VAN AERT VINCE LA COPPA BERNOCCHI 2023
Il secondo atto del Trittico Lombardo va a Wout van Aert (Team Jumbo Visma) che si impone nettamente in una volata ristretta davanti a Vincenzo Albanese (Team EOLO Kometa) ed Andrea Bagioli (Team Soudal Quick Step). Domani chiusura del Trittico con una Tre Valli Varesine deluxe, in cui saranno presenti tra gli altri Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) e Primoz Roglic (Team Jumbo Visma)
La Coppa Bernocchi 2023, secondo atto del Trittico Lombardo, si arricchisce della presenza di Wout van Aert (Team Jumbo Visma), recente vice campione continentale ai campionati europei di Drenthe. Ed oltre al fuori classe belga, la lista partenti è certamente molto allettante anche perchè delle 23 squadre presenti ai nastri di partenza, ben 13 sono WT. Si parte da Parabiago e si arriva a Legnano dopo quasi 187 km caratterizzati dal circuito centrale del Piccolo Stelvio da affrontare sette volte, l’ultima delle quali a 35 km dal termine. La fuga di giornata partiva subito dopo il via grazie all’azione di sette ciclisti: Michael Belleri (Team Biesse Carrera), Alessio Cialone, (Team TotalEnergies), Floris de Tier (Team Bingoal WB), Sylvain Moniquet (Team Lotto Dstny), Andrea Piras (Team Beltrami TSA- Tre Colli), Jeferson Ruiz (Team GW Shimano Sidermec) e Lawrence Werbasse (Team AG2R Citroen). Il vantaggio del gruppo aumentava progressivamente fino agli oltre 5 minuti fatti segnare intorno al km 50. Il gruppo iniziava a questo punto ad imprimere un ritmo più elevato alla corsa con il Team Jumbo Visma a tirare costantemente nelle prime posizioni. I fuggitivi entravano nel circuito centrale del Piccolo Stelvio con oltre 6 minuti di vantaggio sul gruppo inseguitore. Piras era il primo ciclista di testa a rialzarmi mentre sul secondo passaggio in cima al Piccolo Stelvio il vantaggio dei fuggitivi era sceso sotto i 5 minuti. Sul quarto passaggio dei sette previsti il gruppo si avvicinava ulteriormente ai ciclisti di testa anche pè perchè a dar man forte alla Jumbo Visma era arrivato il Team Israel Premier Tech, oggi tutto unito intorno a Corbin Strong. A 55 km dalla conclusione i fuggitivi avevano poco più di 1 minuto di vantaggio sul gruppo segnalato in forte recupero. Anche Ruiz si lasciava sfilare dalla testa della corsa ed i ciclisti al comando restavano in cinque. Una volta raggiunti i fuggitivi, Jumbo Visma e Soudal Quick Step prendevano decisamente in mano le redini della corsa alternandosi in testa. Sulla settima ed ultima scalata verso il Piccolo Stelvio, restavano in testa dieci ciclisti: Wout van Aert, Tiesj Benoot e Jan Tratnik (Team Jumbo Visma), Julian Alaphilippe, Andrea Bagioli e Fauso Masnada (Team Soudal Quick Step), Stefano Oldani (Team Alpecin Deceuninck), Marc Hirschi (UAE Team Emirates), Christian Scaroni (Team Astana Qazaqstan) e Vincenzo Albanese (Team EOLO Kometa). A 25 km dalla conclusione, su un dentello di 500 metri al 9%, Oldani si staccava dalla testa della corsa venendo ripreso dal primo gruppo inseguitore, nel quale Koen Bouwman (Team Jumbo Visma), Davide Formolo e Rafal Majka (UAE Team Emirates) erano abili a rompere i cambi per favorire i compagni di squadra in testa. A 10 km dalla conclusione i nove ciclisti di testa avevano 40 secondi di vantaggio sul primo gruppo inseguitore, che sembrava ormai aver tirato i remi in barca e veniva ulteriormente rallentato anche da una caduta che coinvolgeva Nicola Conci (Team Alpecin Deceuninck). Tratnik e Benoot mantenevano alta l’andatura e preparavano il terreno per la volata di Van Aert che non si faceva pregare più di tanto e vinceva con autorità la volata ristretta davanti a Vincenzo Albanese ed Andrea Bagioli. Chiudevano la top five Marc Hirschi in quarta posizione e Fausto Masnada in quinta posizione mentre il primo gruppo inseguitore era regolato da Ion Izagirre (Team Cofidis) a 1 minuto e 30 secondi di ritardo. Van Aert conferma l’ottima gamba dimostrata durante i recenti campionati europei e vince la prima corsa del 2023 sul suolo italiano. Domani la Tre Valli Varesine, terza corsa del Trittico Lombardo, sarà un gran bell’antipasto del Giro di Lombardia visto che andranno di scena ciclisti del calibro di Adam Yates e Tadej Pogacar (UAE Team Emirates), Simon Yates (Team Jayco ALUla), Primoz Roglic e lo stesso Wout van Aert (Team Jumbo Visma).
