SPLENDE L’AMSTEL PER VAN AERT, SUA LA CORSA OLANDESE AL FOTOFINISH

aprile 18, 2021 by Redazione  
Filed under 5) AMSTEL GOLD RACE, News

Dopo un anno di assenza forzata a causa della pandemia da Covid-19, oggi si tornava a correre l’Amstel Gold Race, corsa ciclistica che si tiene come tradizione nella provincia del Limburgo tra Valkenburg e Maastricht, nei Paesi Bassi nel mese di Aprile. Cinquantacinquesima edizione della classiche delle Ardenne che veniva vinta dal fenomeno Wout Van Aert (Team Jumbo-Visma) grazie ad uno sprint a tre contro Maximilian Schachmann (Bora Hansgrohe) e Thomas Pidcock (Ineos Grenadiers).

Al via centosettantacinque ciclisti suddivisi in venticinque squadre tra cui la Deceuninck – QuickStep, il Team Jumbo-Visma e il Team Ineos Grenadiers che si presentavano con un roster di tutto rispetto. Julian Alaphilippe, grande sconfitto di oggi e con qualche dubbio sulla Liegi-Bastogne-Liegi poteva contare su gregari come Mattia Cattaneo, Florian Sénéchal e Mauri Vansevenant, mentre in casa Jumbo-Visma sia Wout Van Aert e Primoz Roglic partivano coi gradi di capitano. Molto aggressiva nella parte centrale e soprattutto finale della corsa la condotta di gara del team britannico del DS Servais Knaven. Ineos Grenadiers che ha avuto un ottimo Dylan Van Baarle attivo nel cercare di spezzare la corsa nei primi chilometri per mettere pressione ai rivali dei suoi capitani Michel Kwiatkowski e Thomas Pidcock. Finale invece dove Carapaz si spendeva per permettere l’allungo di Pidcock, difeso poi da Kwiatkowski. Peccato per l’ex Team Sky non aver conquistato la corsa dopo una condotta così egregia, purtroppo per loro si sono trovati di fronte un campione come Van Aert. Solo dieci gli italiani al via, tra di loro Matteo Trentin (UAE-Team Emirates) e Sonny Colbrelli (Bahrein-Victorious), gli unici che avevano sulla carta buone possibilità di un piazzamento importante. Assente il vincitore dell’edizione del 2019, Mathieu Van der Poel (Alpecin – Fenix), presente invece tra i pochi spettatori presenti sulle strade, per le normative belghe, un Tom Dumoulin ormai semplice spettatore. Normative prese dagli organi di sicurezza belga insieme agli organizzatori della corsa per ridurre l’afflusso delle persone, come si poteva notare già dalla partenza che avveniva alle 12:00 dall’interno di un’area chiusa in cima al Cauberg e non come gli scorsi anni dalla Vrijthof a Maastricht. Percorso stravolto di 216,7 km da correre in un circuito di 16,9 chilometri da ripetere 12 volte, più un ultimo giro leggermente diverso e accorciato a 15,8 chilometri, con le asperità del Geulhemmerberg, Bemelerberg e del già citato Cauberg dove era posto anche l’arrivo.
Subito dopo aver superato la stazione di partenza e arrivo a Vilt, avveniva la partenza ufficiale in prossimità dell’Hotel Lamerichs. Percorsi pochi minuti di strada si formava un piccolo gruppo di dieci ciclisti in testa alla corsa, ne facevano parte Edward Theuns, Julien Bernard (Trek – Segafredo), Stan Dewulf (AG2R Citroën Team), Sébastien Grignard (Lotto Soudal), Maurits Lammertink, Loïc Vliegen (Intermarché – Wanty – Gobert Matériaux), Chad Haga (Team DSM), Ryan Gibbons (UAE-Team Emirates), Kenny Molly (Bingoal Pauwels Sauces WB) e Anders Skaarseth (Uno-X Pro Cycling Team). Assenti corridori italiani e soprattutto gli uomini della Deceuninck QuickStep e della Jumbo-Visma. I fuggitivi prendevano tranquillamente il largo, tanto che a 100 chilometri dalla linea d’arrivo avevano più di tre minuti di vantaggio. Mentre nel gruppo si notava un Jasper Stuyven (Trek-Segafredo) in difficoltà, avanti si mettevano a tirare con un notevole ritmo la Qhubeka Assos di Simon Clarcke e dell’ancora promessa non confermata Robert Power, e la BikeExchange di Michael Matthews che facevano crollare notevolmente il vantaggio dei dieci corridori in fuga.
Quando di chilometri alla conclusione ne mancavano poco più di 40, i fuggitivi potevano contare su solo 35 secondi di vantaggio, il loro destinato era quasi segnato quando dal gruppo allungavano sei ciclisti: Sonny Colbrelli (Bahrain – Victorious), Dylan Van Baarle (Ineos Grenadiers), Florian Sènèchal (Deceuninck – Quick Step), Rui Costa (UAE-Team Emirates) e Simon Clarke (Team Quebeka-Assos). I sei corridori riprendevano i fuggitivi ai piedi del Cauberg, tutti tranne Vliegen che aveva allungato ulteriormente trovandosi da solo in testa. Arrivati sul Cauberg, con Ineos Grenadiers e Deceuninck – QuickStep presenti pericolosamente nel primo gruppetto, usciva prepotentemente fuori Primoz Roglic. Lo sloveno della Jumbo-Visma accelerava di gran lena andando a riprendere i ciclisti che si erano avvantaggiati precedentemente, ad eccezione del solito Vliegen che veniva ripreso facilmente dal gruppo qualche chilometro dopo. Chi invece veniva ripreso con diffocoltà era Ide Schelling (Bora – hansgrohe). L’olandese gregario di Schachmann si era avvantaggiato sfruttando l’attimo in cui il gruppo dopo aver ripreso Vliegen si era messo a rifiatare qualche minuto. Azione di Schelling che sarebbe durata fino all’ultimo passagio sul Cauberg quando grazie all’andatura di Mauri Vansevenant il gruppo lo riprendeva.
Si arrivava all’ultimo giro di circuito con grossi colpi di scena, Primoz Roglic aveva avuto un problema alla catena sulle prime rampe del Cauberg, mentre il Campione del Mondo in carica Alaphilippe era apparso in grosse difficoltà a ruota di Alejandro Valverde (Movistar Team). Il team Ineos Grenadiers notando questi due colpi di scena partiva all’attacco, accelleravano Pidcock e Kwiatkowski seguiti dal fido Richard Carapaz. Attento Van Aert a non farli scappare con Matthews e Schachman a ruota. Sui sei battistrada rientrava un eterno Valverde, ma nemmeno il tempo di rifiatare che la Ineos sfruttava la propria superiorità numerica con Kwiatkowski che allungava ulteriormente, allungo che sarebbe durato pochi chilometri.
Mentre dietro la UAE-Team Emirates e soprattutto la Deceuninck – QuickStep cercavano di riprendere il gruppetto in testa che reggeva il vantaggio grazie anche ad un gran lavoro di Carapaz, Pidcock partiva in progressione portandosi dietro gli attenti Van Aert e Schachmann. A dieci chilometri dall’arrivo si trovavano in testa alla corsa: Wout Van Aert della Jumbo Visma, Maximilian Schachmann della Bora Hansgrohe e Thomas Pidcock della Ineos Grenadiers, grande assente Julian Alaphilippe. I tre si davano cambi regolari con un vantaggio che oscillava tra i 15 e i 20 secondi dal primo gruppo inseguitore dove Bauke Mollema abbandonava per una foratura e Michel Kwiatkowski da grande uomo squadra si metteva a rompere i cambi regolari in testa per rallentare il ritmo dell’inseguimento.
Si arrivava all’ultimo chilometro con i tre davanti che avevano accumulato ben 22 secondi di vantaggio sugli inseguitori, ormai il destino della corsa era deciso, l’Amstel Gold Race 2021 sarebbe stata vinta da uno di loro. Più si avvicinavano al traguardo più i tre rallentavano studiandosi l’un l’altro. Schachmann in volata sicuramente meno veloce dei tre doveva provare il classico colpo da finesseur, ma la stanchezza era tale che per il tedesco della Bora non c’è stato nemmeno un timido tentativo. Si arrivava alla volata con Van Aert che partiva lungo, uno sprint potente ed elegante, imbattibile, tanto sicuro il campione belga che smetteva di pedalare a ridosso della linea d’arrivo non rendendosi conto di un recupero in extremis di Pidcock. Il corridore della Ineos Grenadiers era partito subito dopo Va Aert, e la sua progressione in volata era stata notevole, un rientro su cui ha dovuto intervenire il fotofinish per aggiudicare la vittoria a Van Aert. Un altro successo importante per il belga, questa volta per una questione di pochi millimetri. Primo tra gli inseguitori Matthews, solo sesto Alaphilippe che arrivava alle spalle di un eterno Valverde. Tra gli italiani il primo a tagliare il traguardo era Kristian Sbaragli (Alpecin-Fenix) giunto settimo. Grandi assenti di giornata gli uomini Astana. Jakob Fuglsang, Alexey Lutsenko e Alex Aranburu assenti ingiustificati.

