FOTOFINISH D’ALTURA ALLA VUELTA, ROGLIC DOMA IL PICO VILLUERCAS ED È GIÀ MAGLIA ROJA

agosto 20, 2024 by Redazione  
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Alla prima occasione utile il grande favorito per la vittoria finale, lo sloveno Primoz Roglic, si issa al vertice della classifica generale imponendosi al termine dell’irta ascesa al Pico Villuercas.

Il cielo è terso, senza una nuvola e col sole che picchia feroce (più di 35 gradi) quando la quarta tappa della Vuelta prende il via, finalmente da una località spagnola dopo tre giorni passati in Portogallo. Stamattina la corsa ci offre una classifica che ancora rispecchia quella della cronometro di Lisbona, con qualche modifica dovuta agli abbuoni delle ultime volate: Wout van Aert è quindi in maglia rossa. Il campione belga, la cui stagione è stata sino ad oggi un fallimento quasi totale, complice una disastrosa caduta a fine marzo dalla quale ha stentato a riprendersi, sembra aver ritrovato la forma migliore e, anche se non è considerato tra i protagonisti dell’impegnativo arrivo in salita di oggi, c’è molta curiosità riguardo alle sue ambizioni e alle sue reali possibilità.
Si parte alle 13.30 (ora italiana): inizialmente tutto procede secondo copione, con un primo gruppetto di attaccanti (fra cui Joshua Tarling) che prende il largo dopo la partenza ma si sfalda sul primo GPM di giornata, il Puerto de Cabezabellosa (2° categoria, 9 chilometri tra il 5 e il 6%, salita molto regolare). I pochi rimasti si disputano lo sprint, vinto dal belga Sylvain Moniquet della Lotto davanti al nostro Filippo Zana; con loro gli spagnoli Castrillo e Bizkarra e soprattutto l’esperto passista (quest’anno campione nazionale di Francia a cronometro) Bruno Armirail. Il gruppo lascia fare e al 40esimo chilometro inizia la prima salita davvero impegnativa: l’Alto de Piornal, 1° categoria, pendenze sempre tra il 5 e il 6%, regolari, ma una lunghezza di quasi 14 chilometri. Nonostante queste terribili premesse, attaccanti e inseguitori procedono senza spingere più di tanto, con i primi che in cima replicano la volata precedente: primo Moniquet, secondo Zana. Il gruppo, praticamente compatto, segue a tre minuti e mezzo.
Inizia una discesa lunga, tranquilla, non ripida né tecnica, quasi un’oasi di pace nel ciclismo moderno, funestato spesso da cadute a volte fatali. L’Estremadura, la regione in cui si corre interamente la tappa odierna, si apre offrendo ai corridori i suoi boschi e le sue colline, meno aspre e meno aride di quelle che caratterizzano la “meseta” della Spagna centrale. L’Estremadura è la regione più interna del paese e può essere considerata, a seconda dei punti di vista, la zona meno sviluppata o quella più selvaggia e interessante dal punto di vista naturalistico, con una densità di abitanti di soli 25/Kmq (la più bassa della Spagna) e i suoi parchi naturali (il Monfrague soprattutto) dove abbonda l’avifauna. Se i fuggitivi pensano a godersi il panorama e a risparmiare energie in vista del lungo tratto pianeggiante che li porterà verso il terzo GPM della giornata, nel gruppo inizia a darsi da fare la Bora, cosa che potrebbe indicare qualche velleità da parte di Primoz Roglic, d’altronde già adesso primo in classifica tra i molti aspiranti alla vittoria finale (è settimo, a 30 secondi da Van Aert, con Joao Almeida poco più indietro). A Jaraiz de la Vera il gruppo ha ripreso un minuto ai fuggitivi; al passaggio sul fiume Tietar, in fondo alla discesa, il loro vantaggio è sceso ancora ed è adesso di soli due minuti.
I boschi lasciano il passo a una pianura desolata, dalla quale spuntano radi alberi ingialliti; se non fosse per l’antropizzazione sempre presente, con case e campi coltivati che si alternano agli alberi, potremmo dire di essere nella savana: non ci sono forse adesso 40 gradi, per la gioia dei corridori? È invece questo il parco del Monfrague, quanto meno la sua parte più bassa. Per decine di chilometri fuggitivi e gruppo, sempre trainato dalla Bora di Roglic, procedono alla stessa andatura; poi, finalmente, l’elicottero inquadra il bacino di Arrocampo, che una diga separa dal fiume Tago: è qui che inizia la salita verso il terzo GPM, il Puerto de Miravete, dopo il passaggio sul rinascimentale ponte di Almaraz. Sono 8 chilometri al 4%, che non decideranno nulla, ma potrebbero riportare il gruppo sui fuggitivi. A condizione, naturalmente, che la Bora o un’altra squadra si mettesse a tirare seriamente; ma pur mantenendo la testa del gruppo quelli della Bora sembrano invece tirare i proverbiali remi in barca, almeno per il momento, mentre i fuggitivi si danno cambi regolari in attesa del terzo sprint di giornata. Qui, infine, qualcosa cambia: Armirail scatta e passa per primo, mentre dietro Zana e Moniquet invertono le posizioni. Il gruppo, che è salito ad andatura cicloturistica ed è ancora compatto, passa a 3 minuti. A questo punto è bene far notare che da tempo Armirail è anche il nuovo leader della classifica generale, ovviamente virtuale, ed anche Zana e Castrillo non sono messi affatto male. Sarà da vedere se sull’ultima salita, davvero impegnativa, i favoriti si muoveranno con decisione o, come succedeva talvolta in altri tempi, la fuga diventerà una “fuga bidone”, con un outsider che alla fine prenderà la maglia rossa.
Passato il Miravete la corsa si snoda lungo un altopiano con molti saliscendi, nella parte orientale del Monfrague a circa 500 metri di altezza; la pianura è un po’ più verde, pur con meno alberi, la temperatura appena più bassa. I corridori ritrovano qualche energia: a 39 chilometri dal traguardo Armirail, che forse spera davvero di prendersi la maglia rossa, lascia i compagni di fuga e cerca di involarsi verso la vittoria, raggiunto quasi subito da Castrillo, ma non dagli altri fuggitivi, che finiscono per demoralizzarsi ed essere ripresi dal gruppo, che, tirato con più decisione dalla Bora, si porta a due minuti dai due superstiti. A tirare sono adesso Nico Denz e Patrick Gamper (due gregari comunque non digiuni di vittorie importanti), con gli uomini più forti che vengono probabilmente risparmiati per la salita conclusiva. Dietro di loro si intravedono gli uomini della Visma, con Van Aert in prima fila: che il campione belga voglia davvero difendere il primato in classifica?
