OIER LAKZANO VINCE DOPO UNA FUGA DI NOVE UOMINI LA QUARTA TAPPA DELLA VUELTA A BURGOS
Oier Lakzano in forza alla Movistar vince la quarta tappa della Vuelta Burgos 2023 caratterizzata da una fuga da lontano, il giovane spagnolo Santiago Buitrago (Bahrain Victorious) e Raul Garcia Pierna (Equipo Kern Pharma). Il gruppo dei migliori è arrivato dopo meno di un minuto in cui Primoz Roglic (Jumbo-Visma) controlla e mantiene il simbolo del primato.
Frazione che strizza l’occhio ai cacciatori di tappe oggi alla Vuelta a Burgos 2023 con la prima salita posta ad inizio tappa che offre subito la possibilità di alcuni scatti in testa al gruppo. A provare un allungo sono nove uomini, abbiamo: Jay Vine (UAE Team Emirates), Santiago Buitrago (Bahrain Victorious), Oier Lazkano (Movistar), Raul Garcia Pierna (Equipo Kern Pharma), Joan Bou (Euskaltel-Euskadi), Matteo Fabbro (Bora-hansgrohe), Gianluca Brambilla (Q36.5 Pro Cycling Team), Harold Martin Lopez (Astana Qazaqstan Team) e Jonathan Caicedo (EF Education-EasyPost), tutti lontano in classifica generale. Situazione che sta bene alla Jumbo-Visma, gli uomini di Roglic lasciano un vantaggio massimo di cinque minuti. In testa tutti ottimi scalatori che affrontano la successiva di Portillo de Busto con iun vantaggio sceso a poco più di 3’. Nonostante il recupero degli Jumbo Visma la situazione di gara a 30 chilometri dalla conclusione pende a favore della fuga, sensazione confermata dal vantaggio stbilizzatosi a poco più di 3’. L’ultima salita verso Pradoluengo propone pendenze molto semplici solo nell’utimo chilometro le pendenze a doppia cifra ed è proprio qui che iniziano gli scatti tra i nove al comndo della corsa, a rompere gli indugi è Brambilla, l’italiano è ripreso grazie a Buitrago che porta tutti sotto. Il secondo scatto a 500 metri dal traguardo, è di Bou, con Lazkano questa volta che v a chiudere ed allunga in testa, il solo Buitrago sembra poter riprendere lo spagnolo ma la sua reazione non dà i frutti sperati, lo spagnolo della Movistar infatti va prendersi il successo di tappa proprio su Santiago Buitrago (Bahrain Victorious) terzo Raul Garcia Pierna (Equipo Kern Pharma) via via tutti gli altri componenti della fuga. Il gruppo dei migliori taglia il traguardo con 58″ di ritardo. In classifica genrale nelle posizioni che contano non cambia niente con Primoz Roglic che conserva 33″ di vantaggio su Aleksandr Vlasov (Bora-hansgrohe) e 38″ su Adam Yates (UAE Team Emirates). Domani quinta ed ultima tappa con l’atteso arrivo in salita di Lagunas de Neila.
Antonio Scarfone
ARCTIC RACE, VOLATA VINCENTE DI DAINESE NELLA PRIMA TAPPA
Si apre con un successo italiano la 10a edizione dell’Arctic Race of Norway. A tagliare per primo il traguardo di Alta è stato Alberto Dainese (Team DSM-Firmenich) che si è imposto nettamente al termine di una volata in leggera salita. Il corridore padovano, che nelle prossime stagioni vestirà la maglia nera e rossa della Tudor, torna così al successo dopo un anno e tre mesi dalla vittoria nella tappa di Reggio Emilia del Giro 2022. Alle sue spalle il giovanissimo britannico Noah Hobbs (Equipe Continentale Groupama-FDJ) e Clement Champoussin (Team Arkea-Samsic). Dainese guida ovviamente anche la classifica generale con 4″ di vantaggio su Hobbs e un altro corridore del team di sviluppo della Groupama, il neozelandese Lewis Bower.
La frazione d’apertura della corsa norvegese, 171 km da Kautokeino ad Alta, presentava una parte iniziale completamente pianeggiante ed un finale in circuito (da ripetere 2 volte) caratterizzato dallo strappo del Bossekop Summit (1,7 km al 4,1%) e da un arrivo in leggera salita (1,3 km al 3,2%).