Antonio Scarfone
PRIMOZ ROGLIC VINCE IL GIRO DELL’EMILIA PER LA TERZA VOLTA IN CARRIERA
Con uno scatto micidiali a circa 300 metri dall’arrivo, Primoz Roglic (Team Jumbo Visma) fa suo il Giro dell’Emilia per la terza volta in carriera. Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) è secondo e deve arrendersi al connazionale ma già pensa alla rivincita al prossimo Giro di Lombardia. Solo ottavo Giulio Ciccone (Team Lidl Trek)
Delle corse che si svolgono in Italia, il Giro dell’Emilia è uno dei più importanti appuntamenti di fine stagione insieme a quelli del Trittico Lombardo e del Giro di Lombardia. Ecco perchè ai nastri di partenza della semiclassica italiana giunta alla 106° edizione sono presenti nomi di altissimo livello del panorama ciclistico internazionale. Primi fra tutti, Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) e Primoz Roglic (Team Jumbo Visma) che promettono battaglia sulla salita finale di San Luca, da affrontare cinque volte. Come antipasto i ciclisti affronteranno anche le due precedenti asperità del Samone al km 80 e del Monte Nonascoso al km 130, per un percorso totale di oltre 204 km. La fuga che ha caratterizzato la corsa è partita intorno al km 30 grazie all’azione di otto ciclisti: Alex Bogna (Team Alpecin Deceuninck), Christian Scaroni (Team Astana Qazaqstan), Jacopo Mosca (Team Lidl Trek), Floris de Tier (Team Bingoal WB), Mattia Bais (Team EOLO Kometa), Marcel Camprubi (Q36.5 Pro Cycling Team), Emanuele Ansaloni e Matteo Montefiori (Team Technipes #inEmiliaRomagna). All’inizio dell’ascesa verso Samone il vantaggio della fuga sul gruppo inseguitore era di 2 minuti e 35 secondi. Team Jumbo Visma ed UAE Team Emirates erano costantemente nelle prime posizioni del gruppo. Montefiori e Camprubi erano i primi due ciclisti in testa alla corsa a rialzarsi e ad essere ripresi dal gruppo. A metà corsa i sei ciclisti in fuga avevano ancora 2 minuti e mezzo di vantaggio sul gruppo inseguitore. Scaroni e Bais restavano da soli in testa durante la successiva scalata verso Monte Nonascoso. I due battistrada venivano ripresi a 39 km dall’arrivo, praticamente alle porte di Bologna. Iniziavano così i cinque gire del circuito finale con l’UAE Team Emirates che imprimeva un ritmo da subito elevato con il gruppo che si riduceva rapidamente. Chris Harper (Team Jayco AlUla) si avvantaggiava di qualche metro e riusciva a raggiungere un vantaggio di una ventina di secondi sul gruppo, che lo riprendeva definitivamente all’inizio del penultimo Sam Luca. Il gruppo, ridottissimo, dopo che aveva lavorato in testa sia Diego Ulissi che Jay Vine, veniva adesso tirato da Adam Yates che si sacrificava per Pogacar, capitano designato dell”UAE Team Emirates. All’inizio della salita finale Yates tirava un gruppo formato da nove ciclisti e che comprendeva anche Pogacar, Simon Yates (Team Jayco ALUla), Primoz Roglic (Team Jumbo Visma), Richard Carapaz (Team EF Education EasyPost), Michael Woods (Team Israel Premier Tech), Giulio Ciccone (Team Lidl Trek), Aleksandr Vlasov (Team BORA Hansgrohe) ed Enric Mas (Team Movistar). Una volta staccatosi Yates, Pogacar provava un paio di allunghi nei tratti più ripidi della salita finale ma sia Carapaz che Roglic restavano attaccati alla ruota dello sloveno. Vlasov provava ad anticipare la compagnia a circa 400 metri dalla fine ma dopo qualche pedalata si piantava venendo superato nuovamente dagli altri, con Mas e Simon Yates che riprendevano le ruote dei primi. Ai meno 300 metri uno scatto mortifero di Roglic no lasciava scampo ai diretti avversari. Lo sloveno, già vincitore sul San Luca nel 2019 e nel 2021, conquistava la tripletta mentre a un secondo di ritardo Pogacar aveva la meglio su Yates per la seconda posizione. In quarta posizione giungeva Mas a 4 secondi di ritardo, mentre chiudeva la top five Woods in quinta posizione con lo stesso tempo di Mas. Ciccone, primo degli italiani, si classificava in ottava posizione. Roglic mette un sigillo di prestigio ad una stagione finora ampiamente positiva ed avendo dimostrato di avere un’ottima gamba uscendo dalla Vuelta, si candida adesso ad essere uno dei principali pretendenti alla vittoria del Giro di Lombardia. Il calendario italiano continuerà ad essere molto fitto nella prima settimana di Ottobre quando Coppa Bernocchi, Tre Valli Varesine, Gran Piemonte e Giro di Lombardia si disputeranno in rapida successione, prima della chiusura vera e propria a metà Ottobre con Veneto Classic e Giro del Veneto.
Antonio Scarfone
ARNAUD DE LIE DOMINA IL CIRCUITO FRANCO BELGA
Arnaud De Lie (Lotto Dstny) vince il Circuit Franco-Belge 2023 il talento belga si impone su Rasmus Tiller (Uno-X Pro Cycling Team) e Corbin Strong (Israel-Premier Tech).
