PHILIPSEN VINCE IN VOLATA A FOLLONICA. AYUSO RESTA IN MAGLIA AZZURRA
Nella scontata volata della seconda tappa, Jasper Philipsen (Team Alpecin Deceuninck) vince in volata a Follonica davanti a Tim Merlier (Team Soudal Quick Step) ed Axel Zingle (Team Cofidis). Juan Ayuso resta in maglia azzurra
La seconda tappa della Tirreno Adriatico parte da Camaiore e punta verso sud, raggiungendo Follonica dopo 198 km. Juan Ayuso (UAE Team Emirates) difende la maglia azzurra conquistata nella cronometro inaugurale di Lido di Camaiore e dovrebbe tenerla agevolmente alla fine della tappa visto che saranno i velocisti a giocarsi la vittoria. Dopo la partenza da Camaiore si formava la fuga di giornata grazie all’azione di quattro ciclisti: Davide Bais (Team Polti Kometa), Filippo Magli (Team VF Group – Bardiani CSF – Faizané), Lorenzo Quartucci e Jan Stöckli (Team Corratec – Vini Fantini). La fuga raggiungeva un vantaggio di quasi 4 minuti e mezzo dopo una quindicina di km. Le squadre dei velocisti, in particolare Soudal Quick Step ed Alpecin Deceuninck, iniziavano ad accelerare e ad accorciare nei confronti della fuga; in vista del gpm di Castellina Marittima il vantaggio della fuga era stato dimezzato. Bais transitava in prima posizione sul predetto traguardo volante posto al km 95.4. Era invece Stöckli a conquistare il successivo traguardo volante di Canneto posto al km 135.2. Lo svizzero accelerava e restava da solo in testa alla corsa, mentre i tre ex compagni di fuga venivano ripresi dal gruppo maglia azzurra a circa 50 km dalla conclusione. Stöckli veniva ripreso infine a 36 km dalla conclusione. Gli ultimi 20 km erano quelli più emozionanti, visto che la velocità elevata ed anche la distrazione di alcuni ciclisti provocavano alcune cadute. Tra i ciclisti coinvolti si segnalavano Alexander Kamp (Tudor Pro Cycling Team), Michael Vink (UAE Team Emirates), Simone Velasco (Team Astana Qazaqstan), Robert Gesing (Team Jumbo Visma Lease a Bike) e Chris Froome (Team Israel Premier Tech). Inoltre impossibilitato a fare la volata era Mark Cavendish (Team Astana Qazaqstan), fermato da una foratura a circa 10 km dalla conclusione. Nella volata Jasper Philipsen (Team Alpecin Deceuninck) si imponeva con autorità davanti a Tim Merlier (Team Soudal Quick Step) ed Axel Zingle (Team Cofodis). Chiudevano la top five Amaury Capiot (Team Arkea B&B Hotels) in quarta posizione e Casper van Uden (Team DSM-Firmenich PostNL) in quinta posizione. Nella top ten si segnalavano il settimo posto di Giovanni Lonardi (Team Polti Cometa) ed il nono posto di Jonathan Milan (Team Lidl Trek). Per Philipsen è la prima vittoria stagionale mentre Ayuso conserva la maglia azzurra con 1 secondo di vantaggio su Filippo Ganna (Team INEOS Grenadiers) e 12 secondi di vantaggio su Milan. Domani è in programma la terza tappa da Volterra a Gualdo Tadino di 225 km. Si lascia la Toscana e si arriva in Umbria attraversando i primi rilievi appenninici, anche se l’unico gpm è quello di Casacastalda, 7 km al 3% di pendenza media, posto al km 208. Dopo una breve discesa, gli ultimi 10 km sono in progressiva ascesa, per cui gli uomini di classifica potrebbero animare il finale con buona pace dei velocisti, anche se i più resistenti potrebbero tenere fino all’arrivo e giocarsi la vittoria.
