AD OLAV KOOIJ LA PRIMA DEL TOUR OF BRITAIN
Successo in volata per l’uomo della Jumbo-Visma lanciato da Wout van Aert, che ha chiuso secondo, verso la linea del traguardo. Terza piazza per Sam Bennett.
Ha preso il via oggi con la Altrincham-Manchester la 19a edizione del Tour of Britain. La prevedibile conclusione in volata ha visto il successo della Jumbo Visma, che ha nominato velocista titolare il giovane olandese Olav Kooij. Per il delicato ruolo di ultimo uomo la scelta in casa del team olandese è caduta su una delle ruote più veloci del gruppo, Wout van Aert: una coppia inedita, che ha dato da subito buoni risultati. I due olandesi sono andati, infatti, ad occupare i primi due gradini del podio, dopo che la squadra ha controllato la gara tutto il giorno, neutralizzando la più classica delle fughe di giornata. Terzo si è piazzato l’irlandese Sam Bennett (BORA – hansgrohe) e a seguire sono passati sotto lo striscione d’arrivo Max Kanter (Movistar Team), Ethan Vernon (Soudal – Quick Step), Stian Fredheim (Uno-X Pro Cycling Team), Davide Bomboi (TDT-Unibet Cycling Team), Danny van Poppel (BORA – hansgrohe), Gonzalo Serrano (Movistar Team) e Rory Townsend (Bolton Equities Black Spoke) a completare la Top10. Per trovare i primi corridori di casa nostra bisogna scorrere l’ordine d’arrivo fino alla 22a posizione, occupata da Nicolò Parisini (Q36.5 Pro Cycling Team), e alla 25a con Giacomo Ballabio (Global 6 Cycling), due dei componenti della sparuta pattuglia azzurra che comprende anche Davide Persico del Team Colpack Ballan CSB (ma in forza alla Bingoal WB) ed Edoardo Affini (Jumbo-Visma).
Mario Prato
XORRET DE CATI’ AI GIALLONERI: VINCE ROGLIC, KUSS E’ IL NUOVO LEADER
Dopo la minirivoluzione di Jalavambre, l’arrivo di Xorret de Catì sembrava destinato a rompere definitivamente gli equilibri. Invece, l’unica certezza che ci lascia l’8a frazione della Vuelta 2023 è che la corazzata Jumbo dovrà vedersela fino alla fine con Remco Evenepoel, mentre Enric Mas e Juan Ayuso sono pronti a recitare il ruolo dei guastafeste. In attesa della resa dei conti che si consumerà nelle prossime due settimane, oggi i calabroni hanno portato a casa un’altra tappa grazie allo sprint vincente di Primoz Roglic, bravo ad infilare nel finale Evenepoel, e al contempo hanno conquistato la maglia roja, adesso vestita dal bravissimo Sepp Kuss. La classifica alle spalle dello statunitense è però decisamente corta e lascia ancora ampio margine a diversi scenari.
L’8a tappa proponeva un percorso interamente ricavato a ridosso della Costa Blanca e che culminava con l’ormai classico arrivo di Xorret de Catì. Una tappa che, sebbene lontana dalle gradi montagne iberiche, rappresentava un interessante banco di prova per i corridori di classifica vista la presenza di ben 5 gpm, l’ultimo dei quali era proprio il famigerato Xorret de Catì (3.8 km al 11.5% di penzenza medie e punte fino al 17%). Subito dopo la partenza di Denìa i corridori erano attesi da 20 km completamente piatti, praticamente gli unici di questa frazione. Dopodichè iniziava un lungo su e giù per l’entroterra Valenciano: il primo gpm di giornata era l’Alto de Vall d’Ebo (8 km 6.5%, 2a cat.) posto al km 28, seguito dal Puerto de Tolos (4 km al 5.7%, 3a cat) al km 50. Quindi un tratto di saliscendi precedeva il Puerto de Benifallim (9.1 km al 5.1%, 2a cat) al km 82. Al termine della successiva discesa iniziava la salita più lunga di giornata, il Puerto de Carrasqueta (11 km al 4,6%) posto al km 110. A questo punto i corridori dovevano affrontare un tratto di circa 45 km relativamente semplice e che conduceva ai piedi del muro di Xorret de Catì (km 162), dalla cui cima mancavano appena 4 km, quasi tutti in discesa, fino al traguardo. Una frazione che sorrideva ai cacciatori di tappe e che al contempo chiamava all’azione anche gli uomini di classifica.