Dalla lista partenti del Circuit Franco-Belge 2023 il nome più blasonato era quello di Arnaud De Lie (Lotto Dstny), il giovane resistente velocista belga partiva infatti con i favori del pronostico e non ha deluso le aspettative. Infatti dopo la fuga di giornata intrapresa da Oscar Riesebeek (Alpecin Deceuninck), Meindert Weulink (ABLOC CT), Mathis Le Berre (Arkéa Samsic) e Célestin Guillon (Van Rysel-Roubaix Lille Métropole) il gruppo con dentro i migliori ha affrontato l’impegnativo circuito con la Cote du Trieu e la Cote de l’Horlitin prima dello strappo finale. Circuito che pian piano selezionava in modo naturale prima i quattro in fuga e poi ha fatto si che a giocarsi la vittoria toppa restasse un gruppetto di ventitrè corridori. Tra le squadre più attive la Lotto Dstny, la Lidl-Trek e la Uno-X Pro Cycling Team che proprio con Tobias Johannesen poco dopo l’arco dell’ultimo chilometro faceva un ritmo davvero sostenuto in favore del compagno di squadra Rasmus Tiller. Nonostante cìò De Lie (Lotto Dstny) riusciva a sorprendere tutti con una progressione irresistibile per tutti battendo nettamente proprio Tiller arrivato in seconda posizione e Corbin Strong (Israel-Premier Tech), in quarta posizione Johannesen, in quinta Florian Sènèchal (Saudal -Quick Step), in sesta Lorenzo Rota (Intermarché – Circus – Wanty).
Antonio Scarfone
IL CAPOLAVORO DI FORMOLO. E’ SUA LA COPPA AGOSTONI
In una Coppa Agostoni corsa con grande ritmo e mordente soprattutto dall’UAE Team Emirates, la formazione sulla carta più forte, Davide Formolo parte a 11 km dall’arrivo ‘coprendo’ il compagno di squadra Marc Hirschi e costringendo gli inseguitori a spremersi per andarlo a riprendere. E invece di essere ripreso, ‘Roccia’ aumenta il vantaggio e va a vincere in solitaria sul traguardo di Lissone, riportando la Coppa Agostoni in Italia dopo che l’ultimo ciclista italiano ad averla vinta era stato Gianni Moscon nel 2018
La Coppa Agostoni, primo atto del Trittico Lombardo, presenta il consueto percorso di 195 km, identico a quello dell’edizione 2022, ed il cui piatto forte è il circuito centrale da ripetere quattro volte con le tre salite di Sirtori, Colle Brianza e Lissolo. Ai nastri di partenza è presente Sjoerd Bax, vincitore a sorpresa lo scorso anno, accompagnato da una UAE Team Emirates che fa la voce grossa schierando anche altri papabili alla vittoria finale come Marc Hirschi, Diego Ulissi, Davide Formolo e Felix Grossschartner. La forte formazione emiratina dovrà squadre comunque ben assortite e tra quelle WT si segnalano l’Astana Qazaqstan con il campione italiano Simone Velasco e la Jayco AlUla con una coppia di tutto rispetto formata da Simon Yates ed Enrico Zana. Dopo una trentina di km dalla partenza si formava la fuga di giornata composta da cinque uomini: Quinten Hermans (Team Alpecin Deceuninck), Maxime Bouet (Team Arkea Samsic), Oscar Rodriguez (Team Movistar), Matteo Vercher (Team TotalEnergies) e Marco Tizza (Team Bingoal WB). Per il momento il gruppo lasciava fare ed il vantaggio della fuga si avvicinava ai 2 minuti dopo quando la corsa raggiungeva il km 60. La fuga entrava nel circuito centrale da percorrere quattro volta con circa 1 minuto e mezzo di vantaggio sul gruppo inseguitore, tirato manco a dirlo dagli uomini dell’UAE Team Emirates. A 80 km dalla conclusione il vantaggio dei cinque uomini di testa era sceso a 1 minuto. All’inizio del terzo giro del circuito si facevano sfilare Tizza e Bouet, i primi due fuggitivi ad essere ripresi dal gruppo. La terza ascesa verso il Lissolo metteva fine definitivamente alla fuga, visto che anche Vercher, Hermans e Rodriguez venivano ripresi dal gruppo. All’inizio dell’ultimo dei quattro ‘passaggi’ del circuito del Lissolo in testa restavano in sei: Davide Formolo (UAE Team Emirates), Chris Harper (Team Jayco AlUla), Ivan Garcia Cortina (Team Movistar), Victor Lafay (Team Cofidis), Clement Berthet (Team AG2R Citroen) e Warren Barguil (Team Arkea Samsic). Il gruppo inseguitore, piuttosto frazionato, era segnalato a circa 15 secondi di ritardo quando mancavano 45 km alla conclusione. Berthet e Cortina non riuscivano a tenere le ruote dei compagni d’attacco sull’ultima scalata del Lissolo mentre uno strepitoso Marc Hirschi (UAE Team Emirates) trainava un drappello di contrattaccanti all’inseguimento dei battistrada. Lo svizzero raggiungeva tutto solo la testa della corsa che manteneva un minuto circa di vantaggio sul primo gruppo inseguitore che comprendeva tra gli altri Diego Ulissi e Sjoerd Bax (UAE Team Emirates), Ben O’Connor (Team AG2R Citroen), Filippo Zana e Simon Yates (Team Jayco AlUla). Ulissi a sua volta accelerava e provava a riportarsi sulla testa della corsa a una ventina di km dalla conclusione. Era Formolo a mantenere alta l’andatura. A 11 km dalla conclusione partiva come un razzo Davide Formolo. Il ciclista veneto, dopo aver lavorato per Hirschi, attaccava e così facendo costringeva ad Harper, Barguil e Lafay di mettersi al suo inseguimento, consentendo così a Hirschi di restare coperto dietro i tre inseguitori. Invece di essere ripreso, Formolo aumentava l’andatura ed il suo vantaggio raggiungeva i 30 secondi sugli immediati inseguitori a 3 km dalla conclusione. Il ciclista veneto andava così a trionfare sul traguardo di Lissone per una delle più belle vittorie conquistate