RIBALTONE DEL TORO, IL TOUR DE L’AVENIR 2023 È DEL MESSICANO.
Finale con il botto al Tour de l’Avenir 2023. L’ultima tappa si è dimostrata decisiva e grazie al secondo posto odierno Isaac del Toro spodesta dalla testa della classifica lo statunitense Riccitello. Successo di tappa per Giulio Pellizzari
Si è concluso oggi con un vero e proprio colpo di scena finale il Tour de l’Avenir 2023. La corsa a tappe francese per Under23 sembrava saldamente nelle mani dello statunitense Matthew Riccitello, protagonista insieme al messicano nelle tappe precedenti. Il duello tra i due era cominciato in occasione della Méribel-Col de la Loze, sesta tappa della corsa. In quell’occasione ad imporsi sul passo recentemente affrontato al Tour dei professioinisti era stato Del Toro davanti allo statunitense. È stato, però, quest’ultimo che ha indossato la maglia di leader.
La settima giornata di gara era divisa in due semitappe, con la cronoscalata del mattino appannaggio dello statunitense e il messicano terzo. La frazione pomeridiana con arrivo al Moncenisio ha visto il messicano terminare secondo, staccato di 7” dall’irlandese Archie Ryan, mentre Riccittello si era dovuto accontentare della nona piazza a 25” dal vincitore, riuscendo a conservare la maglia di leader per 54″, un vantaggio che – come poi i fatti hanno dimostrato – non era sufficiente per far stare tranquillo lo statunitense.
L’ultima tappa, da Val-Cenis a Sainte-Foy-Tarentaise si è, infatti, sviluppata nel segno di Del Toro, che si è dimostrato molto combattivo. Un attacco ai meno 50 in compagnia dell’azzurro Giulio Pellizzari ha fatto saltare il banco. Il leader della classifica non è stato in grado di rintuzzare l’attacco e, anzi, ha pagato molto, chiudendo 12° e finendo fuori dal podio. Lo sprint a due tra gli attaccanti ha premiato l’italiano, che è salito sul secondo gradino del podio finale, mentre terzo si è piazzato un altro italiano, Davide Piiganzioli.
Si conclude così questo Tour de l’Avenir, nove tappe sempre interessanti che hanno visto i ciclisti di domani impegnarsi quotidianamente per gettare la base del loro futuro. Si era iniziato domenica scorsa con la Carnac-La Gacilly, vinta dal danese Anders Foldager davanti all’italiano Giacomo Villa e al francese Pierre Thierry. Lunedì primo cambio della guardia in classifica con l’insediamento al vertice del polacco Michał Pomorsky al termine della Nozay – Chinon, tappa vinta dal canadese Riley Pickrell davanti al polacco Radoslaw Fratczak e ai due israeliani Rotem Tene e Oded Kogut. Martedì è stata la giornata della Danimarca, la cui nazionale si è imposta nella cronosquadre Issoudun – Vatan davanti ai team francese e belga, piazzando in vetta alla classifica Carl-Frederik Bevort., il cui interregno è durato un giorno solo. Infatti, mercoledì è salito in vetta alla classifica un altro danese, Simon Dalby al termine della Aigurande – Evaux-les-Bains, tappa che ha visto la vittoria dello svizzero Fabio Christen, davanti a Del Toro e al britannico Lukas Nerurkar. Quarto l’italiano Francesco Busatto, che l’indomani ha guadagnato una posizione chiudendo terzo la tappa partita da La Tour-de-Salvagny e terminata sulle sponde del Lac d’Aiguebelette, vinta dalllo spagnolo Ivan Romeo davanti all’elvetico Jan Christen (fratello del pocanzi citato Fabio).
Con la sesta tappa e con la definitiva entrata in scena di Del Toro si è entrati nel vivo della competizione, una lotta quattro continuata fino ad oggi, con il ribaltone che ha portato il messicano in cima la classifica.
Da registrare in questi giorni di gara la buona prova degli azzurrini presenti. Oltre a Pellizzari e Piganzoli, si sono fatti notare anche i già citati Villa e Busatto, per rimanere nelle top5 delle 8 tappe. Nella cronosquadre la nazionale italiana ha chiuso decima mentre nei due ultimi giorni di gara Alessandro Pinarello ha chiuso 26°, 12° e 19°. Tutte queste prestazioni hanno permesso alla nostra nazionale di imporsi nella classifica a squadre e di posizionarsi in testa alla Nations Cup U23 2023.
Oltre alla classifica generale, il messicano Del Toro ha fatto incette anche delle Classifiche accessorie, portandosi a casa anche quella a punti, quella degli scalatori e quella dei giovanim con la ciliegina sulla torta del premio di Super Combattivo. Unico premio sfuggitogli è quello della classifica della combattività, conquistata dal britannico David Joshua Golliker.
