LONGO BORGHINI E TREK SEGAFREDO, ALL IN IN TRENTINO
A Comano una favolosa Elisa Longo Borghini vince in una volata ristretta davanti a Silvia Persico e Marta Cavalli due giorni dopo aver vinto la prova a cronometro ed è campionessa italiana in linea per la quarta volta in carriera. Gaia Realini campionessa italiana Under 23
Il Campionato Italiano su strada donne elite si dipana su un percorso di 148 km totali che presenta una prima parte mossa, con le salite del Passo del Ballino e di Brusino, per poi affrontare il circuito finale da ripetere quattro volte e che coincide con quello affrontato ieri dagli uomini. Come per la prova maschile, non sarà alla partenza la campionessa italiana in carica Elisa Balsamo, ai box dopo un incidente patito in Gran Bretagna. Il primo tentativo di allungo, nella discesa dal Passo del Ballino, era portato da Barbara Guarischi (Team SD Works), ma il gruppo rientrava prontamente sulla ciclista lombarda. Al km 33 partiva la fuga di giornata grazie all’azione di Elena Cecchini (Fiamme Azzurre), Gaia Masetti (Team Ag Insurance Soudal Quick Step) ed Elena Pirrone (Fiamme Oro). Dopo 50 km il vantaggio del terzetto di testa sul gruppo inseguitore sfiorava i 2 minuti e che veniva tirato a turno dal Team Trek Segafredo, dal Team Top Girls Fassa Bortolo e dal Team UAE Adq. All’inizio del circuito finale da ripetere quattro volte, le tre battistrada avevano 2 minuti e 20 secondi di vantaggio su Barbara Guarischi (Ceratizit WNT Pro Cycling Team), che nel frattempo era evasa dal gruppo, mentre quest’ultimo inseguiva a 3 minuti e 15 secondi. Il tentativo della Guarischi si concludeva pochi km più tardi, mentre il gruppo inseguitore pur essendo sempre meno numeroso, continuava a spingere per ricucire sulla testa della corsa. A 40 km dalla conclusione il terzetto di testa aveva ancora 1 minuto e 35 secondi di vantaggio sul gruppo. Con una poderosa accelerazione, in particolare del Team Trek Segafredo, il gruppo annullava la fuga a 31 km dalla conclusione. A 27 km dal termine in testa alla corsa si formava un drappello di sei cicliste: Elisa Longo Borghini e Gaia Realini (Team Trek Segafredo), Marta Cavalli ed Elena Pirrone (Fiamme Oro), Barbara Malcotti (Team Human Powered Health) e Silvia Persico (Team UAE Adq). Pirrone, dopo aver lavorato per la Cavalli, si rialzava a circa 20 km dal traguardo. A questo punto le due atlete della Trek Segafredo, in superiorità numerica, potevano utilizzare la tattica per ‘sbarazzarsi’ delle altre tre. Dopo alcuni scatti a turno di Longo Borghini e Realini, la Malcotti si staccava definitivamente. A 13 km Realini accelerava e metteva tra sé e le altre tre cicliste una decina di secondi di margine. Al termine del tratto in salita, la Realini veniva ripresa e si fiondavano in discesa Longo Borghini e Persico. Sotto il forcing della Cavalli, quest’ultima e Realini ritornavano sulla coppia di testa a 4 km dalla conclusione. Nella volata ristretta, la Longo Borghini, avvantaggiata dall’uscita in curva in prima posizione, manteneva la testa e batteva di poco Persico, mentre Cavalli concludeva in terza posizione e Realini in quarta. Elisa Longo Borghini ottiene così un prestigioso bis tricolore vincendo la prova su strada due giorni dopo aver vinto quella a cronometro, così come era già accaduto nel 2020 e nel 2021. La ciclista piemontese inoltre si conferma una delle atlete italiane più forti di sempre, visto che quello del 2023 è il suo undicesimo titolo tricolore, per un totale di quattro in linea e sette a cronometro. Da sottolineare infine anche il titolo Under 23 per Gaia Realini.
Antonio Scarfone
VITTORIA IN UNO SPRINT RISTRETTO: VELASCO INDOSSA IL TRICOLORE
Simone Velasco è il nuovo campione italiano. Il portacolori emiliano dell’Astana si è aggiudicato la prova maschile elite, battendo in uno sprint ristretto gli altri cinque uomini che, dopo una girandola di capovoglimenti di fronte, si erano presentati prima di tutti sotto lo striscione dell’arrivo
Un bel circuito impegnativo e aperto a molte soluzioni.
Queste le cose che si erano dette alla vigilia del campionato italiano, guardando il tracciato della prova valevole per la maglia tricolore.
La prova dei fatti non ha tradito le attese perché la corsa è stata un continuo di colpi di scena con il formarsi e il dissolversi di drappelli che si inseguivano tra loro.
Alla fine dal rimescolamento generale è venuto fuori un gruppo di sette uomini, poi ridotti a sei a meno 3 a causa di una foratura.
E’ comunque venuta fuori una prova molto incerta ed emozionante.
La salita di Cavrasto non era durissima e ha permesso a corridori come Kristian Sbaragli (Alpecin-Deceuninck), non proprio un provetto scalatore, di giocarsi le proprie carte. In ogni caso, si trattava comunque di una asperità di 5 km da percorrere nove volte.
Il vincitore Simone Velasco (Alpecin-Deceuninck) del resto si era già dimostrato competitivo su questo tipo di percorsi andando a vincere nel 2019 il Trofeo Laigueglia, corsa che, per caratteristiche tecniche e difficoltà, può essere paragonata alla prova odierna.
Sono mancati alcuni protagonisti come il campione uscente Filippo Zana (Team Jayco AlUla.), fermato da un infortunio, e Giulio Ciccone (Trek – Segafredo) che non si è mai visto all’attacco benché il tracciato fosse abbastanza adatto alla sue caratteristiche.
In ogni caso, Velasco ha dovuto comunque affrontare avversati di grande blasone, come Matteo Trentin (UAE Team Emirates) che è uno che di corse come quella odierna se ne intende e che è stato supportato nel finale da un altro corridore importante come Davide Formolo (UAE Team Emirates), potendo anche beneficiare di una superiorità numerica che però non è stata sufficiente a portarlo sul podio a causa di un errore nel posizionamento al momento dello sprint.