Il primo tentativo di fuga è giunto al km 7, quando dal gruppo sono usciti Nico Denz (Bora-Hansgrohe), Tobias Bayer (Alpecin-Deceuninck), Thomas De Gendt (Lotto-Dstny), Julius Van Den Berg (EF Education-EasyPost), Damien Touze (Ag2r Citroen Team), Jon Barrenetxea (Caja Rural-Seguros RGA), Ander Okamika e Pelayo Sanchez (Burgos-BH). La loro azione non ha però avuto fortuna e si è cosi scatenato un valzer fatto di attacchi e contrattacchi che è andato avanti a lungo. La situazione non è cambiata neanche lungo la prima salita di giornata, l’Alto de Vall d’Ebo, in cima al quale il plotone è transitato compatto. Proprio dopo lo scollinamento, intorno al km 30, il danese Andreas Kron (Lotto-Dstny), vincitore della tappa di Barcellona pochi giorni fa, ha provato l’allungo. Dietro di lui si sono man mano aggiunti altri corridori andando a comporre un gruppo di ben 30 corridori: Andreas Kron, Thomas De Gendt, Sylvain Moniquet e Lennert Van Eetvelt (Lotto-Dstny), Nicolas Prodhomme (Ag2r Citroen Team), Javier Romo e Vadim Pronskiy (Astana Qazaqstan Team), Ben Zwiehoff (Bora-Hansgrohe), Jesus Herrada e Ruben Fernandenz (Cofidis), Diego Camargo e Julius Van Den Berg (EF Education-EasyPost), Lorenzo Germani (Groupama-FDJ), Damiano Caruso e Antonio Tibero (Bahrain-Victorius), Jonathan Castroviejo (INEOS Grenadiers), Rui Costa (Intermarchè-Circus-Wanty), Kenny Elissonde e Bauke Mollema (Lidl-Trek), Oier Lazkano e Nelson Oliveira (Movistar Team), Christian Rodriguez (Team Arkea-Samsic), Romain Bardet (Team dsm-firmenich), Welay Berhe e Callum Scotson (Team Jayco-AlUla), Finn Fisher-Black (UAE Team Emirates), Jose Manuel Diaz e Pelayo Sanchez (Burgos-BH), Joel Nicolau (Caja Rural-Seguros RGA), Fabien Doubey e Paul Ourselin (TotalEnergies). Il folto gruppo di testa ha ben presto fatto il vuoto approcciando il secondo gpm di giornata, il Puerto de Tolos, con 2 minuti e mezzo di vantaggio, gap si è poi ulteriormente dilatato in salita (quasi 4′ allo scollinamento).
Subito dopo il gpm, Thomas De Gendt ha lasciato la compagnia degli altri 29 fuggitivi, lanciandosi verso una delle sue lunghissime fughe in solitaria. Lungo il successivo tratto di saliscendi De Gendt è riuscito a a guadagnare un discreto margine, transitando al km 70 con 1 minuto sul gruppo inseguitore e 5′20″ sul plotone. La situazione è cambiata quando la strada è tornata a salire verso il Puerto de Benifallim (km 82). In testa al gruppo maglia roja sono arrivati gli uomini della Jumbo-Visma: il ritmo imposto da Robert Gesink ha immediatamente fatto diminuire il gap dal battistrada a 4′20″. Contemporaneamente anche il gruppo inseguitore aveva alzato il ritmo rompendosi in più drappelli. De Gendt ha così perso qualche secondo di vantaggio passando al gpm con 35″ su un primo gruppetto inseguitore comprendente Tiberi, Lazkano, Romo e Rodriguez. Ad una ventina di secondi da questo quartetto vi erano Elissonde e Prodhomme e subito dietro il resto degli altri fuggitivi, da cui si erano staccati i soli Mollema e Van Den Berg. Il gruppo, sempre tirato dall’instancabile Gesink, si era però ulteriormente avvicinato, scollinando con 4′ di ritardo. L’azione solitaria di De Gendt si è esaurita lungo la successiva discesa quando è stato ripreso e poi staccato (a causa di problemi meccanici) dai quattro inseguitori ai quali nel frattempo s’era aggiunto anche Rui Costa.
Ai -70, il drappello formato da Rui Costa, Lazkano, Romo, Rodriguez e Tiberi vantava circa 20″ su un terzetto composto da Elissonde, Kron e Prodhomme. Quindi a circa 1′ si trovavano gli altri 20 fuggitivi, mentre il gruppo tirato dalla Jumbo e dagli uomini della Groupama era segnalato a 3′50″.
La situazione si è nuovamente rimescolata sulla successiva salita, il Puerto de la Carrasqueta, quando i due drappelli di testa sono stati riassorbiti dal terzo gruppetto da cui nel frattempo avevano perso contatto diversi uomini: De Gendt, Scotson, Herrada, Fernandez, Diaz, Nicolau poi anche Doubey. La quiete è però durta poco: a circa 3 dallo scollinamento è infatti arrivato l’allungo di Damiano Caruso a cui si sono subito aggiunti i giovani Berhe e Moniquet e poi anche Tiberi, Lazkano, Rui Costa, Bardet e Rodriguez. Di lì a poco gli equilibri sono nuovamente mutati grazie all’allungo di Caruso, Kron, Lazkano e Rui Costa. Il nuovo quartetto ha trovato subito l’accordo guadagnando un margine interessante sugli ex-compagni di fuga, scivolati rapidamente ad oltre 1 minuto. Il problema per i 4 battistrada a questo punto non erano più gli inseguitori, bensì il gruppo che, sempre tirato dalla Jumbo (ora con Dylan Van Baarle) si era pericolosamente avvicinato: ai -25 Kron, Caruso, Lazkano e Rui Costa avevano 40″ sui primi insieguitori, Van Eetvelt e Camargo, e 1′25″ sul plotone. A questo punto era ormai chiaro che l’esito della fuga non sarebbe stato positivo: Camargo e Van Eetvelt sono stati ripresi ai -10, mentre gli ultimi 4 fuggitivi sono riusciti a resistere fino alle prime rampe del terribile muro di Xorret de Catì.