A 20 chilometri dalla fine si arriva a Retamosa e si esce dal Monfrague; il gruppo è sempre a 2 minuti, mentre Armirail continua a darsi da fare, con Castrillo che gli dà cambi regolari. I corridori entrano nelle cosiddette “gole” del fiume Almonte, in realtà una normale vallata circondata da vere montagne: è appunto su una di queste che la tappa andrà a terminare, sul Pico Villuercas, GPM di prima categoria lungo ben 14 chilometri, di cui gli ultimi 5 veramente duri, con un lungo tratto molto sopra il 10% (sino al 20%) e un finale comunque impegnativo, al 6-7%. A Roturas inizia la salita, il gruppo si porta ad un minuto e mezzo dai due battistrada e già ai -13 dal traguardo arriva il primo verdetto: Van Aert si stacca e lascia i gradi di capitano della Visma a Sepp Kuss; probabilmente il suo obiettivo diventa adesso la classifica a punti.
La salita, inizialmente, non è dura, e tutti sembrano tenere: il gruppo è ancora composto da 50 o 60 corridori, il ritmo non è indiavolato, e ancora a 10 chilometri dall’arrivo Armirail e Castrillo mantengono un minuto e 15 secondi di vantaggio. Nonostante i corridori della Bora, presto affiancati da quelli dell’UAE, continuino a mantenere la testa del gruppo, questo si allarga, con i favoriti che si guardano e nessuno che scatta. Lo spettro di Campo Imperatore aleggia, anche se le condizioni meteo – che di certo hanno il loro peso in questo temporeggiare – sono ben diverse. Ai 9 chilometri si entra nel paese di Navezuelas, col vantaggio dei due fuggitivi che si mantiene sopra al minuto. Si fosse in pianura, forse… ma non siamo in pianura, e mentre i corridori della Bora, che molto hanno lavorato, spariscono ad uno ad uno, quelli della UAE si portano in testa al gruppo: prima Soler, dopo Sivakov. I 50 uomini perdono pezzi, diventano 40, poi 30; Armirail e Castrillo mantengono 20 secondi ai -6, circa 15 ai -5, quando il percorso della tappa lascia la vallata e si inerpica verso il Pico Villuercas: qui inizia la parte durissima della salita, oltretutto resa ancora più difficile da una strada cementata, non asfaltata, e non molto larga. In compenso i tifosi, peraltro non molti, rimangono tranquilli sui lati della strada, diversamente da quanto siamo ormai abituati a vedere, da troppi anni a questa parte, negli altri Grandi Giri.
Inizia il tratto duro ed è Pavel Sivakov – non certo tra i grandi favoriti – ad allungare: i due fuggitivi vengono ripresi in meno di 500 metri. Arriveranno, Armirail a 3 minuti e mezzo, Castrillo, esausto e demoralizzato, a quasi 8. Sotto la spinta di Sivakov, poi affiancato dallo stesso Roglic, il gruppo prima si allunga e poi si frantuma in più tronconi, senza che nessuno dei favoriti abbia un vero cedimento: chi ha avuto l’accortezza di restare davanti se la gode (pendenze permettendo), chi si è fatto sorprendere deve inseguire. Arrivati ai -4 parte, con sorpresa di tutti, l’austriaco Felix Gall, uno che già vanta un ottavo e un quattordicesimo posto al Tour de France, ma che nessuno vedrebbe mai sul podio di un Grande Giro. Che sia questa la volta buona? Dietro Sivakov e Roglic si intravedono, ancora tutti insieme, Kuss, Carapaz, Almeida, Mas, Rodriguez e il sorprendente belga Van Eetvelt. Simon Yates, tra i grandi favoriti, ha ceduto; anche Tiberi è più indietro.
Poi, ad uno ad uno, tutti si staccano: in testa rimangono Roglic, Mas e Van Eetvelt; mentre la strada sale ripidissima tra boschi finalmente montagnosi, e con qualche tornante da grande salita, Gall inizia ad accusare la fatica finché, quando mancano ancora 700 metri all’inizio del tratto meno ripido, viene ripreso dal terzetto di inseguitori. I quattro rimangono insieme; nessuno prova ad accelerare, mentre dietro Almeida, Kuss, Carapaz, Rodriguez e Sivakov cercano di non farsi staccare. Ai -2 la strada spiana, si allarga e ritorna asfaltata; questo facilita il rientro di Almeida, che salva Gall che stava per perdere le ruote degli altri e – ennesima sorpresa di giornata – fa comparire dal nulla lo sconosciuto italo-americano Matthew Riccitello, al secondo anno da professionista e che sinora non si era mai fatto notare. Cedono invece Kuss e Carapaz, mentre anche Landa e Tiberi si avvicinano, col primo che con uno sforzo supremo riesce ad agganciare i primi a 700 metri dall’arrivo, sia pure faticando a tenerne le ruote. Ma poi, con uno scatto d’orgoglio, è proprio lui a partire ai 300 metri, quando tutti iniziano a guardarsi; subito stoppato da Van Eetvelt, arriverà in coda al gruppetto. Ma il belga, sullo slancio, insiste, insiste… finché da dietro arriva Roglic e lo beffa proprio sul traguardo, in una volata da fotofinish! Terzo Almeida, poi Mas, Gall, Riccitello e Landa. Le esitazioni finali favoriscono qualche altro corridore, come l’ottimo Tiberi, che nonostante si sia visto poco guadagna un ottimo ottavo posto a soli 18 secondi, e come anche Kuss, che limita i danni a 28 secondi. Affondano invece Carapaz e Yates, che arrivano insieme a circa un minuto e mezzo. Buona anche la prova del nostro Fortunato, 13esimo.
In classifica Roglic è ovviamente primo; Van Eetvelt, che nel prologo era andato abbastanza piano, è solo quinto. Secondo è Almeida ad 8 secondi, terzo il solido Mas a 32″, quarto il nostro Tiberi, che conferma le ambizioni con cui è venuto in Spagna, anche se la strada per Madrid è ancora molto lunga. Dei grandi favoriti Landa è nono, ad un minuto, Kuss 13esimo, Rodriguez 18esimo, Carapaz 26esimo, Uijtdebroeks 30esimo, Quintana 37esimo, Van Aert 123esimo. Quest’ultimo guida la classifica a punti, Sylvain Moniquet grazie alla fuga di oggi quella degli scalatori. Tiberi è il miglior giovane. Domani tappa collinosa con finale pianeggiante. Roglic, salvo cadute, potrà godersi la maglia rossa.