Velasco ha quindi conquistato una vittoria di prestigio anche perché, nell’obiettiva confusione creata dai continui attacchi, era davvero difficile imbroccare l’azione giusta e avere poi ancora la lucidità per disputare uno sprint brillante, quale è stato quello di Velasco che ha vinto nettamente.
La corsa è partita ad alte andature e ci sono voluti trenta chilometri perché potesse formarsi una azione di attacco composta da Mirco Maestri (Green Project-Bardiani Csf-Faizané), Andrea Pietrobon (Eolo-Kometa), Manuele Tarozzi (Green Project-Bardiani Csf-Faizané), Matteo Amella (Corratec-Selle Italia), Samuele Zambelli (Team Corratec – Selle Italia) ed Emanuele Ansaloni (Technipes-In Emilia Romagna). Una quindicina di chilometri dopo si uniscono ai battistrada anche Luca Colnaghi (Green Project-Bardiani Csf-Faizané), Filippo Magli (Green Project-Bardiani Csf-Faizané) e Andrea Colnaghi (Onec Team Parma).
Il gruppo non ha mai concesso più di quattro minuti ai fuggitivi e ha poi iniziato a recuperare terreno una volta entrati nel circuito finale.
I vari passaggi sulla salita hanno fatto selezione in testa, mentre dal gruppo sono evasi Lorenzo Rota (Intermarché-Circus-Wanty), Samuele Zoccarato (Green Project-Bardiani Csf-Faizané) e Mattia Bais (Eolo-Kometa), che si sono riportati sulla testa, mentre in gruppo è soprattutto la Trek con Mosca a condurre l’inseguimento. In testa, continua la selezione e solo Tarozzi e Magli riescono a stare con i tre contrattaccanti. Proprio Tarozzi aiuta Samuele Battistella (Astana Qazaqstan Team) a riportarsi sulla testa della corsa e poco dopo si stacca insieme a Bais. Davanti restano quindi Battistella, Magli, Zoccarato e Rota, mentre dal gruppo si lanciano al contrattacco Trentin, Filippo Baroncini (Trek-Segafredo) e Matteo Sobrero (Jayco-AlUla)
Al penultimo passaggio sulla salita il gruppo inseguitore a è ridotto a circa quindici unità, mentre davanti perde contatto Zoccarato, che viene ripreso dai contrattaccanti. In gruppo ci sono continui attacchi e alla fine vengono fuori Andrea Garosio (Eolo-Kometa), Filippo Fiorelli (Green Project-Bardiani Csf-Faizané) e Filippo Conca (Q36.5), che vengono raggiunti da Formolo, Sbaragli, Daniel Oss (TotalEnergies), Marco Frigo (Israel Premier Tech) e Andrea Piccolo (EF Education EasyPost). L’unico a proseguire nell’azione è Sbaragli, che si lancia all’inseguimento del primo gruppo inseguitore, dal quale si staccano Zoccarato e Sobrero.
Sia in testa, sia tra i contrattaccanti continuano gli attacchi, davanti attacca Rota con Battistella che si stacca e Magli che cerca di resistere, mentre tra i contrattaccanti Sbaragli è molto attivo insieme a Baroncini, con Trentin che punta a gestirsi.
Dal gruppo nasce un’azione perentoria di Formolo alla cui ruota si incolla Velasco che non collabora avendo Battistella davanti. I due riprendono tutti i vari drappelli e arrivano alle spalle di Rota solitario al comando, portandosi dietro tutti quelli che riprendono lungo la strada e che hanno ancora energie.
Rota ha a quel punto 21 secondi, mentre dietro Baroncini, Battistella, Magli, Formolo, Sbaragli e Velasco bisticciano un po’, cosa che favorisce il rientro di Trentin. A quel punto, la UAE si ritrova in superiorità numerica e prende in mano le operazioni con Formolo si mette al servizio di Trentin andando a chiudere su Rota ai -6.
Nel tratto finale si staccano Battistella per crampi e Baroncini per una foratura. Il finale è allo sprint con Velasco che trova lo spunto vincente e Trentin che rimane chiuso da una manovra di Rota e Sbaragli che provoca le ire del corridore di casa, che mostra il dito medio agli avversari.
La giuria dopo il controllo delle immagini stimerà regolare la manovra, andando così a confermare il podio con Velasco in maglia tricolore, Rota in seconda posizione e Sbaragli sul gradino più basso del podio.
Benedetto Ciccarone
ELISA LONGO BORGHINI SIGNORA DEL TEMPO
La ciclista piemontese, grande favorita della vigilia, non delude e vince per la quarta volta consecutiva i Campionati Italiani a Cronometro. Sul podio anche Marta Cavalli e Alessia Vigilia. Sabato e domenica le prove su strada maschili e femminili
Dopo la prova di ieri riservata agli uomini, oggi sullo stesso percorso di Sarche, lungo 25.7 km, si è svolta la prova femminile a cronometro dei Campionati Italiani di Ciclismo. Elisa Longo Borghini (Team Trek Segafredo) ha vinto abbastanza nettamente, rifilando 47 secondi a Marta Cavalli (FDJ Suez), unica atleta a scendere sotto il minuto di ritardo. In terza posizione si è classificata Alessia Vigilia (Team Top Girls Fassa Bortolo) a 1 minuto e 10 secondi di ritardo, mentre hanno chiuso la top five Vittoria Guazzini (Team FDJ Suez) ed Elena Pirrone (Team Israel Premier Tech Roland), rispettivamente quarta e quinta a 1 minuto e 28 secondi di ritardo ed a 1 minuto e 51 secondi di ritardo dalla Longo Borghini. La ciclista piemontese ha mantenuto le aspettative di favorita della prova contro il tempo, vincendo per la quarta volta consecutiva. Concluse le prove a cronometro, nel week end si chiudono i Campionati Italiani con le prove su strada. Toccherà prima agli uomini sabato 24 con il clou degli uomini elite su un percorso di 224 km caratterizzati da un doppio circuito – il primo da ripetere due volte e d il secondo nove volte – che parte e arriva a Comano Terme. Domenica toccherà alle donne elite con partenza e arrivo da Comano Terme per un percorso totale di 148 km. Dopo un primo tratto di 82.5 km in cui spiccano le asperità del Passo del Ballino e di Brusino, si entra nel circuito finale – lo stesso affrontato il giorno prima dagli uomini – che si dovrà ripetere quattro volte. La Longo Borghini non parte favorita come per la prova a cronometro ma potrà sicuramente competere per un prestigioso bis.