Antonio Scarfone
AUXERRE BAGNATA UAE FORTUNATA, MCNULTY NUOVA MAGLIA GIALLA
Nella cronosquadre di Auxerre, la pioggia caduta con una certa insistenza sul finire della prova, condiziona le ultime squadre partite, tra le quali Jumbo Visma Lease a Bike, Soudal Quick Step e BORA Hansgrohe. Ad approfittarne è l’UAE Team Emirates, che vince e porta quattro suoi ciclisti in testa alla classifica generale, comandata per il momento da Brandon McNulty
La cronometro a squadre della terza tappa della Parigi – Nizza 2024 ci schiarirà le idee sulle vere forze in campo nelle corsa verso il sole. I 27 km da Auxerre ad Auxerre sono una distanza che può riverberarsi in maniera già decisiva sulla classifica generale e scavare solchi tra i big di classifica. Le squadre più attrezzate per lo sforzo contro il tempo sembrano essere UAE Tour Emirates e Team Soudal Quick Step. La prima conta nelle sue fila cronomen di spessore come Brandon McNulty, Jay Vine e Joao Almeida mentre Remco Evenepoel, campione del mondo della specialità, è chiamato a una prestazione di altissimo profilo che può già dargli uno slancio enorme verso la maglia gialla, che attualmente è indossata da Laurence Pithie (Team Groupama FDJ), quasi certamente oggi per l’ultima volta. Da considerare anche il regolamento di questa cronosquadre che sarà presa tempo per tempo e non sul quarto o quinto arrivato. A questo punto la prestazione individuale sarà molto più importante di quella corale. Partita tra le favorite, l’UAE Team Emirates conduceva una cronosquadre regolare favorita soprattutto dall’assenza di pioggia e dall’asfalto asciutto. Pur terza al primo intertempo, a 17 secondi di ritardo dalla Soudal Quick Step, la squadra emiratina faceva segnare la migliore prestazione nella seconda parte del percorso chiudendo con il tempo di 31 minuti e 23 secondi. Seconda era il Team Jayco AlUla a 15 secondi di ritardo mentre sul gradino più basso del podio a 20 secondi di ritardo si insediava il Team EF Education EasyPost, tutte squadre che evitavano la pioggia caduta verso fine tappa e che condizionavano la prestazione di altre squadre, prima fra tutte quella della Soudal Quick Step che pur facendo segnare il miglior intertempo doveva ‘arrendersi’, per così dire, a Giove Pluvio terminando in quarta posizione a 22 secondi di ritardo. Chiudeva la top five il Team INEOS Grenadiers, anch’esso a 22 secondi di ritardo dall’UAE Team Emirates. Facevano ancora peggio il Team Jumbo Visma Lease a Bike che chiudeva in sesta posizione e la Bora Hansgrohe di Roglic, addirittura undicesima. L’UAE Team Balza in forze al comando in classifica generale, avendo ben quattro ciclisti appaiati allo stesso tempo. Per una questione di piazzamenti Brandon McNulty è la nuova maglia gialla davanti a Finn Fisher-Black, Joao Almeida e Jai Vine. Nella quarta tappa di domani da Chalon-sur-Saône a Mont Brouilly, lunga 183 km, la classifica generale subirà altri scossoni visto che sono presenti sette gpm, l’ultimo dei quali che coincide col traguardo, dove i ciclisti attardati nella cronometro di oggi vorranno sicuramente rifarsi.
Antonio Scarfone
DE KLEIJN, VOLATA VINCENTE A MONTARGIS. PITHIE E’ LA NUOVA MAGLIA GIALLA
Arvid De Kleijn (Team Turor Pro Cycling) a Montargis al termine di una soporifera seconda tappa. L’olandese ha la mego su Laurence Pithie (Team Groupama FDJ) ed a Dylan Groenewegen (Team Jayco AlUla). Pithie è la nuova maglia gialla.
