IMPRESA DI CICCONE A GRENOBLE. UN IMBATTIBILE VINGEGAARD CONQUISTA IL DELFINATO
Il Criterium du Dauphiné si conclude con una bellissima vittoria di Giulio Ciccone. L’abruzzese della Trek-Segafredo, andato in fuga sin dalla mattina insieme ad altri 8 corridori, è riuscito a staccare tutti i compagni d’avventura sul Col de Porte e ha poi resistito sulle durissime rampe che hanno condotto i corridori a la Bastille di Grenoble. Per Ciccone si tratta del 3° successo stagionale, il primo dopo la positività al covid che lo aveva costretto al forfait all’ultimo Giro d’Italia. Ancora una grande prestazione per Jonas Vingegaard che nel finale ha nuovamente staccato tutti gli avversari, legittimando ancora una volta il suo primato. Il danese della Jumbo-Visma trionfa nella classifica finale con 2′23″ su Adam Yates (UAE Team Emirates) e 2′56″ su Ben O’Connor (Ag2r Citroen Team).
L’8a ed ultima tappa del Critérium du Dauphiné presentava un percorso decisamente impegnativo benchè, come nella precedente frazione, il chilometraggio fosse molto limitato. I 153 km che separavano Le-Pont-de-Claix da Grenoble proponevano infatti ben 5 gpm. Pronti via e i corridori si ritrovavano immediatamente il Col de Pinet (6,3 km al 6,1%), quindi, dopo una fase di saliscendi, vi era il Col de Mouilles (3,9 km al 7,1%). I successivi 50 km erano piuttosto semplici e facevano da prologo ad una dura sequenza di salite concentrate negli ultimi 60 km: il Col du Granier (9,6 km al 8,6% di pendenza media) posto al km 105, il Col du Cucheron (7,7 km al 6,2%) al km 123 e il Col de Porte (7,4 km al 6,8%) al km 135. Infine, dopo una lunga discesa, vi era il terribile strappo finale de La Bastille (1,8 km al 14,2%) che conduceva i corridori sulla linea d’arrivo. Una tappa in grado di riscrivere la classifica, almeno per le posizioni di rincalzo.
La bagarre per entrare nell’azione di giornata è partita praticamente al km 0. Tra i protagonisti il ’solito’ Victor Campenaerts (Lotto-Dstny) e un David Gaudu (Groupama-FDJ) finora decisamente deludente. Gli attacchi sono continuati nei chilometri successivi, finchè dopo una decina di chilometri dal via non si è formato un drappello comprendente 6 corridori: oltre al sopracitato Campenaerts vi erano Julian Alaphilippe (Soudal-Quick Step), Giulio Ciccone (Trek-Segafredo), Clement Champoussin (Team Arkea-Samsic), Franck Bonnamour (Ag2r Citroen Team) e David De La Cruz (Astana Qazaqstan Team). Il drappello dei 6 battistrada è transitato in testa al primo gpm di giornata, il Col de Pinet, regolato da un Campenaerts alla ricerca di altri preziosi punti per la maglia a pois. Nel frattempo i contrattacchi continuavano senza soluzione di continuità. Al km 25 sono finalmente riusciti ad evadere dal gruppo anche Tiesj Benoot (Jumbo-Visma), Nelson Oliveira (Movistar Team), Matteo Trentin (UAE Team Emirates) e Andrey Amador (EF Education-EasyPost). Quest’ultimo ha immediatamente perso contatto dagli altri 3 contrattaccanti che hanno invece proseguito la loro azione avvicinandosi man mano ai 6 battistrada fino al ricongiugimento avvenuto poco prima del km 40.
Il gruppo, tirato dagli uomini della Bora-Hansgrohe, non ha però mollato la presa vista anche la presenza nel gruppo di testa di Julian Alaphilippe: il gap in corrispondenza del Col de la Mouilles era di 1′10″ e non è dilagato neanche nei chilometri successivi (1′35″ al km 60; 2′30″ al km 80). La corsa si è così stabilizzata con gli uomini della Bora (molto attivo Danny Van Poppel) intenzionati a non dare il via libera definitivo agli attaccanti che hanno approcciato le prime rampe del Col du Granier con un margine di 2′45″ sul plotone.
Proprio lungo la principale asperità di giornata il drappello di testa ha iniziato a perdere i pezzi: il primo a staccarsi è stato Bonnamour, seguito poco dopo da Trentin (in precedenza aveva già mollato Campenaerts). Dietro invece il gruppo ha aumentato l’andatura grazie al lavoro prodotto dagli uomini della Ineos Grenadiers (molto attivo Omar Fraile) che hanno messo subito in difficoltà sia David Gaudu (Groupama-FDJ) che Richard Carapaz (EF Education-EasyPost) entrambi ancora in evidente ritardo di condizione. Stessa sorte poco dopo anche per Mikel Landa (Bahrain-Victorius) ed Esteban Chaves (EF Education-EasyPost). La selezione ha continuato a sfoltire anche il gruppo dei battistrada da cui, nel giro di pochi chilometri, si sono staccati prima Oliveira e De La Cruz e poi anche Champoussin, lasciando al comando della gara un terzetto composto da Alaphilippe, Benoot e Ciccone. Champoussin però non ha mollato ed è riuscito successivamente a rientrare sui primi tre. Il quartetto di testa ha scollinato con circa 1 minuto su Castroviejo e De La Cruz. Il gruppo, ora guidato da Dylan Van Baarle (Jumbo-Visma) aveva recuperato buona parte del gap, portandosi ad 1′20″.
Lungo la successiva discesa Castroviejo ha staccato De La Cruz. Il corridore dell’Astana è stato poi ripreso dal gruppo, mentre l’iberico della Ineos ha continuato ad inseguire tutto solo i battistrada con un ritardo di circa 50 secondi. Lungo le prime rampe del Col du Cucheron Castroviejo ha inziato a recuperare qualche secondo sui battistrada (30″ di ritardo ai -4 dallo scollinamento) ed ha poi completato l’inseguimento a 400 metri dal passaggio sul gpm, vinto da Benoot. Il gruppo, sempre tirato da Van Baarle e ridotto a circa 30 unità, è transitato a circa 1′35″.
