, da Maastricht, con il dorsale numero sulle spalle del danese Michael Valgren, vincitore dell’edizione della passata edizione. Dodici mesi fa in gara col Team Astana, quest’anno in maglia Dimension Data, Valgren non sembrerebbe aver assimilato il cambio di casacca a causa di una prima parte di stagione corsa sottotono e lontana dai fasti del 2018. Al via anche l’italiano Alberto Bettiol (EF Education First), vincitore due domeniche fa del Giro del Fiandre, e il campione del mondo in carica Alejandro Valverde (Movistar), quest’ultimo dal palmarès di primissimo livello, ma con nessuna Amstel Gold Race nel curriculum.
La fuga non riusciva a prendere subito il largo e vari tentativi venivano annullati dal gruppo, finché un piccolo drappello, tra nel quale c’era l’italiano Paolo Simion (Bardiani-CSF), riusciva a prendere il largo intorno al km 40. Più avanti questo piccolo gruppetto veniva raggiunto da altri fuggitivi che andavano a comporre un plotoncino di undici corridori che dopo 60 km di corsa, viaggiavano con un vantaggio di oltre 7 minuti sul gruppo inseguitore. Oltre a Simion lo componevano Grega Bole (Bahrain-Merida), Julien Bernard (Trek-Segafredo), Marcel Meisen (Corendon-Circus), Thomas Sprengers e Aaron Verwilst (Sport Vlaanderen Baloise), Michael Schär (CCC Teeam), Nick van der Lijke (Roompot-Charles), Tom Van Asbroeck (Israel Cycling Academy), Marco Minnaard e Jérôme Baugnies (Wanty-Gobert). Tra i corridori all’attacco da notare la presenza di un compagno di squadra di uno dei grandi protagonisti di giornata, l’olandese Mathieu van der Poel (Corendon-Circus). Anche Greg Van Avermaet (CCC Team), fuoriclasse non troppo incline all’Amstel, aveva mandato uno dei suoi fedelissimi nella fuga di giornata, segno che le intenzioni erano bellicose.
Il primo dei fuggitivi ad alzare bandiere bianca era proprio l’italiano Simion, costretto a staccarsi a causa dell’andatura elevata dei fuggitivi quando di chilometri al traguardo ne mancavano ancora 90. Il resto dei fuggitivi transitava per la seconda volta sul leggendario Cauberg con 4′50” di vantaggio sul gruppo, in quei frangenti guidato a tutta velocità dall’italiano Davide Villella (Astana), la cui azione faceva velocemente scendere il ritardo a 2′30”. Villella, che come corridore per le corse mosse di un giorno è sempre da tenere d’occhio, si era messo oggi a completa disposizione dei due più quotati compagni di squadra, Jakob Fuglsang e Alexey Lutsenko, quest’anno già plurivincitori tra tappe del Tour fo Oman, della Vuelta a Andalucía e della Tirreno-Adriatico.
A 43 Km dal traguardo, quando i fuggitivi erano ormai a soli 10” di distanza dal gruppo grazie al lavoro del Team Astana, Van der Poel attaccava sulla salita del Kruisberg. L’olandese provava l’azione a sorpresa da lontano, portandosi dietro non diversi corridori, come avrebbe voluto, ma il solo Gorka Izagirre (Astana) come stopper. I due venivano presto da Julian Alaphilippe (Deceuninck – Quick Step) e Jacob Fuglsang (Astana), esponenti delle due formazioni che in questo inizio di 2019 hanno mostrato una condizione e un’organizzazione tattica superiore alle altre. Mentre l’olandese veniva ripreso dal gruppo principale, il francese e il danese allungavano nuovamente e a 33 Km dal traguardo viaggiavano con 8″ su un terzetto di inseguitori composto da Matteo Trentin (Mitchelton-Scott), Michał Kwiatkowski (Sky) e Michael Woods (EF Education First), Van der Poel, per il quale sembravano essere finite lì le veilleità di vittoria odierna, era cronometrato a 40” assieme a Philippe Gilbert (Deceuninck – Quick Step), Michael Matthews (Sunweb), Van Avermaet, Wout Van Aert (Jumbo-Visma) e Lutsenko, rientrato dopo una caduta. Non faceva parte di questo gruppo Peter Sagan (Bora-Hansgrohe), autore dell’ennesima uscita stagionale infelice.
Sull’ultimo passaggio dal Cauberg, a 18,7 km dalla linea d’arrivo, Kwiatkowski forzava inultimente nel tentativo di raggiungere il duo di testa, azione che faceva staccare Woods prima e Trentin poi. il gruppo inseguitore, nel quale giustamente non tiravano Deceuninck – Quick-Step, Astana e Sky, non riusciva ad organizzare un adeguato inseguimento e viaggiava con quasi un minuto di ritardo, tanto che un altro dei favoriti di giornata, il tedesco Maximilian Schachmann (Bora-Hansgrohe) usciva di prepotenza e si portava da solo all’inseguimento dei primi. Sotto l’arco dei 10 chilometri al traguardo Alaphilippe e Fuglsang, che collaboravano d’amore e d’accordo, passavano con 16” di vantaggio su Trentin, riuscito a riportarsi su Kwiatkowski, il quale che aveva pagato l’inutile sforzo di raggiungere il duo in testa da solo. Schachmann era a 30” e aveva guadagnato in pochi chilometri 15” sul resto del gruppo. Sapendo di essere meno forte allo sprint Fuglsang giustamente provava a staccare Alaphilippe sull’ultima salita, il Bemelerberg (900 metri al 4,6% di pendenza). Il francese dimostrava, però, una freschezza fisica non indifferente e rispondeva colpo su colpo. Se non erano serviti per staccare i francesi, gli attacchi del danese aveva avuto l’effetto di far aumentare il vantaggio dal duo Trentin-Kwiatkowski, ora cronometrato a 43″.