Luigi Giglio

Il fotofinish che ha decretato la vittoria di Van Aert

Il fotofinish che ha decretato la vittoria di Van Aert

FIANDRE 2021: LE PAGELLE

Ecco le pagelle del Giro delle Fiandre 2021 conquistato ieri da Kasper Asgreen

KASPER ASGREEN: Il ventiseienne della Deceuninck-Quick Step vincendo il Giro delle Fiandre conquista la vittoria più importante della sua carriera. Sfrutta al meglio la superiorità numerica del suo team e si gestisce perfettamente nel finale. Sorprende sul Pateberg dove dimostra di averne di più di un sfinito Van der Poel. Rimasto da solo col campione olandese gestisce con saggezza le forze in attesa dello sprint decisivo, in cui mantiene il sangue freddo e taglia per primo il traguardo in una volata senza storie. VOTO: 10

MATHIEU VAN DER POEL: Corre bene, propizia sempre le azioni decisive nelle fasi cruciali della corsa, ma non è al 100% e lo si vede nel finale. Generoso, anche troppo, non ne ha più negli ultimi chilometri, quando non riesce ad allungare su Asgreen sul Pateberg. Cede allo sprint contro il danese, che lo recupera facilmente dopo aver provato ad anticiparlo senza successo. VOTO: 7,5

GREG VAN AVERMAET: Corre di rimessa, si fa trovare impreparato quando parte il gruppetto Asgreen-Alaphilippe-Van Aert-Van der Poel. Non riesce a rientrare e si accontenta di vincere la volata per il terzo posto. VOTO: 7

JASPER STUYVEN: Il vincitore della Milano – Sanremo, costretto a rinunciare alla Dwars door Vlaanderen di mercoledì scorso, conquista un quarto posto di tutto rispetto. Per il corridore della Trek-Segafredo un piazzamento che certifica la sua maturazione ciclistica nelle corse che contano. VOTO: 6,5

GIANNI VERMEERSCH: Per il belga della Alpecin-Fenix una stagione ad altissimi livelli come uomo squadra. Si rivela un compagno affidabile per Mathieu Van der Poel e a 28 anni trova la sua giusta dimensione. VOTO: 6,5

FLORIAN SÉNÉCHAL: Il corridore della Deceuninck corre da uomo squadra. Presente nel gruppetto inseguitore, nel finale della corsa si mette a rompere i cambi aiutando i compagni Asgreen e Alaphilippe in fuga. VOTO: 6,5

ANTHONY TURGIS: Il ventiseienne della Total Direct Énergie dimostra di essere un uomo da pavé. Non ci sarà da sorprendersi se in un futuro non troppo lontano lo troveremo sull gradino più alto del podio. VOTO: 6,5

JULIAN ALAPHILIPPE: Il Campione del Mondo in carica è attivissimo nella fase centrale della corsa. Spreca energie e arrivato al lumicino si mette al servizio di Asgreen. Termina 42° a 2′35” dal compagno di squadra. VOTO: 6

THOMAS PIDCOCK: Il giovane ciclista della Ineos Grenadiers affronta per la prima volta il Giro delle Fiandre. Soffre sul Kwaremont ma i segnali per il futuro sono più che buoni. VOTO: 6

SEP VANMARCKE: Quinto posto per il corridore della Israel Start Up Nation. Cresciuto su queste pietre, le conosce a memoria ed è un vero peccato che nella sua lunga carriera non sia mai riuscito ad imporsi in una classica del nord. Il successo più importante su queste rotte lo ha ottenuto nel 2012 alla Omloop Het Nieuwsblad. VOTO: 6

DYLAN VAN BAARLE: Come alla Gand Wevelgem di domenica scorsa il vincitore della Dwars door Vlaanderen ha la colpa di perdersi e non farsi trovare pronto nelle azioni decisive della corsa, nonostante sia uno dei corridori atleticamente più in forma. VOTO: 5,5

DYLAN TEUNS ed HEINRICH HAUSSLER: Si fanno trovare pronti quando la corsa entra nel vivo e infatti lo ritroviamo presenti nell’azione dove si crea il gruppetto Asgreen-Va der Poel. I corridori della Bahrain, come quelli della Deceuninckm posso far valere la superiorità numerica, ma falliscono. VOTO: 5,5

WOUT VAN AERT: Il fuoriclasse belga incappa in una giornata negativa, emblematica l’azione in cui sale a zig zag sullo Kwaremont. Testa attenta ma gambe scariche. Termina sesto a 47” da Asgreen. VOTO: 5

ALBERTO BETTIOL: Il vincitore del Fiandre 2019 non arriva al via con grosse ambizioni e la corsa conferma il suo stato di forma non eccelso. VOTO: 5

PETER SAGAN: I buoni segnali mandati alla Milano-Sanremo naufragano in questo Giro delle Fiandre. Un quindicesimo posto che non è da lui. VOTO: 4

OTTO VERGAERDE: Il 26enne belga della Alpecin Fenix è protagonista di un gesto non proprio bello nei confronti di Yevgeniy Fedorov. Viene squalificato per comportamento scorretto, dopo aver minacciato il 21enne kazako dell’Astana, anche lui mandato a casa per la reazione. VOTO: 4

Luigi Giglio

ASGREEN, VOLATA MONUMENTALE. IL DANESE BATTE VAN DER POEL ALLO SPRINT E VINCE IL FIANDRE

aprile 4, 2021 by Redazione  
Filed under 3) GIRO DELLE FIANDRE, News

Un cerchio che si è chiuso dopo 2 anni. Nel 2019 un giovane Kasper Asgreen si rivelò al grande pubblico sul traguardo di Oudenaarde ottenendo un sorprendente secondo posto al suo primo Giro delle Fiandre. A distanza di due anni il campione di Danimarca si è imposto di prepotenza sullo stesso traguardo e ha conquistato la prima classica monumento della sua giovane carriera. Il corridore della Deceuninck-Quick Step, recente vincitore del E3 Prijs Harelbeke, ha battuto al termine di un avvincente sprint a due Mathieu Van der Poel (Alpecin-Fenix),il vincitore uscente e grande favorito della vigilia. Sul terzo gradino del podio il redivivo Greg Van Avermaet (Ag2r Citroen Team) che ha avuto la meglio su Jasper Stuyven (Trek-Segafredo) nello sprint per il 3° posto. Prestazione deludente per Wout Van Aert (Jumbo-Visma) che si è dovuto accontentare del 6° posto, alle spalle anche di Sep Vanmarcke (Israel Start-Up Nation).


La 105a edizione della Ronde Van Vlaanderen prevedeva il via per il 4° anno consecutivo da Anversa e ed un percorso molto simile a quello delle ultime edizioni, nonostante l’assenza (così come nel 2020) del Kapelmuur. Il muro simbolo della corsa fiamminga è stato nuovamente lasciato fuori dalla corsa ufficialmente per motivi legati all’emergenza covid. Gli organizzatori hanno infatti preferito non percorrere la Route Nationale e il ‘Muur’ al fine di sfavorire potenziali assembramenti dei tifosi.
Il menù di giornata prevedeva dunque 254 km caratterizzati da diversi tratti in pavè e da 19 muri, tra cui l’Oude Kwaremont (da affrontare tre volte, rispettivamente ai km 121, 200 e 238), il Paterberg (due passaggi, ai km 203 e 241) e il terribile Koppenberg posto al km 210.

La fuga di giornata ha iniziato a prendere forma al km 7 grazie all’attacco dell’elevetico Stefan Bissegger (EF Education Nippo) a cui si sono rapidamente accodati il danese Mathias Norsgaard (Movistar Team), i fiamminghi Jelle Wallays (Cofidis) e Fabio Van Den Bossche (Sport Vlaanderen-Baloise) e il neerlandese Matthijs Paasschens (Bingoal). I cincque battistrada nel giro di pochi chilomentri sono riusciti a prendere il largo portando il gap ad oltre 40” (km 12). Una volta capito che l’azione sarebbe stata quella buona, gli uomini dell’Astana PremierTech e del Team DSM, evidentemente intenzionati a rientrare sui fuggitivi, hanno provato ad rilanciare l’andatura del gruppo. Proprio in questa fase è giunta la squalifica per Otto Vergaerde (Alpecin-Fenix) e Evgeny Fedorov (Astana PremierTech). Durante le concitate fasi iniziali della corsa, il belga avava colpito con una spallata il kazako che a sua volta aveva provato a ricambiare la cortesia. Entrambi sono stati puniti dalla giuria dopo aver esaminato le immagini.
Poco dopo, intorno al km 20, proprio un corridore dell’Astana, il canadese Hugo Houle, e uno del Team DSM, il tedesco Nico Denz, sono evasi dal gruppo lanciandosi all’inseguimento dei fuggitivi. I due contrattaccanti sono rientrati al km 34 mentre il gruppo, che nel frattempo si era completamente rialzato, era scivolato già a 5’45”.

La corsa si è così stabilizzata: i 7 fuggitivi hanno trovato una buona collaborazione e, complice l’atteggiamento rilassato del gruppo, hanno continuato ad incrementare il gap che, dopo i primi 50 km aveva già superato i 10 minuti
Per i primi 80 km il gruppo principale è stato tirato dal solo Edoardo Affini (Jumbo-Visma). Giunti in prossimità dei primi due tratti di pavè (Lippenhovestraat e Paddestraat, rispettivamente ai km 85 e 87) in testa al gruppo sono arrivate anche le maglie della Deceuninck-Quick Step. Tuttavia il ritmo del plotone non è per nulla cambiato, anzi propio in questa fase i fuggitivi hanno raggiunto il massimo vantaggio, portando il gap ad oltre 12’. Si è così giunti senza particolari colpi di scena a primo muro di giornata, il Katteberg (km 102) che faceva da preludio al terzo tratto di pavè, quello di Holleweg (km103).
Il gruppo ha cambiato marcia poco dopo, mentre si avvicinava al primo passaggio sul Oude Kwaremont (km 121), in particolare grazie al lavoro svolto dal solito Tim Declercq (Deceuninck-Quick Step). Il ritmo imposto dal gigante fiammingo ha prodotto una prima diminuzione del distacco, sceso sotto i 10’ già in cima al Kwaremont. Gli uomini della Deceuninick (oltre a Declercq, molto attivi anche Bert Van Lerberghe e successivamente Davide Ballerini) hanno continuato ad imprimere un’andatura elevanta anche nei chilometri successivi producendo un ulteriore decremento del gap: a 100 chilometri dal traguardo, dopo aver superato il Molenberg (6° muro di giornata), il distacco era ormai inferiore ai 7 minuti.