Se il finale della prima tappa della Parigi Nizza ha privato l’arrivo di una volata a ranghi compatti la causa è da ricercare principalmente nell’esuberanza di Remco Evenepoel (Team Soudal Quick Step), più volte all’attacco nei km conclusivi, che con le sue accelerazioni ha spezzato il gruppo diverse volte. Inoltre le curve, gli spartitraffico ed i continui rilanci dell’azione hanno fatto sì che arrivasse a giocarsi la vittoria a Les Mureaux una sessantina di ciclisti con Olav Kooij (Team Visma Lease a Bike) che batteva Mads Pedersen (Team Lidl Trek). Nella seconda tappa di oggi le cose dovrebbero cambiare perchè le difficoltà altimetriche sono presenti soltanto nella prima parte della tappa. Si parte da Thoiry e si arriva a Montargis dopo 177.6 km. Dopo la partenza attaccavano immediatamente Jonas Rutsch (Team EF Education Easy Post) e Mathieu Burgaudeau (Team TotalEnergies). Rutsch transitava in prima posizione sul gpm della Côte de Mesnuls posto al km 12.6. Pascal Eenkhoorn (Team Lotto Dstny) attaccava subito dopo e restava in avanscoperta per una ventina di km. Burgaudeau transitava per primo sul successivo gpm della Côte de Villeconin posto al km 66.5. Il gruppo restava compatto nei successivi km e Marco Haller (Team BORA Hansgrohe) vinceva il traguardo volante di Puiseaux posto al km 131.9. La tappa non aveva altro da dire fino agli ultimi 3 km quando la Tudor Pro Cycling aumentava l’andatura in preparazione della volata. Era proprio Arvid De Kleijn (Team Tudor Pro Cycling) a vincere davanti a Laurence Pithie (Team Groupama FDJ) ed a Dylan Groenewegen (Team Jayco AlUla). Chiudevano la top five Danny van Poppel (Team BORA Hansgrohe) in quarta posizione e Gerben Thijssen (Team Intermarchè Wanty) in quinta posizione. Nella top ten si segnalava il decimo posto di Matteo Sobrero (Team Bora Hansgrohe). Per De Kleijn è la prima vittoria stagionale dopo ben quattro secondi posti raccolti tra AlUla Tour ed UAE Tour. In classifica generale Laurence Pithie balza in testa ed indossa la maglia gialla di leader, davanti a Mars Pedersen (Team Lidl Trek) ed Olav Kooij (Team Visma Lease a Bike), tutti appaiati con lo stesso tempo ma Pithie che prevale avendo totalizzato finora i migliori piazzamenti. Domani è in programma la prima tappa spartiacque della Parigi Nizza 2024. La cronometro a squadre di Auxerre di 26.9 km delineerà meglio la classifica generale ed inizieremo a capire il valore delle forze in campo, con un occhio particolare ad Evenepoel e Roglic.
Antonio Scarfone
CHE AYUSO A LIDO DI CAMAIORE! TAPPA E MAGLIA PER LO SPAGNOLO
Juan Ayuso (UAE Team Emirates) vince la cronometro individuale che inaugura la Tirreno – Adriatico 2024. Secondo Filippo Ganna (Team INEOS Grenadiers) e terzo Jonathan Milan (Team Lidl Trek) mentre delude Jonas Vingegaard (Team Jumbo Visma Lease a Bike), soltanto nono
La Tirreno Adriatico 2024 si apre con una cronometro individuale da Lido di Camaiore a Lido di Camaiore di 10 km. Una distanza, su un percorso totalmente pianeggiante, che già ci potrà dire qualcosa in ottica classifica generale. Ebbene, Juan Ayuso (UAE Team Emirates) fa il colpaccio con una prestazione davvero maiuscola facendo segnare il tempo di 11 minuti e 24 secondi. Delusione per Filippo Ganna (Team INEOS Grenadiers), che pur partendo con i favori del pronostico, fa peggio di un solo secondo rispetto al giovane ciclista spagnolo. Terzo è Jonathan Milan (Team Lidl Trek) a 12 secondi di ritardo, mentre chiudono la top five Ethan Vernon (Team Israel Premier Tech) in quarta posizione a 13 secondi e Josef Cerny (Team Soudal Quick Step) in quinta posizione, rispettivamente a 13 ed a 14 secondi di ritardo da Ayuso. La prova dello spagnolo acquista ancora più valore se si pensa che Jonas Vingegaard (Team Jumbo Visma Lease a Bike) è solamente nono a 22 secondi di ritardo. Onestamente ci si attendeva qualcosa di più dal vincitore degli ultimi due Tour de France, anche perchè il modo con cui aveva vinto O Gran Camiño a fine Febbraio aveva lasciato tutti a bocca aperta – Vingegaard aveva vinto tre tappe su quattro. Per quanto riguarda i ciclisti italiani, oltre alle buone prove di Ganna e di Milan, si segnala il settimo posto di Antonio Tiberi (Team Bahrain Victorious) che chiude con il tempo di 11 minuti e 41 secondi, a 17 secondi di ritardo da Ayuso. Il 22enne di Frosinone potrebbe ben figurare in questa Tirreno Adriatico e perchè no puntare anche alla top five. Ayuso naturalmente è la prima maglia blu con 1 secondo di vantaggio su Ganna e 12 secondi di vantaggio su Milan. Domani è in programma la seconda tappa da Camaiore a Follonica di 198 km. A metà percorso i ciclisti troveranno l’unico gpm di Castellina Marittima, lungo 11.8 km al 3% di pendenza media. L’ultima vera insidia altimetrica sarà al traguardo volante di Canneto, una salitella di 4 km al 4% di pendenza media posto al km 136.5. Gli ultimi 60 km sono completamente pianeggianti per cui assisteremo a meno di sorprese ad una volata a ranghi compatti. Questa potrebbe anche essere l’unica occasione per i velocisti in gruppo prima della tappa finale di San Benedetto del Tronto.
