SIVAKOV TRIONFA IN SOLITARIO NEL GIRO DI TOSCANA
Arriva il primo hurrà stagionale per il russo di Francia Pavel Sivakov (Ineos Grenadiers) che si aggiudica il Giro di Toscana 2023 con una stoccata finale sul traguardo di Pontedera ai danni di un ottimo Richard Carapaz (EF EDucation). Terzo arriva Felix Grosschartner (UAE Team Emirates) a 45” e quarto (a 1’28”) una delle stelle della competizione, lo sloveno TadeJ Pogacar (UAE Team Emiraters), che molla sul’ultima salita ma che comunque riesce a giungere in quarta posizione. Per il due volte vincitore del Tour de France un test molto probante in avvicinamento al Lombardia.
Il percorso del Toscana 2023 misura 192 km con partenza ed arrivo a Pontedera. Tratto iniziale in linea e poi due circuiti, il primo dei quali è quello di Lajatico che i corridori affrontano due volte per tornare poi verso Pontedera. Poi si sbarca nell circuito più lungo – 55,4 i chilometri – da affrontare due volte con altrettanti passaggi sul Monte Serra e l’ultimo scollinamento ad una trentina di chilometri dalla conclusione, con gli ultimi chilometri pianeggianti.
Intorno al 28° km di gara ecco il primo gruppetto in fuga, composto da Benjamin Thomas (Cofidis), Alessandro De Marchi (Jayco AlUla), Andrea Garosio (Eolo Kometa), Enekoitz Azparren (Euskaltel), Alessio Nieri (Green Project Bardiani Csf Faizanè), Walter Calzoni (Q36.5), José María Martín (Electro Hiper Europa), Filippo Tagliani (Shimano Sidermec) e Gabriele Petrelli (#InEmiliaRomagna).
Al loro inseguimento si pongono Kyrylo Tsarenko (Corratec Selle Italia), Ben Granger (Mg K Vis) e Lorenzo Ginestra (Work Service), la cui azione viene però riassorbita nel corso del circuito di Lajatico.
A Calci ecco il temibile Monte Serra, 8 km al 7%. Il plotone si riduce ed in cima passano De Marchi, Garosio e Calzoni, poi nel tratto in pianura è Jérémy Cabot (Total Energies) ad unirsi ai fuggitivi. I quattro, però, vengono ripresi dal gruppo poco dopo. A questo punto parte uno scatenato Davide Formolo (UAE Team Emirates): assieme a lui ci sono i compagni di squadra George Bennett, Felix Grossschartner e Tadej Pogacar, per la EF Richard Carapaz e Michael Valgren, Pavel Sivakov per la Ineos Grenadiers e Filippo Zana per la Jayco AlUla.
A metà salita è Grosschartner a provare l’azione in solitaria. A reagire sono Sivakov, Carapaz e Pogacar. Quindi il franco-russo stacca tutti transitando al GPM con 10” sul vincitore del Giro 2019 e su Pogacar.
Nella successiva discesa avviene il ricongiungimento tra Carapaz e Sivakov, con Pogacar e Grosschartner costretti ad inseguire. Ai – 10 dall’arrivo lo sloveno si rialza sui pedali e lascia andare il compagno di squadra.
Per la vittoria finale è lotta a due con Sivakov che da finisseur stacca l’ecuadoriano, suo ex compagno di formazione, per trionfare a braccia alzate.
Vito Sansone
VUELTA, LA JUMBO – VISMA RIAPRE TUTTO CON VINGEGAARD E I PENSIERI SONO PER VAN HOOYDONCK
Il campione danese stacca tutti sul duro strappo di Bejes e si avvicina alla leadership del Giro di Spagna. Al comando c’è sempre Sepp Kuss, ma il distacco dello statunitense si è ridotto a soli 29” alla vigilia del tappone sull’Angliru.
Giornata agrodolce in casa Jumbo-Visma, all’indomani del secondo riposo alla Vuelta. I giallo-neri hanno appreso dell’incidente gravissimo che ha coinvolto Nathan Van Hooydonck questa mattina in Belgio: il corridore fiammingo era al volante della sua Range Rover in compagnia di sua moglie, incinta all’ottavo mese, e ad un semaforo ha avuto un sospetto infarto. Perdendo il controllo della vettura avrebbe accelerato coinvolgendo altre cinque vetture, i cui presenti nei rispettivi abitacoli ne sono usciti illesi. Van Hooydonck è stato subito rianimato e trasportato all’ospedale di Anversa, dove è stato indotto in coma artificiale; secondo le ultime notizie c’è ottimismo, non essendo stati trovati danni cerebrali dai primi esami fatti al ventisettenne belga, che non è più in coma ma è cosciente.
Con questo pensiero è partita la 16a tappa (Liencres Playa – Bejes, 120.5 km), interamente disegnata nel territorio della Cantabria e per gran parte tracciata lungo la costa dell’Oceano Atlantico. Non sono ripartiti l’etiope Welay Hagos Berhe (Team Jayco AlUla) e lo spagnolo David De la Cruz (Astana-Qazaqstan), tra i protagonisti in salita sui Pirenei. Nei primi chilometri prende margine una fuga con presenti gli italiani Samuele Battistella (Astana-Qazaqstan), Andrea Piccolo (EF Education – Easypost) e Matteo Sobrero (Jayco-AlUla) insieme ad Andreas Kron (Lotto-Dstny), Romain Gregoire (Groupama-Fdj), Louis Vervaeke (Soudal – Quickstep), la Maglia Verde Kaden Groves (Alpecin – Deceuninck), Paul Lapeira (AG2R-Citroen) e la coppia della DSM – Firmenich composta da Max Poole e Romain Bardet.