Gli uomini di Patrick Lefevere hanno ulteriormente incrementato il ritmo lungo il tratto in pavè di Marlboroughstraat (-98), grazie ad un’accelerazione portentosa di Kasper Asgreen che ha letteralmente spaccato il gruppo, contribuendo ad avvicinare ulteriormente i 7 battistrada ( 5’40” di vantaggio al km 95). Poco dopo, all’inizio del muro di Berendries, Kevin Genites (Groupama-FDJ) ha tentato un nuovo allungo dal gruppo principale. Sulle ruote del lussemburghese si è subito riportato Davide Ballerini (Deceuninck-Quick Step) insieme ad altri 8 corridori: Luke Rowe (Ineos Grenadiers), Edward Theuns (Trek-Segafredo), Nathan Van Hooydonck (Jumbo Visma), Joris Nieuwenhuis (Team DSM), Edvald Boasson Hagen (Total Direct Energie), Bryan Coquard (B&B Hotels p/b KTM), Oscar Riesebeek (Alpecin-Fenix) e Boy Van Poppel (Intermarchè-Wanty Gobert). I 10 contrattaccanti hanno resistito in avanscoperta solo per qualche km, prima di essere ripresi in prossimità del Valkenberg. Nel frattempo il vantaggio dei 7 fuggitivi era calato ad appena 4 minuti.
I corridori del gruppo hanno rifiatato sul successivo muro, quello di Berg Ten Haute (-76), per poi ricominciare a darsi battaglia sul Kanarieberg (-70) quando è arrivato l’attacco di Soren Kragh Andersen (Team DSM). Il danese, evidentemente intenzionato a portare via un gruppetto, è rimasto per una paio di chilometri solo all’inseguimento dei 7 fuggitivi, prima di farsi riprendere da un gruppo che aveva iniziato ad essere sempre meno folto.
A 66 chilometri dall’arrivo una caduta avvenuta poco dietro la testa del gruppo ha coinvolto molti corridori, tra cui diversi attesi protagonisti come Julian Alaphilippe (Deceunick-Quick Step), Alexander Kristoff (UAE Team Emirates) e Oliver Naesen (Ag2r Citroen Team). Tutti I corridori finiti a terra sono riusciti a risalire in bici e a rientrare sul gruppo principale nei chilometri successivi, poco prima di arrivare al secondo passaggio sul Oude Kwaremont (-54).

Proprio sul Kwaremont, l’elvetico Stefan Bissegger ha deciso di rompere gli indugi visto che il vantaggio del gruppo di testa sul plotone principale si era ormai ridotto ad 1’40”. L’elevetico si è facilmente tolto di ruota gli ormai ex compagni di fuga. Tra questi il più in difficoltà era il giovane (classe 2000) Fabio Van Den Bossche che non è riuscito a tenere neanche le ruote di Denz, Houle, Wallays, Norsgaard e Paasschens, rimasti all’inseguimento di Bissegger.
Nel gruppo principale la prima accelerazione è stata operata da Yves Lampaert (Deceuninck-Quick Step) con a ruota il capitano Julian Alaphilippe e Tim Wellens (Lotto-Soudal). La loro azione non ha però sortito particolari effetti. Decisamente più incisiva l’iniziativa di Mathieu Van der Poel e Kasper Asgreen che nel tratto finale del Kwaremont sono riusciti ad allungare sul resto del gruppo. Fiutato il pericolo, Wout Van Aert ha immediatamente reagito, portandosi a ruota dei due rivali e trascinando con se quel che restava del gruppo dei migliori. Un nuovo scatto della coppia Asgreen-Van Der Poel si poi consumato al primo passaggio sul Paterberg (-51) e ancora una volta è stato Wout Van Aert a ricucire lo strappo. Una volta ripresi Asgreen e Van der Poel, sono partiti in contropiede Florian Senechal (Deceuninck-Quick Step), Tom Pidcock (Ineos Grenadiers), Marco Haller (Bahrain Victorius) e Tim Wellens a cui poco dopo si sono aggiunti Christophe Laporte (Cofidis) e Julian Alaphilippe. Il sestetto inseguitore di lì a poco ha ripreso i cinque reduci della fuga di giornata ed ha approcciato le durissime rampe del Koppenberg con 35”di distacco da Bissegger ed appena 15” di vantaggio sul gruppetto comprendente tutti gli altri favoriti.

Lungo il Koppenberg (-45) Alaphilippe ha provato ad evitare il rientro del gruppo inseguitore imprimendo una nuova accelerazione e andando a riprendere facilmente un esausto Bissegger. La nuova coppia di testa è rimasta da sola al comando per appena un paio di chilometri visto che di lì a poco sono rientrati anche Van der Poel, Van Aert, Turgis, Pidcock, Wellens, Laporte e Haller e poco dopo anche il gruppetto di Van Avermaet. Ad approfittare del successivo rallentamento è stato così Marco Haller che ha allungato poco prima di imboccare il Taaienberg (-37). Anche sul quart’ultimo muro di giornata i big non hanno esistato a darsele: all’ennesimo attacco di Van der Poel hanno nuovamente risposto Asgreen, Van Aert, Alaphilippe e poi anche un ottimo Dylan Teuns (Bahrain Victorius). I cinque contrattaccanti hanno rapidamente ripreso Haller andando a formare un interessante sestetto che vedeva la presenza di ben 2 corridori per Deceuninck e Bahrain, oltre ai due fenomeni del ciclocross. Il drappello di testa ha in breve tempo guadagnato una ventina di secondi sul gruppo inseguitore formato da Greg Van Avermaet (Ag2r Citroen Team), Jasper Stuyven (Trek-Segafredo), Dylan Van Baarle e Thomas Pidcock (Ineos Grenadiers), Tiesj Benoot (Team DSM), Anthony Turgis (Total Direct Energie), Christophe Laporte (Cofidis), Tim Wellens (Lotto-Soudal), Gianni Vermeersch (Alpecin-Fenix), Valentin Madouas (Groupama-FDJ) e Sep Vanmarcke (Israel Strat-Up Nation).

Gli inseguitori hanno provato a rientrare sui sei battistrada, rieuscendo però a recuperare solo qualche secondo, non abbastanza per poter ricucire il buco. E così, lungo il terzultimo muro, il Kruisberg-Hotond, Anthony Turgis ha provato a riportarsi tutto solo sui fuggitivi, riuscendo a riprenderli poco dopo lo scollinamento, proprio mentre dietro uno sfortunato Trentin forava nel momento peggiore.
Turgis non ha avuto neanche il tempo di rifiatare perchè proprio al termine del Kruisberg, Kasper Asgreen ha impresso l’ennesima progressione di giornata, stavolta seguito solo da Wout van Aert e Mathieu Van der Poel. Il gruppetto di Alaphilippe, Turgis, Haller e Teuns ha invece lentamente perso terreno venendo poi ripreso dagli inseguitori ai 19 km dall’arrivo, poco prima del terzo e ultimo passaggio sul Oude Kwaremont.

Sul Kwaremont (-17), Turgis ha nuovamente provato a rientrare sulla testa della corsa portandosi a ruota un ottimo Van Avermaet e riducendo parzialmente il gap dal terzetto dei battistrada. Ma proprio nelle ultime centinaia di metri del muro, è giunto l’ennesima sferzata di Van der Poel che ha mandanto in netta difficoltà Van Aert. Asgreen, dopo aver perso qualche metro, è invece rapidamente rientrato sul campione olandese. Terminato il Kwaremont, i corridori erano attesi dal breve ma durissimo Paterberg (-14), ultima asperità prima del traguardo di Oudenaarde. Van Aert ha disperatamente tentato di rientrare su Asgreen e Van der Poel ma le forze erano ormai vicine all’esaurimento e il fuoriclasse belga è rimbalzato sull’ultimo muro di giornata. Asgreen e Van der Poel hanno invece scollinato insieme continuando poi a collaborare lungo i successivi 12 km.
Van Aert è stato invece mestamente ripreso dal gruppo inseguitore che viaggiava con un distacco di circa 28” dai battistrada. Proprio da tale drappello, ai -3 è giunto lo scatto di Van Avermaet e del vincitore dell’ultima Milano-San Remo, Jasper Stuyven, decisi ad anticipare gli altri inseguitori nella lotta per il 3° posto.

Davanti, Asgreen aveva continuato a tirare nonostante fosse, almeno sulla carta, molto meno veloce di Van der Poel. Soltanto una volta entrati nell’ultimo chilomentro, il danese ha deciso di non collaborare più ponendosi a ruota del campione d’Olanda, in una condizione molto simile a quella che si era verificata nell’edizione 2020 della classica fiamminga con Wout Van Aert. Van der Poel ha controllato Asgreen fino ai 250 metri dall’arrivo, quando il danese ha lanciato la sua lunga volata da dietro. Van der Poel ha resistito in testa fino a 100 metri dal traguardo quando la luce si è completamente spenta. Asgreen ha affiancato un Van der Poel ormai in piena riserva e sempre più barcollante e l’ha passato a velocità doppia imponendosi con un margine nettissimo.

Asgreen centra così la vittoria più importante della sua carriera davanti al favorito n°1, battuto e visibilmente deluso nel post-gara. La volata per il terzo posto ha invece premiato un ottimo Greg Van Avermaet (a 32”) che ha battuto in un’altro sprint a due il connazionale Stuyven. La volata del gruppo inseguitore (giunto a 47″) è andata a Sep Vanmarcke bravo a beffare un deludente Wout Van Aert, il sorprendente Gianni Vermeersch, Anthony Turgis, Florian Senechal, Dylan Van Baarle e Christophe Laporte.

Per gli uomini del ‘Wolfpack’ si tratta dell’ennesimo trionfo in un grande classica del nord. Per Kasper Asgreen è invece il primo alloro in una classica momumento, dopo le vittorie ottenute ad Harelbeke e alla Kuurne-Bruxelles-Kuurne.