La battaglia è ripartita ai -24, lungo il primo chilometro del Col de Porte, quando Giulio Ciccone ha dato un’improvvisa rasoiata che ha immediatamente messo in grande difficoltà Champoussin. L’unico in grado di reggere l’accelerazione di Ciccone è stato Alaphilippe, mentre poco dietro Benoot e Castroviejo inseguivano con circa 10″ di ritardo. Nel frattempo, il lavoro di Van Baarle si era esaurito e così in testa al gruppo sono arrivate la maglie dell’UAE Team Emirates, pronte a lavorare per Adam Yates. L’azione della squdra emiratina ha iniziato a far diminuire il gap dai due battistrada, costringendo cotemporaneamente molti corridori a perdere contatto. Tra questi Lenny Martinez (Groupama-FDJ), Tobias Johannessen (Uno-X Pro Cycling Team) e di nuovo Mikel Landa (Bahrain-Victorius). Ai -20, Ciccone e Alaphippe avevano un margine di 15″ su Benoot e Castroviejo e 50″ su quel che restava del gruppo. A quel punto Ciccone ha provato un nuovo allungo a cui questa volta Alaphilippe non è riuscito a rispondere. Di lì a poco è giunto anche l’attacco di Adam Yates a cui si è subito accodato facilmente la maglia gialla Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma). Ai primi due della generale si sono poi aggiunti Antonio Pedrero (Movistar Team) e Ben O’Connor (Ag2r Citroen Team) mentre Benoot, Castroviejo e poi Alaphilippe venivano ripresi. Poco più dietro inseguiva un gruppetto comprendente gli altri uomini di classifica e tirato da Jai Hindley (Bora-Hansgrohe). Prima dello scollinamento dal gruppo maglia gialla è partito, un pò a sorpresa, lo spagnolo Pedrero che è riuscito a guadagnare qualche metro sul gruppetto Vingegaard. Ciccone è così transitato sul gpm con circa 30″ su Pedrero e 35″ sul gruppetto maglia gialla composto da soli 10 uomini.
Lungo la discesa i distacchi sono leggermente aumentati: Ciccone ha approcciato il durissimo muro finale con poco meno di 40″ su Pedrero e 55″ sul drappello maglia gialla. Appena iniziata l’ascesa Pedrero è andato in difficoltà ed è stato ripreso dal gruppetto formato ormai solo da Vingegaard, Adam Yates, Rafal Majka (UAE Team Emirates) e Ben O’Connor. In corrispondenza dell’ultimo km, Vingegaard ha accellerato, restando tutto solo alle spalle di Ciccone. L’abruzzese perà aveva un buon margine di vantaggio ed ha gestito alla perfezione il finale riuscendo a conservare un margine di sicurezza che gli ha consentito di tagliare il traguardo a braccia alzate. Vingegaard è giunto 2° a 23″, dimostrando ancora un volta d’essere nettamente il migliore del lotto. Ancora bene Adam Yates, 3° a 33″ da Ciccone. Quindi troviamo O’Connor a 49″, Guillaume Martin (Cofidis) a 54″ e Jai Hindley a 59″. Alle loro spalle (ad 1′00″) è invece giunto il terzetto formato da Rafal Majka, Jack Haig (Bahrain-Victorius) e Louis Meintjes (Intermarchè-Circus-Wanty). 10a piazza per il giovane Carlos Rodriguez (Ineos Grenadiers) a 1′03″.
La classifica finale certifica lo stradominio di Vingegaard che conquista il Delfinato con 2′23″ su Adam Yates e 2′56″ su O’Connor. Si ferma ai piedi del podio Jai Hindley, 4° a 3′16″ davanti all’altro australiano Haig, che chiude a 3′47″. Quindi troviamo Guillaume Martin (6° a 4′51″), Louis Meintjes (7° a 5′02″) e la sorpresa Torstein Traeen (Uno-X Pro Cycling Team), 8° a 5′15″. Completano la top ten finale Carlos Rodriguez a 5′19″ e Julian Alaphilippe 10° a 5′37″.
Pierpaolo Gnisci
VINGEGAARD METTE IN CROCE GLI AVVERSARI. IL DANESE DOMINA LA CROIX DE FER E CONSOLIDA IL PRIMATO
Dominio. Probabilmente non c’è modo migliore per descrivere il Critérium du Dauphinè di Jonas Vingegaard. Il campione della Jumbo-Visma si è aggiudicato in solitaira la 7a tappa della corsa francese, la Porte-de-Savoie – Col-de-la-Croix-de-Fer, sbaragliando la concorrenza con una facilità disarmante. Il vincitore dell’ultimo Tour de France è scattato quando al traguardo mancavano poco più di 50 secondi, facendo immediatamente il vuoto e giungendo all’arrivo con 41″ di vantaggio su un ottimo Adam Yates (UAE Team Emirates), 53″ sul vincitore del Giro d’Italia 2022 Jai Hindley (Bora-Hansgrohe) e oltre 1 minuto su Ben O’Connor (Ag2r Citroen Team). Risulta quasi superfluo dire che il danese ha ulteriormente rafforzato la leadership nella classifica generale, che ora guida con un vantaggio di ben 2′11″ su Yates e 2′24″ O’Connor.
Nonostante la lunghezza a dir poco limitata (appena 147,9 km), sulla carta la 7a tappa rappresentava una delle giornate cruciali della corsa transalpina. I primi 50 km erano piatti come un biliardo, dopodichè i corridori erano attesi da oltre 3500 metri di dislivello. La prima asperità di giornata, classificata come gpm Hors Categorie, era il famoso Col de la Madeleine (25,1 km al 6,2%) collocato a metà gara. Dopo la lunga discesa e un breve tratto di fondovalle, la strada tornava a salire in concomitanza del Col du Mollard (18,5 km al 5,8%) posto al km 128. Infine, dopo un brevissimo tratto di discesa, arrivava il momento dell’ascesa finale, il Col de la Croix de Fer (13,1 km al 6,2%, con ultimi 6 km caratterizzati da pendenza media dell’8%).
La fuga di giornata ha iniziato a prender corpo dopo una ventina di chilometri dal via. I primi ad allungare sono stati Anthony Perez (Cofidis), Remi Cavagna (Soudal-Quick Step), Madis Mihkels (Intermarché-Circus-Wanty) e Victor Campenaerts (Lotto-Dstny). Poco dopo all’inseguimento dei 4 battistrada si sono lanciati anche Tobias Bayer (Alpecin-Deceuninck), Reuben Thompson (Groupama-FDJ), Anton Charming (Uno-X) e Matteo Vercher (TotalEnergies). I due quartetti hanno approcciato la prima salita di giornata, il Col de la Madeleine, distanziati di quasi due minuti, mentre nel frattempo dal plotone era evaso anche Pierre Latour (Total-Energies) intenzionato ad rientrare sulla testa della corsa nonostante il distacco ormai superiore ai 5 minuti. Di lì a poco Vercher si è volontariamente staccato dal gruppo inseguitore per aspettare il compagno di squadra che aveva già recuperato quasi due minuti dai battistrada. La bagarre non si era però di certo conclusa perchè dal gruppo maglia gialla erano evasi invano anche altri corridori tra cui Valentin Madouas (Groupama-FDJ) e Eduardo Sepulveda (Lotto-Dstny).