La corsa procede sotto la pioggia e il gruppetto di attaccanti non guadagna moltissimo sul resto dei corridori, tanto da essere ripresi a circa 65 km dall’arrivo. Oltrepassato il centro abitato di Orena contrattaccano Romain Bardet (DSM – Firmenich) e Mattia Cattaneo (Soudal – Quick Step), ai quali si uniscono Julius Van den Berg (EF Education-Easypost), Nicolas Preudhomme (AG2R-Citroen), Joel Nicolau (Caja Rural) er nuovamente Poole e Groves. I sei componenti della testa della corsa proseguono e giungono allo sprint intermedio di Unquera, vinto senza problemi dall’australiano della Alpecin-Deceuninck che, ad obiettivo raggiunto, si stacca dal gruppetto in fuga. La Jumbo – Visma fa il ritmo e dimezza lo svantaggio; ai -20 cade Luis Leon Sanchez (Astana Qazaqstan Team), che proprio ieri aveva annunciato il suo ritiro dall’attività agonistica a fine anno.
L’azione dei fuggitivi, rimasti in quattro, termina a 10 km dal termine ed è tutto pronto per la battaglia sulla breve salita finale di Bejes, lunga circa 5 km e divisa in due parti con punte superiori al 15% e un breve tratto di falsopiano. Nel primo chilometro scatta subito Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma), al quale cerca di unirsi il neozelandese Finn Fisher-Black (UAE Team Emirates) pensando ad un possibile attacco del suo capitano Juan Ayuso. Questo non succede ed è Primoz Roglic (Jumbo-Visma) che prova ad accorciare il gap nei confronti del danese seguendo Woet Poels (Bahrain-Victorious) e Michael Storer (Groupama-FDJ). Lo sloveno verrà poco dopo ripreso da Enric Mas (Movistar Team), Cian Uijtdebrooks (Bora – Hansgrohe), Ayuso e il leader della classifica Sepp Kuss (Jumbo-Visma) poco dietro. Vingegaard è ormai lanciato verso il secondo successo di tappa in questa Vuelta, pochi giorni dopo il trionfo sul Tourmalet, e sul traguardo si avvicina nettamente al comando della corsa, essendo ora a soli 29” dalla maglia “roja” Kuss.
Domani c’è l’arrivo sull’Angliru, salita “totem” delle Asturie grazie alle sue pendenze fino al 24% nell’ultima parte.
Andrea Giorgini
GP DE MONTREAL, SPUNTO DI ADAM YATES
Adam Yates vince la classica canadese davanti a Sivakov. Terzo Aranburu
La due giorni in terra oltreoceano sponda Canada si chiude oggi con il GP de Montréal, dopo il GP Quebec di 48 ore fa. Nonostante la loro recente storia entrambe le corse di un giorno canadesi fanno parte del circuito World Tour, il più importante e prestigioso a livello mondiale, per cui è alta l’attenzione su partecipanti e spettacolo anche in Europa. A differenza del GP di Venerdì scorso il GP Montréal, 221 Km intorno all’omonima capitale del Quebec in Canada, è ben più duro e meno disposto a ruote veloci pure.
La corsa esplode nelle ultime tornate grazie all’attacco imperioso di Adam Yates (UAE Emirates), al quale solo Pavel Sivakov (Ineos Grenadiers) riesce a tenere la ruota. I due conquistano un margine cospicuo sul resto del gruppo, comunque ampiamente frazionato in vari drappelli, e giungono di comune accordo fin sotto il triangolo rosso dell’ultimo chilometro.
Qui dopo una fase di studio è di nuovo Yates a prendere in mano la situazione e togliersi di ruota il compagno di avventura, transitando a braccia alzate con una trentina di metri di vantaggio sul francese della Ineos rassegnato al secondo posto finale. Dietro la volatina per l’ultima posizione del podio è appannaggio di Alex Aranburu (Team Movistar).
Lorenzo Alessandri
IL GRAFFIO DI RUI COSTA A LEKUNBERRI
Vittoria allo sprint ristretto di Rui Costa (Intermarché-Circus-Wanty) su Lennard Kämna (Bora-hansgrohe) e Santiago Buitrago (Bahrain Victorious) usciti dalla numerosa fuga del mattino sull’ultima salita prima dell’arrivo a Lekunberri. Tra gli uomini di classifica nessun attacco, invariata la classifica generale.