Diversi corridori uscivano dal gruppo a 3 km dall’arrivo e tra questi c’erano Alessandro De Marchi (CCC Team), Bauke Mollema (Trek-Segafredo), Simon Clarke (EF Education First) e nuovamente Van der Poel. Dopo aver provato ad attaccare a 43 Km dalla linea d’arrivo, il capitano della Coredon-Circus aveva aspettato solo i -3, decisione incomprensibile ai più poichè a questo punto i giochi sembravano per tutti ormai decisi. Ma, come vedremo, nell ciclismo tutto può succedere e non bisogna mai dare nulla per scontato.
Giunti sotto l’arco dell’ultimo chilometro Fuglsang e Alaphilippe, stanchi, si guardavano l’un l’altro, mentre Kwiatkowski, ripresosi, era a pochissimi secondi di distanza dal duo di testa. Proprio mentre il polacco sembrava poter tirare un sospiro di sollievo per aver completato l’inseguimento, da dietro spuntava un sorprendente Van der Poel, che in due chilometri aveva completamente annullato il gap. L’olandese non mostrava segni di affaticamento, nonostante la rincorsa appena portata a termine, e andava a vincere in volata di prepotenza, da vero dominatore. Secondo si piazzava Clarke, che era riuscito a tenere le ruote nell’inseguimento a Van der Poel, mentre terzo era Fuglsang e solo quarto si piazzava Alaphilippe. Primo degli italiani, al settimo posto, era De Marchi, mentre un ottimo Trentin si collocava decimo.
Dopo la vittoria alla Freccia del Brabante ecco un’altra vittoria di classe e potenza per il gioiellino olandese della Coredon-Circus, vittoria che fa aumentare ancora il rammarico per l’assenza forzata, causa mancato invito da parte di Aso, alla Parigi-Roubaix di domenica scorsa.
Luigi Giglio
ORDINE D’ARRIVO
1 Mathieu Van Der Poel (Ned) Corendon – Circus 6:28:18
2 Simon Clarke (Aus) EF Education First 0
3 Jakob Fuglsang (Den) Astana Pro Team 0
4 Julian Alaphilippe (Fra) Deceuninck – Quick – Step 0
5 Maximilian Schachmann (Ger) Bora – Hansgrohe 0
6 Bjorg Lambrecht (Bel) Lotto Soudal 0
7 Alessandro De Marchi (Ita) CCC Team 0
8 Valentin Madouas (Fra) Groupama – FDJ 0
9 Romain Bardet (Fra) AG2R La Mondiale 0
10 Matteo Trentin (Ita) Mitchelton – Scott
11 Michal Kwiatkowski (Pol) Team Sky 0:00:02
12 Bauke Mollema (Ned) Trek – Segafredo
13 Rui Costa (Por) UAE Team Emirates 0:00:46
14 Greg Van Avermaet (Bel) CCC Team
15 Daryl Impey (RSA) Mitchelton – Scott 0:00:54
16 Michael Matthews (Aus) Team Sunweb
17 Jay Mc Carthy (Aus) Bora – Hansgrohe
18 Roman Kreuziger (Cze) Team Dimension Data
19 Dion Smith (NZl) Mitchelton – Scott
20 Kristian Sbaragli (Ita) Israel Cycling Academy
21 Robert Gesink (Ned) Team Jumbo – Visma
22 Diego Ulissi (Ita) UAE Team Emirates
23 Toms Skujins (Lat) Trek – Segafredo
24 Ben Hermans (Bel) Israel Cycling Academy
25 Enrico Battaglin (Ita) Team Katusha Alpecin
26 Patrick Konrad (Aut) Bora – Hansgrohe
27 Xandro Meurisse (Bel) Wanty – Gobert Cycling Team
28 Oliver Naesen (Bel) AG2R La Mondiale
29 Sergio Luis Henao Montoya (Col) UAE Team Emirates
30 Philippe Gilbert (Bel) Deceuninck – Quick – Step
31 Dylan Van Baarle (Ned) Team Sky
32 Rudy Molard (Fra) Groupama – FDJ
33 Dries Devenyns (Bel) Deceuninck – Quick – Step 0:04:02
34 Tom Van Asbroeck (Bel) Israel Cycling Academy 0:04:19
35 Gianni Vermeersch (Bel) Corendon – Circus
36 Nathan Haas (Aus) Team Katusha Alpecin
37 Grega Bole (Slo) Bahrain – Merida
38 Bryan Coquard (Fra) Vital Concept – B&B Hotels
39 Clement Venturini (Fra) AG2R La Mondiale
40 Dries Van Gestel (Bel) Sport Vlaanderen – Baloise
41 Enrico Gasparotto (Ita) Team Dimension Data
42 Huub Duijn (Ned) Roompot – Charles
43 Benoit Cosnefroy (Fra) AG2R La Mondiale
