PRESIDENTIAL CYCLING TOUR OF TÜRKIYE: PHILIPSEN… E SONO TRE

ottobre 11, 2023 by Redazione  
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Giù il cappello, Jasper Philipsen ha fatto 18. È lui il plurivincitore di questa stagione e non è detto che si fermi qui. Piazze d’onore oggi per Dupont e Lonardi, primo dei quattro italiani in TopTen. Lutsenko si gode il risultato portato a casa ieri rimanendo ancora in vetta alla generale.

Dopo l’exploit del kazako Alexey Lutsenko di ieri, il Presidential Cycling Tour of Türkiye 2023 torna nella normalità di veder primeggiare il “solito” Jasper Philipsen. Anche oggi il belga della Alpecin-Deceuninck ha dettato la sua legge. A far da corona a questo suo 18° successo stagionale, nessuno come lui in questo 2023, sono stati oggi il connazionale Timothy Dupont (Tarteletto – Isorex) e l’italiano Giovanni Lonardi (EOLO-Kometa). Ai piedi del podio giornaliero sono rimasti Cees Bol (Astana Qazaqstan Team), Álvaro José Hodeg (UAE Team Emirates), Attilio Viviani (Team Corratec – Selle Italia), Luca Colnaghi (Green Project-Bardiani CSF-Faizanè), Matyáš Kopecký (Team Novo Nordisk), Kenneth Van Rooy (Bingoal WB) e Giacomo Ballabio (Global 6 Cycling), per rimanere nell’ambito della TopTen.
La tappa odierna si è sviluppata in maniera abbastanza lineare e scorrendo gli appunti di cronaca risaltano solo i nomi dei pochi ciclisti che hanno provato a evitare la prevedibile conclusione in volata.
Il primo a cercare la soluzione da lontano è stato inutilmente Jay Vine (UAE Team Emirates). L’australiano, desideroso di vendicare la sua défaillance nella tappa di ieri, si è dannato senza successo per portare via la fuga. Questa fase di gara un po’ concitata ha fatto sì che il plotone si spezzasse, anche se per poco tempo, in due tronconi. Più fortunato è stato Nico Denz (Bora-hansgrohe), che si è involato in solitaria ed è stato capace di mettere tra lui e il plotone che lo inseguiva un vantaggio massimo di 3′50″. A rispondere a questo attacco ci ha provato, anche se un po’ in ritardo, Travis Stedman (Q36.5 Pro Cycling). Il suo rimanere nella cosiddetta “terra di nessuno” per lungo tempo lo ha fatto, però, desistere. Con il vantaggio del fuggitivo che diminuiva in maniera esponenziale con l’avvicinarsi del traguardo c’è stato il tentativo di riportarsi sul battistrada di un altro tedesco, Anton Schiffer (BikeAid). Prima che vedesse la testa della corsa il suo tentativo è stato, però, stoppato e da li a poco la stessa sorte è toccata a Denz.
L’ultimo strappo di giornata ha acceso le velleità di Alexis Guerin (Bingoal WB) e Ben Zwiehoff (Bora-hansgrohe), velleità che sono state prontamente spente dalle squadre dei velocisti, già al lavoro per lanciare i propri uomini.
Domani si proseguirà con la Marmaris- Bodrum di 180.6 Km. Il tracciato di gara presenta una parte centrale che potrebbe portare a qualche sorpresa per la presenza di un colle di prima categoria e di un’altro di terza entro i primi 90 Km. Il finale, invece, si presente decisamente più gestibile anche se i ciclisti affronteranno un susseguirsi di strappi fin sul traguardo e difficilmente domani Philipsen e soci dovrebbero arrivare a giocarsi il successo.

Mario Prato

Philipsen vince per la terza volta in questa edizione del Giro di Turchia (foto Bas Czerwinski/Getty Images)

Philipsen vince per la terza volta in questa edizione del Giro di Turchia (foto Bas Czerwinski/Getty Images)

DORIAN GODON VINCE IL GIRO DEL VENETO 2023

ottobre 11, 2023 by Redazione  
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Nell’impegnativo finale sul Monte Berico, con pendenze che raggiungono il 12%, uno sprint di una quarantina di ciclisti vede la vittoria di Dorian Godon (Team AG2R Citroen) davanti a Tobias Halland Johannessen (Uno X Pro Cycling Team) e Florian Vermeersch (Team Lotto Dstny). Primo italiano Luca Mozzato (Team Arkea Samsic), sesto all’arrivo