Andrea Carta

Roglic vince al fotofinish la prima tappa di montagna della Vuelta 2024 (Getty Images)

Roglic vince al fotofinish la prima tappa di montagna della Vuelta 2024 (Getty Images)

TAPPA E MAGLIA PER IL CAMPIONE EUROPEO PEDERSEN AL TOUR DE L’AVENIR

agosto 20, 2024 by Redazione  
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Dopo 177 Km di fuga il Campione Europeo Henrik Pedersen regola Gal Glivar e Tim Rex, diventando così il nuovo leader della Corsa a tappe francese.

Successo di tappa e maglia gialla per il campione europeo Henrik Pedersen. Il danese, coprotagonista di una fuga durata ben 177 Km, ha preceduto sul traguardo i suoi compagni di avventura, lo sloveno Gal Glivar e il belga Tim Rex, quest’ultimo staccato di 2”.
Il gruppo, regolato dal britannico Matthew Brennan, è giunto dopo 1’09” e comprendeva tutti gli azzurri in gara, primo dei quali si è classificato Pietro Mattio, classificatosi diciassettesimo.
La tappa ha cambiato tutte le classifiche scritte dalla breve cronometro iniziale. Il vincitore di tappa Pedersen guida, infatti, la Generale con 29″ di vantaggio su Glivar e 41″ su Rex. Inoltre il campione europeo si è portato al comando anche della classifica riservata ai giovani, mentre Glivar è primo nella graduatoria della maglia verde con un punto di vantaggio sul danese e Rex indossa la maglia a pois.
La giornata di gara, come detto, è stata caratterizzata dalla lunga fuga del terzetto che si è anche giocato la vittoria di tappa. I tre hanno preso il largo dopo soli 8 km di gara. Raggiunti dopo una quarantina chilometri dai francesi Yoan Morin e Baptiste Troja, i primi tre promotori del tentativo sono nuovamente rimasti soli in testa alla corsa sul Col des Croix, il secondo dei tre posti nel finale di gara.
Ora si disputerà la Mouchard – Plateau d’Hauteville di 170.2 km. Le difficoltà di giornata sono tutte concentrate negli ultimi 30 km, nei quali i futuri professionisti dovranno affrontare nell’ordine la Montée de Breignes (4a cat., 2.5 km al 5.5%) e la Côte de Corlier (3a cat., 10.3 km al 4.5%), quest’ultima collocata a una dozzina di chilometri dall’epilogo.