Mario Prato
IL JUMBO NON DECOLLA, IL TEAM DSM MANDA IN ROSSO LORENZO MILESI NELLA CRONOSQUADRE DI APERTURA DELLA VUELTA
Il Team DSM Firmenich conquista la cronosquadre di apertura della Vuelta a España 2023, prova contro il tempo condizionata da una pioggia battente su Barcellona che mette in difficoltà anche le squadre più attrezzate a questo genere di esercizio. Al secondo posto per questione di centesimi si piazza la Movistar, terzi chiudono gli uomini della EF Education-EasyPost. In virtù del risultato finale Lorenzo Milesi transitato per primo all’arrivo veste la prima maglia rossa di leader.
Succede di tutto nella cronosquadre inaugurale della Vuelta a España 2023 a causa di una pioggia incessante su Barcellona, il cattivo tempo e la nuvolosità accentuata creano problemi anche di visibilità per le formazioni partite da metà gara che in pratica arrivano quasi con il buio sulla linea del traguardo. Le squadre degli uomini di classifica decidono di non correre rischi particolari, partite verso la fine fanno registrare tempi alti ad eccezione della Movistar, squadra di casa, che è l’unica ad impensierire il miglior tempo del Tem DSM Firmenich al primo intertempo migliorando il tempo del team neerlandese di 7” ma non basta perchè all’arrivo gli spagnoli arrivano un pò disuniti e pagano 55 centesimi. Stessa sorte per la Soudal Quiack Step che è terza al primo rilevamento cronometrico ma che scivola in quarta posizione all’arrivo dietro la EF Education-EasyPost, il capitano Remco Evenepoel nonostante i chiari disappunti per la “gestione della corsa” da parte degli Organizzatori, può tuttavia essere soddisfatto perchè guadagna secondi preziosi su tutti i diretti avversari, tranne da Eric Mas (Movistar) da cui perde 6”; basti pensare che la UAE Team Emirates chiude a 37”, la Jumbo Visma è lontana a 32” e la INEOS a 20”. Da domai si cambia registro, seconda frazione e prima tappa in linea con un GPM di terza categoria in prossimità dell’arrivo, tappa che già può offrire un’occasione di riscatto per chi oggi ha lasciato secondi preziosi per strada.
Antonio Scarfone
VOLATA ALLA FOGLIA D’ACERO AL TOUR DE L’AVENIR, LA SECONDA TAPPA È DEL CANADESE PICKRELL
Volata vincente del canadese Riley Pickrell nella seconda tappa del Tour de l’Avenir. Piazzati alle sue spalle nell’ordine Fratczak, Tene e Kogut. Francesco Busatto, primo italiano, ha chiuso decimo. La maglia gialla è passata sulle spalle del polacco Pomorski.
La volata attesa ieri si è concretizzata oggi, nella tappa più lunga di questa edizione del Tour de l’Avenir. Sul traguardo di Chinon si è imposto il canadese Riley Pickrell, che ha beffato sul traguardo il già festeggiante polacco Radoslaw Fratczak. A seguire gli israeliani Rotem Tene e Oded Cogut mentre Francesco Busatto, primo degli italiani, ha chiuso in decima posizione.
La tappa odierna ha visto anche il cambio della guardia in classifica generale, al cui comando si è insediato il polacco Michal Pomorski, neo maglia gialla a pari tempo con altri tre concorrenti, l’italiano Giacomo Villa, il lussemburghese Loïc Bettendorff e il francese Pierre Thierry, quartetto cheprecede di 6” una cinquantina abbondante di atleti.
Il vincitore di ieri, il danese Anders Foldager, anche oggi si è impegnato in una fuga ma stavolta non ha avuto la fortuna trovata nella prima tappa. In compagnia dello sloveno Aljaz Turk, il danese ha raggiunto un vantaggio massimo superiore ai 2’, ma è stato raggiunto prima di entrare nella fase calda della tappa e poi ha concluso la tappa con un ritardo abbondantemente superiore ai 7 minuti.
Domani la corsa entrerà nel vivo con la cronometro a squadre, che si disputerà su di un tracciato quasi completamente pianeggiante di 27 Km, tracciato tra i comuni di Vatan e Issoudun.
Mario Prato
TOUR DE L’AVENIR: FUGA VINCENTE PER FOLDAGER, CADUTA E RITIRO PER STAUNE-MITTET
Fuga vittoriosa per il danese Foldager nella tappa d’apertura del Tour de l’Avenir 2023. Caduta e conseguente ritiro per il vincitore dell’ultimo Giro Next Gen Staune-Mittet. Seconda piazza per l’italiano Villa, protagonista attivo della fuga di giornata.
Debutto a sorpresa ieri per l’edizione 2023 del Tour de l’Avenir. La corsa a tappe francese riservata agli Under23 aveva in programma la Carnac – La Gacilly di 140 km. Il successo è andato al danese Anders Foldager davanti all’italiano Giacomo Villa al francese Pierre Thierry e agli altri componenti del gruppetto che ha monopolizzato la tappa.
