EVENEPOEL “CLÁSICO” A SAN SEBASTIAN, TRIPLETE DEL BELGA NELLA CORSA BASCA

luglio 29, 2023 by Redazione  
Filed under News

Il campione del mondo Remco Evenepoel (Soudal – QuickStep) fa sua la San Sebastian 2023 regolando in uno sprint Pello Bilbao (Bahrain – Victorious) chiude sul terzo gradino del podio Aleksandr Vlasov (Astana-PremierTech) staccatosi sull’ultimo strappo di giornata.

Partenza con il brivido alla Classica di San Sebastian 2023 infatti proprio nei chilometri di trasferimento iniziali verso il via della corsa Remco Evenepoel (Soudal – QuickStep) è vittima di una cadute, il belga si rialza senza particolari conseguenze e riprende la corsa che parte poi subito scoppiettante con un allungo di Alex Baudin (Ag2r Citroën), Romain Bardet (Team dsm-firmenich), Kevin Vermaerke (Team dsm-firmenich), Alessandro De Marchi (Jayco-AlUla), Ibon Ruiz (Kern Pharma), Xabier Azparren (Euskaltel) e Arjen Livyns (Lotto-Dstny). Al gruppo non sta bene e nei chilometri successivi il tentativo dei sette uomini al comando viene annullato. Un leggero rallentamento in gruppo favorisce il nascere di un nuovo tentativo di fuga con in avanscoperta con ancora il francese Bardet, Franck Bonnamour (Ag2r Citroën), Julien Bernard (Lidl-Trek), Nathan van Hooydonck (Jumbo-Visma) e Mikel Iturria (Euskaltel) questa volta il gruppo lascia fare ed i cinque raggiungono un vantaggio massimo di 3’ dopo aver percorso 61 Km di corsa. Al passaggio della salita simbolo della corsa la scalata dello Jaizkibel il gruppo rosicchia ben 2’ ai fuggitivi con un chiaro cambio di passo, in testa cede Bonnamour preludio ad un ricongiungimento che avviene anche grazie a nuovi scatti in testa al plotone portati da Garcia Cortina (Movistar) e Lawson Craddock (Team Jayco – AlUla). L’ultimo respiro della fuga è dato da Romain Bardet e da Van Hooydonck da soli in testa della corsa ma sull’ascesa dell’Erlaitz è Van Hooydonck a restare da solo in testa. A poco più di un chilometro dal GPM si muove in prima persona l’uomo più atteso, il campione del mondo Remco Evenepoel allunga con estrema facilità di pedalata al belga si accondano Aleksandr Vlasov (Bora-hansgrohe), Alberto Bettiol (EF Education – EasyPost) e Pello Bilbao (Bahrain-Victorious). Il terzetto scollina con 21” di vantaggio sugli immediati inseguitori Bardet e Van Hooydonck a seguire cià che resta del gruppo a 35” secondi di svantaggio. La discesa tortuosa e veloce non lascia margine di recupero per il gruppo mentre la coppia che insegue si riaccoda al terzetto in testa che insieme si presentano alla salita verso di Mendizorrotz con quasi 2’ di vantaggio, situazione chiara, il gruppo è tagliato fuori. Sulle rampe in doppia cifra è ancora Remco a dettare il suo passo che fa fuori uno stanchissimo Van Hooydonck e un altrettanto sfinito Bardet, poco dopo cede anche Bettiol, a scollinare sono in tre Evenepol, Bilbao e Vlasos. I tre si danno cambi regolari ed ormai sono imprendibili per tutti, sull’ultimo strappo Remco detta sempre il passo e l’unico a tenerlo è Pello Bilbao, mentre Vlasov alza bandiera bianca. Nel rettilineo di arrivo il belga guadagna la posizione dietro lo spagnolo per piazzare la volata vincente a 200 metri dal traguardo, urlo liberatorio e tris a San Sebastian. per Remco secondo di giornata un ottimo Pello Bilbao uscito forte dal Tour de France, Terzo Vlasov, quarto e quinto usciti dal gruppo rispettivamente Neilson Pwless (EF Education – EasyPost) e Ion Izagirre. Bellissima affermazione del campione del mondo che si presenta in gran forma al prossimo appuntamento mondiale di Glasgow.

Antonio Scarfone

TDF FEMMES: ANCORA UNA FUGA VINCENTE, LA NORSGAARD BEFFA LE VELOCISTA

luglio 29, 2023 by Redazione  
Filed under News

La danese Emma Norsgaard anche se per un solo secondo porta al traguardo la fuga e beffa le velociste impegnate a inseguirla e anticiparla sulla linea d’arrivo. Sul podio Kool e Kopecky, ancora in giallo in attesa dell’arrivo in salita sul Tourmalet. Per l’Italia, 5a Paladin, 6aConsonni e 9a Guazzini.

Solo un secondo è bastato alla danese Emma Norsgaard (Movistar Team) per aggiudicarsi la Albi-Blagnac, sesta tappa del Tour de France femminile.
La fuga nata su primo GPM di giornata ha preso le mosse dall’azione in solitaria di Agnieszka Skalniak-Sójka (Canyon//SRAM Racing), seguita a tratti da Sandra Alonso (CERATIZIT-WNT Pro Cycling). Il sopraggiungere sulle battistrada di Emma Norsgaard (Movistar Team), ha portato a tre ll numero delle componenti il plotoncino all’attacco, la cui azione è proseguita fino ai meno quattro dal traguardo. A questo punto un’accelerazione della Norsgaard ha tagliato fuori la Alonso, che è stata raggiunta poco dopo dal plotone. Le altre due hanno proseguito, intenzionate a raggiungere il traguardo prima di tutte le altre. Ai meno 500 la danese, sentendo ormai sul collo il fiato delle inseguitrici ha ulteriormente forzato l’andatura andando a cogliere il meritato successo. L’occasione di salire sul podio è invece sfumata per la Skalniak-Sójka (10a), raggiunta dalle sopraggiungenti velociste già lanciate verso il traguardo.
Con un secondo di ritardo ha conquistato la seconda piazza Charlotte Kool (Team dsm-firmenich) davanti a Lotte Kopecky (Team SD Worx – Protime), che poco o nulla ha rischiato per la sua leadership. A seguire troviamo Marianne Vos (Team Jumbo-Visma), Soraya Paladin (Canyon//SRAM Racing), Chiara Consonni (UAE Team ADQ), Julie De Wilde (Fenix-Deceuninck), Marta Lach (CERATIZIT-WNT Pro Cycling), e Vittoria Guazzini (FDJ – SUEZ), mentre chiude la top ten la già citata Skalniak-Sójka.
Se in classifica generale la Kopecky non ha rischiato nulla, Annemiek van Vleuten (Movistar Team) ha guadagnato due posizioni salendo al terzo posto e facendo retrocedere rispettivamente al 4° e al 5° posto Elisa Longo Borghini (Lidl – Trek) e Katarzyna Niewiadoma (Canyon//SRAM Racing).
Oggi il Tour de France Femme affronta il suo giorno dei giorni con la Lannemezan – Col du Tourmalet di 89.8 km. La tappa è breve ma le ascese del Col d’Aspin e del Tourmalet cambieranno i connotati della classifica, una classifica che stasera non vedrà i nomi delle italiane Longo Borghini ed Elisa Balsamo (Lidl – Trek), entrambe costrette al ritiro dopo la tappa di ieri per malanni fisici.