Il Giro del Veneto 2023 parte da Tombolo, in provincia di Padova e termina a Vicenza, precisamente sul Monte Berico. Sono 170 km divisi complessivamente in tre parti. I primi 50 km sono completamente pianeggianti; la parte centrale, entrando nella provincia vicentina, presenta le asperità di Teolo, Villaga, Grancona e Brendola. Infine si entra nel circuito del Monte Berico che verrà affrontato cinque volte. La salita finale, lunga 800 metri, ha una pendenza media dell’8% con punte al 12%, per cui i velocisti puri sembrano tagliati fuori dalla vittoria, mentre quelli resistenti come Michael Matthews (Team Jayco AlUla) e Corbin Strong (Team Israel Premier Tech) potrebbero avere qualche chance in più. Resta il fatto che sono i finisseur i grandi favoriti e tra di loro Marc Hirschi (UAE Team Emirates) parte in pole position, anche perchè la forma dello svizzero in questa parte conclusiva della stagione è molto buona. La squadra emiratina è tra quelle più forti schierate alla partenza di Tombolo visto che oltre ad Hirschi sono presenti altri ciclisti che possono aspirare alla vittoria come Diego Ulissi e Davide Formolo, oltre a Matteo Trentin che ha vinto nel 2022 ma che appare un gradino sotto i compagni di squadra visto che non ha mai brillato negli arrivi in salita. La fuga di giornata si componeva di sei ciclisti: Stan Dewulf (AG2R Citroën Team), Davide De Cassan (Team Eolo Kometa), Brent Van Moer (Team Lotto Dstny), Joey Rosskopf (Q36.5 Pro Cycling Team), Jonas Abrahamsen (Uno-X Pro Cycling Team) e Michael Belleri (Team Biesse – Carrera). Dopo 70 km di corsa il vantaggio dei sei fuggitivi sul gruppo era di 4 minuti e 5 secondi. De Cassan e Belleri si rialzavano ad una sessantina di km dall’arrivo. I quattro ciclisti rimasti in testa si davano cambi regolari. Sotto il forcing del Team Israel Premier Tech e dell’UAE Team Emirates il vantaggio dei quattro battistrada scendeva progressivamente. A 15 km dall’arrivo la testa della corsa conservava 50 secondi di vantaggio sul gruppo in forte ripresa. Rosskopf si sfilava proprio sul penultimo passaggio sotto il traguardo e così in testa restavano De Wulf, Van Moer ed Abrahamsen. Il gruppo riprendeva i tre battistrada a 6 km dalla conclusione. A questo punto contrattaccavano Florian Vermeersch (Team Lotto Dstny) e Tobias Halland Johannessen (Uno X Pro Cycling Team) ma il loro tentativo durava non più di qualche centinaio di metri. A giocarsi la vittoria era un gruppo formato da una quarantina di ciclisti. Era l’Uno X Pro Cycling Team a tenere alta l’andatura negli ultimi 3 km. Nell’inusuale volata in salita Dorian Godon (Team AG2R Citroen) si imponeva davanti a Tobias Halland Johannessen ed a Florian Vermeersch, mentre chiudevano la top five Corbin Strong (Team Israel Premier Tech) in quarta posizione e Marc Hirschi (UAE Team Emirates) in quinta posizione. Nella top ten si segnalavano il sesto posto di Luca Mozzato (Team Arkea Samsic), il settimo posto di Samuele Battistella (Team Astana Qazaqstan) ed il decimo posto di Gianluca Brambilla (Q36.5 Pro Cycling Team). Godon ottiene la seconda vittoria stagionale dopo la bella affermazione nella Freccia del Brabante risalente allo scorso 12 Aprile. Il ‘Trittico Veneto’, se vogliamo considerare anche il Mondiale di Gravel disputato domenica scorsa si concluderà domenica 15 Ottobre con la Veneto Classic.

Antonio Scarfone

Dorian Godon vince il Giro del Veneto 2023 (foto: Getty Images Sport)

Dorian Godon vince il Giro del Veneto 2023 (foto: Getty Images Sport)

LUTSENKO GRAN VISIR DEL BABADAG, IL KAZAKO DOMA L’INDOMABILE SALITA TURCA

ottobre 10, 2023 by Redazione  
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Nella terza tappa del Presidential Cycling Tour of Türkiye il kazako Alexey Lutsenko si impone in cima alla durissima salita del Babadağ. Podio di giornata per Zwiehoff e Tejada. Sesto Giulio Pellizzari.

Archiviate le prime due tappe dedicate ai velocisti il Presidential Cycling Tour of Türkiye 2023 è entrato nel vivo con quella che si può definire senza ombra di smentita “tappa regina”.
I 104 km della Fethiye-Babadağ sono stati sufficenti a ridisegnare, forse in maniera definitiva, la classifica generale. Ad avere la meglio oggi è stato il portacolori dell’Astana Qazaqstan Team Alexey Lutsenko.
Al trentunenne di Petropavl sono bastati gli ultimi 800 metri di gara per dettare la sua legge e imporre agli altri ritardi di tutto rispetto, anche se non pesanti. Dopo 12” Ben Zwiehoff (BORA – hansgrohe) ha occupato il secondo gradino del podio, mentre ne sono dovuti passarne 27, di secondi, perchè Harold Tejada (Astana Qazaqstan Team) potesse salire sull’ultimo gradino disponibile. Dopo 48″ è transitato sul traguardo Florian Lipowitz (BORA – hansgrohe), dopo 55″ Matteo Badilatti (Q36.5 Pro Cycling Team) e dopo 1′24″ Giulio Pellizzari (Green Project-Bardiani CSF-Faizanè), migliore dei venti italiani in gara. A seguire dopo 3′ Ander Okamika (Burgos-BH), dopo 3′28″ Alexis Guerin (Bingoal WB), dopo 3′41″ Xandro Meurisse (Alpecin-Deceuninck) e dopo 3′44″ Domen Novak (UAE Team Emirates), che ha chiuso la TopTen.
Da segnalare che il sesto posto del 19enne di San Severino Marche vale molto di più di un semplice dato statistico. Il ragazzo alla corte dei Reverberi si è, infatti, staccato all’inizio della salita più dura di sempre (18.4 Km al 10.3%), per poi procedere del suo passo e rimontare i corridori che lo avevano precedentemente staccato.
Se la salita finale era il giudice supremo di giornata, i contendenti non hanno di certo aspettato gli ultimi 19 Km per accendere la tappa. Fin dal via le scaramucce non sono mancate, ma la vera fuga di giornata è stata quella portata dopo più di un’ora di corsa da Umberto Poli (Team Novo Nordisk), Robigzon Oyola (Team Medellin-EPM) e Oliver Mattheis (Bike Aid), seguiti a breve da Lennert Teugels (Tarteletto-Isorex) e Tobias Nolde (P&S Benotti). Con questa composizione, tre corridore a condurre, due a inseguire e il plotone a chiudere la carovana, si è arrivati al primo GPM di giornata, salendo verso il quale la situazione è cambiata. Davanti è rimasto il solo Oyola, che scollina in solitaria seguito prima dal solo Mattheis e successivamente da quel che restava del plotone, che chiuderà il gap sui due poco prima di affrontare l’ultima salita di giornata.
Con i pretendenti al successo ormai sul proscenio il primo a rompere gli indugi è stato Alexis Guerin (Bingoal WB). La Bora-hansgrohe si incarica di condurre l’inseguimento scremando ulteriormente il gruppetto. A comporlo sono infatti i soli Harold Tejada e Alexey Lutsenko, Jay Vine e Domen Novak (UAE Team Emirates), Ben Zwiehoff, Anton Palzer e Florian Lipowitz (Bora-hansgrohe), Ander Okamika (Burgos-BH) e Alex Martin (Eolo-Kometa), con Giulio Pellizzari (Green Project-Bardiani CSF-Faizanè) che, staccatosi a inizio salita ma non molto distante, sceglie di salire con il proprio passo assieme a Matteo Badilatti (Q36.5 Pro Cycling Team).
La salita finale, però, non è di facile gestione e il gruppetto si assottiglia ancora, fino a sgranarsi del tutto nell’ordine che ha passato il traguardo.
Ora la nuova classifica generale vede il vincitore di oggi condurre con 16” su Zwiehoff e con 33″ su Tejada. Entro il minuto di ritardo c’è anche Lipowitz, 4° a 58″, mentre il nostro Pellizzari è 6° a 1′34″.
Domani la Fethiye- Marmaris di 165.3 km non impensierirà sicuramente il nuovo leader della corsa, mentre i due GPM e le altre salitelle sparse per il tracciato potrebbero dare grattacapi ai velocisti in una tappa che sembra ideale per un tentativo di fuga con ottime possibilità di andare fino al traguardo.