Lungo la salita finale il ritmo è stato inizialemente scandito dagli uomini della Jumbo, prima con Jan Tratnik e poi con Attila Valter. Successivamente è stato Remco Evenepoel (Soudal-Quick Step) a mettere i propri compangi Louis Vervaeke e Mattia Cattaneo in testa al gruppo dei migliori sempre meno folto e da cui aveva appena perso contatto il leader della classifica generale, Lenny Martinez (Groupama-FDJ). Esaurita l’azione di Vervaeke e Cattaneo, è stato proprio Evenepoel a prendere le redini del drappello di testa. L’aumento di andatura imposto dal campione del mondo a cronometro ha fatto sì che nel giro di pochi metri restassero alla sua ruota pochissimi corridori: il trio della Jumbo formato da Jonas Vingegaard, Primoz Roglic e Sepp Kuss, Enric Mas (Movistar Team), Juan Ayuso e Marc Soler (UAE Team Emirates), mentre un altro corridore della formazione emiratina, Jose Almeida, era leggermente staccato. Ai – 5 Kuss ha provato ad andare via tutto solo, ma l’azione dell’americano è stata poco incisiva e così ai -4 gli otto corridori sopra menzionati si sono nuovamente trovti tutti insieme. Evenepoel è così tornato ad imporre l’andatura ma la sua azione non è riuscita a fare davvero la differenza visto che Vingegaard, Roglic, Mas e Ayuso gli sono rimasti a ruota abbastanza agevolmente. Kuss, Soler e Almeida hanno invece scollinato con una manciata di secondi di ritardo, recuperati poi nella brevissima discesa che precedeva l’arrivo. Si è così giunti all’ultimo km con Evenepoel sempre in testa che ha di fatto spianato la strada all’inesorabile sprint di Roglic. Lo sloveno ha vinto nettamente davanti al fuoriclasse belga e Juan Ayuso. Alle loro spalle, staccati di 2″, sono giunti Mas, Vingegaard, Almeida, Kuss e Soler.
La nuova classifica generale vede Kuss in testa con 43″ su Soler, 1′00″ su Lenny Martinez e 2′05″ su un ottimo Wout Poels (Bahrain-Victorius), oggi 9°. Seguono Mikel Landa (Bahrain-Victorius) a 2′29″, Evenepoel a 2′31″, Roglic a 2′38″ e la coppia formata da Mas e Vingegaard a 2′42″. Completa la top ten provvisoria Juan Ayuso, 10° a 2′52″.
Domani il programma prevede la 9a tappa, da Cartagena a Collado De La Cruz de Caravaca per un totale di 184.5 km. La frazione sarà caratterizzata da un altro arrivo impegnativo: la salita finale (8.2 km al 5.4%) proporrà un paio di km veramente difficili, con pendenze superiori al 10%.
Pierpaolo Gnisci
CARNEADE SOUPE SORPRENDE TUTTI A OLIVA. MARTINEZ RESTA IN MAGLIA ROSSA
In una Vuelta il cui livello dei velocisti non è eccelso, la settima tappa vede primeggiare il trentacinquenne Geoffrey Soupe (Team Total Energies), che pesca il jolly dopo una carriera tutt’altro che esaltante. Secondo Orluis Aular (Team Caja Rural Seguros), terzo Edward Theuns (Team Lidl Trek). Lenny Martinez (Team Groupama FDJ) conserva la maglia rossa
La prima settimana della Vuelta 2023 si conclude con una tappa adatta ai velocisti. Si parte da Utiel e si arriva a Oliva dopo quasi 201 km. L’assenza totale di gpm induce a pensare che la tappa sia favorevole ai velocisti ma gli ultimi 80 km si correranno costantemente lungo la costa e il vento potrebbe scompaginare le carte, oltre che il gruppo stesso. Kaden Groves (Team Alpecin Deceuninck), già saldamente al comando nella classifica a punti, vorrà comunque esibirsi in un’altra volata e provare a vincere per la terza volta dopo le vittorie nella quarta e nella quinta tappa. La fuga di giornata partiva già dopo un km grazie all’azione di José Herrada (Team Cofidis) ed Ander Okamika (Team Burgos BH). Dopo che la fuga si era stabilizzata, si segnalava soltanto la caduta di Geraint Thoma (Team INEOS) dopo un’ottantina di km. Il ciclista gallese, che già aveva toccato il suolo nella seconda tappa, doveva essere la punta di diamante della squadra inglese per la corsa spagnola ma a questo punto temiamo che possa anche ritirarsi, anche perché il suo ritardo in classifica dalla maglia rossa Lenny Martinez (Team Groupama FDJ) inizia a farsi pesante. Il gruppo col passare dei km recuperava secondi su secondi ai due ciclisti in fuga. A 67 km dalla conclusione Herrada era il primo fuggitivo a rialzarsi mentre Okamika, rimasto solo in testa alla corsa, veniva ripreso una ventina di km più tardi, quando era ormai vicino l’unico traguardo volante di Cullera posto al km 166.8. Groves era il primo a transitarvi e ad incrementare ulteriormente il suo vantaggio nella classifica a punti. Gli ultimi 30 km erano percorsi ad un’andatura pressochè turistica da parte del gruppo, che attendeva solamente la volata finale. Il ritmo aumentava finalmente negli ultimi 10 km quando le squadre dei velocisti si facevano vedere in testa al gruppo a tirare. Tra le più attive si segnalavano la Lotto Dstny, la DSM, la EF Education EasyPost e l’Intermarchè Circus Wanty. A poco meno di 6 km dalla conclusione una caduta spezzava il gruppo che comunque riusciva a ricompattarsi poco dopo. Tra i ciclisti caduti il più sofferente sembrava Thymen Arensman (Team INEOS Grenadiers), prontamente soccorso dai medici. In una volata piuttosto confusa era Geoffrey Soupe (Team Total Energies) ad avere la meglio su Orluis Aular (Team Caja Rural Seguros) ed Edward Theuns (Team Lidl Trek). Quarto era Juan Sebastian Molano (UAE Team Emirates) mentre Groves chiudeva soltanto in quinta posizione. Nella top ten si segnalava il nono posto di Filippo Ganna (Team INEOS Grenadiers). Soupe ottiene la prima vittoria di prestigio della sua carriera, visto che il trentacinquenne di Viriat si era imposto quest’anno soltanto nella prima tappa della Tropicale Amissa Bongo, mentre per trovare una vittoria precedente bisogna andare al 2011 quando vinse una tappa sempre nella corsa africana ed al Tour Alsace. La classifica generale resta invariata con Martinez in maglia rossa davanti a Sepp Kuss (Team Jumbo Visma) e Marc Soler (UAE Team Emirates). Domani è in programma l’ottava tappa da Denia a Xorret de Catì di 165 km. Tappa non lunghissima ma che presenta cinque gmp, due di seconda, due di terza ed uno di prima categoria. La salita conclusiva è la più dura con i suoi 3.8 km all’11.5%. Sarà battaglia tra gli uomini di classifica e capiremo anche se Remco Evenepoel (Team Soudal Quick Step) riuscirà a tenere testa alla coppia della Jumbo Visma formata da Jonas Vingegaard e da Primoz Roglic, sullo sfondo della vice-leadership di Sepp Kuss che a questo punto può sognare in grande.