Sono in tanti a voler provare ad andare in fuga quest’oggi ed il ritmo fin dal chilometro zero è altissimo, sulle ali dell’entusiasmo dopo la vittoria di ieri è ancora Remco Evenepoel (Soudal-QuickStep) ad infiammare la corsa, il belga allunga e si porta dietro Matevz Govekar (Bahrain) e Andreas Kron (Lotto-Dstny) ripresi poco dopo un nuovo attacco è piazzato da Egan Bernal (Ineos), Filippo Ganna (Ineos) e Jacopo Mosca (Ineos) con Evenepoel che cerca di inserirsi in ogni tentativo di fuga. Ed è proprio grazie a Remco che sui primi metri della salita iniziale il gruppo si spezza in più tronconi, il belga riesce a portar via un gruppetto di corridori, dietro resta un drappello con la maglia rossa e tutti gli uomini di classifica. Il vantaggio del gruppo di testa arriva dapprima a 27” fino a quando un allungo di Marc Soler (UAE) a cui segue Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma) fa sì che anche gli altri uomini di classifica si riportano sotto il gruppo di Evenepoel. Quest’ultimo rilancia ancora e a seguirlo sono Rui Costa (Intermarché-Circus-Wanty) e Cristian Rodriguez (Arkèa), seguiti da Lennard Kämna (Bora-hansgrohe) e Santiago Buitrago (Bahrain). I cinque in testa scollinano insieme al GPM e guadagnano terreno in discesa, questa volta il gruppo maglia rossa lascia andare via la fuga che diventa più numerosa perchè riescono ad entrare successivamente anche Jonathan Caicedo (Ef), Andrea Vendrame (Ag2R), Geoffrey Bouchard (Ag2r), Nico Denz (Bora), Rudy Molard (Groupama-FDJ), Chris Hamilton (Dsm-Firmenich), Kenny Elissonde (Lidl-Trek), Jimmy Janssens (Alpecin-Deceuninck) e Andreas Kron (Lotto-Dstny). La situazione di corsa si cristallizza con gli uomini in fuga che arrivano in un baleno a guadagnare circa 3’ nei chilometri successivi prima dell’ultima salita di giornata. Sul primo rpassaggio verso il GPM del Puerto de Zuarrarrate perdono contatto prima Vendrame, Bouchard e Molard, poi Elissonde e Caicedo. Dietro il gruppo è tirato dagli Alpecin di Kaden Groves che riescono a rosicchiare qualcosa, il vantaggio di ciò che resta dei fuggitivi è di 2’:30”. Al secondo passaggio sulla salita del Puerto de Zuarrarrate la fuga ritorna ad avere un vantaggio importante questa volta superiore ai 3’. Il primo scatto è di Buitrago a cui si incolla Rui Costa seguito da Kamna, mentre Evenepoel mostra segni di stanchezza, naturale vista la cavalcata trionfale di ieri. I tre uomini al comando scollinano al GPM ed allungano ancora in discesa, Kamna riesce a portarsi tutto solo al comando correndo qualche rischio di troppo ed infatti in una curva a sinistra finisce nel prato per fortuna senza conseguenze. Ad approfittare di questa situazione di corsa sono Rui Csota e Buitrago che superano il tedesco e guadagnano una trentina di secondi. Nonostante il vantaggio i due nel rettilineo finale si studiano prima di passare sotto l’arco dell’ultimo chilometro, qui vengono ripresi da Kamna che anticipa la volata ma Rui Costa lo affianca e lo passa andando così a vincere una tappa disegnata apposta per le sue caratteristiche, terzo chiude Buitrago, via via tutti gli altri ex componenti della fuga. Il gruppo maglia rossa chiude a 2’:52” regolato da David Gonzalez (caja rural – Seguros RGA). Domani secondo ed ultimo giorno di riposo per poi da lunedì iniziare la terza settimana con l’arrivo in salita a Bejes.
Antonio Scarfone
TOUR OF BRITAIN: ULTIMA TAPPA A RODRIGUEZ, SUCCESSO FINALE PER WOUT VAN AERT
La vittoria per distacco dello spagnolo Carlos Rodriguez non è stata sufficiente a scalzare dalla vetta della classifica Wout Van Aert, secondo di giornata. Terzo Damien Howson.
L’ottava tappa ha messo la parola fine alla diciannovesima edizione del Tour of Britain. La Margam Country Park-Caerphilly ha visto il successo in solitaria dello spagnolo Carlos Rodríguez (INEOS Grenadiers). Il suo vantaggio sul traguardo è stato di 11”, troppo poco per erodere i 39 che lo dividevano in classifica dal belga Wout Van Aert. Anzi, è stato proprio il portacolori della Jumbo-Visma piazzandosi secondo a eliminare alla radice tutti i rischi di una sua potenziale detronizzazione. Terza piazza per Damien Howson (Q36.5 Pro Cycling Team), che ha preceduto gli altri componenti del gruppetto che inseguiva lo spagnolo, composto anche da Tobias Halland Johannessen (Uno-X Pro Cycling Team) e Magnus Sheffield (INEOS Grenadiers) e giunto a 11″ dal vincitore. Dopo 30″ Nils Politt (BORA – hansgrohe) ha colto la sesta posizione, precedendo di un solo secondo Zeb Kyffin (Saint Piran), Mark Donovan (Q36.5 Pro Cycling Team), Gregor Mühlberger (Movistar Team) e Kamiel Bonneu (Team Flanders – Baloise) che completa l’ultima TopTen del Tour of Britain 2023.
Nonostante il rischio corso l’esperto Van Aert ha centrato il bersaglio grosso di mettere in carniere per la seconda volta in carriera la corsa a tappe britannica, successo già colto nel 2021. Allora, però, c’erano gli abbuoni e il nostro si era imposto in quattro tappe su otto. Quest’anno, invece, gli è bastato un affondo da finisseur per crearsi il gruzzoletto di 3” che gli ha permesso di risultare vincitore. Sul podio finale sono saliti anche Johannessen e Howson. Per quanto riguarda gli italiani in classifica generale troviamo al 25° posto Nicolò Parisini (Q36.5 Pro Cycling Team), capace di cogliere un sesto posto nella tappa di Harlow. Nonostante i tre piazzamenti in TopTen e altri due nei 15, lo stagista della Bingoal WB Davide Persico, ha subito le ultime due tappe finendo indietro in classifica.