Mario Prato

Lutsenko vittorioso in cima al Babadag (foto David Ramos/Getty Images)

Lutsenko vittorioso in cima al Babadag (foto David Ramos/Getty Images)

GIRO DI TURCHIA, PHILIPSEN FA IL BIS A KALKAN

ottobre 9, 2023 by Redazione  
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Seconda tappa e secondo successo per Jasper Philipsen al Presidential Cycling Tour of Türkiy davanti a Bol e Colnaghi. Per il belga successo numero 17 in stagione

Ancora una vittoria in questo 2023 per Jasper Philipsen (Alpecin-Deceuninck). Il belga continua così il suo duello a distanza con il vincitore dell’ultimo Lombardia per il titolo di plurivittorioso della stagione 2023.
Nel carniere del velocista classe ’98 si è aggiunta oggi la seconda tappa del Presidential Cycling Tour of Türkiye. La frazione, partita da Kemer per concludersi a Kalkan dopo 166.5 km, presentava due GPM ma nulla di impossibile per le ruote veloci del plotone. Non ci sono stati così problemi per il più forte velocista ai nastri di partenza ad allungare la sua già pingue lista di vittorie stagionali.
A fare da corona al belga oggi troviamo Cees Bol (Astana Qazaqstan Team), Luca Colnaghi (Green Project-Bardiani CSF-Faizanè), Antonio Angulo (Burgos-BH) e Clément Alleno (Burgos-B).
La vittoria del belga non faccia pensare che se la sia guadagnata con poca fatica perchè la tappa è stata interpretata in maniera molto frizzate da parte di molti corridori. In inizio sono stati Lennert Teugels (Bingoal), Artur Sowinski (Voster ATS), Jacob Relaes (Tarteletto) e Wesley Mol (BikeAid) a tentare la fuga, poi a questi si è aggiunto l’italiano Matteo Amella (Corratec-Selle Italia). Alle loro spalle la situazione non è stata fluida e in molti hanno tentato il contrattacco, sperando di chiudere il gap. Con il passare dei chilometri, mentre Alpecin e Bardiani facevano i “controllori” tarpando le ali alle altrui velleità, il gruppetto davanti si assottiglia e a 35 Km dall’arrivo davanti rimangono solo in due, il nostro Amella e Sowinski, con vantaggio sul gruppo di circa un mibuto. Una volta ripresi questi ultimi fuggitivi e con il traguardo sempre più vicino sono saliti alla ribalta gli uomini dell’Astana Qazaqstan nella speranza di anticipare i tempi della volata dell’Alpecin. Progetto di sicuro ragguardevole, ma che non ha dato i frutti sperati. Cees Bol si è, infatti, lanciato prima di tutti verso il traguardo, ma di fatto ha svolto il ruolo di punto di riferimento per Philipsen, che lo ha raggiunto e saltato sul traguardo.
Domani il Presidential Cycling Tour of Türkiye proseguirà con la terza tappa da Fethiye al monte Babadağ (104.1 km). Dopo un avvio pianeggiante o quasi, il plotone incontrerà un primo GPM di prima categoria, 13 Km al 6.3% per arrivare ad un’altitudine di 1152 metri. Molto più impegnativa si annuncia la lunga e durissima salita finale, che dal livello del mare salirà fino ai 1928 metri del traguardo, oltre 18,4 Km nei quali la pendenza media si attesta al 10.3%.

Mario Prato

Philipsen indossa la maglia di leader della corsa turca (Getty Images)

Philipsen indossa la maglia di leader della corsa turca (Getty Images)

GIRO DI TURCHIA, PHILIPSEN VINCE LA PRIMA TAPPA

ottobre 9, 2023 by Redazione  
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Jasper Philipsen si aggiudica la prima tappa del Presidential Cycling Tour of Türkiye, davanti a Syritsa e Dupont. Buona prova di Colnaghi e Malucelli, quarto e quinto. Ballabio e Moschetti hanno chiuso nei dieci