Antonio Scarfone
TRA ROGLIC E VINGEGAARD LA SPUNTA KUSS. MARTINEZ NUOVA MAGLIA ROSSA
Sepp Kuss (Team Jumbo Visma), tra gli artefici della maxi fuga della sesta tappa, allunga negli ultimi 2 km del Pico del Buitre e coglie la sua prima vittoria stagionale. Lenny Martinez (Team Groupama FDJ) è la nuova maglia rossa. Remco Evenepoel (Team Soudal Quick Step) perde il duello contro la coppia Jumbo formata da Roglic e Vingegaard.
Il secondo arrivo in salita della Vuelta 2023, dopo quello della terza tappa di Andorra in cui ha brillato e vinto Remco Evenepoel (Team Soudal Quick Step), vede protagonista nella sesta tappa il Pico del Buitre, lungo poco più di 11 km e con una pendenza media del 7.8%. Gli ultimi quattro km in particolare hanno le pendenze più dure, con tratti in doppia cifra, dove la battaglia per la maglia rossa si animerà senza nessun dubbio. Si parte da La Vall d’Uixó e prima della salita conclusiva i ciclisti dovranno affrontare due gpm di terza categoria, il Puerto de Arenillas e l’Alto Fuente de Rubielos. Dopo la partenza da La Vall d’Uixó si formava il primo tentativo di fuga grazie all’azione di Rui Costa (Team Intermarchè Circus Wanty), Diego Andres Camargo (Team EF Education EasyPost) e Thomas De Gendt (Team Lotto Dstny). Dopo una trentina di km il gruppo rientrava sul terzetto dopodichè sull’Alto de Arenillas iniziava una serie di attacchi e contrattacchi che innescava la maxi fuga di giornata composta da una quarantina di ciclisti. Jesus Herrada (Team Cofidis) era il primo a scollinare sul predetto gpm. A causa di una caduta intanto erano costretti ad abbandonare la Vuelta Andrea Bagioli (Team Soudal Quick Step) e Jay Vine (UAE Team Emirates). L’Alto Fuente de Rubielos contribuiva a rafforzare le speranze dei fuggitivi che dandosi cambi regolavi portavano il loro vantaggio sul gruppo maglia rossa ad oltre 7 minuti. Lenny Martinez (Team Groupama FDJ), a soli 17 secondi di ritardo in cg dalla maglia rossa Remco Evenepoel (Team Soudal Quick Step), già pregustava il brivido di togliere dalle spalle del campione belga il simbolo del primato. Sul Pico del Buitre la fuga scoppiava ed Einer Rubio (Team Movistar) prendeva qualche metro di vantaggio. Lo spagnolo manteneva la testa della corsa fino all’inizio del tratto più duro, ovvero gli ultimi 4 km, dopodichè si facevano avanti Romain Bardet (Team DSM), Lenny Martinez (Team Groupama FDJ) e Sepp Kuss (Team Jumbo Visma). Il terzo capitano dello squadrone olandese aumentava a sua volta l’andatura a 2 km dal traguardo lasciandosi alle spalle i due ciclisti francesi. Il gruppo maglia rossa intanto era scoppiato a sua volat con il duetto Roglic-Vingegaard a prendere in mano la situazione. Soltanto Enric Mas (Team Movistar) riusciva a restare attaccato ai vincitori di Giro e Tour. Kuss aumentava l’andatura e il vantaggio sugli immediati inseguitori ed andava a vincere tra due ali di folla. In seconda posizione, a 26 secondi di ritardo, si piazzava Martinez mentre Bardet era terzo a 31 secondi di ritardo. Chiudevano la top five Mikel Landa (Team Bahrain Victorious) in quarta posizione e Marc Soler (UAE Team Emirates) in quinta posizione, entrambi a 46 secondi di ritardo da Kuss. Roglic e Vingegaard si classificavano a 2 minuti e 52 secondi di ritardo da Kuss mentre l’ex maglia rossa Evenepoel era ancora più dietro. Kuss è ora una vera e propria minaccia per Roglic e Vingegaard in classifica generale, visto che è secondo a soli 8 secondi di ritardo da Martinez, che a venti anni è uno dei più giovani ciclisti della storia a vestire la maglia rossa alla Vuelta. Domani è in programma la settima tappa da Utiel a Oliva di quasi 201 km. L’assenza di gpm dovrebbe favorire i velocisti ma gli ultimi 80 km, una volta superata Valencia, si percorreranno lungo la costa e il vento potrebbe essere protagonista.
