PHILIPSEN INSAZIABILE: DOPO LA SANREMO TRIONFA NELLA BRUGGE-DE PANNE
Ad appena 4 giorni di distanza dallo sprint vincente che gli ha consegnato la 115a edizione della Classicissima, Jasper Philipsen si conferma in stato di grazia facendo sua anche la Brugge-De Panne. Il fiammingo della Alpecin-Deceuninck ha conquistato il secondo successo consecutivo nella semiclassica belga prevalendo al termine di uno sprint a ranghi compatti in cui ha messo in fila molti degli sprinter più forti del mondo. Alle sue spalle il connazionale Tim Merlier (Soudal-Quick Step), vincitore dell’edizione 2022, Danny Van Poppel (Bora-Hansgrohe), Jason Tesson (TotalEnergies) e l’ottimo Simone Consonni (Lidl-Trek).
La corsa che ha raccolto l’eredità della ben più affascinante Drieedaagse De Panne, presenteva un percorso molto distante dall’accattivante piccola gara a tappe che si disputava nell’arco di tre giornate fino al 2017 e anticipava le grandi classiche del nord. I 198,9 km previsti non proponevano infatti nè muri nè tratti di pavè, lasciando come unica possibile insidia il vento laterale che spesso i corridori incontrano nei pressi del famigerato passaggio di De Moeren. Il menù di giornata prevedeva un primo tratto in linea di 67 km che portava i corridori dallo splendido capoluogo delle Fiandre occidentali verso ovest fino a giungere a De Panne, sulle coste del Mare del Nord. A quel punto iniziava un circuito di circa 55 km da ripetere tre volte e che prevedeva il passaggio a De Moeren posto a poco meno di 10 km dal traguardo. Il circuito, caratterizzato da un tracciato tortuoso, era piatto come un tavolo da biliardo.
Al contrario di quanto accaduto nel recente passato, stavolta la sorte ha riservato delle condizioni metereologiche ben più miti e perciò si è capito ben presto che la corsa sarebbe stata indirizzata verso uno scontato epilogo dello sprint a ranghi compatti.
Pronti via e dopo una manciata di km sono evasi dal plotone in tre: i Belgi Luca De Meester (Bingoal-WB) e Victor Vercouille (Team Flanders Baloise) e il neoprofessionista Francese Thomas Gachignard (TotalEnergies). Inutile dire che il gruppo ha lasciato subito andare i tre coraggiosi fuggitivi di giornata che hanno ben presto guadagnato un margine rilevante, arrivando fino ad un vantaggio massimo superiore agli 8′ minuti. Per sfortuna dei 3 battistrada però il terreno era molto favorevole al gruppo inseguitore che, come dal più scontato dei copioni, superata meta gara ha iniziato a ridurre il gap, in particolare dopo il passaggio ai – 60 km dall’arrivo a seguito di una prima significativa accelerazione.
Ai -24, quando il plotone si era già avvicinato pericolosamente, Gachignard ha salutato la compagnia dei due belgi e ha provato un’eroica azione in solitaria nel disperato tentativo di resistere al ritorno del gruppo. L’azione del coraggioso transalpino si è però esaurita ai -10. A quel punto, una volta passati per la terza ed ultima volta da De Moeren, sono iniziate le classiche operazioni di preparazione della volata. Dopo una serie di avvicendamenti in testa al plotone sono emersi i treni dei due principali favoriti, ovvero quello della Alpecin-Deceuninck per Jasper Philispen e l’altro della Soudal-Quick Step che portava l’altro fiammingo Tim Merlier. A lanciare la volata è stato però un altro belga ovvero Edward Theuns (Lidl-Trek) oggi messosi al servizio del compagno Simone Consonni. Il fiammingo si è spostato ai -250 lasciando al vento l’olandese Danny Van Poppel (Bora-Hansgrohe) che si era posto alla sua ruota e che di conseguenza e suo malgrado si è ritrovato a a fare da lead-out per i due favoriti di giornata: Tim Merlier e Jasper Philipsen. I due, ex-compagni di squadra quando militavono entrambi alla Alpecin, sono ritrovati spalla a spalla a duellare lungo le transenne. Merlier per evitare la caduta ha dovuto cedere il passo al più giovane connazionale che ha sfruttato al meglio la scia offerta da Van Poppel lanciandosi verso la vittoria e batterndo nettamente Merlier. Van Poppel si è invece dovuto accontentare del gradino più basso del podio precedendo Jason Tesson (TotalEnergies), Simone Consonni (Lidl-Trek), Stian Fredheim (Uno-X Mobility), Juan Sebastian Molano (UAE Team Emirates), Phil Bauhaus (Bahrain-Victorius), Emiliena Jeanniere (TotalEnergies) e Luca Mozzato (Arkea-B&B Hotels).