in carriera, vittoria che tra l’altro mancava a Formolo da Agosto 2020 quando nel post covid si impose nella terza tappa del Criterium del Delfinato da Corenc a Saint-Martin-de-Belleville. In seconda posizione si piazzava Hirschi, che aveva staccato i compagni di inseguimento. Lo svizzero giungeva sul traguardo con 32 secondi di ritardo da Formolo. Lo sprint per la terza piazza era vinto da Lafay mentre chiudevano la top five Barguil in quarta posizione ed Harper in quinta posizione, tutti e tre a 51 secondi di ritardo da Formolo. Si segnalavano nella top ten anche il sesto posso di Ulissi, l’ottavo posto di Vincenzo Albanese (Team EOLO Kometa) ed il decimo posto di Alessandro Verre (Team Arkea Samsic). Coppa Bernocchi e Tre Valli Varesine, seconda e terza corsa del trittico Lombardo, sono in programma a inizio Ottobre, mentre dopodomani si disputerà il Giro dell’Emilia, una delle corse più attese dell’autunno ciclistico italiano, in cui l’UAE Team parteciperà in massa con un’altra squadra a dir poco fenomenale composta dal terzetto delle meraviglie formato da Adam Yates, Tades Pogacar e Juan Ayuso. Chi sarà la squadra la battere (di nuovo) ?
Antonio Scarfone
TOBIAS JOHANNESSEN VINCE L’ULTIMA TAPPA, A MARC HIRSCHI IL GIRO DEL LUSSEMBURGO
Tobias Johannessen (Uno-X Pro Cycling) grazie ad un’azione da finisseur va a vincere l’ultima tappa del Giro del Lussemburgo 2023, la volata del gruppetto inseguitore, sganciatosi dal gruppo dei migliori, è vinta da Alex Aranburu (Movistar) in terza posizione Franck Bonnamour (Ag2r Citroën).
Nell’ultima la tappa del Giro del Lussemburgo 2023 le posizioni di classifica generale, le prime due in particolare, sembrano blindate dagli uomini della UAE Team Emirates con Hirschi che veste la maglia da leader seguito da McNulty, anche per questa ragione la fuga della prima ora stenta a formarsi, bisogna infatti aspettare circa 65 Km per veder andare via un tentativo di attacco, va così a formarsi un gruppetto con dentro npve uomini: Asbjorn Hellemose (Lidl-Trek), Marco Haller (Austria), Alexandre Delettre (Cofidis), Magnus Cort (EF Education-EasyPost), Juri Hollman (Movistar), Andrea Bagioli (Soudal-QuickStep), Lennert Teugels (Bingoal WB), Krists Neilands (Israel-Premier Tech) e Adne Holter (Uno-X Pro Cycling Team). Ai nove si accodano poco dopo nonostante un estenuate inseguimento Julian Alaphilippe (Soudal-QuickStep), Victor Campenaerts (Lotto Dstny) e William Barta (Movistar). Il gruppetto dei dodici a metà tappa guadagna un vantaggio di circa 2’:30”. Nel gruppo in testa fa capolino diverse squadre per ricucire, abbiamo la Jumbo-Visma, la Ag2r Citroen, l’Alpecin-Deceuninck ed il Team Arkéa-Samsic. Nei restanti chilometri il vantaggio dei fuggitivi si dimezza ed iniziano in testa i primi scatti che logorano la fuga, da solo al comando della corsa, mentre gli altri undici vengono man mano ripresi dal gruppo resta Bagioli, l’italiano entra nel circuito che caratterizza il finale della tappa ma sulle prime rampe del Pabeierbierg, a circa 26 chilometri dall’arrivo, viene ripreso. A questo punto è la EF Education – EasyPost a forzare l’andatura in virtù di Ben Healy, terzo in classifica generale dietro la coppia della UAE Team Emirates, l’irlandese ha nel campione olimpico Richard Carapaz un gregario di lusso che allunga tutto il gruppo dei migliori, ma l’azione di Carapaz mette proprio in difficoltà Healy che addirittura perde inizialmente contatto per poi riaccodarsi ai migliori, nel frattempo Marc Hirschi guadagna all’intermedio 2” e, di fatto, ipoteca ancor di più il Giro del Lussemburgo 2023. Vista la giornata no dell’irlandese Carapaz decide di muoversi per la propria possibile vittoria di tappa, al suo scatto segue quello di Alexis Guerin (Bingoal WB). I due riescono a guadagnare una trentina di secondi, ma la UAE Team Emirates controlla la corsa, andando a riprenderli poco dopo l’ultimo passaggio dal traguardo, Ilan Van Wilder (Soudal-QuickStep) passa per primo è va a prendersi un secondo di abbuono che gli permette di superare in classifica generale Diego Ulissi (UAE Team Emiraets). La coppia in testa è ripresa a 10 Km dall’arrivo ma non è finita qua, uno scatto è piazzato da Ewen Costiou ( Arkéa-Samsic ), sul francese rientrano Natnael Tesfazion (Lidl-Trek), Franck Bonnamour (Ag2r Citroën), Valentin Madouas (Groupama-FDJ), Gregor Muhlberger (Movistar), Luca Vergallito (Alpecin-Deceuninck), Hugo Houle (Israel – Premier Tech), Mauri Vansevenant (Soudal-QuickStep), Felix Gall (Ag2r Citroën), Bob Jungels (Bora-hansgrohe), Oliver Knight (Cofidis), Alex Aranburu (Movistar), Maxim Van Gils (Lotto Dstny) e Tobias Johannessen (Uno-X Pro Cycling) mentre dietro i migliori della classifica generale lasciano fare. Ai meno due chilometri dalla conclusione Tobias Johannessen piazza la zampata che risulterà decisiva, il norvegese mette tra sè ed un gruppetto inseguitore che pian piano si sfalda perdendo pezzi sempre più spazio e quindi secondi diventando irraggiungibile anche per Madouas e Gall tra i più attivi per cercare di riportarsi sotto. la volata del gruppetto inseguitore è vinta da Alex Aranburu (Movistar) in terza posizione Franck Bonnamour (Ag2r Citroën). Arrivato tranquillamente in gruppo, Marc Hirschi conquista la classifica generale davanti al compagno Brandon McNulty e Ben Healy.