44 Maurits Lammertink (Ned) Roompot – Charles
45 Matej Mohoric (Slo) Bahrain – Merida
46 Lawrence Warbasse (USA) AG2R La Mondiale
47 Paul Martens (Ger) Team Jumbo – Visma
48 Nick Van Der Lijke (Ned) Roompot – Charles
49 Patrick Müller (Swi) Vital Concept – B&B Hotels
50 Mikael Cherel (Fra) AG2R La Mondiale
51 Marcel Meisen (Ger) Corendon – Circus
52 Michael Valgren Andersen (Den) Team Dimension Data
53 Marc Hirschi (Swi) Team Sunweb
54 Serge Pauwels (Bel) CCC Team
55 Thomas Sprengers (Bel) Sport Vlaanderen – Baloise
56 Marcus Burghardt (Ger) Bora – Hansgrohe
57 Wout Van Aert (Bel) Team Jumbo – Visma
58 Tomasz Marczynski (Pol) Lotto Soudal
59 Michael Albasini (Swi) Mitchelton – Scott
60 Maxime Monfort (Bel) Lotto Soudal
61 G Lawson Craddock (USA) EF Education First
62 Gorka Izagirre Insausti (Spa) Astana Pro Team
63 Dylan Teuns (Bel) Bahrain – Merida
64 Luis León Sanchez (Spa) Astana Pro Team
65 Alejandro Valverde (Spa) Movistar Team
66 Diego Rosa (Ita) Team Sky
67 Alexey Lutsenko (Kaz) Astana Pro Team
68 Damiano Caruso (Ita) Bahrain – Merida
69 Alberto Bettiol (Ita) EF Education First 0:07:53
70 Sonny Colbrelli (Ita) Bahrain – Merida
71 Logan Owen (USA) EF Education First
72 Alex Howes (USA) EF Education First
73 Dennis Van Winden (Ned) Israel Cycling Academy
74 Quentin Pacher (Fra) Vital Concept – B&B Hotels
75 Floris De Tier (Bel) Team Jumbo – Visma
76 Mathias De Witte (Bel) Roompot – Charles
77 Simone Petilli (Ita) UAE Team Emirates
78 Carlos Barbero (Spa) Movistar Team
79 Michael Gogl (Aut) Trek – Segafredo
80 Michal Golas (Pol) Team Sky
81 Andrey Amador (CRc) Movistar Team
82 Cesare Benedetti (Ita) Bora – Hansgrohe
83 Tom-Jelte Slagter (Ned) Team Dimension Data
84 Jimmy Janssens (Bel) Corendon – Circus
85 Bert-Jan Lindeman (Ned) Team Jumbo – Visma
86 Pieter Weening (Ned) Roompot – Charles
87 Christopher Juul Jensen (Den) Mitchelton – Scott 0:07:56
88 Michael Schär (Swi) CCC Team 0:09:12
89 Julien Bernard (Fra) Trek – Segafredo
90 Mikkel Frølich Honoré (Den) Deceuninck – Quick – Step 0:10:59
91 Romain Seigle (Fra) Groupama – FDJ 0:11:17
92 Andrea Pasqualon (Ita) Wanty – Gobert Cycling Team
93 Clément Chevrier (Fra) AG2R La Mondiale
94 Odd Christian Eiking (Nor) Wanty – Gobert Cycling Team
95 Julien Vermote (Bel) Team Dimension Data
96 August Jensen (Nor) Israel Cycling Academy
97 Oscar Riesebeek (Ned) Roompot – Charles
98 Stijn Devolder (Bel) Corendon – Circus
99 Kevin Deltombe (Bel) Sport Vlaanderen – Baloise
100 Edward Dunbar (Irl) Team Sky
101 Jerome Baugnies (Bel) Wanty – Gobert Cycling Team
102 Koen Bouwman (Ned) Team Jumbo – Visma
103 Rick Zabel (Ger) Team Katusha Alpecin 0:13:09
104 Edward Theuns (Bel) Trek – Segafredo 0:13:39
105 Nicholas Schultz (Aus) Mitchelton – Scott 0:15:41
106 Wout Poels (Ned) Team Sky
107 Carlos Verona Quintanilla (Spa) Movistar Team
108 Lennard Kämna (Ger) Team Sunweb
109 Enrico Barbin (Ita) Bardiani Csf
AMSTEL GOLD RACE 2019 – I FAVORITI
aprile 20, 2019 by Redazione
Filed under 5) AMSTEL GOLD RACE, News
Il giorno di Pasqua va in scena la 54a edizione dell’Amstel Gold Race, l’unica classica del nord interamente disegnata sul suolo olandese. Qui trovate i favoriti
25% – MATHIEU VAN DER POEL: Al Fiandre ha mostrato una forma eccelsa, alla Freccia del Brabante l’ha confermata alla grande battendo fior fiori di corridori coma Julian Alaphilippe e Michael Matthews. L’unica pecca è che non ha una squadra in grado di supportarlo nei momenti più delicati della corsa e si potrà trovare nella morsa degli uomini della Deceuninck Quick-Step. Resta comunque il favorito numero 1.