La campagna del nord prosegue venerdì con l’ormai classico appuntamento della E3 Saxo Bank Classic che vedrà impegnati sui muri fiamminghi tutti i principali big del pavè.
Pierpaolo Gnisci
SEMPRE LUI, SEMPRE POGACAR: L’INCONTENIBILE SLOVENO IPOTECA LA VITTORIA AL GIRO DI CATALOGNA
E due. Senza rivali Pogacar, ancora un assolo vincente al secondo arrivo in salita della Volta a Catalunya 2024, lo sloveno saluta tutti e si prende la seconda vittoria in tre tappe, corsa in pratica in tasca, al secondo posto chiude un redivivo Mikel Landa (Soudal-QuickStep), terzo Antonio Tiberi (Bahrain Victorious).
Pronti via, e la fuga si forma subito grazie all’azione di uno che in fuga ci sta bene infatti è Bauke Mollema (Lidl-Trek) a scattare in faccia al gruppo, l’olandese è raggiunto subito dopo prima da Florian Lipowitz (Bora – hansgrohe) e poi da Javier Romo (Movistar Team), l’avventura dei tre dura poco perchè dopo 25 chilometri il gruppo riappare alle loro spalle. La fuga viene annullata poco prima della prima salita di giornata che porta al Port de Toses, qui c’è da registrare un tentativo di attacco di Steven Kruijswijk (Team Visma | Lease A Bike) e William Junior Lecerf (Soudal Quick-Step) raggiunti poco dopo da Jesús Peña (Team Jayco AlUla) e Jack Haig (Bahrain – Victorious), anche per loro però la sorte è la stessa, il gruppo va a chiudere grazie al lavoro della EF Education – Easypost, ci riprova ancora Javier Romo (Movistar Team) ma il gruppo controlla, è a questo punto la volta di Hugh Carthy (EF Education – Easypost), Mauri Vansevenant (Soudal Quick-Step), Andreas Kron (Lotto Dstny), Juan Pedro López (Lidl-Trek), Christopher Juul-Jensen (Team Jayco AlUla) e Nicolas Prodhomme (Decathlon Ag2r La Mondiale Team), che riescono a guadagnare una ventina di secondi, gli immediati inseguitori evasi ancora dal gruppo sono Harold Tejada (Astana Qazaqstan Team), Ethan Hayter (Ineos Grenadiers) Jack Haig (Bahrain – Victorious) e Andreas Leknessund (Uno-X Mobility). Tutti riescono a raggiungere la testa della corsa e così a formare il gruppetto in fuga reso ancora più numerose con il ricongiungimento di Iván Ramiro Sosa (Movistar Team), Alex Baudin (Decathlon Ag2r La Mondiale Team), Amanuel Ghebreigzabhier (Lidl-Trek) e Stephen Williams (Israel – Premier Tech). Dietro, invece, il gruppo dei migliori lascia fare con la UAE Team Emirates a fare comunque buona guardia. In questa fase della corsa c’è molto nervosismo in testa infatti la fuga non va via in modo lineare tanto che allo scollinamento transitano in undici e sono: Mauri Vansevenant (Soudal Quick-Step), Juan Pedro López (Lidl-Trek), Hugh Carthy (EF Education – Easypost), Iván Ramiro Sosa (Movistar Team), Christopher Juul-Jensen (Team Jayco AlUla), Nicolas Prodhomme (Decathlon Ag2r La Mondiale Team), Harold Tejada (Astana Qazaqstan Team), Andreas Kron (Lotto Dstny), Stephen Williams (Israel – Premier Tech) e Andreas Leknessund (Uno-X Mobility). Il gruppo passa con 26” di ritardo, Hayter riesce a riportarsi in testa mentre Juul-Jensen è vittima di una foratura e viene riassorbito dal gruppo principale che fa l’elastico e lascia andare via la fuga a 1’:15”. Al traguardo volante passa per primo Carthy, subito dopo è la Visma-Lease ad imprimere una forte accelerata tanto che a meno 65 chilometri dall’arrivo la fuga viene annullata, inizia subito dopo la salita del Port de Cantò, al GPM il gruppo dei migliori si assottiglia a circa 40 unità, si arriva così al traguardo volante di Rialp dove passa per primo Aleksandr Vlasov (Bora-hansgrohe), che guadagna 3” di abbuono, dopo un leggero falsopiano inizia la salita d’arrivo di tappa che è presa in testa da Victor de la Parte (Euskaltel-Euskadi) subito ripreso dagli onnipresenti compagni di squadra di Pogacar, a tenere alto il ritmo è anche la Soudal-QuickStep è il preludio allattaco di Mikel Landa che scatta a 7 chilometri dal traguardo. Allo spagnolo risponde Tadej Pogačar (UAE Team Emirates) che prima si mette a ruota e poi mette giù uno scatto che stronca ogni azione di recupero di Landa, lo sloveno è ancora una volta irraggiungibile per tutti e come ieri va tutto solo a prendersi la vittoria di tappa e, di fatto, ipotecare la corsa; arriva Landa a 48” dopo che era stato raggiunto da Sepp Kuss (Visma|Lease a Bike) e da Chris Harper (Jayco-AlUla), ma lo spagnolo è riuscito a prendersi la seconda posizione, terzo in gran recupero è Antonio Tiberi (Bahrain Victorious) quarto il compagno di squadra, Wout Poels quinto chiude Kuss. In classifica generale Pogacar guida con 2’:27” su Mikel Landa (Soudal-QuickStep) e 2’:55” su Aleksandr Vlasov (Bora-hansgrohe). Domani quarta tappa con arrivo a Lleida è occasione di vittoria per le ruote veloci.
