A CAMPBELLTOWN LA CAMPANA SUONA ANCORA PER WELSFORD, VIVIANI E’ SECONDO

gennaio 18, 2024 by Redazione  
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A Campbelltown tornano di scena i velocisti e Sam Welsford (Team Jayco AlUla) vince con autorità davanti ad Elia Viviani (Team INEOS Grenadiers) e Daniel McLay (Team Arkea – B&B Hotels). Welsford ottiene la seconda vittoria di tappa mentre Isaac Del Toro (UAE Team Emirates) resta in maglia ocra

Isaac Del Toro (UAE Team Emirates) parte in maglia ocra da Tea Tree Gully nella terza tappa del Tour Down Under 2024. E’ lui il nome nuovo del ciclismo internazionale? Ovviamente è ancora presto per dirlo ma nella sparata nel km conclusivo della tappa di ieri erano presenti molte qualità che un campione deve possiedere : classe, potenza, coraggio, furbizia ed anche un pizzico di incoscienza. Il ciclista messicano a vent’anni vince in un modo così clamoroso una tappa di una corsa WT e a questo punto potrebbe già essere una mina vagante per la classifica generale finale. La tappa di oggi come detto parte da Tea Tre Gully e termina a Campbelltown dopo 145.3 km. Le insidie altimetriche si riassumono nei due gpm di Tea Tree Gully Hill e di Whispering Wall Climb che i ciclisti affronteranno nella prima metà della tappa. A meno di fughe vincenti o di ‘fagianate’ stile Del Toro, la tappa questa volta sembra favorire sulla carta i velocisti. Complice la partenza in salita ed il primo gpm posto dopo soli 2 km, dopo la partenza scattava immediatamente Luke Burns (Nazionale Australiana), leader della classifica di riferimento. Era proprio Burns a scollinare in prima posizione. A fargli compagnia in questa azione era il compagno di squadra Tristan Saunders. Ai due battistrada si univano dopo pochi km Axel Mariault (Team Cofidis) e Stefan De Bod (Team EF Education Easy Post). Burns scollinava in prima posizione anche sul successivo gpm di Whispering Wall Climb posto al km 34.6. Il gruppo maglia ocra inseguiva a 3 minuti di ritardo tirata dagli uomini della BORA Hansgrohe e della Jayco AlUla. Mariault si aggiudicava i due traguardi volanti di Lyndoch e di Mount Pleasant, posti rispettivamente al km 46.8 ed al km 83.6. La fuga veniva annullata definitivamente a 31 km dalla conclusione. Una caduta a 13 km dall’arrivo metteva fuori gioco Luke Plapp (Team Jayco AlUla), tra i ciclisti papabili per la vittoria della classifica generale. Insieme a lui cadevano anche i tre ciclisti italiani dell’Astana Qazaqstan, ovvero Samuele Battistella, Christian Scaroni e Michele Gazzoli. Nella volata a ranghi compatti Danny Van Poppel (Team Jayco AlUla) lanciava alla perfezione Sam Welsford che vinceva con una certa facilità sul traguardo di Campbelltown, bissando così il successo della prima tappa. Welsford anticipava sulla linea del traguardo Elia Viviani (Team INEOS Grenadiers) e Daniel McLay (Team Arkea – B&B Hotels). Chiudevano la top five Laurence Pithie (Groupama FDJ) in quarta posizione e Max Kanter (Team Astana Qazaqstan). In classifica generale Isaac Del Toro (UAE Team Emirates) resta in maglia ocra con 2 secondi di vantaggio su Corbin Strong (Team Israel Premier Tech) e 5 secondi di vantaggio su Axel Mariault (Team Cofidis). Domani è in programma la quarta tappa da Murray Bridge a Port Elliot per un totale di 136.2 km. Superata metà tappa si scalerà al km 84 l’unico gpm di giornata, Gemmell Hill, lungo 4 km al 4% di pendenza media. Dopo lo scollinamento al km 88, i restanti km fino all’arrivo di Campbelltown sono quasi completamente pianeggianti per cui i velocisti avranno un’altra chance per giocarsi la vittoria di tappa.

Antonio Scarfone

Sam Welsford vince a Campbelltown (foto: Getty Images)

Sam Welsford vince a Campbelltown (foto: Getty Images)

DEL TORO PRENDE IL GRUPPO PER LE CORNA. VITTORIA A SORPRESA DEL MESSICANO IN AUSTRALIA

gennaio 17, 2024 by Redazione  
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Un’irresistibile allungo nell’ultimo km della seconda tappa consente a Isaac Del Toro (UAE Team Emirates) di fare il colpo groppo nella seconda tappa del Tour Down Under 2024. Il ventenne ciclista messicano, all’esordio stagionale con l’UAE Team Emirates, vince la tappa resistendo al ritorno del gruppo ed è la nuova maglia ocra, simbolo del primato

La seconda tappa del Santos Tour Down Under 2024 parte da Norwood e termina a Lobenthal dopo 142 km. Sono tre i gpm da scalare, quello iniziale di Ashton al km 10 ed i due successivi di Fox Creek Climb da affrontare rispettivamente al km 63.5 ed al km 98.5. Una terza scalata di quest’ultima asperità, non categorizzata come gpm, sarà affrontata ad una decina di km dall’arrivo. La tappa in sé non è impossibile ma la salita di Fox Creek Climb, che misura quasi 2 km ed ha pendenze che arrivano in doppia cifra, può scatenare la bagarre tra gli uomini di classifica. Vedremo se la maglia ocra Sam Welsford (Team BORA Hansgrohe) riuscirà a tenere il simbolo del primato. Dopo la partenza da Norwood si saliva subito verso il primo gpm di giornata di Ashton. Erano Jardi Van der Lee (Team EF Education Easy Post) e Luke Burns (Nazionale Australiana) ad accendere le micce ed involarsi in testa alla corsa. LA coppia di testa raggiungeva in breve tempo un vantaggio superiore al minuto e mezzo e Van der Lee scollinava era il primo a scollinare sul gpm predetto. Al successivo traguardo volante di Woodside posto al km 30.7 era ancora Van der Lee ad avere la meglio su Burns, mentre il gruppo inseguiva ad oltre 5 minuti di ritardo. Erano principalmente BORA Hansgrohe e Jayco ALUla a tirare in testa al gruppo che iniziava ad allungarsi su un percorso non completamente pianeggiante. Burns scollinava in prima posizione sul primo passaggio del gpm di Fox Creek Climb posto al km 63.5. Il gruppo inseguiva ad oltre 4 minuti di ritardo ed affrontava la successiva discesa a forte velocità, accorciando sempre di più sui due battistrada. A 70 km dalla conclusione il vantaggio di Van der Lee e Burns era sceso a 3 minuti e 30 secondi. Van der Lee si aggiudicava il traguardo volante di Lobenthal posto al km 71.7. Burns scollinava in prima posizione sul secondo gpm di Fox Creek Climb posto al km 98.4. Il gruppo inseguitore, tirato sempre da Jayco ALUla e BORA Hansgrohe aveva ridotto ulteriormente il suo ritardo ed ora era segnalato a 2 minuti dalla coppia di testa. Anche l’INEOS Grenadiers dava una mano in testa al gruppo e la fuga veniva definitivamente annullata a 20 km dalla conclusione. Il gruppo affrontava compatto la terza salita di Fox Creek Climb – questa volta non categorizzata come gpm – ed iniziavano immediatamente gli attacchi tra gli uomini di classifica o presunti tali. Tra di questi, i più attivi erano Jhonatan Narvaez (Team INEOS Grenadiers), Isaac Del Toro e Fin Fisher-Black (UAE Team Emirates) e Luke Plapp (Team Jayco AlUla). In particolare Plapp e Narvaez si avvantaggiavano in discesa su un gruppo allungato e composto da una cinquantina di ciclisti. La coppia di testa veniva ripresa a poco meno di 6 km dalla conclusione. Era l’Israel Premier Tech a farsi vedere nelle prime posizioni del gruppo. A poco più di 4 km dalla conclusione attaccava Quinn Simmons (Team Lidl Trek). Il primo a portarsi sulle ruote del campione USA era Bastien Tronchon (Team DecathlonAG2R ). La nuova coppia di testa veniva ripresa a poco più di 1 km dalla conclusione da Isaac del Toro che proseguiva nell’azione personale e aumentava il vantaggio sul gruppo tirato ancora una volta dagli uomini dell’Israel Premier Tech. Il ventenne ciclista messicano, all’esordio da pro con la nuova maglia dell’UAE Team Emirates, resisteva fin sulla linea del traguardo andando a cogliere una vittoria clamorosa davanti alla coppia dell’Israel formata da Corbin Strong e Stephen Williams. Chiudevano la top five Biniam Girmay (Team Intermarchè Circus Wanty) in quarta posizione e Caleb Ewan (Team Jayco AlUla) in quinta posizione. Del Toro, alla prima vittoria stagionale, balza in testa alla classifica generale e veste la maglia ocra con 2 secondi di vantaggio su Strong e 7 secondi di vantaggio su Girmay. Domani è in programma la terza tappa da Tea Tree Gully a Campbelltown di 146 km. Sono due i gpm da affrontare, il Tea Tree Gully Hill al km 2 ed il Whispering Wall Climb al km 34,5, entrambi posti nella parte iniziale della tappa e tali da non poter impensierire più di tanto i velocisti, che al 99% torneranno a darsi battaglia per la vittoria di tappa.