Antonio Scarfone
OLAV KOOIJ, VOLATA VINCENTE A LES MUREAUX. TAPPA E MAGLIA PER L’OLANDESE DELLA VISMA
Nella prima tappa della Parigi – Nizza 2024, un finale con molte insidie, tra côtes, rotonde, spartitraffico, curve, riduce il gruppo che perde diversi velocisti. Tra i reduci, la volata premia Olav Kooij (Team Visma Lease a Bike) che ha la meglio per mezza ruota di Mads Pedersen (Team Lidl Trek). L’olandese è la prima maglia gialla della corsa verso il sole
La Parigi – Nizza 2024 si apre con una tappa piuttosto movimentata da Les Mureaux a Les Mureaux di 157.7 km. Quattro gpm di terza categoria attendono i ciclisti che potrebbero già accendere la corsa, soprattutto nel finale in cui è presente poca pianura. L’arrivo in volata è comunque possibile, ma i velocisti se la dovranno guadagnare anche perchè oltre a diversi saliscendi, il finale di tappa è caratterizzato da diverse curve e restringimenti di carreggiata. La fuga di giornata, la prima dell’edizione 2024, era formata da tre uomini che riuscivano ad evadere dal gruppo principale dopo poche centinaia di metri dalla aprtenza. I tre ciclisti a promuovere l’azione erano Mathieu Burgaudeau (Team TotalEnergies), Stefan Bissegger e Jonas Rutsh (Team EF Education EasyPost). Burgaudeau transitava per primo sul primo gpm della Côte de Bazemont posto km 10.6. Dopo 40 km il vantaggio della fuga sul gruppo era salito a 3 minuti. Rutsch scollinava in prima posizione sul secondo gpm della Côte d’Herbeville posto al km 90.8. Il ciclista tedesco si ripeteva sulla Côte de Bazemont km 119.9 dopodichè la fuga veniva ripresa dal gruppo prima del traguardo volante di Montainville, sul quale transitava in prima posizione Matteo Jorgenson (Team Visma Lease a Bike), anche se si segnalava la seconda posizione di Remco Evenepoel (Team Soudal Quick Step), già pronto a mettere in carniere quanti più secondi d’abbuono possibili in vista delle montagne di fine settimana. Il fuoriclasse belga accelerava insieme a Jorgenson ed Egan Bernal (Team INEOS Grenadiers) ma il terzetto veniva ripreso dal gruppo. Evenepoel non si dava per vinto e attaccava nuovamente a 13 km dalla conclusione, in vista del quarto ed ultimo gpm della Côte d’Herbeville. Questa volta reagivano in prima persona Primoz Roglic (Team BORA Hansgrohe) e Brandon McNulty (UAE Team Emirates). Evenepoel transitava per primo sul gpm predetto posto al km 145.3. Attacchi e contrattacchi negli ultimi 10 km allungavano il gruppo e facevano perdere contatto ad alcuni velocisti, tra cui Arnaud De Lie (Team Lotto Dstny) ed Arnaud Demare (Team Arkea B&B Hotels). A 9 km dalla conclusione ci provava Anthony Turgis (Team TotalEnergies). Era il Team Cofidis a organizzare l’inseguimento nei confronti del ciclista francese. Si facevano vivi in testa al gruppo anche gli uomini del Team Decathlon AG2R La Mondiale. Turgis veniva ripreso ai meno 2 dalla conclusione. Il gruppo, forte di una sessantina di unità, si preparava alla volata, caratterizzata da un km finale impegnativo con alcuni tratti che arrivavano al 5%. Era la Lidl Trek a preparare la volata per Mads Pedersen, favoritissimo della vigilia, ma nella volata testa a testa con Olav Kooij (Team Visma Lease a Bike) era proprio l’olandese a mettere la sua ruota davanti a quella del danese mentre terzo era Laurence Pithie (Team Groupama FDJ). Chiudevano la top five Nils Eekhoff (Team DSM-Firmenich PostNL) in quarta posizione e Madis Mihkels (Team Intermarchè Wanty) in quinta posizione. Matteo Trentin (Tudor Pro Cycling Team) era ottavo e primo degli italiani. Kooij ottiene la terza vittoria stagionale dopo aver già vinto la Clasica de Almeria e la quinta tappa dell’UAE Tour. L’olandese è anche la prima maglia gialla della Parigi Nizza 2024 con 4 secondi di vantaggio su Pedersen e su Jorgenson. Domani è in programma la seconda tappa da Thiory a Montargis di 177.7 km. Questa volta le insidie altimetriche sono comprese nei primi 65 km, in cui i ciclisti dovranno affrontare i due gpm di terza categoria della Cote des Mesnuls e della Cote de Villeconin, dopodichè la strada è completamente pianeggiante fino all’arrivo. A meno di sorprese questa volta vedremo una volata a ranghi compatti.