Antonio Scarfone
GANNA TRICOLORE, SUO IL CAMPIONATO NAZIONALE A CRONOMETRO
Filippo Ganna (Ineos) ha conquistato la maglia del campione italiano a cronometro nella prova disputata a Sarche sbaragliando tutti gli altri partecipanti sui 25,7 chilometri del percorso, completano il podio Mattia Cattaneo (Saudal-QuickStep) e Matteo Sobrero (Jayco_AlUla).
Sono entrati nel vivo quest’oggi i Campionati Italiani di ciclismo con la prova contro il tempo su un percorso misto a Sarche, in Trentino, in gara venti atleti con gli occhi puntati su Filippo Ganna (Ineos) che ha i favori del pronostico dopo aver conquistato la maglia tricolore per ben tre volte. Ed è proprio l’uomo di riferimento per la speciale prova contro il tempo a fermare le lancette in 32’:49” ad una media di 47,01 Km/h, distanziati sia Mattia Cattaneo (Soudal-QuickStep) e Matteo Sobrero (Jayco-AlUla), rispettivamente secondo a 24 secondi e terzo a 30 secondi a completare il podio odierno; più distanziati Simone Velasco (Astana Qazaqstan Team) che chiude a 1’:01” e Antonio Tiberi con il tempo di 1’:02” (Bahrain Victorious).
Antonio Scarfone
SKJELMOSE DIFESA DA LEONE. TAPPA AD AYUSO, TOUR DE SUISSE AL DANESE. DELUSIONE EVENEPOEL.
Il Tour de Suisse 2023, funestato dalla tragica scomparsa di Gino Mader, s’è concluso con una cronometro finale che ha riservato emozioni e colpi di scena. Il giovane leader Mattias Skjelmose (Trek-Segafredo), partito piuttosto piano, ha poi saputo recuperare nella seconda parte della crono, complice anche una breve salita, ed è riuscito a difendere con i denti il primato messo in serio pericolo da un altro giovanissimo talento, Juan Ayuso (UAE Team Emirtes), splendido vincitore della crono finale. Delusione per Remco Evenepoel (Soudal-Quick Step). Il belga, partito fortissimo al primo rilevamento cronometrico, si è poi dovuto accontentare del secondo posto di tappa dietro all’iberico e del terzo posto nella classifica generale dietro a Skjelmose e allo stesso Ayuso. Skjelmose ha così conquistato la sua prima corsa a tappe WT con 9″ di vantaggio su Ayuso e ben 45″ sul campione del mondo Evenepoel.
Dopo i giorni del dolore e del ricordo del povero Gino Mader, il Tour de Suisse proponeva oggi una prova contro il tempo di 25,7 km da St.Gallen ad Abtwil che, almeno sulla carta, era in grado riscrivere la classifica generale. La crono finale prevedeva un primo tratto leggermente vallonato, ma tutto sommato semplice, a metà del quale era posto il primo rilevamento cronometrico (St.Gallerstrasse, km 10,5). Arrivati al km 17, iniziava uno strappo di 1,6 km al 8,2% destinato a cambiare la carte in tavola e che conduceva al secondo intermedio posto ad Oberwaldstrasse (km 20,2). Dopo un paio di km di falsopiano, iniziavano gli ultimi 4 km, quasi tutti in discesa, che conducevano al traguardo di Abtwil.
La classifica generale alla partenza della prova contro il tempo vedeva 4 corridori in lotta per la vittoria finale ed il podio: il leader Mattias Skjelmose (Trek-Segafredo), Felix Gall (Ag2r Citroen Team) 2° a 8″, Juan Ayuso (UAE Team Emirates) 3° a 18″ e Remco Evenepoel (Soudal-Quick Step) 4° a 46″.
Ad aprire la corsa è stato Pavel Bittner (Team DSM), ultimo in classifica generale ad oltre 1 ora e mezza dal leader Skjelmose. Pochi minuti dopo è partito Samuel Watson (Groupama-FDJ) che ha fatto segnare al traguardo il primo tempo degno di nota (34′02″). Il primato del giovane britannico è però durato una manciata di minuti perchè poco dopo è stato superato da Soren Kragh Andersen (Alpecin-Deceuninck) che ha concluso la sua prova in 33′36″. Anche la leadership del danese non era destinata a durare a lungo visto che sia Connor Swift (Ineos Grenadiers) sia Kasper Asgreen (Soudal-Quick Step) avevano fatto meglio di Andersen ai due rilevamenti cronometrici intermedi. Il britannico è poi riuscito a fare leggeremente meglio di Andersen (33′33″ il suo tempo al traguardo), mentre Asgreen ha completato la sua crono un ottimo 33′01″ candidandosi seriamente per le posizioni più alte della classifica di tappa.
Proprio mentre Asgreen chiudeva la sua ottima prova, aveva appena preso il via il campione europeo delle prove contro il tempo, lo svizzero Stefan Bissegger (EF Education-EasyPost). L’elvetico è transitato al primo intermedio con appena 2″ di ritardo da Asgreen, soprassando poi il danese al km 20,2 (11″ di vantaggio) per poi chiudere in testa con il tempo di 32′48″, 13 secondi meglio di Asgreen. Nel frattempo era sceso in strada anche Wout Van Aert (Jumbo-Visma), uno dei principali favoriti di giornata insieme allo stesso Bissegger e a Remco Evenepoel (Soudal-Quick Step). Van Aert ha dato filo da torcere a Bissegger, transitando a 6″ dallo svizzero al primo rilevamento cronometrico e ad appena 1″ di ritardo al secondo. Il campione belga non è però riuscito a completare la rimonta nel finale e si è dovuto accontentare della seconda piazza provvisoria a solo 5 secondi da Bissegger. Buona anche la prova di Mattia Cattaneo (Soudal-Quick Step), giunto al tragurdo a 16″ da Bissegger.
A questo punto sono entrati in scena anche gli uomini di classifica. Remco Evenepoel (Soudal-Quick Step) è subito partito forte transitando al primo intermedio con mezzo secondo di vantaggio sul compagno di squadra Asgreen. Ancora meglio in prospettiva Juan Ayuso (UAE Team Emirates) che è transitato con appena 5″ di ritardo, forte dei 28″ di vantaggio in classifica generale sul belga. Male invece Felix Gall (Ag2r Citroen Team), secondo in classifica generale ed in ritardo di 55″ da Evenepoel già al primo rilevamento. L’austriaco è così uscito subito dalla lotta per il podio. Non benissimo il leader Mattias Skjelmose (Trek-Segafredo) che all’intermedio pagava già 24″ al belga, più della metà del vantaggio che deteneva alla partenza della tappa.