15% – JULIAN ALAPHILIPPE: Per domenica si potrebbe riassumere tutto con il titolo Deceuninck Quick-Step vs Van Der Poel. Alaphilippe è la punta principale del team di Lefevere per l’Amstel Gold Race, è un corridore che non ha bisogno di presentazioni, un ciclista che ha vinto molto e che pochi giorni fa è stato sverniciato in volata da Va Der Poel. Classe, squadrone e voglia di rivalsa ne fanno uno dei principali favoriti.
15% – PHILIPPE GILBERT: Dopo la Parigi-Roubaix vinta meritatamente domenica scorsa, lui che ha vinto qui sulle Ardenne proprio due anni fa, come si potrebbe escluderlo dai favoriti? Lui poi che di Amstel ne ha vinte addirittura quattro…
10% – PETER SAGAN: Lo slovacco della Bora-Hansgrohe è sempre da tenere d’occhio, ma la costante del 2019 è un ”voglio ma non posso”. Corre bene, sempre nelle prime posizioni, poi arriva il momento topico, gli ultimi chilometri, e c’è sempre qualcuno che lo batte. Vedremo se ci sarà un’inversione di tendenza.
10% – MICHAEL MATTHEWS: L’australiano ha le doti e le caratteristiche perfette per vincere l’Amstel. Al suo fianco ha una Sunweb che avrà al via anche un corridore di esperienza come Nicolas Roche, che potrà rivelarsi un ottimo asso nella manica.
10% – ALEJANDRO VALVERDE: Il Campione del Mondo in carica ha un palmares da far invidia a chiunque e una delle poche corse che gli mancano è proprio l’Amstel Gold Race, corsa che ha chiuso più volte sul podio ma mai da vincitore. Che sia giunta l’ora di portarla a casa?
5% – ALBERTO BETTIOL: Il ciclista italiano della EF Education Firs sta finalmente attraversando una primavera da sogno. Vittorioso al Fiandre, fuori dal podio per poco alla Freccia del Brabante, il toscano sarà al via per rompere le uova nel paniere agli avversari più quotati.
5% – WOUT VAN AERT: Il campioncino belga è alla ricerca della sua prima vittoria di prestigio in questa stagione ciclistica. Le Ardenne fanno per lui, è un terreno che ama; che l’Amstel sia la svolta che tutti attendono con ansia per il definito lancio del duello anche su strada con Van Der Poel?
1% – GREG VAN AVERMAET: il campione olimpico del CCC Team è sempre da tenere in considerazione, anche se terreno e forma non sono proprio al top per lui.
1% – JACOB FUGLSANG: Il danese del Team Astana, quando arrivano le Ardenne, diventa sempre uno degli outsider più quotati.
1% – MICHAŁ KWIATKOWSKI: Inizio di stagione in ombra per il fuoriclasse polacco. Vincitore nel 2015, ripetersi sembrerebbe molto difficile, specie se guardiamo alle ultime sue uscite stagionali. Ma nel ciclismo mai dire mai.
1% – ENRICO GASPAROTTO: Per l’italiano in maglia Dimension Data non è un mistero che l’Amstel sia la sua corsa prediletta, vinta due volte (e altre due volte sul podio). Alla Freccia del Brabante ha fatto vedere di essere in forma e in grado di giocarsi le sue carte per cercare la fatidica tripletta.
1% – MICHAEL VALGREN: Il vincitore dell’anno scorso dopo l’approdo alla Dimension Data sta viaggiando su binari completamente opposti rispetto al rendimento della passata stagione. Che possa ripetersi sembrerebbe estremamente difficile.
Luigi Giglio
NELL’INFERNO DEL NORD GILBERT FA IL DIAVOLO A QUATTRO
aprile 14, 2019 by Redazione
Filed under 4) PARIGI - ROUBAIX, News
A 67 chilometri dall’arrivo, attacco decisivo del fuoriclasse belga che va a vincere un’altra classica monumento, 4 su 5 quelle da lui conquistate. Grande lavoro della Deceuninck – Quick Step. L’anno prossimo assalto alla Milano-Sanremo per entrare nella storia? Secondo un sorprendente Politt (Katusha-Alpecin).
Si è corsa oggi la centodiciasettesima edizione della Parigi-Roubaix, come da consuetudine nella seconda domenica di Aprile. La Classica delle Classiche, la corsa più dura, la più ambita. Non devono trarre in fallo i 257 chilometri pianeggianti, le vere asperità sono i 29 settori di pavé (identificati a ritroso coi numeri dal 29 all’1), che corrispondevano ad un totale di 54,5 km. È la “regina” delle corse del nord, nella quale i settori in pavé diventano il sogno ambito o l’incubo di ogni ciclista, dove polvere e fango si incontrano e scontrano a ridosso delle ”pietre”, dove ogni corridore può diventare leggenda e fregiarsi del titolo di dominatore dell”’Inferno del Nord”.