Mario Prato

Pedersen vince la prima tappa del Tour de lAvenir (foto Tour de lAvenir)

Pedersen vince la prima tappa del Tour de l'Avenir (foto Tour de l'Avenir)

GIRO DI DANIMARCA: UN PREZIOSO SECONDO GARANTISCE LA VITTORIA A DE LIE

agosto 20, 2024 by Redazione  
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Un secondo, un battito di ciglia dopo 730 km è stato sufficiente per Arnaud De Lie (Lotto Dstny) per aggiudicarsi il Giro di Danimarca edizione 2024. Con questa vittoria il Belgio si porta a quattro successi nella corsa a tappe danese nata nel lontano ’85 e vinta il primo anno dal nostro Moreno Argentin

Al solito il percorso non prevede particolari difficoltà altimetriche, ma nemmeno tappe completamente pianeggianti e scontate fin dal via. Si parte con una cronosquadre vinta dalla DSM con in testa Tobias Lund Andresen, che veste quindi la prima maglia di leader. Alle loro spalle per appena 4 decimi la UAE e a seguire la Lotto Dstny a 2”.
La seconda tappa consegna la maglia di leader a Arnaud De Lie (Lotto Dstny), che non la mollerà più nei giorni a venire. Il corridore belga giungerà secondo alle spalle di Magnus Cort (Uno-X), che si impone sul muro di Vejle. La corsa risulta molto movimentata nella battute conclusive con sette corridori, tra cui Cort, a giocarsi la vittoria all’inizio dell’ultima tornata. Tra loro è assente De Lie, che rientra grazie al lavoro della squadra e a un’azione solitaria che lo riporta sui battistrada. Sul muro finale, però, le energie scarseggiano e proprio sotto lo striscione viene superato dal danese. Da segnalare all’ottavo posto l’italiano Matteo Trentin (Tudor).
La terza tappa in linea prevede l’arrivo in leggera salita e ancora una volta De Lie finisce secondo, stavolta rimontato e superato Tobias da Lund Andresen (DSM). Al terzo posto ancora Cort, seguito da Trentin, Jelte Krijnsen (Parkhotel Valkenburg) e Nicolò Parisini (Q36.5). La tattica del belga è fondamentale e probabilmente gli vale i secondi necessari alla vittoria finale: la sua squadra tiene sotto controllo la corsa, portando il gruppo compatto al primo traguardo volante di Kolding, vinto proprio da De Lie. Successivamente alcuni fuggitivi riescono ad evadere, ma vengono ripresi giusto in tempo per la volata, a poco più un chilometro dal traguardo.
Nella penultima tappa è, invece, protagonista una fuga che arriva al traguardo. A sfruttare l’occasione è Krijnsen, che anticiperà il compagno di avventura Anton Stensby (Coop) mentre il terzo fuggitivo, Mads Andersen (Airtox), dovrà abbandonare i sogni di gloria in seguito a una caduta nell’ultima tornata. Sarà sempre Andresen ad aggiudicarsi la volata del gruppo, forse pensando di essere il vincitore di giornata, davanti ad Arvid Kleijn (Tudor) e De Lie.
Il finale è invece con brivido per De Lie, che non riuscirà a partecipare alla volata di Gladsaxe e deve ringraziare nuovamente Andresen, alla terza vittoria, e a Enrico Zanoncello (Bardiani) per aver levato a Cort, quarto, i secondi di abbuono necessari a soffiargli la maglia di leader.
Si chiude così il Giro di Danimarca con la vittoria di De Lie per un secondo su Cort, 27” su Anders Foldager (nazionale danese), 33” su Søren Kragh Andersen (Alpecin) e 41” su Jenno Berckmoes (Lotto Dstny).

Andrea Mastrangelo

Arnaud De Lie (Getty Images)

Arnaud De Lie (Getty Images)

FINALMENTE VAN AERT! IL BELGA SPEZZA ALLA VUELTA UN DIGIUNO DURATO SEI MESI

agosto 19, 2024 by Redazione  
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Dopo tantissimi piazzamenti e una vittoria che da sei mesi sembrava stregata, il fiammingo della Visma-Lease a Bike trova finalmente la vittoria nella terza tappa del Giro di Spagna (Lousa – Castelo Branco, 191.2 km), l’ultima in territorio portoghese. Seconda posizione per il vincitore di ieri Kaden Groves (Alpecin-Deceuninck), seguito da Jon Aberasturi (Euskaltel-Euskadi). Van Aert rafforza la maglia roja, ma domani si inizia a salire con il durissimo arrivo al Pico Villuercas, che presenta pendenze fino al 20%.