Pierpaolo Gnisci

Asgreen trionfo al Fiandre (fonte: Getty Images Sport)

Asgreen trionfo al Fiandre (fonte: Getty Images Sport)

GAND-WEVELGEM 2021: LE PAGELLE

marzo 29, 2021 by Redazione  
Filed under 2) GAND - WEVELGEM, Approfondimenti

Le pagelle dell’edizione 2021 della Gand-Wevelgem vinta da Wout van Aert

WOUT VAN AERT: Sarebbe stato bello vederlo lottare fianco a fianco con Mathieu Van Der Poel, ma l’olandese non c’è e il capitano della Jumbo-Visma fa quello che vuole. Attivo nei ventagli, strepitoso sui muri, infallibile in volata. Con la Gand-Wevelgem conquista la terza vittoria stagionale in undici corse a cui ha preso parte. Podio alla Milano-Sanremo, secondo in classifica generale alla Tirreno-Adriatico, vincitore della classifica a punti della Corsa dei due Mari, quarto posto alle Strade Bianche, una certezza e una costante di rendimento che fanno di Van Aert uno degli assi del ciclismo mondiale. VOTO: 10

GIACOMO NIZZOLO: Il capitano della Qhubeka Assos corre da ciclista esperto e navigato, sfrutta una buona gamba e non si lascia sorprendere, tranne che nella volata finale dove parte in posizione troppo dietro e lontana da Van Aert. Peccato. VOTO: 7,5

NATHAN VAN HOOYDONCK: Il dirimpettaio della Jumbo-Visma fa un gran lavoro per il proprio capitano. Corre con generosità e senso del dovere, sempre pronto ogni volta che il capitano gli chiede di spingere il gruppo o di rincorrere qualcuno. VOTO: 7,5

STEFAN KÜNG: Lo svizzero è un treno, corre sempre all’attacco e prova a beffare i velocisti nel finale. Purtroppo per lui i velocisti lo conoscono bene e non gli lasciano spazio. VOTO: 7

MATTEO TRENTIN: Nelle classiche del nord c’è sempre, ma il corridore della UAE-Team Emirates non riesce mai a fare la differenza, trovando sempre qualcuno più forte di lui. Costante piazzato. VOTO: 6,5

SONNY COLBRELLI e MICHAEL MATTHEWS: Riescono a farsi trovare pronti nel gruppo che si andrà a giocare la vittoria finale, soffrono sui muri, barcollano ma non mollano. Arrivano sfiniti allo sprint. VOTO: 6,5

DYLAN VAN BAARLE: L’olandese della Ineos Grenadiers ha una buona gamba, ma si fa trovare impreparato quando si aprono i ventagli. Tra i big tagliati fuori è l’unico, però, che prova un inseguimento decente. Termina ottavo a 52” da Van Aert. VOTO: 6

GIANNI VERMEERSCH: Dopo il fortait di Van der Poel tocca a lui prendere in mano le redini dell’Alpecin-Fenix. Il buon Gianni fa quel che può. VOTO: 6

SAM BENNETT: Il velocista della Decuninck-QuickStep è l’unico del team di Lefevere a trovarsi nel ventaglio di testa. Cede a 33 chilometri dalla linea d’arrivo dopo aver combattuto anche contro problemi di stomaco. VOTO: 6

ANTHONY TURGIS: Si trova in una buona condizione fisica e atletica, uno stato che il corridore della Total Direct Énergie non riesce, però, a sfruttare come si deve. VOTO: 5,5

ARNAUD DÉMARE e GREG VAN AVERMAET: Si lasciano trovare impreparati nella fase decisiva della corsa e tentano, prima il francese e poi il belga, un timido tentativo per rientrare, tentativo a cui solo le telecamere hanno trovato piacere. VOTO: 5

YVES LAMPAERT: Il corridore belga si è lasciato ingabbiare, corsa da dimenticare per la Deceuninck-Quick Step che rimane lontano dal provarla a vincere. Il belga Lampaert termina quattordicesimo 1′25” dopo il vincitore e dopo vani tentativi di rientrare nel gruppo Van Aert. VOTO: 5

JOHN DEGENKOLB: Corsa totalmente anonima per il tedesco. VOTO: 5

Luigi Giglio

VAN AERT SVERNICIA GLI ITALIANI ALLA GAND-WEVELGEM

marzo 28, 2021 by Redazione  
Filed under 2) GAND - WEVELGEM, News

Un grande Wout Van Aert (Jumbo-Visma) vinceva in una volata ristretta di soli sette ciclisti l’ottantatresima edizione della Gand-Wevelgem, corsa del calendario Uci World Tour di 254,00 chilometri che dalla città di Ypres terminava a Wevelgem.

Una Gand-Wevelgem spettacolare, segnata dalle forti raffiche di vento e dall’assenza forzata della Trek-Segafredo e della Bora-Hansgrohe a causa di positività al covid riscontrate nel loro gruppo squadra, a cui si aggiungeva anche l’assenza dell’acerrimo rivale di Van Aert: Mathieu Van der Poel. Il fuoriclasse olandese aveva deciso di rallentare un attimo e ricaricarsi in vista del Giro delle Fiandre.
Con il vincitore dell’anno scorso anno Mads Pedersen (Trek – Segafredo) costretto ai box, tra le folate del vento si partiva da Ypres, cittadina tristemente nota per la battaglia che si combattè nella prima guerra mondiale nei mesi di aprile e maggio 1915 tra i belgi e i francesi da un lato e i tedechi dall’altro, battaglia dove avvenne per la prima volta l’uso di armi chimiche, precisamente l’uso di gas tossico.
Gruppo che subito la partenza vedeva vari ciclisti tentare la fuga. Dopo soli 8 chilometri si muovevano Christophe Noppe (Arkéa Samsic), Jonas Rutsch e Stefan Bissegger (EF Education-Nippo), e Laurenz Rex (Bingoal Pauwels Sauces WB), ai quattro si sarebbe accodato dopo un centinaio di metri Yevgeniy Fedorov (Astana Premier Tech). I fuggitivi, di cui Noppe non faceva più parte, aiutati dal vento portavano il loro vantaggio sul gruppo a 9′ quando i chilometri percorsi erano appena cinquanta. Quando la strada, salendo verso nord incontrava il vento forte lateralmente, il gruppo si spezzava in più parti con gruppi di ciclisti che formavano i famosi ventagli. A 175 km dalla fine nel primo ventaglio si sono trovavano 21 ciclisti, tutti bravi a farsi trovare pronti e preparati. Deceuninck- QuickStep che si lasciava sorprendere indietro, unico corridore per il team di Lefévére presente era Sam Bennett. Il primo ventaglio era formato dagli italiani Sonny Colbrelli (Bahrain-Victorious), Matteo Trentin (UAE-Emirates) e Giacomo Nizzolo (Qhubeka Assos), gli altri componenti del gruppo erano Sam Bennett (Deceuninck-Quick Step), Jasper De Buyst (Lotto Soudal), Danny Van Poppel (Intermarché-Wanty), Wout Van Aert e Nathan Van Hooydonck (Jumbo-Visma), Jack Bauer, Luka Mezgec, Michael Matthews e Robert Stannard (BikeExchange), Imanol Erviti e Lluís Mas (Movistar), Jasha Sütterlin (DSM), Sven Erik Bystrøm (UAE-Emirates), Stefan Küng (Groupama-FDJ), Michal Golas (Ineos Grenadiers), Timothy Dupont (Bingoal), Jérémy Lecroq e Cyril Lemoine (B&B Hotels p/b KTM). I fuggitivi venivano ripresi a 154 chilometri dall’arrivo, mentre tiravano all’inseguimento nel secondo ventaglio gli uomini dell’AG2R Citroen Team e della Deceuninck, con quest’ultimi che invece di recuperare terreno continuavano a spezzare il loro gruppo facendo perdere contatto a gente come Philippe Gilbert (Lotto) e Jens Keukeleire (EF Education Nippo).
Con la corsa che stava per raggiungere i primi muri, la Deceuninck-QuickStep si giocava le ultime carte facendo attaccare Davide Ballerini, Zdenek Stybar e Yves Lampaert. Azione di cuore ma dall’esito negativo scontato. Selezine che avveniva invece anche tra i ciclisti che facevano parte del gruppo di Van Aert. Sul secondo passaggio del Kemmelberg, quando di chilometri ne mancavano 53, il fuoriclasse Van Aert attaccava portandosi dietro il compagno di squadra Van Hooydonck, Bennett, Van Poppel, Matthews, Küng e tutti e tre gli italiani che facevano parte del gruppetto: Trentin, Colbrelli e Nizzolo. Mentre Arnaud Démare (Groupama – FDJ)prima, e Greg Van Avermaet (AG2R Citroen)dopo, si lanciavano da dietro in futili tentativi di inseguimento, i nove in testa procedevano spediti all’arrivo.
A sedici chilometri dall’arrivo si staccava Bennett, salutando così anche l’ultima possibilità in casa Deceuninck-QuickStep. In prossimità del traguardo, con Matthews che si picchiava la gamba per sciogliere i muscoli (segno di problemi muscolari) e Bennett out, aumentavano le chances di vittoria per i tre corridori italiani, in particolar modo per Giacomo Nizzolo autore di un buon inizio di stagione. Proprio il corridore della Qhubeka Assos riprendeva facilmente un Kung che provava ad anticipare la volata ai meno due dal traguardo. L’arrivo in volata era ormai imminente, così il freddo e calmo Un Van Aert metteva il fido Van Hooydonck in testa a tenere alta l’andatura. Dopo un altro tentativo di Kung ai -300 metri si arrivava alla volata. Van Aert che aveva affiancato Kung, si lanciava in uno sprint imbattibile agile e potente. Alle sue spalle nulla potevano uno stanco Matthews e un Colbrelli non esplosivo. Amaro in bocca per Nizzolo, partito da troppo dietro, recuperava posizione su posizione chiudendo al secondo posto. Terzo posto per Trentin che seguiva a ruota Nizzolo,quarto posto per Colbrelli. Wout Van Aert aggiungeva così la Gand-Wevelgem al suo palmarès, corsa vinta meritatamente grazie alla sua condotta perfetta di gara, abile sui muri e sul pavé, scattante nel vento e freddo e attento nei momenti chiave della corsa.