Lungo la salita Mihkels ha perso le ruote dei tre compagni di squadra, mentre Thompson, Charmig e Bayer avevano gudagnato qualcosa (1′25″ il loro gap dal terzetto di testa a 10 km dallo scollinamento). Ancora più evidente il recupero di Latour che si trovava a 2′45″. Il gruppo, tirato dagli uomini della Ineos, era invece segnalato a 3′45″. Di lì a poco Campenaerts è rimasto tutto solo in testa alla corsa visto che han perso contatto prima Cavagna (-79) e poi anche Perez (-76). Il belga della Lotto-Dstny ha così scollinato in solitaria, precedendo Perez e quindi un gruppetto formato da Latour, Charmig e Bayer. Lungo la successiva discesa Latour ha subito perso contatto da Charmig e Bayer che sono così rimasti soli all’inseguitmento di Perez. Il gruppo, che aveva iniziato a raccogliere per strada i primi fuggitivi, a questo punto aveva ridotto il distacco al di sotto dei 3 minuti. Lungo la discesa Perez è stato ripreso da Charmig e Bayer, mentre poco dopo Latour si è rialzato.
Si è così arrivati ai piedi del Col du Mollard con Campenaerts solo in testa con un vantaggio di quasi 2 minuti su Perez, Charmig e Bayer mentre il gruppo si trovava a poco più di 3 minuti. Lungo le prime rampre della seconda salita di giornata Perez è andato in difficoltà, imitato poco dopo anche da Bayer. Charmig è così rimasto tutto solo all’inseguimento di Campenaerts. Il gruppo nel frattempo aveva aumentato il ritmo grazie al lavoro profuso dal belga Nathan Van Hooydonck (Jumbo-Visma). La situazione è rimasta pressochè invariata lungo l’ascesa. Ai -30 Campenaerts vantava ancora un margine di 1′25″ sul danese Charmig e 2′15″ sul gruppo maglia gialla, sempre meno folto. La fuga di Charmig è terminata ai -26, quando è stato raggiunto dal gruppo che a quel punto si era pericolosamente avvicinato anche a Campenaerts (1′25″ il gap). Il belga della Lotto è però riuscito a resistere in testa fino al gpm scollinando con 20″ sul plotone. Il prevedibile ricongiungimento si è consumato al termine della successiva discesa (-12,5).
Nei primi km della salita finale il gruppo ha proceduto in modo regolare, tirato da Dylan Van Baarle che aveva rilevato il compagno Van Hooydonck in testa al plotone. Giunti al cambio di pedenza (-6), Attila Valter ha imposto un evidente aumento dell’andatura che ha mandato subito in difficolta David Gaudu (Groupama-FDJ), Clement Champoussin (Team Arkea-Samsic) e Mikel Landa (Bahrain-Victorius). Il ritmo dell’ungherese della Jumbo-Visma ha letteralmente sfaldato il gruppo, prologo del prevedibile ed inesorabile attacco di Jonas Vingegaard avvenuto quando al traguardo mancavano 5300 metri e a cui nessuno ha trovato ne le gambe ne il coraggio di reagie. Alle spalle del Danese è rimasto tutto solo Adam Yates (UAE Team Emirates) bravo a salire del proprio passo senza perdere troppo (ai -3 pagava solo 15″). Ben più dietro un gruppetto comprendente Ben O’Connor (Ag2r Citroen Team), Jai Hindley (Bora-Hansgrohe), Richard Carapaz (EF Education-EasyPost), Jack Haig (Bahrain-Victorius) e Dani Martinez (Ineos Grenadiers) che ai 3000 metri dal traguardo aveva un distacco di 40 secondi.
Ai -2,2 Hindley ha provato ad evadare dal gruppetto inseguitore, mentre Carapaz perdeva le ruote degli altri uomini di classifica. Di lì a poco O’Connor ha provato a rientrare in solitaria su Hindley, ma ha finito per andare a sua volta in leggera difficoltà. Chi invece stava benissimo era proprio Vingegaard che si è concesso la 10a vittoria stagionale giugendo sulla linea d’arrivo con un vantaggio di 41″ su Adam Yates e 53″ su Hindley. O’Connor ha invece chiuso in 4a posizione a 1′04″, precedendo un gruppetto giunto a 1′10″, regolato dal giovanissimo britannico Max Poole (Team DSM) e comprendente anche Jack Haig (Bahrain-Victorius), Guillaume Martin (Cofidis), Torstein Traeen (Uno-X Pro Cycling Team), Daniel Martinez (Ineos Grenadiers), Louis Meintjes (Intermarchè-Circus-Wanty) e Carlos Rodriguez (Ineos Grenadiers).
La nuova classifica generale vede ovviamente in testa Vingegaard con 2′11″ su Adam Yates, 2′24″ su Ben O’Connor e 2′36″ su Jai Hindley. Quinta piazza provvisoria per un altro australiano, Jack Haig che paga 3′04″. Quindi troviamo Dani Martinez a 3′27″ e Julian Alaphilippe (Soudal-Quick Step) a 3′48″. Completano la top ten Guillaume Martin a 4′14″, Meintjes a 4′19″ e Traeen a 4′21″.
Domani è in programma l’8a ed ultima tappa, da Le-Pont-de-Claix a Grenoble per un totale di 153 km. Si tratta di un’altra frazione d’alta montagna caraterizzata da ben 5 gpm. Particolarmente difficili gli ultimi 60 km che presenteranno il Col du Granier (9,6 km all’8,6%), il Col du Cucheron (7,7 km al 6,2%), il Col de Porte (7,4 km al 6,8%) e infine il durissimo strappo finale de la Bastille (1,8 km al 14,2%). C’è da chiedersi se Vingegaard si accontenterà di amministrare l’ampio vantaggio di cui gode o se vorrà chiudere in bellezza.
Pierpaolo Gnisci
DELFINATO: FUGA VINCENTE DI ZIMMERMANN A CREST-VOLAND. VINGEGAARD SEMPRE LEADER.