Mario Prato

La beffa della Norsgaard sul traguardo della sesta tappa (foto Alex Broadway / Getty Images)

La beffa della Norsgaard sul traguardo della sesta tappa (foto Alex Broadway / Getty Images)

TDF FEMMES: IMPRESA SOLITARIA DI RICARDA BAUERNFEIND, KOPECKY ANCORA IN GIALLO

luglio 27, 2023 by Redazione  
Filed under News

Impresa in solitario della tedesca Ricarda Bauernfeind, che si è aggiudicata la quinta tappa del Tour de France Femmes. Lotte Kopecky, quarta, ancora in giallo. Quinta Soraya Paladin.

Ricarda Bauernfeind (Canyon//SRAM Racing) fa l’impresa e si aggiudica in solitaria la quinta tappa del Tour de France Femmes. La tedesca si è resa protagonista della fuga decisiva che ha preso le mosse sulla Côte de Laguépie, ai meno 50. Insieme alla tedesca si erano involate anche Riejanne Markus (Team Jumbo-Visma) e Claire Steels (Israel Premier Tech Roland), ma l’unica a proseguire l’azione, dopo circa una quindicina di chilometri, è stata la ventitreenne di Ingolstadt. Capace di mantenere a distanza il sopraggiungente gruppo delle inseguitrici, che si è dimostrato molto incostante nella condotta di gara, come se nessuno si volesse accollare l’onere dell’inseguimento. La seconda di giornata è stata Marlen Reusser (Team SD Worx – Protime), una delle più attive nell’inseguimento, davanti a Liane Lippert (Movistar Team), arrivate entrambi dopo 22″ dalla vincitrice.
La maglia gialla Lotte Kopecky (Team SD Worx – Protime) dopo 32″ ha regolato un nutrito gruppetto che comprendeva tra le altre anche Soraya Paladin (Canyon//SRAM Racing), quinta, e Elisa Longo Borghini (Lidl – Trek), nona.
In classifica generale la belga continua a condurre seguita da Ashleigh Moolman (AG Insurance – Soudal Quick-Step) che ha guadagnato una posizione e ha un ritardo dalla vetta di 49″. Terza Elisa Longo Borghini, che guadagna due posizioni e insegue a 51″. Salto all’indietro di 5 posizioni per Demi Vollering (Team SD Worx – Protime), ora settima a 1’03”, a causa di una penalizzazione di 20” per scia prolungata.
La fuga vincente della Bauernfeind non è stata l’unica della giornata. Le prime a muoversi guadagnandosi le luci della ribalta fin dalle prime fasi di gara sono state Mischa Bredewold (Team SD Worx – Protime), Olivia Baril (UAE Team ADQ), Claire Steels (Israel Premier Tech Roland), Justine Ghekiere (AG Insurance – Soudal Quick-Step), Loes Adegeest (FDJ – SUEZ), Ella Wyllie (Lifeplus Wahoo), Amber Kraak (Team Jumbo-Visma), Clara Koppenburg (Cofidis Women Team), Hannah Ludwig (Uno-X Pro Cycling Team), Clara Emond (Arkéa Pro Cycling Team) e Paula Patiño (Movistar Team). La loro azione è durata fino ai meno 50, pochi chilometri prima che entrassero in scena la Bauernfeind, la Markus e la Steels.
Domani la sesta tappa porterà il plotone da Albi, sede dell’arrivo odierno, a Blagnac per un totale di 122.1 Km. Il tracciato prevede 4 GPM di quarta categoria e altre salite non classificate ben distribuite su tutto il percorso della gara, che dovrebbe risolversi con un arrivo in volata.

Mario Prato

La Bauernfeind allattacco nellodierna tappa del Tour (foto Alex Broadway / Getty Images)

La Bauernfeind all'attacco nell'odierna tappa del Tour (foto Alex Broadway / Getty Images)

FILIPPO GANNA MONS…IGNORE DI VALLONIA

luglio 26, 2023 by Redazione  
Filed under News

Dominio del ciclista piemontese nella breve corsa a tappe belga dove si impone subito in volata nella prima tappa e suggella la vittoria nella quarta vincendo la cronometro individuale di Mons. Il ciclista italiano è atteso ora ad un grande Mondiale. Da segnalare anche la vittoria nella quinta ed ultima tappa di Andrea Bagioli (Team Soudal Quick Step)