Antonio Scarfone
VUELTA, GANNA FA LO SPRINTER MA GROVES GLI NEGA LA GIOIA DELLA VITTORIA
Nella quinta tappa (Morella – Burriana, 186.5 km) il campione verbanese della Ineos – Grenadiers partecipa alla volata ma l’australiano lo supera di mezza ruota sull’arrivo e bissa il successo siglato ieri a Tarragona.
Nuova giornata interlocutoria sulle strade di Spagna: la Vuelta ha salutato la Catalogna per andare nella Comunità Valenciana e subito succede un colpo di scena. La Jayco-AlUla perde, infatti, il suo capitano Eddie Dunbar, vittima di un incidente nel tratto di trasferimento verso il chilometro zero e l’irlandese si aggiunge ai non partiti Bryan Coquard (Cofidis), Ruben Guerreiro (Movistar Team) e Kobe Goossens (Intermarché – Circus – Wanty). La squadra australiana dovrà poi successivamente fare i conti anche con l’abbandono di Filippo Zana, forse la seconda punta in salita per i colori italiani dopo Damiano Caruso.
Uno solo è il corridore all’attacco oggi e arriva dall’Uruguay, si tratta di Eric Antonio Fagundez, portacolori della Burgos-BH, che arriva a guadagnare fino a cinque minuti di vantaggio. Il sudamericano perderà terreno poi sul GPM di 2° categoria di Collado de la Ibola, dove verrà raggiunto e scavalcato da Eduardo Sepulveda (Lotto-Dstny), che incrementerà il suo vantaggio nella classifica dei GPM. Non ci sarà comunque spazio per la sortita dell’argentino, che ai -38 verrà ripreso dal gruppo con le squadre dei velocisti che puntano ad un altro sprint generale. A dieci chilometri dal termine c’è, però, uno sprint che da abbuoni ed è il leader della classifica generale Remco Evenepoel (Soudal – Quick Step) il più lesto a prendersi i 6 secondi della bonificazione precedendo Kaden Groves (Alpecin-Deceuninck).
L’australiano dell’Alpecin, già vincitore ieri a Tarragona, si mantiene nelle primissime posizioni ben aiutato dalla sua squadra che gli prepara il treno perfetto. Gli ultimi chilometri sono complicati a causa della presenza di numerose rotonde e curve e in una di esse finisce a terra il belga Milan Menten (Lotto-Dstny), proprio un centinaio di metri prima dal cartello dei tre chilometri al traguardo, oltre il quale scatta la neutralizzazione dei distacchi provocati dalla cadute. Nelle prime posizioni gli italiani Andrea Vendrame (AG2R Citroën Team) e Alberto Dainese (Team Dsm – Firmenich) fanno a spallate con Dries Van Gestel (TotalEnergies) e sul rettilineo finale compare Filippo Ganna, che punta a fare la volata per la Ineos – Grenadiers. Lo spunto del verbanese pare favorirlo ma deve fare i conti con la velocità di Groves, il quale ha la meglio per pochissimi centimetri. E’ il secondo successo di fila per l’australiano, che mantiene sempre più salda la leadership nella Classifica a Punti.
Evenepoel, grazie ai 6” di abbuono allo sprint intermedio, ha ora 11” sullo spagnolo Enric Mas (Movistar Team) e 17” sul francese Lenny Martinez (Groupama-FDJ). Nella giornata di domani si ritorna in alta montagna, verso i quasi duemila metri dell’Osservatorio Astrofisico di Javalambre, sul Pico del Buitre. La salita finale misura 10.8 chilometri ed ha una pendenza media dell’8%, con punte spesso superiori al 15%, adatta quindi agli scalatori puri.
Andrea Giorgini
VUELTA, A TARRAGONA GROVES BEFFA MOLANO
Dopo tre giorni confusi, il Giro di Spagna vive una tappa finalmente tranquilla. Lasciate le polemiche post cronosquadre, le puntine sulla strada e l’incidente occorso a Remco Evenepoel dopo aver vinto ad Arinsal, si è ripartiti dal principato di Andorra per tornare sulla costa catalana.
Sono 185 i chilometri da percorrere da Andorra la Vella a Tarragona, capoluogo della provincia più meridionale della Catalogna, e in tre si sono avvantaggiati sul gruppo: il leader dei GPM Eduardo Sepulveda (Lotto-Dstny), e gli spagnoli Ander Okamika (Burgos-BH) e David Gonzalez (Caja Rural – Seguros RGA). L’argentino in maglia a pois supera senza problemi al comando i due GPM di giornata e allunga a +6 punti su Remco Evenepoel (Soudal Quick-Step). A fuga raggiunta succede un po’ di tutto nei cinque chilometri finali, a partire da una caduta che coinvolge Bryan Coquard, François Bidard (Cofidis), Santiago Buitrago, Kamil Gradek (Bahrain – Victorious) e Kobe Goossens (Intermarché – Circus – Wanty), con il colombiano, vincitore sulle Tre Cime di Lavaredo all’ultimo Giro d’Italia, quello messo peggio.