Antonio Scarfone

Isaac Del Toro vince la seconda tappa del Tour Down Under 2024 (foto: Getty Image)

Isaac Del Toro vince la seconda tappa del Tour Down Under 2024 (foto: Getty Image)

WELSFORD PROFETA IN PATRIA. L’AUSTRALIANO VINCE LA PRIMA TAPPA DEL TOUR DOWN UNDER 2024

gennaio 16, 2024 by Redazione  
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Nella prima tappa del Tour Down Under 2024, Sam Welsford (Team BORA Hansgrohe) vince in volata davanti a Phil Bauhaus (Team Bahrain Victorious) e Biniam Girmay (Team Intermarchè Circus Wanty). Il ventisettenne di Subiaco è la prima maglia ocra della corsa a tappe che apre la stagione ciclistica su strada

La tanto attesa stagione ciclistica su strada ricomincia con il consueto Tour Down Under, tra l’alto corsa WT, in programma dal 16 al 21 Gennaio. La torrida estate australiana farà da sfondo alla lotta per la prima affermazione stagionale di rilievo, con la schiera dei padroni di casa pronta a dare filo da torcere a tutti i ciclisti di diversa nazionalità ed il fatto che essi tengano molto a questa corsa è confermato dai ventidue podi finali su ventitre edizioni totali in cui è presente almeno un ciclista australiano. Sono invece 14 le affermazioni di un ciclista di casa – nell’ordine Stuart O’Grady nel 1999 e nel 2001, Michael Rogers nel 2002, Patrick Jonker nel 2004, Simon Gerrans nel 2006, 2012, 2014 e 2016, Allan David nel 2009, Cameron Meyer nel 2011, Rohan Dennis nel 2015, Richie Porte nel 2017 e nel 2020 e Jay Vine nel 2023. La prima delle sei tappe, lunga complessivamente 144 km, consta di un circuito da percorrere tre volte attorno alla località di Tanunda con il dentello di Menglers Hill che sarà l’asperità principale della tappa e che verrà affrontato anch’esso tre volte ma che non dovrebbe preoccupare più di tanto i velocisti. Dopo la partenza da Tanunda e i primi scatti per portar via la fuga di giornata, la prima vera azione che caratterizzava la tappa si sviluppava per merito di Louis Barrè (Team Arkea Samsic) che partiva tutto solo al km 4. Il gruppo però rispondeva all’attacco del ciclista francese e tornava compatto soprattutto grazie all’accelerazione dell’Israel Premier Tech. Fin Fisher-Black (UAE Team Emirates) si aggiudicava il primo traguardo volante di Angaston posto al km 24.5. Dopo il transito dal primo traguardo volante, era ancora una volta Barrè ad attaccare, seguito questa volta da Georg Zimmermann (Team Intermarchè Circus Wanty). Barrè si aggiudicava il primo GPM di Menglers Hill posto al km 32. Il gruppo alle spalle dei battistrada scollinava con un ritardo di 2 minuti e 20 secondi. Al primo passaggio dall’arrivo la coppia di testa aveva 2 minuti e 50 secondi di vantaggio sul gruppo tirato da Jayco AlUla e BORA Hansgrohe. Zimmermann si aggiudicava il secondo traguardo volante di Angaston posto al km 73.9 mentre Barrè transitava nuovamente in prima posizione sul secondo GPM di Menglers Hill posto al km 81.3. Gli sforzi dei due uomini di testa terminavano nella successiva discesa, quando il gruppo annullava la fuga e tornava compatto ad una cinquantina di km dalla conclusione. Tra i ciclisti si respirava già l’aria della volata finale e le squadre dei velocisti erano già schierate in prima fila per proteggere i capitani di giornata. Anche alcuni uomini di classifica, tra i quali Luke Plapp (Team Jayco ALUla) si impegnavano a tirare in testa al gruppo. Era la BORA Hansgrohe a lavorare alla perfezione per Sam Welsford che andava a vincere con una progressione finale imperiosa davanti a Phil Bauhaus (Team Bahrain Victorious) e Binian Girmay (Team Intermarchè Circus Wanty). Chiudevano la top five Cale Ewan (Team Jayco AlUla) in quarta posizione e Jhonatan Narvaez (Team INEOS Grenadiers) in quinta posizione mentre non si segnalavano ciclisti italiani nella top ten. Welsford inizia così nel migliore dei modi la sua stagione con la nuova squadra e si conferma come uno dei velocisti da seguire anche se non è più giovanissimo visto che compierà 27 anni fra tre giorni. Intanto il ciclista australiano veste la prima maglia ocra davanti a Bauhaus e Girmay, staccati rispettivamente di 4 e di 6 secondi. Domani è in programma la seconda tappa da Norwood a Lobenthal di 141 km. Il percorso sulla carta sembra un po’ più impegnativo con la salita iniziale di Ashton che incoraggerà i fuggitivi di giornata. Successivamente si entrerà nel circuito di Lobenthal da ripetere tre volte e nel quale spiccano le tre ascese di Fox Creek Climb – le prime due delle quali categorizzate come gpm – la cui pendenza che sfiora il 9% potrebbe dare il la per i primi attacchi tra coloro che aspirano alla vittoria della maglia ocra.