In questa ultima coda di stagione è iniziato ieri il Presidential Cycling Tour of Türkiye, giunto alla sua 58a edizione.
Il successo nella prima giornata di gara, visto le caratteristiche della tappa, era cosa da velocisti. E così è stato. Essendo il migliore dei partecipanti alla gara, il belga Jasper Philipsen (Alpecin-Deceuninck) ha avuto la meglio su Gleb Syritsa (Astana Qazaqstan Team) e Timothy Dupont (Tarteletto – Isorex). A seguire troviamo Luca Colnaghi (Green Project-Bardiani CSF-Faizanè), Matteo Malucelli (Bingoal WB), Matthew Walls (BORA – hansgrohe), Alexander Salby (Bingoal WB), Giacomo Ballabio (Global 6 Cycling), Matteo Moschetti (Q36.5 Pro Cycling Team) e Léo Bouvier (BIKE AID), che ha chiuso la TopTen.
Con quella di ieri il portacolori dell’Alpecin ha portato a 16 le sue vittorie stagionali, diventando così l’unico a poter contendere il primato stagionale a Tadej Pogačar (UAE Team Emirates), che attualmente può vantare 17 in questo 2023.
La prima tappa è stata animata da Tobias Nolde (P&S Benotti), Mateusz Konstanski (Voster ATS Team) e Robigzón Leandro Oyola (Team Medelín-EPM), autori della fuga di giornata che si sono dati da fare per raccogliere traguardi volanti e GPM. La loro avventura finita ai meno 14, mentre i chilometri sucessivi sono stati teatro di qualche sporadico tentativo di anticipare la volata, finchè Astana Qazaqstan prima e Alpecin-Deceuninck poi hanno preso in mano le operazioni di preparazione allo sprint.
La seconda tappa della corsa turca presenta le prime difficoltà. I due GPM previsti sono rispettivamente di terza (4.9 km al 5.6%) e seconda categoria (11.9 km al 4.9%), ma non dovrebbero comunque risultare indigesti alle ruote veloci. La cima dell’ultima salita, infatti, è posta a 60 km del termine della Kemer – Kalkan

Mario Prato

Philipsen vince la prima tappa del Giro di Turchia (foto Bas Czerwinski/Getty Images)

Philipsen vince la prima tappa del Giro di Turchia (foto Bas Czerwinski/Getty Images)

SHEEHAN, CHI E’ COSTUI? LO STAGISTA DELL’ISRAEL VINCE LA PARIGI – TOURS

ottobre 8, 2023 by Redazione  
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Tra fuggitivi della prima ora e continui attacchi nei tratti finali in sterrato, il gruppo non riesce a ricucire su attaccanti e contrattaccanti che si giocano la vittoria sull’Avenue de Grammont dove il carneade Riley Sheehan (Team Israel Premier Tech), per di più stagista, ottiene la prima vittoria in carriera in una corsa PRO

La Parigi – Tours 2023 non differisce nel tracciato da quelle degli ultimi sei anni e cioè da quando c’è stato un determinante cambio di percorso a favore di una maggiore incertezza sull’esito della corsa. Infatti da corsa favorevole prevalentemente ai velocisti, l’aggiunta nei 70 km conclusivi di cotes e di tratti in sterrato nella valle della Loira offrono ora più varianti tattiche, con i velocisti che devono sudarsi la volata. Dopo la partenza da Chartres la fuga di giornata partiva soltanto intorno al km 40 grazie all’azione di cinque ciclisti: Lewis Askey (Team Groupama FDJ), Théo Delacroix (Team St. Michel Mavic Auber93), Joey Rosskopf (Q36.5 Pro Cycling Team), Maxime Jarnet (Team Van Rysel – Roubaix Lille Métropole) ed Alex Narbonne Zuccarelli (Team Nice Métropole Cote d’Azur). Il gruppo manteneva un’andatura piuttosto blanda e la fuga arrivava ad avere un vantaggio che sfiorava i 4 minuti dopo 100 km. A 60 km dalla conclusione, all’inizio dei primi tratti in sterrato, il vantaggio della fuga era di 3 minuti e 20 secondi mentre il gruppo inseguitore iniziava lentamente a sfaldarsi. Il primo ciclista presente nella fuga a rialzarsi era Rosskopf a 48 km dalla conclusione. A poco a poco tutti i fuggitivi si facevano riprendere dal gruppo tranne Askey che continuava con coraggio a mantenere la testa della corsa. A circa 10 km dal termine si portavano sul battistrada, dopo essere evasi dal gruppo inseguitore, Olivier Le Gac (Team Groupama FDJ), Riley Sheehan (Team Israel Premier Tech), Tobias Halland Johannessen (Uno X Pro Cycling Team) e Joris Delbove (Team St. Michel Mavic Auber93). I cinque ciclisti di testa mantenevano a loro volta un vantaggio di circa 30 secondi sul gruppo tirato da Team Lidl Trek e Team Arkea Samsic. Dandosi cambi regolari, soprattutto con Le Gac che si sacrificava per Askey, i cinque arrivavano sotto lo striscione dell’ultimo km con una quindicina di secondi di vantaggio sul gruppo. Nella volata ristretta Sheehan vinceva davanti ad Askey mentre Joannessen chiudeva in terza posizione. Quarto era Delbove e quionto a 7 secondi di ritardo Le Gac. Il gruppo inseguitore veniva regolato da Christophe Laporte (Team Jumbo Visma) che si piazzava in sesta posizione a 9 secondi di ritardo da Sheehan. Il ventitreenne statunitense ottiene da stagista la prima vittoria in carriera. Il calendario autunnale francese si concluderà ufficialmente domenica prossima con la Chrono des Nations, in cui la stella principale sarà Remco Evenepoel, il quale vorrà rifarsi dopo la delusione del Giro di Lombardia chiudendo in bellezza la sua stagione.

Antonio Scarfone

Riley Sheehan vince la Parigi - Tours 2023 (foto: Getty Images)

Riley Sheehan vince la Parigi - Tours 2023 (foto: Getty Images)

POGACAR CALA IL TRIS. TERZO LOMBARDIA CONSECUTIVO PER IL FUORICLASSE SLOVENO.

ottobre 8, 2023 by Redazione  
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Continua la storia d’amore tra Tadej Pogacar e il Lombardia. Il fuoriclasse sloveno conclude un’altra stagione straordinaria con il terzo successo consecutivo nella ‘Classica delle foglie morte’ arrivando tutto solo sul traguardo di Bergamo dopo un’azione in solitaria partita a poco meno di 30 km dall’arrivo. Stavolta il leader dell’UAE Team Emirates non ha sfoggiato la gamba dei giorni migliori, ma ha trovato ugualmente il successo grazie alla sua astuzia azzeccando il momento buono per lasciare la compagnia degli avversari e involarsi tutto solo verso l’ennesimo successo di una stagione straordinaria (16 vittorie tra cui spiccano, oltre al Lombardia, i trionfi al Fiandre, all’Amstel e alla Freccia Vallone). L’Italia, reduce dall’ennesima stagione in cui le ombre hanno prevalso sulle luci, si consola con l’ottimo secondo posto di Andrea Bagioli (Soudal-Quick Step) bravo a non perdere contatto dai migliori in salita e a vincere poi la volata dei battuti davanti ad un Primoz Roglic non brillantissimo nel giorno del suo addio alla Jumbo-Visma.

