WOUT VAN AERT, COLPO DA FINISSEUR AL TOUR OF BRITAIN
Il belga Wout Van Aert con un colpo da finisseur si aggiudica la quinta tappa del Tour of Britain, una vittoria che lo insedia al comando della classifica generale. Vernon e van Poppel sul podio di giornata. Persico sesto
Tre secondi, a tanto ammonta il vantaggio che in poche centinaia di metri il belga Wout Van Aert (Jumbo-Visma) ha inflitto al plotone che si voleva giocare la tappa. Oltre al successo del belga, sempre in casa Jumbo-Visma la cosa che salta agli occhi è la mancanza tra gli interpreti della volata del protagonista degli arrivi precedenti. Il danese Olav Kooij si è infatti piazzato solo ventiquattresimo. Grazie al successo odierno, ottenut – seppur per poco – in solitaria, l’esperto belga si è insediato al vertice della classifica generale con un vantaggio di 3” su Ethan Vernon (nazionale britannico), Max Kanter (Movistar Team) e un’altra cinquantina di corridori.
Tornando alla corsa, la volata dei battuti è andata a Ethan Vernon, che ha regolato un plotone di una settantina di elementi mettendosi alle spalle Danny van Poppel (BORA – hansgrohe), Alexander Salby (Bingoal WB), Max Kanter (Movistar Team), Davide Persico (Bingoal WB), Milan Fretin (Team Flanders – Baloise), Davide Bomboi (TDT-Unibet Cycling Team), Thomas Pidcock (INEOS Grenadiers), Stian Fredheim (Uno-X Pro Cycling Team) e tutti gli altri.
La tappa odierna già in avvio si era dimostrata molto frizzante. Si erano susseguiti molteplici tentativi di attacco fin dalle prime pedalate. A portare via la fuga “giusta” sono stati Abram Stockman (TDT-Unibet Cycling Team), Callum Ormiston (Global 6 Cycling) e Joey Rosskopf (Q36.5 Pro Cycling Team), con quest’ultimo ripreso solo ai meno nove.
Domani il Tour of Britain proporra la Southend on Sea – Harlow, tappa di 146.2 Km che dovrebbe essere l’ultima tappa adatta alle ruote veloci, in attesa delle tappe del weekend che hanno tutte le caratteristiche per risultare decisive.
Mario Prato
MOLANO SENZA RIVALI A SARAGOZZA. KUSS RESTA IN MAGLIA ROSSA
A Saragozza Juan Sebastian Molano (UAE Team Emirates) vince con autorità la volata della dodicesima tappa, soprattutto grazie al lavoro del compagno di squadra Oliveira che lo pilota alla perfezione nei metri finali. Kaden Groves (Team Alpecin Deceuninck) deve accontentarsi della piazza d’onore mentre Boy van Poppel (Team Intermarchè Circus Wanty) chiude il podio. Grande attesa per la tappa di domani con l’arrivo sul Tourmalet
La dodicesima tappa della Vuelta 2023 è lunga poco più di 150 e unisce le località di Olvega e Saragozza. Un paio di semplici salite non categorizzate come gpm nei pressi di Tarazona e di Castejon de Valdejasa non ostacoleranno i velocisti che dopo una settimana potranno ritrovare il brivido della volata mentre i big di classifica – con Sepp Kuss (Team Jumbo Visma) ancora in maglia rossa – si riposeranno in vista di tappe decisamente più difficili già a partire da domani. Dopo la partenza da Olvega si formava immediatamente la fuga di giornata grazie all’azione di due ciclisti, ovvero Abel Balderstone (Team Caja Rural – Seguros RGA) e Jetse Bol (Team Burgos BH). Dopo il vantaggio massimo di 2 minuti e 30 secondi raggiunto intorno al km 40, il gruppo reagiva e si avvicinava progressivamente alla coppia al comando. Era in particolare il Team Alpecin Deceuninck a comandare le operazioni in testa al gruppo. Il vantaggio di Balderstone e di Bol iniziava a diminuire sempre di più finchè il gruppo riprendeva i due fuggitivi ad una quarantina di km dalla conclusione. Kaden Groves (Team Alpecin Deceuninck) si aggiudicava il traguardo volante di Villanueva de Gallego con Primoz Roglic (Team Jumbo Visma) che si piazzava in seconda posizione e rosicchiava così 4 secondi al diretto avversario Remco Evenepoel (Team Soudal Quick Step). Nei km finali era l’Alpecin Deceuninck a dettare il ritmo in testa ed a proteggere Groves per la volata ma Juan Sebastian Molano (UAE Team Emirates) riusciva ad avanzare prepotentemente negli ultimi 300 metri grazie ad un lavoro eccellente di Rui Oliveira, suo compagno di squadra. Il colombiano a questo punto apriva il gas ed andava a vincere nettamente davanti a Groves ed a Boy van Poppel (Team Intermarchè Circus Wanty). Chiudevano la top five Rui Oliveira in quarta posizione ed Edward Theuns (Teal Lidl Trek) in quinta posizione. Da segnalare il settimo posto di Alberto Dainese (Team DSM Firmenich). Molano ottiene la quarta vittoria stagionale dopo la vittoria della quarta tappa dell’UAE Tour, del GP de Denain e della prima tappa della Vuelta a Burgos. In classifica generale Sepp Kuss resta in maglia rossa davanti a Marc Soler (UAE Team Emirates) e Remco Evenepoel. Domani è in programma la tredicesima tappa della Vuelta e con essa una dei momenti chiave dell’intera corsa spagnola. E’ il momento del tappone pirenaico con sconfinamento in Francia. Si parte da Formigal Huesca la Magia e si arriva sul mitico Col du Tourmalet dopo quasi 135 che vedono anche la scalata del Puerto de Portalet, del Col d’Aubisque e del Col de Spandelles. In totale sono quattro salite di cui una di terza categoria, una di prima categoria e due di hors categorie. E’ certamente, insieme a quella dell’Angliru che troveremo più avanti, una delle tappe più dure di tutta la Vuelta 2023. I veri pretendenti finali alla maglia rossa dovranno uscire allo scoperto.