Evenepoel è andato fortissimo anche nel successivo tratto, transitando al secondo intermedio con ben 16″ di vantaggio su Asgreen. Ayuso però ha saputo fare ancora meglio e ha sorpassato il belga (oltre 5″ di vantaggio all’intermedio) candidandosi alla vittoria sia della classifica generale che della tappa. Lo spagnolo non aveva però fatto i conti con la rimonta della maglia gialla Skjelmose che nel tratto di salita ha recuperato diversi secondi, transitando ad appena 10″ dallo Spagnolo e restando dunque in corsa per la vittoria finale.
Evenepoel ha concluso la sua prova in prima posizione provvisoria, con 15″ di vantaggio su Bissegger. Com’era prevedibile però il belga è stato scalzato poco dopo da Ayuso che ha tagliato il traguardo con 8″ di vantaggio su Remco (32′25″ il tempo dell’iberico). A questo punto tutta l’attenzione si è spostata sulla lotta per la vittoria nella classifica generale tra Ayuso e Skjelmose. Il Danese è andato forte anche nel tratto finale, concludendo la crono in terza posizione ad appena 9″ da Ayuso e difendendo la maglia gialla per 9″.
Finale dolceamaro per Ayuso che deve accontentarsi della seconda posizione nella classifica finale, ma porta comunque a casa la cronometro con 8″ di vantaggio su un Evenepoel non proprio travolgente e 9″ su un sorprendende Mattias Skjelmose. Quarta posizione per Stefan Bissegger a 23″ di ritardo da Ayuso, seguito da Wout Van Aert (5° a 28″). Quindi troviamo Kasper Asgreen a 36″ e Mattia Cattaneo a 39″. La top ten di giornata è completata da Mattia Sobrero (Team Jayco-Alula) a 40″, Finn Fisher-Black (UAE Team Emirates) a 42″ e Neilson Powless (EF Education-EasyPost) a 46″.
La classifica finale premia il giovane Mattias Skjelmose che ha chiuso il Tour de Suisse con 9″ di vantaggio su Ayuso e 45″ su Evenepoel. Quarta posizione per Wilco Kelderman (Bora-Hansgrohe) giunto a 2′09″ da Ayuso, davanti a Romain Bardet (Team DSM), 5° a 2′41″. Buon piazzamento anche per il vecchio Rigoberto Uran (EF Education-EasyPost), 6° a 2′47″, e per il giovane Cian Uijtdebroeks (Bora-Hansgrohe), 7° a 3′04″. Felix Gall è invece crollato in 8a posizione a ben 3′25″ al termine di una crono molto complicata (91° a 3′26″). Completano la top ten finale Dylan Teuns (Israel-PremierTech), 9° a 4′29″, e Harold Tejada (Astana Qazaqstan Team), 10° a 4′57″. Da segnalare l’età dei primi tre della classifica generale, tutti e tre nati negli anni 2000.
Pierpaolo Gnisci
SIMON CARR VINCE L’ULTIMA TAPPA DELLA ROUTE D’OCCITANIE. MICHAEL WOODS BISSA IL SUCCESSO DELLO SCORSO ANNO
Una fuga di dodici ciclisti caratterizza la tappa finale della Route d’Occitanie. Sul secondo gmp attaccano Simon Carr e Lars van den Berg (Team Groupama FDJ) che mantengono viva l’azione e riescono a resistere al ritorno del gruppo maglia arancione. Carr vince davanti a Van den Berg e Michael Woods (Team Israel Premier Tech) vince per il secondo anno consecutivo la breve corsa francese
Con la vittoria di ieri nella terza tappa Michael Woods (Team Israel Premier Tech) ha ipotecato la vittoria della Route d’Occitanie 2023 e nella quarta ed ultima tappa di oggi dovrà soltanto controllare la situazione. Sono 164.7 i km da percorrere da Saint-Gaudens a Saint-Girons ed i due gpm da affrontare – uno di prima ed uno di seconda categoria – non sembrano tali da creare troppi problemi al ciclista canadese, anche perché sono entrambi abbastanza lontani dall’arrivo. Dopo molteplici attacchi e contrattacchi la fuga giusta partiva soltanto dopo una quarantina di km grazie all’azione di 12 ciclisti: Nicolas Debeaumarché e Joris Delbove (Team St-Michel-Mavic-Auber 93), Maxime Jarnet (Team Van Rysel-Roubaix Lille Métropole), Rudy Molard e Lars van den Berg (Team Groupama-FDJ), Bastien Tronchon (Team AG2R Citroën), Filippo Ganna (Team INEOS Grenadiers), Simon Carr e Marijn van den Berg (Team EF Education-EasyPost), Omer Goldstein (Team Israel-Premier Tech), Dries van Gestel (Team TotalEnergies) e Laurent Pichon (Team Arkéa-Samsic). Van ded Berg si aggiudicava tutti e due i traguardi volanti di Mérigon e di Saint_Girons, posti rispettivamente al km 48 ed al km 46. All’inizio della salita verso il primo gpm del Col de la Core, il drappello di testa aveva 3 minuti e 10 secondi di vantaggio sul gruppo maglia arancione. Sulle prime rampe del primo gpm Josè Manuel Diaz (Team Burgos BH), a lungo intercalato tra i fuggitivi ed il gruppo inseguitore, riusciva a raggiungere la testa della corsa. Van den Berg era il primo a scollinare sul Col de la Core, seguito da Simon Carr. A 40 km dalla conclusione, la coppia di testa aveva 55 secondi di vantaggio sul primo gruppo inseguitore mentre il gruppo maglia arancione, in cui era presente il leader della corsa Michael Woods (Team Israel Premier Tech), inseguiva a sua volta a 3 minuti di ritardo. Van den Berg e Carr riuscivano a scollinare in testa alla corsa anche sul successivo gpm del Col de Latrape posto al km 128. Al loro inseguimento si erano portati, riuscendo ad evadere dal gruppo maglia arancione, Victor Lafay (Team Cofidis) e Nicolas Prodhomme (Team AG2R Citroen). A 2° km dalla conclusione il primo gruppo inseguitore veniva ripreso dal gruppo principale. A 10 km dal termine, i due battistrada avevano ancora 40 secondi di vantaggio sul gruppo maglia arancione. Van den Berg e Carr collaboravano reciprocamente e con grande abnegazione e tenacia riuscivano a resistere al ritorno del gruppo lanciato. Era Simon Carr a vincere sul traguardo di Saint-Girons mentre Lars van den Berg era secondo. A 2 secondi di ritardo il gruppo maglia arancione era regolato per il terzo posto da Marijn van den Berg (Team EF Education EasyPost) che precedeva Corbin Strong (Team Israel Premier Tech) e Filippo Ganna (Team INEOS Grenadiers). Carr ottiene la seconda vittoria stagionale dopo essersi già imposto nella quinta tappa del Tour of The Alps da Cavalese a Brunico lo scorso 21 Aprile. Michael Woods vince per il secondo anno consecutivo la Route d’Occitanie con 10 secondi di vantaggio su Cristian Rodriguez (Team Arkea Samsic) e 41 secondi di vantaggio su Georg Steinhauser (Team EF Education EasyPost). Domenico Pozzovivo (Team Israel Premier Tech), primo ciclista italiano, è quinto con 42 secondi di ritardo da Woods. Per quanto riguarda le altre classifiche, Marijn van den Berg vince quella a punti, Carlos Garcia Pierna (Team Kern Pharma) vince quella dei gpm e Georg Steinhauser si aggiudica infine la classifica del miglior giovane. Per quanto riguarda la classifica a squadre, a vincere è il Team Movistar.