L’edizione numero 117 della classica lombarda vedeva il via da Como e l’arrivo a Bergamo dopo 238 km infarciti di salite. La prima asperità di giornata era la salita simbolo della corsa, il Ghisallo affrontato dal versante più moribdo (8,8 km al 3,7%) e posto al km 38. Dopo un tratto abbastanza semplice, il percorso proponeva la Roncola (7,5 km al 7,3%) al km 101 e quindi la salita di Berbenno (6,9 km al 5%) al km 129,5. Un breve tratto di fondovalle precedeva un’altra accoppiata formata dal Passo della Crocetta (11,6 km al 5,6%) al km 162 e dallo strappo di Zambla Alta (2,6 km al 6,9%) al km 175. Una lunga discesa anticipava l’ultima vera salita di giornata, il Passo di Ganda (9,3 km al 7,1%) la cui cima distava poco meno di 30 km dal traguardo. Il finale proponeva però ancora un’ultimo ostacolo prima del traguardo, il classico strappo di Bergamo Alta (1,3 km al 6,9%) posto ad appena 3 km dalla linea d’arrivo.

La fuga di giornata ha preso forma subito dopo il via ufficiale della corsa grazie all’attacco promosso da 10 corridori: Nicolas Prodhomme (AG2R Citroën Team), Samuele Battistella (Astana Qazaqstan Team), Nicolò Buratti (Bahrain-Victorious), Simon Geschke (Cofidis), Asbjørn Hellemose (Lidl-Trek), Mattia Bais (EOLO-Kometa), Thomas De Gendt (Lotto Dstny), Kamil Malecki (Q36.5 Pro Cycling Team), Paul Ourselin (TotalEnergies) e Jacob Eriksson (Tudor Pro Cycling). I 10 battistrada hanno immediatamente preso il largo, imboccando il Ghisallo con circa 40″ su un sestetto inseguitore formato da Tobias Bayer e Nicola Conci (Alpecin), Ben Swift (INEOS), Martin Marcellusi e Alex Tolio (Green Project) e Nils Brun (Tudor Pro Cycling) e circa 4 minuti sul gruppo. Proprio nel plotone al km 22 si era verificata una caduta che aveva coinvolto uno dei grandi favoriti di giornata, Remco Evenpoel (Soudal-Quick Step). Il campione belga è però prontamente rientrato sul gruppo. Lungo il Ghisallo i sei inseguitori sono rinvenuti sui 10 battistrada andando a formare un nuovo drappello di testa di 16 uomini che ha scollinato con 4 minuti sul gruppo tirato principalmente dagli uomini della Jumbo-Visma (Sam Oomen in particolare).

Tale situazione è rimasta pressochè inalterata fino ai piedi del Brebenno (-110), quando proprio Evenepoel ha ordinato ai suoi compagni di squadra di aumentare l’andatura allo scopo di indurire la corsa. Dal gruppo hanno così iniziato a perdere contatto diversi corridori, tra cui anche un Enric Mas (Movistar Team) che ha chiaramente beccato una giornata no. Il lavoro profuso dal ‘Wolfpack’ ha rapidamente fatto crollare il vantaggio dei battistrada che in questa fase è sceso fino a raggiungere 1′30″. A questo punto però gli uomini della Soudal si sono fermati e così in testa sono tornati gli uomini della Jumbo in compagnia delle maglie rosa della EF. Il gap è di conseguenza nuovamente aumentato tornado a circa 2′45″ quando la corsa era giunta ai piedi del Passo della Crocetta (-86). Nel frattempo anche nel drappello di testa il ritmo era aumentato grazie all’andatura imposta da Samuele Battistella. Il passo dell’Italiano ha messo in difficoltà diversi compagni di fuga che hanno man mano perso contatto dalla testa della corsa: il primo a staccarsi è stato il polacco Malecki, imitato poi da De Gendt, Bayer, Swift, Buratti ed Eriksson. Il drappello di testa si è così sfoltito, riducendosi a soli 10 uomini.

Proprio lungo le rampe della Crocetta sono iniziati i primi movimenti in testa al gruppo. A lanciarsi all’inseguimento dei fuggitivi sono stati prima Oscar Onley (Team DSM-Firmenich) e poi Ben Healy (EF Education-EasyPost). L’azione dei due britannici (anche l’irlandese è nativo del Regno Unito) ha scatenato l’appetito anche di altri uomini che però sono stati immediatamente bloccati dalla Jumbo-Visma evidentemente intenzionata a non complicarsi troppo la vita. Healy e Onley si sono corsì ritrovati ad inseguire i battistrada, da cui nel frattempo si erano staccati altri corridori, con il gruppo (distante circa 30″) alle calcagna. Allo scollinamento (-76) i due inseguitori avevano un ritardo di circa 20″ dai 7 battistrada superstiti, ovvero Prodhomme, Battistella, Geschke, Bais, Marcellusi, Tolio e Ourselin. Il gruppo si era ulteriormente avvicinato e pagava un ritardo di circa 45″ dai primi fuggitivi. Nel tratto di falsopiano successivo il drappello di testa, su cui nel frattempo erano rientrati i due inseguitori, si è ulteriormente selezionato e così in cima a Zambla Alta la situazione vedeva un nuovo quintetto di battistrada formato da Prodhomme, Tolio, Marcellusi, Healy ed Onley. Il gruppo, ora tirato da Jan Trantink (Jumbo-Visma) manteneva un ritardo di circa 1 minuto. Proprio nel gruppo, poco prima dello scollinamento, aveva avuto luogo un’altra caduta che ha coinvolto, tra gli altri, Mikel Landa (Bahrain-Victorius), Richard Carapaz e Esteban Chaves (EF Education-EasyPost) e Jakob Fuglsang (Israel-Premier Tech). Il campione dell’Ecuador è poi riuscito a rientrare sul gruppo, mentre il basco è rimasto a lungo a terra prima di ripartire ormai irrimediabilmente staccato.