Luigi Giglio

La vittoria di Van Aert alla Gand-Wevelgem (Getty Images Sport)

La vittoria di Van Aert alla Gand-Wevelgem (Getty Images Sport)

SANREMO 2021: ZITTI E BUONI, ECCO LE PAGELLE

marzo 22, 2021 by Redazione  
Filed under 1) MILANO - SANREMO, Approfondimenti

A poche ora dalla conclusione della “Classicissima” ecco le pagelle dell’edizione 2021

JASPER STUYVEN: Il vincitore che non ti aspetti, lui che aveva lottato per qualche buon piazzamento nelle classiche del pavé del nord trova la giornata ideale per beffare i big e vincere l’edizione 2021 della Milano-Sanremo. Il ventottenne corre con arguzia e attenzione, non si fa trovare impreparato quando la corsa esplode e – mentre i vari Alaphilippe, Van Aert e Van der Poel si guardano – lui parte. VOTO 10

CALEB EWAN: Prima o poi il suo nome sarà impresso nell’albo d’oro della corsa. È uno dei velocisti con più resistenza sugli strappi e, a differenza delle ultime edizioni, è in forma e non cede sul Poggio e sulla Cipressa. Un secondo posto come nel 2018 che sa di rammarico. VOTO: 8

WOUT VAN AERT: Il vincitore in carica prova e riprova ma è marcato a vista. Gli occhi dei rivali sono tutti puntati su di lui e, mentre rifiata, scatta Stuyven che befferà tutti quanti. Un corridore straordinario che coglierà nonostante tutto un ottimo terzo posto. VOTO: 7

ALEX ARANBURU: Il giovane corridore spagnolo dell’Astana sta diventando una buona costante nelle corse di un giorno. Settimo lo scorso anno, settimo nel 2021. Attenzione nelle prossime edizioni. VOTO: 6,5

FILIPPO GANNA: Lavora per il capitano Kwiatkowski e lo fa in modo impeccabile. VOTO: 6,5

MICHAEL MATTHEWS: Il corridore australiano non delude mai, è sempre lì, fino alla fine, a giocarsi le sue carte. VOTO: 6

SØREN KRAGH ANDERSEN: Il danese della DSM si ritrova da solo con Stuyven, collabora ma poi lo perde. Peccato di inesperienza. VOTO: 6

PETER SAGAN: Zitto zitto il fuoriclasse slovacco arriva ad un passo dal podio finale. Corre in modo intelligente e accorto, arriva col gruppo dei migliori e come loro si lascia sorprendere da Stuyven. VOTO: 6

SONNY COLBRELLI: Ottavo posto per il corridore della Bahrein-Victorius, il primo degli italiani ma lontano dal vincere la corsa. VOTO: 6

JULIAN ALAPHILIPPE: Il Campione del Mondo è il primo a dar fuoco alle ceneri sul Poggio, ma non riesce a fare la differenza. Si perde negli ultimi chilometri. VOTO: 5,5

MATHIEU VAN DER POEL: Termina la sua corsa la quinto posto, ma da un campione come lui si sperava in qualcosa di più. Non ha lo spunto dei giorni migliori e non riesce a dar sfoggio del suo talento né sulla Cipressa, né sul Poggio. VOTO: 5,5

MATTEO TRENTIN: Al corridore della UAE-Team Emirates manca sempre qualcosa per fare la differenza nei momenti concitanti della corsa. Anche oggi era lì ma non riesce a trovare lo spunto giusto. VOTO: 5,5

MICHAŁ KWIATKOWSKI: L’Ineos Grenadiers corre e si sacrifica per lui, purtroppo non è in giornata di grazia e si perde nel finale. VOTO: 5

ARNAUD DÉMARE: Lui che vinse la corsa qualche anno fa dovrebbe sapere quali sono le fasi della gara in cui non si ci dovrebbe trovare impreparato, eppure sulla Cipressa non lo fa e perde le ruote del gruppo dei migliori. VOTO: 4,5

FERNANDO GAVIRIA: Anche quest’anno il colombiano arriva lontano dal giocarsi le sue chance di vittoria della Classicissima di Primavera. Salta in malo modo sulla Cipressa. VOTO: 4

ELIA VIVIANI: Non è in condizione e si vede. Per il talento italiano un vortice che sembra non finire mai e la prima vittoria in maglia Cofidis è ancora lontana. VOTO: 4

Luigi Giglio

Stuyven stringe tra le mani il trofeo spettante al vincitore della Milano - Sanremo (foto Bettini)

Stuyven stringe tra le mani il trofeo spettante al vincitore della Milano - Sanremo (foto Bettini)

UN FAGIANO IMPALLINA I CACCIATORI, STUYVEN BEFFA I GRANDI FAVORITI ALLA SANREMO

marzo 20, 2021 by Redazione  
Filed under 1) MILANO - SANREMO, News

Tutti si aspettavano di vedere Van Aert, Van der Poel e gli altri grandi favoriti lottare gomito a gomito sul rettilineo di Via Roma. E, invece, con la classica “fagianata” l’inatteso Jasper Stuyven li ha fatti secchi tutti quanti e si è portato a casa a sorpresa la Sanremo numero 112

Jasper Stuyven (Trek-Segafredo) è il vincitore a sorpresa della 112^ edizione della Milano-Sanremo, la Classicissima di Primavera, la prima delle Classiche Moumento della stagione ciclistica. Vittoria portata a casa grazie allo stacco decisivo in via Roma a pochi chilometri dal traguardo. Corsa che riproponeva il percorso classico, eccezion fatta per il Passo del Turchino che veniva scartato a causa di un tratto non percorribile a causa di una frana. L’asperità più importante della prima frazione di gara era l’insolita salita del Colle di Giovo che anticipava la strada che portava sull’Aurelia ad Albisola. Classici gli ultimi 112 km che da sempre contraddistinguono la Milano-Sanremo con il passaggio sui capi storici della Cipressa e del Poggio.
I corridori alla partenza erano 175, suddivisi in 25 squadre. Molti campioni al via, su tutti il campione in carica Wout van Aert (Jumbo-Visma) che veniva anche da un ottimo secondo posto in classifica generale nell’ultima Tirreno-Adriatico. Presente anche il suo acerrimo rivale, Mathieu van der Poel (Alpecin-Fenix), trionfatore delle Strade Bianche e di due tappe impegnative vinte nell’ultima Corsa dei Due Mari. Non poteva mancare il campione del mondo in carica Julian Alaphilippe (Deceuninck- QuickStep), già vincitore della Milano-Sanremo nel 2019. Tra i partecipanti anche i vincitori delle edizioni passate: Vincenzo Nibali ( Trek-Segafredo) vincitore nel 2018; Michał Kwiatkowski (Ineos Grenadiers) trionfatore nel 2017; Arnaud Demare (Groupama – FDJ) il quale battè tutti allo sprint nel 2016; John Degenkolb (Lotto Soudal) leader nel 2015 e Alexander Kristoff (UAE-Team Emirates) che si impose nel lontano 2014. Altri nomi di spicco erano Maximilian Schachmann (Bora-Hansgrohe), fresco vincitore della Parigi-Nizza, e il compagno di squadra Peter Sagan (Bora Hansgrohe), tre volte campione del mondo ma che non è mai riuscito a trionfare nella classicissima. Milano-Sanremo che era è resterà per sempre un rammarico anche per Philippe Gilbert (Lotto Soudal). Il belga infatti aveva vinto tutte le Classiche Monumento meno per la Classicissima di Primavera. Oltre a Vincenzo Nibali, tra i ciclisti italiani erano presenti Filippo Ganna (Ineos Grenadiers), Elia Viviani (Cofidis), Alberto Bettiol (EF Education Nippo) e il campione italiano ed europeo Giacomo Nizzolo (Team Qhubeka ASSOS).
La prima parte della corsa veniva caratterizzata dalla fuga partita grazie all’azione di Nicola Conci (Trek-Segafredo), Andrea Peron e Charles Planet (Team Novo Nordisk), Mattia Viel e Filippo Tagliani (Androni-Sidermec), Alessandro Tonelli (Bardiani-CSF-Faizanè), Taco Van der Hoorn (Intermarché-Wanty-Gobert) e Mathias Norsgaard Jorgensen (Movistar). Fuga che prendeva forma dopo sette chilometri, con Tagliani che risuciva a rientrare dopo una decina di chilometri. La Ineos con le altre squadre dei favoriti spingevano forte rendendo la corsa velocissima. Il gruppo dopo aver concesso loro un vantaggio massimo di 7′30″ li riprendevano uno dopo l’altro, l’ultimo Van der Hoorn sulle prime rampe della Cipressa.
Sul Poggio la corsa esplodeva grazie al lavoro straordinario di Luke Rowe e Ganna (Ineos Grenadiers) che allungavano il gruppo e appesantivano le gambe dei velocisti puri. Il primo ad attaccare era Julian Alaphilippe con a ruota un sorprendente Caleb Ewan(Lotto Soudal), l’australiano aveva lasciato l’amaro in bocca al suoi tifosi nelle ultime edizioni della Milano-sanremo mentre oggi correva finalmente libero da eventuali blocchi fisici o emotivi. Allo scollinamento, si portavano in avanscoperta un gruppetto di 11 corridori tra i quali Van der Poel, Van Aert e Sagan. Stuyven, il più sottovalutato del gruppo teneva testa ai più quotati, e al termine della discesa, il belga affondava anticipando tutti. Stuyven non si
scomponeva nemmeno quando lo raggiungeva Kragh Andersen mentre dietro Van Aert non riusciva a fare la differenza. Alaphilippe, Van der Poel e Van Aert si guardavano troppo sbagliando a non uscire in tempo all’inseguimento del corridore della Trek Segafredo. Gli inseguitori arrivavano a tiro, ma Stuyven non si lasciava intimidire cogliendo un grande successo. Caleb Ewan si doveva accontentare ancora una volta del secondo posto. Terzo posto per Van Aert, quarto un Peter Sagan che aveva corso una Classicissima di Primavera in modo attento e non avventato. Miglior italiano di giornata Sonny Colbrelli giunto ottavo.

Luigi Giglio

Jasper Stuyven anticipa i favoriti alla Milano-Sanremo (Getty Images Sport)

Jasper Stuyven anticipa i favoriti alla Milano-Sanremo (Getty Images Sport)

GIRO DELLE FIANDRE: IL RITORNO DEI VAN DER POEL

ottobre 19, 2020 by Redazione  
Filed under 3) GIRO DELLE FIANDRE, News

Vittoria di Mathieu Van der Poel (Alpecin-Fenix) dopo il successo di 34 anni fa del padre Adrie. Volata a due vinta contro il rivale di sempre Wout Van Aert (Jumbo-Visma). Caduta per un sorprendente Julian Alaphilippe(Deceunick-QuickStep).