Nelle classifiche accessorie troviamo la sorpresa di questa edizione della corsa, ovvero Olav Kooij (Jumbo-Visma), le cui quattro vittorie di tappa lo hanno reso padrone assoluto della classifica a punti. Il velocista olandese è stato anche a lungo in vetta alla classifica dei giovani, ma le ultime due tappe – non adatte alle sue caratteristiche – lo hanno fatto uscire dai giochi premiando lo statunitense Sheffield. Il neozelandese James Fouché (Bolton Equities Black Spoke) si è aggiudicato la classifica degli scalatori mentre il miglior team è risulato la professional norvegese Uno-X Pro Cycling Team.
Mario Prato
REMCO REAZIONE DA LEONE. EVENEPOEL VA IN FUGA E DOMINA LA TAPPA. INVARIATA LA CLASSIFICA
Nella vita di ogni campione possono esserci momenti di difficoltà, giornate di crisi, sconfitte pesanti che quasi rimettono in discussione le proprie certezze. E’ è anche dal modo in cui si reagisce alle giornate più storte che si capisce qual’è la vera stoffa del corridore. Remco Evenepoel ieri pomeriggio ha tagliato il traguardo del Tourmalet con oltre 27 minuti dal trio della Jumbo che ha dominato la tappa, una sconfitta pesante, probabilmente la peggiore disfatta nella carriera del giovane fenomeno Belga. Una giornata che poteva lasciare scorie pesanti nella testa e nelle gambe di Remco. E invece oggi Evenepoel ha reagito alla maniera dei grandi, con una vittoria voluta e cercata a tutti i costi. Il corridore della Soudal-Quick Step, andato in fuga insieme ad una ventina di altri corriodri, è poi rimasto in compagnia del solo Romain Bardet (Team dsm-firmenich) che ha infine staccato ai -4 andando a cogliere il secondo successo di tappa in questa Vuelta. Seconda piazza per il francese (a 1′12″), mentre il giovane Lennert Van Eetvelt (Lotto-Dstny) è andato a cogliere un bel 3° posto (a ben 6′33″). Praticamente no contest tra i big della classifica se si fa eccezione di un paio di scatti non molto convinti di Juan Ayuso (UAE Team Emirates). In testa alla graduatoria vi è sempre il trio Jumbo formato da Sepp Kuss in maglia roja, Primoz Roglic (2° a 1′37″) e Jonas Vingegaard (3° a 1′44″).
Il giorno dopo la clamorosa impresa della Jumbo e il crollo devastante di Remco Evenepoel, la Vuelta proponeva un’altra tappa pirenaica piuttosto complicata (oltre 3500 m di dislivello, quasi 40 km di salite). La frazione, lunga 156 km, prevedeva il via in territorio francese, a Sauveterre-de-Bearn, e l’arrivo in cima al Puerto de Belagua (9.4 km al 6,3%). I primi 55 km, tutti piatti, erano i più semplici della tappa. Al termine di questo tratto aveva inizio la prima salita di giornata il Col Hourcére (11.6 km al 8.3%) la cui cima era posta ai -91. Dopo la discesa e un tratto di falsopiano i corridori erano attesi dal Puerto de Larrau (15.1 km al 7.8%, con lunghi tratti oltre il 9%) che segnava il ritorno della corsa in territorio spagnolo. Dopo la successiva discesa vi erano una breve cote (Puerto de Laza, 3.2 km al 5.8%) e quindi un tratto di fondovalle di circa 25 km che facevano da antipasto alla salita finale.
La tappa è partita subito con ad una andatura altissima visti i numerosi attacchi che si sono verificati sin dai primissimi km. Intorno al km 10 dal gruppo è uscito Remco Evenepoel (Soudal-Quick Step), il grande sconffitto della tappa del Tourmalet, con Nelson Oliveira (Movistar Team) a ruota. Il duo però ha guadagnato solo qualche decina di metri sul gruppo e nel giro di pochi chilometri è stato ripreso dal plotone in testa al quale la bagarre era sempre elevata. Il tentativo buono è partito solo al km 30, quando dal gruppo lanciato ad alta velocità si è staccato un drappello di 24 corridori, in cui oltre allo stesso Evenepoel vi erano: Kaden Groves (Alpecin-Deceuninck), Damiano Caruso e Kamil Gradek (Bahrain-Victorius), Lennard Kamna (Bora-Hansgrohe), Andrè Carvalho e Ruben Fernandez (Cofidis), Stefan Bissegger e Sean Quinn (EF Education-EasyPost), Clement Davy e Michael Storer (Groupama-FDJ), Jonathan Castroviejo (INEOS Grenadiers), Rui Costa, Julius Johansen e Simone Petilli (Intermarchè-Circus-Wanty), Juan Pedro Lopez e Amanuel Ghebreigzabhier (Lidl-Trek), Lennert Van Eetvelt (Lotto-Dsnty), Nelson Oliveira (Movistar Team), Kevin Vauquelin e Kevin Ledanois (Team Arkea-Samsic), Romain Bardet e Alberto Dainese (Team dsm-firmenich) e Joel Nicolau (Caja Rural-Seguros RGA).