Antonio Scarfone
OLAV KOOIJ CALA IL POKER AL TOUR OF BRITAIN!
E sono quattro… Al Tour of Britain vige la dura legge di Kooij. Il giovane velocista olandese si è imposto anche nella quarta tappa. Salgono sul podio di giornata van Uden ed Vernon. Prima TopTen per Davide Persico, settimo.
Signori giù il cappello… A Newark on Trent, quarto arrivo del Tour of Britain 2023, il più veloce è sempre lui, Olav Kooij. Il ventunenne della Jumbo-Visma anche oggi non ha avuto rivali. Alle sue spalle oggi si è messo nell’ordine Casper van Uden (Team dsm – firmenich), Ethan Vernon (Naz. Gran Bretagna), Milan Fretin (Team Flanders – Baloise), Max Kanter (Movistar Team), Davide Persico (Bingoal WB), Ben Turner (INEOS Grenadiers), Sam Bennett (BORA – hansgrohe) e Davide Bomboi (TDT-Unibet Cycling Team).
La quarta tappa era iniziata nel segno di James Fouche (Bolton Equities Black Spoke), Harry Tanfield e Abram Stockman (TDT-Unibet Cycling Team) Gli autori della fuga di giornata collaborano d’amore e d’accordo, anche se il gruppo non sembra intenzionato a concedere loro molto spazio. Ai meno 85 Fouche desiste e si lascia risucchiare dal gruppo, mantre i restanti due coraggiosi continuano nel loro tentativo fino ai meno 27.
Dopo il ricongiungimento si è capito che anche oggi ci si sarebbe giocato la tappa in volata e le varie squadre si sono approntate per portare il proprio velocista nelle migliori condizioni per sprintare verso il traguardo.
Domani il Tour of Britain affronterà la quinta tappa ancora con l’olandese ancora in maglia di Leader. La Felixstowe-Felixstowe di 192.4 km ricorda nel tracciato la tappa odierna e non dovrebbe sfuggire ai velocisti, anche se la presenza nel finale di alcune curve e di spartitraffico potrebbe complicare un po’ le cose ai treni delle varie squadre.
Mario Prato
JESUS HERRADA BRILLA A LAGUNA NEGRA FINALIZZANDO AL MEGLIO LA FUGA DI GIORNATA, NO CONTEST TRA I BIG
Jesus Herrada (Cofidis) fa suo l’arrivo in salita di Laguna Negra alla Vuelta a España 2023, lo spagnolo ha la meglio sulla fuga di 26 uomini che ha contraddistinto la tappa odierna in cui i big nonostante l’arrivo in salita decidono di arrivare tutti insieme appassionatamente. Al secondo posto chiude Romain Gregoire (Groupama-FD), terzo Andreas Kron (Lotto Dsnty) il gruppo arriva ben sei minuti dopo. Nessuna variazione quindi tra le prime posizioni della classifica generale.