—IN CALCE ALL’ARTICOLO TROVERETE LE PAGELLE DEL FIANDRE—

Edizione 2020 vinta da un bravissimo Mathieu Van der Poel, il quale sempre attento nelle fasi cruciali della corsa, si avvantaggiava con Julian Alaphilippe (deceunicnk-quickstep) e Wout Van Aert sul Koppenberg staccando i rivali. Dopo la caduta del francese causata dal rallentamento brusco di una moto, il duo Van der Poel-van Aert, si ritrovava a giocarsi la vittoria finale in un testa a testa emozionante tra due rivali di sempre. Duello vinto dall’olandese in volata per soli 3 centimetri.

Corsa unica con i suoi muri e le sue cotes leggendarie dal fascino irresistibile, il Giro delle Fiandre è da sempre una delle gare più importanti del panorama ciclistico internazionale. Anche quest’anno, nonostante i vari problemi dovuti al covid-19, la corsa ha espresso il meglio del ciclismo. Partenza tirata dal gruppo che creava non poche difficoltà alla creazione di una fuga. Dopo vari tentativi, solamente dopo 25 chilometri di corsa si assisteva al primo attacco di giornata con una fuga composta da sei ciclisti, tra i quali l’esordiente​ Samuele Battistella​ (Ntt Pro Cycling), Gregor Mühlberger​ (Bora Hansgrohe),​ Danny Van Poppel​ (Circus – Wanty), Gijs Van Hoecke (CCC Team), Dimitri Peyskens (Bingoal – Wallonie Bruxelles) e Fabio Van Den Bossche (Sport Vlandereen – Baloise). Buon segnale da parte di Battistella, giovane corridore che nel futuro potrà ben figurare in corse di questo genere. Per gli attaccanti, un vantaggio massimo che arriverà a 8’20” dopo 75 km, e che andrà piano piano a scemare a causa del lavoro, prima della​ Trek-Segafredo​ di Mads Pedersen, vincitore qualche giorno fa della Gent-Wevelgem, e poi della Deceuninck-QuickStep, oggi in formato Elegant-QuickStep grazie al nuovo sponsor, che si presentava al via con una roster di altissimo livello: Julian Alaphilippe, Kasper Asgreen, Yves Lampaert, Zdenek Stybar e Florian Sénéchal, tutti possibili capitani unici in molte altre squadre World Tour. Prima parte di corsa dove si registrava una caduta per fortuna senza gravi conseguenze di Wout Van Aert e una NTT agguerrita che faceva attaccare di volta in volta uno dei propri ciclisti. Ci provava anche la Ineos con Michel Kwiatkowski lanciato da Luke Rowe, ma il polacco non riusciva a sorprendere i big dove Alberto Bettiol (Ef) e soprattutto Matteo Trentin (CCC Team) faticavano.

La corsa esplodeva definitivamente​ sul​ Koppenberg, dove già si notava l’assenze di Stephen Kung (Groupama-Fdj) e dove Mads Pedersen (Trek-Segafredo) rimbalzava terribilmente indietro staccandosi in malo modo. A 45 chilometri dalla conclusione, sulla mitica cote, l’attacco di Alaphilippe. frantumava il gruppo allungato in più tronconi. Il francese, non contento, attaccava nuovamente 6 chilometri più tardi quando rispondeva e rilanciava all’attacco di un buon Anthony Turgis (Direct). che ha frantumato letteralmente il gruppo. Alle spalle di Alaphilippe si accodavano solamente Van der Poel e Van Aert. Alle loro spalle nel primo gruppo inseguitore si trovavano una decina di ciclisti tra cui Lampaert, Naesen (Ag2r-LaMondiale), Bettiol, John Degenkolb (lotto soudal) e Alexander Kristoff (UAE-Team Emirates). Gruppo inseguitori che non trovava l’accordo per organizzare l’inseguimento consegnando così la vittoria ai tre davanti.
Ai meno 35 chilometri dall’arrivo, un brutto colpo di scena riduce la sfida a tre ad una sfida a due. In un tratto in discesa, una moto della giuria rallenta pericolosamente sulla destra della carreggiata. Van der Poel riesce ad evitare l’impatto con la moto per un soffio, mentre Alaphilippe che è immediatamente dietro la vede all’ultimo momento centrandola in pieno. Il campione del mondo in carica cadeva a terra e doveva dire ai suoi sogni di vincere il Fiandre alla prima partecipazione. Restavano così 34 chilometri di strada dove si assisteva al testa a testa fra i due campioni più attesi di giornata, Mathieu Van der Poel e Wout Van Aert. I due ciclisti, entrambi i maggiori indiziati alla vigilia come vincitori del Fiandre, collaboravano incessantemente fino al momento della volata. Una volata compiuta a sangue freddo da entrambi, i quali con molta attenzione e grinta davano il tutto per tutto per tagliare per primi il traguardo. Due ciclisti che si conoscevamo bene e che da anni lottavano con alterni successi nel ciclocross. Lanciata la volata, tatticamente molto bella, Van der Poel riusciva ad anticipare il rivale per pochissimi centimetri, riuscendo a vincere il Giro delle Fiandre 34 dopo il successo del padre Adrie. Terzo posto per Alexander Kristoff cheregolava allo sprint il gruppetto degli inseguitori. Quarto un ottimo Turgis. Miglior italiano di giornata Alberto Bettiol, sedicesimo e ultimo posto del gruppetto giunto alle spalle dei due di testa. Male Trentin a oltre 10 minuti dal vincitore Van der Poel, mentre un generoso Andrea Pasqualon (Wanty) terminava ventiquattresimo.

LE PAGELLE

Mathieu Van der Poel: Vittoria cercata e finalmente trovata. 34 anni dopo la vittoria del padre Adrie, tocca al figlio riportare la Ronde a casa Van der Poel. Lancia l’attacco decisivo ai meno 39 km, e da lì, a causa della caduta di Alaphilippe, sarà un duello a due contro il rivale di sempre Van Aert. Ultimi chilometri da sangue freddo e volata perfetta. Chapeau. Voto 10

Wout Van Aert: Parte col piede sbagliato quando si ritrova coinvolto in una caduta nelle primissime fasi della corsa. Sempre attento, deve fare i conti con un Van der Poel in grande spolvero. Un testa a testa finale bellissimo e volata a due persa per 3 cm. Unica pecca, non aver messo più pressione a Van der Poel sui muri, sapendo che l’olandese è più forte in volata. Voto: 8

Julian Alaphilippe: ha una squadra fortissima e la fa muovere bene. Dopo la beffa della Liegi corre un Fiandre stupendo, attacca, rilancia e contrattacca, purtroppo la sfortuna lo perseguita. Cade a causa di una moto che aveva rallentato troppo a 35 km dall’arrivo. Sfortunato. Voto: 7

Alexander Kristoff: non ha la gamba degli scorsi anni, ma c’è sempre. Il norvegese arriva terzo dopo i mostri Van der Poel e Van Aert. Sempre attento, una garanzia. Voto: 7

Anthony Turgis: l’olandese è la sorpresa del Fiandre. Un peperino, sempre saldo nel primo troncone del gruppo. Attacca sul koppenberg e da il via all’azione che lancerà Alaphilippe, Van Aert e Van der Poel. Purtroppo per lui non riuscirà a reggere il contrattacco dei tre. Chiude comunque​ quarto. Voto: 7

Yves Lampaert: uno dei capitani della Deceunicnk-QuickStep, dove rimane nel gruppo alle spalle di Alaphilippe. Una volta caduto Julian si mette a collaborare con gli altri inseguitori, ma il duo Van der Poel-van Aert è ormai troppo lontano. Chiude al quinto posto. Voto: 6.5

Oliver Naesen: il corridore dell’Ag2r-LaMondiale è un eterno piazzato, arriva sesto Ma gli va dato atto di aver provato da solo sull’oude Kwaremont a staccare il resto del gruppo inseguitore per il terzo posto invece di giocarsi il gradino più basso del podio in volata dove Kristoff e Lampaert erano più forti. Voto:6

Alberto Bettiol: un sedicesimo posto che purtroppo ci sta. Il corridore italiano della Ef Pro Cycling già sui primi muri mostra una gamba non eccelsa e lontana dal Fiandre del 2019. Quando la corsa esplode rimane indietro sorpreso. Voto:5

Stefan Küng: 102° a oltre 10 minuti da Van der Poel. Si arrende subito quando la corsa si inizia ad infiammare. Una delle più grosse delusioni di giornata. Voto: 5

Matteo Trentin: Capitano unico della ccc-team, sparisce subito dai radar. Aveva fatto ben sperare alla Gent-Wevelgen, ma al Fiandre crolla subito. Voto: 5

Mads Pedersen: Erano molte le attese per il corridore danese della Trek-Segafredo dopo la vittoria della Gent-Wevelgen.​ Sul Koppenberg viene respinto brutalmente. Voto:5

Luigi Giglio

Lo sprint tra Van der Poel e Van Aert sul rettilineo darrivo del Giro delle Fiandre (Getty Images Sport)

Lo sprint tra Van der Poel e Van Aert sul rettilineo d'arrivo del Giro delle Fiandre (Getty Images Sport)

MADS PEDERSEN METTE LA FIRMA ALLA GAND-WEGELVEM

ottobre 12, 2020 by Redazione  
Filed under 2) GAND - WEVELGEM, News

Corsa esplosa a 15 chilometri dal finale, l’ex campione del mondo batte in volata Florian Senechal (Deceuninck-QuickStep). Bene gli italiani Matteo Trentin (CCC Team) e Alberto Bettiol (EF Pro Cycling) rispettivamente terzo e quarto.