Antonio Scarfone
COPPI & BARTALI, DIEGO ULISSI VINCE LA SECONDA TAPPA E SALE AL PRIMO POSTO DELLA CLASSIFICA
Diego Ulissi firma la prima vittoria del 2024 nella seconda tappa della Coppi & Bartali. Dietro il toscano si piazzano De Pretto e Ryan, autori di una stoccata ai meno 1500, ma superati quando mancavano 200 metri al traguardo. Anche Brambilla, Pozzovivo e Carboni nei primi 10.
Tappa e maglia per Diego Ulissi alla Settimana Internazionale di Coppi e Bartali. Il toscano della UAE Team Emirates con il successo odierno, grazie ai tre secondi di distacco, è salito in vetta alla classifica generale e alle sue spalle – sia nell’ordine d’arrivo sia nella generale – si collocano Davide De Pretto (Team Jayco AlUla) e Archie Ryan (EF Education-EasyPost), autori di un attacco ai meno 1500 e in seguito superati ai meno 200 dal vincitore. Benché raggiunti dagli inseguitori sono riusciti comunque a salire sul podio di giornata, conquistando le stesse posizione in classifica. A seguire si sono piazzati Sylvain Moniquet (Lotto Dstny), Milan Vader (Team Visma | Lease a Bike), Koen Bouwman (Team Visma | Lease a Bike), Gianluca Brambilla (Q36.5 Pro Cycling Team), tutti con lo stesso ritardo dei due saliti sul podio. A seguire completano la TopTen di giornata Adam Ťoupalík (TDT – Unibet Cycling Team), arrivato 7″ dopo il vincitore e i due italiani Domenico Pozzovivo (VF Group – Bardiani CSF – Faizanè) e Giovanni Carboni (JCL Team UKYO), che hanno chiuso la tappa rispettivamente 8″ e 10″ dopo Ulissi.
Caratterizzata da ben cinque ascese al traguardo di Sogliano al Rubicone più quella finale, nella fasi iniziali la tappa è stata innanzitutto caratterizzata dalla fuga di giornata, iniziata dopo un avvio scoppiettante da Giosuè Epis (Arkéa – B&B Hôtels), Nicolò Garibbo (Team Technipes #inEmiliaRomagna) e Lorenzo Ginestra (Work Service – Vitalcare – Dynatek), raggiunti dopo poco da Davide Bauce (Mg.K Vis – Colors for Peace) e Jeferson Armando Ruiz Acuña (GW Erco Shimano). In seguito l’ulteriore arrivo di Joey Rosskopf (Q36.5), Lennert Teugels (Bingoal WB) e Manuele Tarozzi (VF Group – Bardiani CSF – Faizanè) ha formato il gruppo definitivo che ha animato la tappa.
I più resistenti nell’avanguardia sono stati Teugels, Tarozzi e Garibbo, raggiunti dai contrattaccanti Carl Fredrik Hagen (Q36.5 Pro Cycling Team) e Darren Van Bekkum (Visma | Lease a Bike). Con la fine di questo tentativo è iniziata una sarabanda di attacchi più o meno concreti, ma sia la Tudor del capoclassifica Marco Brenner, sia la UAE hanno tenuto alta l’andatura per ricucire sugli attaccanti di turno.
L’attacco più concreto e meritevole di miglior fine è stato quello portato ai meno 1500 da Ryan e De Pretto. I due sembravano destinati ad arrivare sul traguardo, ma la classe di Diego Ulissi ha avuto la meglio e ha anche ripagato il lavoro svolto dai compagni di squadra.