La fuga di giornata è nata fin dalle prime pedalate proprio dalla caparbietà del danese che poi è risultato vincitore. Alle sua azione hanno subito risposto in prima battuta l’azzurro Giacomo Villa e il lussemburghese Loïc Bettendrof. Poco dopo si sono aggiunti il francese Pierre Thierry, il polacco Michal Pomorski e l’irlandese Dean Harvey. Il sestetto, ben organizzato e compatto, ha saputo tenere a bada il plotone che, nonostante l’impegno delle nazionali tedesca e britannica prima e delle e squadre con un velocista poi, non è stato in grado di chiudere il gap.
Nelle fasi finali si deve registrare l’attacco dell’azzurro Villa, un buon tentativo che è stato neutralizzato dai suoi compagni di fuga e ha dato il via alla progressione vincente del danese Foldager.
La tappa, sicuramente molto divertente e con un finale che ha visto la classica sfida tra i fuggitivi (Davide) e il plotone (Golia), è stata un po’ messa in ombra dalla notizia che riguarda il norvegese Johannes Staune-Mittet, uno dei pronosticati della vigilia per il successo finale. Il recente vincitore del Giro Next Gen è stato, infatti, vittima di una caduta nelle prime fasi di gara e ha dovuto abbandonare la corsa.
Oggi è in programma la seconda tappa da Nozay a Chinon per 195 km. Classificata come pianneggiante dovrebbe essere l’occasione per i velocisti di recuperare l’occasione persa ieri.
Mario Prato
BEMER CYCLASSICS, NUMERO DI MADS PEDERSEN
Mads Pedersen vince la classica di Amburgo davanti a Van Poppel e Viviani.
Ventiseiesima edizione della classica di Amburgo, 205 km con partenza e arrivo nella città tedesca sull’estuario del fiume Elba.
La fuga del giorno prende il largo dopo pochi chilometri dal via ufficiale ed è composta dal terzetto Sergio Samitier (Movistar), Julian Simon (TotalEnergies) e Lars Van den Berg (Groupama-FDJ) con quest’ultimo però che perde contatto e si fa riassorbire dal plotone. Dietro il ritmo è tranquillo e permette alla neo formata coppia di sfiorare i 10 minuti di vantaggio, che inizia progressivamente a ridursi nella seconda metà di corsa per il lavoro delle squadre dei favoriti di giornata, su tutte Soudal-QuickStep e Team Jayco AlUla.
L’avventura dei battistrada finisce ai -40 dal traguardo in prossimità del secondo passaggio sul Waseberg: qui il gruppo lanciato a grande velocità si spezza in più tronconi tanto che per qualche chilometro dopo lo scollinamento si ritrovano soli al comando Quinten Hermans (Alpecin-Deceuninck), Mads Pedersen (Lidl-Trek) e Alberto Bettiol (EF Education-EasyPost). Pesci troppo grossi per essere lasciati fare con tranquillità: lo sa bene la UAE Emirates che chiude prontamente il gap e si piazza in testa a dettare il ritmo.
A 13 chilometri dalla conclusione ci prova Nils Politt (Bora – Hansgrohe) seguito a ruota da Brandon McNulty (UAE Team Emirates) e Yves Lampaert (Soudal-QuickStep) e il loro margine arriva a sfiorare i 20″. Il testa a testa sul filo del rasoio si protrae fino all’ultimo chilometro, quando il margine dei tre è ormai appena 5 secondi.
Occorre il guizzo del campione che arriva puntuale da uno degli uomini più in forma del momento, Mads Pedersen, fresco vincitore in patria del Giro di Danimarca: il danese della Lidl – Trek parte lungo e riesce a ricucire i metri di distanza e saltare tutti gli uomini al comando concludendo a braccia alzate. Alle sue spalle il secondo posto lo conquista Lampaert su un ottimo Elia Viviani (INEOS Grenadiers), anch’egli di rincorsa.
Lorenzo Alessandri
CHAMPOUSSIN S’IMPONE A CAPO NORD. WILLIAMS CONQUISTA L’ARCTIC RACE OF NORWAY
E’ Stephen Williams (Israel-Premier Tech) il vincitore della decima edizione dell’Arctic Race of Norway. Nell’ultima frazione il britannico è riuscito a difendere senza troppi problemi il secondo di vantaggio che lo separava da Christian Scaroni (Astana Qazaqstan Team), conquistando così la sua seconda corsa a tappe dopo la CRO Race del 2019. Ad imporsi sul traguardo di Nordkapp è stato invece il francese Clement Champoussin (Team Arkea-Samsic) che ha fatto valere il suo spunto veloce regolando un gruppetto di circa 25 corridori in cima allo strappo finale. Alle sue spalle il norvegese Odd Christian Eiking (Norvegia) e il rinato Michele Gazzoli (Astana Qazaqstan Team) che aveva provato ad anticipare la volata ed è stato superato negli ultimi 50 metri. Williams conquista dunque la corsa norvegese con 1″ su Scaroni (oggi ’solo’ sesto) e 9″ su Kevin Vermaerke (Team DSM-Firmenich) che, grazie a 2″ di abbuoni conquistati ad inizio tappa e al gioco dei piazzamenti, è riuscito a scavalcare in extremis il corridore di casa Tobias Halland Johannessen (Uno-X Pro Cycling), 4° a pari tempo con lo statunitense.