Anche se il ciclismo professionistico si disputa ormai (quasi) tutto l’ano, l’ultima settima di Luglio segna lo spartiacque consueto tra prima e seconda parte di stagione. Con la fine del Tour de France ci si prepara agli impegni di un agosto molto particolare, visto che quest’anno proprio in questo mese si disputeranno i Campionati Mondiali in quel di Edimburgo. Giro di Vallonia, Classica di San Sebastian e Giro di Polonia anticipano l’evento iridato e alcuni dei protagonisti che vedremo sfrecciare sulle strade scozzesi disputeranno proprio queste corse. Filippo Ganna (Team INEOS) è uno dei ciclisti più attesi ed ha già dichiarato pubblicamente che vuole tornare ad indossare la maglia iridata di campione a cronometro. Il ciclista piemontese parte come grande favorito del Tour de Wallonie, corsa belga di cinque tappe che presenta nella penultima una cronometro individuale di 32 km. Le altre quattro tappe in linea sono equamente divise come ‘preda’ per velocisti o per uomini da classiche. Ganna è partito subito forte già nella prima tappa di 189.6 km da Huy ad Hamoir. Una volta superata la Cote de Grand-Houmart, posta a 8 km dal traguardo, il gruppo, allungatissimo in discesa, ha visto in difficoltà i velocisti puri e Ganna è stato il primo a tagliare il traguardo davanti a Davide Ballerini (Team Soudal Quick Step) ed Arne Marit (Team Intermarchè Circus Wanty) ed ha così indossato immediatamente la maglia rossa di leader. Il giorno succesivo nella seconda tappa da Saint-Ghislain a Walcourt, lunga 179,7 km, è tornato alla vittoria Arnaud De Lie (Team Lotto Dstny) dopo il recupero lampo successivo alla caduta ed al conseguente ritiro nella prima tappa dei 4 Jours de Dunkerque dello scorso Maggio. Il ventunenne belga ha vinto in volata davanti a Thybau Nys (Team Lidl Trek) e Timo Kielich (Team Alpecin Deceuninck). Nella terza tappa da Thuin a Mont-Saint-Guibert, nonostante un arrivo che si impennava a quasi il 5% di pendenza media, una sessantina di ciclisti si sono giocati la vittoria ed a prevalere è stato Timo Kielich (Team Alpecin Deceuninck) – belga classe 1999 alla prima vittoria in una corsa da pro – davanti a Florian Senechal (Team Soudal Quick Step) e Simone Consonni (Team Cofidis). La cronometro della quarta tappa, decisiva come detto ai fini della classifica generale finale, si snodava sui 32.7 km di un percorso che da Mons puntava verso sud per poi risalire e arrivare nella stessa località di partenza. Filippo Ganna ha vinto non senza difficoltà con soli 8 secondi di vantaggio sul giovane compagno di squadra Joshua Tarling, diciannovenne britannico di belle speranze, tra l’altro neo campione nazionale a cronometro lo scorso 21 Giugno. Al terzo posto si piazzava Connor Swift, a 30 secondi di ritardo da Ganna, per una tripletta INEOS sempre molto sensibile alla corsa contro il tempo. A questo punto Ganna poteva vantare alla partenza della quinta ed ultima tappa da Banneux ad Aubel di 215 km, 18 secondi di vantaggio su Tarling e 40 secondi di vantaggio su Swift. Il profilo altimetrico era certamente il più difficile di tutte e cinque le tappe del Tour de Wallonie, visto che alle otto cotes classificate si alternavano numerosi saliscendi. La fuga di cinque ciclisti, tra cui Mauro Schmid (Team Soudal Quick Step), il ciclista meglio classificato in classifica generale, veniva tenuta sotto controllo dal Team INEOS fino a che proprio Schmid veniva ripreso a circa 20 km dalla conclusione. A giocarsi la vittoria erano una quarantina di ciclisti ed a vincere era Andrea Bagioli (Team Soudal Quick Step) che conquistava la sua prima vittoria stagionale battendo in volata Stephen Williams (Team Israel Premier Tech) ed Arnaud De Lie (Team Lotto Dstny). Ganna controllava agevolmente la situazione e vinceva così la prima corsa a tappe del 2023 dopo aver già raccolto due secondi posti alla Vuelta a San Juan e alla Volta ao Algarve. Chiudevano il podio finale Joshua Tarling a 18 secondi di ritardo da Ganna e Brent van Moer (Team Lotto Dstny) a 40 secondi di ritardo da Ganna. Per quanto riguarda le altre classifiche, Timo Kielich vince quella a punti, Johan Meens (Team Bingoal WB) quella dei GPM e Joshua Tarling quella del miglior giovane. Infine il Team INEOS vince la classifica a squadre. Come detto Luglio si chiude nel prossimo week end con due corse WT che faranno ulteriormente da antipasto al Mondiale di Agosto, ovvero la Classica di San Sebastian e il Giro di Polonia.

Antonio Scarfone

Filippo Ganna vince il Tour de Wallonie 2023 (foto: Luc Claessen/Getty Images)

Filippo Ganna vince il Tour de Wallonie 2023 (foto: Luc Claessen/Getty Images)

LA FUGA VA AL TOUR FEMMINILE: VITTORIA DI YARA KASTELIJN, KOPECKY SEMPRE IN GIALLO

luglio 26, 2023 by Redazione  
Filed under News

Fuga vincente della olandese Kastelijn che tiene le inseguitrici a oltre un minuto, nonostante la battaglia tra le prime della classifica. Quinta Elisa Longo Borghini. La Maglia Gialla Lotte Kopecky chiude 14a ma mantiene la leadership.

Tappa molto interessante e molto combattuta quella odierna e fin dalle prime si è capito che sarebbe stata una giornata di “grandi manovre”.
Il primo tratto di gara più pianeggiante ha visto l’attacco da lontano di ben 14 elementi. Nulla di strano diranno i più, ma leggendo i nomi delle componenti del gruppetto di battistrada qualche campanello d’allarme deve per forza essere suonato. Troviamo infatti la francese Audrey Cordon-Ragot (+2’21”), l’olandese Yara Kastelijn (+2’41”) e l’italiana Alice Maria Arzuffi (+3’50”).
I segnali d’allarme sono stati però ignorati dalla SD Worx della maglia gialla Lotte Kopecky, che ha lasciato fare. Le battistrada hanno così raggiunto un vantaggio superiore ai 10’. Con il passare dei chilometri e con il percorso che diventava molto più insidioso grazie ai continui saliscendi l’azione delle fuggitive perdeva energia, mentre le inseguitrici affilavano le armi pronte al confronto tra le big.
A dare fuoco alle polveri, quando mancavano 25 km al termine, è stata l’esperta olandese Annemiek van Vleuten (Movistar Team), fresca vincitrice del Giro d’Italia, mentre tra le battistrada quasi in contemporanea forzavano l’andatura la Cordon-Ragot e la Kastelijn, con quest’ultima che ha affondato il colpo poco dopo, precisamente sulla Côte de Moyrazès, lasciando sui pedali la francese e involandosi verso il traguardo.
Nel gruppo delle big ha invece preso l’iniziativa la maglia gialla in persona, decisa a non cedere le insegne del primato. A cercare di fronteggiarla si sono impegnate soprattutto le olandesi Demi Vollering (Team SD Worx – Protim) e Van Vleuten.
Alla fine di una tappa molto combattuta la Kastelijn giunge al traguardo con 1′11″ di vantaggio sulla Vollering (Team SD Worx – Protime), 1′12″ sull’altra olandese Anouska Koster (Uno-X Pro Cycling Team) e 1′13″ su di un gruppetto formato dalla Van Vleuten, dalla nostra Elisa Longo Borghini (Lidl – Trek), dalla polacca Katarzyna Niewiadoma (Canyon//SRAM Racing), dalla sudafricana Ashleigh Moolman-Pasio (AG Insurance – Soudal Quick-Step) e dalla francese Célia Le Mouel (St Michel – Mavic – Auber93 WE). La Kopecky chiude 14a a 1′27″ dalla vincitrice e mantiene la Maglia Gialla con 43″ sulla Vollering, che ha conquistato sei posizioni in cassifica, e a 51″ sulla Moolman-Pasio, che ha confermato la sua terza piazza. La Longo Borghini è rimasta in quinta posizione con lo stesso ritardo della sudafricana. La vincitrice di oggi grazie alla sua “impresa” è ora settima ad un minuto, facendo un salto in alto di ben 25 posizioni.
Domani la quinta tappa, Onet-le-Château – Albi di 126.1 Km, ricorda nell’orografia la terza tappa con un avvio molto frastagliato e gli ultimissimi chilometri più pianeggianti e favorevoli al rientro del gruppo in previsione di un probabile arrivo allo sprint.