Le squadre nelle prime posizioni a lavorare per lo sprint sono la Alpecin – Deceuninck per Kaden Groves, la UAE – Emirates per Juan Sebastian Molano e la Lidl – Trek per Edward Theuns. Ai -300 l’olandese Marijn Van den Berg si mette in testa tentando un’azione a sorpresa, ma cade malamente in curva lasciando spazio a Groves e Molano. Il colombiano sembra avere un vantaggio sufficiente per vincere la tappa ma prende la volata troppo lunga ed esaurisce le energie negli ultimi quaranta metri, venendo battuto dall’australiano, che al Giro si era aggiudicato la tappa di Salerno. Groves, con questo risultato, scavalca Andrea Vendrame (AG2R-Citroen, oggi decimo) nella classifica a punti.
La classifica generale vede ancora Remco Evenepoel in testa con 5” su Enric Mas (Movistar Team) e 11” su Lenny Martinez (Groupama – FDJ). Domani si correrà un’altra frazione destinata all’arrivo in volta, disegnata per 186.5 Km tra Morella e Burrana.
Tornando ai fattacci delle tappe precedenti, la polizia catalana ha nel frattempo arrestato le quattro persone che avevano tentato di sabotare il passaggio della corsa durante la Matarò-Barcellona, già funestata dal maltempo e dalla presenza di chiodi e di puntine da disegno sull’asfalto. I delinquenti avrebbero pianificato il lancio di 400 litri di olio da un cavalcavia attraverso due grandi contenitori e un tubo al momento del transito del gruppo. Il loro tentativo non era andato a buon fine e, secondo alcune fonti locali, sarebbero già stati rilasciati dalle autorità spagnole
Andrea Giorgini
REMCO EVENEPOEL PADRONE DELLA VUELTA, PER IL BELGA TAPPA E MAGLIA AD ARINSAL
Sono bastati 200 metri a Remco Evenepoel (Soudal Quick-Step) per far capire, qualora vi fossero dubbi, al mondo del ciclismo che lotterà fino a Madrid per far sua la Vuelta a España 2023, il belga con un allungo dirompente si toglie di ruota sia Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma) sia Juan Ayuso (UAE Team Emirates) secondo e terzo all’arrivo di Arinsal. Il campione belga grazie alla vittoria di oggi balza al comando della classifica generale.
Splende finalmente il sole sulla terza tappa della Vuelta e tanti sono i tentativi per portare via la fuga di giornata con scatti e controscatti in testa al gruppo. Situazione di corsa che scorre così per i primi venti chilometri quando finalmente si forma un gruppetto di nove uomini grazie all’impulso iniziale di Eduardo Sepúlveda (LTD) a cui si accodano Amanuel Ghebreigzabhier (LTK), Pierre Latour (TEN), Damiano Caruso (TBV), Jasha Sütterlin (TBV), Lennard Kämna (BOH), Jon Barrenetxea (CJR), Rune Herregodts (ICW) e Andrea Vendrame (ACT). I nove al comando vengo successivamente raggiunti da Mathis Le Berre (ARK) e Jose Manuel Diaz (BBH). Il gruppetto degli undici uomini acquisisce un vantaggio massimo di 5’ al chilometro 60 di corsa, dietro tira la EF Education-Easypost aiutata a tratti dalla Jumbo – Visma, dalla Soudal e dalla Ineos Grenadiers. Grazie all’azione di queste squadre il vantaggio cala vistosamente attestandosi a 3’:30” a 50 chilometri dalla conclusione. Per i punti della speciale classifica della maglia verde Andrea vendrame passa per primo al traguardo volante di Andorra la Vella, siamo ai piedi della salita verso il Coll d’Ordino ascesa lunga di ben 17 Km sulle cui prime rampe pagano dazio Sutterlin, Latour e lo stesso Vendrame mentre piazzano i primi scatti Ghebreigzabhier, Caruso, Kämna, Barrenetxea e Sepúlveda. Al GPM è Sepulveda a scollinare per primo davanti a Caruso e Kämna, il gruppo dei migliori insegue a circa 1’. In discesa si avvantaggiano Caruso e Kämna ed arrivano insieme ai piedi dell’ultima salita quella che porterà all’arrivo di Arinsal mentre dietro il gruppo dei migliori riassorbe tutti gli ex componenti della fuga iniziale. La corsa resta cristallizzata fino ai meno 7 dall’arrivo rispetto agli 8,2 Km della salita, Caruso inizia a soffrire il tratto con la pendenze più dure e viene ripreso dal gruppo, ridotto ormai ad una dozzina di uomini. In testa alla corsa vi è il solo Kämna che con il rapportone riesce a stare in avanscoperta per poche centinaia di metri infatti il gruppetto dei big riassorbe anche il tedesco sotto l’impulso di Sepp Kuss (Jumbo – Visma) che addirittura si trova per poche decine di metri in testa alla corsa, seguito da Marc Soler UAE Team Emirates, i due sono però subito ripresi e si procede a ritmo sostenuto fino ai 200 metri dall’arrivo quando Remco Evenepoel (Soudal Quick-Step) piazza un allungo decisivo a cui nessuno riesce a resistere, dietro il belga si accodano Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma) e Juan Ayuso (UAE Team Emirates) cronometrati a 1” con via via tutti gli uomini di classifica. Pagano dazio invece Geraint Thomas (Ineos) a 47”, Romain Bardet (Team DSM Firmenich) a 31” e Santiago Buitrago a 21”. In classifica generale passa al comando Remco Evenepoel con 5” di vantaggio su Enric Mas (Movistar) e 11” su Lenny Martinez (Groupama – FDJ). Domani quarta tappa da Andorra la Vella a Terragona riservata ai velocisti.