Antonio Scarfone

Sam Welsford vince la prima tappa del Tour Down Under (foto: Getty Images)

Sam Welsford vince la prima tappa del Tour Down Under (foto: Getty Images)

LA SAGA(N) DI PETER – CAPITOLO FINALE: TOUR DE SUISSE 2022

gennaio 15, 2024 by Redazione  
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Ricorderete che nei mesi scorsi, prima di cominciare il racconto della saga ciclistica di Peter Sagan, avevamo ripercorso la carriera di un altro corridore che ha appeso la bici al chiodo al termine della stagione 2023, il francese Thibaut Pinot. Il destino ha voluto che entrambi ottenessero l’ultima vittoria in carriera nella medesima corsa e nella medesima stagione: così al Giro di Svizzera del 2022 Pinot alzerà per l’ultima volta le braccia al cielo nel tappone di Malbun mentre Sagan si congederà dalle vittorie di strada imponendosi quattro giorni prima sul traguardo di Grenchen. Abbiamo parlato, nel caso di Sagan, di vittorie su strada perchè il campione slovacco, in realtà, continuerà a gareggiare anche nel 2024 ma non lo rivedremo più nelle corse tradizionali, avendo deciso di chiudere definitivamente la carriera sulle “ruote grasse” della mountain bike.
Grazie di tutto Thibaut, grazie di tutto Peter.

SAGAN RINASCE A GRENCHEN. VITTORIA IN VOLATA DELLO SLOVACCO, WILLIAMS RESTA IN GIALLO

A Grenchen nella volata a ranghi compatti – probabilmente l’unica del Giro di Svizzera 2022 – Peter Sagan (Team TotalEnergies) vince davanti a Bryan Coquard (Team Cofidis) ed Alexander Kristoff (Team Intermarchè Wanty Gobert). Lo slovacco torna alla vittoria dopo quasi un anno e prova a voltare pagina dopo una prima parte di 2022 deludente. Stephen Williams (Team Bahrain Victorious) resta in maglia gialla.

La terza tappa del Giro di Svizzera 2022 è altimetricamente quella più semplice e dove i velocisti hanno le maggiori chances di arrivare a giocarsi la vittoria in volata. Una volata che però dovranno conquistarsi perché la tappa presenta comunque quattro GPM non durissima ma comunque da scalare ed anche altre salitelle, specialmente nei primi 70 km , sulle quali potrà partire la fuga di giornata. Si parte da Aesch e si arriva a Grenchen dopo 177 km. La partenza subito in salita favoriva gli attacchi nel gruppo. Si formava un gruppo di sei ciclisti costituito da Manuele Boaro (Team Astana Qazaqstan), Stefan Bissegger (Team EF Education EasyPost), Philippe Gilbert (Team Lotto Soudal), Quinn Simmons (Team Trek Segafredo), Joey Rosskopf (Team Human Powered Health) e Mathias Reutiman (Nazionale Svizzera). Nicolas Prodhomme (Team AG2R Citroen) provava a rientrare sulla fuga ma dopo una ventina di km al suo inseguimento si rialzava e veniva riassorbito dal gruppo maglia gialla. Simmons scollinava in prima posizione sul primo GPM della Cote au Bouvier posto al km 82.9. Il gruppo maglia gialla inseguiva ad oltre 2 minuti di ritardo. Simmons si aggiudicava anche il successivo GPM di Bellelay posto al km 112.7. Dopo la buona volata ottenuta ieri, seppur per posizioni di rincalzo dietro Andreas Leknessund (Team DSM), era il Team Intermarchè Wanty Gobert a tirare il gruppo confidando nelle possibilità di Andrea Pasqualon, che oggi condivideva i gradi di capitano insieme ad Alexander Kristoff. Reutimann vinceva il primo traguardo volante di Tavannes posto al km 122. A 50 km dall’arrivo i fuggitivi avevano 1 minuto e 50 secondi di vantaggio nei confronti del gruppo. Sul successivo GPM di Vauffelin, dal gruppo di testa si staccavano Boaro e Reutimann. Simmons scollinava in prima posizione. Anche il Team TotalEnergies tirava in testa al gruppo, a completa disposizione di Peter Sagan, finora decisamente in ombra nel 2022 tra malattie e ritiri. Bissegger allungava in un tratto in discesa e sfruttando le sue capacità di passista restava da solo in testa quando mancavano meno di 30 km all’arrivo. A 20 km dall’arrivo Bissegger aveva 50 secondi di vantaggio sul gruppo maglia gialla, che ormai teneva nel mirino lo svizzero. Bissegger scollinava per primo sul GPM di Lommiswil posto al km 159.9, pochi km prima di essere ripreso dal gruppo. Il gruppo riprendeva Bissegger a 11 km dall’arrivo. Geraint Thomas (Team INEOS) transitava in prima posizione sul traguardo volante di Bellach, posto al km 165.6. Nelle prime posizioni del gruppo si facevano vedere gli uomini dell’UAE Team Emirates. A 4 km dall’arrivo una caduta metteva fuori gioco Maximilian Schachmann (Team BORA Hansgrohe). La volata vedeva prevalere Peter Sagan davanti a Bryan Coquard (Team Cofidis) ed Alexander Kristoff (Team Intermarchè Wanty Gobert). Chiudevano la top five Thomas Pidcock (Team INEOS) in quarta posizione ed Alex Aranburu (Team Movistar) in quinta posizione. Nella top ten si segnalavano il sesto posto di Matteo Trentin (UAE Team Emirates) ed il decimo posto di Alberto Bettiol (Team EF Education EasyPost). Sagan ottiene la prima vittoria stagionale è vede forse per la prima volta una luce fuori dal tunnel in cui era entrato da almeno un anno a questa parte. L’ultima vittoria dello slovacco tre volte campione del mondo risaliva infatti al 20 Giugno 2021 quando vinse i Campionati Nazionali su Strada. Per quanto riguarda la classifica generale, Stephen Williams (Team Bahrain Victorious) resta in maglia gialla con 6 secondi di vantaggio su Andreas Kron (Team Lotto Soudal) e 7 secondi di vantaggio su Geraint Thomas. Domani è in programma la quarta tappa da Grenchen a Brunnen per un totale di 191 km. I ciclisti dovranno affrontare due GPM, il primo dopo una trentina di km ed il secondo, quello di Sattel, con pendenze anche di una certa difficoltà, a soli 15 km dall’arrivo. A meno di una fuga vincente, ci aspettiamo un arrivo che favorisca una volata ristretta di ciclisti, tra cui quelli che ambiscono alla classifica generale.

Antonio Scarfone

Peter Sagan vince a Grenchen )foto: Vincent Kalut/PN/SprintCyclingAgency)

Peter Sagan vince a Grenchen )foto: Vincent Kalut/PN/SprintCyclingAgency)

LA SAGA(N) DI PETER – CAPITOLO LXIII: GIRO D’ITALIA 2021

gennaio 14, 2024 by Redazione  
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Sagan torna alla Corsa Rosa per la seconda volta in carriera con l’obiettivo di vincere ancora una tappa e, soprattutto, di affiancare le sette maglie verdi conquistate al Tour quella ciclamino della classifica punti del Giro. L’anno prima gli era sfuggita per una cinquantina di punti ed era finita sulle spalle del francese Arnaud Démare, che nel 2021 esce ben presto di scena finendo fuori tempo massimo nella tappa appennica di Campo Felice. È proprio nella tappa successiva, quella che Sagan fa sua imponendosi allo sprint in quel di Foligno, che lo slovacco riesce a fasciarsi il busto di ciclamino, sbandierando l’insegna della classifica a punti fin sul traguardo finale di Milano.

9a tappa: L’AQUILA – FOLIGNO

SAGAN, CLASSE E POTENZA A FOLIGNO. BERNAL CONSERVA LA MAGLIA ROSA

A Foligno, in una volata priva di alcuni velocisti staccatisi sul Valico della Somma, Peter Sagan (Team Bora Hansgrohe) vince con autorità sfruttando al meglio il lavoro della sua squadra. Lo slovacco batte Fernando Gaviria (UAE Team Emirates) e Davide Cimolai (Team Israel StartUp Nation). Domani primo giorno di riposo in attesa di mercoledì, quando le strade bianche nei dintorni di Siena faranno da sfondo ad una delle tappe più spettacolari del Giro 2021.