Dopo la cronometro di ieri in tanti hanno salvato la gamba per provare ad andare in fuga quest’oggi nella undicesima tappa della Vuelta a España 2023 e così dal chilometro zero i tentativi di fuga si susseguono in continuazione, ma la sede stradale piatta non offre particolare vantaggio per evadere dal gruppo, bisogna infatti aspettare il sessantesimo chilometro di corsa per vedere formarsi il tentativo buono, ad avere la meglio è un gruppo composto da ben 26 uomini. Ecco i loro nomi: Geraint Thomas e Filippo Ganna (Ineos Grenadiers), Rudy Molard, Lewis Askey e Romain Grégoire (Groupama-FDJ), Jonathan Caicedo e Andrea Piccolo (EF Education-EasyPost), Paul Ourselin e Alan Jousseaume (TotalEnergies), Dorian Godon, Nicolas Prodhomme e Damien Touzé (Ag2r Citroen), Jacopo Mosca e Otto Vergaerde (Lidl-Trek), Jose Manuel Diaz, Eric Fagúndez e Pelayo Sánchez (Burgos-BH), Luis León Sánchez (Astana Qazaqstan), Jesús Herrada (Cofidis), Jorge Arcas (Movistar), Andreas Kron (Lotto Dstny), Łukasz Owsian (Team Arkéa-Samsic), Joel Nicolau (Caja Rural-Seguros RGA), Jan Maas (Team Jayco AlUla), Julius Johansen (Intermarché-Circus-Wanty) e Sean Flynn (Team dsm-firmenich). Tanti i nomi buoni in questo gruppo numeroso che lasciano ben sperare al buon esito della fuga anche perchè dopo lo sforzo della cronometro i valori in campo possono essere celati per recuperare energie preziose. Il gruppo è tirato dalla Jumbo-Visma con Sepp Kuss in maglia rossa ben protetto dai suoi uomini. la tappa con l’unica salita conclusiva non offre particolari emozioni ed infatti il vantaggio dei drappello in testa arriva a circa 6’. A questo punto è chiaro che il vincitore odierno uscirà dal gruppetto dei 26 e sarà “corsa nella corsa”. L’approccio alle prime rampe della salita Laguna Negra offre subito un primo scatto piazzato da Ourselin che però viene ripreso a circa 5 chilometri dal traguardo grazie ad un gran ritmo di Filippo Ganna al servizio di Thomas. Il ritmo del verbanese è irresistibile per tanti, si ha selezione da dietro, restano agganciati soltanto Thomas, Molard, Gregoire, Caicedo, Prodhomme, Herrada, Kron e Sanchez. I nove uomini al comando arrivano insieme ai 1500 metri dall’arrivo, qui nel tratto con pendenze maggiori Ganna termina il suo lavoro, il primo scatto è di Caicedo con Thomas che riesce a chiudere portandosi dietro tutti gli altri. Dopo l’arco dell’ultimo chilometro Caicedo riparte Thomas lo riprende ma è Herrada ai 300 metri ad andarsene tutto solo verso il traguardo. Lo scatto dello spagnolo è chirurgico a nulla vale il tentativo di Gregoire e Kron di portarsi sotto i quali devono accontentarsi rispettivamente del secondo e terzo posto. Il gruppo maglia rossa affronta la salita senza nessuno scatto dei big se non un “allungo” di Remco Evenepoel (Soudal-QuickStep) che non produce buchi tra gli uomini di classifica arrivati di fatto tutti insieme. Domani dodicesima tappa con le ruote veloci che torneranno protagoniste a Saragozza.
Antonio Scarfone
OLAV KOOIJ… E SONO TRE…
Terzo successo consecutivo per il velocista della Jumbo Visma al Tour of Britain, come sempre assistito da Van Aert. Seconda piazza per Danny Van Poppel davanti a Ethan Vernon.
Tre su tre. Niente male come curriculum per Olav Kooij che nelle prime tre tappe del Tour of Britain 2023 ha sempre colto il bersaglio grosso. Dopo i successi a Manchester e Wrexham anche il traguardo di Beverley è finito nel carniere del giovane velocista olandese della Jumbo-Visma. Anche oggi come nelle tappe precedenti il regista della volata del ventunenne di Numansdorp è stato Wout van Aert. Il belga, diversamente dai giorni scorsi, non è però salito sul podio di giornata e, anzi, non è entrato nemmeno nella TopTen avendo chiuso 13° dietro al primo italiano sul traguardo, Davide Persico (Bingoal WB).
Alle spalle dell’irraggiungibile Kooij si son piazzati nell’ordine Danny van Poppel (BORA – hansgrohe), Ethan Vernon (nazionale britannica), Max Kanter (Movistar Team), Rasmus Tiller (Uno-X Pro Cycling Team), Thomas Pidcock (INEOS Grenadiers), Robert Donaldson (Trinity Racing), Casper van Uden (Team dsm – firmenich) e Rory Townsend (Bolton Equities Black Spoke).
Grazie a questo tris di successi il giovane olandese continua a vestire la maglia di leader anche se, non essendo previsti abbuoni, la maggior parte dei ciclisti che lo seguono in classifica hanno lo stesso tempo di Kooij.
Oggi è in programma una tappa che scatterà dalla celebre foresta di Sherwood, quella di Robin Hood, per concludersi dopo 167 Km a Newark-on-Trent, dove è atteso un altro arrivo in volata.
Mario Prato
GANNA TORNA AL TOP. BATTUTI EVENEPOEL E ROGLIC. KUSS RESISTE IN MAGLIA ROJA.