La tappa è stata animata dalla classica fuga del mattino composta da Benjamin Perry (Human Powered Health), Lewis Bower e Trym Brennsæter (Equipe Continental Groupama-FDJ), Johan Ravnøy (Team Coop Repsol), Fergus Browning (Trinity Racing) e Torbjørn Andre Røed (nazionale norvegese). La loro azione si è esaurita ai -16, ovvero poco prima dell’ultimo giro del circuito. Ciò ha consentito ad alcuni dei favoriti per la conquista della classifica finale di giocarsi gli abbuoni posti sul penultimo passaggio sul traguardo. Il più bravo è stato il corridore di casa Tobias Halland Johannessen (Uno-X Pro Cycling) che ha guadagnato 3″ battendo Stephen Williams (Israel-Premier Tech) e Cristian Scaroni (Astana Qazaqstan Team). Il gruppo si è così presentato praticamente compatto all’ultimo passaggio dul Bossekop Summit (-10). Proprio lungo l’ultimo strappo diversi corridori hanno provato ad evadere dal gruppo alla ricerca di una difficile azione che consentisse di evitare la volata. L’unico in grado di andarsene è stato il sudafricano Daryl Impey (Israel-PremierTech), abile a cogliere il momento giusto e a scappare in solitaria. Il corridore sudafricano ha raggiunto un vantaggio di oltre 20″ intorno ai -5, ma si è dovuto successivamente arrendere al ritorno del gruppo tirato dagli uomini del Team DSM-Firmeniche e del Team Jayco-Alula.
Si è così giunti all’inevitabile epilogo allo sprint. Hobbs ha provato ad anticipare, sfruttando il rettilineo in leggera salita, ma Dainese è riuscito facilmente a saltarlo imponendosi in modo piuttosto netto sul traguardo di Alta. Il giovane britannico (classe 2004) che milita per la formazione giovanile della Groupama ha chiuso al secondo posto precedendo un ottimo Clement Champoussin (Team Arkea-Samsic) che si candida così come uno dei favoriti per la vittoria finale. Seguono gli spagnoli Marc Brustenga (Trek-Segafredo) e Antonio Angulo (Burgos-BH). La classifica generale vede ovviamente in testa Dainese, con 4″ di vantaggio su Hobbs e sul neozelandese (anche lui classe 2004) Lewis Bower che aveva fatto il pieno di abbuoni nei primi due traguardi volanti di giornata. Quindi troviamo Champoussin a 6″ e Johannessen a 7″.
Oggi seconda tappa con partenza da Alta e arrivo a Hammerfest dopo 153,4 km. Il percorso non sarà particolarmente complicato, ma presenterà un finale insidioso con un ultimo km al 6%.
Pierpaolo Gnisci
ROGLIC METTE LE COSE IN CHIARO. TAPPA E MAGLIA A VILLARCAYO
Nella terza tappa della Volta a Burgos, Primoz Roglic (Team Jumbo Visma) vince la difficile tappa con arrivo a Virrarcayo e con la precedente scalata al Picon Blanco e si insedia al primo posto della classifica generale, che sembra ormai ipotecata avendo oltre 30 secondi di vantaggio su Aleksandr Vlason (Team BORA HAnsgrohe), secondo.