Dopo l’appassionante tappa di Campo Felice in cui Egan Bernal (Team INEOS Grenadiers) si è vestito di rosa, il Giro 2021 riparte da L’Aquila e risale verso l’Umbria, con l’arrivo di Foligno dopo 139 km che dovrebbe arridere alle ruote veloci. Ma ci sono due ostacoli non indifferenti: il Valico della Somma, GPM di quarta categoria posto a 40 km dall’arrivo. Ed il vento, che sarà presente durante tutta la tappa anche con raffiche superiori ai 40 km/h. Ventagli e attacchi di finisseur potrebbero quinti caratterizzare questa tappa e sia velocisti che uomini di classifica dovranno tenere gli occhi aperti prima del giorno di riposo in programma martedì. Dopo la partenza da L’Aquila si formava immediatamente la fuga di giornata grazie all’azione di cinque ciclisti: Simon Pellaud (Team Androni Giocattoli), Umberto Marengo (Team Bardiani CSF), Samuela Rivi (Team EOLO Kometa), Taco van der Hoorn (Team Intermarchè Wanty Gobert) e Kobe Goossens (Team Lotto Soudal). Dopo 10 km la fuga aveva 2 minuti e 10 secondi di vantaggio sul gruppo. Rivi si aggiudicava il traguardo volante di Santa Rufina posto al km 46.9. Il gruppo manteneva la fuga nel mirino e la annullava a 42 km dall’arrivo, poco prima dell’inizio dell’ascesa verso il Valico della Somma. Era in particolare il Team Bora Hansgrohe a tirare il gruppo. L’andatura imposta dal team tedesco metteva fuori gioco la maglia ciclamino Tim Merlier (Team Alpecin Fenix). Anche Giacomo Nizzolo (Team Qhubeka ASSOS) sembrava in difficoltà e veniva scortato dai propri compagni di squadra. Dopo lo scollinamento sul GPM di Valico della Somma, sul quale transitava in prima posizione Giovanni Aleotti (Team Bora Hansgrohe) era in particolare Victor Campenaerts (Team Qhubeka ASSOS) a guidare il campione europeo in un disperato inseguimento sul gruppo maglia rosa, in testa al quale si erano portati anche gli uomini dell’Israel StartUp Nation per Davide Cimolai. A 26 km dall’arrivo Nizzolo si arrendeva e rinunciava all’inseguimento. E così la volata si sarebbe disputata senza velocisti del calibro di Nizzolo, Merlier ed anche Dylan Groenewegen (Team Jumbo Visma), già staccatosi in precedenza. Al secondo traguardo volante di Campello su Clitunno transitava per primo Jonathan Narvaez (Team INEOS Grenadiers). L’avvicinamento a Foligno non faceva segnalare rilevanti note di cronaca se non la preparazione della volata da parte delle squadre dei velocisti. Il lavoro della Bora Hansgrohe, sempre attenta e vigile nelle prime posizioni, permetteva a Sagan di sprintare alla perfezione e raccogliere una meritata vittoria. Il ciclista slovacco aveva la meglio su Fernando Gaviria (UAE Team Emirates) e Davide Cimolai, mentre chiudevano la top five Stefano Oldani (Team Lotto Soudal) e Gianni Vermeersch (Team Alpecix Fenix). Sagan vince la prima tappa al Giro 2021 e veste anche la maglia ciclamino, suo obiettivo dichiarato. In classifica generale Egan Bernal (Team INEOS Grenadiers) resta in maglia rosa davanti a Remco Evenepoel (Team Deceuninck Quick Step) ed Aleksandr Vlasov (Team Astana).Dopo il primo giorno di riposo di domani, il Giro riparte mercoledì con l’attesissima tappa da Perugia a Montalcino lunga 162 km. Oltre a due GPM di terza categoria negli ultimi 40 km, i ciclisti dovranno attraversare nella seconda metà del tracciato anche quattro settori di strade bianche, per un totale di 35 km. Lo spettacolo è garantito ed i big di classifica sono pronti a farci divertire.

Giuseppe Scarfone

LA SAGA(N) DI PETER – CAPITOLO LXII: TOUR DE ROMANDIE 2021

gennaio 13, 2024 by Redazione  
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Dopo la prima volta dell’anno precedente Peter Sagan ha messo nuovamente nel suo programma il Giro d’Italia, anche perchè è uscito definitivamente di scena il conteporamento Tour of California, corsa a lui particolarmente cara. Per affinare la preparazione in vista della Corsa Rosa, lo slovacco sceglie di schierarsi al via del Tour de Romandie, la cui tappa conclusiva si corre il 2 maggio, appena sei giorni prima del via del Giro da Torino. La partecipazione alla corsa elvetica è positiva per Sagan perchè riesce ad andare a segno nella tappa con arrivo a Martigny

1a TAPPA: AIGLE – MARTIGNY

LA PRIMAVERA DI SA(GA)N MARTIGNY, ASPETTANDO L’ESTATE…

Torna a vincere Peter Sagan (Bora – Hansgrohe) e lo fa a modo suo con una volata che non lascia scampo agli avversari, sua la vittoria nella prima tappa in linea al Giro di Romandia, battuto Sonny Colbrelli (Bahrain – Victorious) che anticipa la volata ma che deve arrendersi al talento slovacco che così conquista il secondo successo stagionale. Chiude il podio odierno in terza posizione Patrick Bevin (Israel Start-Up Nation) mentre Rohan Dennis (Team INEOS Grenadiers) resta in maglia gialla.

Il Giro di Romandia riparte da Aigle verso Martigny con la prima tappa in linea di 168 Km dopo il cronoprologo di apertura. Intorno al Km 13 di gara da segnalare il primo scatto in testa al gruppo per portare via la fuga buona ad opera di Filippo Conca (Lotto Soudal) e Joel Suter (Swiss Cycling). La coppia viene subito raggiunta da Manuele Boaro (Astana – Premier Tech), Alexis Gougeard (Ag2r Citroen), Thymen Arensman (Team DSM) e successivamente da Rob Power (Qhubeka-Assos). Si va così a formare un sestetto che caratterizzerà lo sviluppo della tappa con la fuga che arriverà ad avere poco più di 6’ di vantaggio. In testa al plotone l’onere dell’inseguimento è demandato alla Ineos Granadiers del leader Rohan Dennis, i britannici riesco in pratica da soli a dimezzare lo svantaggio prima fino a 60 Km dal traguardo. In testa Joel Suter intanto riusciva a transitare per primo su ben 7 Gpm dei 9 previsti con le brevi ascese in rapida successione di Produit e Chamoson, successive a quella iniziale di La Rasse. Davanti è sempre il giovane svizzero a mettersi in mostra perché dopo l’ultimi GPm allunga e si porta da solo al comando della corsa. Il gruppo da dietro, visto anche il cuore del circuto con le due asperità, è intanto riuscito a guadagnare terreno con un ritardo adesso di 2’:30”. Dallo scollinamento all’arrivo è un lungo rettilineo che non lascia spazio alla fuga, troppi i 21 Km da coprire con le squadre dei velocisti che iniziano a fare capolino in testa e così dar man forte al ricongiungimento grazie al lavoro della Bora – Hansgrohe e del Team BikeExchange che si conclude a 20 Km dall’arrivo. I due strappi sono rimasti indigesti a molti uomini veloci, la selezione è venuta da dietro e a farne le spese segnaliamo soprattutto Elia Viviani (Cofidis) e Matteo Moschetti (Trek-Segafredo). Situazione di gruppo compatto e corsa che cambia scenario con un allungo di Remi Cavagna (Deceuninck-QuickStep) ma che ha vita breve. Il francese riprova a scattare qualche chilometro dopo questa volta con la collaborazione del compagno di squadra Mattia Cattaneo da Stefan Kung e Sebastien Reichenbach (Groupama-FDJ) e Damien Howson (BikeExchange). Si forma così un gruppetto interessante al comando che mette alla frusta il gruppo e guadagna subito 1’ complice anche il vento laterale che ha inizialmente sorpreso il grosso del plotone. Da dietro intanto anche la Bahrain-Victorious, la Lotto Soudal e l’Israel Start-Up Nation davano il proprio contributo al nuovo inseguimento che andava a concludersi a 8,2 Km da Martigny. Bisognava solo aspettare, a questo punto, la volata finale nel lungo rettilineo d’arrivo dove gli uomini di Sonny Colbrelli prendevano la testa della corsa fin dentro l’ultimo chilometro con Jan Tratnik a rilanciare infine l’andatura per il capitano designato che partiva a 250m dalla linea d’arrivo. Ma era troppo presto perché Peter Sagan (Bora – Hansgrohe) prendeva la ruota dell’italiano, affiancandolo e sorpassandolo a centro strada con le braccia alzate subito dopo aver tagliato il traguardo; terzo si piazzava Patrick Bevin (Israel Start-Up Nation), quarto Andrea Pasqualon (Intermarché-Wanty), quinto Alessandro Covi (UAE-Emirates). In classifica generale non cambia nulla con l’australiano Rohan Dennis (Ines Granadiers) al comando con buona guardia dei compagni di squadra Geraint Thomas e Richie Porte. Domani la seconda tappa da La Neuveville a Saint-Imier di 165.7 km, con la salita di La Vue-des-Alpes posta a quota 1281 m s.l.m, pendenza media del 6,8% e massima dell’8,4% a soli 17 km dal traguardo, andrà a ridisegnare la classifica generale chiamando allo scoperto gli uomini che puntano al successo finale.