Finalmente una prestazione super in una prova contro il tempo come non avveniva ormai da qualche mese, una performance degna del miglior Filippo Ganna. Il fuoriclasse della Ineos domina la 10a tappa della Vuelta, una crono di 25,8 km attorno a Valladolid, battendo di 16″ Remco Evenepoel (Soudal-Quick Step) e prendendosi così una meritata rivincita dopo le sconfitte inflittegli dal Belga al Giro e ai recenti mondiali di Glasgow. Terza posizione per un ottimo Primoz Roglic (Jumbo-Visma) giunto a 36″ e rimasto di conseguenza in scia di Evenepoel in classifica generale. Mezzo passo falso per l’altro capitano della Jumbo, Jonas Vingegaard che paga 1′02″ al Belga, mentre il compagno di squadra Sepp Kuss si difende bene e conserva la maglia roja con 26″ su un ottimo Marc Soler (UAE Team Emirates) e 1′09″ su Remco
Dopo il primo giorno di riposo la corsa riprendeva subito con una frazione fondamentale, una cronometro individuale di 25,8 km in quel di Valladolid. Il percorso era quasi completamente piatto, ad eccezione di un breve strappetto (500 m al 7.1%) posto a Parquesol al km 7. Una volta terminata la brevissima discesa iniziava un lungo viale quasi privo di curve da percorerre in entrambi i sensi di marcia prima dell’arrivo sul traguardo della città Castillana.
La corsa ha preso il via con la partenza di Miles Scotson (Team Jayco-AlUla) alle 14.01. Il primo corridore a far segnare un tempo degno di nota è stato il francese Clement Davy (Groupama-FDJ) che ha completato la sua prova con un tempo di 30′55″. Il primato del transalpino non è durato molto perchè dopo una ventina di minuti è giusto al traguardo Stefan Bissegger (EF Education-EasyPost) che ha fatto segnare il miglior tempo provvisorio in 28′58″, tempo che lo candidava sicuramente ad un piazzamento.
Di lì a poco è però partito uno dei favoritissimi, ovvero Filippo Ganna (Ineos Grenadiers) che ha messo subito le cose in chiaro già al primo intermedio, dove è transitato con un vantaggio monstre su Bissegger di 33″, diventati poi 52″ al secondo punto di rilevazione. Ganna si è quindi portato in testa con il tempo di 27′39″, ben 1′19″ in meno del campione europeo delle prove contro il tempo. Il piemontese ha fatto segnare una media di quasi 56 km/h, dando subito l’idea che sarebbe stato molto difficile togliergli la vittoria oggi.
Una volta conclusa la prova di Ganna, l’attenzione era quasi tutta rivolta verso gli uomini di classifica, ultimi a partire, tra cui figuravano anche i due maggiori pericoli per la leadership del corridore dell’Ineos, ovvero Primoz Roglic (Jumbo-Visma) e soprattutto Remco Evenepoel (Soudal-Quick Step). Nell’attesa dei big, sono sicuramente da segnalare le buone prove di Jonathan Castroviejo, altro alfiere dell’Ineos che ha chiuso ad 1′24″, Nelson Oliveira (Movistar Team) giunto ad 1′12″ e soprattutto di Mattia Cattaneo (Soudal-Quick Step) momentaneamente 2° ad 1′09″ dal leader.
Si è così giunti ai corridori che puntano alla top ten finale. Tra questi, ottima la prestazione di Aleksandre Vlasov (Bora-Hansgrohe) che è partito benissimo (2° a 23″ da Ganna al primo intermedio) ed è poi arrivato al traguardo con 52″ di ritardo, primo corridore a contenere il gap al di sotto del minuto. Poco dopo il russo è stato superato dal portoghese Joao Almeida (UAE Team Emirates), giunto con appena 2″ di vantaggio. Discreta la prestazione del suo compagno di squadra Juan Ayuso che ha completato la sua crono in 28′50″ ad 1′11″ da Ganna, mentre Enric Mas (Movistar Team) ha dovuto limitare i danni, giungendo ad 1′46″.
Nel frattempo era patito anche Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma) che però ha subito dimostrato di non avere la gamba del Tour: già al primo intermedio pagava 25″, ha poi perso ulteriomente al secondo intermedio (55″) per poi chiudere a 1′18″. Chi invece è andato forte è stato il suo compagno di squadra e co-capitano Primoz Roglic che è transitato con appena 10″ di ritardo al primo intermedio, poi diventati 27″ al secondo rilevamento e infine 36″ al traguardo, distacco che gli è valso il secondo posto provvisorio. Immediatamente dopo di lui era il turno di Remco Evenepoel (Soudal-Quick Step) campione del mondo cronometro. Il belga si è inserito al 3° posto al primo rilevamento (11″), ma ha poi sopravvanzato Roglic nel tratto successivo transitando con un ritardo di18″ da Ganna al secondo intermedio. Infine ha addirittura recuperato qualcosa a Ganna nel finale chiudendo a 16″ e sancendo ufficiosamente la vittoria dell’Italiano.