Antonio Scarfone
LA VAM-PATA DI LAPORTE. IL FRANCESE E’ CAMPIONE D’EUROPA 2023
Un’accelerazione irresistibile a 2 giri dalla conclusione permette a Christophe Laporte (Francia) di avvantaggiarsi sul gruppetto di testa. Il francese dà fondo alle energie residue e resiste fin sul traguardo del Col du Vam al recupero di Wout van Aert (Belgio) che non riesce a dare la stoccata decisiva nei metri finali. Olav Kooij (Olanda) è terzo mentre l’Italia annaspa nelle retrovie dopo la caduta di Filippo Ganna, capitano designato, a circa 25 km dalla conclusione
Il Col du Vam o Vamberg sarà oppure no il protagonista dei Campionati Europei 2023? La breve salitella con tratti in acciottolato che si affronterà nel circuito finale da ripetere sette volte è il grande enigma dell’edizione di quest’anno. La lunghezza praticamente irrilevante – soltanto 400 metri – è controbilanciata da pendenze in doppia cifra che potrebbero tarpare le ali ai velocisti puri mentre i finisseur e in generale coloro che hanno nello scatto fulmineo il loro cavallo di battaglia potrebbero essere avvantaggiati. E poi, altra variabile da non sottovalutare, la volontà di squadre come Olanda e Francia sarà quella di tenere la corsa chiusa per favorire Olav Kooij ed Arnaud Demare? Belgio e Danimarca, d’altra parte, nicchiano alle spalle avendo due pericolosissimi stoccatori che rispondono ai nomi di Wout van Aert e Mads Pedersen. Nella formazione belga condividerà i gradi di capitano Arnaud de Lie, che ha dimostrato di avere una grande gamba nelle precedenti corse canadesi e che può a ben vedere dire la sua. L’Italia si presenta in Olanda con una formazione solida tutta attorno a Filippo Ganna che ha le qualità giuste per ambire al podio. Sui 137 partenti, sono molti gli outsider che potrebbero emergere dal lotto dei ciclisti meno favoriti, soprattutto se la corsa si infiammerà negli ultimi giri del circuito. Forfait dell’ultima ora erano quelli di Jasper De Buyst e di Søren Wærenskjold che costringevano così Belgio e Norvegia a correre con un uomo in meno. Nei primi quindici km di corsa si formava la fuga di giornata grazie all’azione di cinque ciclisti: Joshua Tarling (Regno Unito), Stefan Bissegger (Svizzera), Rory Townsend (Irlanda), Mathias Vacek (Repubblica Ceca) e Norman Vahtra (Estonia). Il gruppo non lasciava troppo spazio ai fuggitivi che raggiungevano un vantaggio massimo di 2 minuti. In testa al gruppo Tim Declerq (Belgio) lavorava strenuamente per contenere il distacco ed anche la nazionale danese era tutta compatta nelle prime posizioni attorno al capitano designato Mads Pedersen. Al km 85 una caduta a centro gruppo coinvolgeva una quindicina di ciclisti. Il più malconcio era Bauke Mollema (Olanda) che era costretto al ritiro. Il gruppo si spezzava in due tronconi ben distinti ma dopo qualche km ritornava compatto all’inseguimento dei cinque ciclisti in testa alla corsa. A metà corsa il vantaggio dei fuggitivi era sceso a 50 secondi. Il gruppo giungeva sul circuito finale del Col du Vam avendo una ventina di secondi di ritardo sui fuggitivi. Vahtra era il primo fuggitivo a rialzarsi ed a venire ripreso dal gruppo. Tarling seguiva poco dopo la stessa sorte. A 75 km dalla conclusione i tre ciclisti rimasti in testa avevano ancora 23 secondi di vantaggio sul gruppo inseguitore, in testa al quale si era portata per la prima volta la nazionale olandese. Anche Townsend si rialzava e veniva ripreso dal gruppo. A 49 km dalla conclusione uscivano allo scoperto Jakan Primozic (Slovenia) e Tilen Finkst (Slovacchia). IL tentativo dei contrattaccanti durava non più di qualche km salvo esaurirsi a circa 37 km dalla conclusione. Nel frattempo Vacek e Bissegger vedevano diminuire sempre di più il loro vantaggio nei confronti del gruppo inseguitore. La coppia di testa veniva infine raggiunta a 31 km dal