Antonio Scarfone
ATTACCO A 80 KM DALL’ARRIVO E POGACAR CONCEDE IL BIS
La modifica del percorso, che ha portato il settore di Monte Sante Marie a 80 km dall’arrivo rispetto ai tradizionali 50, non ha modificato i piani tattici del campione sloveno che ha attaccato nel tratto sterrato più difficile, come aveva fatto nel 2022. Una progressione impressionante che ha subito scavato un grosso solco, poi la mancanza di accordo dietro ha consentito a Pogacar di arrivare al traguardo con un vantaggio enorme.
“La classica del nord più a sud d’Europa”, “la sesta monumento”: sono vari gli appellativi con cui viene definita questa classica giovane ma entrata prepotentemente nel cuore degli appassionati per la sua bellezza, il suo fascino antico, la sua durezza e soprattutto per la sua spettacolarità.
Negli ultimi anni abbiamo sempre assistito a grandi imprese, ad azioni partite molto distante dal traguardo ma quello che è andato in scena quest’oggi rasenta l’inverosimile.
Proprio per avvicinare questa corsa alle monumento gli organizzatori hanno aumentato il chilometraggio, portandolo oltre i 200 Km aggiungendo un circuito finale che ha portato gli atleti e percorrere per due volte i duri settori di Colle Pinzuto e delle Tolfe.
Per effetto di questa modifica il durissimo ed interminabile settore di Monte Sante Marie non si trovava più a 50 km dall’arrivo, come nelle passate edizioni, bensì ad 80, una distanza considerata da tutti i commentatori come palesemente eccessiva perché si potesse pensare ad un attacco solitario.
L’ipotesi più probabile era un forcing con i gregari per fare la selezione e ridurre il gruppo, per poi provare l’affondo decisivo più avanti.
Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) ha invece portato l’attacco decisivo nello stesso settore in cui aveva attaccato due anni fa, con la differenza che questa volta la distanza dal traguardo appariva davvero eccessiva. Si veniva di un lungo tratto disputato sotto la pioggia battente, caratterizzato da qualche attacco tenuto sotto controllo e rintuzzato dalla UAE. Proprio nei primi momenti di asciutto, sul settore di Monte Sante Marie, Tim Wellens ha iniziato ad aumentare il ritmo. L’attesa è stata breve e ai -81 Pogacar dalla testa del gruppo ha dato un’accelerata decisa che non ha consentito a nessuno possibilità di replica.
Ha provato ad inseguire Maxim Van Gils (Lotto Dstny), ma lo sloveno oggi era su un altro livello e all’uscita del settore di Monte Sante Marie aveva già un vantaggio di due minuti ed è stato subito chiaro che, nonostante i moltissimi chilometri da percorrere, sarebbe andato al traguardo.
La situazione degli inseguitori è poi rapidamente peggiorata a causa della mancanza totale di accordo in gruppo. Dopo un tratto in cui Thymen Arensman (INEOS Grenadiers) ha provato a tirare per il suo capitano Thomas Pidcock, vincitore uscente, nessuno ha voluto fornire un fattivo aiuto, con la conseguenza che la velocità è calata e, per lunghissimi chilometri, si è andati avanti a scatti con Wellens che faceva un ottimo lavoro di stopper, saltando sulle ruote di tutti coloro che provavano ad allungare.
In una simile situazione il vantaggio del battistrada è continuato a salire, mentre nel gruppo inseguitore ci si organizzava per il podio.