—IN CALCE ALL’ARTICOLO TROVERETE LE PAGELLE DELLA “GAND”—

Ottantaduesima edizione della Gand-Wevelgem che veniva vinta da Mads Pedersen (Trek-Segafredo), il quale aver condotto una corsa attenta e sempre nelle prime posizioni pronto a sfruttare l’azione decisiva. Edizione corsa in autunno come tutte le classiche del nord a causa dell’emergenza Covid-19. Al via col dorsale numero 1, si presentava il campione in carica Alexander Kristoff (UAE-Team Emirates), insieme a Wout Van Aert (Team Jumbo-Visma), Mathieu Van der Poel (Alpecin-Fenix), mentre tra gli italiani con ambizioni di vittoria, ultimo connazionale a vincere la Gand-Wevelgem Luca Paolini nel 2016, c’erano Matteo Trentin (CCC Team) e Alberto Bettiol (EF Pro Cycling).
Corsa che partiva da Ypres in Belgio, località nota per una serie di bataglie durante la prima guerra mondiale. Dopo sei settori in pavé e nove cote nei 232,5 chilometri di gara, la corsa sarebbe terminata a Wevelgem. Pronti e via e partivano i primi attacchi di giornata, tra i vari tentativi, prendevano il largo sette corridori: Alexis Gougeard (AG2R La Mondiale), Mark Cavendish (Bahrain-Mclaren), Alexander Konychev (Mitchelton-Scott), Leonardo Basso (Ineos Grenadiers), Julien Morice (B&B Hotels – Vital Concept), Kenny Molly (Bingoal – Wallonie Bruxelles) e Gilles De Wilde (Sport Vlaanderen – Baloise). Un’annotazione per Cavendish, che a fine corsa, ai microfoni di Sporza diceva che la Gand-Wegelvem potrebbe essere stata l’ultima corsa della propria carriera. Speriamo di no. Collaborando bene tra loro, i fuggitivi raggiungevano un vantaggio di 7′34”. Gruppo che trainato dalle squadre dei big, li ripredeva a circa 65 km dalla conclusione.
Al primo passaggio sul Kemmelberg il gruppo si frantumava, mentre prima del secondo passaggio, tra il gruppo in testa attaccava Matteo Trentin (CCC Team). Dietro l’italiano della CCC Team si portavano Stefan Küng (Groupama -FDJ), Mads Pedersen (Trek-Segafredo),Gianni Vermeersch (Alpecin-Fenix), Mike Teunissen (Jumbo-Visma), ancora Alexis Gougeard, Florian Vermeersch (Lotto Soudal), Luke Rowe (Ineos Granadiers), Sep Vanmarcke (EF Pro Cycling). Il gruppeto veniva ripreso durante la terza scalata del Kemmelberg da un gruppetto che si era formato sempre sul Kemmelberg, ma al secondo passaggio grazie ad un attacco di Wout Van Aert. Il campione fiammingo aveva attaccato portandosi dietro altri ciclisti tra cui: Mathieu Van der Poel (Alpecin-Fenix), Kasper Asgreen, Florian Sènèchal e Yves Lampaert (Deceunicnk QuickStep), Dylan Teuns (Bahrein McLaren), John Degenkolb (Lotto Soudal) e Alberto Bettiol (EF PRo Cycling).
Un Trenti scatanto a 15 km dall’arrivo attaccava nuovamente, alle sue spalle reagivano e lo raggiungevano Mathieu Van der Poel (Alpecin-Fenix), Wout Van Aert (Jumbo-Visma), John Degenkolb (Lotto-Soudal), Alberto Bettiol (EF Education First), Stefan Kung (Groupama – FDJ), Florian Sènèchal e Yves Lampaert (Deceuninck – Quick-Step). Tra vari falsi tentativi di attacco, si arriva ai chilometri finali, Trentin attaccava ancora lasciando di stucco Van Aert e Van der Poel il quale si marcavano a vicenda non preoccupandosi colpevolmente degli altri avversari. Non si faceva sorprendere un attento ma stanco Bettiol e sopratutto Senechal, Kung e Pedersen. Proprio l’ex Campione del Mondo rilanciava, e si arrivava così allo sprint con i quattro che arrivavano a giocarsi la vittoria allo sprint con Pedersen che sprintava di prepotenza battendo Senechal. Terzo posto per un combattivo Trentin, quarto Bettiol. Solo ottavi e noni Van Aert e Van der Poel, i quali avevano fatto lavorare tanto i gregari per far uscire una corsa dura ma alla fine, marcandosi troppo, si erano lasciati sfuggire la vittoria. Dall’altra parte, grande successo meritato di Pedersen che dimostrava come il titolo di Campione del Mondo del 2019 non è stato un caso, ma un trionfo meritato.

LE PAGELLE

MADS PEDERSEN: Sempre attento in testa, su chiunque attaccasse si portava lui! Corre concentrato e senza scoprirsi più di tanto. Vittoria meritata con uno sprint regale. VOTO: 10

MATTEO TRENTIN: Vuole la vittoria e ci prova in tutti i modi. Il più combattivo di giornata, il terzo posto gli va stretto. VOTO: 8,5

FLORIAN SÉNÉCHAL: Anche lui corre in modo accorto. Ha uno squadrone dalla sua e lo fa lavorare bene. Viene battuto in volata da un strepitoso Pedersen. VOTO: 7,5

ALBERTO BETTIOL: Fra una settimana dovrà difendere il titolo del Giro delle Fiandre, al momento si tiene in formissima correndo un’ottima Gand-Wevelgem. VOTO: 7

STEFAN KÜNG: Ha trenate che fanno male ma allo sprint non è una macchina da guerra. Quinto posto sufficiente e che gli fa ben sperare per le prossime corse del nord. VOTO: 6,5

JOHN DEGENKOLB: La cancellazione della Parigi-Roubaix è una brutta cosa per tutti, per il tedesco più di altri, data la buona forma che non dimostrava da anni. VOTO: 6

ALEXANDER KRISTOFF: Il campione in carica arriva scarico all’appuntamento, 19° a oltre 3 minuti. VOTO: 5

WOUT VAN AERT e MATHIEU VAN DER POEL: Fanno lavorare tanto e molto i gregari per poi marcarsi a vicenda nel finale e lasciando la possibilità di giocarsi la vittoria finale ad altri. VOTO: 5

OLIVER NAESEN: Arriva scarico sul Kemmelberg, non riesce a seguire nè il primo attacco di Trentin, nè il secondo attacco di Van Aert. VOTO: 5

MARK CAVENDISH: Oggi protagonista in fuga, forse è la sua ultima corsa. per lui una mega Standing-Ovation. VOTO: 48, come le tappe vinte nei Grandi Giri.

Luigi Giglio

È il giorno dei Pedersen: dopo la vittoria di Casper alla Parigi-Tours arriva quella dellex campione del mondo Mads alla Gand-Wevelgem (Getty Images Sport)

È il giorno dei Pedersen: dopo la vittoria di Casper alla Parigi-Tours arriva quella dell'ex campione del mondo Mads alla Gand-Wevelgem (Getty Images Sport)

LIEGI-BASTOGNE-LIEGI: ROGLIC PRIMEGGIA E BATTE TUTTI

ottobre 4, 2020 by Redazione  
Filed under 7) LIEGI - BASTOGNE - LIEGI, News

Primoz Roglic (Team Jumbo-Visma) beffa in volata un Julian Alaphilippe (Deceuninck-QuickStep) poi declassato. Classica che parla sloveno grazie anche ai piazzamenti di Tadej Pogacar (UAE-Team Emirates) e Matej Mohoric (Bahrein-McLaren).