termine dopo un’accelerazione da parte dell’Italia che si era insediata nelle prime posizioni del gruppo. Filippo Ganna si faceva vedere in testa sulla terzultima ascesa del Col du Vam, anche per capire quali e quanti avversari restavano nel gruppo. A 26 km dalla conclusione Christophe Laporte (Francia) aumentava l’andatura e in coppia con Mike Teunissen (Olanda) aumentava il vantaggio sugli immediati inseguitori. Ganna, rimasto attardato per una caduta, cercava di rientrare nel primo gruppo inseguitore aiutato dai propri compagni di squadra. In testa alla corsa intanto Teunissen e Laporte erano stati raggiunti da Andreas Kron e Mads Pedersen (Danimarca), Olav Kooij (Olanda), Wout van Aert ed Arnaud De Lie (Belgio), Sandy Dujardin (Francia), Rasmus Tiller (Norvegia) e John Degenkolb (Germania). I dieci ciclista in testa collaboravano tutti insieme e riuscivano a mantenere un vantaggio di una trentina di secondi sul primo gruppo inseguitore. A 12 km dalla conclusione una nuova accelerazione di Christophe Laporte rompeva l’armonia degli uomini di testa. Il francese in un primo momento restava a vista degli altri nove ma nel giro di un paio di km il suo vantaggio aumentava fino a 15 secondi. Gli ultimi 2 km erano un concentrato di emozioni con De Lie e Van Aert che tentavano il tutto per tutto nel tentativo di ricucire sul francese e quasi ci riuscivano ma un ultimo allungo di Laporte a meno di 100 metri del traguardo era letale ed il francese si portava a casa una vittoria sofferta ma piena di soddisfazioni. Van Aert era secondo mentre Kooij era terzo. Chiudevano la top five De Lie in quarta posizione e Teunissen in quinta posizione, quest’ultimo con 8 secondi di ritardo da Laporte. Trentin era mestamente quattordicesimo e primo degli italiani a 40 secondi di ritardo da Laporte mentre uno sconsolato Ganna terminava addirittura trentasettesimo a 3 minuti e 30 secondi di ritardo da Laporte. Da segnalare per curiosità che il podio europeo 2023 comprende tre ciclisti del Team Jumbo Visma e le triplette dello squadrone olandese non fanno quasi più notizia. Laporte per un anno potrà così fregiarsi del titolo di campione d’Europa, primo ciclista francese a poterlo fare, dopo che Alaphilippe nel 2016 e due volte Arnaud Demare nel 2020 e nel 2022 furono medaglia d’argento.
Antonio Scarfone
VICTOR CAMPENAERTS SI IMPONE NELLA CRONO AL GIRO DEL LUSSEMBURGO
Victor Campenaers (Lotto-Dstny) è artefice di una gran prova a cronometro al Giro del Lussemburgo 2023, il belga riesce a vincere la prova contro il tempo per un solo secondo sul grande favorito di giornata Brandon McNulty (UAE Team Emirates), terzo chiude Diego Ulissi (UAE Team Emirates).
La cronometro del Giro del Lussemburgo 2023 rimescola le carte in gioco e fa sì che la classifica generale venga rimodellata in modo significativo perchè il leader Ben Helay (EF Education-EasyPost) termina la prova a 49” dal vincitore di giornata il belga Victor Campenaers (Lotto-Dstny) che lontano dalle posizioni di testa sfoggia una gran prestazione e vince per un solo secondo sul favorito di giornata Brandon McNulty (UAE Team Emirates) che si vede in seconda posizione anche in classifica generale dal nuovo leader, suo compagno di squadra, Marc Hirschi (UAE Team Emirates) per soli 2” nonostante la prova dello svizzero che termina la cronometro a 27” dal belga. In terza posizione chiude Diego Ulissi (UAE Team Emirates) mentre scivola al terzo posto della generale Ben Helay (EF Education-EasyPost). Domani l’ultima tappa con diversi strappi nel finale che rendono questa edizione in certa fino all’ultimo metro perchè in soli tre secondi sono racchiusi i tre possibili vincitori con la UAE Team Emirates però che sembra avere la corsa in pugno grazie a Hirschi e McNultyche che a questo punto devono solo vedersi dall’irlandese Helay.