Torna a gioire Wout Van Aert (Visma-Lease a Bike) e lo fa nel migliore dei modi in uno sprint di gruppo contro il maggior rivale Kaden Groves (Alpecin-Deceuninck), che ieri lo aveva battuto a Ourem. Era da sei mesi che il corridore belga cercava una vittoria, in una stagione rallentata dall’infortunio subito in primavera alla Dwars door Vlaanderen. L’ultimo acuto, infatti, risale alla Kuurne – Bruxelles – Kuurne del 25 febbraio e quello precedente a 16 dello stesso mese, anch’esso ottenuto sulle strade portoghesi, a Tavira, durante la Volta ao Algarve.
Parlando della gara di oggi, due coppie di corridori di altrettante squadre hanno composto la fuga, ovvero Luis Ángel Maté e Xabier Isasa (Euskaltel – Euskadi) con Ibon Ruiz ed Unai Iribar (Equipo Kern Pharma). Ruiz e Maté erano già stati attaccanti nella giornata di ieri e l’andaluso della squadra basca ha puntato tutto ai traguardi della montagna dell’Alto de Teixeira (2° cat.) e dell’Alto de Alpedrinha (4° cat.), andando a prendersi la maglia a pois degli scalatori. La Euskaltel – Euskadi fa poi all-in grazie allo sprint intermedio vinto da Isasa a Fundão.
Dopo l’ultimo GPM il quartetto si è sfaldato e il plotone guidato da Robert Gesink (Visma-Lease a Bike), visto in testa a lavorare per gran parte della tappa, ha schiacciato il pedale sull’acceleratore. Iribar e Ruiz sono stati i primi a venire riassorbiti dal gruppo, poi è toccato a Isasa e Matè e ci si è concentrati solo sullo sprint al traguardo di Castelo Branco. A due chilometri dall’arrivo Victor Campenaerts (Lotto Dstny) ha provato a rovinare i piani dei velocisti ma il gap raggiunto non è stato sufficiente. Van Aert viene ben portato davanti dal suo treno con Edoardo Affini, segue Groves e lo anticipa trovando la 47° vittoria in carriera, la terza stagionale.
Nella classifica generale il fiammingo ha ora 13” su Brandon McNulty (UAE Team Emirates) e 15” su Mathias Vacek (Lidl-Trek), ma da domani si va in montagna. La salita di Pico Villuercas è molto dura, avendo una rampa di quasi quattro chilometri che tocca anche il 20% e sarà preceduto da altri due GPM non semplici ad inizio tappa, il Puerto de Cabezabellosa (2° cat.) e l’Alto de Piornal (1° cat.). I grandi favoriti saranno Primoz Roglic (Red Bull – Bora Hansgrohe) e l campione uscente Sepp Kuss (Visma-Lease a Bike), passando anche per Adam Yates, Joao Almeida (UAE Team Emirates) e Carlos Rodriguez (INEOS – Grenadiers). Per quanto riguarda i colori italiani, le speranze sono affidate su Giulio Ciccone (Lidl – Trek).

Andrea Giorgini

Van Aert vola a prendersi il traguardo di Castelo Branco, primo successo dopo sei mesi di digiuno (Getty Images)

Van Aert vola a prendersi il traguardo di Castelo Branco, primo successo dopo sei mesi di digiuno (Getty Images)

AL CANADESE MICHAEL LEONARD LA TAPPA D’ESORDIO DEL TOUR DE L’AVENIR.

agosto 19, 2024 by Redazione  
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L’avvio del Tour de l’Avenir ha visto la vittoria del canadese Michael Leonard nella breve cronometro che ha dato le mosse alla corsa a tappe transalpina dedicata agli under 23.

In questo caldo agosto ricco di appuntamenti sportivi, ha preso il via oggi a Sarrebourg con una cronometro individuale di 7,1 km il Tour de l’Avenir 2024, la corsa a tappe francese per nazionali riservata agli under23.
La gara è articolata su 7 tappe per un totale di 820 km e la conclusione in territorio italiano sarà con la Bobbio Pelice – Colle delle Finestre di 125.9 Km, anticipata di ventinquattrore da un’altra frazione che terminerà in Piemonte, per la precisione a Condove.
Il beve prologo ha visto la vittoria del rappresentante del Canada Michael Leonard, che va così ad indossare anche la prima maglia gialla. il giovane accasato alla Ineos Grenadiers ha impiegato 7′59″ per concludere la prova, sette secondi in meno del britannico Joseph Blackmore in maglia della Gran Bretagna e accasato alla Israel Premier Tech Academy. Il suddito di Sua Maestà britannica è rimasto a lungo sulla “hot seat”, e non è riuscito a scalzarlo nemmeno lo svedese Jakob Soderqvist, accasato alla Lidl Trek Future Racing, che ha fatto peggio di lui solo per 28 miseri centesimi di secondo. Primo degli azzurri è stato Florian Samuel Kajamini, 34° a 23″, che in occasione di questa gara ha sostituto la maglia della MBHBank Colpack Ballan CSB con quella nazionale.
Ora si correrà la Sarrebourg – Ronchamp-Champagney di 184.5km, sulla carta dedicata alle ruote veloci, anche se nel finale dovranno essere superate alcune facii ascese.