Il weekend conclusivo del Critérium du Dauphiné edizione 2023 si è aperto con la fuga vincente di Georg Zimmermann (Intermarché-Circus-Wanty). Il 25enne di Augsburg ha alzato le braccia al cielo al termine della 6a tappa staccando in cima alla breve salita finale i compagni di fuga Mathieu Burgaudeau (TotalEnergies), giunto a 1″ secondo dal tedesco, e Jonathan Castroviejo (Ineos Grenadiers), terzo a 8″. No contest tra gli uomini di classifica che sono giunti tutti (o quasi) insieme a 48″ dal vincitore di giornata. Resta praticamente invariata la classifica generale che vede sempre saldamente in testa Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma) con 1′10″ su Ben O’Connor (Ag2r Citroen Team) e 1′23″ sul redivivo Julian Alaphilippe (Soudal-Quick Step).
La 6a frazione, poco più di 170 km da Nantua a Crest-Voland, era la più semplice delle tre tappe alpine poste a conclusione della breve corsa a tappe francese. I primi 140 km non erano troppo impegnativi e presetavano un solo gpm: la Cote de Droisy (2a categoria; 7,9 km al 4,5%) posta al km 53. Poco dopo il traguardo volante di Saint-Jean-de-Sixt (km 141,5) aveva inizio la principale asperità di giornata, ovvero il Col de Aravais (7,7 km al 5,9%) classificato come gpm di 2a categoria. Dopo la successiva discesa vi erano altri due brevi gpm in rapidissima sequenza: la Cote de Notre Dame de Bellecombe (3,2 km al 6,4%) posta a 4 km dal traguardo e lo strappo di Crest-Voland (2,4 km al 6,9%) che terminava proprio in corrispondenza della linea d’arrivo. Una frazione non troppo complicata e che sorrideva ai fuggitivi di giornata anche alla luce delle difficoltà altimetriche proposte della due tappe conclusive.
Proprio alla luce delle premesse sopra indicate, la battaglia per entrare nella fuga di giornata è stata incessante e così soltanto dopo oltre 100 km di scatti e controscatti, un drappello di 14 corridori è riuscito ad evadere dal controllo del plotone:Nans Peters (Ag2r Citroen Team), Axel Zingle (Cofidis), Andrey Amador (EF Education-EasyPost), Georg Zimmermann (Intermarchè-Circus-Wanty), Jonathan Castroviejo (Ineos Grenadiers), Matteo Jorgenson (Movistar Team), Andrea Bagioli e Dries Devenyns (Soudal-Quick Step), Simon Guglielmi (Team Arkea-Samsic), Lawson Craddock (Team Jayco-AlUla), Matteo Trentin (UAE Team Emirates) e infine il terzetto della TotalEnergies formato da Mathieu Burgaudeau, Alexis Vuillermoz e Mattero Vercher. Il gruppo non ha però mai mollato del tutto la presa e ha mantenuto il gap intorno ai 3 minuti per poi scendere sotto i 2′ all’imbocco del Col de Aravis. Proprio lungo la salita più lunga di giornata, la fuga è letteralmente esplosa grazie all’iniziativa di Castroviejo e Burgaudeau. Alla coppia franco-spagnola si è poi aggiunto anche Zimmermann che è rientrato in corrispondenza del gpm. A poco più di 30″ dal terzetto di testa è transitato un quartetto formato da Bagioli, Trentin, Guglielmi e Peters, mentre il plotone tirtato dalla Uno-X e dalla Trek è passato con 1′20″.
Nel tratto di discesa successivo e lungo la Cote de Notre-Dame-de-Bellecombe il gruppo non è riuscito a ridurre ulteriormente il gap e di conseguenza il terzetto di testa si è presentato ai piedi della salitella finale con un margine decisamente rassicurante che gli ha consentito di giocarsi il successo di tappa. Ai 1500 metri dal traguardo è arrivato lo scatto del tedesco Zimmermann a cui in un primo momento ha cercato di reagire Castroviejo. L’iberico si è però piantato ed, all’altezza dell’ultimo km, è stato superato anche da Burgaudeau. Il corridore della TotalEnergies è quindi riuscito a riprendere Zimmermann ai -500, lanciando poco dopo la sua lunghissima volata. Zimmermann è rimasto lucido ed è partito ai -200 e ha scavalcato il transalpino tornando al successo dopo 2 anni. Zimmermann ha tagliato il traguardo con 1″ su Burgaudeau e 8″ su Castroviejo. Alle loro spalle è giunto il gruppo dei big forte di una ventina di unità e regolato da Giulio Ciccone (Trek-Segafredo) davanti ad un redivivo Ben O’Connor (Ag2r Citroen Team).
La classifica generale resta immutata alla vigilia delle due tappe più dure della corsa. Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma) guida comodamente con 1′10″ su Ben O’Connor, 1′23″ su Julian Alaphilippe (Soudal-Quick Step), 1′26″ su Adam Yates (UAE Team Emirates) e 1′37″ su Jai Hindley (Bora-Hansgrohe). Seguono Jack Haig (Bahrain-Victorius) ad 1′44″, Daniel Martinez (Ineos Grenadiers) a 2′07″ e Guillaume Martin (Cofidis) a 2′54″.
Domani è in programma la 7a tappa, appena 148 km da Porte-de-Savoie al Col-de-la-Croix-de-Fer infarciti di salite: il Col de la Madeleine (28 km al 6,1%) al km 76, il Col du Mollard (18,3 km al 5,7%) al km 129 e infine l’ascesa finale (13,1 km al 6,1%). Considerando la netta (quasi imbarazzante) superiorità messa in mostra in queste prime tappe, c’è da aspettarsi l’ennesimo show di Vingegaard.