Antonio Scarfone
HEALY, CAVALCATA VINCENTE A VIANDEN. TAPPA E MAGLIA PER L’IRLANDESE
Ben Healy (Team EF Education EasyPost) torna a far parlare di sé vincendo a modo suo la terza tappa del Tour de Luxembourg 2023. Dopo essere uscito dal gruppo dei migliori ad una ventina di km dalla conclusione, prima raggiunge la fuga di giornata e poi se ne va tutto solo sulla terza ascesa della Montée de Niklosbierg, non venendo più ripreso. Domani dalla cronometro decisiva di Petange usciranno i veri pretendenti alla vittoria della breve corsa lussemburghese
La terza tappa del Tour de Luxembourg è sulla carta una delle più insidiose dal punto di vista altimetrico. Si parte da Mertert e si arriva a Vianden dopo 168,4 km al termine di un percorso che presenta in totale quattro gpm. Dopo la Montée de Munshausen, da affrontare al km 81.1, i ciclisti entreranno nel circuito finale della località di arrivo che presenta la triplice scalata della Montée de Niklosbierg. Una salita breve, visto che non supera i 4 km, ma non banale poiché il primo km e mezzo ha pendenze costantemente in doppia cifra. I finisseur troveranno pane per i loro denti ed anche la fuga, se ben assortita, avrà le sue chance di vittoria dal momento che la decina di km che restano da percorrere dopo il terzo ed ultimo scollinamento si divide complessivamente tra discesa e pianura. La classifica generale è ancora molto corta e vede in maglia verde Søren Kragh Andersen (Team Alpecin Deceuninck). La partenza della tappa, prevista inizialmente alle ore 12.20, veniva rimandata di una quarantina di minuti a causa di un incidente stradale che aveva rallentato l’arrivo di alcune ammiraglie al seguito della corsa. Dopo la partenza si formava la fuga del giorno intorno al km 12 grazie all’azione di cinque ciclisti: Bastien Tronchon (Team AG2R Citroen), Oliver Knight (Team Cofidis), Rémi Mertz (Team Bingoal WB), Gilles De Wilde (Team Flanders – Baloise) e Mats Wenzel (Team Leopard TOGT Pro Cycling). Il vantaggio massimo della fuga, che sfiorava i 4 minuti al km 40, iniziava a calare sotto l’impulso del Team Alpecin Deceuninck, anche perchè Mertz era il più pericoloso in classifica generale, avendo un ritardo di soli 31 secondi da Kragh Andersen. Wenzel scollinava in prima posizione sul gpm della Montée de Munshausen posto al km 87.3. Una volta entrati nel circuito finale, il vantaggio della fuga calava vistosamente già durante la prima scalata della Montée de Niklosbierg, quando Team Soudal Quick Step e UAE Team Emirates aumentavano ulteriormente il ritmo in testa al gruppo inseguitore. Tronchon restava da solo al comando della corsa a circa 55 km dalla conclusione mentre nel gruppo maglia verde iniziavano gli allunghi. Molto attivo tra gli altri si segnalava Victor Campenaerts (Team Lotto Dstny). Tronchon resisteva in testa alla corsa fino all’inizio della seconda ascesa della Montée di Niklosbierg, quando veniva raggiunto da Ben Healy (Team EF Education EasyPost). L’irlandese staccava Tronchon durante la terza ed ultima ascesa, mentre il gruppo inseguiva ad una quarantina di secondi di ritardo. A 15 km dalla conclusione Healy aveva un vantaggio di 30 secondi su un primo drappello di inseguitori formato da Brandon McNulty (UAE Team Emirates), Archie Ryan (Team Jumbo Visma) e Richard Carapaz (Team EF Education EasyPost). A 9 km dal termine Healy aveva 20 secondi di vantaggio du Marc Hirschi (UAE Team Emirates) e Dylan Teuns (Team Israel Premier Tech). Il ciclista irlandese riusciva a mantenere un vantaggio costante sui due inseguitori ed andava a vincere in solitaria sul traguardo di Vianden. Hirschi era secondo a 15 secondi di ritardo mentre Teuns chiudeva in terza posizione a 18 secondi di ritardo. La top five veniva completata da Maxin van Gils (Team Lotto Dstny) e Brandon McNulty , rispettivamente in quarta e in quinta posizione, a 37 secondi di ritardo da Healy, alla quinta vittoria stagionale. L’irlandese balza al comando della classifica generale potendo vantare 7 secondi di vantaggio su Hirschi e 12 secondi di vantaggio su Teuns. Domani è in programma la quarta tappa da Petange a Petange, una cronometro individuale di 24 km che ci dirà molto sui pretendenti alla vittoria finale del Tour de Luxembourg 2023.
Antonio Scarfone
GIRO DEL LUSSEMBURGO, JENTHE BIERMANS SFRECCIA A MAMER
Jenthe Biermans fa sua la seconda tappa del giro del Lussemburgo vincendo in volata su Søren Kragh Andersen (Alpecin-Deceuninck) e Tim van Dijke (Jumbo-Visma). In classifica generale proprio Søren Kragh Andersen grazie ai due secondi posti balza al comando della classifica generale.
La seconda tappa del Giro del Lussemburgo 2023 con arrivo a Mamer è caratterizzata da una pioggia battente che comunque non scoraggia i primi attaccanti che riescono di forza a portare via la fuga di giornata, si forma così un terzetto al comando della corsa con Luca Van Boven (Bingoal-WB), Bastien Tronchon (AG2R Citroën) e Mats Wenzels (Leopard TOGT). Dietro il gruppo è tirato dalla Bora-Hansgrohe che controlla la fuga tenendola sempre a circa 2’. La frazione, la più semplice della breve corsa a tappe, non presenta particolari difficoltà altimetriche e l’arrivo in volata è l’epilogo più certo. Ma prima c’è da segnalare, a circa 55 Km dal traguardo, uno scatto di Ben Healy (EF Education-EasyPost), a cui risponde prima Ewen Costiou (Arkéa Samsic) poi Alexis Guerin (Bingoal-WB). Dopo qualche chilometro di comune accordo Healy e Costiou decidono rialzarsi, mentre Guerin riesce a portarsi sul terzetto di di testa che diventa quindi un quartetto al comando. La fuga seppur con nuove energie portate da un quarto uomo non riesce più a prendere vantaggio, il gruppo insegue a 50”. A 20 Km dall’arrivo Ewen alza bandiera bianca ed i tre rimasti in testa vengono ripresi poco dopo il cartello dei 15 chilometri all’arrivo, il gruppo è sempre tirato dalla Bora-Hansgrohe che ha in Jordi Meeus riposto le speranze di vittoria. Alla formazione tedesca si affianca anche la Tudor e la Lotto-Dstny che proprio con Victor Campenaerts inizia a lanciare la volata sul lungo rettilineo d’arrivo ma è troppo presto perchè il belga viene ripreso da Søren Kragh Andersen (Alpecin-Deceuninck) il danese sembra riuscire a tenere tutti dietro ma invece anch’egli è scalzato da Jenthe Biermans (Arkéa Samsic) che vince davanti al danese, terzo Tim Van Dijke (Jumbo-Visma) quarto Jodi Meeus (Bora-Hansgrohe). Per Andersen la consolazione, grazie anche al secondo posto di ieri, di passare al comando della classifica generale. Oggi tappa ben più impegnativa con l’arrivo a Vianden dopo lo strappo di Niklosbierg da ripetere due volte in prossimità dell’arrivo.