Il gruppo non ha però mollato per merito della UAE che imposto un ritmo decisamente alto al plotone e di conseguenza il distacco non è mai decollato: al km 50 il gap era di 1′15″. A questo punto però il plotone ha rallentato in maniera piuttosto netta e così è arrivata una raffica di contrattacchi. Ai piedi della prima salita di giornata, il Col Hourcére (11.6 km al 8.3%), dietro al gruppo dei battistrada via era un primo gruppo inseguitore composto da Mattia Cattaneo (Soudal-Quick Step), Omar Fraile (Ineos Grenadiers) Chris Hamilton (Team dsm-firmenich), Rui Oliveira (UAE Team Emirates) e Josè Manuel Diaz (Burgos-BH) ad 1′17″, poi un terzetto formato da Nico Denz (Bora-Hansgrohe), Mickael Cherel e Nicolas Prodhomme (Ag2r Citroen Team) a 1′29″, quindi un altro gruppetto con Julien Bernard (Lidl-Trek), Larry Warbasse (Ag2r Citroen Team), Vadim Pronskiy (Astana Qazaqstan Team) e Cyril Barthe (Burgos-BH) a 2′00″, infine la coppia formata da Finn Fisher-Black e Diego Camargo a 3′25″. Il gruppo era invece scivolato a 4′30″.
Nelle prima centinaia di metri della salita Cattaneo e Fraile sono riusciti a rientrare sul gruppo di testa dal quale si erano già staccati Davy, Groves, Carvalho e Johansen. L’italiano si è immediatamente lanciato in testa al drappello dei battistrada scandendo un ritmo regolare in appoggio ad Evenepoel. In testa al plotone nel frattempo si erano riportati i corridori della UAE che avevano imposto un’andatura piuttosto sostenuta. Ai -6 dallo scollinamento il gap del plotone era sceso a 3′ 40″ mentre molti corridori avevano già perso definitivamente contatto. Lungo la salita il gruppo ha ridotto un pò alla volta il distacco dal drappello di testa nonostante il passo tenuto da Cattaneo, tutt’altro che blando. In prossimità dello scollinamento (-91) Evenepoel ha impresso una delle sue accelerazioni, portando a casa i 15 punti messi in palio nella classifica dei gpm. L’unico in grado di reagire alla sparata del belga è stato Romain Bardet. Il nuovo duo di testa ha poi allungato in discesa guadagnando un margine interessante (33″ ai -75) sul gruppetto dei primi inseguitori. Il plotone, ridotto a circa 35 corridori, si era leggermente riallontanato a circa 3′45″ ma restava comunque ad una distanza non troppo rassicurante.
Evenpoel e Bardet hanno continuato a guadagnare qualcosa anche nel tratto di fondovalle, giungendo all’imbocco del Puerto de Larrau (-61) con circa 1′ sui 12 inseguitori (Cattaneo, Castroviejo, Caruso, Gradek, Lopez, Storer, Kamna, Van Etvelt, Quinn, Nelson Oliveira, Hamilton e Diaz) e 4′20″ sul gruppo.
Lungo la dura salita che fa da confine tra Francia e Spagna, il gruppo dei contrattaccanti è letteralmente esploso: Storer è riuscito a sbarazzarsi della compagnia altrui e si è lanciato all’inseguimento di Evenepoel e Bardet. Ai -7 dal gpm l’Australiano aveva circa 1′ di ritardo, mentre alle sue spalle vi era la coppia Castroviejo-Van Eetvelt a 1′50″. Dietro di loro si trovavano, sparsi qua e là, gli altri reduci della fuga iniziale, quindi il gruppo sempre tirato dalla UAE che restava a 4′45″. Di lì a poco nel gruppo maglia roja sono andati in difficoltà proprio due corridori dell’UAE ovvero Almeida e Soler. Ciò non ha distolto Fisher-Black dall’imporre il suo ritmo, evidentemente in funzione dell’attacco di Juan Ayuso, arrivato poco dopo (ai -53). Il giovane iberico è stato subito ripreso, ma ha successivamente riprovato un allungo più deciso a cui hanno immediatamente risposto i capitani Jumbo, Primoz Roglic, Joans Vingegaard e Sepp Kuss, e gli altri big. La situazione si è poi ricomposta e non si sono più visti attacchi lungo il Larreu. Evenepoel e Bardet hanno quindi scollinato con oltre 2′ su uno Storer ormai rassegnato, 2′33″ su Lopez, Castroviejo e Van Eetvelt e 6 minuti sul gruppo tirato dal bravissimo Robert Gesink (Jumbo-Visma).
Nel tratto successivo i distacchi si sono dilatati in maniera definitiva: gli ultimi inseguitori si sono praticamente rassegnati a doversi giocare al più il terzo posto di tappa, mentre il gruppo ha avuto solo un sussulto quando in testa al gruppo è comparso il blocco della Bahrain-Victorius. Un fuoco di paglia visto che molto rapidamente la situazione è tornata calma e così il gruppo ai -10 aveva addirittura 8 minuti di ritardo. Davanti Remco e Bardet proseguivano esattamente in quest’ordine visto che il francese non ha praticamente mai dato un cambio al campione belga. Ai -4 però Bardet ha palesato i primi segni di cedimento e così Remco, una volta resosi conto che il francese aveva perso qualche mentro, ha accelerato dando il colpo di grazia al buon Romain. Evenepoel si è così involato verso la seconda vittoria di tappa in questa Vuelta, un successo che ha il sapore della rivalsa per il 23enne di Aalst, scoppiato in lacrime nel dopo corsa. Bardet si è dovuto accontentare del secondo posto (a 1′12″), mentre sul terzo gradino del podio di giornata è salito il giovane Lennert Van Eetvelt giunto a 6′33″ e bravo a beffare nel finale il compagno d’avventura Jonathan Castroviejo (4° a 6′35″). Quinta posizione (a 7′24″) per Michael Storer che ha evidentemente mollato nel finale.