—IN CALCE ALL’ARTICOLO TROVERETE LE PAGELLE DELLA “DOYENNE”—

Centoseiesima edizione della Liegi-Bastogne-Liegi, quest’anno in veste autunnale a causa dello stravolgimento del calendario ciclistico UCI dovuto all’emergenza Covid-19. Edizione che come il Tour de France parla sloveno grazie al vincitore Primoz Roglic (Team Jumbo-Visma) e a Tadj Pogacar (UAE Team-Emirates) e Matej Mohoric (Bahrein-McLaren) risettivamente quarto e quinto all’arrivo. Classica monumento delle Ardenne che regalava emozioni nonostante la concomitanza del Giro d’Italia e perciò una startlist meno ricca rispetto agli anni passati. Solo 9 gli italiani al via, escluso Damiano Caruso (Bahrein-McLaren), nessuno che aveva velleità di vittoria o piazzamento. Tutti i riflettori erano puntati su Julian Alaphilippe (Deceuninck-QuickStep), vincitore una settimana fa del Mondiale di ciclismo in linea su strada a Imola. Alaphilippe che poteva contare sul supporto di Bob Jungels, vincitore dell’edizione del 2018, e sul lombardo Andrea Bagioli, autore di una buona Freccia Vallone. Al via si presentavano anche Mathieu Van der Poel (Alpecin -Fenix), Daniel Martin (Israel Start-Up Nation) e Wout Poels (Bahrein-McLaren). Van der Poel partecipava dopo qualche incertezza alla vigilia, incertezza sciolta solo un giorno prima del via, dopo aver vinto tappa e classifica finale del BinckBank Tour. Da ricordare che il padre Adri Van der Poel vinse la Liegi nel 1988. Dan Martin e Wout Poel invece erano i due ciclisti che insieme a Bob Jungels avevano già trionfato nella Liegi-Bastogne-Liegi, il primo nel 2013 e il secondo nel 2016. Assente, perchè partecipante in al Giro d’Italia, il vincitore in carica Jakob Fuglsang (Astana), con i kazaki che provavano a difendere il titolo in Belgio con più punte, gli spagnoli: Omar Fraile, Luis Leon Sanchez e Gorka Izagirre.
Percorso di quasi 260 chilometri pressochè identico a quello dell’edizione del 2019, e come l’anno scorso, la linea d’arrivo veniva designata a Liegi e non più ad Ans. Undici le côte che il gruppo avrebbe affrontato, La Roche en Ardenne, Saint Roch, Mont le Soie, Wanne, Stockeu e Haute Levée da affrontare quando all’arrivo mancheranno oltre 70 km. La mitica Redoute invece veniva affrontata a 35 km dall’arrivo per far da trampolino di lancio all’accoppiata finale, Forges e Roche aux Faucons, con quest’ultime da completare prima degli ultimi 13,5 chilometri finali di falsopiano. Un’edizione che lasciava anche la mite temperatura primaverile per trovare in corsa 8° gradi che si sarebbero fatti sentire, specie nei chilometri finali.
Corsa che prendeva il via alle 10:20 circa di mattina, con la maglia iridata di Alaphilppe in posa in primo piano. Già dal terzo chilometro di strada iniziavano i primi tentativi di attacco per formare ed entrare nella prima fuga di giornata. Fuga che prendeva il via dopo 15 chilometri con otto ciclisti: Iñigo Elosegui (Movistar Team), Kobe Goossens (Lotto-Soudal), Michael Schär (CCC Team), Kenny Molly (Bingoal WB), Omer Goldstein (Israel Start-Up Nation), Valentin Ferron (Total Direct Energie), Paul Ourselin (Total Direct Energie) e Gino Mäder (NTT Pro Cycling). Gli otto corridori venivano raggiunti una decina di chilometri dopo da Mathijs Paasschens (Bingoal WB), il quale uscito insolitaria dal gruppo, dopo tanta fatica riusciva ad entrare nella fuga al chilometro 30. Una fuga che intorno al cinquantesimo chilometro toccava i 4 minuti di vantaggio dal gruppo trainato dalla Deceuninck-QuickStep, segno che Alaphilippe, dopo il 2° posto del 2015, era davvero intenzionato a far sua l’edizione numero 106.
Gli attaccanti affrontavano le prime cote di giornata, dove grazie alla verve della loro giovane età, età media dei fuggitivi bassissima nonostante lo svizzero trentaquattrenne Michael Schär, riuscivano ad aumentare il vantaggio portandolo sopra i cinque minuti. Michel Kwiatkowski (INEOS Grenadiers) e Primoz Roglic (Team Jumbo Visma), altri due favoriti, mettevano i propri uomini in testa al gruppo a dar manforte, tanto che il gap si riduceva drasticamente nei chilometri successivi. A 97 chilometri dall’arrivo, una brutta caduta nella coda del gruppo, causata da uno spartitraffico, vedeva coinvolti Greg Van Avermaet (CCC Team) e Adam Yates (Mitchelton Scott), due dei favoriti di giornata che venivano purtoppo costretti al ritiro. Per il belga purtroppo si registrava una frattura alla clavicola. Unica colpa dei due corridori, quella di essersi fatti trovare nella coda del gruppo, mentre ciclisti più accorti come Van der Poel, Kwiatkowski e Roglic per non correre rischi, erano perennemente nei primi venti corridore del plotone. Anche Alaphilippe, nonostante sia sempre stato nei primi posti, veniva coinvolto in una caduta quando di chilometri ne mancavano poco più di 80, buon per lui una caduta innocua che non gli impediva di riprendere la propria bicicletta e rientrare in gruppo. Il campione del mondo però doveva fermarsi altre due volte, la prima per un cambio bici e per togliersi il giubbino termico, la seconda per ricambiare nuovamente bici, questa volta senza compagni di squadra ad aspettarlo. Alaphilippe visibilmente nervoso, oltre a sprecare energie per rientrare nel gruppo dei big, stava sprecando anche molte energie mentali, dovute ad un nervosismo anomalo e inusuale al talento transalpino.
Mentre la Trek-Segafredo di Richie Porte e la Circus Wanty Gobert di Jans Bakelants e di Simone Petilli spuntavano in testa al plotone, i fuggitivi perdevano terreno. Gli elvetici Scharr e Mader, rendendosi conto di averne di più degli altri fuggitivi, decidevano di prendere il largo abbandonando gli ex compagni di fuga. Si aveva così un duetto in testa con un vantaggio di 1′09″ sugli immediati inseguitori: Iñigo Elosegui, Kobe Goossens, Kenny Molly e Valentin Ferron, mentre gli altri fuggitivi veniva ripresi dal gruppo. Lo stesso Scharr, sul Col du Rosier, attaccava nuovamente staccando Mader portandosi da solo in testa alla corsa. Lo stesso ciclista della NTT Pro Cycling, una volta staccato, rallentava e si faceva raggiungere dal gruppo principale, il quale a 47 chilometri dal traguardo aveva raggiunto tutti i fuggitivi tranne Schärr (CCC Team) che resisteva con un vantaggio di 44″.
Lo svizzero del CCC Team veniva raggiunto ai meno 37 chilometri dal traguardo, in prossimità della Redoute, quando il Team Sunweb di Marc Hirschi prendeva il posto della Trek-Segafredo in testa al plotone. Gruppo che si rimescolava proprio a poche centinaia di metri dalla Redoute, dove si assisteva una lotta per i primi posti, con Hirschi, Alaphilippe, Michał Kwiatkowski e Porte (Trek Segafredo) in testa. Una cote dal grande fascino che assottigliava le file del gruppo ma non faceva uscire allo scoperto i big. Da segnalare un Van der Poel che si era fatto trovare impigliato nel centro del gruppo, non un bel segnale per il campione olandese.
Nelle ultime due cotes di giornata si assisteva prima all’attacco di Michael Albasini (Mitchelton Scott) alla sua 15° Liegi e alla ultima stagione da professionista, seguito qualche centinaia di metri più tardi, sulla Cote des Forges dall’allungo di Alaphilippe, Alberto Rui Costa (UAE-Team Emirates) e Luis Leon Sanchez. Allunghi che sarebbero durati pochi e che vedevano nuovamente il gruppo unito, da segnalare un ottimo Tom Dumoulin in versione gregario per il capitano Roglic. A 15 chilometri dall’arrivo, il gruppo seppur sfoltito e molto allungato, arrivava unito sulle prime rampe della Roche aux Faucons. Sull’ultima cote di giornata, il primo a dar fuoco alle polveri non poteva essere che Julian Alaphilippe. All’attacco del Campione del Mondo rispndeva porntamente Hirschi, mentre Roglic e Tadej Pogacar (UAE-Team Emirates), dopo qualche esitazione, risondevano a loro volta. Si aveva così un quartetto in testa: Alaphilippe, Roglic, Pogacar e Hirschi. I quattro lavoravano in sintonia, e a 5 chilometri dal traguardo avevano 20 secondi dagli inseguitori. Quartetto che sarebbe diventato un quintetto nel chilometro finale grazie a Matej Mohoric (Bahrein-McLaren) che rientrava di gran lena.
Mohoric raggiungeva i quattro avanti, e appena raggiunti rilanciava attaccando nuovamente. Alaphilippe era il primo che seguiva prontamente il corridore della Bahrein-McLAren, e una volta ripreso, partiva lanciando lo sprint. Alaphilippe in testa a pochi centimetri dalla linea d’arrivo smetteva di pedalare e alzava le braccia al cielo, purtoppo per lui, non si accorgeva che alla sua destra c’era un indomito Primoz Roglic che con un colpo di reni lo superava di qualche millimetro. Incredibilmente Alaphilippe aveva gettato alle ortiche una Liegi-Bastogne-Liegi che aveva già vinto. Una giornataccia per il ciclista della Deceuninck dopo una caduta e due cambi di bici, un finale davvero amaro dove veniva persino declassato per aver effettuato una manovra non consentita che aveva danneggiato Hirschi e Pogacar. Dall’altra parte merito a Roglic che non si dava per vinto e riusciva a beffare il Campione del Mondo. Per Roglic un successo meritato dopo il Tour de France perso nella cronometro finale. Roglic che dimostrava ancora una volta di essere un fuoriclasse, capace di primeggiare sia nelle corse di un giorno che nelle corse a tappe.

PRIMOZ ROGLIC: La sconfitta all’ultima tappa del Tour de France poteva condizionare la sua autostima, invece lo sloveno si dimostra solido nell’animo e nello spirito combattivo. Sempre nelle prime posizioni, fa lavorare bene la squadra, attento, e quando scatta Alaphilippe non si da per vinto andando a prendere una vittoria insperata. Prima classica monumento per Roglic, scommettiamo che non sarà l’ultima? VOTO: 10

MATEJ MOHORIC: Spunta dal nulla, nell’ultimissimo chilometro, vede i quattro davanti, li raggiunge e li semina. Manca il bersaglio grosso per poco. Unico rammarico, quello di non essersi fatto trovare pronto sulla Roche aux Faucons. VOTO: 7,5

MARC HIRSCHI: Periodo d’oro per lo svizzero. Danneggiato da una manovra scorretta in volata da Alaphilippe, terminerà terzo, poi secondo dopo il declassamento del francesce. VOTO: 7

TADEJ POGACAR: Sempre attento, non ha la gamba esplosiva di qualche settimana fa, ma Tadej c’è sempre. Gran terzo posto per il fenomeno. VOTO: 7

MICHAEL SCHAR: L’ultimo dei fuggitivi ad alzar bandiera bianca, ed anche il più anziano. VOTO: 6,5

TOM DUMOULIN: Anche oggi, come al Tour, un lavoro eccelente per Roglic. VOTO: 6,5

GINO MADER: Fuggitivo di giornata, prova l’allungo quando il gruppo rinviene, ci riesce, poi non tiene le ruote di Schar sul Col du Rosien e si rialza. VOTO:6

MADS PEDERSEN: L’ex campione del Mondo si vede spesso nella parte centrale della corsa in testa al gruppo a lavorare per il capitano Porte. VOTO: 6

MATHIEU VAN DER POEL: Non il miglior Van der Poel. Sulle cotes più dure non riesce a stare al passo dei migliori, scarico. Terminerà comunque sesto vincendo lo sprint del gruppo inseguitore. VOTO: 6

MICHAEL KWIATKOWSKI: Fa lavorare bene la squadra, segno che ne ha di benzina. Sparisce sulla Roche aux Faucons. Terminerà decimo. VOTO: 5,5

JULIAN ALAPHILIPPE: Oggi era il più forte, solo lui poteva perderla e così è stato. Cade, si rialza, si innervosisce, cambia due volte la bici, problemi col tacchetto, nervosismo che lo potrebbero condizionare, invece arriva sulla linea del traguardo nei migliori dei modi. Risponde qualche attimo in ritardo a Mohoric, allunga nuovamente con una manovra che pagherà col declassamento, sprinta, arriva al traguardo, si ferma e alza le braccia mentre Roglic lo sorpassa. Giornata fantozziana. VOTO: 5

Luigi Giglio

Il momento nel quale Alaphilippe realizza che Roglic lha battuto (Getty Images Sport)

Il momento nel quale Alaphilippe realizza che Roglic l'ha battuto (Getty Images Sport)

« Pagina precedentePagina successiva »