I PRIMI CHILOMETRI DI GARA
Il gruppo partiva in perfetto orario, alle 11:00, da Place du General de Gaulle a Compiègne, dove tra i ciclisti al via non c’era il colombiano Fernando Gaviria (UAE Team Emirates), costretto al forfait da un attacco influenzale accusato nella notte. Non erano presenti alla partenza neanche due protagonisti del Giro delle Fiandre: Mathieu van der Poel (Corendon-Circus) e Alberto Bettiol (EF Education First). La squadra professional dell’olandese non era stata invitata dall’ASO, invece il ciclista italiano che domenica scorsa a sorpresa aveva trionfato al Giro delle Fiandre qualche giorno fa aveva annunciato che avrebbe saltato la classica del pavé per puntare alle Ardenne. Solo il tempo ci potrà dirci se il toscano abbia fatto la scelta giusta. Da segnalare tra i partenti, Joseph Areruya (Delko Marseille Provence), il primo ciclista ruandese a correre la Roubaix.
Il primo tratto di pavé, quello numero 29, era situato tra Troisvilles e Inchy, a 97,5 km dal via. Nei precedenti chilometri d’asfalto non mancavano comunque gli attacchi da parte di vari corridori. Molta attiva era l’Astana, ma sia Dmitriy Gruzdev, sia Magnus Cort Nielsen non riuscivano ad eludere il controllo del gruppo. Ce l’avrebbero fatta, qualche chilometro più tardi Jurgen Roelandts (Movistar), Casper Pedersen (Sunweb) e Mads Würtz Schmidt (Katusha-Alpecin). Il terzetto sarebbe stato raggiunto una decina di chilometri più tardi e, una volta riassorbiti questi attaccanti, si assisteva al tentativo di un altro gruppo di corridori, questa volta molto più numeroso. In testa alla corsa si formava così un plotoncino di ben 23 ciclisti, formato dal talentuoso Alexis Gougeard (AG2R La Mondiale), da Yves Lampaert (Deceuninck Quick-Step), uno dei favoriti di giornata, dagli italiani Matteo Trentin (Mitchelton-Scott) e Davide Ballerini (Astana), da Jorge Arcas (Movistar Team), Michael Schär (CCC Team), Damien Gaudin e Adrien Petit (Direct Énergie), Frederik Backaert (Wanty-Gobert Cycling Team), Kris Boeckmans (Vital Concept-B&B Hotels), Bert Van Lerberghe (Cofidis), Frederik Frison (Lotto Soudal), Michaël Van Staeyen (Roompot-Charles), Pascal Eenkhoorn (Jumbo-Visma), Reinardt Janse van Rensburg (Dimension Data), Nils Politt e Marco Haller (Katusha-Alpecin), Tim Declercq (Deceuninck -Quick Step), Stefan Küng (Groupama-FDJ), Matti Breschel (EF Education First), Edward Theuns (Trek-Segafredo), Kamil Gradek (CCC Team) e Maciej Bodnar (Bora-Hansgrohe). Ballerini, alla prima partecipazione alla Roubaix, era riuscito a centrare la fuga principale di giornata e lo stesso era ben presente e attento nei primi tratti di pavé. La corsa, a ritmi elevati, affrontava il tratto di pietre numero 28, quello da Briastre a Viesly, da quest’anno intitolato a Michael Goolaerts, il ventitreenne belga che lo scorso anno morì dopo un attacco cardiaco che lo colpì mentre percorreva questo tratto. Trentin, uno dei ciclisti più attivi nel gruppetto in fuga, memore di un ”Fiandre” negativo, cercava di dar fondo a tutte le sue energie, ma la sfortuna voleva che una foratura lo fermasse sul tratto numero 27, da Viesly a Quiévy, mentre il gruppo inseguitore – che viaggiava con un ritardo di 50 secondi – era pilotato dagli uomini della Bahrein-Merida. Il team asiatico, che oggi aveva le sue punte nei giovani talentuosi Matej Mohorič e Iván García, riusciva a ricompattare il gruppo prima del settore di pavé numero 23 che da Verchain-Maugré portava a Quérénaing.
Foratura e cadute, come prevedibili, erano protagoniste nel gruppo negli attraversamenti dei tratti di ”pietra”. Molte erano le vittime, tra le quali Daniel Oss (Bora-Hansgrohe), Taco van der Hoorn (Jumbo Visma) e Iljo Keisse (Deceuninck – Quick-Step), caduti e costretti a ricevere le visite del medico di gara. Le scivolate, complici le strade strette, spezzavano il gruppo in due tronconi e nella seconda parte finivano colpevolmente alcuni dei favoriti principali di giornata come Peter Sagan (Bora-Hansgrohe), Alexander Kristoff (UAE Team Emirates) e Oliver Naesen (Ag2r La Mondiale). Mentre Kristoff sembrava avere una pedala stanca, segno di non avere più la forma eccelsa delle ultime settimane, Naesen e Sagan facevano lavorare i propri gregari per rientrare nella prima parte del gruppo. L’inseguimento darà i suoi frutti solo al chilometro 158, prima dell’imbocco del tratto in pavé numero 20, mentre il norvegese Kristoff non riuscirà nemmeno a tenere le ruote degli inseguitori: per lui i sogni di gloria sono già finiti.