L’ultima frazione dell’Arctic Race, con partenza da Kvasund e arrivo a Capo Nord dopo 171,4 km, proneva una tappa simile alla precedente: la fase iniziale e quella centrale erano quasi totalmente piatte, fatta eccezione per il gpm di Skaidi (2,6 km al 4%) posto al km 24, e facevano da prologo ad un finale decisamente più impegnativo. Negli ultimi 25 km i corridori erano infatti attesi da due gpm destinati a condizionare in maniera sostanziale l’esito della tappa: lo Skipsfjord Summit (4,6 km al 4,6%) ai -20 e soprattutto il Vestfjordallet Summit (3 km 7,7%) posto a poco più di 6 km dal traguardo. Gli ultimi chilometri erano caratterizzati da un breve tratto di discesa e da un saliscendi che culminava nello strappetto finale.
La fuga di giornata, contrariamente a quanto avvenuto nelle precedenti tappe, stavolta ha faticato prima di prendere forma. Il tentativo buono è infatti partito soltanto al km 70 e comprendeva ben 14 corridori: Jonas Hvideberg (Team DSM-Firmenich), Hugo Toumire (Cofidis), Alessandro Verre (Team Arkea-Samsic), Kevin Colleoni (Team Jayco-Alula), Walter Calzoni (Q36.5 Pro Cycling Team ), August Jensen e Kristin Aasvold (Human Powered Health), Pablo Carrascosa (Equipo Kern Pharma), Lennert Teugels (Bingoal WB), Frederik Dversnes (Uno-X Pro Cycling), Noah Hobbs (Equipe Continentale Groupama-FDJ), Tobias Nakken (Trinity Racing), Iver Knotten e Ludvik Holstad (Norvegia). Pochi chilometri più in là (ai -90) sui battistrada è rientrato anche l’iberico Rodrigo Alvarez (Burgos-BH) andando quindi a comporre un drappello di 15 corridori in testa alla corsa. Il gruppo, tirato principalmente dai corridori della Israel-PremierTech e da quelli dell’Astanza Qazaqstan Team, non ha però lasciato troppo margine agli uomini di testa, a cui ha concesso un gap mai superiore ai 3 minuti.
La situazione è rimasta inalterata fino ai -44, quando dal gruppo dei battistrada si è staccato il primo corridore, il norvegese Nakken. A quel punto il gruppo era segnalato ancora con un ritardo di 2′45″. Nel frattempo davanti Hobbs era riuscito a vincere anche il terzo traguardo volante di giornata (Storbukt, km 139) con il chiaro intento di incrementare il suo bottino nell speciale classifica a punti. Di lì a poco (ai -35) la pioggia è tornata a fare compagnia ai corridori, così come già accaduto nei giorni precedenti, proprio mentre ci si avvicinava alla parte più complicata della frazione. I 14 fuggitivi hanno così approcciato le prime rampe dello Skipsfjord Summit con un margine sul gruppo, sempre tirato da Astana e Israel, che era sceso ad 1′45″. Una volta iniziato lo strappo, il drappello di testa ha iniziato a perdere pezzi: il primo a staccarsi è stato Verre, probabilmente rallentato da un problema meccanico, quindi è stato il turno di Carrascosa e Hobbs, infine si è staccato Alvarez. Davanti sono così rimasti in 10. Ai 1500 metri dallo scollinamento gli equilibri in testa sono stati definitivamente rotti dallo scatto di Walter Calzoni a cui si è immediatamente accodato August Jensen. Di lì a poco sono arrivati anche Dversnen, Knotten e quindi anche Teugels, andando a comporre un nuovo quintetto di testa che allo scollinamento vantava una quindicina di secondi sugli ex-compagni di fuga e 1′15″ sul gruppo. Nel tratto successivo a loro si è aggiunto un altro norvegese, ovvero Jonas Hvideberg.
Il sestetto ha proceduto di comune accordo fino ai -10, quando è giunto l’allungo di Teugels e Jensen. Quest’ultimo è poi riuscito a staccare il belga approcciando l’ultimo gpm con circa 10″ sugli immediati inseguitori e 50″ sul gruppo, ormai ridotto a circa 40 corridori. Lungo la salita Dversnes e Calzoni sono rientrati su Jensen, mentre gli altri 3 fuggitivi erano ormai staccati irrimediabilmente e destinati ad essere inghiottiti dal gruppo dei migliori. Appena ripreso Jensen, Dversnes ha tirato dritto. Calzoni si è però messo alla sua caccia rientrando sul norvegese ai 2 km dallo scollinamento. A quel punto il vantaggio dei due corridori di testa era sceso pericolosamente al di sotto della soglia psicologica dei 30″. 700 metri più avanti Calzoni ha deciso di scattare, lasciando sul posto Dversnens, una volta appurato che il gruppo si era avvicinato ulteriormente. Nel frattempo nel gruppo dei migliori si alternavano scatti e momenti di stasi. Tale condizione ha finito per favorire l’azione di Calzoni che, dopo essere stato quasi ripreso ai 500 metri dal gpm, è poi riuscito a scollinare tutto solo con appena 5″ sul plotone (ormai formato da appena 25 corridori). Il tira e molla è proseguito per tutti i successivi 6 km: nonostante un paio di allunghi del danese Asbjorn Hellemose (Lidl-Trek), Calzoni è riuscito a guadagnare qualcosa nel breve tratto in discesa transitando ai -3 con 15″ di vantggio.