Mario Prato

Yara Kastelijn taglia in solitaria il traguardo della 4a tappa (foto Alex Broadway / Getty Images)

Yara Kastelijn taglia in solitaria il traguardo della 4a tappa (foto Alex Broadway / Getty Images)

TDF FEMMES: WIEBES LA PIÙ VELOCE A MONTIGNAC. CONSONNI E BALSAMO NELLA TOPFIVE

luglio 26, 2023 by Redazione  
Filed under News

Volata vincente della Campionessa Europea Lorena Wiebes. La Kopecki terza mantiene e consolida la sua Maglia Gialla. Per l’Italia, buone prestazioni per Chiara Consonni, quarta, e Elisa Balsamo, quinta.

Spettacolare volata a Montignac-Lascaux di Lorena Wiebes (SD Worx) che porta la sua maglia con i colori e le stelle dell’Europa sul gradino più alto del podio di questa terza tappa del Tour de France Femmes.
Alle spalle della velocista olandese si sono piazzate nell’ordine la connazionale Marianne Vos (Team Jumbo-Visma), la sempre più maglia gialla Lotte Kopecky (Team SD Worx – Protime) che rafforza così la sua leadership grazie agli abbuoni, le italiane Chiara Consonni (UAE Team ADQ) ed Elisa Balsamo (Lidl – Trek). Buon piazzamento anche per Soraya Paladin (Canyon//SRAM Racing), nona.
La volata vincente della campionessa europea ha, però, rischiato di non avere luogo perchè la lunga fuga perpetuata in solitario dalla belga Julie Van de Velde (Fenix-Deceuninck) si è conclusa solo a 500 metri dal traguardo.
La quarta tappa porterà le ragazze impegnate in questa seconda edizione del Tour de France Femmes da Cahors a Rodez per una lunghezza di poco più che 177 km e un finale dall’orografia frastagliata che si preannuncia molto interessante

Mario Prato

Lorena Wiebes batte in volata le avversarie al termine della terza tappa del Tour de France femminile (foto Tim de Waele / Getty Images)

Lorena Wiebes batte in volata le avversarie al termine della terza tappa del Tour de France femminile (foto Tim de Waele / Getty Images)

TDF FEMMES: NELLA SECONDA TAPPA SUCCESSO DELLA LIPPERT. KOPECKY, SECONDA, ANCORA IN GIALLO

luglio 24, 2023 by Redazione  
Filed under News

La seconda tappa del Tour de France femminile ha visto la volata di un gruppo forte di una decina di unità. Successo per la tedesca Liane Lippert sulla maglia gialla Lotte Kopecki. Terza Silvia Persico.

Da Clermont-Ferrand a Mauriac il Tour de France Femmes ha continuato a dipanare il suo tracciato con la seconda tappa, una frazione animata da qualche fuga ma che alla fine ha visto “le prime della classe” andarsi a giocare il successo di giornata. La presenza di un GPM a soli 1400 metri dal traguardol ha alzato la tensione agonistica, portando il gruppo delle migliori a tarpare le ali a tutte quelle che nei tratti precedenti avevano provato ad avvantaggiarsi.
Dopo l’ultimo GPM di giornata, quello della Côte de Trébiac che ha visto transitare per prima l’elvetica Marlen Reusser (Team SD Worx – Protime) sull’italiana Elisa Longo Borghini (Lidl – Trek) e sulla polacca Katarzyna Niewiadoma (Canyon//SRAM Racing), si è arrivati ad uno sprint a ranghi ridotti con la la maglia gialla Lotte Kopecky (Team SD Worx – Protime) intenzionata a fare il bis dopo aver vinto ieri la prima tappa. Più veloce della belga, però, è stata la campionessa nazionale tedesca Liane Lippert (Movistar Team), mentre terza e prima delle italiane si è piazzata Silvia Persico (UAE Team ADQ). Undicesima ha terminato la Longo Borghini, ultima del gruppetto giunto alle spalle della vincitrice e che a sua volta ha preceduto di 4″ le immediate inseguitrici.
In classifica generale nulla è cambiato per la leadership, mentre fanno un interessante salto in avanti la Lippert (ora seconda a 49”), la russa Tamara Dronova-Balabolina (Israel Premier Tech Roland), la danese Cecilie Uttrup Ludwig, la Niewiadoma e la Longo Borghini, tutte classificate con 59″ di ritardo dalla maglia gialla.
Domani la terza tappa porterà il plotone da Collonges-la-Rouge a Montignac-Lascaux in147.2km. Il percorso presenta continui saliscendi, ma con gli ultimi 12 km saranno pianeggianti. È facile ipotizzare una condotta di tappa simile a quella odierna con qualche tentativo dalla lunga distanza nelle prime fasi di gara, animate anche da chi lotta per la maglia a pois considerato i quattro GPM che si dovranno affrontare. Il finale, invece, dovrebbe favorire il primo, vero arrivo in volata.

Mario Prato

La volata a ranghi ridotti che ha deciso le sorti della seconda tappa del Tour femminile (foto AFP)

La volata a ranghi ridotti che ha deciso le sorti della seconda tappa del Tour femminile (foto AFP)

A PARIGI SOFFIA LA BORA. VINGE MAGLIA GIALLA E CALICE NERO!

luglio 24, 2023 by Redazione  
Filed under News

Finisce un bel Tour con un retrogusto amarognolo di illusioni perdute.