Domani la Coppi & Bartali proporrà una tappa disegnata in circuito per 132 Km nell’entroterra di Riccione, salendo fino al Passo San Marco, “Cima Coppi” della corsa, San Leo, Montemaggio e San Marino, ricalcando un lungo tratto della prima tappa del prossimo Tour de France, che si concluderà nella vicina Rimini. Dopo il rientro in Italia i ciclisti dovranno affrontare gli strappi di Albereto e di Via Ca’ di Bacchino, quest’ultimo a soli 18 km al traguardo.
Mario Prato
DALLE STRADE BIANCHE ALLE CIME CATALANE È SEMPRE “POGI SHOW”: LO SLOVENO VINCE LA PRIMA TAPPA DI MONTAGNA
Alla Volta a Catalunya 2024 va di scena l’ennesimo show di Tadej Pogacar (UAE Team Emirates), al primo arrivo in salita l’attacco secco che gli consente di conquistare la tappa e passare al comando della classifica generale, restano sole briciole a Mikel Landa (Soudal-QuickStep), arrivato secondo, mentre chiude in terza posizione Aleksandr Vlasov (Bora-hansgrohe).
Tappa importante della Volta a Catalunya 2024 con l’arrivo in salita a Vallter, pronti via e va in porto la fuga con dentro Jimmy Janssens (Alpecin-Deceuninck), Kevin Colleoni (Intermarché – Wanty), Samuel Fernández (Caja Rural-Seguros RGA), Álex Jaime (Equipo Kern Pharma), Jambaljamts Sainbayar (Burgos-BH) e Xabier Isasa (Euskaltel-Euskadi). Il gruppetto in avanscoperta riesce in soli 15 chilometri a guadagnare ben 6’30” sul gruppo. Lo scossone da dietro arriva a sorpresa grazie a Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) che tutto solo scatta portandosi dietro il compagno di squadra Domen Novak, i due immediati ed insoliti inseguitori verranno però ripresi una decina di chilometri dopo. In testa al gruppo si portano Israel – Premier Tech e UAE Team Emirates per cercare di iniziare a recuperare tempo ai fuggitivi che intanto guadagnano ancora arrivando ad avere un vantaggio massimo di 7’, tempo che scende a poco più di 5’ quando si arriva a Girona con il traguardo volante vinto da Isasa. Ai meno 60 chilometri dall’arrivo il gruppo è ancora in netta rimonta portandosi a 3’:20 dai fuggitivi, mentre al successivo sprint intermedio di Olot passa ancora per primo Isasa. Quando la corsa arriva alla salita verso il Col de Coubet inizia a piovere ma nulla scoraggia il grande lavoro degli uomini della UAE Team Emirates che forti dei propri mezzi si portano per la prima volta sotto i 3’ di ritardo dal gruppetto in fuga. A poco meno di 5 chilometri dal GPM è ancora Isasa a rendersi protagonista con un allungo a cui rispondono presente sia Fernández e Janssens, ma poco dopo Isasa si pianta ed i due restano da soli al comando della corsa scollinando con 40” sugli immediati inseguitori e circa 3’ sul gruppo dei migliori. La corsa entra nella fase calda, la discesa resa insidiosa dalla sede stradale bagnata viene affrontata con prudenza sia dalla coppia l comando sia dal gruppo che, una volta in pianura riprende a spingere per annullare la fuga, riassorbendo in pratica tutti gli ex uomini che ve ne facevano parte. La coppia al comando ha soli 2’ di vantaggio, Janssens si prende il terzo ed ultimo sprint intermedio e poco dopo Camprodom Fernández alza bandiera bianca. Resta da affrontare la salita conclusiva verso Vallter, Janssens la inizia con 50” di vantaggio, il gruppo è tirato sempre dagli uomini di Pogacar che è chiaramente intenzionato a vincere la tappa. Ai meno 9 dal traguardo il gruppo riprende Janssens, intanto una caduta a centro gruppo taglia fuori Lorenzo Fortunato, il ritmo sale sempre di più con la formazione emiratina a mettere tutti alla frusta, è il preludio allo scatto di Pogacar che avviene a 6,5 chilometri dall’arrivo a cui nessuno riesce a risponder. Mentre Pogacar in un baleno guadagna circa 1’, da dietro Mikel Landa (Soudal-QuickStep), Aleksandr Vlasov (Bora-hansgrohe) e Lenny Martinez (Groupama-FDJ) cercano di organizzare un inseguimento a cui poco dopo si uniscono Egan Bernal (Ineos Grenadiers), Chris Harper (Team Jayco AlUla) e João Almeida (UAE Team Emirates) passivo in fondo al gruppetto. Davanti Pogacar transita sotto il triangolo rosso dell’ultimo chilometro con 1’:15”, lo sloveno è scatenato e tutto solo va a prendersi tappa e maglia; al secondo posto chiude Landa a 1’:23”, terzo è Vlasov con un secondo in più, poi Almeida a 1’:38” che stacca tutti gli altri rimasti a sancire la netta superiorità della UAE Team Emirates. La classifica generale rispecchia l’ordine di arrivo con il quarto, Almeida dentro i 2’. Domani terza tappa con ancora montagne e ancora un interessante arrivo in salita a Port Ainè, vistp quanto accaduto oggi non sarà facile contrastare lo strapotere di Tadej Pogacar.