Quanto al gruppo, la cronaca del finale ha veramente poco da raccontare visto il no contest a cui i big della classifica si sono lasciati andare. Dal gruppo maglia roja infatti l’unico movimento è stato quello messo in atto da David De La Cruz (Astana Qazaqstan Team) partito ad un paio di km dal traguardo e giunto poi in 6a posizione a 8′21″ solo un secondo meglio rispetto al gruppetto dei big regolato da Alexander Vlasov (Bora-Hansgrohe) che ha preceduto il leader Kuss, Wout Poels (Bahrain-Victorius) e Juan Ayuso.
La classifica generale vede ovviamente saldamente in testa Kuss con 1′37″ su Roglic e 1′44″ su Vingegaard con in quali forma un incredibile podio monocolore. Seguono Ayuso a 2′37″, Enric Mas (Movistar Team) a 3′06″, Marc Soler (UAE Team Emirates) a 3′10″, Mikel Landa (Bahrain-Victorius) a 4′12″, e Vlasov a 5′02″. Chiudono la top ten il giovanissimo Cian Uijtebroeks (Bora-Hansgrohe) a 5′30″ e Joao Ameida a 8′39″.
Domani è prevista la 15a tappa disegnata interamente nel territorio basco, da Pamplona a Lekunberri (158 km). La frazione prevede 3 gpm, l’ultimo dei quali, il Puerto de Zuarrarrate (6.3 km al 5.1%) terminerà ad appena 8 km dal traguardo. Un’altra tappa destinata a sorridere ai fuggitivi.
Pierpaolo Gnisci
RASMUS TILLER SI IMPONE NELLA PENULTIMA TAPPA DEL TOUR OF BRITAIN
Successo di Rasmus Tiller in una volata ristretta che ha messo fine alla penultima tappa del Tour of Britain. Piazze d’onore per Van Poppel e Williams. Van Aert ancora leader a un giorno dal termine.
Rasmus Tiller, norvegese della Uno-X Pro Cycling, si è imposto allo sprint davanti a Danny van Poppel (Bora-Hansgrohe) e Stephen Williams (nazionale britannica). La Tewkesbury-Gloucester, penultima tappa del Tour of Britain 2023, si è così conclusa con uno sprint ristretto di una dozzina di elementi, nonostante il tentativo di Wout Van Aert (Jumbo-Visma) di rafforzare la sua leadership con un altro colpo affondato nel finale. Il belga rimane comunque in cima alla classifica generale con l’esiguo vantaggio di 3” conquistato nella tappa dell’altro ieri.
La tappa era iniziata la fuga di Ben Turner (Ineos-Grenadiers), Alexander Richardson (Saint Piran), Mark Donovan (Q36.5), Abram Stockman (TDT-Unibet) e Liam Johnston (Trinity Racing). Il percorso, che ricordava quello di una classica, ha fatto sì che i cinque non superassero mai i 3’ di vantaggio. La loro fuga è poi terminata sull’ultima salita di giornata, dopo la quale è cominciata una serie di scatti che ha selezionato il plotone riducendo i battistrada a una dozzina di elementi. In queste fasi un po’ concitate si è avuta anche la caduta di Carlos Rodriguez (Ineos-Grenadiers). L’ultimo guizzo prima della volata finale porta il nome di Van Aert, che ai meno tre ha provato la stoccata vincente. Gli inseguitori si sono organizzati e hanno chiuso il gap quando mancavano 800 metri al traguardo, giusto in tempo per giocarsi la tappa in volata.
Il più veloce è così stato il norvegese Tiller davanti a Van Poppel, Williams, Gregor Mühlberger (Movistar Team), Damien Howson (Q36.5 Pro Cycling Team), Tobias Halland Johannessen (Uno-X Pro Cycling Team), Zeb Kyffin (Saint Piran), Magnus Sheffield (INEOS Grenadiers), Liam Johnston (Trinity Racing) e Mark Donovan(Q36.5 Pro Cycling Team). Il primo degli italiani Nicolò Parisini (Q36.5 Pro Cycling Team) è giunto 15°, secondo del gruppetto giunto a 36″ dal vincitore e che comprendeva anche Giacomo Ballabio (Global 6 Cycling).
Domani l’ultima tappa metterà fine all’edizione 2023 del Touir of Britain. La Margam Country Park – Caerphilly di 166.8 km prevede una seconda parte di gara molto interessante. Chi vorrà imporsi nella classifica finale dovrà aver ragione di una sequenza di salite di tutto rispetto. Si comincerà con la Bwich Mountain (circa 3.5 km al 6.5%), al quale seguiranno i GPM di Rhigos (quasi 6 km al 5% di media) e Bryn Du (3 km all’8.5%). Successivamente la strada si impennerà sull’ascesa di Llanwonno (quasi 3 km al 7%, con rampe in doppia cifra) e su quella di Tir-y-Gelly, un muretto di 600 metri al 10%. Il finale di gara sarà in circuito e prevede di ripetere due volte la dura salita alla Caerphilly Mountain (circa 1.5 km al 9%), con l’ultimo transito in vetta a soli 7 km dal traguardo.