Philipsen non batte il cinque, è lui il battuto, per la seconda volta in questo Tour su sei sprint di gruppo dove, quando non è stato primo, alla peggio ha fatto secondo. Maglia verde incontrastata per il velocista dominante in un’epoca di sprinter un po’ spenti, come peraltro è pure un po’ spento il nuovo tono cromatico che contraddistingue il leader della classifica a punti. Philipsen è più che uno sprinter, l’abbiamo visto potente nelle classiche del Nord sia in proprio vincendo gare di blasone come De Panne o lo Scheldeprijs, sia a supporto di van der Poel, che qui di converso, fra malanni e concentrazione rivolta al Mondiale agostano, ha ricambiato alla grande il favore, guidando magistralmente il compagno nelle melée massive dei tanti arrivi piatti. Ha pure due quarti posti, il buon Philipsen, nelle due tappe rocambolesche della terza settimana in cui i fuggitivi ci hanno regalato parecchie emozioni, pur su un terreno, appunto, assai amico alle ruote veloci. È andata bene, benissimo, così, per evitare un’indigestione di volate che il percorso pareva rendere quasi inevitabili. Anche perché gli Alpecin oltreché potenti vi apparivano via via anche sempre più prepotenti, fino a rasentare il fastidio in chi guarda ma soprattutto nel resto del peloton.
Inevitabile è invece la volata parigina, va da sé, dopo le “fughe” iniziali a titolo di parata per gli uomini in maglia (gialla per Vingegaard, bianca per Pogacar, a pois per il bravissimo Ciccone e, come detto, verde per Philipsen), dopo i brindisi e le sceneggiate assortite. Poche tutto sommato le iniziative volte a rovesciare l’ovvio copione, fra esse va segnalata quella, stavolta non meramente scenografica, di Pogacar in persona, stoppato però dalla Jumbo-Visma con un van Hooijdonk nelle vesti di fastidioso stopper; sembrano volerci credere, su questo allungo protratto, bei nomi quali Bettiol, Kwiatkowski, Skjelmose, Lampaert, Wright… ma alla fine dei conti il cumulo di volponi talentuosi, come spesso succede, è la rovina della fuga stessa, che non prende il largo e ai meno trenta è già neutralizzata. Più convenzionale, nonché sostanzialmente innocuo, il successivo tentativo di Frison, Oliveira e Clarke, mera transizione verso lo sprint. Groenewegen lancia lunghissimo con Pedersen, mentre van der Poel appariva appannato (che ci attendiamo fra due settimane sotto l’arcobaleno di Glasgow? Contro un Van Aert i cui doveri paterni si sono sovrapposti alla perfezione con un ritiro classico stile Vuelta, di quelli in cui il GT spagnolo risulta, ritirandosi all’inizio della terza settimana, il trampolino perfetto per il Mondiale, quando tenuto in date autunnali standard). Il più destro di tutti è Jordi Meeus, ancora giovane atleta del Bora, lui pure uomo da Nord più che missile di massa, agile nel saltare sulla scia dei tentativi di anticipare e poi solido nel reggere al rientro di Philipsen.
Torniamo al brindisi. Iconica l’immagine di Vingegaard che levanta il calice alla telecamera: la trovata del team olandese è optare per un calice nero, in modo da far pendant con la maglia gialla del leader per comporre l’abbinamento di colori che già caratterizza la divisa delle laboriosi api Jumbo. Il risultato è perturbante. Gotico danese in puro stile Blixen. Ghigno di labbra violacee (…pare sia l’immarcescibile succo di barbabietola rossa già celebrato da tutte le icone del ciclismo, da Ferrari a Ghislain Lambert al Team Sky!). Cinema vampiresco da “Lasciami entrare”. Casualità inconsapevole o sfida sfacciata e deliberata? Difficile a dirsi, ma quel che è certo è che il comportamento spietato del team olandese ha ghiacciato il sangue e svuotato la linfa a un Tour che era stato a lungo esplosivo, travolgente, eccitante. Van Hooijdonk sulla ruota di Pogacar che irrompe sui Campi Elisi. Le stesse sensazioni avevano infiltrato la peraltro appassionante tappa del sabato, tutta tesa fra un atteggiamento di Vingegaard improntato alla prudenza e al controllo, da un lato, e, dall’altro lato, dal malcelato desiderio del danese di prevalere su Pogacar per la vittoria di tappa, sublimatosi in una goffa e malriuscita volatina. La tappa è stata bella, certo, ma ancor più bella sarebbe stata se, qualora Vingegaard davvero ambiva alla vittoria, la maglia gialla ci avesse regalato uno scontro a viso aperto, tanto più che, con il vantaggio abissale accumulato, il rischio di un approccio più arrembante era sostanzialmente nullo: un ultimo, autentico duello all’arma bianca con il rivale ormai più che sconfitto.
Questo il dubbio e lo spettro che si insinuano come un’ombra lungo le intere tre settimane di Tour, comprese le prime: il duello a cui abbiamo assistito è stato autentico, o è stato un calcolo? Non si tratta qui di saltare ad altro genere di insinuazioni, del tutto fuori luogo in questa sede, bensì semplicemente di comprendere quale sia stato il significato di quanto accaduto sulla strada, prima e dopo, ma il tutto alla luce della folgorante cronometro di Domancy.
Il ciclismo è sport ermeneutico. La verità, l’aletheia, il disvelamento è ciò che accade nel ciclismo. Ci sono allenamenti, ciascuno per conto proprio, e si arriva alla gara con la prima grande domanda sullo stato di forma. Dopodiché tutto è comprendere quanto forte sia davvero il rivale, quali siano le gerarchie. Una sola tappa non esaurisce il dubbio. Quali le condizioni? Chi si è trattenuto? Chi si è spremuto? Le domande appassionano i tifosi di ciclismo, ma sono le stesse che si pone ogni atleta sui rivali, e talvolta, non di rado, perfino nel ciclismo scientifico, anche a proposito di se stesso o se stessa.
Ciò che avvelena questo Tour è il caos interpretativo: forse, in piccola misura, è stato perfino il tarlo che ha roso le gambe di Pogi sulla strada del Col de la Loze. La crono ci ha restituito un atleta enormemente superiore a tutti gli altri contendenti per la tappa o per la generale, come ben già si sapeva: Pogacar. E un altro atleta a propria volta enormemente superiore a Pogacar. La sfida a cui avevamo assistito, con i reciproci affondi sul Marie Blanque o verso Cauterets, con i braccio di ferro vibranti sul filo dei secondi scalando il Puy-de-Dome o il Joux Plane, tutto questo si ribalta in una sproporzione di forze fisiche, di mera erogazione di potenza, che proietta Vingegaard su un altro livello competitivo rispetto a Pogacar. E dunque? Vingegaard si era trattenuto scientemente per non bruciarsi? Pogacar si è consumato come un Icaro scavando nel fondo del suo fisico per trovare le energie necessarie a reggere alla pari una sfida che era in realtà dispari e sovrumana? Si è trattato di una beffa crudele ai danni delle guance rosee e delle ciocche ribelli che esibisce il principe del ciclismo a tutto tondo, il cui sguardo si faceva sempre più spiritato e febbricitante scontro dopo scontro? I Vosgi ci hanno lasciato senza risposte. Vingegaard rivela che aveva programmato dal novembre scorso un doppio appuntamento, Tour e Vuelta, con un apprezzabile prurito froomiano. Ma sarà vero? Questo Tour era allora programmaticamente impostato al risparmio, fatta salvata quella fiammata di mezzora più vicina agli 8 che ai 7 watt per kg, numeri mai visti nella storia del ciclismo? La perplessità sale come una marea. Che supereroe si nasconde nella figura gracile e pallida del danese? Tornerò per il terzo, dice Vingegaard. La maglia gialla ha solo certezze, le domande restano aperte per Pogacar e per tutti gli altri, spettatori e spettatrici compresi.