Ai 2200 metri è arrivato lo scatto di Guillaume Martin (Cofidis) che si è trascinato a ruota Dylan Teuns (Israel-PremierTech), quindi è stato il turno di Roger Adrià (Equipo Kern Pharma) con a ruota nuovamente Teuns. Il belga ha poi lasciato sul posto l’iberico, ponendosi all’inseguimento di Calzoni ma si è successivamente rialzato una volta resosi conto della pericolosa presenza di Christian Scaroni (Astana Qazaqstan Team). Calzoni ha imboccato l’ultimo chilometro con un vantaggio di pochi secondi. In testa al gruppo sono a quel punto apparse le maglie gialle della Bingoal WB che hanno contribuito a ridurre il gap con il battistrada, poi ripreso quando mancavano appena 200 metri al traguardo. Si è così giunti allo sprint, lanciato da lontano da Michele Gazzoli (Astana Qazaqstan Team). La volata del corridore di Ospitaletto si è però man mano affievolita, metre alla sua destra rinvenivano ad alta velocità Odd Christian Eiking (Norvegia) e Clement Champoussin (Team Akrea-Samsic). Il francese è riuscito ad affiancare e quindi superare il corridore di casa, ottenendo la prima vittoria in maglia Arkea. Eiking si è invece dovuto accontentare della seconda posizione, davanti a Gazzoli, Tobias Halland Johnnessen (Uno-X Pro Cycling Team), Matthew Dinham (Team DSM-Firmenich) e Christin Scaroni (Astana Qazaqstan Team).
Stephen Williams (Israel-PremierTech), nono al traguardo, è riuscito a conservare il piccolo margine (appena 1″) che lo divideva da Scaroni, conquistando così la corsa dell’Artico. Terza posizione per lo statunitense Kevin Vermaerke (Team DSM-Firmenich) abile a conquistare 2″ di abbuono ad inizio tappa che gli sono valsi la terza piazza finale a 9″ dal vincitore. Fuori dal podio l’idolo di casa Tobias Halland Johannessen (Uno-X Pro Cycling Team) beffato dallo statunitense per una questione di piazzamenti di tappa. Al 5° posto troviamo Dylan Teuns (a 11″), seguito da Dinham, Martin e Adrià, tutti a 12″ dal vincitore. Completano la top ten finale il belga Kamiel Bonneau (Team Flanders-Baloise) a 19″ e il giovane Cedrik Christophersen (Team Coop-Repsol), 10° a 20″.
Pierpaolo Gnisci
PRIMOZ ROGLIC VINCE LA VUELTA A BURGOS 2023
L’arrivo in salita di Lagunas de Neila vede il successo di tappa e della corsa di Primoz Roglic (Jumbo-Visma), lo sloveno regola all’arrivo Adam Yates (UAE Team Emirates) e Aleksandr Vlasov (Bora-hansgrohe) che chiudono in classifica generale con posizioni invertite e rispettivamente terzo e secondo per via degli abbuoni.
La fuga della prima ora di corsa è centrata da da: Alexander Cepeda (EF Education-EasyPost), Joe Dombrowski (Astana Qazaqstan), Jetse Bol (Burgos-BH) e Carlos Canal (Euskaltel-Euskadi). La Jumbo-Visma di Roglic si mette a tirare in testa al gruppo controllando sempre la corsa e concedendo ai fuggitivi un vantaggio massimo di circa 3’:30”. Ad 80 Km dakk’arrivo il gruppo riesce a rosicchiare un minuto agli attaccanti che poco dopo restano in tre in quanto Cepada si rialza ed è poco dopo risucchiato dal gruppo che ora insegue a 2’. La situazione di corsa rimane invariata fino all’Alto de Cargadero con i tre che perdono ancora vantaggio, al GPM transitano con poco più di 1’:30” dal gruppo con anche la UAE Team Emirates a tirare. A 25 chilometri dall’arrivo il distacco dai fuggitivi oscilla intorno il minuto. La fuga è segnata anche perchè in testa iniziano a fare capolino gli uomini di classifica. La fuga viene ripresa subito dopo il cartello dei 9 chilometri all’arrivo. All’imbocco dell’ultima salita arriva in testa la Bora-Hansgorhe con il gruppo che si riduce grazie al ritmo di Jay Vine, siamo a 4 chilometri dall’arrivo ed alla ruota di Vine restano soltanto Roglic, Yates e Vlasov, in pratica il podio della classifica generale. Dentro i meno tre chilometri dal traguardano restano soltanto in tre ed il primo scatto è piazzato da Yates ma sia Roglic sia Vlasov tengono le ruote del britannico. I tre arrivano a giocarsi la vittoria di tappa in uno sprint ristretto in cui ad avere la meglio sfruttando la sua velocità è Roglic, secondo Vlasovterzo Yates, quarto arriva Damien Howson Q36.5 Pro Cycling Team quinto Einer Augusto Rubio (Movistar). Grazie al successo odierno Primoz Roglic conferma il suo primato e fa sua la Vuelta a Burgos 2023, sul podio salgono Vlasov secondo e Yates terzo rispettivamente a 39″ e 42″.