L’unico che ha provaqto ripetutamente a scuotere il gruppo era Ben Healy (EF Education – EasyPost), che ha accelerato ripetutamente senza però mettere sulla strada quel quid pluris per riuscire ad evadere, per nulla aiutato dagli altri componenti del gruppo
Al primo passaggio sulle arcigne pendenze del settore delle Tolfe Van Gils riprova ad uscire dal gruppo, quando il gap è ormai vicino ai 4 minuti. Il tentativo stavolta va a buon fine e il belga rimane per molti chilometri da solo all’inseguimento, riuscendo a tenere il distacco da Pogacar poco al di sopra dei 3 minuti, mentre dal gruppo evade Toms Skujins. Il portacolori della Lidl-Trek si avvicina progressivamente a Van Gils, ma il belga prosegue la sua marcia e il ricongiungimento tra i due avviene poco prima del cartello dei meno venti.
Al secondo passaggio dal settore di Colle Pinzuto Pidcock prova ad attaccare e riesce a distanziare il gruppo, ma per il podio è troppo tardi poichè i distacchi rimangono più o meno uguali.
Nel finale Pogacar decide di assaporare l’impresa e rallenta notevolmente, alzando la bicicletta con le braccia subito dopo aver tagliato il traguardo.
Per le posizioni d’onore la battaglia va in scena sulla strappo di Via Santa Caterina, dove Skujins riesce a staccare Val Gils. Pidcock mantiene la quarta posizione mentre dietro il gruppetto esplode ed i corridori arrivano uno alla volta.
Il tentativo su Monte Sante Marie sembrava da incoscienti, ma Pogacar ha dimostrato di essere su un altro livello, perché è riuscito a dare due minuti a tutti in meno di 10 Km.
Negli 80 km corsi in solitaria non ha avuto nessun problema a gestire la situazione ed è riuscito a portare a termine una delle più lunghe fughe solitarie nella storia delle classiche, seconda solo a quella di Coppi nella Milano Sanremo del 1947, quando il Campionissimo attaccò da solo sul Turchino a quasi 150 Km dalla conclusione.
Van Gils e Skujins hanno il merito di essere stati gli unici a voler provare ad attaccare con decisione, nonostante la situazione per la vittoria fosse compromessa e anche loro hanno comunque allungato ad una certa distanza dall’arrivo, vedendo i loro sforzi ed il loro coraggio premiati con il podio.
La sensazione è che in gruppo mancassero le energie, mentre le squadre più strutturate, la Ineos e la Visma, non sembravano intenzionate ad organizzarsi per un inseguimento, anche se nel finale Pidcock ha dimostrato di aver qualcosa in più rispetto agli altri componenti del gruppo e ha forse il rimpianto di aver perso l’attimo e di essersi mosso in ritardo.
Resta il fatto che la superiorità di Pogacar è stata talmente netta da portare a pensare che, se il livello è questo, lo sloveno non avrà difficoltà ad ammazzare il Giro d’Italia con estrema facilità.
Ovviamente alla Corsa Rosa mancano ancora più di 2 mesi e la condizione degli avversari potrà migliorare, tuttavia non si può non notare come sia Pogacar, sia Vingegaard siano già al debutto di gran lunga superiori agli avversari.
Anche quest’anno la Strade Bianche non ha tradito le aspettative e al di là della tradizione, che sicuramente non è quella delle monumento, questa corsa ha regalato uno spettacolo che difficilmente si riesce a vedere nelle corse ciclistiche moderne.