Antonio Scarfone
REMCO, VITTORIA IN MEMORIA DI GINO. EVENEPOEL ARRIVA TUTTO SOLO E DEDICA LA VITTORIA A MADER
Chi scrive questo articolo lo fa con il cuore spezzato per la tragica scomparsa di un ragazzo di appena 26 anni. Troppo vicina la disgrazia occorsa a Gino Mader, una tragedia che ci lascia attoniti e smarriti e pone inevitabilmente in primo piano il tema della sicurezza dei corridori. In momenti come questo ci si chiede se valga veramente la pena continuare a correre rischiando quotidianamente la vita. Non è il momento di trovare colpevoli o facili soluzioni che probabilmente non esistono, ma sarà giusto nei prossimi mesi provare a studiare possibili misure che ci consentano un domani di non dover più piangere per la scomparsa di un corridore. Quel che è certo è che sarà difficile dimenticare questo ragazzo talentuoso e taciturno che in questi suoi primi anni di professionismo aveva già saputo lasciare il segno nel mondo del ciclismo e che sicuramente si sarebbe tolto altre imporanti soddisfazioni nei prossimi anni.
La cronaca odierna è stata scritta con il pensiero sempre rivolto allo sfortunatissimo corridore elvetico e con il dubbio che sia davvero giusto parlare oggi di agonismo, di attacchi, distacchi, vincitori e vinti.
Dopo la giornta del grande lutto, oggi il Tour de Suisse è partito in un clima di tristezza generale. L’organizzazione ha deciso di andare avanti di comune accordo con le squadre e la famiglia dello stesso Mader che si è detta favorevole al prosieguo della gara in memoria del figlio, ma ha comunque deciso di modificare la 7a frazione: la sede d’arrivo, quella di partenza e il percorso sono rimasti immutati, ma il tempo per la classifica generale è stato preso ai -25, evitando in questo modo la contesa lungo l’ultima discesa di giornata considerato il contesto emotivo del plotone.
Tanti corridori hanno comunque deciso di non prendere il via della tappa: in primis la squadra di Mader, la Bahrain-Victorius, imitata poi dalla Tudor Pro Cycling e dalla Intermarchè-Circus-Wanty. Si sono fermati anche gli elvetici Mauro Schmid (Soudal-Quick Step), Michael Schar (Ag2r Citroen Team), Marc Hirschi (UAE Team Emirates) e Stefan Kung, ques’ultimo in compagnia dei compagni di squadra Arnaud Demare e Miles Scotson (Groupama-FDJ). E poi ancora Daryl Impey, Krists Neilands e Nick Schultz (Israel-PremietTech), Tom Scully e Julius Van der Berg (EF Education-EasyPost), Sylvain Moniquet e Lennert Van Eetvelt (Lotto-Dstny), Quinn Simmons (Trek-Segafredo), Matis Louvel e Daniel McLay (Team Arkea-Samsic) e infine Rohan Dennis (Jumbo-Visma).
Il corridori rimasti in corsa hanno invece deciso di percorrere i primi 160 km di tappa senza darsi battaglia. Il gruppo ha proceduto compatto fino ai -25, in corrispondenza del punto in cui sono stati presi i tempi considerati ai fini della classifica generale. A quel punto sono iniziate le ostilità proprio mentre iniziava la salita che portava a Ottenberg (2,6 km al 7,95), ultimo gpm di giornata. Il primo a muoversi è stato lo statunitense Neilson Powless (EF Eductaion-EasyPost) che ha provato l’allungo ai -22. Powless è stato però rapidamente ripreso dalla testa del gruppo composta da circa 15 corridori. Ai -18, in un tratto di falsopiano, è partito Remco Evenepoel (Soudal-Quick Step). Al campione del mondo ha provato ad accodarsi l’Etiope Welay Berhe (Team Jayco-AlUla), ma la sua resistenza è durata appena un paio di centinaia di metri. Wout Van Aert (Jumbo-Visma) è invece rimasto sorpreso dall’attacco del connazionale e non ha poi saputo reagire. Evenepoel ha così rapidamente messo un margine di sicurezza tra se e il resto del gruppo, gestendo in scioltezza la discesa e il successivo tratto di pianura. Il fuoriclasse belga si è presentato sul traguardo di Weinfelden in solitaria dedicando chiaramente la vittoria a Gino Mader ed evitando qualsiasi forma di esultanza. Il gruppetto inseguitore, giunto a poco meno di un minuto, è stato regolato da Wout Van Aert che ha battuto allo sprint Bryan Coquard (Cofidis), Lorrenzo Manzin (TotalEnergies) e Alex Aranburu (Movistar Team).