Mancavano a questo punto solo i primi 3 della graduatoria: il giovanissimo Lenny Martinez (Groupama-FDJ) ha probabilmente pagato la fatica della prima settimana, chiudendo con un modesto 30° posto a 2′29″ da Ganna. Oltre ogni aspettativa invece la prestazione di Marc Soler (UAE Team Emirates) capace di chiudere la sua prova addirittura all’8° posto con un ritardo di 1′12″, appena 1″ peggio del suo compagno Ayuso. Bene anche Sepp Kuss, leader della generale. Lo statunitense della Jumbo ha perso solo 1′29″ (13° posto per lui) difendendo la sua leadership nella classifica generale che ora lo vede in testa con 26″ su Soler, 1′09″ su Evenpoel ed 1′36″ su un Roglic finora impeccabile. Scivola in 5a posizione Lenny Martinez, ora distanziato di 2′02″, mentre Almeida risale di ben 4 posizione ed ora è 6° a 2′16″. Poco dietro di lui Jonas Vingegaard a 2′22″ ed ora più distante dal duo Roglic-Evenepoel. Chiudono la top ten provvisoria Juan Ayuso a 2′25″, Mas a 2′50″ e Vasov a 3′14″.
Domani è in programma l’11a tappa da Lerma a Laguna Negra (163 km). I primi 150 km abbondanti saranno praticamente piatti. Poi nel finale il classico arrivo monopuerto tanto caro alla corsa iberica. I corridori arriveranno al traguardo al termine di una salita di 6.5 km al 6.7%. Da segnalare gli ultimi 500 metri con pendenze a doppia cifra.
Pierpaolo Gnisci
BIS DI OLAV KOOIJ AL TOUR OF BRITAIN
Ancora un successo in volata per l’uomo della Jumbo-Visma lanciato nuovamente da Wout van Aert. Anche la seconda tappa si inchina così al duo Jumbo Visma. Seconda piazza per l’olandese Van Poppel.
Come da manuale, la coppia ormai collaudata Kooji-Van Aert mette il sigillo anche alla seconda tappa del Tour of Britain. Rispetto alla tappa inaugurale però si è, per così dire, intromesso Danny van Poppel della Bora Hansgrohe, che ha colto la seconda piazza davanti a Van Aert. A seguire si sono piazzati: Sam Bennett (BORA – hansgrohe), Max Kanter (Movistar Team), Ethan Vernon – che difende i colori della nazionale di Albione – Luke Lamperti (Trinity Racing), Stian Fredheim (Uno-X Pro Cycling Team), Thomas Pidcock (INEOS Grenadiers), e Davide Bomboi (TDT-Unibet Cycling Team) che ha chiuso la TopTen precedendo l’italiano Davide Persico, stagista alla Bingoal WB.
Oltre alla già citata coppia della Jumbo-Visma ed agli altri protagonisti della volata conclusiva, la tappa ha visto alla ribalta anche gli animatori della fuga di giornata. I coraggiosi rispondono al nome di Jacob Scott (Bolton Equities Black Spoke), Callum Ormiston (Global 6 Cycling), Finn Crockett (Saint Piran) e Abram Stockman (TDT-Unibet Cycling Team). I quattro hanno impegnato non poco le squadre dei velocisti poichè il loro essere battistrada si è interrotto solo ai meno 15, quando sono stati ripresi i due fuggitivi rimasti in avanscoperta, Crockett e Stockman-
Nelle fasi conclusive, si è avuta la caduta di Tobias Lund Andresen (Team DSM Firmenich), che a causa di una sbandata ha colpito un ostacolo a bordo strada finendo per terra. L’impatto, però, non sembra aver avuto conseguenze per il giovane danese, che comunque terminato la tappa con il distacco subito annullato dalla giuria, essendo l’incidente avvenuto all’interno degli ultimi 3 Km.
Domani si attende un altro arrivo in volata al termine della terza frazione, che si snoderà tra Goole e Beverley sulla distanza di 154 Km e su di un percorso movimentato da un paio di colli di 3a categoria da affrontare nei primi 70 Km di gara.
Mario Prato
VALENTIN MADOUAS, VITTORIA IN CASA ALLA BRETAGNE CLASSIC
Valentin Madouas (Groupama-FDJ) in maglia di campione francese conquista il prestigioso arrivo a Plouay della Bretagne Classic 2023, il bretone si impone in uno sprint ristretto avendo la meglio su Mathieu Burgaudeau (TotalEnergies) e Felix Grosschartner (UAE Team Emirates).