Gabriele Bugada

Il podio del Tour 2023 (Getty Images Sport)

Il podio del Tour 2023 (Getty Images Sport)

TOUR FEMMINILE, LOTTE KOPECKY PRIMA SIGNORA IN GIALLO A CLERMONT-FERRAND

luglio 23, 2023 by Redazione  
Filed under News

In un sorta di passaggio di testimone con la Grand Boucle maschile, ha preso il via oggi da Clermont-Ferrand il Tour de France Femmes.La vittoria con una azione da finisseur di classe è andata a Lotte Kopecky. Seconda Lorena Wiebes che ha regolato il gruppetto inseguitore davanti a Charlotte Kool. Ritorno alla corse oggi per Elisa Balsamo ed Elisa Longo Borghini

Mesdames et Messieurs voici Le Tour de France Femmes…
Clermont-Ferrand, la città sede della Michelin e che ha dato i natali a Remi Cavagna, ha avuto l’onere e l’onore di ospitare la prima giornata di gara del Tour de Frances Femmes, organizzato da ASO come il “fratello maggiore” che si sta per concludere in quel di Parigi.
La prima tappa, con avvio e conclusione nella stessa città dell’Alvernia, presentava un percorso dalle due facce, la prima molto facile e la seconda più interessante che poteva ispirare la fantasia delle ragazze in gara. Ed effetivamente la corsa si è sviluppata in questo senso perchè in prossimità dell’unico GPM di giornata, quello di terza categoria della Côte de Durtol, la campionessa belga Lotte Kopecky (Team SD Worx – Protime) ha aperto il gas e negli ultimi 10 km ha fatto tombola andando a centrare il successo in solitaria, indossando così la prima maglia gialla di questa edizione.
Il primo gruppetto inseguitore, forte di una quindicina scarsa di unità, nulla ha potuto se non impegnarsi per andare ad occupare i rimanenti gradini del podio. Seconda dopo 41” si è piazzata la campionessa europea Lorena Wiebes (Team SD Worx – Protime) che ha preceduto nell’ordine Charlotte Kool (Team Dsm-Firmenich) e Marianne Vos (Team Jumbo-Visma). Dopo altri 2” Ashleigh Moolman (AG Insurance – Soudal Quick-Step) ha regolato un gruppo più folto, composta sia dalla prime inseguitrici della fuggitiva Kopecky, sia da coloro che sono riuscite a rientrare nella discesa finale. Nel plotoncino, forte di una ventina scarsa di unità, era presente anche la campionessa italiana Elisa Longo Borghini, che ha chiuso in decima posizione. Un buon ritorno alle gare per la portacolori della Lidl – Trek, reduce dalla caduta che l’ha costretta al ritiro nell’ultimo Giro d’Italia Donne. Rimanendo sempre in casa Lidl – Trek, oggi è tornata alle corse anche Elisa Balsamo che, su un percorso che non si addiceva alle sue caratteristiche, ha comunque messo chilometri di gara nelle gambe che le torneranno utili quando dovrà sfidare le altre velociste.
Domani il Tour de France Femmes uscirà dal cono d’ombra del suo fratello maggiore e proseguirà con la Clermont-Ferrand-Mauriac, di 151.7 Km. La tappa presenta un tracciato interessante sotto l’aspetto orografico e dovrebbe chiamare alla ribalta sia le finisseur, sia chi ambisce a competere per la classifica generale.

Mario Prato

Lesultanza della Kopecky sul traguardo di Clermont-Ferrand (Getty Images Sport)

L'esultanza della Kopecky sul traguardo di Clermont-Ferrand (Getty Images Sport)

POGACAR RINASCE A LE MARKSTEIN. TAPPA ALLO SLOVENO, VINGEGAARD FESTEGGIA IL 2° TOUR.

luglio 22, 2023 by Redazione  
Filed under News

La crisi sul Col de Loze aveva sancito la fine della sua corsa alla 3a maglia gialla, ma non aveva certamente spento la sua voglia di vincere e così, una volta recuperato dalla crisi patita mercoledì pomeriggio, Tadej Pogacar è subito tornato ad esultare. Il fuoriclasse sloveno dell’UAE Team Emirates ha vinto la 20a tappa, 133,5 km da Belfort a Le Markstein, battendo in uno sprint ristretto un bravissimo e sorprendente Felix Gall (Ag2r Citroen Team), Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma) e il compagno di squadra Adam Yates. Lo sloveno festeggia così il 2° successo di tappa (11° totale dal 2020 ad oggi) che si aggiunge al 2° posto nella classifica generale e alla 4a maglia bianca consecutiva. A vestire la maglia gialla sarà però uno straordinario Jonas Vingegaard che ha avuto la meglio sul rivale dopo 2 settimane e mezzo di una battaglia che è già passata alla storia del Tour. Per il danese il 2° successo consecutivo e la certezza di essere difficilmente battibile in una corsa a tappe di 3 settimane. Primo podio in carriera al Tour per un eccezionale Adam Yates che ha saputo vestire al contempo e benissimo sia i panni del gregario che quelli dell’uomo di classifica. Esulta anche Giulio Ciccone (Lidl-Trek) che corona con successo la rincorsa alla maglia a pois.

Nonostante la lotta per la maglia gialla fosse finita mercoledì sul Col de Loze, la 20a tappa offriva comunque molti aspetti interessanti rappresentando l’ultima chiamata sia per gli uomini di classifica intenzionati a salire sul podio o ad entrare nei primi 10 sia per gli scalatori vogliosi di giocarsi la vittoria di tappa. Una frazione corta ma con tantissimo dislivello quella che vedeva la partenza da Belfort e arrivo a Le Markstein dopo 133,5 km di salite e discese.
I primi 10 km erano gli unici pianeggiati dell’intera tappa e facevano da prologo al Ballon d’Alsace (11,5 km al 5,3%, 2a cat.) posto al km 23,5. Dopo la discesa, che conduceva al traguardo volante di Fresse-sur-Moselle (km 37), ed un breve tratto di falsopiani, iniziava il Col de la Croix de Moinats (5,2 km al 7,1%, 2a cat) posto al km 56. Poco dopo (km 64) vi era un altro gpm di 2a categoria, il Col de Grosse Pierre (3,2 km al 7,9%). Quindi una decina di chilometri di saliscendi portava all’imbocco del Col de la Schlucht (4,2 km al 5,1%, 3a cat.) a cui seguiva una lunghissima discesa che portava a Munster (-36,5) doveva iniziava la penultima salita di giornata, il duro Petit Ballon (9,3 km al 8,1%) la cui vetta era posta ai -25. Un ultima discesa precedeva la salita finale, il Col du Platzerwasel (7,1 km al 8,3%), ultima ascesa del Tour de France 2023. Dalla cima al traguardo di Le Markstein mancavano 8500 m di saliscendi.