Antonio Scarfone
COLPO DI WILLIAMS NEL FREDDO DELL’ARTICO. L’INGLESE VINCE AD HAVOYSUND ED E’ IL NUOVO LEADER DELLA GENERALE
Vincitore un pò a sorpresa nella terza tappa dell’Arctic Race of Norway. A trionfare in cima al durissimo strappo di Havoysund al termine di uno sprint di una dozzina di corridori è stato il britannico Stephen Williams (Israel-PremierTech), abile a restare a ruota fino alla fine e a superare gli avversari negli ultimi 50m. Il britannico ha preceduto tutti gli altri favoriti per la conquista della corsa scandinava: Clement Champoussin (Team Arkea-Samsic), Christian Scaroni (Astana Qazaqstan Team), Tobias Halland Johannessen (Uno-X Pro Cycling), il compagno di squadra Dylan Teuns e Roger Adrià (Equipo Kern Pharma). Il corridore della Israel è anche balzato in testa alla classifica generale, dove guida con appena 1″ sul bravissimo Scaroni e 9″ sull’idolo di casa Johannessen.
La terza frazione della corsa scandinava era la prima destinata a rimescolare in maniera sostanziale la classifica generale. Il tratto iniziale e quello centrale erano quasi totalmente piatti se si fa eccezione del gpm di Skaidi Summit (2,5 km al 4%) posto dopo 54,5 km dal via. Sulla falsariga di quanto proposto anche nelle altre frazioni, il finale diventava più impegnativo vista la presenza di tre gpm: il Kirkedalen Summit (3,8 km al 5,2%) posto ai -34, il Selvika Summit (1,6 km al 6,7%) posto ai -15 ed infine il duro strappo finale di Havøysund (2,1 km al 10,5%). A rendere la tappa più dura ci sono state inoltre le condizioni meteo: i corridori sono stati accompagnati da temperature piuttosto basse, pioggia e vento lungo tutto il percorso.
La tappa è stata animata dalla fuga di 6 corridori: Michel Ries (Team Arkea-Samsic), Vincent Van Hemelen (Team Flanders-Baloise), Paul Double (Human Powered Health), Karsten Larsen Feldmann e Anton Stensby (Team Coop-Repsol) ed Ulrik Tvedt (Nazionale Norvegese). Il sestetto di testa ha guadagnato rapidamente un discreto vantaggio raggiungendo i 4 minuti al km 30. Nelle fasi seguenti il gruppo, tirato dalle maglie dell’Astana e della Israel, ha aumentato il ritmo e così il vantaggio si è mantenuto sostanzialmente stabile nella fase centrale di tappa (4′30″ ai -90) e quindi ha iniziato a diminuire. Giunti ai -40, in testa al gruppo sono arrivate anche le maglie della Uno-X Pro Cycling il cui ritmo insieme al vento piuttosto sostenuto ha contribuito alla frammentazione del gruppo in più ventagli. A farne le spese, tra gli altri, anche il leader della classifica generale Noah Hobbs che ha perso contatto dai migliori intorno ai -15. Il vantaggio della fuga, che nel frattempo aveva iniziato a perdere alcuni componenti (il primo Double), di conseguenza è rapidamente crollato (1′50 ai -33). L’ultimo dei fuggitivi ad arrendersi al ritorno del gruppo è stato il belga Van Hemelen che, grazie ai numerosi punti ottenuti sui primi 3 gpm di giornata, è riuscito a garantirsi la vittoria nella classifica degli scalatori. Il corridore del Team Flanders-Baloise è stato ripreso proprio ai piedi dell’ultimo strappo.
A quel punto in testa al gruppo dei migliori, ridotto a non più di 20 corridori, erano iniziati preparativi alla scalta del durissimo muro di Havoysund. La presenza del forte vento ha però scoraggiato gli attacchi, ad eccezione di quello timido portato da Tobias Johannessen (Uno-X Pro Cycling) che ha però desistito quasi immediatamete. E così l gruppo ha proceduto senza particolari sussulti tirato prima da Marco Frigo (Israel-PremierTech) e quindi da un altro corridore della formazione Israeliana, ovvero Dylan Teuns. Ai -400 il belga era in testa con il bravissimo Christian Scaroni (Astana Qazaqstan Team) a ruota e Tobias Johannessen in terza posizione. Ai 150 metri proprio il norvegese ha provato a piazzare il suo affondo, ma è stato anticipato da Scaroni alla cui ruota s’era collocato Clement Champoussin (Team Arkea Samsic). Scaroni ha affiancato e superato Johannessen, ma dal lato opposto della sede stradale è spuntato dal nulla Stephen Williams (Israel-PremierTech) che ai -50 ha preso la prima posizione tagliando poi il traguardo con un discreto margine sul corridore bresciano dell’Astana e su Champoussin. Johannessen si è dovuto accontentare della quarta piazza precedendo Dylan Teuns. Quindi troviamo Roger Adrià (Equipo Kern Pharma), Matthew Dinham (Team DSM-Firmenich), Guillaume Martin (Cofidis) e Kevin Vermaerke (Team DSM-Firmenich), tutti gunti con lo stesso tempo del vincitore.