Dopo la prima tappa per velocisti con la vittoria di Juan Sebastian Molano (UAE Team Emirates) e la cronometro di ieri che ha visto prevalere la Jumbo Visma con conseguente cambio al vertice della classifica generale comandata ora da Attila Valter, la terza tappa della Volta a Burgos può già dire molto sui veri aspiranti alla vittoria finale. Infatti nei 183 km da Sargentes de la Lora a Villarcayo sono presenti ben sei gpm, con il temibile Picon Blanco – salita hors categorie di 8 km ad oltre il 9% di pendenza media – che svetta ad una quarantina di km dalla conclusione. Il gruppo restava compatto nei primi km di corsa e Xabier Berasategi (Team Euskaltel Euskadi) conquistava il primo gpm di giornata dell’Alto de la Mota posto dopo 19 km. Lo spagnolo allungava insieme ad altri otto ciclisti, ovvero Matteo Fabbro e Lennard Kamna (Team Bora Hansgrohe), Jaakko Hanninen e Larry Warbasse (Team AG2R Citroen), Jesus Ezquerra (Team Burgos BH), Raul Garcia Pierna (Team Kern Pharma), Matt Bais (Team EOLO Kometa) e Filippo Conca (Q36.5 Pro Cycling Team). Berasategi si aggiudicava anche il secondo gpm scollinando in prima posizione sull’Alto Escaleron posto al km 38.4. Dopo una settantina di km il vantaggio della fuga sul gruppo inseguitore, tirato dal Team Jumbo Visma, era di circa 2 minuti. Berasategi scollinava ancora in prima posizione sul successivo Alto de la Eme posto al km 58.1. A 100 km dalla conclusione il vantaggio della fuga era salito a 2 minuti e 45 secondi. Berasategi scollinava in prima posizione sull’Alto Retuerta, quarto dei sei gpm in programma oggi posto al km 119. Il gruppo prendeva a forte andatura il Picon Blanco e il vantaggio dei fuggitivi crollava rapidamente. Ripresa definitivamente la fuga, il gruppo dei migliori si riduceva a sua volta e i più in palla sembravano Primoz Roglic (Team Jumbo Visma) ed Adam Yates (UAE Team Emirates). Era lo sloveno a scollinare per primo davanti al britannico. Yates si rifaceva poco dopo aggiudicandosi il traguardo volante di Gayangos posto al km 174 e facendo suoi i tre secondi d’abbuono. A Roglic e Yates si univano Aleksandr Vlasov (Team Bora Hansgrohe) e Damien Howson (Q36.5 Pro Cycling Team). Erano questi quattro ciclisti a giocarsi la vittoria di tappa con Roglic che sprintava con i tempi giusti e vinceva davanti a Vlasov e Yates, mentre Howson era quarto. In quinta posizione Javier Romo (Team Astana Qazaqstan) regolava il gruppetto dei ritardatari a 1 minuto e 7 secondi di ritardo da Roglic. Lo sloveno balza così al comando in classifica generale con 34 secondi di vantaggio su Vlasov e 40 secondi di vantaggio su Yates. Domani è in programma la quarta tappa da Santa Gadea del Cid a Pradoluengo di 157 km. Sono in tutto tre i gpm da affrontare, nessuno dei quali proibitivo ma visto che l’arrivo è situato proprio su uno di questi tre, ovvero la salita conclusiva di Acebel-Vizcarra di 2.1 km al 4.9%, ci potrebbe essere qualche schermaglia tra gli uomini di classifica.
Antonio Scarfone
LA JUMBO VISMA DOMINA LA CRONOSQUADRE DELLA VUELTA A BURGOS
La cronosquadre della Vuelta a Burgos 2023 è dominata dalla Jumbo Visma che ferma il tempo a 14’:38” per coprire i 13 chilometri previsti ed ad essere gli unici a sforare i 53 Km/h di media, alle loro spalle chiudono i Movistar secondi, terzi infine i Bora-hansgrohe.
E’ la Jumbo-Visma a vincere la cronosquadre della Vuelta a Burgos 2023, il team neederlandese trionfa a Poza de la Sal imponendo il proprio strapotere con ben 53,713 Km/h di media, secondi arrivano i Moviostar a 19”, mentre terzi chiudono i Bora-hansgrohe a 30”, seguono i Bahrain – Victorious a 31” e gli uomini della UAE Team Emirates a 34”, via via tutte le altre formazioni con distacchi ben più pesanti a partire dalla EF Education-EasyPost con 42”. In virtù della prova contro il tempo, e visto il miglior piazzamento rispetto al proprio capitano, balza in testa alla classifica generale Attila Valter, seguito dai compagni di squadra della Jumbo che hanno chiuso la prova, quindi secondo Jan Tratnik, terzo Koen Bouwman, quarto Primoz Roglic tutti allo stesso tempo. Tra gli uomini di classifica in classifica generale troviamo, con i tempi presi oggi, Einer Augusto Rubio (Movistar) a 19”, Aleksandr Vlasov (Bora-hansgrohe) a 30”, Santiago Buitrago (Bahrain – Victorious) a 31” ed Adam Yates (UAE Team Emirates) a 34”. Domani terza tappa con la frazione che vede l’arrivo di Villarcayo caratterizzato dalla salita HC ddel Picon Blanco a circa 30 Km dall’arrivo.