Mario Prato
GP QUEBEC, FINALMENTE DE LIE
Prima vittoria nel World Tour di Arnaud De Lie al GP Québec. Battuti Corbin Strong e Micheal Matthews
Quindicesima edizione del Grand Prix Cycliste de Québec, classica canadese da poco nel prestigioso circuito World Tour. Il percorso è un circuito cittadino nel centro della omonima città ma non manca un dentello piazzato sul tracciato per infiammare lo spettacolo, la Côte des Glacis.
Come da precedenti edizioni però alla fine le ostilità si risolvono in una volata di gruppo fra i favoriti di giornata: quest’anno il più lesto allo sprint è Arnaud De Lie, giovane promessa belga classe 2002 in forze alla Lotto – Dstny, finora protagonista di spunti interessanti nelle corse di minore importanza ma senza acuti di rilievo – fino ad oggi – nel più prestigioso circuito World Tour.
Primo degli sconfitti Corbin Strong (Israel – Premier Tech) davanti a Michael Matthews (Team Jayco – AlUla), chiuso al momento di lanciare lo sprint da Christophe Laporte (Jumbo Visma) a sua volta piantato e rialzatosi ben prima della linea finale di arrivo.
Lorenzo Alessandri
TOUR OF BRITAIN, VAN POPPEL SPEZZA L’EGEMONIA JUMBO-VISMA
Successo di tappa per l’olandese Van Poppel in quella che dovrebbe essere stata l’ultima occasione per le ruote veloci. La coppia Van Aert-Kooij non ha funzionato come nei giorni scorsi e il giovane olandese stavolta si è dovuto accontentare del quarto posto, preceduto anche da Vernon e Gudmestad. Per l’italia buone prove di Parisini e Persico, sesto e settimo. Van Aert sempre leader con tre secondi sugli inseguitori.
Danny van Poppel (BORA – hansgrohe) c’è finalmente riuscito. Sul traguardo di Harlow il velocista olandese ha interrotto l’egemonia della Jumbo-Visma. Nelle concitate fasi della volata finale, il solito Wout van Aert (Jumbo-Visma) si è fatto carico di pilotare il coequipier Oval Kooij come negli giorni scorsi. Il giovane velocista olandese, però, non è sembrato devastante come nelle prime quattro tappe e si è piazzato “solo” quarto, dietro appunto a Van Poppel, Ethan Vernon (nazionale britannica) e Tord Gudmestad (Uno-X Pro Cycling Team). Proseguendo a scorrere la TopTen di giornata troviamo Casper van Uden (Team Dsm – Firmenich), Nicolò Parisini (Q36.5 Pro Cycling Team), Davide Persico (Bingoal WB), Robert Donaldson (Trinity Racing), Thomas Pidcock (INEOS Grenadiers) e Szymon Sajnok (Q36.5 Pro Cycling Team).
La tappa odierna, che ha portato il plotone da Southend-on-Sea a Harlow era iniziato come da copione con la fuga di cinque elementi, ben controllati dai team dei velocisti. Ai meno 15 la fuga è terminata e c’è stato ancora il tempo per un tentativo d’attacco del belga Dimitri Peyskeks della Bingoal WB, prontamente rintuzzato dalla INEOS e dalla nazionale britannica Alcune cadute nel finale hanno complicato il lavoro dei treni, ma, nonostante questi intoppio, gli sprinter in gara non si sono comunque fatti sfuggire l’occasione di giocarsi la tappa in volata.
Oggi il Tour of Britain dovrebbe entrare nel vivo con la Tewkesbury – Gloucester di 171 Km, tappa che presenta nei primi 50 km un primo blocco di ascese interessanti, tra cui la più impegnativa è quella di Winchcombe Hill (2 km al 9%). Il prosieguo del percorso sarà continuamente ondulato, fino agli ultimi 30km quando in sequenza i ciclisti incontreranno le salite di Crawley Hill (1.7 km all’8% e un picco del 21.5%) e di Painswick (2 km al 6%), due ascese che dovrebbero selezionare il plotone in vista degli gli ultimi chilometri, nuovamente pianeggianti.
Mario Prato
SUL TOURMALET DOMINIO ASSOLUTO JUMBO, NAUFRAGIO EVENEPOEL
La corazzata Jumbo Visma piazza i propri tre assi sui tre gradini del podio, sia a livello di tappa, sia in classifica generale e ora la situazione per le altre squadre appare quasi compromessa, nonostante manchi ancora la terza settimana. Remco Evenepoel e Joao Almeida si staccano già sull’Aubisque ed escono di classifica.
Che la Jumbo Visma puntasse a diventare la prima squadra a vincere tutti i tre grandi giri nello stesso anno si era capito da quando aveva deciso di schierare al via di questa edizione della Vuelta tutti i migliori corridori a disposizione, non solo i due vincitori dei primi due grandi giri della stagione, ma anche il gregario di lusso che è sempre sembrato averne quanto i capitani, tanto che molti si sono chiesti dove sarebbe arrivato libero da compiti di gregariato.
La risposta sta arrivando in questa Vuelta. Il giovane americano Sepp Kuss non si lascia intimorire ed è sempre tra i migliori, ha attaccato vincendo una tappa difficile e accumulando un ottimo vantaggio in generale, si è difeso a cronometro e oggi, nel tappone di montagna, ha ceduto solo ad un fortissimo Jonas Vingegaard, che sembra però avere qualche scoria post Tour de France visto che non è riuscito ad affondare il colpo e alla fine ha guadagnato solo 30 secondi in 9 chilometri, perdendo parecchio nel finale dopo aver staccato gli avversari di quasi un minuto.