Antonio Scarfone

La vittoria di Peter Sagan a Martigny (Foto: Getty Images Sport)

La vittoria di Peter Sagan a Martigny (Foto: Getty Images Sport)

LA SAGA(N) DI PETER – CAPITOLO LXI: VOLTA CICLISTA A CATALUNYA 2021

gennaio 12, 2024 by Redazione  
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Ci si mette anche il Covid di mezzo stavolta. L’inizio della stagione 2021 non è favorevole per Peter Sagan, che risulta positivo al virus ed è costretto a saltare le prime gare, ritardando il suo debutto alla Tirreno-Adriatico, dove non brilla. Alla Sanremo è quarto, delle classiche del nord disputa solo il Giro delle Fiandre dove termina quindicesimo. Tra la “Classicissima” e la corsa fiamminga prende parte al Giro della Catalogna, dove si rivede il Sagan che conoscevamo solo alla penultima tappa, quando anticipa allo sprint i velocisti più quotati al via della corsa spagnola

IL RITORNO DI PETER. SAGAN VINCE A MATARO’, ADAM YATES SEMPRE PRIMO

Una volata a ranghi praticamente compatti in quel di Matarò dà la vittoria a un ritrovato Peter Sagan (Team Bora Hansgrohe), che dopo un 2020 deludente ed una positività al covid ritorna a far paura per le classiche del Nord. Adam Yates (Team INEOS Grenadiers) resta in maglia blancoverde e domani ha tutte le carte in regola per vincere la sua prima corsa a tappe stagionale nella tappa conclusiva di Barcellona.

I 203 km da Tarragona a Matarò presentano due GPM nella seconda parte, in una tappa – la penultima del Giro di Catalogna 2021 – che potrebbe ricalcare grosso modo lo stesso svolgimento di quella appena trascorsa, con un gruppo più o meno sostanzioso di ciclisti fuori classifica abili a concretizzare la fuga vincente. Tutto ciò sullo sfondo di un’INEOS Grenadiers che sta dominando la classifica generale con tre uomini nelle prime tre posizioni. Dopo la partenza da Tarragona si segnalavano diversi attacchi nell’avanguardia del gruppo, che procedeva in lunga fila indiana. In cinque riuscivano ad avvantaggiarsi dopo una decina di km: Harold Tejada(Team Astana), Dmitri Strakhov (Team Gazprom Rusvelo), Matej Mohoric (Team Bahrain Victorious), Mattias Skjelmose Jensen (Team Trek Segafredo) ed Antoine Duchesne (Team Groupama FDJ). Dopo 35 km il rirado del gruppo era di 3 minuti e 15 secondi. Strakhov si aggiudicava il primo traguardo volante di Sant Jaume dels Domenys. Strakhov transitava in prima posizione anche sul successivo traguardo del Centenario mentre sul Port d’Ullastrell scollinava in prima posizione Mohoric. Il gruppo inseguitore transitava sul GPM con un ritardo di 4 minuti e 20 secondi dalla fuga. A condurre l’inseguimento erano in particolare quattro squadre: Team DSM, UAE Team Emirates, Team Euskaltel e Team Bora Hansgrohe. Nel frattempo si segnalava il ritiro di Giulio Ciccone (Team Trek Segafredo). A 66 km dalla conclusione il vantaggio della fuga sul gruppo era sceso a 3 minuti e 40 secondi. Anche Nathan Brown (Team EF Education Nippo) abbandonava la corsa. A 60 km dall’arrivo, il vantaggio della fuga era di 3 minuti. Il gruppo si faceva sempre più minaccioso alle spalle dei fuggitivi. Strakhov era l’ultimo a venire ripreso a 18 km dal termine, poco prima dell’inizio del secondo GPM di giornata, l’Alt El Collet, sul quale scollinava per primo Elie Gesbert (Team Arkea Samsic). Nella discesa il gruppo si ricompattava e Remi Cavagna (Team Deceuninck Quick Step) provava un attacco dei suoi. Il gruppo, allungatissimo, doveva impegnarsi per riprendere il forte atleta francese. In particolare la Bora Hansgrohe lavorava per Peter Sagan e nella volata finale il tre volte campione del mondo vinceva su Daryl Impey (Team Israel StartUp Nation) e Juan Sebastian Molano (UAE Team Emirates). Chiudevano la top five, al quarto posto Reinardt Janse Van Rensburg (Team Qhubeka ASSOS) ed al quinto posto Alexander Kamp (Team Trek Segafredo). Sagan ottiene la prima vittoria stagionale e guarda con fiducia alle classiche del Nord dopo un buon quarto posto alla Sanremo. La classifica generale resta invariata nelle prime posizioni, con la tripletta dell’INEOS Grenadiers formata da Adam Yates, Richie Porte e Geraint Thomas che completano il podio, mentre sono più dietro, a più di un minuto di ritardo da Yates, Alejandro Valverde (Team Movistar) e Wilco Kelderman (Team Bora Hansgrohe). Domani è in programma la tappa conclusiva di Barcellona che vede come insidia principale l’Alt de Castell de Montjuic all’interno del circuito finale da affrontare sei volte. Yates ha un piede e mezzo sul gradino più alto del podio finale ma dovrà tenere gli occhi aperti, magari chissà dando uno sguardo interessato anche a Porte e Thomas.