La classifica generale resta quasi immutata in virtù della neutralizzazione dei tempi ai -25. L’unico cambiamente ai primo posti è dovuto al ritiro di Bilbao, che era quinto. Mattias Skjelmose (Trek-Segafredo) mantiene la testa della classifica con 8″ su Felix Gall (Ag2r Citroen Team), 18″ su Juan Ayuso (UAE Team Emirates), 46″ su Evenepoel, 1′16″ su Wilco Kelderman (Bora-Hansgrohe) e 1′29″ su Romain Bardet (Team DSM). Una classifica che lascia ampio spazio ai ribaltamenti in vista della crono finale che si disputerà domani da San Gallo ad Abtwil. I corridori dovranno coprire 25,7 piuttosto vallonati e caratterizzati dallo strappo della Oberwaldstrasse, posto intorno al km 20. Skjelmose dovrà difendersi dall’assalto di Evenepoel, ma occhio anche ad Ayuso che è distante poco meno di 20″.
Pierpaolo Gnisci
MICHAEL WOODS VINCE A NISTOS ED E’ LA NUOVA MAGLIA ARANCIONE
Nella terza tappa della Route d’Occitanie Michael Woods (Team Israel Premier Tech) vince sull’insidioso arrivo in salita di Nistos Cap Nestès ed è la nuova maglia arancione ed ipoteca così la vittoria finale della breve corsa francese
La Route d’Occitanie 2023 giunge al suo momento clou con la terza tappa da Gimont a Nistos Cap Nestès di 189 km. Dopo i primi due gpm che si affronteranno tra il km 100 ed il km 127, il finale di tappa prevede l’ascesa verso l’ultimo gpm di Nistos Cap Nestès sul quale è posto il traguardo. Marijn van den Berg (Tean EF Education EasyPost) veste la maglia arancione ma oggi dovrà cederla, probabilmente al vincitore finale della breve corsa francese. Solamente dopo una quarantina di km e dopo molti tentativi di attacco, riusciva a formarsi la fuga di giornata grazie all’azione di dodici ciclisti: Joris Delbove e Théo Delacroix (Team St-Michel-Mavic-Auber 93), Josu Etxebettia Azpilikueta (Team Caja Rural-Seguros RGA), Célestin Guillon e Thomas Boudat (Team Van Rysel-Roubaix Lille Métropole), Lorenzo Germani (Team Groupama-FDJ), Benoît COSNEFROY (Team AG2R Citroën), Pelayo Sanchez Mayo (Team Burgos-BH), Fabien Doubey e Sandy DUJARDIN (Team TotalEnergies), Laurent Pichon (Team Arkéa-Samsic) e Maxime Urruty (Team Nice Métropole Côte d’Azur). La fuga raggiungeva un vantaggio massimo di 5 minuti e 40 secondi al km 90. Etxebettia Azpilikueta era il primo a transitare sul primo gpm del Col de Larrieu posto al km 100. Il gruppo inseguitore, tirato dagli uomini dell’Israel Premier Tech, faceva registrare un ritardo di 4 minuti e 10 secondi. Il drappello dei fuggitivi esplodeva sul secondo gpm del Col du Mentè e Pelayo Sanchez restava da solo in testa alla corsa. Lo spagnolo scollinava per primo mentre gli altri componenti della fuga erano attardami ma soprattutto il gruppo dei favoriti era sempre più vicino alla testa della corsa. Nella discesa successiva Germani riusciva a rientrare su Pelayo Sanchez. Ad una cinquantina di km dal termine la coppia di testa aveva meno di 2 minuti di vantaggio sul gruppo inseguitore, segnalato in forte recupero. Oltre a quelli dell’Israel Premier Tech, anche gli uomini dell’AG2R Citroen si erano portati a tirare in testa al gruppo. I due battistrada venivano ripresi a 14 km dalla conclusione. Come previsto, la terza ed ultima salita della tappa sarebbe stata decisiva per il risultato finale. A pochi km dal traguardo restavano in testa in sette: Cristian Rodriguez (Team Arkéa Samsic), Jesus Herrada e Victor Lafay (Team Cofidis), Ivan Sosa e Ruben Guerreiro (Team Movistar), Michael Woods e Domenico Pozzovivo (Team Israel Premier Tech). Era Woods ad imprimere l’accelerazione decisiva a circa 2 km dalla conclusione. Il canadese si imponeva in cima al Col Nistos Cap Nestès con 3 secondi di vantaggio su Rodriguez e 12 secondi di vantaggio su Herrada. Chiudevano la top five Victor Lafay in quarta posizione a 14 secondi di ritardo da Woods ed Ivan Ramiro Sosa in quinta posizione a 16 secondi di ritardo da Woods. Pozzovivo era il primo italiano all’attivo e si piazzava in nona posizione a 29 secondi di ritardo da Woods. Il ciclista canadese ottiene la prima vittoria stagionale e balza al comando della classifica generale indossando la maglia arancione con 9 secondi di vantaggio su Rodriguez e 40 secondi di vantaggio su Georg Steinhauser (Team EF Education EasyPost). Domani è in programma la quarta ed ultima tappa della Route d’Occitanie da Saint-Gaudens a Saint-Girons di 164.7 km. Bisognerà scalare i gpm del Col de la Core e del Col de la Trape che si trovano abbastanza distanti dal traguardo, per cui a meno di sorprese Woods dovrebbe portare a casa la seconda maglia arancione dopo averla vinta lo scorso anno.