Antonio Scarfone
SETTIMANA INTERNAZIONALE COPPI & BARTALI, ACUTO DI MARCO BRENNER A PESARO
La corsa emiliano-romagnola parte dal capoluogo marchigiano con una breve tappa in linea di 109 km caratterizzata dalla salita del Monte della Cesana e dallo strappo di Gabicce Monte. Frazione altimetricamente mossa e finalizzata con un bell’attacco da finisseur da parte del tedesco del Tudor Pro Cycling Team. Il gruppo viene regolato da Matteo Malucelli (JCL Team Ukyo) in volata sul belga Jenno Berckmoes (Lotto – Dstny).
La fuga del giorno è partita poco dopo il via, avvenuto alle ore 14 da Pesaro, e ha visto protagonisti Manuele Tarozzi (VF Group – Bardiani – CSF – Faizanè), James Whelan (Q36.5 Pro Cycling Team), Erik Fetter (Team Polti – Kometa) e Luc Wirtgen (Tudor Pro Cycling Team). Sul GPM di Monte della Cesana ha la meglio Tarozzi, che conquista anche quello di Gabicce Monte. Fetter molla la compagnia degli altri tre e si stacca, ma la fuga viene raggiunta in seguito da Paul Double, compagno di squadra dell’ungherese. Il gruppo torna compatto poco prima dei -10 all’arrivo, ma il terreno a saliscendi favorisce i finisseur e Marco Brenner (Tudor Pro Cycling Team) ne approfitta: il tedesco guadagna quanto basta per andare a prendersi la tappa con un solo secondo di vantaggio sul gruppo dei migliori, regolato allo sprint da Matteo Malucelli (JCL Team UKYO). Nella top 10 di tappa si piazzano anche altri tre italiani, Davide De Pretto (Team Jayco AlUla, 6°), Diego Ulissi (UAE Team Emirates, 7°) e Kristian Sbaragli (Corratec Vini Fantini, 8°).
Per Marco Brenner, ventunenne bavarese di Augsburg, si tratta della prima vittoria tra i professionisti.
Domani si corre la seconda tappa, Riccione – Sogliano al Rubicone di 156.5 Km, su di terreno ancora selettivo e favorevole ad attacchi grazie il circuito finale che prevede di ripetere quattro volte la salita di 3.3 Km al 6.1% che condure al traguardo, lo stesso sul quale nel 2021 si era imposto un giovanissimo e ancora sconosciuto Jonas Vingegaard
Andrea Giorgini
SCHULTZ, ATTACCO VINCENTE A SANT FELIU DE GUIXOLS. TAPPA E MAGLIA PER L’AUSTRALIANO
Nick Schultz (Team Israel Premier Tech), ex velocista che si è ritagliato una buona carriera come finisseur, sfrutta l’incertezza delle squadre dei big che non chiudono sul suo attacco a circa 2 km dall’arrivo. L’australiano dà tutto negli ultimi 800 m in salita e vince dopo tre anni di digiuno. Secondo Tadej Pogacar (UAE Team Emirates), che ci riproverà sicuramente domani su a Vallter 2000
La prima tappa del Giro di Catalogna 2024 ha come sede di partenza e di arrivo Sant Feliu de Guíxols. Il percorso, lungo complessivamente 173.9 km, strizza l’occhio ai velocisti, anche se il terzo ed ultimo gpm dell’Alt de Sant Grau, a circa 20 km dalla conclusione, può ingolosire l’attacco di qualche finisseur ma soprattutto di Tadej Pogacar (UAE Team Emirates), che ha candidamente dichiarato di essere venuto in Catalogna per vincere, dopo la mezza delusione della Milano – Sanremo. La fuga di giornata si formava dopo 16 km grazie all’azione di cinque ciclisti ovvero Simone Petilli (Team Intermarchè Wanty), Kenny Elissonde (Team Cofidis), Adne Holter (Team Uno X Mobility), Alex Baudin (Team Decathlon AG2R La Mondiale) e Mikel Bizkarra (Team Euskaltel Euskadi). Elissonde transitava in prima posizione sul primo gpm dell’Alt de la Ganga posto al km 29.8. Era invece Bizkarra ad imporsi sul primo traguardo volante di La Bisbal d’Empordà posto al km 40.3. L’UAE Team Emirates controllava la corsa e non lasciava che il vantaggio della fuga lievitasse eccessivamente. Elissonde si aggiudicava anche il secondo gpm dell’Alt dels Àngels posto al km 55. 