Mario Prato

Affiancato dal 5 volte vincitore del Tour Bernard Hinault, il canadese Michael Leonard indossa per la prima volta in carriera la maglia gialla (foto Gilles Wirtz)

Affiancato dal 5 volte vincitore del Tour Bernard Hinault, il canadese Michael Leonard indossa per la prima volta in carriera la maglia gialla (foto Gilles Wirtz)

GROVES VINCE AD OUREM, VAN AERT SIGNORE IN ROSSO

agosto 18, 2024 by Redazione  
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Ad Ourem la volata premia Kaden Groves (Team Alpecin Deceuninck) che trova la prima vittoria stagionale davanti a Wout van Aert (Team Visma Lease a Bike) e Corbin Strong (Team Israel Premier Tech). Van Aert è la nuova maglia rossa

La seconda tappa della Vuelta 2024 parte da Cascais e termina ad Ourém dopo 194 km. Brandon McNulty (UAE Team Emirates) è la maglia rossa dopo la bella vittoria nella cronometro individuale di ieri ed oggi dovrà difendere il simbolo del primato dai ciclisti che lo seguono in classifica generale. Tra questi, Wout van Aert (Team Visma Lease a Bike), a soli tre secondi di ritardo dallo statunitense, può sfruttare il suo spunto veloce per impossessarsi del simbolo del primato. Il belga è anche il favorito numero uno per la vittoria di tappa, visto che il finale insidioso con la scalata dell’Alto da Batalha può tagliare fuori i velocisti puri. LA fuga di giornat partiva immediatamente dopo il via grazie all’azione della coppia formata da Luis Angel Mate (Team Euskaltel Euskadi) e da Ibon Ruiz (Team Kern Pharma). Mate transitava in prima posizione sul primo gpm dell’Alto do Lagoa Azul posto al km 8.9. Dopo una ventina di km i due fuggitivi raggiungevano il massimo vantaggio sul gruppo maglia rossa, sfiorando i 5 minuti. Team Alpecin Deceuninck e Team Visma Lease a Bike si affacciavano nelle prime posizioni del gruppo recuperando a poco a poco il terreno sui due battistrada. Mate transitava per primo anche sul traguardo volante di Alcobaça posto al km 140.2. In seguito ad una caduta Dylan van Baarle (Team Visma Lease a Bike) era il primo ciclista costretto a ritirarsi alla Vuelta 2024 e Sepp Kuss, vincitore dell’edizione 2023, perdeva così un importante gregario. LA fuga veniva ripresa poco prima dell’inizio dell’Alto da Batalha, sul quale Stefan Kung (Team Groupama FDJ) scollinava per primo. Lo svizzero aveva attaccato insieme al compagno di squadra Kevin Geniets ed a Kobe Goossens (Tea Intermarchè Wanty) ma questo tentativo era stato annullato dal gruppo poco dopo lo scollinamento dell’ultimo gpm in programma. Il gruppo si presentava a ranghi compatti alla volata conclusiva anche se una caduta a circa 2 km dalla conclusione metteva fuori gioco una decina di ciclisti. Kaden Groves (Team Alpecin Deceuninck) vinceva nettamente davanti a Wout van Aert e Corbin Strong (Team Israel Premier Tech). Chiudevano la top five Pau Miquel (Team Kern Phgarma) in quarta posizione e Lennert van Eetvelt (Team Lotto Dstny) in quinta posizione. Per Groves è la prima vittoria stagionale mentre Van Aert è la nuova maglia rossa che indossa con 3 secondi di vantaggio su Brandon McNulty (UAE Team Emirates). Domani è in programma la terza tappa da Lousa a Castelo Branco di 191.5 km, con un percorso abbastanza movimentato nella parte centrale visto che ci saranno due gpm da affrontare, l’Alto de Teixeira e l’Alto de Alpedrinha. Gli ultimi 40 km completamente pianeggianti dovrebbero però favorire ancora una volta le ruote veloci.

Antonio Scarfone

Kaden Groves vince in volata la prima tappa in linea della Vuelta (Getty Images)

Kaden Groves vince in volata la prima tappa in linea della Vuelta (Getty Images)

SULL’ALPE D’HUEX FESTA PER VOLLERING E NIEWIADOMA.

agosto 18, 2024 by Redazione  
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Conclusione sulla mitica Alpe d’Huez per il Tour de France Femmes. Il successo di tappa è andato a Demi Vollering su Rooijakkers e Muzic. Quarta Katarzyna Niewiadoma che si aggiudica il Tour 2024 per 4” sulla Vollering. Quinta di tappa Gaia Realini, prima italiana anche nella Generale, quinta.