Pierpaolo Gnisci
VINGEGAARD VINCE E CONVINCE A SALINS-LES-BAINS. IL DANESE E’ LA NUOVA MAGLIA GIALLA
Jonas Vingegaard (Team Jumbo Visma) accelera sull’ultimo gpm della quarta tappa, la Côte de Thésy, e se ne va tutto solo aumentando il vantaggio sul gruppo. Arriva in solitaria sul traguardo di Salins-les-Bains ed ipoteca la vittoria del Delfinato 2023
Dopo la cronometro di ieri che ha visto prevalere Mikkel Bjerg (UAE Team Emirates), nuova maglia gialla del Delfinato, oggi è in programma la quarta tappa da Cormoranche-sur-Saône a Salins-les-Bains. Vedremo se il ciclista danese riuscirà a confermarsi in testa alla classifica, anche se i tre gpm posizionati nella seconda metà del tracciato, lungo complessivamente 191 km, possono dargli qualche grattacapo. In particolare il gpm della Côte de Thesy, 3.7 km all’8.2% di pendenza media, sarà un bel banco di prova anche per quei ciclisti che ieri hanno deluso e che vogliono rifarsi oggi. La fuga di giornata si formava dopo circa cinque km dalla partenza grazie all’azione di sei ciclisti: Thomas De Gendt (Team Lotto Dstny), Edvald Boasson Hagen (Team TotalEnergies), Jonas Gregaard (Uno X Pro Cycling Team), Georg Zimmermann (Team Intermarchè Circus Wanty), Nils Politt (Team BORA Hansgrohe) e Leon Heinschke (Team DSM). Dopo una sessantina di km il vantaggio della fuga era di poco inferiore ai 4 minuti sul gruppo maglia gialla, tirato dagli uomini dell’UAE Team Emirates. Gregaard scollinava in prima posizione sul primo gpm della Côte de Château-Chalon posta al km 97.7. A dar man forte ai compagni di squadra di Bjerg, in testa al gruppo erano arrivati anche gli uomini della Soudal Quick Step, oggi tutti a disposizione di Julian Alaphilippe. Politt si aggiudicava il traguardo volante di Salins-les-Bains posto al km 142.4. Sul successivo gpm della Côte d’Ivory, posta al km 154.4, era ancora Gregaard a scollinare per primo. Il gruppo, che da un po’ di tempo aveva imposto un ritmo più elevato, aveva un ritardo di un minuto circa quando mancavano 34 km alla conclusione. Sulla Côte de Thésy, ultima difficoltà altimetrica della tappa, nonché quella più difficile con i primi due km che superavano il 10% di pendenza media, la fuga si spezzettava venendo ripresa poco prima dello scollinamento grazie al forcing decisivo del Team Jumbo Visma, che lanciava il suo capitano Vingegaard, primo a scollinare. Il danese, che già prima dello scollinamento aveva ‘maturato’ qualche metro di vantaggio sugli avversari, allungava in discesa e confidando sulle sue ottime capacità di passista aumentava addirittura il vantaggio sugli immediati inseguitori. Vingegaard si imponeva in solitaria sul traguardo di Salins-les-Bains con 31 secondi di vantaggio su Alaphilippe, che regolava il gruppo alle spalle del danese davanti a Tobias Halland Johannessen (Uno X Pro Cycling Team). Quarto era Clément Champoussin (Team Arkéa Samsic) mentre chiudeva la top five Max Poole (Team DSM). Vingegaard non solo vince la tappa ma si prende anche la maglia gialla, che può dirsi già ipotecata, visto che Alaphilippe è secondo a 1 minuto e 23 secondi di ritardo, mentre Ben O’Connor (Team AG2R Citroen) è terzo a 1 minuto e 24 secondi di ritardo. Domani è in programma la sesta tappa da Nantua a Crest-Voland lunga poco più di 170 km, che presenta un totale di quattro gpm. Il finale di tappa è molto impegnativo con tre gpm concentrati nel giro di 20 km. Quasi sicuramente saranno gli uomini di classifica a battagliare nuovamente per la vittoria di tappa, con la classifica generale che subirà nuovi assestamenti.
Antonio Scarfone
BJERG METTE LE ALI A BELMONT-DE-LA-LOIRE. TAPPA E MAGLIA PER IL DANESE
Mikkel Bjerg (UAE Team Emirates) sorprende tutti nell’attesa cronometro individuale della quarta tappa e vince davanti al favorito Jonas Vingegaard (Team Jumbo Visma). Adesso arrivano le montagne che decideranno le sorti della breve corsa francese
Dopo le prime tre tappe abbastanza scialbe, tutte terminate con una volata di gruppo più o meno compatto, il Criterium del Delfinato entra nel vivo con la cronometro individuale da Cours a Belmont-de-la-Loire. Lunga 31 km, questa prova contro il tempo ha un percorso abbastanza impegnativo che si può suddividere in tre parti: una salita iniziale di circa 3 km, 16 km centrali prevalentemente in leggera discesa e 12 km conclusivi in leggera salita. I ciclisti dovranno dosare bene le proprie energie in uno sforzo che si avvicinerà ai 40 minuti. Oggi inizierà la battaglia vera e propria tra i big di classifica per emergere dalla massa e puntare alla maglia gialla. Tutti gli occhi erano puntati su Jonas Vingegaard (Team Jumbo Visma) ma a prendersi le luci della ribalta è stato un altro danese, Mikkel Bjerg (UAE Team Emirates). Partito in sordina e soltanto ottavo al primo intertempo, 20 secondi dietro un ottimo Vingegaard, Bjerg aumentava decisamente il ritmo nella parte centrale della cronometro, facendo segnare al secondo intertempo lo stesso tempo di Remi Cavagna (Team Soudal Quick Step). Il danese manteneva un ritmo impressionante anche nella terza ed ultima parte e chiudeva con il tempo di 37 minuti e 28 secondi, mentre Vingegaard che nel frattempo aveva perso qualcosa si piazzava in seconda posizione a 12 secondi di ritardo. Terzo era Cavagna con il tempo di 37 minuti e 55 secondi, a 27 secondi di ritardo da Bjerg. Chiudevano la top five Fred Wright (Team Bahrain Victorious) in quarta posizione e Ben O’Connor in quinta posizione, rispettivamente a 34 e 41 secondi di ritardo da Bjerg, che ottiene la prima vittoria stagionale e con questo exploit si candida ad essere uomo di classifica al prossimo Tour de France in caso venisse meno il capitano designato Tadej Pogacar, nell’attesa di capire quale sarà il ruolo dell’altra punta Adam Yates. Sarà interessante vedere come Bjerg si comporterà nelle prossime tappe in salita, visto che adesso è proprio lui la nuova maglia gialla con 12 secondi di vantaggio su Vingegaard e 34 secondi di vantaggio su Wright. Domani è in programma la quinta tappa da Cormoranche-sur-Saône a Salins-les-Bains di 191 km. La prima metà del percorso è completamente pianeggiante e sarà la seconda parte quella più spettacolare con tre gmp concentrati nel giro di 80 km. Si inizia con Côte de Château-Chalon (4.4 km al 4.1%), si prosegue con la Côte d’Ivory (2.2 al 5.7%) e si finisce con la Côte de Thèsy (3.7 km all’8.2 %). Proprio su quest’ultima, avendo le pendenze più arcigne con picchi che sfiorano l’11%, potrebbe essere il teatro del primo vero scontro tra i big di classifica. Dallo scollinamento dell’ultimo gpm mancheranno 14 km all’arrivo, per la maggior parte in discesa, quindi la vera selezione si farà necessariamente prima.