Lungo la successiva discesa Healy e il bravo Marcellusi hanno lasciato la compagnia degli altri 3 fuggitivi: ai -50 la nuova coppia di testa vantava 35″ su Onley, Tolio e Prodohomme, e 1′10″ sul plotone già abbastanza selezionato e sempre tirato dalla Jumbo-Visma (Jan Tratnik e Wilco Keldermann). Il destino dei fuggitivi sembrava però ormai segnato: i 3 inseguitori sono stati ripresi ai -42, mentre Healy e Marcellusi sono riusciti ad imboccare il Passo di Ganda con circa mezzo minuto sul gruppo. Proprio sul Ganda è iniziata la vera bagarre. Il primo attacco è giunto ai -38 ad opera di Adam Yates (UAE Team Emirates) subito seguito da Julian Alaphilippe (Soudal-Quick Step). La Jumbo ha però immediatamente reagito grazie all’impressionante azione di Attila Valter che ha letteralmente trainato la prima parte del gruppo riportandosi sui due contrattaccanti e su Healy. L’andatura del campione d’Ungheria ha constestualmente mandato in crisi Remco Evenepoel, ediventemente non al meglio dopo la caduta di inizio corsa. Davanti si è invece formato un gruppetto di testa composto da Adam Yates e Tadej Pogacar (UAE Team Emirates), Alexander Vlasov (Bora-Hansgrohe), Primoz Roglic (Jumbo-Visma), Fausto Masnada e Andrea Bagioli (Soudal-Quick Step), Carlos Rodriguez (Ineos Grenadiers), Richard Carapaz (EF Education-EasyPost), Ben Harper e Simon Yates (Team Jayco-Alula) e Michael Woods (Israel-PremierTech). Ai -35 hanno allungato Harper, Woods, i gemelli Yates, Bagioli, Vlasov e Carapaz. Pogacar e Roglic sono invece rimasti indietro marcandosi a vicenda. Pogacar si è però rapidamente reso conto delle difficoltà del connazionale e nel giro di poche pedalate si è riportato sui 7 battistrada ed è poi ripartito in solitaria. Il fuoriclasse della UAE non è però riuscito a fare il vuoto, anzi è stato poi ripreso da Vlasov proprio mentre Roglic rientrava su Bagioli, Rodriguez, Simon e Adam Yates e Carapaz. Poco prima dello scollinamento Roglic ha dato fondo alle sue energie rientrando sulla coppia di testa, trascinandosi dientro Simon Yates e Bagioli.

Il nuovo quintetto di testa ha però avuto vita molto breve perchè subito dopo lo scollinamento, approfittando di un momento di incertezza degli altri, Pogacar ha piazzato un allungo che ha sorpreso i 4 avversari. Lo sloveno ha rapidamente guadagnato una decina di secondi, aumentando poi un pò alla volta il margine sugli immediati inseguitori su cui erano man mano rientrati Rodriguez, Adam Yates e Carapaz. Proprio la presenza del britannico offriva a Pogacar la possibilità d’avere un compagno di squadra in grado di guastare l’armonia tra gli inseguitori. Al termine della discesa il vantaggio dello sloveno aveva già superato i 35″, ma non era ancora sufficiente a garantirgli la certezza del successo anche perchè di lì a poco lo sloveno è stato colpito da crampi alla gamba destra. Dietro però gli inseguitori non erano affatto organizzati e così il vantaggio non è mutato anche perchè nel frattempo la pedalata di Pogacar era tornata ad essere decisamente performante. Il fuoriclasse sloveno ha così imboccato l’ultimo strappo con un margine di sicurezza che gli ha consentito di gestire senza affanni il finale andando a cogliere il terzo successo consecutivo nella Classica delle foglie morte. Dietro invece lo strappo di Bergamo Alta aveva fatto perdere contatto a Roglic e Carapaz. Gli altri 6 inseguitori hanno invece scollinato insieme andandosi a giocare allo sprint le posizioni di rincalzo. Ad avere la meglio nella volata dei battuti è stato il bravissimo Andrea Bagioli (a 52″) che ha così colto il risultato più importante della sua ancora giovane carriera, alla vigilia di una stagione in cui potrebbe vivere il salto di qualità definitivo. Terza piazza per Primoz Roglic, giunto alla sua ultima uscita con la maglia giallonera della Jumbo-Visma al termine di 8 anni pieni di successi. Alle loro spalle Vlasov, Simon Yates, Adam Yates e Rodriguez. Ottava posizione (a 1′06″) per Carapaz che ha anticipato un secondo gruppetto giunto ad 1′26″ e regolato da Remco Evenepoel, 9° davanti ad Andreas Kron (Lotto-Dstny).

Pierpaolo Gnisci

Pocagar tripletta Lombarda (fonte:Getty Images)

Pocagar tripletta Lombarda (fonte:Getty Images)

BAGIOLI GRAN RISERVA. SUO IL GRAN PIEMONTE 2023

ottobre 5, 2023 by Redazione  
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Un Gran Piemonte corso a ritmi indiavolati che mettono in crisi Wout van Aert (Team Jumbo Visma) si risolve con una volata ristretta di quattro ciclisti in cui Andrea Bagili (Team Soudal Quick Step) ha la meglio su Marc Hirschi (UAE Team Emirates) ed Alex Aranburu (Team Movistar). La stagione autunnale delle classiche italiane vedrà adesso la degna conclusione nel Giro di Lombardia in programma sabato 7 Ottobre