L’INFERNO DEL NORD
Il gruppo marciava spedito ad alta velocità verso il chilometro 164,5, che segnava l’ingresso nella mitica e suggestiva ”Foresta di Arenberg”. Il tratto in pavé numero 19, il più difficile, uno dei pochi tratti ad avere cinque stelle di difficoltà: la Trouée d’Arenberg, 2,3 chilometri di pura adrenalina corsi in una foresta simbolo di una corsa secolare. In testa al gruppo facevano capolino Greg Van Avermaet (CCC Team) e John Degenkolb (Trek-Segafredo), mostrando un’energia e una voglia di sacrificio che non avevano mostrato la scorsa domenica nelle Fiandre; purtroppo per loro le energie necessarie gli verranno a mancare nell’azione decisiva di giornata. Nel mezzo della foresta attaccava il passistone belga dell’Ag2R La Mondiale Stjin Vandenbergh, il cui tentativo veniva vanificato proprio al momento del ritorno della corsa sull’asfalto. Nella pancia del gruppo finivano nel prato Sagan e Wout Van Aert (Jumbo Visma), che riuscivano a rientrare anche se poi l’olandese era costretto prima a perdere nuovamente terreno a causa di un problema al cambio e poi a cambiare bici prendendo quella del compagno di squadra Pascal Eenkhoorn, che si era fermato ad aspettarlo. Nemmeno una scivolata sull’asfalto lo frenava da un inseguimento che si sarebbe concluso al km 187: davvero una bella dimostrazione di grinta e di tenacia per l’asso del ciclocross belga, oggi indubbiamente uno dei corridori più sfortunati.
Il gruppo allungato entrava nel 14° settore di pavé, da Beuvry a Orchies, e quando mancavano poco più di 65 km all’arrivo attaccava Wesley Kreder della Wanty-Gobert. Il tentativo del ciclista olandese era il preludio da una delle azioni più belle di giornata, nata in un momento d’indecisione in testa al gruppo. Di questa situazione ne approfittavano Philippe Gilbert (Deceuninck – Quick Step) e Nils Politt (Katusha-Alpecin) che attaccavano e pochi metri dopo erano raggiunti da Rudy Selig (Bora-Hansgrohe), gregario di Peter Sagan che non si lasciava sorprendere e con buona lena si lanciava all’inseguimento dei due. Il terzetto rientrava su Kreder e poi lo lasciava sul posto lanciandosi nuovamente all’attacco. Gilbert, un campione che non ha bisogno di presentazioni, e Politt, giovane corridore tedesco che si era ben comportato all’ultimo Giro delle Fiandre, collaboravano intelligentemente, mentre Selig se ne stava sempre a ruota per ordini di scuderia. Degenkolb, in ombra, non riusciva nemmeno a tenere le ruote del compagno di squadra Jasper Stuyven, mentre Van Avermaet, in questo 2019 sembrerebbe aver perso ormai quel fiuto tattico che lo aveva aiutato molto nelle ultime stagioni. Chi, invece, nonostante le sfortune di giornata non aveva perso lucidità era Peter Sagan. Lo slovacco, che aveva perso anche Marcus Burghardt a causa di una caduta, a dispetto delle varie difficoltà accusate forzava nel gruppo inseguitore, precisamente nel tratto di pavé da Auchy a Bersée, a 50 chilometri dalla linea d’arrivo. Riuscivano a tenergli testa solo Van Aert, Lampaert, Christophe Laporte (Cofidis), Marc Sarreau (Groupama-Fdj) e Sep Vanmercke (EF Education First) che, a causa di un precedente guaio meccanico, era costretto a correre con la bici del compagno di squadra Sebastian Langeveld. Qualche chilometro più avanti, il gruppo Sagan trovava sulla propria strada Selig, il quale si era sganciato dal duo Gilbert-Politt per dare una mano al proprio capitano. Raggiunto il duo in testa, Selig si rialzava mentre Gilbert cercava ancora di attaccare. Laporte e Sarreau non riuscivano a tenere le ruote del campione belga, che veniva raggiunto dagli altri ciclisti del gruppetto: in testa alla corsa si era così formato un sestetto di tutto rispetto composto dai grossi nomi di Gilbert, Sagan, Lampaert, Politt, Van Aert e Vanmarcke. La corazzata Deceuninck – Quick-Step aveva due uomini di primissimo piano nel gruppo di testa mentre ad inseguirli a 35” c’era da solo il sorprendente Ballerini, che alla sua prima Parigi-Roubaix si stava dimostrando un degno erede del suo compianto omonimo Franco Ballerini. A 50 secondi era segnalato il gruppo, nel quale i vari team impegnati nell’inseguimento non riuscivano a collaborare. La Lotto-Soudal si era sciolta come neve al sole dopo l’incidente di Tiesj Benoot, finito contro il lunotto dell’ammiraglia del Team Jumbo-Visma, l’Astana si era nascosta mestamente nel mezzo del gruppo dopo un avvio di gara frizzante mentre la Trek-Segafredo non aveva più le forze per tentare un concreto inseguimento. Solo il CCC Team provava qualcosa, ma inutilmente, mentre alle sue spalle se ne stavano sornioni Florian Sénéchal e Zdeněk Štybar, gregari di giornata di una Deceuninck – Quick Step che ancora una volta metteva in evidenza il suo strapotere nelle Classiche del Nord. La giornata era, invece, molto negativa per la Sky, a cominciare da Gianni Moscon per finire con Luke Rowe passando per Dylan Van Baarle, primo del team britannico a tagliare il traguardo, 21° a 1′40” dal vincitore (le altre due punte Sky termineranno la Roubaix molto più indietro, col trentino davvero lontano dalla forma fisica migliore).