Antonio Scarfone
MOLANO SFRECCIA NELLA VUELTA A BURGOS
Juan Sebastián Molano (UAE Team Emirates) fa sua in volata la tappa di apertura della Vuelta a Burgos 2023, il colombiano è il più forte in volata e devono così solo accontentarsi dele posizioni di rincalzo Ivan Garcia Cortina (Movistar) e Edoardo Affini (Jumbo-Visma) rispettivanete secondo e terzo.
La Vuelta a Burgos 2023 offre una prima tappa d’apertura dedicata alle ruote veloci l’unica per l’esattezza e quindi occasione ghiotta per i velocisti presenti, da Villalba de Duero a Burgos la frazione vede una fuga di giornata con dentro Angel Fuentes (Burgos-BH), Mattia Bais (Eolo-Kometa), Josu Extebarria (Caja Rural-Seguros RGA), Xavier Berasategi (Euskaltel-Euskadi) e José Maria Garcia (Electro Hiper Europa) mentre dietro è la UAE Team Emirates a mettersi in testa al gruppo. La tappa senza particolari difficoltà altimetriche si “accende” soltanto in vista del GPM di terza categoria posto a 24 chilometri dall’arrivo, qui a piazzare un allungo è Berasategi che prendi i punti per la speciale classifica, lo spagnolo viene raggiunto da Bais che scatta e resta da solo al comando della corsa mentre i compagni di fuga vengono ripresi dal gruppo che non ha mai concesso spazio, troppo ghiotto il finale di tappa per gli uomini veloci. Mattia Bais riesce a tenere la testa della corsa fino ai meno 15 chilometri da Burgos, ripreso dal gruppo le squadre dei velocisti iniziano a lottare in testa per tenere davanti il proprio uomo destinato a provare la volata.Un nuovo sussulto alla corsa viene dato da Lennard Kämna (Bora-hansgrohe) che, nonostante l’alta velocità del gruppo, prova ad andarsene tutto solo quando mancano 9 chilometri all’arrivo. Il gruppo riprende il tedesco ai meno 3 dalla conclusione, poco dopo nel rettilineo di arrivo tra i velocisti presenti è Juan Sebastián Molano (UAE Team Emirates) ad avere la progressione migliore andando così a vincere la frazione inaugurale della breve corsa a tappa spagnola; si piazzano secondo e terzo Ivan Garcia Cortina (Movistar) e Edoardo Affini (Jumbo-Visma). Molano in virtù del successo odierno si porta al comando della classifica generale. Domani seconda frazione con la cronometro di 16 Km che porta a Poza de la Sal.
Antonio Scarfone
LOTTE CONTRO TUTTE, LA KOPECKY INCORONATA CAMPIONESSA DEL MONDO
Successo belga nella prova su strada donne elite. Lotte Kopecky ha affrontato la prova odierna con il giusto cipiglio e, nonostante l’intero plotone le abbia provate tutte per metterla in difficoltà, la migliore è stata lei. Seconda piazza per Demi Vollering, terza Cecilie Uttrup Ludwig. Sfortunata prova per Annemiek van Vleuten, al suo addio al ciclismo, che ha chiuso ottava.
Lotte Kopecky, un nome una garanzia. Se qualcuno avesse avuto ancora dei dubbi sulle capacità di questa atleta, oggi sono stati decisamente fugati. In una prova in cui tutte hanno corso per metterla in difficoltà, la belga ha tenuto sempre testa a tutte, adattandosi velocemente ad ogni situazione di gara. Anche l’equipe azzurra ha tenuto bene in questa condotta di gara, ma nel momento clou l’Italia è uscita dai giochi e la Kopecky ha preso in mano la situazione, relegando tutte le avversarie a ruoli da comprimarie.
La corsa si è decisamente accesa con l’entrata nel circuito finale, quando il plotone ha annullato la fuga di Mischa Bredewold (Paesi Bassi), Sanne Cant (Belgio), Elise Chabbey (Svizzera), Elizabeth Deignan (Gran Bretagna), Juliette Labous (Francia), Ashleigh Moolman (Sudafrica) e Kata Blanka Vas (Ungheria). A complicare le cose ci si sono messe di mezzo anche alcune cadute che hanno spezzettato il plotone. La situazione è stata interpretata come “manna caduta dal cielo” dall’elvetica Chabbey, che ha lasciato la compagnia e ha raggiunto un vantaggio superiore al minuto e mezzo.