Antonio Scarfone
LAPORTE CONCEDE IL BIS A LE COTEAU E RAFFORZA IL PRIMATO IN CLASSIFICA GENERALE
Il ciclista francese della Jumbo Visma si impone in una volata combattutissima davanti a Sam Bennett (Team BORA Hansgrohe) e Dylan Groenewegen (Team Jayco AlUla), successivamente entrambi declassati per sprint non corretto, e mantiene con autorevolezza la maglia gialla, aumentando il vantaggio sugli avversari diretti. Domani l’attesa cronometro da da Cours a Belmont-de-la-Loire che dirà molto in ottica classifica generale
La terza tappa del Criterium del Delfinato parte da Monistrol-sur-Loire e termina a Le Coteau e, altimetria alla mano, sembra l’unica in grado di garantire l’arrivo in volata di un gruppo compatto. Le volate delle due prime tappe hanno visto la vittoria di Christophe Laporte (Team Jumbo Visma) e Julian Alaphilippe (Team Soudal Quick Step), ciclisti con un ottimo spunto veloce ma non propriamente velocisti puri. Vedremo se oggi Sam Bennett (Team BORA Hansgrohe) e Dylan Groenewegen (Team Jayco AlUla), due tra i più forti velocisti presenti al Delfinato, riusciranno a sprintare per la vittoria, visto che il finale non sembra eccessivamente duro. La fuga di giornata partiva dopo pochi km dal via grazie all’azione di Mathieu Burgaudeau (Team TotalEnergies) e Lorenzo Milesi (Team DSM). Al km 10 la coppia di testa aveva già 3 minuti e mezzo di vantaggio sul gruppo maglia gialla. Dopo circa 30 km Milesi si fermava ed attendeva il gruppo inseguitore, lasciando in avanscoperta il solo Burgaudeau. Il francese scollinava sulla Côte de Bellevue-la-Montagne, posta al km 40.9, con oltre 3 minuti di vantaggio sul gruppo maglia gialla. Il gruppo maglia gialla accelerava e riprendeva Burgaudeau intorno al km 80. Poco più avanti il gruppo incontrava sulla sua strada la protesta di un gruppo di lavoratori ed era costretto a fermarsi salvo poi ripartire attraversando una leggera deviazione. Laporte si aggiudicava il traguardo volante di Sainte-Foy-Saint-Sulpice posto al km 139.5. A 50 km dall’arrivo una caduta nel gruppo coinvolgeva una decina di ciclisti tra cui Alaphilippe, Mauri Vansevenant (Team Soudal Quick Step), Mikel Landa (Team Bahrain Victorious), Matteo Jorgenson (Team Movistar), Lenny Martinez (Team Groupama FDJ) e Daniel Martinez (Team INEOS Grenadiers). Tutti i ciclisti coinvolti rientravano successivamente, insieme alla seconda parte del gruppo che si era spezzato a causa della caduta stessa. Qualche problema lo accusava però Alaphilippe, che doveva fermarsi una prima volta a bordo strada a causa di una foratura. Dylan van Barle era il primo a scollinare sul secondo ed ultimo gpm della Côte de Pinay posto al km 175.6. Ormai si attendeva soltanto la volata finale con le squadre dei velocisti – in particolar modo Team BORA Hansgrohe e Team Jayco AlUla – pronte a lanciare i propri capitani. Alaphilippe intanto a 7 km dalla conclusione si fermava nuovamente a causa di un’altra foratura ma rientrava nel giro di un paio di km ben scortato dalla propria ammiraglia. Nella volata conclusiva Sam Bennett veniva lanciato alla perfezione dai propri compagni di squadra ma proprio sulla linea del traguardo lo scatto di reni consentiva a Christophe Laporte di mettere la sua ruota davanti a quella dell’irlandese, che aveva anche provato a fare il furbo cambiando traiettoria. In terza posizione si piazzava Groenewegen, anche lui piuttosto ‘zigzagante’ in volata, mentre chiudevano la top five Matteo Trentin (UAE Team Emirates) in quarta posizione e Milan Menten (Team Lotto Dstny) in quinta posizione. Proprio Bennett e Groenewegen venivano successivamente declassati dai giudici dopo aver visionato le immagini della volata. Laporte resta in maglia gialla e allunga sugli immediati inseguitori, visto che grazie agli abbuoni complessivamente raccolti può vantare adesso un vantaggio di 11 secondi su Alaphilippe e di 17 secondi su Richard Carapaz (Team EF Education EasyPost). Domani è in programma la quarta tappa, l’attesa prova a cronometro di 31 km da Cours a Belmont-de-la-Loire. Si parte subito con tre km in salita verso il Col de la Croix, dopodichè una strada complessivamente in leggera discesa porterà agli intertempi di Mars e di Saint Denis de Cabanne. Gli ultimi 10 km salgono leggermente ma in modo progressivo, quindi i ciclisti dovranno dosare bene gli sforzi anche perché i migliori resteranno in sella quasi 40 minuti e la classifica generale inizierà ad assumere una fisionomia precisa in vista delle salite della seconda parte della corsa francese.