Williams conquista anche la leadership della corsa Artica e ora guida con solo 1″ su Scaroni, 9″ su Johannessen, 11″ su Vermaerke e 12″ su un quartetto formato da Teuns, Dinham, Martin e Adrià.
Domani è prevista la 4a ed ultima tappa: i corridori percorerrano 171 km da Kvalsund a Nordkapp (Capo Nord). Ancora una volta i primi 140 km non riserveranno particolari difficoltà, se non quelle proposte dal meteo sempre rischioso a quelle latitudini. Il finale invece consentirà ai corridori in lotta per la generale di giocarsi le proprie carte vista la presenza di due asperità: lo Skipsfjord Summit (4,6 km al 4,6%) ai -21 e il Vestfjordellet (3 km al 7,7%) posto ai -7. Dalla cima dell’ultimo strappo al traguardo i corridori troveranno un saliscendi decisamente favorevole agli attaccanti.
Pierpaolo Gnisci
GIRO DI DANIMARCA 2023, PEDERSEN PROFETA IN PATRIA
Mads Pedersen conquista il Giro di Danimarca 2023 all’ultima cronometro. Podio tutto danese con Skjelmose e Cort Nielsen.
Edizione 2023 come di consueto nel periodo estivo per il PostNord Danmark Rundt – il giro di Danimarca: cinque tappe nella splendida terra promontorio dell’Europa continentale proteso verso la Scandinavia, su e giù per le poche colline presenti nella morfologia locale, non per questo proponendo frazioni scontate.
La prima tappa e maglia di quest’anno va ad uno scandinavo, ma dei vicini norvegesi: ad alzare le braccia al cielo è Søren Wærenskjold (Uno-X Pro Cycling Team) bravo a regolare la volata di Aalborg su Fabio Jakobsen (Soudal – Quick Step) e l’idolo locale Mads Pedersen (Lidl – Trek). Primi due posizioni di giornata che sono appannaggio degli stessi uomini nella seconda tappa, ma a posizioni invertite: questa volta è Jakobsen a imporsi su Wærenskjold a Silkeborg dove chiude il podio di volata un altro idolo locale, Søren Krag Andersen (Alpecin-Deceuninck).
La terza frazione sconquassa la classifica generale grazie a 206 km con partenza e arrivo a Vejle: lo show è quello di Mattias Skjelmose (Lidl – Trek) che negli strappi finali porta via la fuga con il compagno di squadra Mads Pedersen e lo stacca in vista del traguardo, distanziandolo anche di 10″. Il terzo parziale è Magnus Cort Nielsen (EF Education-EasyPost), attardato sul traguardo di ben 43 secondi. La penultima frazione è un’altra volata, che vede il bis di Fabio Jakobsen ancora una volta su Mads Pedersen con ottimo terzo l’azzurro Luca Colnaghi (Green Project-Bardiani CSF-Faizanè).
La classifica finale si decide dunque nella quinta e ultima frazione, i 16 km contro il tempo di Helsingør: il più rapido è Mads Pedersen che conquista così tappa e classifica generale finale. Alle sue spalle Søren Wærenskjold stampa un ottimo tempo che gli permette di chiudere la generale al quarto posto finale, alle spalle di Skjelmose (quinto a crono) e Cort Nielsen (terzo odierno).
Lorenzo Alessandri
ARCTIC RACE OF NORWAY, LA PRIMA VOLTA DI GAZZOLI. IL BRESCIANO VINCE DAVANTI AL COMPAGNO SCARONI, HOBBS NUOVO LEADER
E’ universalmente risaputo che la prima vittoria tra i professionisti ha una sapore dolcissimo per ogni ciclista. Tale condizione vale ancora a maggior ragione se l’agnognata prima volta arriva al termine di un periodo molto difficile, dopo essere stati forzatamente lontani dalle corse per oltre un anno rischiando di vedere bruscamente interrotta la propria carriera. E’ in sostanza quello che è capitato oggi a Michele Gazzoli. Il giovane bresciano, sospeso per un anno dalle competizioni a causa dell’assunzione involontaria di un prodotto proibito, ha ottenuto una seconda chance da parte dell’Astana che lo ha nuovamente ingaggiato (nel suo Development Team) fino al termine della stagione. Gazzoli è così rientrato alle competizioni proprio ieri nella prima frazione dell’Arctic Race of Norway e oggi, ad appena 24 ore dal ritorno alle corse, ha subito ripagato nel migliore dei modi la fiducia concessa dal team Kazako. Gazzoli ha vinto la seconda frazione della corsa norvegese battendo in maniera a dir poco netta il compagno di squadra Christian Scaroni e l’iberico Jonathan Lastra (Cofidis) al termine di una volata di un gruppo comprendente circa 45 corridori. Cambio al vertice della classifica che ora vede il giovanissimo Noah Hobbs (Equipe Continentale Groupama-FDJ), abile a guadagnare 5″ di abbuoni nei traguardi volanti, in testa con 1″ di vantaggio sullo stesso Gazzoli e sul vincitore della prima tappa, Alberto Dainese (Team DSM-Firmenich).