Giuseppe Scarfone

La vittoria di Peter Sagan a Matarò (foto: Getty Images)

La vittoria di Peter Sagan a Matarò (foto: Getty Images)

LA SAGA(N) DI PETER – CAPITOLO LX: GIRO D’ITALIA 2020

gennaio 11, 2024 by Redazione  
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La pandemia è stata un po’ come una Befana malefica perché per davvero le feste si è portata via, costringendo l’UCI a cancellare tutte le corse in calendario e a riposizionare dopo l’estate. Il ricollocamento si è ritorto contro quei corridori più avanti con gli anni come Sagan, che nel 2020 ha tagliato il traguardo delle trenta primaverese, e ha favorito i più giovani, come testimoniano i successi del 25enne Tao Geoghegan Hart al Giro e del 22enne Tadej Pogačar al Tour. Lo slovacco uno spazio neanche troppo piccolo è comunque riuscito a ritagliarselo al Giro, che affrontava per la prima volta in carriera e dove si è piazzato secondo nella classifica a punti dopo aver conquistato quattro secondi posti e la vittoria in una delle tappe più complicate, quella dei muri abruzzesi.

DOPPIO TERREMOTO AL GIRO: IL COVID MANDA A CASA DUE SQUADRE; TAPPA FOLLE, ANARCHIA TOTALE

Con i tamponi molecolari del giorno di riposo, vengono trovati 8 positivi di cui due corridori e quattro meccanici della Mitchleton. Positivo uno degli attesi protagonisti sulle montagne, l’olandese Steven Kruijswisjk e il cacciatore di tappe Matthews. La Jumbo non si presenta al foglio firma, mentre la Sunweb parte regolarmente. Sagan conquista la tappa da campione dopo un attacco portato via di forza, nonostante il tentativo di Démare di impedire il formarsi della fuga con lo slovacco che si avvicina al francese nella classifica a punti.

Purtroppo oggi non è possibile parlare solo della interessantissima tappa andata in scena, perché il giorno di riposo è stato, come di consueto, giorno di tamponi e stavolta i tamponi hanno provocato un terremoto che non ha nulla da invidiare ai terremoti provocati da un tappone di montagna o da una tappa a cronometro.
La positività di quattro membri dello staff ha portato al ritiro della squadra della Mithcleton che già aveva perso il proprio capitano Simon Yates, il quale non era però affatto brillante forse proprio a causa del virus SarsCov 2 in incubazione.
Positivo anche l’olandese Steven Kruijswick, atteso protagonista per la classifica generale anche se, pure lui, nella tappa con arrivo all’Aremogna non era apparso brillante ed aveva perso diversi secondi nel finale. Anche in questo caso, la squadra ha deciso per il ritiro, non presentandosi alla partenza. In questo caso però, la squadra non ha rispettato il protocollo UCI che prevedeva il ritiro della squadra con almeno due positività.
Protocollo che invece ha deciso di rispettare la Sunweb che, con il solo Matthews positivo, ha deciso di prendere il via.
Ora i controlli dovrebbero essere rafforzati in quelle squadre con i test rapidi mentre, nel secondo giorno di riposo, verranno ripetuti i tamponi molecolari.
In questi giorni, tra le neve che sta cominciando a cadere copiosa sulle alpi e il covid che comincia a serpeggiare, nonostante la bolla, il povero Vegni si ritrova con diverse gatte da pelare.
Tutti gli appassionati sperano che si possa arrivare a Milano senza altre defezioni e dopo aver percorso integralmente il tracciato previsto.
Nonostante le defezioni di atleti importanti, la tappa è stata molto interessante sin dalle prime battute. Dopo una iniziale girandola di scatti e controscatti, si forma in testa una coppia di lusso formata da Sagan e Ganna. In questa fase, la tappa doveva affrontare il GPM di Chieti che prevedeva la salita da Via del Tricalle (chiamata dal locali la salita del gas). Il sottoscritto può garantire per esperienza personale che le pendenze sono di quelle che fanno davvero male ben oltre il 20% nonostante la brevità del tratto duro.
I due non riescono a guadagnare moltissimo perché il gruppo dietro viaggia ad elevata velocità. Poco dopo, sulla coppia di testa, si porta un drappello di contrattaccanti con Jhonatan Restrepo (Androni Giocattoli-Sidermec), Simon Clarke (EF), Ignatas Konovalovas (Groupama-FDJ), Davide Villella e Dario Cataldo (Movistar), Ben Swift e Filippo Ganna (Ineos-Grenadiers), Stéphane Rossetto (COF) e Nicolas Edet (COF).
In gruppo Démare mette la squadra davanti a tirare a tutta per chiudere sulla fuga, in particolare per via della presenza di Sagan che è l’unico che potrebbe insidiare la sua maglia ciclamino.
Il ritmo porta al riassorbimento di un gruppetto di ulteriori contrattaccanti con Jaakko Hänninen (Ag2r La Mondiale), Simon Pellaud (Androni Giocattoli-Sidermec), Kamil Malecki (CCC), Thomas De Gendt (Lotto Soudal) e Giovanni Visconti (Vini Zabù KTM) che si era formato alle spalle della testa della corsa.
Dopo una prima fase di inseguimento, nella quale il vantaggio era rimasto stabilmente oltre i 30 secondi, il gruppo riesce a recuperare un po’ portandosi a 20 secondi dalla testa. Giulio Ciccone, che faceva parte della fuga, poco convinto della possibilità della fuga di andar via, si rialza mentre Edet e Rossetto sembrano non aver le gambe per reggere il ritmo indiavolato dei battistrada che cercano disperatamente di prendere il largo e non vogliono rassegnarsi al ritorno del gruppo.
La testardaggine dei fuggitivi ha la meglio perché, nonostante il gruppo viaggi a 60 km orari con Démare che si mette anche a tirare in prima persona, il distacco non viene significativamente eroso perché davanti c’è un passistone come Ganna ed altri ottimi corridori che si danno cambi regolari. Il ritmo elevato dei fuggitivi causa addirittura il distacco in pianura di alcuni componenti del drappello meno brillanti.
In gruppo nessuna squadra offre collaborazione al ritmo folle imposto dalla Groupama ed alla fine la squadra della maglia ciclamino è costretta a tirare in remi in barca e lasciare che la fuga prenda un vantaggio che arriva quasi a 5 minuti con un perfetto accordo tra i componenti.
La UAE Emirates di Ulissi, che potrebbe ambire ad un traguardo come quello odierno, si mette in testa per controllare il vantaggio ed eroderlo un po’, cosa che in effetti avviene perché ai piedi del muro di Colonnella il vantaggio è dimezzato. Sullo strappo prova ad avvantaggiarsi Cataldo, ma Sagan si riporta sulle ruote del corridore di casa trascinandosi dietro parte del gruppo di testa che però comincia a sfilacciarsi, con Ganna che perde terreno. Sul muro di Controguerra, non succede granchè anche perché le pendenze sono elevatissime e scattare diventa molto difficile, inoltre la distanza dal traguardo non consiglia di tentare una azione solitaria. In gruppo però Pozzovivo mette davanti la squadra ed il ritmo sale notevolmente.
Nella discesa però Ganna riesce a rientrare sulla testa, in modo egregio, mentre dietro è proprio Pozzovivo che, a causa di un incidente meccanico, è costretto a fermarsi e ad iniziare un disperato inseguimento per riprendere le ruote del gruppo maglia rosa che, sui due muri affrontati sino a quel punto, si era ridotto davvero parecchio. Il lucano riesce a riportarsi sul gruppo dei migliori dimostrando l’ottima condizione che lo assiste.
Nelle fasi successive, davanti si forma una coppia con Sagan e Swift che staccano tutti gli altri mentre dal gruppo evade Pello Bilbao che decide di attaccare la maglia rosa.
Sull’ultimo strappo verso Tortoreto alta, Bilbao supera Swift che patisce l’accelerazione di Peter Sagan che se ne va da solo quando il vantaggio su Pello Bilbao è di soli 10 secondi e di circa 20 sul gruppo maglia rosa. E’ proprio il leader della classifica generale che accelera sulle dure rampe al 18% per difendersi dall’attacco di Pello Bilbao che non riesce a riportarsi sullo slovacco al comando. Anche Pozzovivo prova ad allungare.
Nella discesa Pello Bilbao viene ripreso, mentre Sagan tira dritto a tutta. In gruppo fora Fuglsang in un punto in cui non c’è l’assistenza delle ammiraglie. Il danese si fa dare la bicicletta da Felline ma il ritardo è grave ed il capitano dell’Astana non riuscirà a rientrare.
Sul traguardo si presenta Sagan in perfetta solitudine mentre, dietro, Brandon McNulty (UAE Team Emirates) precede di pochi secondi il gruppo maglia rosa regolato allo sprint proprio dal capoclassifica che va a prendersi l’abbuono per il terzo posto.
Fuglsang, ritrovatosi in un gruppetto con tutti gregari dei suoi avversari, è costretto a prendere completamente sulle sue spalle l’inseguimento ed alla fine il passivo sul traguardo rispetto ai big sarà superiore al minuto.
Sagan ne ha fatta una delle sue: è partito nelle prime fasi di gara quando mancavano ben più di 100 Km al traguardo. Nonostante l’inseguimento forsennato del gruppo durato moltissimi chilometri, non ha ceduto ed è riuscito, grazie anche alla collaborazione degli altri fuggitivi, a resistere all’attacco della Groupama. Sull’attacco di Cataldo, è stato prontissimo e replicare ed infine è stato implacabile sul muro finale. Non ha avuto scampo Swift, ma neppure Pello Bilbao, che pareva in forte rimonta, è riuscito ad agganciarlo nel finale. La discesa lo ha aiutato a consolidare il vantaggio ma poi anche in pianura il campione slovacco ha retto bene, riuscendo a tornare alla vittoria dopo un lungo digiuno.
Ottimo anche Ganna che, nella prima fase, ha contribuito al buon esito della fuga grazie alle proprie doti di passista e che, a questo punto, se ancora in condizione potrà lottare per la vittoria nella tappa a cronometro del prosecco.
Almeida è apparso reattivo quando ha visto in pericolo il simbolo del primato. Non sarà un gioco da ragazzi strappargli le insegne rosa, specialmente se la terza settimana dovesse subire pesanti modifiche a causa del meteo. La situazione sembrerebbe in miglioramento tuttavia, anche se si dovesse riuscire a sgombrare la strada dalla neve caduta nei giorni scorsi, non bisogna sottovalutare le temperature che, se fossero particolarmente rigide alle quote del Passo dello Stelvio, Cima Coppi, e del Colle dell’Agnello, potrebbero far scattare il protocollo Uci sulle condizioni meteo estreme che prevede il blocco delle corse in caso di temperature sotto lo zero.
Domenico Pozzovivo sembra il più in condizione ed essendo ottimamente piazzato in generale diventa un candidato alla vittoria finale. Va però considerato che, in passato, lo scalatore lucano ha sempre accusato dei passaggi a vuoto nelle corse di tre settimane.
Nibali si è mantenuto tranquillo e, vista la mancanza di esplosività, sta sicuramente tramando qualche azione per le tappe con le salite vere.
Domani dovrebbero tornare in scena i velocisti, mentre dopodomani l’attesissima tappa di Cesenatico che ricalcherà il percorso della nove colli e renderà omaggio al Pirata.
In una corsa come quella che stiamo vivendo, nella quale non ci sono squadre a farla da padrone come abbiamo invece visto al Tour, c’è da aspettarsi di tutto.