Nel panorama delle semiclassiche italiane autunnali il Gran Piemonte riveste un ruolo importante anche perchè è il vero antipasto del Giro di Lombardia che si correrà due giorni dopo. Sono 153 i km da Borgofranco d’Ivrea a Favria, tutti compresi all’interno della provincia di Torino, e la seconda parte del percorso infarcita di saliscendi, con le salite di Colleretto Castelnuovo, Faiallo, Alpette e Prascorsano in rapida successione, ci dirà chi sarà il successore di Ivan Garcia Corcina (Team Movistar), vincitore della scorsa edizione ed ai nastri di partenza anche quest’anno. Tra i favoriti spicca il nome di Wout van Aert (Team Jumbo Visma), pronto a fare il bis dopo la bella vittoria nella Coppa Bernocchi lunedì scorso. Dopo la partenza si formava subito una coppia di ciclisti al comando. Gli attaccanti erano Ide Schelling (Team BORA Hansgrohe) e Mathias Vacek (Team Lidl Trek). Il gruppo li teneva comunque nel mirino e non dava loro troppo vantaggio tant’è che l’azione dei due battistrada si concludeva dopo 19 km. Schelling ci riprovava qualche km più tardi insieme a Madis Mihkels (Team Intermarchè Circus Wanty) ed a Louis Vervaeke (Team Soudal Quick Step). Dopo una quarantina di km ai tre attaccanti si accodavano altri sette ciclisti ovvero Alex Bogna (Team Alpecin Deceuninck), Cees Bol (Team Astana Qazaqstan), Alessandro Tonelli (Team Green Project Bardiani CSF Faizanè), Kamil Malecki (Q36.5 Pro Cycling Team), Sean Flynn (Team Dsm Firmenich), Nils Brun (Tudor Pr Cycling Team) e Michael Vink (Uae Team Emirates). Poco dopo anche Filippo Ganna (Team INEOS Grenadiers) raggiungeva la testa della corsa. Sotto l’impulso del Team Jumbo Visma il gruppo tornava compatto al km 65. Sulla prima salita di Colleretto Castelnuovo si formava un nuovo gruppetto in testa che comprendeva Xandro Meurisse (Team Alpecin Dceuninck), Harold Tejada (Team Astana Qazaqstan), Nicolò Buratti (Team Bahrain Victorious), Bob Jungels (Team Bora Hansgrohe), Jonathan Klever Caicedo (Team EF Eductaion Easy Post), Martin Marcellusi (Team Green Project Bardiani CSF Faizanè), Thymen Arensman (Team INEOS Grenadiers), Jacopo Mosca (Team Lidl Trek), Dries Devenyns (Team Soudal Quick Step), Sean Flynn (Team Dsm Firmenich), Michael Matthews (Team Jayco AlUla) e Davide Formolo (UAE Team Emirates). Questi attaccanti facevano sul serio ed in breve tempo raggiungevano un vantaggio rispetto al gruppo inseguitore superiore ai 2 minuti. La salita di Alpette frazionava il gruppo di testa che perdeva progressivamente terreno rispetto al gruppo inseguitore. Una volta ripresi gli ultimi attaccanti, ricominciavano scatti e controscatti ed ad una decina di km dalla conclusione restavano in testa in quattro: Marc Hirschi (UAE Team Emirates), Andrea Bagioli (Team Soudal Quick Step), Alex Aranburu (Team Movistar) e Guillaume Martin (Team Cofidis). Al loro inseguimento c’era un gruppo risicato che comprendeva una ventina di ciclisti ma nel quale era assente Wout van Aert. I quattro in testa si davano cambi regolari ed all’ultimo km avevano ancora oltre 15 secondi di vantaggio sul gruppo inseguitore. Il primo ad allungare era Martin ma il francese veniva subito ripreso da Bagioli. AI meno 200 era Hirschi a lanciare la volata ma lo svizzero veniva ripreso e superato in extremis da Bagioli che vinceva di mezza ruota precedendo proprio Hirschi. Terzo era Aranburu e quarto Martin mentre Ganna regolava il drappello di inseguitori per la quinta piazza a 11 secondi di ritardo da Bagioli. Nella top ten si segnalavano anche l’ottavo posto di Marcellusi ed il decimo posto di Tiberi. Bagioli ottiene la terza vittoria stagionale, la prima in una corsa di un giorno, dopo che aveva vinto due tappe all’ETHIAS Tour de Wallonie ed al Giro di Slovacchia. Sabato l’autunno italiano a due ruote avrà il suo momento clou nel Giro di Lombardia in cui assisteremo ad una sfida stellare tra Tadej Pogacar (UAE Team Emirates), Primoz Roglic (Team Jumbo Visma) e Remco Evenepoel (Team Soudal Quick Step), con Pogacar che cerca il bis dopo la vittoria dello scorso anno.

Antonio Scarfone

Andrea Bagioli vince il Gran Piemonte 2023 (foto: Getty Images)

Andrea Bagioli vince il Gran Piemonte 2023 (foto: Getty Images)

SPARKASSEN MUNSTERLAND GIRO, STRAND HAGENES… PER CASO

ottobre 3, 2023 by Redazione  
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Per Strand Hagenes vince lo Sparkassen Munsterland, pensando mancasse ancora un giro. Podio completato da Groves e Pedersen

Circuito teutonico intorno alla città di Münster, capitale studentesca della Renania. La Jumbo Visma si presenta in forze, anche per distogliere l’attenzione dalle insistenti voci della fusione in arrivo con la Soudal Quick Step. Ci si aspetta la volata di gruppo ma in realtà succede l’imprevedibile: Per Strand Hagenes, giovane promessa norvegese oggi seconda linea dei calabroni giallo neri, guadagna qualche metro ai -2.5km dal traguardo grazie anche ai compagni di squadra Christophe Laporte ed Edoardo Affini a guardargli le spalle in testa al plotone.
Dietro le altre squadre dei favoriti di giornata gli lasciano troppo spazio che risulterà decisivo: a non capire di essere all’ultimo giro però è proprio il norvegese che taglia il traguardo e tira dritto, salvo poi rendersi conto solo poco dopo di aver conquistato la classica tedesca. Alle sue spalle la volata è regolata da Kaden Groves (Alpecin Deceuninck) su Mads Pedersen (Lidl Trek).