Dopo il chilometro zero in due vanno via e sono Aaron van der Beken (Bingoal WB) e Alessandro Tonelli (Green Project-Bardiani CSF-Faizané), la coppia a va formare la fuga di giornata. Nel gruppo è presente anche il campione del mondo Mathieu van der Poel che con l’Alpecin Deceuninck inizialmente si mette in testa al gruppo a controllare. La situazione di corsa rimane cristallizzata, dopo ben 100 chilometri il vantaggio della coppia la comando è di 5 minuti, tempo che inizia a calare grazie al lavoro in testa al plotone della Soudal – QuickStep e del Team Dsm, il cambio di ritmo è repentino ed il gruppo nei dieci chilometri successivi si porta a circa 1’ dai fuggitivi. Van der Beken e tonelli vengono riassorbiti dal gruppo ad 85 chilometri dall’arrivo in vista del primo passaggio sul noto sterrato di Le Hellès. La corsa finalmente si infiammo e ad accenderla è Julian Alaphilippe (Soudal-QuickStep) con un allungo dei suoi su cui si portano Greg Van Avermaet (Ag2r Citroën), Tiesj Benoot (Jumbo-Visma) e Pavel Sivakov (Ineos Grenadiers), il gruppo riesce ad essere inizialmente unito, la selezione è da dietro ed infatti un nuovo allungo di Mick van Dijke (Jumbo-Visma) e Stefan Küng (Groupama-FDJ) causa un pò di selezione. I due guadagnao subito 2 minuti con 60 chilometri da percorrere. Un’altra coppia prova ad evadere dal gruppo e sono Lilian Calmejane (Intermarché-Circus-Wanty) e Gianni Moscon (Astana Qazaqstan Team) i due riescono a guadagnare una cinquantina di secondi restando di fatto a bagnomaria tra il gruppo e la testa della corsa che non riusciranno a prendere. Intanto una caduta taglia fuori dalla possibilità di vittoria Warren Barguil (Arkéa-Samsic), Jake Stewart (Groupama-FDJ) e Ben Healy (EF Education-Easy Post) frazionando il gruppo inseguitore. In testa Stefan Küng quando mancano 35 chilometri all’arrivo va via tutto solo, poco dopo in testa al gruppo Marc Hirschi (UAE Team Emirates) allunga sulla Côte di Marta, lo svizzero è seguito da Tiesj Benoot (Jumbo-Visma) e Benoît Cosnefroy (AG2R Citroën Team) mentre alzano bandiera bianca sia Christophe Laporte (Jumbo-Visma) sia Arnaud De Lie (Lotto Dstny) sia Mathieu Van der Poel (Alpecin-Deceuninck) tra i favoriti alla partenza. A rientrare sullo svizzero sono così, dopo un’alta accelerazione di Cosnefroy, Mathieu Burgaudeau, Valentin Madouas, Alex Aranburu, Marc Hirschi, Felix Grossschartner e Jai Hindley.Poco dopo rientrano anche Benoot, Sivakov e Fuglsang, formando un gruppetto di 14 uomini al comando prima di entrare nel circuito conclusivo di 11,7 chilometri. Ancora Stefan Küng indiavolato prova a riprendersi la testa della corsa seguito da Felix Grossschartner e Frederik Wandahl a cui si aggiungono successivamente Valentin Madouas e Mathieu Burgaudeau; sembra l’azione buona perchè da dietro non c’è organizzazione e davanti guadagnano subito una trentina di secondi a 20 chilometri dall’arrivo. Sull’ultimo strappo Grossschartner prova un allungo cede il solo Wandahl, gli altri restano con lui. Il quartetto arriva così compatto nel rettilineo di arrivo, un grande Küng si mette al lavoro per Madouas, che piazza un allungo e va vincere la corsa di casa, riportando così i bretoni a vincere a Plouay dopo oltre 20 anni, alle sue spalle si piazzano Mathieu Burgaudeau (TotalEnergies) e Felix Grosschartner (UAE Team Emirates) a 17 secondi arriva un altro quartetto chiuso da Jasper De Buyst (Lotto Dstny), che regola Marc Hirschi (UAE Team Emirates), Tiesj Benoot (Jumbo-Visma) e Frederik Wandahl (Bora-hansgrohe) poi a 35” Elia Viviani (Ineos Grenadiers) regola ciò che resta del gruppo.
Antonio Scarfone
MARYLAND CLASSIC, SKJELMOSE DOMINATORE SOLITARIO
Mattias Skjelmose Jensen domina in solitaria la classica statunitense. Alle sue spalle Neilson Powless e Hugo Houle.
Seconda edizione della classica oltreoceano intorno alla città di Baltimora, Maryland (USA), da cui il nome di questa corsa di un giorno. Il percorso presenta qualche difficoltà altimetrica nella prima metà per poi immettersi nel circuito intorno alla metropoli dell’omonimo stato. Quest’oggi non c’è un vero padrone della corsa tanto che si susseguono frazionamenti e ricongiungimenti anche piuttosto numerosi in testa al plotone.
Da uno di questi momenti di stallo esce in solitaria Mattias Skjelmose Jensen, campione danese in carica della Lidl – Trek, e fa subito il vuoto. Dietro le operazioni di rincorsa sono complicate e frammentate, che portano il vantaggio massimo del campioncino vichingo fino a sfiorare i 3 minuti, lasciandogli come unica preoccupazione in vista del traguardo l’esultanza con cui festeggiare la vittoria in terra a stelle e strisce.