Benedetto Ciccarone

Il ritorno alla vittoria di Peter Sagan: non alzava le braccia al cielo dal 10 luglio dellanno scorso, quando si era imposto nella tappa di Colmar del Tour de France (foto Bettini)

Il ritorno alla vittoria di Peter Sagan: non alzava le braccia al cielo dal 10 luglio dell'anno scorso, quando si era imposto nella tappa di Colmar del Tour de France (foto Bettini)

LA SAGA(N) DI PETER – CAPITOLO LIX: TOUR DE FRANCE 2019

gennaio 10, 2024 by Redazione  
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Sarebbero state otto, probabilmente, le maglie verdi vestite a Parigi da Peter Sagan se non fosse stato espulso dal Tour de France nel 2017. Nel 2019 riesce, però, a conquistarla per la settima volta in carriera e questo è comunque un record, fino all’anno precedente condiviso con il tedesco Erik Zabel, che l’aveva fatta sua per sei volte. Sagan la porta a casa, come al solito, andando ogni giorni a caccia di punti ai traguardi volanti e agli arrivi di tappa, anche se di piazzamenti sui gradini del podio ne accumula solo tre, il secondo posto nella frazione d’apertura di Bruxelles, il terzo nella settima tappa e la vittoria in quella di Colmar: questa sarà l’ultima delle dodici tappe del Tour a portare la firma dell’asso slovacco

5a TAPPA: SAINT-DIÉ-DES-VOSGES – COLMAR

COLMAR, IN CASO DI PETER. SAGAN TRIONFA IN ALSAZIA, ALAPHILIPPE RESTA IN GIALLO

I velocisti puri perdono le ruote del gruppo sul penultimo GPM di giornata e Peter Sagan (Bora Hansgrohe) non si fa pregare andando a vincere in una volata ristretta sul traguardo di Colmar. Buon terzo Matteo Trentin (Mitchelton Scott). Julian Alaphilippe (Deceuninck Quick Step) mantiene la maglia gialla e domani sulla Planche des Belles Filles assisteremo alle prime schermaglie tra i big di classifica.