Lorenzo Alessandri

Per Strand Hagenes vince inconsapevole la classica tedesca. Photo Credit: Luc Claessen/Getty Images

Per Strand Hagenes vince inconsapevole la classica tedesca. Photo Credit: Luc Claessen/Getty Images

ILAN VAN WILDER VINCE LA TRE VALLI VARESINE

ottobre 3, 2023 by Redazione  
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Ilan Van Wilder (Soudal-QuickStep) nel finale di corsa grazie ad un allungo dal gruppetto dei migliori e va a vincere la Tre Valli Varesine 2023, il solo Richard Carapaz (EF Education – EasyPost) cerca, invano, di riportarsi sul belga ma deve accontentarsi del secondo posto, terzo a regolare il gruppetto inseguitore Aleksandr Vlasov (Bora-hansgrohe).

L’edizione 2023 della Tre Valli Varesine si accende non appena il gruppo entra nel caratteristico circuito caratterizzato dalla salita del Montello, viene così a formarsi la prima fuga di giornata con un gruppetto al cui interno troviamo: Samuele Battistella (Astana Qazaqstan Team), Gianluca Brambilla (Q36.5 Pro Cycling Team), Francesco Busatto (Intermarché – Circus – Wanty), Walter Calzoni (Q36.5 Pro Cycling Team), Ewan Costiou (Team Arkéa – Samsic), Erik Fetter (Eolo-Kometa), Alessio Martinelli (GreenProject-Bardiani-CSF-Faizanè), Rémy Rochas (Cofidis), Gonzalo Serrano (Movistar Team), Mattéo Vercher (TotalEnergies) e Kevin Vermaerke (Team dsm – firmenich). In un primo momento prova ad entrare anche Natnael Tesfazion (Lidl – Trek) ma l’eritreo deve desistere mentre dal gruppo in testa perdono subito contatto sia Vermaerke sia Costiou. La testa della corsa raggiunge un vantaggio massimo di circa 5’ nel corso della quinta scalata del Montello, nel gruppo iniziano gli scatti con la EF Education – EasyPost particolarmente battagliera infatti ci prova ad infiammare la corsa prima Sean Quinn e dopo il suo compagno di squadra Rigoberto Uran. Il ritmo anche in testa alla corsa sale e gradualmente la fuga perde pezzi infatti a staccarsi sono Martinelli e Serrano. Alla sesta scalata del Montello dal gruppo dei migliori si muove Jay Vine, all’uomo della UAE Team Emirates si portano sotto Julian Alaphilippe (Soudal-QuickStep) Pavel Sivakov (Ineos Grenadiers), Aleksandr Vlasov (Bora-hansgrohe) e Ben Healy (EF Education – EasyPost) che formano un drappello con altre seconde linee. L’azione è subito stoppata dalla Jumbo-Visma che con Jan Tratnik entra in scena controllando la situazione di corsa mentre davanti i fuggitivi iniziano a perdere terreno e tempo, infatti alla fine dell’ultima tornata del circuito il loro vantaggio è di poco più di un minuto. Da segnalare, nella discesa del Montello una brutta caduta per Giulio Ciccone (Lidl-Trek) costretto al ritiro. Nelle fasi successive di corsa non appena la strada torna a salire a provarci sono ancora Ben Healy Pavel Sivakov ma per entrambi il destino è lo stesso ovvero il ritorno del gruppo dei migliori. In questa fase di gara si susseguono numerosi scatti è infatti prima la volta di Andreas Kron (Lotto Dstny) e Quentin Pacher (Groupama – FDJ) poi a provarci sono Attila Valter (Jumbo-Visma) e Chris Harper ( Jayco AlUla ) ma anche questi due tentativi durano poco perchè dietro è sempre la Jumbo-Visma a far la voce grossa sganciando Wilco Kelderman che insieme a Warren Barguil (Arkéa-Samsic) vanno a riprender ciò che resta della fuga iniziale rappresentata soltanto da Busatto e Calzoni, restano circa 30 Km finali da percorrere. Alza bandiera bianca anche Busatto, dietro nel gruppo si alza ulteriormente l’andatura che riprende sia Calzoni sia Kelderman sia Barguil, gruppo compatto ma è, non appena la strada inizia a salire un instancabile Calzoni riprova ancora con un ultimo sforza ad andarsene tutto solo, l’azione dell’italiano è bellissima da vedere ma non dà i frutti sperati infatti viene nuovamente ripreso da Rigoberto Uran (EF Education – EasyPost), a 13 Km dall’arrivo, che si porta dietro ciò che rimane del gruppo con dentro tutti i migliori da cui piazza uno scatto Vlasov (Bora-hansgrohe), il russo è primo a muoversi subito seguito dai pezzi grossi come Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) e Primoz Roglic (Jumbo-Visma ). Davanti insieme ai tre citati si riportano Richard Carapaz (EF Education – EasyPost), Enric Mas (Movistar), Mike Woods (Istrael Premier Tech), Filippo Zana (Team Jayco – AlUla), Ben O’Connor (Ag2r Citroën) e Ilan Van Wilder (Soudal – QuickStep). Sono questi uomini a portarsi a 20” dagli immediati inseguitori quando all’arrivo mancano poco meno di 9 Km. Sia Pogacar che Roglic provano a scattare ma sono allunghi timidi, i due sloveni si marcano e forse si temono allo stesso tempo, in una fase di calma l’allungo buono lo mette in campo Ilan Van Wilder, il belga mette giù il rapporto ed in attimo, visto anche il marcarsi dei big, guadagna circa 20”. Il solo a provare a riportarsi sotto è Richard Carapaz ma è troppo tardi, infatti Van Wilder può smettere anche di pedalare poco prima dell’arrivo e godersi una vittoria importante, secondo a 16” arriva il campione olimpico, terzo, a regolare il gruppetto dei big segnalato a 18”, Vlasov, quarto Roglic, quinto Pogacar, sesto Woods, settimo Zana, ottavo Izagirre, nono Rodriguez, decimo O’Connor, undicesimo Mas.

Antonio Scarfone

Ilan Van Wilder vince la Tre Valli Varesine 2023 (Image credit: Getty Images)

Ilan Van Wilder vince la Tre Valli Varesine 2023 (Image credit: Getty Images)

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