Antonio Scarfone
LUSSEMBURGO, STRONG INIZIA COL BOTTO. TAPPA E MAGLIA PER IL NEOZELANDESE
Nella volata leggermente in salita della prima tappa del Tour de Luxembourg, Corbin Strong (Team Israel Premier Tech) assesta la stoccata vincendo e batte nettamente Søren Kragh Andersen (Team Alpecin Deceuninck) ed Alex Aranburu (Team Movistar). Buon quarto posto per Diego Ulissi (UAE Team Emirates). Domani nuova occasione per i velocisti a Mamer.
Lo SKODA Tour de Luxembourg si apre con una tappa piuttosto vallonata che collega le località di Luxembourg e Luxembourg Kirchberg e che misura poco più di 156 km. Sono quattro i gpm da scalare: la Montée de Putscheid, la Cote de Bourscheid, la Cote de Eschdorf e la Cote de Stafelter. Sono tutte salite non impossibili, lunghe al massimo 2 km, ma che in alcuni punti hanno brevi tratti in doppia cifra, per cui i finisseur presenti in corsa possono dire la loro. A meno di grosse sorprese troveremo un gruppo piuttosto folto al traguardo che si giocherà la vittoria in volata. Curiosamente, degli ultimi dieci vincitori della corsa lussemburghese, soltanto Diego Ulissi – che vinse nel 2021 – partecipa quest’anno. Il primo tentativo di fuga, dopo una decina di km, vedeva protagonisti quattro ciclisti: Lennert Teugels (Team Bingoal WB), Vito Braet (Team Flanders – Baloise), Mats Wenzel ed Oliver Knudsen (Team Leopard TOGT Pro Cycling). Dopo 20 km il vantaggio del quartetto di testa era di 6 minuti e 30 secondi. Wenzel transitava in prima posizioe sui primi due gpm in programma, posti rispettivamente al km 61 ed al km 79.9. Knudsen era il primo ciclista a sfilarsi dalla testa della corsa. Sotto l’impulso del Team Movistar e del Team Israel Premier Tech il vantaggio dei fuggitivi iniziava a calare. A 70 km dalla conclusione Braet, Teugels e Wenzel avevano 2 minuti e 45 secondi di vantaggio sul gruppo. Teugels scollinava per primo sulla Cote de Eschdorf, terzo gpm in programma posto al km 97.6. Nel frattempo David Gaudu e Thibaut Pinot (Team Groupama FDJ) abbandonavano la corsa a causa di problemi fisici. Il gruppo riprendeva i fuggitivi a circa 12 km dalla conclusione, poco prima della scalata verso il quarto ed ultimo gpm del la Cote de Stafelter. Sulla salita appena citata usciva allo scoperto Michael Woods (Team Israel Premier Tech) che trainava con sé Kamiel Bonneu (Team Flanders Baloise) ed Alexis Guerin (Team Bingoal WB). Guerin era il primo a scollinare sul quarto ed ultimo gpm posto al km 147.4. Il gruppo riprendeva i tre contrattaccanti a circa 3 km dalla conclusione e Felix Gall (Team AG2R Citroen) era l’ultimo cilcista che provava l’attacco prima del traguardo. Una volta ripreso anche il ciclista austriaco, il gruppo, forte di una quarantina di ciclisti, si accingeva alla volata finale. Era Corbin Strong (Team Israel Premier Tech) ad avere la meglio su Søren Kragh Andersen (Team Alpecin Deceuninck) ed Alex Aranburu (Team Movistar), mentre Diego Ulissi (UAE Team Emirates) era quarto e Tiesj Benoot (Team Jumbo Visma) chiudeva la top five. Presenti nella top ten anche Giulio Ciccone (Team Lidl Trek) in settima posizione e Fausto Masnada (Team Soudal Quick Step) in nona posizione. Strong ottiene la prima vittoria stagionale dopo esserci andato già molto vicino due settimane fa quando arrivò secondo al GP de Montreal. Il ciclista neozelandese è la anche prima maglia verde con 4 secondi di vantaggio su Kragh Andersen e 6 secondi di vantaggio su Aranburu. Domani è in programma la seconda tappa da Mondorf-les-Bains a Mamer di quasi 184 km. Il percorso prevede la scalta di tre gmp, poco più che cote, nella parte centrale della tappa ma gli ultimi 50 km sono quasi totalmente pianeggianti per cui non escludiamo l’arrivo in volata di un gruppo piuttosto folto.
Antonio Scarfone