La seconda tappa dell’Arctic Race, 153 km da Alta ad Hammerfest, assomigliava molto alla prima: il percorso era prevelantemente piatto ma presentava nel finale una serie di brevi strappi che complicavano la vita ai velocisti puri e che culminavano con breve muro finale di 900 al 6,1%. Una frazione che si prestava ad uno sprint a ranghi ridotti o a qualche colpo di mano da parte di un un finisseur.
Pronti via e si è subito formata la fuga di giornata grazie all’azione di 6 uomini: Vincent Van Hemelen (Team Flanders-Baloise), Gianmarco Garofoli (Astana Qazaqstan), Johan Ravnoy (Team Coop-Repsol), Camilo Andres Gomez (Trinity Racing Team), Ronan Augé (Equipe continentale Groupama-FDJ) e Peder Gravås (Nazionale norvegese). I fuggitivi hanno guadagnato rapidamente un margine di circa 3 minuti, passando in testa per i primi 3 gpm di giornata, tutti posti nella parte iniziale della tappa. Allo scollinamento del 3° gpm (Sukkedalen Summit), il loro vantaggio aveva superato i 4′. A quel punto però il gruppo ha iniziato ad aumentare l’andatura grazie al lavoro svolto da Team DSM-Firmenich, Team Jayco-Alula e Uno-X Pro Cycling. La presenza di vento contrario e le condizioni climatiche a dir poco proibitive, combinate all’aumento della velocìtà, hanno prodotto una vera e propria esplosione del plotone che si è frantumato in più drappelli. Quello di testa, formato da circa 35 unità, è andato a riprendere i 6 fuggitivi e ha rapidamente guadagnato mezzo minuto sul gruppo inseguitore. La situazione è mutata nuovamente quando al traguardo mancavano circa 50 km: la direzione del vento è cambiata, diventando frontale rispetto alla marcia dei corridori. Tale condizione ha fatto desistere il gruppo di testa, propiziando di conseguenza il ricongiungimento con i corridori attardati.
Il plotone, nuovamente ricompattato, si è così diretto verso il traguardo senza particolari colpi di scena. Ad approfittare della situazione di calma è stato così il giovane e intraprendente Noah Hobbs (Equipe Continentale Groupama-FDJ) che è riuscito a ragranellare ben 5″ di abbuono tra il secondo e il terzo tragurdo volante di giornata (posti rispettivamente ai km 118 e 142) scavalcando in classifica il leader Alberto Dainese (Team DSM-Firmenich). Il plotone ha approcciato lo strappo finale con un’andatura piuttosto sostenuta e si è così diretto allo sprint finale. A prendere in testa la volata sono stati gli uomini dell’Astana Qazaqstan Team: Christian Scaroni si è portato davanti tirando la volata al compagno Michele Gazzoli che si è prodotto in uno sprint che non ha lasciato scampo agli avversari. Per il bresciano una vittoria tanto importante quanto inaspettata dopo oltre un anno di astinenza dalle corse. Scaroni è riuscito a conservare le energie sufficienti a chiudere in seconda posizione sugellando una giornata da incorniciare per la squadra Kazaka. Terza piazza per Jonathan Lastra (Cofidis) davanti a Thibauld Gruel (Equipe Continentale Groupama-FDJ) e Milan Fretin (Team Flanders-Baloise). Il leader della generale Alberto Dainese non è riuscito ad andare oltre la 18a posizione ed è stato così costretto a cedere il primato a Hobbs che ora guida con 1″ su Dainese e Gazzoli. Seguono il neozelandese Lewis Bower (Equipe Continentale Groupama-FDJ) a 3″, Christian Scaroni a 4″ e Jonathan Lastra a 7″.
Domani terza tappa da Hammerfest a Havøysund per un totale di 167 km. I primi 130 saranno abbastanza facili, vista la presenza di un solo gpm (Skaidi, al km 54). Il finale sarà però nuovamente accidentato vista la presenza di tre strappetti: il Kirkedalen Summit (3,8 km al 5,2%) ai -34, il Selvika Summit (1,6 km al 6,7%) ai -15 ed infine il muro finale che condurrà i corridori al traguardo (2,1 km al 10,5%). Una tappa in grado di cambiare in maniera sostanziale il volto della classifica generale.
Pierpaolo Gnisci