Alle sue spalle alla fine si avvantaggiano in quattro, con Neilson Powless (EF Education – EasyPost) a regolare la volata dei battuti su Hugo Houle (Israel – Premier Tech) e Lucas Hamilton (Team Jayco AlUla).
Lorenzo Alessandri
VENTAGLI E CONFUSIONE ALLA VUELTA, ALLA FINE VINCE KAMNA. KUSS RESTA LEADER.
La 9a tappa della Vuelta a Espana ci ha riservato scenari non preventivati alla vigilia, ma soprattutto ci lascia la sensazione che in questi primi 9 giorni troppi meccanismi nell’organizzazione della corsa iberica non abbiano funzionato adeguatamente. La frazione, caratterizzata dai ventagli venuti fuori ad inizio tappa e poi nuovamente a metà corsa, alla fine è stata mortificata da una decisione degli organizzatori che definire tafazziana è quasi un complimento: la neutralizzazione degli ultimi 2 km a causa di un’intensa precipitazione avvenuta qualche ora prima dell’arrivo della corsa. Le immagini dei corridori che giungevano al traguardo ha poi dimostrato come la decisione fosse completamente sbagliata, situazione che fa il paio con quanto avvenuto nello scorso weekend a Barcellona. Alla fine a vincere la tappa è stato il micidiale Lennard Kamna (Bora-Hasngrohe) che con il successo odierno è entrato nel club di coloro che hanno vinto tappe in tutti e tre i grandi giri. Alle sue spalle l’ottimo Mattia Sobrero (Team Jayco-AlUla) staccato di 13″ e Chris Hamilton (Team dsm-firmenich) ad oltre un minuto. Solo qualche scaramuccia tra i big che si sono limitati ad una sorta di sprint nei pressi dello striscione dei -2, in corrispondenza del quale sono stati presi i tempi validi per la classifica generale che vede sempre in testa Sepp Kuss (Jumbo-Visma) con 43″ su Marc Soler (UAE Team Emirates) e 1′02″ su Lenny Martinez (Groupama-FDJ).
La 9a frazione della Vuelta, la Cartagena-Collado de La Crus de Caravaca (181 km), presentava un arrivo in salita non troppo complicato, ma rappresentava comunque un’altra occasione di confronto tra i big oltre che una ghiotta occasione per i cacciatori di tappa. I primi 40 km erano prevalentemente pianeggiati, quindi i corridori erano attesi dal Puerto de Casas la Marina la Periz (12.1 km al 4,9%) posto al km 60. Dopo la successiva discesa iniziava un lungo tratto misto che culminava con il falsopiano che faceva da antipasto all’ultima salita. L’ascesa finale (8.2 km al 5.4%) era del tutto irregolare vista l’alternanza fra tratti decisamente semplici e altri molto più difficili. In particolare il terzultimo km prevedeva pendenze superiori al 10%. Quindi, dopo un km in leggera discesa, un ultimo km nuovamente molto duro.
Pronti via e subito il primo colpo di scena: sfruttando il vento laterale, gli uomini della Jumbo-Visma hanno immediatamente provato a sorprendere gli avversari, mettendo in atto un attacco di squadra che ha letteralemente disintegrato il gruppo dando il là a dei ventagli. Davanti si sono ritrovati in 13, di cui ben 7 uomini della squadra olandese: Jonas Vingegaard, Primoz Roglic, Sepp Kuss, Dylan Van Baarle, Jan Tratnik, Wilco Kelderman e Attila Valter. Insieme a loro Remco Evenepoel e Mattia Cattaneo (Soudal-Quick Step), Alexander Vlasov, Nico Denz ed Emmanuel Buchmann (Bora-Hansgrohe) e Matevz Govekar (Bahrain-Victorius). Sono quindi rimasti fuori dall’azione . I due uomini della Soudal hanno contribuito a dare una mano a quelli della Jumbo con l’evidente intenzione di fare definitivamente fuoriEnric Mas (Movistar Team) e gli uomini della UAE Team Emirates (Juan Ayuso, Josè Almeida e Marc Soler). Il vantaggio del gruppo di testa ha raggiunto i 45″ ma il lavoro profuso dietro da UAE, Movistar e Bahrain ha fatto si che intorno al km 50 i battistrada fossero ripresi. Una volta calmate le acque, il gruppo di nuovo compatto ha rallentato l’andatura favorendo la formazione di una fuga che ha preso corpo sulla prima salita di giornata, il Puerto Casas de Marina la Perdiz. I primi a muoversi sono stati Lennard Kamna (Bora-Hansgrohe), Ruben Fernandez (Cofidis), Amanuel Gebreigzabhier (Lidl-Trek), Matteo Sobrero (Team Jayco-AlUla) e Daniel Navarro (Burgos-BH). Di lì a poco su di loro sono ritornati prima Jon Barrenetxea (Caja Rural-Seguros RGA) e poi anche Jonathan Caicedo (EF Education-EasyPost) e Chris Hamilton (Team dsm-firmenich).