Conclusione epica e battagliata sull’Alpe d’Huez per il Tour de France Femmes. La tappa è andata a Demi Vollering (Team SD Worx – Protime) che si è imposta su Pauliena Rooijakkers (Fenix-Deceuninck), arrivata dopo 4″. Terza Évita Muzic (FDJ – SUEZ) a 1′01″, giunta insieme a Katarzyna Niewiadoma (Canyon//SRAM Racing), la leader della classifica che per soli 4″ nei confronti della vincitrice di tappa salva la maglia gialla e si aggiudica il Tour de France Femmes 2024. Prima italiana sul traguardo Gaia Realini (Lidl – Trek), quinta a 1′31″. Seguono con un ritardo superiore ai 3 minuti Cédrine Kerbaol (CERATIZIT-WNT Pro Cycling Team) e Valentina Cavallar (Arkéa – B&B Hotels Women). Ancora più distanziate sono giunte con oltre 5 minuti di ritardo Sarah Gigante (AG Insurance – Soudal Team), Niamh Fisher-Black (Team SD Worx – Protime) e Lucinda Brand (Lidl – Trek).
In classifica generale alle spalle della Niewiadoma e della Vollering si è piazzata terza a 10” la Rooijakkers. Più distanziata la Muzic, quarta a 1’21”. Quinta e prima delle italiane è la Realini, staccata di 2’19”. Seguono la Kerbaol a 2’51”, la Gigante a 7’09”, la Brand a 8′06″, Juliette Labous (Team dsm-firmenich PostNL) a 8′07″ e Thalita de Jong (Lotto Dstny Ladies) a 8′12″.
L’ultimo giorno di una corsa a tappe è sempre quello dei consuntivi. La classifica a punti con la relativa maglia verde è andata a Marianne Vos (Team Visma | Lease a Bike) su Lorena Wiebes (Team SD Worx – Protime) e la Niewiadoma. Quella dei GPM contrassegnata dall’iconica maglia a pois è andata alla vincitrice di ieri Justine Ghekiere (AG Insurance – Soudal Team) sulla Vollering e la Puck Pieterse (Fenix-Deceuninck). Quest’ultima ha primeggiato nella classifica riservata alle cicliste più giovani, mentre nella speciale challenge riservata alle squadre si è imposta la Lidl – Trek con quasi dodici minuti di vantaggio sulla FDJ – SUEZ

Mario Prato

La Niewiadoma esulta allAlpe dHuez, il Tour de France è suo per soli 4 secondi (Getty Images)

La Niewiadoma esulta all'Alpe d'Huez, il Tour de France è suo per soli 4 secondi (Getty Images)

KOOIJ SFRECCIA A CRACOVIA, IL TOUR DE POLOGNE E’ DI VINGEGAARD

agosto 18, 2024 by Redazione  
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Il velocista olandese del Team Visma – Lease A Bike si è aggiudicato l’ultimo sprint della corsa a tappe polacca (Wielicka-Cracovia, 142 km), battendo i due belgi Tim Merlier (Soudal – Quickstep) e Gerben Thijssen (Intermarché-Wanty). Il capitano dei “Calabroni” giallo-neri si porta a casa la classifica generale davanti a Diego Ulissi, che fa comunque sua quella a punti.

Nessun problema dunque per Jonas Vingegaard al Tour de Pologne, vinto per la prima volta in carriera. Il danese della Visma – Lease a Bike era diventato leader della classifica generale al termine della cronometro individuale il secondo giorno a Karpacz, chiusa in seconda posizione alle spalle di Tim Wellens (UAE Team Emirates), e ha mantenuto il simbolo del primato fino alla conclusione odierna a Cracovia. Autore di una bella prestazione è stato anche Diego Ulissi (UAE Team Emirates) che, oltre a salire sul podio in seconda posizione, si è preso anche la maglia bianco-rossa della classifica a punti con tre lunghezze di vantaggio proprio nei confronti di Vingegaard. Il terzo posto finale è, invece, di Wilco Kelderman, gregario del campione danese già vincitore di due edizioni del Tour de France.
Un quartetto ha movimentato la settima ed ultima tappa del Tour de Pologne: protagonisti Archie Ryan e Jack Rootkin-Gray (EF Education – EasyPost), Remi Cavagna (Movistar Team) e Marcin Budzinski (Mazowsze Serce Polski), con quest’ultimo che è stato il più resistente venendo ripreso con Ryan a soli 3 km dall’arrivo. Nella volata a Cracovia Olav Kooij (Visma – Lease a Bike) è stato il migliore, avendo la meglio sul rivale (Soudal Quick-Step) e regalando alla Visma la migliore giornata possibile sulle strade polacche. Appena fuori dalla Top 10 i migliori italiani della tappa, Alberto Dainese (Tudor Pro Cycling Team) e Davide Cimolai (Movistar Team).
A Cracovia si è anche conclusa la carriera di Cesare Benedetti, corridore di 37 anni trentino naturalizzato polacco che per tanti anni (dal 2015) ha militato nella Redbull-Bora-Hansgrohe. Per lui una vittoria nella lunga carriera da pro: al Giro d’Italia del 2019 vinse la Cuneo-Pinerolo, nulla a che vedere con il mitico tappone dei cinque colli consacrato da Fausto Coppi con la storica impresa del 1949.

Andrea Giorgini

Vingegaard vince ledizione 2024 del Giro di Polonia (Getty Images)

Vingegaard vince l'edizione 2024 del Giro di Polonia (Getty Images)

IMPRESA DI JUSTINE GHEKIERE A LE GRAND BORNAND

agosto 18, 2024 by Redazione  
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La leader della classifica dei GPM entra nella fuga giusta, raccoglie punti per la maglia a pois e si invola solitaria verso il traguardo. Seconda posizione per Maeva Squiban, terza Demi Vollering davanti alla maglia gialla.