Benedetto Ciccarone
LENNY, L’ENNESINO ENFANT PRODIGE. SUO IL TROFEO LAIGUEGLIA 2024
Lenny Martinez (Team Groupama FDJ) a nemmeno 21 anni è il vincitore più giovane del Trofeo Laigueglia, giunto alla 61° edizione. La giovane promessa saluta tutti sull’ultima ascesa di Colla Micheri e va a vincere in solitaria come fosse un ciclista stagionato. Secondo un buon Andrea Vendrame (Decathlon AG2R La Mondiale Team), mentre Juan Ayuso (UAE Team Emirates), favorito della vigilia, si deve accontentare del terzo posto
La 61° edizione del Trofeo Laigueglia presenta il consueto percorso in cui Cima Paravenna e Testico faranno da antipasto al circuito finale attorno alla cittadina savonese nel quale spiccano i quattro passaggi sul Capo Mele e su Colla Micheri. Alla partenza sono presenti 25 formazioni ben distribuite tra squadre WT, Continental e Professional. Tra le squadre della prima categoria spicca l’UAE Team Emirates, con una coppia di tutto rispetto formata da Juan Ayuso e Marc Hirschi alla quale si contrappone la giovane e rampante Team Groupama FDJ dei terribili Romain Gregoire e Lenny Martinez. Molti anche gli italiani presenti alla partenza e che possono fare il colpo grosso come Andrea Vendrame (Team Decathlon AG2R La Mondiale), Alessandro Covi (UAE Team Emirates), Lorenzo Rota (Team Intermarchè Wanty), Stefano Oldani (Team Cofidis), Vincenzo Albanese (Team Arkéa B&B Hotels), Alberto Bettiol ed Andrea Piccolo (Team EF Education EasyPost), Niccolò Bonifazio (Team Corratec Vini Fantini), Simone Velasco e Christian Scaroni (Team Astana Qazaqstan), Davide De Pretto e Filippo Zana (Team Jayco AlUla). La fuga di giornata partiva dopo una quindicina di km e vedeva protagonisti cinque ciclisti: Alex Martin (Team Polti Kometa), Diego Bracalente (Team MBH Bank Colpack Ballan), Ben Granger (Team Mg.K Vis – Colors for Peace), Marco Palomba (General Store – Essegibi – F.Lli Curia) ed Immanuel D’Aniello (Team Work Service – Vitalcare – Dynatek). Le squadre più attive all’inseguimento dei cinque battistrada erano inizialmente la Groupama FDJ e la Decathlon AG2R La Mondiale. Bracalente era il primo a scollinare sul GPM di Cima Paravenna posto al km 68.5. Il ciclista del Team MBH Bank Colpack Ballan faceva il bis sul successivo gpm di Testico posto al km 122.6. Tra i fuggitivi il primo a rialzarsi era D’Aniello a 67 km dalla conclusione. La fuga veniva ripresa sulla prima ascensione di Colla Micheri in seguito ad una violenta accelerazione di Groupama FDJ ed Intermarchè Wanty, a cui si univa anche l’UAE Team Emirates. A 23 km dalla conclusione si formava in testa un drappello di una decina di ciclisti in cui erano presenti anche Andrea Vendrame (Decathlon AG2R La Mondiale Team), Christian Scaroni (Team Astana Qazaqstan), Davide De Pretto (Team Jayco AlUla) ed Alessandro Pinarellom (Team VF Group – Bardiani CSF – Faizanè). A 21 km dal termine attaccava con decisione Lenny Martinez. AL francese si affiancavano Scaroni e Jan Christen (UAE Team Emirates). Era però sull’ultima delle quattro ascese di Colla Micheri che il francese sgasava ulteriormente e questa volta definitivamente, tanto che nessuno riusciva a restargli a ruota. La discesa finale verso il traguardo di Laigueglia era una cavalcata trionfale per Martinez che andava a vincere in solitaria. Alle sue spalle il gruppo inseguitore veniva regolato a 29 secondi di ritardo da Vendrame, secondo come nel 2023, mentre terzo era Ayuso, che nonostante l’ottima gamba non era riuscito a trovare il guizzo giusto nei km finali. Chiudevano la top five Scaroni in quarta posizione e Christen in quinta posizione. Martinez vince la seconda corsa stagionale dopo aver già trionfato alla Classic VAR e, risultati alla mano, potrebbe in futuro ripercorrere, perché no, le stesse gesta di un certo Julian Alaphilippe. DA segbalare inoltre che Martinez è ciclista più giovane ad aver vinto il Trofeo Laigueglia. Alcuni dei ciclisti impegnati nel Trofeo Laigueglia li ritroveremo sabato 2 Marzo alle Strade Bianche, prima corsa di un mese intensissimo sia per il calendario e sia per la qualità delle corse e dei ciclisti che le nobiliteranno.
Antonio Scarfone
LE SAMYN 2024, LAURENZ REX VINCE AL PHOTOFINISH
Laurenz Rex vince la classica belga al photofinish. Battuti Morgado e Biermans
La fuga da lontano è composta da cinque corridori: Miguel Ángel Fernández (Equipo Kern Pharma), Martijn Budding (TDT – Unibet Cycling Team), Enrico Dhaeye (Philippe Wagner/Bazin), Stijn Daemen (VolkerWessels Cycling Team) e Kévin Avoine (Van Rysel – Roubaix).