Il vantaggio degli 8 fuggitivi è immediatamente dilagato arrivando ad 8′ ai -100. A quel punto il buon esito della loro azione sembrava decisamente scontato, ma di lì a poco (ai -80) il vento laterale è tornato nuovamente protagonista dando vita ad altri ventagli. In questo caso a spingere maggiormente in testa al gruppo sono stati gli uomini della Soudal. A farne le spese è stato l’ex leader della generale Lenny Martinez (Groupama-FDJ) rimasto attardato nel gruppo inseguitore. Il ritmo imposto dal drappello dei big è stato talmente alto da far si che nel giro di 10 km il vantaggio dei battistrada crollasse a 4′20″, mentre il primo gruppo inseguitore, tirato da Goupama e Bora, navigava a 5′30″. Una volta girata la strada e cessato il vento laterale, gli uomini della Soudal si sono ritrovati a dover sostenere l’intera azione che di conseguenza si è man mano affievolita fino all’inevitabile ricongiungimento avvenuto ai -52. A quel punto il vantaggio della fuga era di poco superiore ai 3 minuti e mezzo. La Jumbo, nuovamente in testa al gruppo con Van Baarle, non aveva però l’intenzione di riprendere i battistrada e di conseguenza il gap è nuovamente aumentato (4′45″ ai -30).
A questo punto è arrivata un’imporante notizia dall’organizzazione della corsa: a causa di una intensa precipitazione piovosa che aveva interessato la zona d’arrivo diverse ore prima lasciando del fango in una curva posta ai -150 dal traguardo, i tempi per la classifica sarebbero stati presi ai 2050 metri dall’arrivo. Una decisione che difatto neutralizzava il tratto finale per quel che riguarvadala classifica generale, depotenziando la tappa. I fuggitivi, chiaramente non interessati a tale decisione, hanno proseguito di comune accordo fino ai -8, quando è iniziata la salita finale e con essa gli scatti. I primi a perdere contatto sono stati Fernandez e Navarro, quindi anche Barrenetxea e Caicedo. Ai -5 ha mollato anche Chris Hamilton, lasciando così in testa il trio formato da Kamna, Gebreigzabhier e Sobrero. A quel punto è giunta una prima decisa accelerazione di Kamna che ha fatto perdere contatto anche al corridore eritreo. Il ritmo di Kamna era però troppo alto anche per Sobrero che a sua volta ha perso contatto dal tedesco. Il piemontese non ha mollato restando ad una distanza non troppo elevata (circa 15″) dal corridore della Bora e provando a rientrare nel tratto più duro della salita. Kamna ha però controllato con grande fermezza ed è così riuscito a tagliare il traguardo tutt solo. Sobrero si è dovuto accontentare della piazza d’onore con un ritardo (misurato ai -2) di 13″. Terza posizione per Chris Hamilton (ad 1′12″) davanti a Gebreigzabhier (1′00″ di ritardo per il corridore della Lidl che è stato superato da Hamilton negli ultimi 2 km).
Il gruppo maglia roja ha invece approcciato la salita finale con gli uomini della Movistar in testa a cui si sono rapidamente alternati quelli della Soudal, in particolare con Mattia Cattaneo. Il ritmo non era però così altro e così ai -3 sono partiti Joao Almeida (UAE Team Emirates) e Alexander Vlasov (Bora-Hansgrohe). Gli altri big non hanno reagito e così la suddetta coppia è riuscita a prendere un piccolo margine sul resto degli uomini di classifica che si sono mossi soltanto in prossimità dei -2, ovvero del punto di rilevamento dei tempi. Roglic ha messo in mostra una gamba eccezionale, ma il taglio della tappa gli ha sostanzialmente impedito di approfittarne. I big sono così arrivati praticamente tutti insieme: Almeida e Vlasov hanno guadagnato 5″ su Roglic, Vingegaard, Evenepoel, Mas e Ayuso, mentre da Kuss, Landa e Soler ne han persi 9″. La nuova classifica generale ricalca quindi in buona parte quella di ieri: Kuss guida con 43″ su Soler, 1′02″ su Lenny Martinez, 2′22″ su Evenepoel, 2′29″ su Landa e Roglic. Poi troviamo Vingegaard e Mas a 2′33″, Ayuso a 2′43 e Almeida a 2′55″.
Domani la corsa osserverà il primo dei due giorni di riposo. Martedì si riprenderà col botto grazie alla cronometro di Valladolid. Sarà una prova contro il tempo breve (25,8 km) e completamente piatta che sicuramente contribuirà a modificare la classifica generale.
Pierpaolo Gnisci