L’inseguimento alla fuggitiva è stato acceso soprattutto dalla campionessa del mondo uscente Annemiek van Vleuten, al suo addio alle corse e già vittima di una caduta. All’olandese si sono accodate Demi Vollering (Olanda), la Kopecky, la Deignan, Marlen Reusser (Svizzera), Cecilie Uttrup Ludwig (Danimarca) e Christina Schweinberger (Austria).
Il ricongiungimento è avvenuto in occasione del suono della campana che annunciava l’ultimo giro. La belga comincia a forzare i tempi per arrivare da sola, mentre la Van Vleuten è vittima di un inconveniente meccanico, triste dei passaggi del testimone. Così si va verso il successo finale per la Kopecky, che si sbarazza con tattica, tecnica e mestiere delle avversarie, mentre l’olandese dovee abbandonare la testa della corsa, riuscendo comunque a terminare la corsa in ottava posizione.
La seconda piazza è andata alla Vollering che ha preceduto sul traguardo l’ultima ad aver provatoovato nei chilometri finali a tener testa alla belga, ovvero la danese Ludwig. La migliore delle italiane è stata Silvia Persico, dodicesima con un ritardo di 4′34″.
Mario Prato
ALLEZ LE BLEUE… AXEL LAURANCE CAMPIONE DEL MONDO UNDER23
Successo francese nella prova mondiale degli Under23. Con un po’ di sana follia giovanile Axel Laurance è il nuovo Campione del Mondo di categoria. Seguono il portoghese António Morgado, secondo, davanti allo slovacco Martin Svrček. Quinto un orgoglioso Lorenzo Milesi, che ha sperato fino all’ultimo di fare doppietta. Sfortuna per gli altri componenti la pattuglia azzurra, vittime di cadute o incidenti meccanici.
Pioggia, cadute e inconvenienti meccanici. Ecco il “poco” leit motive della prova degli Under 23. L’acquazzone che ha investito il plotone nelle prime fasi di gara ha sicuramente condizionato la prova. Questo non deve però incidere sul più che meritato successo del francese Axel Laurance, già nell’orbita della Alpecin-Deceuninck.
La corsa odierna, pioggia e cadute a parte, è stata caratterizzata dalla fuga che comprendeva, oltre al francese neo campione del mondo e il nostro Lorenzo Milesi, il francese Antoine Huby, il britannico Jack Rootkin-Gray, il tedesco Moritz Kretschy, il norvegese Trym Brennsaeter, lo statunitense Brody Mcdonald e l’australiano Alastair Mackellar. Il plotone ha provato a inseguire, ma il tracciato molto tecnico e il fondo stradale bagnato non hanno certo facilitato la procedura. Prova ne è stata le numerose cadute, che tra l’altro hanno spento l’entusiasmo e le intenzioni anche degli italiani Dario Igor Belletta e Francesco Busatto, quest’ultimo partito con i gradi di capitano.
La difficoltà del tracciato non ha reso le cose difficili non solo agli inseguitori, ma anche ai battistrada (caduta di Huby), che con il passare del tempo si disunivano e si ricompattavano in continuo.
L’azione decisiva è stata quella portata da Laurance quando mancavano due giri al termine. Alle sue spalle il continuo disgregarsi e ricompattarsi è continuato. L’avvicinarsi del traguardo ha fatto si che anche l’inseguimento al francese prendesse la sua reale connotazione. Tra gli altri molto attivo è risultato Milesi, che spesso si è preso sulle spalle l’intero onere del lavoro d’inseguimento, che però non ha portato gli esiti sperati. Lo sforzo in solitaria di Laurance è stato così premiato, anche se per l’inezia di 2 secondi. Cosa che invece non è successa a Milesi, che nonostante lo sforzo profuso si è piazzato solo quinto alle spalle del portoghese António Morgado, dello slovacco Martin Svrček e di Rootkin-Gray, che lo hanno preceduto sul traguardo.