3. Bizkarra vinceva il secondo traguardo volante di Cassà de la Selva posto al km 75.8. A 50 km dalla conclusione il vantaggio della fuga sul gruppo inseguitore era di 1 solo minuto. In testa al gruppo si erano affiancate altre squadre a dar man forte all’UAE Team Emirates. Bizkarra era il primo dei fuggitivi a rialzarsi a 42 km dal termine. Grazie ad una decisa accelerazione dell’INEOS Grenadiers, in vista del terzo ed ultimo targuardo volante, la fuga veniva ripresa a 33 km dalla conclusione. Proprio Egan Bernal (Team INEOS Grenadiers) vinceva il terzo traguardo volante di Llagostera posto al km 143.3, sopravanzando per di più proprio Pogacar. Sull’ultima salita dell’Alt de Sant Grau il ritmo elevato del gruppo metteva in croce alcuni velocisti ed uno dei primi a staccarsi era Bryan Coquard (Team Cofidis). Marc Soler (UAE Team Emirates) scollinava in prima posizione sull’Alt de Sant Grau posto al km 154. Anche Joao Almeida (UAE Team Emirates) tirava in testa al gruppo affiancando Soler. Nella discesa verso il traguardo il gruppo formava una lunga fila, segno dell’elevata velocità. A 3 km dalla conclusione era l’Israel Premier Tech a mettersi in testa ed a lanciare Nick Schultz, che riusciva con una grande progressione a evadere dal gruppo ed a sprintare negli ultimi 800 metri in progressiva ascesa, mentre nelle fasi concitate del finale una caduta coinvolgeva Egan Bernal, Damiano Caruso e Wout Poels (Team Bahrain Victorious). Schultz riusciva a imporsi sul traguardo per pochi metri davanti a Pogacar che a sua volta aveva accelerato negli ultimi 200 metri ma non era riuscito a riprendere il ciclista australiano. In terza posizione si classificava Stephen Williams (Team Israel Premier Tech) mentre chiudevano la top five Dorian Godon (Decathlon AG2R La Mondiale Team) in quarta posizione ed Axel Laurance (Team Alpecin Deceuninck) in quinta posizione. Schultz, la cui ultima vittoria risaliva alla seconda tappa dello Sazka Tour 2021, ottiene la prima vittoria stagionale e veste la prima maglia gialla con 2 secondi di vantaggio su Pogacar e 6 secondi di vantaggio su Williams. Domani la seconda tappa da Matarò a Vallter 2000 sarà già uno spartiacque del Giro di Catalogna 2024. Dopo una prima metà di tappa completamente pianeggiante si inizierà a salire prima sul Coll de Coubet, gpm di prima categoria posto al km 139, mentre successivamente si affronterà òa scalata finale verso una delle salite simbolo della Catalogna. Vallter 2000 è lunga 11.4 km ed ha una pendenza media del 7.5%. Una salita ideale per Pogacar che sembra in pole position per diventare la nuova maglia gialla.
Antonio Scarfone
LA SANREMO TORNA A UNO SPRINTER, PHILIPSEN TRIONFA IN VIA ROMA
marzo 16, 2024 by Redazione
Filed under 1) MILANO - SANREMO, News
Battuto il record di velocità media di Bugno, la Sanremo è volata via ad oltre 46 di media, la fuga non ha mai avuto spazio e, nel finale, i tentativi di anticipare la volata, comunque ristretta, sono naufragati. Il vincitore uscente si è sacrificato per permettere all’uomo più adatto ad un finale del genere di giocare le proprie carte al meglio.
Sarebbe stata la prima volta per entrambi. Per i due grandi favororiti della vigilia. Per Pogacar una prima volta personale, la prima vittoria alla Classicissima; per Van der Poel, che la Sanremo l’ha vinta lo scorso anno, sarebbe stata la prima vittoria della Sanremo da parte di un corridore all’esordio stagionale, traguardo che anche quest’anno è rimasto ancora inviolato.
Pogacar ha provato due volte e la prima non ha sortito grandi effetti, nonostante abbia provato uno scatto violento, ma troppo era il controllo degli avversari e troppo breve era il tratto con una pendenza di un certo rilievo. Più efficace è stato il secondo allungo, avvenuto un po’ a sorpresa da dietro, con un Van der Poel che però è riuscito molto bene a chiudere il buco e ad accodarsi allo sloveno nella discesa.