Non saranno certo quattro GPM, di cui due di seconda e due di terza categoria, a sconvolgere la classifica generale nella quinta tappa del Tour de France 2019, lunga poco oltre i 175 km con le prime concrete difficoltà altimetriche in Alsazia, che avranno il clou domani nella sesta tappa con arrivo alla Planche des Belle Filles. Oggi a Colmar è atteso comunque un gruppo ristretto a giocarsi la vittoria di tappa ed anche la fuga potrebbe avere delle possibilità non indifferenti. Un fuga di gente lontana in classifica, però, visto che siamo certi che Julian Alaphilippe (Deceuninck Quick Step) vorrà mantenere la maglia gialla anche oggi. Dopo la partenza da Saint-Dié-des-Vosges erano molti i tentativi di fuga. In particolare si segnalava molto attiva la Lotto Soudal con Thomas De Gendt e Tim Wellens. Intorno al km 20 riuscivano ad evadere in quattro: lo stesso Wellens, Simon Clarke (EF Education First), Mads Würtz Schmidt (Katusha) e Toms Skujiņš (Trek Segafredo). Si formava così la fuga di giornata ma alle sue spalle il gruppo non stava per troppo tempo con le mani in mano. Erano in particolare Sunweb e Bora-Hansgrohe a piazzare degli uomini in testa al gruppo, il quale manteneva a distanza di sicurezza i quattro in testa. Sulla Côte de Grendelbruch, primo GPM in programma posto al km 44, era Wellens a scollinare in prima posizione ed a rafforzare così il primato nella classifica della maglia a pois. Sul successivo traguardo volante di Heiligenstein, posto al km 71, era Clarke a transitare per primo. A 100 km dall’arrivo il vantaggio della fuga sul gruppo era di 1 minuto e 50 secondi. Sul successivo GPM di Haut-Koenigsbourg Era Wellens a passare in prima posizione. A meno di 50 km dall’arrivo la fuga aveva 1 minuto e mezzo di vantaggio sul gruppo, sempre tirato da Sunweb e Bora-Hansgrohe, con Alaphilippe in maglia gialla attentissimo nelle primissime posizioni. Intanto un problema meccanico ritardava Daniel Martin (UAE Team Emirates). Sulla Côte des Trois-Épis, penultimo GPM in programma, il gruppo aumentava l’andatura e diminuiva pian piano la sua composizione. Tra i primi a staccarsi Thomas De Gendt e i velocisti puri come Dylan Groenewegen (Visma Jumbo), Caleb Ewan (Lotto Soudal), Alexander Kristoff (UAE Team Emirates), Giacomo Nizzolo (Dimension Data) ed Elia Viviani (Deceuninck Quick Step). In testa alla corsa Würtz Schmidt perdeva contatto dai suoi compagni. Skujiņš accelerava a 2 km dallo scollinamento e transitava tutto solo al GPM con 1 minuto di vantaggio sul gruppo maglia gialla. Skujiņš iniziava la successival Côte des Cinq Châteaux con una ventina di secondi di vantaggio sul gruppo, ormai sempre più vicino. Si segnalava inaspettatamente il cedimento di Ilnur Zakarin (Katusha Alpecin), mentre il fuggitivo lettone veniva ripreso a 2 km dal GPM, sul quale Xandro Meurisse (Wanty Gobert) transitava in prima posizione. A 8 km dall’arrivo, dopo un’inconveniente meccanico, riusciva a rientrare in gruppo Edvald Boasson Hagen (Dimension Data) proprio quando Rui Costa (UAE Team Emirates) provava l’allungo. Il portoghese veniva ripreso ai meno 2. Maximilian Schachmann (Bora Hansgrohe) guidava alla perfezione Peter Sagan che si imponeva nettamente sul traguardo di Colmar. In seconda posizione si classificava Wout Van Aert (Jumbo Visma), mentre terzo era Matteo Trentin (Mitchelton Scott). Lo slovacco ottiene così la prima vittoria al Tour 2019 ed è sempre più maglia verde. In classifica generale Alaphilippe resta in giallo con 14 secondi di vantaggio su Wout Van Aert e 25 secondi di vantaggio su Steven Kruijswijk (Jumbo-Visma). Come accennato all’inizio, domani è in programma la sesta tappa da Mulhouse a La Planche des Belles Filles: sono ben sette i GPM – compreso quello all’arrivo – che i ciclisti dovranno affrontare e che rendono questa tappa un interessante banco di prova per i big di classifica.

Giuseppe Scarfone

Sagan torna a mettere le ruote della sua bicicletta davanti a quelle degli altri avversari sulle strade del Tour de France (foto Bettini)

Sagan torna a mettere le ruote della sua bicicletta davanti a quelle degli altri avversari sulle strade del Tour de France (foto Bettini)

LA SAGA(N) DI PETER – CAPITOLO LVIII: TOUR DE SUISSE 2019

gennaio 9, 2024 by Redazione  
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Non sembra più il Sagan di qualche tempo prima ma la doppietta tra Giro di California e Tour de Suisse riesce ancora a confezionarla. Così dopo aver ottenuta la vittoria nella tappa d’aperturta della corsa americana si ripete nella terza frazione del Giro di Svizzera, nella quale anticipa in volata l’italiano Elia Viviani

3a TAPPA: FLAMATT – MORAT

SAGAN SFRECCIA A MURTEN. TAPPA E MAGLIA PER LO SLOVACCO

Peter Sagan (Bora Hansgrohe) vince in volata la terza tappa del Giro di Svizzera 2019 battendo sul traguardo di Murten Elia Viviani (Deceuninck Quick Step) e John Degenkolb Team Trek Segafredo). Il campione slovacco è la nuova maglia gialla e vedremo se riuscirà a difenderla domani in una tappa dal finale altimetricamente complicato.

La terza tappa del Giro di Svizzera 2019 unisce le località di Flamatt e Murten per un totale di 162.3 km. Due facili GPM di terza categoria non dovrebbero impedire ai velocisti di giocarsi la vittoria in volata, considerando anche gli ultimi 30 km completamente piani, con l’eccezione del breve rettilineo d’arrivo disegnato in salita. La fuga si formava subito dopo la partenza ed era composta da Bert Jan Lindeman (Jumbo Visma), Willem Jakobus Smit (Katusha), Ryan Anderson (Rally Cycling) e Simon Pellaud (nazionale elvetica). Dopo 25 km il quartetto aveva oltre 3 minuti e mezzo di vantaggio sul gruppo. Sul GPM della Bergstrasse, posto al km 27.8, era Pellaud a transitare in prima posizione. Il gruppo a poco a poco accorciava le distanze ed a 80 km dal termine il vantaggio della fuga era sceso a 2 minuti e 40 secondi. In testa a imporre il ritmo erano gli uomini della Deceuninck della maglia gialla Kasper Asgreen e, soprattutto, di Elia Viviani, oggi atteso ad una volata convincente dopo un Giro d’Italia deludente. A 60 km dall’arrivo i fuggitivi avevavo un vantaggio di 3 minuti e 10 secondi sul gruppo, che aveva rallentato leggermente in zona rifornimento. Pellaud si aggiudicava il successivo GPM del Chemin de Lorette, posto a Friburgo dopo circa 110 Km dal via. Lasciatosi alle spalle le difficoltà altimetriche di giornata, il gruppo si dirigeva verso la pianura che caratterizzava il tratto conclusivo della frazione, fase nella quale si segnalavano i passaggi ai due traguardi volanti. A Schiffenen, dopo 120 Km, transitava in prima posizione Smit mentre al successivo traguardo volante di Vallamand, posto al km 146.9, era Lindemann a cogliere il successo. Il gruppo riprendeva i fuggitivi a poco più di 10 km dall’arrivo. Nella scontata volata, con la strada che si impennava leggermente, era Peter Sagan (Bora Hansgrohe) ad imporsi su Viviani e John Degenkolb (Trek Segafredo). Il campione slovacco, dopo ave vinto la terza tappa del Tour Down Under e la prima del Tour of California, torna così alla vittoria anche nel vecchio continente e ci auguriamo di vederlo finalmente competitivo dopo una primavera difficile, durante la quale è apparso spento e involuto. Grazie ai 10 secondi d’abbuono ottenuti Sagan è anche la nuova maglia gialla con 10 secondi di vantaggio su Kasper Asgreen (Deceuninck Quick Step) ed 11 su Rohan Dennis (Bahrain Merida). Domani è in programma la quarta tappa da Murten ad Arlesheim. Dopo una prima metà di percorso senza rilevanti difficoltà altimetriche, il tracciato di gara si farà un po’ più complicate negli ultimi 70 km. I ciclisti dovranno affrontare due GPM – uno di seconda ed uno di terza categoria – ma la strada è un continuo susseguirsi di salite e discese, per cui questa volta ci sentiamo di escludere l’arrivo in volata di un gruppo compatto. Più probabile uno sprint ristretto o, perchè no, il concretizzarsi della prima fuga vincente al Giro di Svizzera 2019. In ogni caso, Sagan ha la concreta possibilità di difendere la maglia gialla appena conquistata.

Giuseppe Scarfone

Alla terza tappa del Tour de Suisse Peter Sagan ottiene la sua prima vittoria della stagione in Europa, dopo le affermazioni finora conseguite in Australia al Tour Down Under e in America al Giro della California (foto Bettini)

Alla terza tappa del Tour de Suisse Peter Sagan ottiene la sua prima vittoria della stagione in Europa, dopo le affermazioni finora conseguite in Australia al Tour Down Under e in America al Giro della California (foto Bettini)

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