Mario Prato
EVENEPOEL SEMPRE PIU’ FENOMENO. E’ SUO L’ORO NELLA CRONOMETRO DEI MONDIALI 2023
Dopo un inizio ‘tranquillo’, Remco apre il gas nelle seconda parte del tracciato di Stirling e vince con 12 secondi di vantaggio su un comunque valido Filippo Ganna che ritorna sul podio mondiale dopo un anno di assenza. Medaglia di bronzo per Joshua Tarling, diciannovenne britannico di cui sentiremo parlare molto
Ai Mondiali di ciclismo su strada oggi era il giorno della prova a cronometro uomini elite e dopo l’exploit di Tobias Foss dello scorso Settembre in Australia appassionati e addetti ai lavori si chiedevano se in Scozia avrebbe vinto un altro outsider oppure se sarebbero emersi i reali rapporti di forza anche in considerazione della distanza più ‘da cronometro’. Infatti i 47.8 km del percorso di Stirling rappresentavano una distanza sicuramente più consona agli specialisti del tic tac, anche se erano nascosti degli insidiosi trabocchetti, come dei rettilinei non completamente pianeggianti e soprattutto gli ultimi 800 metri in costante salita che portano al castello della località scozzese e che sono anche in pavè. La lotta per la medaglia d’oro si è consumata proprio alla fine, con Filippo Ganna che partiva circa 6 minuti prima di remco Evenepoel. L’italiano faceva segnare il miglior tempo al primo rilevamento cronometrico, facendo meglio di quasi 5 secondi sul belga, che però nei tratti più favorevoli a lui, ovvero tra il secondo intertempo e l’arrivo finale, ribaltava la situazione a suo favore chiudendo con il tempo di 55 minuti e 19 secondi, 12 secondi meglio di Ganna che doveva accontentarsi della medaglia d’argento. Sorprendentemente terzo ma non troppo era il britannico Joshua Tarling a 48 secondi di ritardo da Evenepoel, che dopo aver vinto i campionati nazionali inglesi della specialità promette di essere, a 20 anni non ancora compiuti, il volto nuovo e vincente della cronometro per i prossimi 10 anni, se non di più. In quarta posizione si classificava lo statunitense Brandon McNulty che pagava 1 minuto e 27 secondi da Evenepoel. Chiudeva la top five Wout van Aert, a 1 minuto e 37 secondi di ritardo dal suo connazionale. Mattia Cattaneo era ottavo a 1 minuto e 57 secondi da Evenepoel che dopo il Mondiale su strada del 2022 colleziona un altro oro e conferma di essere un ciclista fenomenale. Tra le delusioni più evidenti è da rimarcare la prova di Tadej Pogacar, giunto evidentemente appagato ai Mondiali dopo il secondo posto del Tour ed il bronzo nella prova su strada. Lo sloveno, in evidente affanno, chiudeva in ventunesima posizione, a 3 minuti e 6 secondi di ritardo da Evenepoel, che a questo punto mette nel mirino la Vuelta a Espana che inizierà il 26 Agosto con l’ambizione di bissare il successo del 2022.
Antonio Scarfone
MILESI E DYGERT GIOIE MONDIALI
A Stirling, nelle prove a cronometro under 23 e donne elite, prima Lorenzo Milesi trionfa nella crono Under 23 riportando l’oro in Italia dopo 15 anni dall’exploit di Adriano Malori a Varese, mentre la statunitense Chloe Dygert è campionessa del mondo tra le donne
Nei 36.2 km da Stirling a Stirling (con l’arrivo in pavè sulla salitella verso il caratteristico castello che domina la cittadina inglese) l’Italia del cronometro – categoria under 23 – torna grande dopo 15 anni, quando a Varese si impose Adriano Malori. Lorenzo Milesi, dopo una prima metà con i primi due passaggi all’intertempo in cui resta alle spalle del belga Alec Segaert, apriva il gas e ribaltava il pronostico della vigilia che vedeva proprio il belga favorito. Al terzo intertempo infatti il ciclista bergamasco era davanti di tre secondi sul belga e chiudeva infine con il tempo di 43 minuti netti, mentre Segaert continuava a perdere tempo e giungeva al traguardo a 11 secondi di ritardo da Milesi. Medaglia di bronzo era l’australiano Hamish McKenzie