Antonio Scarfone
RENEWI TOUR, VITTORIA FINALE DI TIM WELLENS
Tim Wellens vince la prima edizione del Renewi Tour, la corsa nordeuropea che fino allo scorso anno era nota con il nome di Benelux Tour. Il corridore belga in classifica ha la meglio per 23 secondi sui connazionali Vermeersch e Lampaert
Si apre sotto la luce di Jasper Philipsen (Alpecin-Deceuninck) e si chiude sotto quelle di Matej Mohoric (Bahrain) e Tim Wellens (UAE) la prima edizione del Renewi Tour, corsa che nasce dalle ceneri del fu Eneco Tour e che negli anni ha cambiato denominazione prima in BinckBank Tour e poi in Benelux Tour. Di fatto rinasce come un Giro del Belgio con una breve cronometro corsa in terra olandese, la seconda frazione, vinta da Joshua Tarling (INEOS, il quale succede appunto a Philipsen, vincitore della prima frazione, in testa alla classifica.
Dopo la cronometro i favoriti della vigilia – Mohoric, Wellens, Tarling, Yves Lampaert (Soudal – Quick Step), Jasper Stuyven (Lidl-Trek), Florian Vermeersch (Lotto Dstny), Matteo Trentin e Marc Hirschi (UAE Team Emirates), si erano portati come da pronostico nelle zone alte della classifica in attesa della terza tappa, da disputare sulle strade del Giro delle Fiandre con il temibile muro di Grammont a fare da spauracchio. Come da previsioni la frazione ha offerto molto spettacolo e ad aggiudicarsela è stato Mike Teunissen (Intermarchè), per il quale ha pagato il coraggio di attaccare fin dai primi chilometri ed è così riuscito a farsi il miglior regalo di compleanno che potesse sperare.
Alle sue spalle si è classificato Wellens, eroico nel continuare con una ruota sgonfia dopo aver acceso la corsa dei favoriti, ad appena 1”, poi si sono piazzata Axel Zingle (Cofidis), Hirschi, Arnaud De Lie (Lotto Dstny) e via via tutti gli altri. Il belga della UAE si è così issato saldamente al comando della generale sfruttando anche i vari abbuoni: 24 i secondi di vantaggio sul diretto inseguitore Lampaert, due in più su Vermeersch e 30” sulla coppia costituta da Stuyven e Fred Wright (Bahrain).
Le ultime due tappe diventano quindi una passerella per le ruote veloci, anche se nell’ultima i chilometri conclusivi vallonati hanno provocato una certa selezione. Alla fine per la classifica generale si registra solo il ritiro di Wright e il sorpasso di Vermeersch su Lampaert.
La penultima frazione si conclude col successo in volata di Sam Welsford (DSM – Firmenich) su Olav Kooij (Jumbo – Visma), piazzato terzo nella prima frazione, Philipsen, e Tim Merlier (Soudal – Quick Step), giunto secondo nella prima volata.
L’ultima volata, a ranghi ristretti, è stata invece vinta da Mohoric che ha regolato il nostre Trentin, migliore italiano in gara con due buone prove nelle prime frazioni. Terzo il danese Søren Kragh Andersen (Alpecin – Deceuninck) davanti al duo della Lotto Dstny composto da Jasper De Buyst e De Lie.
Andrea Mastrangelo
GIRO DI GERMANIA, ILAN VAN WILDER VINCE LA GENERALE
Ilan Van Wilder vince il Giro di Germania davanti a Felix Großschartner e Danny Van Poppel.
Quattro tappe e un prologo iniziale compongono il percorso dell’edizione 2023 del Deutschland Tour, la numero 38 nella sua non più così giovane storia: tappe mosse e frastagliate con esiti incerti e non cuciti addosso a nessun genere specifico di corridori.
Il prologo iniziale di 2.3 Km è un esercizio quasi da pistard, vinto dal britannico Ethan Vernon (Soudal – QuickStep) davanti a Mads Pedersen (Lidl – Trek) per 1″ e Maikel Zijlaard per 3″ (Tudor Pro Cycling Team). La prima tappa in linea invece prevede un’altimetria mossa con vari strappi nel finale che premiano il talento di Ilan Van Wilder, 23enne belga della Soudal – QuickStep, bravo a battere in volata ristretta i più esperti Felix Großschartner (UAE Team Emirates) e Pavel Sivakov (INEOS Grenadiers). Gli abbuoni permettono al giovane belga di vestire anche la maglia di leader, che porterà fino al traguardo finale di oggi.
Nella seconda tappa in linea con arrivo sullo strappo finale di Winterberg la scena se la prende Gregor Mühlberger, 29enne austriaco della Movistar, abile a staccarsi tutti di ruota e trionfare in solitaria. A circa 10″ di distanza la volata del gruppo per il primo degli sconfitti è regolata dal compagno di squadra Alex Aranburu su Kevin Vermaerke (Team DSM – Firmenich), ma senza minacce al primato generale di Van Wilder.