Antonio Scarfone
ALAPHILIPPE VINCE A LA CHAISE-DIEU. LAPORTE RESTA IN GIALLO
Nella volata in salita de La Chaise-Dieu Julian Alaphilippe (Team Soudal Quick Step) torna a vincere dopo quasi quattro mesi ed avverte gli avversari che al prossimo Tour de France potrà recitare un ruolo da protagonista dopo i problemi fisici con cui ha dovuto confrontarsi negli ultimi tempi. Christophe Laporte (Team Jumbo Visma) conserva la maglia gialla
La seconda tappa del Giro del Delfinato parte da Brassac-les-Mines e arriva a La Chaise-Dieu dopo poco più di 167 km. Dopo un centinaio di km, caratterizzati dai due semplici gpm del Col de Toutée e del Col des Fourches, si entra nel circuito finale da ripetere due volte e nel quale la difficoltà maggiore sarà la doppia scalata della Côte des Guêtes, breve ma abbastanza ripida. Christophe Laporte parte da Brassac-les-Mines in maglia gialla e dovrebbe riuscire a conservarla anche oggi a meno di imprevisti, in attesa di tappe ben più impegnative dove usciranno fuori i big di classifica. Erano tre i non partenti Antwan Tolhoek (Team Trek Segafredo), Ethan Hayter (Team INEOS Grenadiers) ed Hugo Page (Team Intermarchè Circus Wanty). I primi km dopo la partenza erano molto concitati, sia per i numerosi tentativi di fuga sia per una caduta che coinvolgeva tra gli altri Carlos Rodriguez (Team INEOS Grenadiers), Steven Kruijswijk (Team Jumbo Visma) e Louis Meintjes (Team Intermarchè Circus Wanty). L’olandese della Jumbo Visma era costretto al ritiro ed insieme a lui condividevano lo stesso destino Steff Cras (Team TotalEnergies) e Romain Combaud (Team DSM). Dopo una ventina di km si formava la fuga di giornata di cui facevano parte sei ciclisti: Nans Peters (Team AG2R Citroen), Andrea Piccolo (Team EF Education EasyPost), Kenny Elissonde (Team Trek Segafredo), Jonas Gregaard (Uno X Pro Cycling Team), Victor Campenaerts (Team Lotto Dstny), Pierre Latour (Team Total Energies) e Donovan Grondin (Team Arkéa Samsic). Grondin scollinava in prima posizione sul Col de Toutée posto al km 46.7. Il francese si ripeteva sul successivo gpm del Col des Fourches posto al km 53.8. Le squadre più attive all’inseguimento della fuga erano il Team Jumbo Visma ed il Team Lotto Soudal. Grondis si rialzava e veniva ripreso dal gruppo a 70 km dall’arrivo. Nans Peters si aggiudicava il primo traguardo volante de La Chaise-Dieu posto al km 97.1. Latour scollinava in prima posizione al primo passaggio sulla Côte des Guêtes, quando ormai il vantaggio dei fuggitivi sul gruppo maglia gialla si aggirava sui 40 secondi. Anche Pierre Latour si staccava dal gruppetto di testa quando mancavano 40 km alla conclusione. Il gruppo infine rientrava sulla testa della corsa quando mancavano 11 km al termine. Gli ultimi ad arrendersi al ritorno del gruppo erano Elissonde e Campenaerts. Era Tomas Bayer (Team Alpecin Deceuninck) il primo a scollinare sul secondo passaggio del gpm della Côte des Guêtes posto al km 157.6. Sotto la spinta della Jumbo Visma, in particolar modo con Attila Valter e Tiesj Benoot, il gruppo principale giungeva ad 1 km dalla conclusione forte di una sessantina di unità. La volata, in leggera salita, era vinta da Julian Alaphilippe (Team Lotto Soudal) che aveva la meglio su Richard Carapaz (Team EF Education EasyPost) e Natnael Tesfatsion (Team Trek Segafredo). Chiudevano la top five Christophe Laporte in quarta posizione e Maxim van Gils (Team Lotto Dstny) in quinta posizione. Alaphilippe coglie la seconda vittoria stagionale, la prima di tappa, dopo quella dello scorso febbraio nella Faun Ardeche Classic. In classifica generale Laporte resta in maglia gialla davanti con lo stesso tempo di Alaphilippe mentre Carapaz è terzo a 4 secondi di ritardo. Domani è in programma la terza tappa da Monistrol-sur-Loire a Le Coteau di oltre 194 km. La Côte de Bellevue-la-montagne, dopo 41 km, potrebbe fare da trampolino di lancio per la fuga di giornata, anche se il finale è favorevole al recupero delle squadre dei velocisti. Unica insidia altimetrica è il secondo gpm della Côte de Pinay, la cui vetta si trova a 19 km dalla conclusione. Se la fuga verrà nuovamente ripresa, a contendersi la vittoria di tappa sarà ancora una volta un gruppo di una sessantina di ciclisti.
Antonio Scarfone
BRUSSELS CYCLING CLASSIC, LA SPUNTA DEMARE
Arnaud Demare vince al photofinish la classica belga su Andresen e Meeus
Clima piacevole quest’oggi in Belgio in occasione della classica di un giorno intorno alla capitale. La fuga da lontano è composta da un manipolo di quattro unità fra cui Ludovic Robeet (Bingoal-WB), Jens Reynders (Israel-PremierTech), Paul Lapeira (Ag2r Citroen) e Jonas Abrahmansen (Uno-X). Vantaggio massimo intorno ai 4 minuti sfiorato all’altezza del Geraardsbergen: il gruppo dimostra fin da subito che oggi non c’è spazio per capitani di ventura alla ricerca di gloria personale tanto è vero che sul cote di Bosberg il plotone si spezza a causa del ritmo sostenuto, e a farne le spese attardato nel secondo troncone è un pezzo grosso di oggi come Tim Merlier (Soudal-QuickStep).
Il vantaggio dei battistrada è ridotto ormai nell’ordine dei secondi grazie anche all’occasione ghiotta per le squadre dei migliori di tagliare fuori dalla contesa una discreta parte del gruppo e di pesci grossi, come il capitano della Soudal-QuickStep prima menzionato e ancora attardato.
È in occasione del nuovo passaggio sul Bosberg che il gruppo principale chiude definitivamente il gap con i 4 al comando, grazie principalmente allo sforzo di Intermarché-Circus-Wanty e Groupama-FDJ. Nulla da fare invece per Merlier: nonostante il secondo plotoncino si sia presentato ai piedi della cote con appena 10″ sul primo gruppo alle spalle della testa della corsa, le pendenze arcigne hanno definitivamente respinto al mittente i tentativi di rincorsa: entrati nei 30 chilometri finali il divario è allargato a nuovamente 35 secondi.
Giunti in vista del traguardo a provarci è una delle migliori sorprese di questo inizio di 2023, Derek Gee (Israel-Premier Tech), che costringe i Groupama a stare all’erta e piazzarsi in testa al gruppo per chiudere. Tentativo che riesce, ma a costo di spezzare il treno per Arnaud Demare: parte così la volata del Team DSM per Tobias Andresen che si lancia verso la bandiera a scacchi in prima posizione.
Il danese non ha fatto i conti però con la grande rimonta del capitano della Groupama, il quale con il colpo di reni finale riesce a tagliare il traguardo davanti a tutti e festeggiare la recentissima nascita del figlio. Completa il podio Jordi Meeus della Bora – Hansgrohe.
Lorenzo Alessandri
BONBON SUR LAC PER LAPORTE, IL TRANSALPINO VINCE LA PRIMA TAPPA DEL DELFINATO
Christophe Laporte (Jumbo – Visma) conquista la prima tappa del Giro del Delfinato grazie ad una progressione che negli ultimissimi metri gli consente di andare a riprendere Rune Herregodts terzo al traguardo, in fuga dalla prima ora, il transalpino respinge il tentativo di sorpasso di Matteo Trenitin (UAE Team Emirates) che deve accontentarsi della seconda posizione. Tra gli uomini di classifica perdono preziosi secondi Enric Mas (Movistar) e Mikel Landa (Bahrain-Victorious).