Appena abbassata la bandierina che indicava il via ufficiale, è arrivato l’attacco degli uomini della Lotto-Dstny con Jasper De Buyst e lo scatenato Vcitor Campenaerts intenzionati ad avvantaggiarsi nei primi 10 km tutti pianeggianti. La coppia belga è immediatamente riuscita a prendere un piccolo margine, arrivando a 45″ al km 10, ovvero proprio all’imbocco della prima salita di giornata, il Ballon d’Alsace. Dopo un chilometro d’ascesa, in testa al gruppo sono ricominciate le ostilità con i corridori della TotalEnergies particolarmente attivi e un Giulio Ciccone (Lidl-Trek) sempre a ruota e intenzionto a controllare gli immediati rivali per la maglia a pois. L’andatura è aumentata anche grazie al ritmo imposto da Matteo Trentin, chiaro segnale delle intenzioni dell’UAE Team Emirates. Come conseguenza il gap da Campenaerts, nel frattempo rimasto solo visto che De Buyst si era staccato una volta esaurito il suo lavoro, è crollato. L’ex detentore del record dell’ora è stato ripreso quanto mancavano meno di 5 km al gpm. La bagarre è così ripartita: ad un’accelerazione di Dylan Teuns (Israel-Premier Tech) ha subito risposto il duo della Lidl formato da Mattias Skjelmose e Giulio Ciccone, ma anche in questo caso il gruppo (o quel che ne rimaneva) è rimasto compatto. Il grande lavoro di un altro uomo Lidl, ovvero l’ex-campione del mondo Mads Pedersen, ha poi condotto il gruppo maglia gialla allo scollinamento come se si trattasse di un traguardo volante. Ciccone ha agevolmente vinto lo sprint gudagnando altri 5 punti su Felix Gall (Ag2r Citroen Team) che invece non si è interessato alla volata.

Lungo la successiva discesa ci sono stati diversi tentativi di allungo che hanno visto tra i protagonisti tra gli altri anche Julian Alaphilippe (Soudal-Quick Step) e Mathieu Van der Poel (Alpecin-Deceuninck). L’evento più importante è stata però la caduta di Carlos Rodriguez (Ineos Grenadiers), 4° in classifica, avvenuto intorno ai -100. L’iberico, atteso dal connazionale e compagno di squadra Omar Fraile, è ripartito rapidamente nonostante le escoriazioni al braccio e soprattutto al sopracciglio sinistro. Il gruppo maglia gialla nel frattempo si era frantumato lungo la discesa probabilmente anche a causa della caduta dello spagnolo. Davanti si sono ritrovati in una ventina e tra questi vi erano la maglia gialla di Vingegaard, Thomas Pidcock (Ineos Grenadiers), Mikel Landa (Bahrain-Vicotorius) e poi i già citati Ciccone, Alaphilippe, Van der Poel e Skjelmose. Dietro, staccato di una ventina di secondi, vi era invece il gruppo principale tirato a tutta dagli uomini della UAE Team Emirates. Carlos Rodriguez inseguiva ad oltre un minuto di ritardo sempre in compagnia di Fraile.
La situazione si è ricomposta ai -90: il gruppo di testa si è man mano sfaldato vista la presenza ingombrante di Vingegaard, che si è fatto poi riassorbire dal gruppo principale. Nel frattempo Carlos Rodriguez era riuscito a rientrare sul plotone. Davanti sono così rimasti in 15: Mathieu Van der Poel (Alpecin-Deceuninck) Mikel Landa (Bahrain-Victorius), Ion Izagirre e Axel Zingle (Cofidis), Neilson Powless (EF Education-EasyPost), Stefan Kung (Groupama-FDJ), Thomas Pidcock (Ineos Grenadiers), Krists Neilands (Israel-Premier Tech), Giulio Ciccone, Mattias Skjelmose e Mads Pedersen (Lidl-Trek), Maxim Van Gils (Lotto-Dstny), Julian Alaphilippe (Soudal-Quick Step), Warren Barguil (Team Arkea-Samsic) e Mathieu Burgaudeau (TotalEnergies).

La Bora-Hansgrohe non era però intenzionata a lasciare spazio ai fuggitivi e ha imboccato la seconda salita di giornata ad andatura sostenuta spingendo i fuggitivi a fare lo stesso al fine di non essere ripresi. Il ritmo alto imposto da Skjelmose ha di ovviamente frantumato il drappello di testa riducendolo ad appena 6 corridori: Ciccone, Skjelmose, Pidcock, Neilands, Barguil e Van Gils. Ciccone è così passato per primo anche sul 2° gpm di giornata, il Col de la Croix de Moinats, regolando senza problemi i 5 compagni d’avventura. Kung e Izagirre sono transitati a poco più di 20″ dai 6 battistrada e con il gruppo maglia gialla alle calcagna (30″). Al termine della discesa, grazie ad un’azione orchestrata dalla Groupama, sui due inseguitori sono rientrati Valentin Madouas e Thibaut Pinot (Groupama-FDJ), Rigoberto Uran (EF Education-EasyPost), Chris Harper (Team Jayco-Alula) e Kevin Vermaerke (Team DSM-Firmenich). A questo punto Kung si è sacrificato per i due compagni di squadra, cercando di ridurre il gap dal sestetto di testa. Ai -70 il drappello dei fuggitivi aveva un vantaggio di 25″ sugli inseguitori (da cui aveva già perso contatto Kung che aveva esaurito il suo compito) e di 1′ sul gruppo maglia gialla tirato dalla UAE.
Lungo le rampe del 3° gpm, il Col de Grosse Pierre, Pinot ha accelerato rientrando sui battistrada (da cui aveva perso contatto Neilands) proprio in vista dello scollinamento (-68.6) che, neanche dirlo, ha visto transitare per primo nuovamente Ciccone. Dietro all’abruzzese sono passati nell’ordine Skjelmose, Barguil, Van Gils, Pidcock e Pinot. Staccato di un decina di secondi Harper, che è poi rientrato nel successivo tratto di saliscendi, mentre gli altri inseguitori sono transitati a quasi mezzo minuto. Gruppo sempre tirato dai corridori della UAE ad 1 minuto.

Di lì a poco (ai -63) sul gruppetto di testa sono rientrati anche Vermaerke, Madouas e Uran andando a formare un drappello di 10 battistrada a cui però il gruppo, distanziato di 55″, non aveva nessuna intenzione di lasciare spazio. La situazione è rimasta praticamente inalterata nei successivi chilometri che hanno condotto i corridori al 4° gran premio della montagna, quello del Col del La Schlucht (3a categoria) posto ai -54. Ciccone ha ovviamente anticipato i 9 compagni di fuga sancendo la matematica vittoria della maglia a pois. Il gruppo maglia gialla trainato da Mikkel Bjerg e Marc Soler (UAE Team Emirtes) è invece passato a 1′18″.
La discesa che ne seguiva non ha mutato la situazione: i 10 fuggitivi hanno imoccato il Petit Ballon (9,3 km al 8,1%) con 1′20″ sul plotone. Lungo le prime rampe, le più dure dell’intera salita, il dappello di testa si è letteralmente disintegrato. Nel giro di poche centinaia di metri in testa sono rimasti solo Pidcock, Pinot, Madouas, Ciccone e Barguil. E’ stato in particolare il ritmo imposto dal corridore di casa a fare la differenza. Harper, inizialmente staccato, si è man mano riavvicinato ai 5 di testa, per poi rientrare quando mancavano 7,3 km allo scollinamento. Vanmaerke invece continuava ad inseguire a circa mezzo minuto, mentre Uran, Van Gils e Skjelmose erano già stati ripresi dal gruppo, ora distante appena 1 minuto. A 6 km dalla vetta Pinot è andato via tutto solo piazzando un’accelerazione molto violenta. Il francese ha rapidamente guadagnato una quindicina di secondi su Pidcock, Barguil e Harper, lanciandosi alla ricerca di una difficilissima impresa in solitaria proprio nel giorno in cui il Tour giungeva nella sua terra d’origine. Ai 2,5 dalla vetta Harper si è staccato da Barguil e Pidcock che pagavano circa 20″ da Pinot. L’australiano è poi rientrato nel corso dell’ultimo chilometro di salita. Ciccone invece era già stato ripreso dal gruppo. Pinot ha incrementato il suo vantaggio spinto dal calore del suo pubblico e dei suoi tifosi transitanto al gpm con mezzo minuto su Pidcock, Barguil ed Harper. Il gruppo, tirato da Wilco Kelderman (Jumboò-Visma) ed ormai in procinto di riprendere Madouas, è invece giunto al gpm con 1′20″.