La terza frazione vede invece una volata di gruppo, nonostante qualche difficoltà altimetrica e planimetrica proposte dall’arrivo di Essen: qui a trionfare è Madis Mihkels (Intermarche – Circus – Wanty) su Danny Van Poppel (Bora – Hansgrohe) e Quinten Hermans (Alpecin-Deceuninck), con ancora saldo il primato di Van Wilder in classifica generale.
La quarta e ultima tappa è nuovamente una volata, regolata questa volta da Arvid De Kleijn (Tudor Pro Cycing) su Phil Bauhaus (Bahrain – Victorious) e Marius Mayrhoffer (Team DSM – Firmenich). Ancora una volta, nessun pericolo per Ilan Van Wilder che porta così a casa la classifica generale finale lasciando l’argento a Felix Großschartner, distante 11″, e Danny Van Poppel, terzo per soli 2″.
Lorenzo Alessandri
ANDREAS KRON VINCE A BARCELLONA CON DEDICA SPECIALE
Andreas Kron (Lotto Dsnty) vince la seconda tappa della Vuelta a España 2023, il danese piazza lo scatto vincente poco prima del GPM del Montjuic e nessuno riesce a prenderlo, si piazza in seconda posizione Kaden Groves (Alpecin-Deceuninck) che di fatto regola la volata dei battuti su Andrea Vendrame (Ag2r Citroën) e Andrea Bagioli (Soudal-QuickStep). Anche quest’oggi la tappa è stata fortemente condizionata dalla pioggia tanto che l’Organizzazione decide di neutralizzare i tempi a 9 Km dall’arrivo così da evitare rischi in discesa, decisione che offre una non belligeranza tra gli uomini di classifica che, di fatto, decidono di non correre ulteriori rischi.
Poco dopo il chilometro zero la strada inizia subito a salire nella seconda frazione della Vuelta a España 2023 verso il GPM del Coll de Sant Bartomeu a prendere di forza i primi chilometri della salita sono Matteo Sobrero (Team Jayco AlUla), Thomas Bonnet (TotalEnergies) ed Elie Gesbert (Team Arkéa-Samsic), il gruppo controlla ma poco dopo un nuovo scatto di, ancora Matteo Sobrero insieme questa volta a Andrea Piccolo (EF Education-EasyPost), Javier Romo (Astana Qazaqstan) e Joel Nicolau (Caja Rural-Seguros RGA) offre il là alla fuga buona di giornata, il gruppo infatti lascia andare i quattro sotto una pioggia battente. Al GPM per i battistrada il vantaggio è di 1’:30”. Dal gruppo esce Jetse Bol (Burgos-BH) che tutto solo riesce a riportarsi sulla testa della corsa, cinque quindi gli uomini al comando con il plotone tirato dagli uomini della maglia rossa indossta da Lorenzo Milesi (Team DSM). La fuga ottiene, a circa metà tappa un vantaggio massimo di 3’:14” , per poi riscendere nei pressi del Coll d’Estenalles a circa 1’:40”. In discesa la fuga guadagna qualche secondo mentre in gruppo si procede adagio per via della sede stradale molto insidiosa a causa della pioggia, in testa al gruppo si portano gli uomini classifica tra cui anche Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma) plateale il gesto del danese ad andare adagio. Intanto in testa Bol e Nicolau perdono contatto e poco dopo sono riassorbiti dal gruppo, gruppo in cui regna il caos perchè se da una parte le squadre degli uomini di classifica non vogliono correre rischi squadre come la Alpecin – Deceuninck ed il Team DSM ambiscono una alla vittoria di tappa una a difendere la maglia rossa di Milesi. Nonostante la prudenza messa in strada dal gruppo vanno giù per fotuna senza conseguenza sia Primoz Roglic (Jumbo-Visma) sia Geraint Thomas (Ineos Grenadiers), va peggio proprio alla maglia rossa, Lorenzo Milesi infatti cade e sanguinante è costretto ad alzare bandiera bianca. In testa ai meno 9 dall’arrivo, in pratica, ai piedi del GPM del Montjuic, dove è prevista la neutralizzazione a passare per primo è Piccolo seguito da Romo, Sobrero invece aveva anch’egli alzato bandiera bianca, energie finite per l’italiano. La coppia al comando è ripresa a 7 chilometri dall’arrivo con la Groupama – FDJ a prendere in testa la salita verso Montjuic dove piazza il primo scatto Remy Rochas (Cofidis), l’uomo della Cofidis è subito ripreso da Andreas Kron (Lotto Dstny) con uno scatto decisamente più efficace, il danese va via tutto solo e risulta così imprendibile per tutti, sotto l’arco dell’ultimo chilometro sono 10 i secondi di vantaggio, tempo che gli consente l’assoluta tranquillità di godersi a braccia alzate gli ultimi metri e far propria una importante vittoria di tappa che dedica a Tijl De Decker (giovane compagno recentemente scomparso mentre si alleneva). Alle sua spalle si piazza Kaden Groves (Alpecin-Deceuninck) su Andrea Vendrame (Ag2r Citroën) e Andrea Bagioli (Soudal-QuickStep). In classifica generale passa l comando Andrea Piccolo (EF Education-EasyPost) seguito a 11” da Javier Romo (Astana Qazaqstan) ed a 13” da Ivan Garcia Cortina (Movistar). Domani terza tappa e primo arrivo in salita ad Arinsal questa volta la pioggia, se dovrà esserci, non sarà motivo di non belligeranza tra i big chiamati a dare un senso a questa Vuelta partita, decisamente, in modo abbastanza discutibile.
Antonio Scarfone