Antonio Scarfone
JASON TESSON VINCE A GRAULHET. MARIJN VAN DEN BERG RESTA IN MAGLIA ARANCIONE
Nella seconda tappa della Route d’Occitanie è ancora una volata di gruppo a caratterizzare le sorti per la vittoria finale. Ad imporsi è Jason Tesson (TotalEnergies) davanti a Corbin Strong (Team Israel Premier Tech) ed Elia Viviani (Team INEOS Grenadiers). Marijn van den Berg (Team EF Education EasyPost) conserva la maglia arancione
La seconda tappa della Route d’Occitanie 2023 è certamente più movimentata dal punto di vista altimetrico rispetto alla tappa d’apertura, ma visto che le salite – tre gpm tra il km 49 ed il k 109 – sono decisamente lontane dall’arrivo, crediamo che lo spartito tattico della tappa odierna sarà quello consueto, con una fuga tenuta sotto controllo dalle squadre dei velocisti con questi ultimi pronti a giocarsi le chances di vittoria in volata. Poi ci sono gli imprevisti e l’imprevisto maggiore quando si corre sulle strade francesi è il vento che è già stato protagonista nella prima tappa causando alcune cadute e alcuni ventagli. Oggi si parte da Cazouls-lès-Béziers mentre l’arrivo è a Graulhet dopo 182 km. Marijn van den Berg (Team EF EasyPost) è la prima maglia arancione, simbolo del primato. La fuga di giornata, formatasi dopo pochi km dalla partenza, era composta da Thomas Boudat (Team Van Rysel-Roubaix Lille Métropole), Mario Aparicio Munoz (Team Burgos-BH), Enzo Boulet (Team CIC U Nantes Atlantique) ed Andrea Mifsud (Team Nice Métropole Côte d’Azur). Dopo una quarantina di km il vantaggio dei fuggitivi sfiorava i 4 minuti sul gruppo inseguitore. Garcia Pierna, rimasto in testa da solo, era il primo a scollinare sul gpm del Col de Fontfroide posto al km 49.1. Lo spagnolo aveva un vantaggio di 1 minuto e 45 secondi dai tre ex compagni di fuga e 5 minuti e 50 secondi sul gruppo maglia arancione, in testa al quale si erano portati gli uomini del team EF Education EasyPost. Garcia Pierna scollinava in prima posizione anche sul secondo gpm del Col du Montalet posto al km 72.7. A 93 km dalla conclusione Garcia Pierna aveva 4 minuti di vantaggio sul gruppo, il quale aveva iniziato ad imporre un ritmo più elevato. Garcia Pierna scollinava in prima posizione anche sul terzo ed ultimo gpm di giornata, la Côte de Ganoubre à la Glévade posto al km 109.3. Da quel momento il vantaggio del ciclista spagnolo si riduceva km dopo km fin quando il gruppo non lo riprendeva quando mancavano 51 km alla conclusione. Larry Valvasori (Team Nice Métropole Côte d’Azur) provava l’azione solitaria attaccando a circa 35 km dall’arrivo. Il giovane ciclista francese restava in avanscoperta una decina di km prima di essere ripreso dal gruppo. Dopo aver superato il secondo traguardo volante un nuovo attacco veniva portato da Jean-Louis Le Ny (Nice Métropole Côte d’Azur) a 20 km dal termine. Anche questa volta il gruppo lasciava poco spazio al battistrada il quale veniva ripreso a 13 km dal termine. Nella scontata volata finale Jason Tesson (Team TotalEnergies) vinceva davanti a Corbin Strong (Team Israel Premier Tech) ed Elia Viviani (Team INEOS Grenadiers). Chiudevano la top five Emmanuel Morin (Team CIC U Nantes Atlantique) in quarta posizione e Paul Hennequin (Team Nice Métropole Côte d’Azur) in quinta posizione. Tesson ottiene la terza vittoria stagionale, la prima sul suolo europeo dopo aver vinto la seconda e la terza tappa de La Tropicale Amissa Bongo nello scorso gennaio. In classifica generale Marijn van den Berg resta in maglia arancione con 4 secondi di vantaggio su Corbin Strong e Sandy Dujardin (Team TotalEnergies). Domani è in programma la terza tappa della breve corsa francese, la Gimont – Nistos Cap Nestès di 189 km. Sarà anche quella che deciderà il vincitore finale visto che l’arrivo è posto su una salita di 13 km a quasi il 7% di pendenza media. In precedenza verranno affrontati anche altri due gpm: il col de Larrieu ed il col de Menté, quest’ultimo in particolare altrettanto impegnativo con i suoi 11 km al 6.6% di pendenza media.
Antonio Scarfone
IN RICORDO DI GINO MÄDER
Ci sono giornate che non si vorrebbe mai vivere e tra queste ci sono quelle nella quali la morte ruba il palcoscenico alla vita. Anche il mondo del ciclismo è passato più volte attraverso queste prove, la prima il 20 maggio del 1952 quando il veneto Orfeo Ponsin si schiantò contro un albero nel corso della tappa di Roma del Giro d’Italia. Tommy Simpson (13 luglio 1967), Juan Manuel Santisteban (21 maggio 1976), Fabio Casartelli (18 luglio 1995), Wouter Weylandt (9 maggio 2011) e Bjorg Lambrecht (5 agosto 2019) sono alcuni dei corridori che abbiamo pianto per drammatiche cadute in corsa e l’elenco si è purtroppo allungato in questa giornata con il nome di Gino Mäder, il ciclista elvetico 26enne deceduto questa mattina per le conseguenza della tremenda caduta avvenuta ieri nel finale del tappone del Tour de Suisse. Non è questo il momento delle polemiche, che qualcuno ha già sollevato ponendo il dito sulla pericolosità delle discese nei finali di tappa (ma sarebbe potuto capitare anche con l’arrivo distante parecchi chilometri dal traguardo, come fu nei casi di Casartelli e Weylandt). Ora è il momento di una preghiera per chi se ne è andato e per i suoi cari che lo piangono. Ora è il momento del ricordo, da domani si riprenderà a correre e si potrà cominciare a ragionare su eventuali contromisure da prendere per evitare casi simili, se sarà il caso di prenderle. E noi preferiamo ricordarlo con la foto di uno dei suo giorni più felici, quando vinse la tappa di San Giacomo al Giro del 2021.
Riposa in pace Gino Mäder
LA NUOVA CALATA DI ATTILA: IL BOTTINO È LA MAGLIA ROSA
Sul secondo arrivo in salita del Giro d’Italia trionfa in solitaria Gino Mäder (Bahrain Victorious), ultimo uomo della fuga di giornata a resistere dal rientro del gruppo dei migliori privo della maglia rosa che lascia la testa della generale ad uno storico primato ungherese con Attila Valter (Groupama-FDJ) a vestire il simbolo del primato.