Il gruppo principale pilotato dalla UnoX controlla senza lasciare troppo spazio, fino al ricongiungimento a 50 chilometri dal traguardo. A questo punto di nuovo a ranghi compatti Jonas Rickaert (Alpecin – Deceuninck) ha tentato un attacco solitario, ma è stato ripreso poco dopo. Una serie di scaramucce e incidenti hanno caratterizzato gli ultimi chilometri con una caduta che ha ulteriormente ridotto il gruppo dei contendenti, rendendo la corsa ancora più tesa e competitiva fino alla linea del traguardo.
Partita la volata il più veloce è dunque Laurenz Rex (Intermarché – Wanty), ma con finale thrilling: nonostante il belga classe ‘99 abbia alzato le braccia ben prima della bandiera a scacchi occorre il photofinish per assegnargli la prima piazza per questione di centimetri su António Morgado (UAE Team Emirates). Chiude il podio Jenthe Biermans (Arkéa – B&B Hotels).
Lorenzo Alessandri
FAUN DRÔME CLASSIC: AYUSO ANCORA PROTAGONISTA, MA A SPUNTARLA E’ HIRSCHI
Lo spagnolo Ayuso è ancora protagonista sulle strade di Francia, ma stavolta deve accontentarsi del secondo posto: la vittoria nella Faun Drôme Classic va all’elvetico Hirschi
Anche nella seconda giornata delle classiche marcate Faun sono protagonisti la UAE e Juan Ayuso, anche se oggi lo spagnolo è costretto ad arrendersi al compagno di squadra Marc Hirschi per una manciata di secondi.
Come nella Ardèche Classic di sabato la fuga prende il largo fin dai primissimi chilometri, raggiungendo oltre 6’ di vantaggio. A farne parte sono Antoine Hue (CIC U Nantes), Noah Detalle (Bingoal) e Alexander Konijn (Nice Metropole). I tre vengono ripresi a grande distanza dal traguardo, quando i corridori si apprestavano ad affrontare le salite più impegnative della corsa, il Col du Tartaiguille, Col de la Grande Limite, e la Côte de Roberts, trittico seguito dalle più brevi e ripide ascese della Côte de Granne, del Mur d’Allex, del Plateau de Soulier.
La corsa esplode proprio sotto il ritmo di Ayuso e Mattias Skjelmose (Lidl-Trek) a 40 Km dall’arrivo sulla salita della Grande Limite. I due vengono raggiunti nel corso della discesa seguente da Maxim Van Gils (Lotto Dstny), mentre alle loro spalle evadono Hirschi, Warren Barguil (DSM) e Bastien Tronchon (Decathlon). I due gruppetti finiscono per unirsi ed arrivare compatti ai piedi dello strappo finale verso il traguardo di Étoile-sur-Rhône. A quel punto Hirschi riesce a fare la differenza staccando il compagno di squadra di 5”. Quindi Van Gils arriva con 8”, Barguil a 12″, Skjelmose a 15″ e Tronchon a 25”.
Staccati di più di un minuto sono i più immediati inseguitori, tra i quali c’è l’italiano Fancesco Busatto (Intermarché), 1’21”.
Andrea Mastrangelo
SUPER WOUT ALLA KUURNE
Ancora Jumbo-Visma in questo weekend ciclistico, un’altra prova di forza per il team di Wout Van Aert alla Kuurne-Bruxelles-Kuurne
I calabroni dominano l’edizione 2024 della Kuurne-Bruxelles-Kuurne, questa volta con il campione belga Wout Van Aert che regolava nettamente in velocità i compagni di fuga Tim Wellens (UAE Emirates) e Oier Lazkano (Movistar Team). Il gruppo inseguitore arrivava ad oltre due minuti, regolati da Christophe Laporte, un altro corridore della formazione belga. Per Van Aert si tratta della prima vittoria in carriera in questa corsa e la seconda stagionale, mentre la Visma arriva a quota 9, sei delle quali conquistate nelle ultime 48 ore.
Il campione di casa metteva le cose in chiaro quando all’arrivo mancavano ancora 80 km e con un’azione delle sue agganciava Lazkano Wellens e Laurence Pithie (Groupama-Fdj), con quest’ultimo che cedeva su uno dei muri finali. Il terzetto si giocava la vittoria in una volata ristretta, nella quale Van Aert rispondeva subito a coloro che, sull’onda del risultato ottenuto all’Omloop Het Nieuwsblad 2024, cominciavano ad alzare il primo polverone di critiche su un corridore tacciato di steccare spesso gli appuntamenti clou.
Luigi Giglio