La Sanremo, si sa, è difficilissima da interpretare, aperta a tantissimi scenari, vinta da corridori con le caratteristiche più diverse, da un velocista puro come Mario Cipollini ad uno scalatore specialista degli attacchi da lontano come Claudio Chiappucci.
Quest’anno purtroppo, con una decisione scellerata, la corsa non è partita dalla città di Milano bensì da Pavia, con una riduzione del chilometraggio.
Vegni si è giustificato accusando l’amministrazione di Milano di non aver particolare interesse ad una corsa, pur così importante, come la Classicissima e probabilmente ha ragione. Questa circostanza però deve far riflettere su una situazione in cui – nonostante si promuova una mobilità dolce, della quale la bicicletta è non solo l’antesignana, ma anche la protagonista e nonostante Milano voglia proporsi come città in prima linea in questa battaglia – l’amministrazione preferisce non dar fastidio agli automobilisti e allontanare la corsa dalla città che l’ha resa grande.
Come si diceva, le medie sono state molto alte e la fuga di 10 uomini (Davide Baldaccini, Valerio Conti e Kyrylo Tsarenko del Team Corratec – Vini Fantini, Sergio Samitier del Movistar Team, Romain Combaud del Team Dsm-Firmenich PostNL, Davide Bais, Mirco Maestri e Andrea Pietrobon del (Team Polti-Kometa), Alessandro Tonelli e Samuele Zoccarato del VF Group-Bardiani CSF- Faizanè) che ha caratterizzato la corsa non ha mai avuto un grande spazio, raggiungendo un vantaggio massimo di 3 minuti
C’è stata, invece, grande attenzione da parte dei più attesi protagonisti che, sin dai tre storici capi dell’Aurelia hanno controllato, cercando di rimanere nelle prime posizioni e mantenendo la squadra sugli scudi. In questa fase si staccano due grossi nomi del calibro di Alexander Kristoff (Uno-X Mobility) e Christophe Laporte (Team Visma)
Come era prevedibile, sulla Cipressa sono stati gli uomini della UAE ad imporre un ritmo in grado di assottigliare il gruppo, ma anche gli uomini della Ineos e della EF Education si sono dimostrati attivi. Diversi commentatori avevano previsto un tentativo di attacco di Tadej Pogacar (UAE) sulla Cipressa, attacco che non c’è stato.
Indubbiamente la Cipressa è molto più adatta rispetto al Poggio per provare a fare la differenza, però non si può non considerare che i chilometri da percorrere sull’Aurelia prima di andare a prendere il Poggio sono un suicidio sportivo se percorsi da soli ed anche lo stesso Poggio presenta pendenze che favoriscono l’inseguimento di un gruppo, con la sola eccezione del breve passaggio all’8%.
Il lavoro dei compagni di squadra del campione sloveno ha effettivamente assottigliato il gruppo, ma nei chilometri pianeggianti per andare a prendere il Poggio è rientrato un folto gruppo guidato da Jonathan Milan (Lidl – Trek), che poi è andato subito in testa al servizio del capitano Mads Pedersen. Nel frattempo lungo le rampe della Cipressa il gruppo di testa si è sgretolato e davanti sono rimasti solo Samitier, Maestri e Bais, con i primi due messi fuori gioco da una caduta nella successiva discesa. Bais non si è arreso e una volta ripreso dal gruppo è ripartito all’attacco, riuscendo a fare qualche chilometro allo scoperto.
Sul Poggio le prime squadre a condurre le operazioni sono Ineos e Lidl, ma è l’accelerazione di Tim Wellens (UAE) ad annunciare il primo vero attacco, quello di Pogacar. Lo scatto è violento ma non fa male sia perché a resistere sono in tanti, sia perché lo sloveno si è rialzato dopo aver visto che non era riuscito a fare il vuoto e che Mathieu Van der Poel (Alpecin – Deceuninck) non era interessato a dargli il cambio, si è rialzato.
Si è quindi formato un drappello di testa, con tutti i migliori: Pogacar, Van Der Poel, Alberto Bettiol (EF Education – EasyPost), Filippo Ganna (Ineos Grenadiers), Pedersen, Michael Matthews (Team Jayco-AlUla), Tom Pidcock (Ineos Grenadiers), Jasper Stuyven (Lidl-Trek), Matteo Sobrero (Bora-hansgrohe), Jasper Philipsen (Alpecin-Deceuninck), Julian Alaphilippe (Soudal-QuickStep) e Maxim Van Gils (Lotto Dstny).
Per il secondo attacco Pogacar decide di provare a sorprendere gli avversari e parte secco da dietro. Stavolta riesce a guadagnare qualche metro, ma Van der Poel è lesto a chiudere e gli si accoda in discesa. Philipsen è molto vicino e a quel punto, diviene lui il favorito per la vittoria, viste le sue doti di velocista.