Piove sulla prima tappa del Giro del Delfinato 2023 in un profilo altimetrico mosso intorno a Chambon sur Lac con i suoi 158 Km, nonostante ciò è subito fuga con un drappello di cinque uomini che va a compattarsi formato da: Rune Herregodts (Intermarché-Circu-Wanty), Fabio Van Den Bossche (Alpecin-Deceuninck), Donovan Grodin (Arkéa-Samsic), Brent van Moer (Lotto-Dstny) e Dorian Gondon (Ag2r Citroen). Il vantaggio del quintetto supera subito il minuto quando dietro due squadre in particolar modo si mettono a tirare sono la Bora-Hansgrohe e la Jumbo-Visma. Il primi due GPM di giornata sono vinti da Grondin, con il gruppo che al chilometro 40 di corsa ha un ritardo di ben 2’. Il successivo traguardo volante invece è conquistato da Godon, la fuga riesce a mettere in cascina altri 30” ma la situazione di corsa si stabilizza quando in testa al gruppo inseguitore si mette anche il Team Jayco – AlUla. La corsa inizia ad accendersi nel circuito finale caratterizzato dalla salita verso La Côte du Rocher de L’Aigle dove già al primo passaggio il gruppo inizia a sfoltirsi, a farne le spese sono i velocisti puri tra cui Sam Bennett (Bora-Hansgrohe) e Dylan Groenewegen (Team Jayco – AlUla). Davanti la fuga inizia a perdere uomini durante il secondo passaggio i primi a staccarsi sono Grondin e Van Den Bossche, dietro la Jumbo – Visma fa la voce grossa, i “calabroni” prendono in mano le operazioni per ricucire ed alzano ulteriormente il ritmo, resta circa 1’ ai tre rimasti al comando. Prima dello scollinamento cede anche Van Moer , in testa i più forti sono Herregodts e Godon che però alza bandiera bianca proprio in vista del GPM. In discesa Herregodts mantiene una buona andatura, restano da percorrere 12 Km, alla fine della discesa il fiammingo conserva 15” con poco meno di 3 Km da percorrere. Al triangolo rosso dell’ultimo chilometro sono ancora 10 i secondi di vantaggio, sembra quasi fatta ma ciò che resta del gruppo dei migliori è tirato addirittura da Jonas Vingegaard (Jumbo – Visma) che si mette quindi a lavorare per Christophe Laporte, con l’aiuto di un compagno di squadra del genere è quasi impossibile non raggiungere l’obiettivo ed infatti Laporte supera negli ultimissimi metri dalla linea di arrivo Herregodts lanciandisi in una volta fantastica senza dare la possibilità a Matteo Trentin (UAE Team Emirates) di uscire dalla sua ruota, per Herregodts amara terza posizione. Tra gli uomini di classifica risultano attardati sia Enric Mas (Movistar) di 15” sia Mikel Landa (Bahrain Victorious) di 22”. La classifica generale invece vede Christophe Laporte indosare la prima maglia gialla seguito da Matteo Trentin a 4” e Rune Herregodts a 6”. Domani seconda tappa da Brassac-les-Mines a La Chaise-Dieu con un finale in costante ascesa.
Antonio Scarfone
L’APPENNINO E’ DI MARC HIRSCHI
Marc Hirschi UAE Team Emirates fa suo il Giro dell’Appennino 2023, lo svizzero ha la meglio in uno sprint a due su Cristian Rodriguez (Arkéa-Samsic), terzo Henok Mulubrhan (Green Project – Bardiani CSF – Faizanè) che va a regolare il gruppetto degli immediati inseguitori.
Subito dopo il via va subito in porto la fuga di giornata composta da: Ansaloni (Technipes), Pablo Castrillo (Kern Pharma), Javier Serrano (Eolo-Kometa) e tre uomini della Nice Métropol Cote d’Azur, Damien Girard, Andréa Mifsud e Maxime Urruty. Il sestetto al comando riesce ad avere subito un vantaggio di 3’. Dietro in testa al gruppo si mettono a tirare le due squadre più forti al via ovvero la UAE Team Emirates e la Intermarché-Circus-Wanty. , Dopo il Passo della Castagnola e il Passo dei Giovi affrontati ad andatura regolare la salita della Crocetta d’Orero fa sì che l’accordo in testa si rompe, a lanciare il guanto di sfida è Castrillo, che stacca tutti gli altri compagni di fuga e scollina con un vantaggio di 35” su Ansaloni, Mifsud e Serrano. Anche il gruppo decide di accelerare ai piedi della penultima salita di giornata, quella di Pietralavizzara, portandosì così a 1’25” dal battistrada, inglobando via via tutti gli altri fuggitivi della prima ora. In salita sono sempre gli uomini di UAE e Intermarché a lavorare, facendo scendere ulteriormente il vantaggio di Castrillo e selezionando di molto il gruppo che ha assorbito, intanto, i cinque uomini che erano in fuga. Castrillo passa al GPM con 18” secondi di vantaggio, ma viene raggiunto definitivamente in discesa. Sono 20 i corridori che compongono ciò che resta del gruppo principale e restano da percorrere 40 Km, c’è da affrontare l’ultima salita di giornata quella della Madonna della Guardia. Qui è subito Cristián Rodríguez (Team Arkéa – Samsic) a scattare e portarsi dietro un drappello di uomini con dentro nomi interessanti come Louis Meintjes (Intermarché – Circus – Wanty) e Francesco Busatto (Intermarché – Circus – Wanty), Georg Zimmermann (Intermarché – Circus – Wanty), Lilian Calmejane (Intermarché – Circus – Wanty), Lorenzo Rota (Intermarché – Circus – Wanty), Marc Hirschi (UAE Team Emirates). Lo spagnolo resta solo al comando della corsa, da dietro prova a raggiungerlo inizialmente Lorenzo Rota con Gesbert e Hirschi ma l’azione degli inseguitori non dà i frutti sperati tanto che il corridore iberico riesce ad aumentare il vantaggio che sfiora i 30”. Dietro Rodriguez i primi a scollinare sono Hirschi e Gesbert che hanno da recuperare 35” al GPM. In discesa Hirschi stacca Gesbert lo svizzero è bravissimo a pennellare ogni curva tanta da guadagnare anche sulla testa della corsa che riprende a 5 km dall’arrivo. La coppia al comando ha 1’:15” di vantaggio e pregustano entrambi la vittoria finale perchè da dietro nessuno può rientrare. Nel rettilineo dopo le classiche fasi di studio Rodriguez parte lunghissimo ma Hirschi lo marca stretto per passarlo a doppia velocità, bella vittoria dello svizzero costruita soprattutto in discesa. ll gruppetto degli inseguitori viene regolato da Henok Mulubrhan (Green Project – Bardiani CSF – Faizanè) su Francesco Busatto (Intermarché-Circus-Wanty), al primo importante risultato tra i professionisti.
Antonio Scarfone