Dalle Marche con il via alle grotte di Frasassi i girini affrontano la sesta tappa verso l’arrivo in salita di San giacomo ad Ascoli Piceno in una condizione meteoclimatica molto difficile, grandine, acqua, freddo e soli pochi sprazzi di sole hanno reso la tappa di oggi molto complicata e la fatica resterà nelle gambe. L’orografia subito ondulata del territorio invoglia a colpi di mano, il primo allungo è portato da Giovanni Carboni (Bardiani CSF Faizanè) sulle strade di casa, il marchigiano innesca così l’avanscoperta di un gruppetto molto numeroso con dentro Alberto Bettiol (EFN), Ruben Guerreiro (EFN), Gino Mäder (TBV), Tanel Kangert (BEX), Rudy Molard (GFC), Jan Hirt (IWG), Luis León Sánchez (APT), Patrick Bevin (ISN), Michael Storer (DSM), Victor Lafay (COF), Geoffrey Bouchard (ACT), Davide Villella (MOV), Einer Rubio (MOV), Rémi Cavagna (DQT), Christopher Juul-Jensen (BEX), Bauke Mollema (TFS), Alessandro Covi (UAD), Sébastien Reichenbach (GFC), Jefferson Cepeda (ANS), Jhonatan Narváez (IGD), Fabio Felline (APT), Filippo Ganna (IGD), Mark Christian (EOK) e Harm Vanhoucke (LTS). La Israel Start-Up Nation della maglia rosa Alessandro De Marchi non ci sta e corre subito ai ripari andando ad annullare questa azione anche grazie all’aiuto delle squadre non rappresentate in testa viene riassorbita poco prima del quindicesimo chilometro di corsa. A riprovarci è questa volta la Bahrain – Victorious con due uomini Matej Mohoric e Gino Mäder il miglior modo per rispondere alla sfortunata perdita, nella frazione di ieri, dalla corsa rosa di Mikel Landa. La coppia è raggiunta in prima battuta da Dario Cataldo (Movistar), Simon Guglielmi (Groupama-FDJ) e Jimmy Janssens (Alpecin-Fenix). Poco dopo esce dal gruppo anche Simone Ravanelli (Androni-Sidermec) bravissimo a riportarsi in testa alla corsa, cercano di emulare l’italiano anche Geoffrey Bouchard (Ag2r Citroën) e Bauke Mollema (Trek-Segafredo) ma devono faticare tantissimo prima di raggiungere il gruppetto in avanscoperta perché il gruppo non allenta l’andatura, accadrà solo dopo diversi chilometri e finalmente la fuga vedrà otto uomini al comando. La prima ora di corsa va via ad una media di oltre 43 km/h. Al Gpm di Forca di Gualdo il gruppetto raggiunge il vantaggio massimo di 5’:07” quando all’arrivo mancano 71 Km. Il passaggio in vetta vede primo Geoffrey Bouchard che prende così la maglia azzurra. Allo scollinamento il gruppo arriva compatto ma sotto una pioggia battente e la discesa successiva è il teatro del primo colpo di scena, la Ineos Granadiers in blocco con un magistrale lavoro di Filippo Ganna e Gianni Moscon forza l’andatura provocando diversi frazionamenti del gruppo, a farne le spese è Alessandro De Marchi che dovrà dire addio alla maglia rosa, chiuderà la tappa ad oltre 24’. In testa la squadra britannica è letteralmente scatenata tanto che il ritardo dalla fuga viene dimezzato in vista del successivo e ravvicinato Gpm di Forca di Presta a 60 Km dal traguardo dove transita per primo Matej Mohoric. Anche questa volta un allungo in discesa il primo in testa grazie all’abilissimo Matej Mohoric che guida Gino Mader, la coppia della Bahrain Victorious viene raggiunta da Cataldo e Mollema, in testa quindi si forma un quartetto. Il secondo attacco avviane quando transita il gruppo dei migliori ridotto ad una quarantina di unità, infatti in tre Alberto Bettiol (EF Education-Nippo), Romain Bardet (Team DSM) e Giulio Ciccone (Trek-Segafredo) vanno via sfruttando una fase di inseguimento condotta a velocità inferiore dalla Ineos Grenadiers. Azione questa di difficile interpretazione messa in atto a 48 Km dall’arrivo con la fuga che conserva 2’:15” di vantaggio. I contrattaccanti inizialmente hanno avuto un vantaggio poco sotto il minuto andando ad assorbire i reduci della fuga iniziale, prima Bouchard poi a meno 25 Km dall’arrivo anche Janssens, Guglielmi e Ravanelli ma il loro vantaggio iniziava a ridursi a soli 25″ ai -20 sotto l’impulso dell’armata Ineos Grenadiers. Troppo poco per i “sogni rosa” dei tre con la salita finale ancora da iniziare infatti il gruppo dei migliori li ha riassorbiti ai meno 17Km in vista del traguardo volante di Ascoli Piceno. Poco dopo in testa finisce il lavoro di Mohoric. A questo punto restano in testa Mader, Cataldo e Mollema. Il gruppo al loro inseguimento è sempre meno folto, anche perché l’INEOS accelerava prima con Castroviejo e poi con Moscon. Il primo attacco era di Daniel Martinez (Team INEOS Grenadiers) a circa 5 km dall’arrivo. Intanto i tre di testa resistevano al ritorno del gruppo ed anzi Mader prendeva l’iniziativa e scattava ai meno 3. Alle sue spalle si scatenava la bagarre con INEOS e Deceuninck Quick Step protagoniste, Infatti sia Bernal che Evenepoel guidavano in prima persona l’inseguimento dopo che Martinez veniva risucchiato. Sotto il triangolo rosso dell’ultimo km Mader conservava con le unghie e con i denti quasi 30 secondi di vantaggio sui più immediati inseguitori. Il giovane svizzero resisteva fino al traguardo e otteneva così la prima vittoria stagionale che coincideva anche con la prima vittoria in una corsa WT della sua precoce carriera, per di più in un GT. In seconda posizione Bernal anticipava Daniel Martin (Team Israel StartUp Nation) mentre Evenepoel era quarto, tutti e tre a 12 secondi di ritardo da Mader; un ottimo Giulio Ciccone (Team Trek Segafredo) chiudeva in quinta posizione, a 14 secondi di ritardo da Mader. Grazie al 12° posto odierno Attila Valter (Team Groupama FDJ) è la nuova maglia rosa, con 12 secondi di vantaggio su Bernal e Daniel Martin. Domani è in programma la settima tappa da Notaresco a Termoli, senza grosse difficoltà altimetriche se si esclude a metà tappa la rampa che porta da Chieti Scalo a Chieti. E’ dunque una tappa favorevole alle ruote veloci, anche se la seconda parte si correrà costantemente sulla costa abruzzese e in caso di vento non si escludono ventagli, per cui gli uomini di classifica dovranno tenere gli occhi ben aperti.
Antonio Scarfone