Bellissima impresa della belga Justine Ghekiere (AG Insurance – Soudal Team) che vestita a pois centra la vittoria nella Champagnole-Le Grand-Bornand, settima tappa e penultima tappa del Tour de France Femmes, oltre che prima delle due tappe alpine. La belga di Izegem ha promosso la fuga giusta, prontamente seguita da Julie Van de Velde (AG Insurance-Soudal Team), Marianne Vos (Visma|Lease a Bike), Sara Martin (Movistar), Sarah Roy (Cofidis) e Ruth Edwards (Human Powered Health) dopo un’ottantina di Km dal via.
Dietro la situazione era in continuo cambiamento con alcuni tentativi infruttuosi di riportarsi sulle battistrada e il gruppo che alzava l’andatura con lo stesso intento. Ai meno 13 la svolta che ha segnato la tappa. La Ghekiere ha salutato la compagnia e si è involata in maniera decisa, arrivando ad affrontare con un vantaggio di 2’ la salita finale.
Alle spalle della scatenata belga, sempre più saldamente in vetta alla classifica dei GPM, si sono piazzate Maeva Squiban (Arkea B&B Hotels Women) a 1’15”, Demi Vollering (SD Worx Protime) davanti alla maglia gialla Katarzyna Niewiadoma (Canyon/SRAM Racing) a 1’23”, Évita Muzic (FDJ – SUEZ) a 1′27″, seguita da Thalita de Jong (Lotto Dstny Ladies), Puck Pieterse (Fenix-Deceuninck), Pauliena Rooijakkers (Fenix-Deceuninck), Gaia Realini (Lidl – Trek), tutte a 1′28″ dalla vincitrice.
Ad una tappa dal termine la classifica generale è ancora condotta dalla Niewiadoma con un vantaggio di 27” sulla Pieterse e 37” su Cédrine Kerbaol (CERATIZIT-WNT Pro Cycling Team), la vincitrice della tappa di venerdì.
La conclusione prevede il miico arrivo in salita sull’Alpe d’Huez, che si raggiungerà al termine di una salita di 13.8 Km all’8.1% preceduta da 149.9 Km e altri colli da scalare, il Marais (4.7 km al 4%), il Tamié (9.5 km al 4%) e un altro storico passo, il Glandon (19.7 km al 7.2% con punte al 15%)

Mario Prato

Justine Ghekiere vince la prima delle due tappe alpine (Getty Images)

Justine Ghekiere vince la prima delle due tappe alpine (Getty Images)

BRANDON MCNULTY CONQUISTA LA PRIMA CRONOMETRO DELLA VUELTA

agosto 17, 2024 by Redazione  
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Brandon McNulty (UAE Team Emirates) fa il colpaccio alla prima delle due cronometro della Vuelta a España 2024, l’americano è il più veloce di tutti e si mette alle spalle Mathias Vacek (Lidl – Trek) ed Wout Van Aert (Visma | Lease a Bike).

Da Lisbona a Oeiras la cronometro di apertura della Vuelta a España 2024 ha chiamato allo scoperto gli specialisti delle prove contro il tempo lungo i 12 chilometri interamente piatti che dalla Capitale del Portogallo, sede estera scelta per la partenza di questa edizione numero 79, si è svolta in pratica lungo la costa. Tanti i nomi papabili per la vittoria tra cui quello di Edoardo Affini (Visma | Lease a Bike) che infatti fa registrare un tempo davvero interessante. L’italiano resta al comando della classifica provvisoria seduto sulla hot seat, anche il temutissimo Joshua Tarling è dietro per un soffio, ma l’italiano deve cedere il primato temporaneo ad uno strepitoso Mathias Vacek (Lidl – Trek) che chiuderà in seconda posizione, fa meglio di Affini anche Stefan Kung (Groupama – FDJ) quarto all’arrivo. Sul percorso intanto restano Brandon McNulty (UAE Team Emirates) e Wout Van Aert (Visma | Lease a Bike) ma il cronometro è dalla parte dell’americano che fa registrae un tempo davvero interessante all’arrivo nonostante il primo rilevamento cronometrico era a favore di Van Aert e di Vacek. McNulty riesce a recuperare ed in pratica a ribaltare l’ordine del primo intertempo chiudendo con 2” di vantaggio su Vacek e su Van Aert, Kung chiude a 6”, Affini a 7” poi Tarling scivola a 8”, Mauro Schmid (Team Jayco Alula) a 16”, a dimostraazione di qualche problemino fisico Primoz Roglic deve accontentarsi dell’ottavo posto a quasi 17”, nono è Bruno Armirail (Decathlon AG2R La Mondiale Team) mentre chiude la top 10 João Almeida (UAE Team Emirates). Classifica generale che rispecchia l’ordine di arrivo con Brandon McNulty che domani partirà in maglia roja.

Antonio Scarfone

Brandon McNuklty vince la cronometro di apertura della Vuelta a Espana 2024 (Photo credit: Getty Images)

Brandon McNuklty vince la cronometro di apertura della Vuelta a Espana 2024 (Photo credit: Getty Images)

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