Lungo la discesa la situazione è rimasta pressocchè inalterata: giunti a Sondernach, dove finiva la discesa ed iniziava il Col du Platzerwasel, Pinot manteneva circa 20″ sui tre inseguitori e 1′15″ sul drappello maglia gialla da cui mancava però David Gaudu (Groupama-FDJ) scivolato in una curva mentre provava a prendere qualcosa dal taschino posteriore. Appena iniziata la salita, Harper ha perso nuovamente le ruote di Pidcock e Barguil che invece si stavano pericolosamente avvicinando a Pinot. Dietro intanto, le maglie della UAE, con Rafal Majka in testa, avevano ripreso le redini del gruppo maglia gialla finchè, quando mancavano 5,3 km alla vetta, il capitano Tadej Pogacar ha piazzato uno scatto devastante al quale solo il solito Jonas Vingegaard è riuscito a resistere. In men che non si dica il duo ha fatto il vuoto riavvicinandosi repentinamente ai battistrada. Una volta resosi conto che non avrebbe staccato il danese, Pogacar si è voltato verso il rivale. Ne è venuto fuori un evidentissimo rallentamento che ha facilitato il rientro di Felix Gall (Ag2r Citroen Team) il quale si è immediatamente posto in testa al terzetto a tirare. Ai 4,5 dalla vetta Pinot è stato ripreso da Pidcock e Barguil. Dietro di loro, distanziati di una decina di secondi vi erano Gall, Vingegaard e Pogacar, mentre il gruppetto di Adam Yates (UAE Team Emirates), Simon Yates (Team Jayco-Alula), Carlos Rodriguez (Ineos Grenadiers) e Pello Bilbao (Bahrain-Victorius) navigava a circa 25″ dalla maglia gialla. Ai -4 i tre battitrada sono stati inevitabilmente ripresi da Gall, Vingegaard e Pogacar. Poi, nel giro di poche decine di metri prima Pinot, poi Barguil e infine Pidcock hanno perso le ruote dei 3 battistrada. Dietro invece sono stati i due gemelli Yates a muoversi: prima Simon e poi Adam sono scattati dal gruppetto degli inseguitori lanciandosi all’inseguimento dei primi 3. Gall, Pogacar e Vingegaard a quel punto si sono lasciati andare a qualche tatticismo di troppo e così i due gemelli che nel frattempo si erano ricongiunti, si sono notevolmente avvicinati. Al gpm il trio di testa vantava una decina di secondi su Adam e Simon Yates e circa 40″ su Barguil, Pinot e Bilbao.

I due Yates sono rientrati sul trio di testa ai poco dopo (-5), al culmine dell’ultimo strappetto. Una volta arrivato davanti, Adam Yates si è messo subito in testa a tirare col duplice obiettivo di guadagnare su Carlos Rodriguez e di favorire uno sprint ristretto vista la presenza di Pogacar. Bilbao, Barguil e Pinot pagavano ancora 30″ e sembravano a quel punto irrimediabilmente tagliati fuori dalla lotta per la tappa. Ai -3 Simon Yates ha provato a sorprendere gli avversari ma è stato subito rintuzzato da Pogacar e così l’altro Yates è tornto a fare il ritmo. Si è così giunti all’ultimo chilometro con Adam Yates davanti a Pogacar, Vingegaard, Gall e Simon Yates. Adam ha tirato fino ai 300 metri, a quel punto Vingegaard ha provato l’anticipo infilando Yates all’interno della curva. Pogacar, avvertito il pericolo, si è lanciato dall’altro lato, ha rimontato il rivale danese e infine l’ha passato cogliendo una vittoria importantissima per il morale dopo le debacle degli scorsi giorni. Vingegaard chiude terzo, dietro anche ad un bravissimo Felix Gall, e davanti ad Adam Yates. Simon giunge 5° a 7″, mentre con 33″ di ritardo arrivano Barguil, Pinot e Bilbao. 9° a 50″ un ottimo Tobias Hallan Johannessen (Uno-X Pro Cycling Team) che precede Rafal Majka e Jai Hindley (Bora-Hansgrohe). Poco più dietro (a 52″) giunge un esausto Carlos Rodriguez.

La classifica generale, che con ogni probabilità non subirà mutazioni nella passerella conclusiva di Parigi, vede Jonas Vingegaard nettamente in testa e ormai prossimo a festeggiare la sua seconda vittoria consecutiva. Chiude secondo, staccato di ben 7′29″ ma comunque grande protagonista, un Tadej Pogacar che per oltre 2 settimane ha saputo contendere la maglia gialla al rivale danese. Terzo gradino del podio per un altro uomo UAE, Adam Yates (10′56″ il suo ritardo) giunto al primo podio in carriera in un GT a 31 anni. Dietro di lui il gemello Simon (a 12′23″) è riuscito in extremis a scavalcare un comunque ottimo Carlos Rodriguez (12′57″) che all’esordio assoluto e a soli 22 anni è comunque riuscito ad ottenere un’ottima 5a posizione finale. Sesta piazza per l’altro iberico Pello Bilbao (a 13′27″) all’ennesima top ten (già la quinta tra Giro e Tour) in carriera nei grandi giri. Chiude un pò in calando Jai Hindley (Bora-Hansgrohe) che termina 7° con un ritardo di 14′44″ dopo essere stato in lizza per il podio nei primi 12 giorni. Chi invece ha chiuso in crescendo è il giovane (classe 99) Felix Gall, autore di una terza settimana d’altissimo livello condita da una vittoria di tappa e l’8a posizione finale a 16′09″. Chiudono la top ten i francesi David Gaudu, 9° a 23′08″, e Guillaume Martin (Cofidis), 10° a 26′30″.

Pierpaolo Gnisci

Pogacar rinasce a Le Markstein (fonte: Getty Images)

Pogacar rinasce a Le Markstein (fonte: Getty Images)

« Pagina precedentePagina successiva »