che chiudeva con il tempo di 43 minuti e 51 secondi, a 51 secondi di ritardo da Milesi. La top five veniva completata dallo spagnolo Raul Garcia Pierna che concludeva in quarta posizione con il tempo di 43 minuti e 54 secondi e dall’irlandese Darren Rafferty, quinto con il tempo di 43 minuti e 56 secondi. L’altro ciclista italiano Bryan Olivo non faceva meglio del quarantaseiesimo posto, a 4 minuti e 16 secondi di ritardo da Milesi. Sulla stessa distanza di 36.2 km si svolgeva anche la gara delle donne elite con la statunitense Chloe Dygert che vinceva con il tempo di 46 minuti e 59 secondi. La Dygert specialmente nella prima metà del percorso poneva le basi per l’oro mondiale e nonostante una leggera flessione nella seconda metà riusciva a restare davanti all’australiana Grace Brown per 6 secondi. Bronzo era invece l’austriaca Christina Schweinberger che chiudeva a 1 minuto e 13 secondi di ritardo dalla Dygert. In quarta posizione si piazzava la britannica Anna Henderson ed in quinta posizione la francese Juloette Labous, rispettivamente a 1 minuto e 15 secondi di ritardo ed 1 minuto e 22 secondi di ritardo dalla Dygert. Male le italiane con Alessia Vigilia ventiquattresima a 3 minuti e 40 secondi di ritardo dalla Dygert e Vittoria Guazzini trentaduesima a 4 minuti e 16 secondi di ritardo dalla Dygert. Domani grande attesa per la prova a cronometro uomini elite in un percorso di 47.8 km con Tobias Foss che si rimette in discussione dopo l’inatteso oro australiano dello scorso settembre ma che dovrà fare i conti con ciclisti del calibro di Wout van Aert, Remco Evenepoel, Stefan Kung, Geraint Thomas, Remi Cavagna ed altri. Per quanto riguarda l’Italia, Filippo Ganna vuole cancellare la brutta prestazione di Wollongong – soltanto settimo nel 2022 – e tornare in zona medaglia. Oltre a Ganna l’Italia punta su Matteo Cattaneo, vincitore lo scorso 3 Agosto della cronometro individuale al Giro di Polonia e possibile outsider della prova iridata.
Antonio Scarfone
CRONOSTAFFETTA MISTA MONDIALE: ORO SVIZZERO SU FRANCIA E GERMANIA. ITALIA QUINTA
Il sestetto svizzero vince contro il tempo davanti a Francia e Germania. Italia solo quinta
Glasgow, Scozia, Regno Unito: Martedì 8 Agosto si respira ancora nell’aria l’emozione per il successo solitario di Mathieu Van Der Poel di 48 ore fa ma le corse non terminano, anzi se possibile raddoppiano in questa lunga settimana iridata: oggi è il turno della crono-staffetta mista uomini e donne.
L’Italia si presenta al via con una rosa di tutto rispetto composta da Bettiol, Cattaneo e Moro lato maschile e Paternoster, Persico e Vigilia lato femminile. Le fasi iniziali della prova azzurra sotto la guida e il ritmo del campione fiorentino promettono bene, tanto che al passaggio di consegne fra i due terzetti l’intertempo si stoppa addirittura al secondo posto parziale. Una prova opaca di Letizia Paternoster e soprattutto uno sfortunato problema meccanico di Silvia Persico però rigettano con forza le velleità di medaglia della compagine azzurra quest’oggi, relegandola al quinto posto conclusivo.
La vittoria è storia a due: Francia e Svizzera si combattono il metallo più pregiato sul filo dei secondi e alla fine saranno soltanto 7 al traguardo in favore dei rossocrociati elvetici, che possono così esultare di gioia nonostante lo spavento della caduta di Marlene Reusser: medaglia d’oro per Stefan Bisseger, Stefan Kung, Mauro Schmid, Elise Chabbey, Nicole Koller e la già citata Reusser. Chiude il podio odierno alle spalle dei delusi transalpini il sestetto tedesco con 10 secondi di vantaggio sulla squadra di “casa”, la Gran Bretagna. L’Italia pagherà uno scarto conclusivo di 1 primo e 17 secondi dall’oro e appena 26″ dal bronzo, con il piccolo rammarico per il problema meccanico che – forse – è risultato decisivo nella lotta per il podio.
Lorenzo Alessandri