Dopo il danese e Kuss si sono presentati sul traguardo Primoz Roglic e, pochi secondi dopo, i giovani Juan Ayuso (UAE Team Emirates) e Cian Uijtdebroecks (BORA – hansgrohe), seguiti a ruota da Enric Mas (Movistar Team).
La tattica Jumbo appare chiara, piazzare i tre assi nei primi tre posti della generale con un buon vantaggio sugli inseguitori in modo che, anche in caso di grave crisi di uno, ci sarebbero comunque gli altri due per ipotecare il successo.
Questo aspetto, però, non è che possa considerarsi un merito della squadra; piuttosto uno strapotere del genere porta alla considerazione da un lato che certe tattiche si possono fare se si hanno certi uomini, dall’altro che i mezzi economici della compagine olandese permettono loro di avere una squadra in cui i capitani fanno anche i gregari e i gregari sono in grado di staccare i capitani delle altre squadre sulle salite.
Non vi sono allo stato avversari credibili per la Jumbo. Ayuso è un ottimo giovane e in prospettiva potrebbe anche portare, insieme a Tadej Pogacar, la UAE a battagliare con la Jumbo, ma in questa Vuelta sta ancora facendo esperienza tra i professionisti ed il quarto posto in generale è già un buon risultato che certamente lo spagnolo cercherà di impreziosire con una vittoria di tappa, si spera tentando un attacco per salire sul podio.
Gli altri sono davvero lontani; c’era grande attesa per Mas, che cerca di reagire ma è a 3 minuti dalla maglia rossa e non sembra in grado di competere.
João Almeida (UAE Team Emirates) non è stato il solito cagnaccio che fa l’elastico in salita e ha perso quasi sette minuti, che però non sono nulla rispetto ai 27 accusati da Remco Evenepoel (Soudal – Quick Step), per il quale si può parlare di autentico naufragio.
Il belga vincitore dell’edizione dello scorso anno si era staccato già lungo le rampe del Col d’Aubisque e ha continuato a perdere minuti su minuti in tutto il resto del tracciato, che prevedeva anche il duro Col de Spandelles prima di affrontare il Tourmalet.
La negativa prestazione del neocampione del mondo a cronometro conferma i dubbi da più parti avanzati sulla tenuta del belga sulle grandi salite e nei tapponi di montagna, specie quando essi sono collocati, come sempre accade nei grandi giri, alla fine della seconda e nella terza settimana.
Lo scorso anno Evenepoel aveva beneficiato di una serie di combinazioni favorevoli, tra cui la mancanza di avversari credibili e un terza settimana particolarmente soft, che gli aveva permesso di gestire il vantaggio accumulato nella prima metà della corsa.
Il belga è ancora giovane, ma forse è arrivata l’ora di decidere cosa fare da grande. Le sua classe cristallina nelle classiche e nelle cronometro non è in discussione, ma forse la classifica generale dei grandi giri non è il terreno adatto per valorizzarla.
Buona, invece, è stata la prova di un altro belga, Cian Uijtdebroeks (Bora-hansgrohe), ottimo giovane che oggi è rimasto con il gruppo dei migliori alla spalle degli scatenati Jumbo e sarà da osservare nel prossimo futuro per capire dove potrà arrivare.
Ora Vingegaard ha vinto una tappa, ha conquistato la maglia a pois ed è terzo in classifica con quasi un minuto su Ayuso. Roglic ha pure vinto una tappa ed è secondo in generale, tutto lascia pensare che i Jumbo cercheranno di gestire la situzione e lasceranno la vittoria a Kuss come ringraziamento per il prezioso lavoro svolto al Giro per Roglic e al Tour per Vingegaard.
Non si tratterebbe comunque di un regalo perché Kuss ha probabilmente lasciato che Vingagaard attaccasse per agganciare il podio; nel finale la maglia rossa si è mossa staccando gli avversari e recuperando buona parte del gap nei confronti del compagno di squadra.
Neppure si può tacere il fatto che Kuss è in maglia rossa sui livelli dei più blasonati compagni di squadra dopo aver corso a grandi livelli Giro e Tour, cosa che nessuno dei suoi capitani ha fatto. Kuss sta così dimostrando che è possibile correre ad alti livelli tutti i tre grandi giri.
Due parole sul tracciato odierno si impongono. La distanza che si è percorsa (135 Km) non è certamente degna di un tappone di montagna, essendo pari a quello di una prova under23. Il percorso presentava montagne storiche ma tutte collocate in Francia, con il punto più alto del tracciato della Vuelta posto su una salita francese. Ora è vero che dal lato spagnolo dei Pirenei non ci sono salite paragonabili a quelle del versante francese, ma è anche vero che una corsa nazionale dovrebbe cercare di valorizzare il proprio territorio anche in termini di ritorno turistico e di immagine e allora forse l’aver consegnato questa corsa nella mani di ASO non è stata la mossa migliore.
Mancano ancora tante tappe che potrebbero regalare ancora colpi di scena e nella terza settimana si possono sempre vedere sorprese con l’Angliru che si affaccia pericolosamente all’orizzonte, ma sembra davvero difficile che la vittoria finale possa sfuggire alla squadra che più di tutte la sta cercando.
Benedetto Ciccarone