GLI ULTIMI CHILOMETRI
Lampaert si sacrificava con decisione per il proprio capitano Gilbert, permettendo così ai sei di testa di allungare ulteriormente sul gruppo, dal quale cercava inutilmente di evadere Van Avermaet. Chilomentro dopo chilometro, sfruttando anche la poca collaborazione nel gruppo, i sei all’attacco riuscivano a superare il minuto di vantaggio. Gilbert attaccava nuovamente in prossimità del sesto tratto di pavé, quello da Bourghelles a Wannehain. Sagan e Politt gli restavano a ruota, mentre Vanmarcke e un grande Lampaert li avrebbero raggiunti qualche metro più tardi. L’unica vittima era Van Aert. Sul pavé del Carrefour de l’Arbre un fenomenale Lampaert dettava ancora il ritmo nel gruppetto in testa alla corsa. Il campione nazionale belga in carica dimostrava ancora una volta tutto il suo valore facendo aumentare ancora il vantaggio sul gruppo Sul Carrefour Gilbert riprovava a staccare tutti, ma Sagan gli rispondeva colpo su colpo.
A 13 km dalla linea d’arrivo il sorprendente Politt attaccava in contropiede senza nessun timore reverenziale, soprendendo tutti tranne l’esperto Gilbert. I due in testa allungavano transitavano sotto l’arco dei 10 km al traguardo con 22” di vantaggio su Sagan, Vanmarcke e Lampaert. Il corridore della EF Education First era costretto a rallentare a causa di un problema al pedale e, mentre Lampaert – giustamente – non collaborava, Sagan si ritrovava da solo ad inseguire. Passati senza pericoli gli ultimi tratti di pavé Gilbert e Politt, collaborando intelligentemente, giungevano sotto il triangolo rosso dell’ultimo chilometro. Dietro di loro, a 25”, Lampaert notava un calo di energie di Sagan e lo staccava abilmente, involandosi da solo verso il gradino più basso del podio. Entrati nel velodromo si giocavano la vittoria nella Classica del Pavé Philippe Gilbert – 36 anni, esperto corridore belga con un curriculum di tutto rispetto, nel quale spiccano un Mondiale, due Giri di Lombardia, una Liegi-Bastone-Liegi, un Giro delle Fiandre e quattro Amstel Gold Race – e il giovane e promettente Nils Politt, curriculum molto più leggero ma dal sicuro avvenire. Entrati nel velodromo i due si studiavano a vicenda e, suonata la campana dell’ultimo giro, si scrutavano negli occhi finché il campione della Deceuninck – Quick Step, sfruttando tutta la sua esperienza, si lanciava nello sprint decisivo sorprendendo il giovane rivale. Gilbert riusciva così a mettere in bacheca un’altra classica monumento e ora gli manca solamente la Milano-Sanremo per raggiungere il record di Eddy Merckx, unico vincente in tutte e 5 le “Classiche” per eccellenza. Dopo 13″ si piazzava Lampaert, forse l’unico in grado oggi di poter battere Gilbert. Quarto, dopo aver cambiato bici, era Sep Vanmarcke, che riusciva ad anticipare un esausto Peter Sagan. Sénéchal e Štybar, rispettivamente sesto e ottavo, rimarcavano ancora la netta supremazia della Deceunick, la quale aveva piazzato ben quattro ciclisti nella top ten della Roubaix. Primo degli italiani era un generosissimo Davide Ballerini, 31° a 4′25”.
Luigi Giglio
ORDINE D’ARRIVO
1 Philippe Gilbert (Bel) Deceuninck-QuickStep 5:58:02
2 Nils Politt (Ger) Team Katusha-Alpecin
3 Yves Lampaert (Bel) Deceuninck-QuickStep 0:00:13
4 Sep Vanmarcke (Bel) EF Education First 0:00:40
5 Peter Sagan (Svk) Bora-Hansgrohe 0:00:42
6 Florian Senechal (Fra) Deceuninck-QuickStep 0:00:47
7 Mike Teunissen (Ned) Team Jumbo-Visma
8 Zdenek Štybar (Cze) Deceuninck-QuickStep
9 Evaldas Siskevicius (Ltu) Delko Marseille Provence
10 Sebastian Langeveld (Ned) EF Education First
11 Stefan Küng (Swi) Groupama-FDJ
12 Greg Van Avermaet (Bel) CCC Team
13 Oliver Naesen (Bel) AG2R La Mondiale
14 Heinrich Haussler (Aus) Bahrain-Merida 0:01:24
15 Adrien Petit (Fra) Total Direct Energie 0:01:25
16 Marco Haller (Aut) Team Katusha-Alpecin 0:01:36
17 Arnaud Demare (Fra) Groupama-FDJ
18 Anthony Turgis (Fra) Total Direct Energie
19 Hugo Hofstetter (Fra) Cofidis Solutions Credits
20 Bert De Backer (Bel) Vital Concept-B&B Hotels
21 Dylan Van Baarle (Ned) Team Sky 0:01:40
22 Wout Van Aert (Bel) Team Jumbo-Visma 0:01:42
23 Stijn Vandenbergh (Bel) AG2R La Mondiale 0:02:14
24 Marcus Burghardt (Ger) Bora-Hansgrohe
25 Laurens De Vreese (Bel) Astana Pro Team 0:02:36
26 Frederik Backaert (Bel) Wanty-Groupe Gobert
27 Jasper Stuyven (Bel) Trek-Segafredo 0:02:38
28 John Degenkolb (Ger) Trek-Segafredo 0:03:00
29 Jens Keukeleire (Bel) Lotto Soudal 0:03:06
30 Kristijan Koren (Slo) Bahrain-Merida 0:03:39
31 Davide Ballerini (Ita) Astana Pro Team 0:04:25
32 Luke Rowe (GBr) Team Sky
33 Christophe Laporte (Fra) Cofidis Solutions Credits 0:07:06
34 Mads Schmidt Würtz (Den) Team Katusha-Alpecin 0:08:14
35 Marc Sarreau (Fra) Groupama-FDJ 0:09:09
36 Nico Denz (Ger) AG2R La Mondiale 0:09:11
37 Tom Devriendt (Bel) Wanty-Groupe Gobert
38 Wesley Kreder (Ned) Wanty-Groupe Gobert
39 Rüdiger Selig (Ger) Bora-Hansgrohe 0:10:19
40 Maarten Wynants (Bel) Team Jumbo-Visma
41 Ivan Garcia Cortina (Spa) Bahrain-Merida
42 Guillaume Van Keirsbulck (Bel) CCC Team 0:10:20
43 Matteo Trentin (Ita) Mitchelton-Scott
44 Nikias Arndt (Ger) Team Sunweb 0:11:51
45 Edvald Boasson Hagen (Nor) Dimension Data
46 Clément Russo (Fra) Team Arkea-Samsic
47 Nathan Van Hooydonck (Bel) CCC Team
48 Damien Touze (Fra) Cofidis Solutions Credits
49 Koen De Kort (Ned) Trek-Segafredo
50 Kasper Asgreen (Den) Deceuninck-QuickStep
51 Mads Pedersen (Den) Trek-Segafredo
52 Timothy Dupont (Bel) Wanty-Groupe Gobert
53 Andreas Schillinger (Ger) Bora-Hansgrohe
54 Cyril Lemoine (Fra) Cofidis Solutions Credits
55 Edward Theuns (Bel) Trek-Segafredo
56 Alexander Kristoff (Nor) UAE Team Emirates 0:14:15
57 Silvan Dillier (Swi) AG2R La Mondiale
58 Reto Hollenstein (Swi) Team Katusha-Alpecin
59 Boris Vallee (Bel) Wanty-Groupe Gobert 0:14:18
60 Matti Breschel (Den) EF Education First 0:15:47
61 Reinardt Janse Van Rensburg (RSA) Dimension Data
62 Cees Bol (Ned) Team Sunweb
63 Pascal Eenkhoorn (Ned) Team Jumbo-Visma
64 Julien Duval (Fra) AG2R La Mondiale
65 Olivier Le Gac (Fra) Groupama-FDJ
66 Bernhard Eisel (Aut) Dimension Data
67 Jimmy Turgis (Fra) Vital Concept-B&B Hotels
68 Dorian Godon (Fra) AG2R La Mondiale
69 Robert Stannard (Aus) Mitchelton-Scott
70 Matej Mohoric (Slo) Bahrain-Merida
71 Julien Trarieux (Fra) Delko Marseille Provence
72 Jérémy Lecroq (Fra) Vital Concept-B&B Hotels
73 Imanol Erviti (Spa) Movistar Team
74 Lars Boom (Ned) Roompot-Charles
75 Roy Curvers (Ned) Team Sunweb
76 Mitchell Docker (Aus) EF Education First
77 Lukasz Wisniowski (Pol) CCC Team 0:15:51
78 Hugo Houle (Can) Astana Pro Team
79 Stan Dewulf (Bel) Lotto Soudal
80 Michael Schär (Swi) CCC Team
81 Ignatas Konovalovas (Ltu) Groupama-FDJ
82 Ian Stannard (GBr) Team Sky
83 Benoit Jarrier (Fra) Team Arkea-Samsic
84 Gianni Moscon (Ita) Team Sky
85 Rick Zabel (Ger) Team Katusha-Alpecin 0:20:25
86 Julien Vermote (Bel) Dimension Data 0:23:26
87 Jan Tratnik (Slo) Bahrain-Merida
88 Franck Bonnamour (Fra) Team Arkea-Samsic
89 Timo Roosen (Ned) Team Jumbo-Visma
90 Corentin Ermenault (Fra) Vital Concept-B&B Hotels
91 Lars Bak Ytting (Den) Dimension Data
92 Alexandre Pichot (Fra) Total Direct Energie
93 Boy Van Poppel (Ned) Roompot-Charles
94 Tom Scully (NZl) EF Education First
95 Owain Doull (GBr) Team Sky 0:23:37
96 Ryan Mullen (Irl) Trek-Segafredo
97 Kris Boeckmans (Bel) Vital Concept-B&B Hotels 0:23:43
98 Michael Hepburn (Aus) Mitchelton-Scott 0:24:12
99 Edoardo Affini (Ita) Mitchelton-Scott
100 Filippo Fortin (Ita) Cofidis Solutions Credits 0:27:17