Il campione del mondo, infatti, non collabora con lo sloveno, consentendo il rientro di diversi corridori, tra cui non solo Philipsen, ma anche Matej Mohoric (Bahrain – Victorious), che proprio alla fine della discesa parte secco. Ganna, invece, sembra pedalare bene, ma viene bloccato lungo la discesa da un incidente meccanico che gli fa perdere la scia dei migliori.
Mohoric prova l’azione da finisseur, ma gli avversari sono troppo vicini e Van der Poel chiude poco prima del triangolo rosso dell’ultimo chilometro. L’ultimo tentativo è di Sobrero, sulla cui ruota salta Pidcock che prova ad anticipare lo sprint.
Stavolta è Stuyven, vincitore nel 2021, a chiudere per lanciare lo sprint di Pedersen che però non è brillante. Sono Matthews e Philipsen che se la giocano al fotofinish con la vittoria del secondo, ma un ottimo Tadej Pogacar partecipa alla volata e coglie il terzo gradino del podio.
Nelle interviste del post gara, il capitano della UAE sembra molto contrariato, ma in realtà un terzo posto in uno sprint pure ristretto, ma popolato da uomini molto più veloci di lui, dimostra che, dopo 290 chilometri di gara, serve una brillantezza che in pochi riescono a conservare per disputare uno sprint all’altezza della situazione.
Stavolta il Poggio non ha fatto la differenza, ma un significativo ruolo nella vicenda lo ha avuto il campione del mondo. Decidendo giustamente di non collaborare con Pogacar, ha permesso il rientro del compagno di squadra velocista e di altri atleti che probabilmente non sarebbero rientrati in caso di una collaborazione per andare a tutta fino al traguardo.
In questo caso Van der Poel ha sacrificato una buona occasione perché, sulla carta, sarebbe arrivato avvantaggiato in una volata a due con Pogacar; tuttavia, come si diceva poc’anzi, in una volata dopo 290 km di corsa un corridore all’esordio stagionale potrebbe anche non avere il colpo di pedale adatto per affrontare un avversario che, sebbene meno veloce, è sempre tra i più temibili su ogni terreno.
La Classicissima non ha tradito le attese, il fascino intramontabile di questa corsa sta nella sua imprevedibilità, nella difficoltà di lettura per scegliere la strategia migliore, nello spettacolo offerto dal caos totale e convulso che il finale offre sempre. Una corsa sempre da gustare fino in fondo e che si spera tornerà presto a partire dalla sua naturale sede di partenza.
Benedetto Ciccarone
LUCA MOZZATO, SUCCESSO ITALIANO ALLA BREDENE KOKSIJDE CLASSIC
Sventola il tricolore sul primo gradino del podio della Bredene Koksijde Classic. Luca Mozzato si è imposto nella corsa belga su Groenewegen e Thijssen. Ai piedi del podio Simone Consonni, quarto
Al termine di una corsa nervosa, tipica delle latitudini fiamminghe. il successo ha sorriso a Luca Mozzato della Arkéa – B&B Hotels. Il veneto è stato capace di rimanere sempre nel vivo della corsa, nonostante i molteplici tentativi di allungo portati da molti partecipanti, e la pioggia e il vento che hanno reso ancora più complicato il tutto. Anche grazie all’apporto della squadra, però, il nostro ha potuto spendere le giuste energie e nelle fasi finali prima si è trovato con merito nel gruppo dei battistrada, poi ha potuto contrastare i velocisti ritornati su di loro. Atleti, questi, che sulla carta sono decisamente più veloci e adatti ad arrivi a ranghi più o meno compatti. Nelle ultimissime fasi una caduta ha ulteriormente complicato le cose, ma non ha interferito con la volata del portacolori della Arkéa – B&B Hotels.
Sul podio insieme a Mozzato sono saliti due signori velocisti, ovvero Dylan Groenewegen (Team Jayco AlUla) e Gerben Thijssen (Intermarché – Wanty). Quarta posizione per Simone Consonni (Lidl – Trek), per lui ancora una prestazione di livello dopo il quinto posto dell’altro ieri nella Danilith Nokere Koerse. A seguire si sono piazzati Arnaud De Lie (Lotto Dstny), Emīls Liepiņš (Team Dsm-Firmenich PostNL), Arvid de Kleijn (Tudor Pro Cycling Team), Timothy Dupont (Tarteletto – Isorex), Hugo Hofstetter (Israel – Premier Tech) e Dries Van Gestel (TotalEnergies).
Mario Prato
TIM MERLIER, ALLA NOKERE KOERSE LA TRIPLETTA È SERVITA
La Danilith Nokere Koerse numero 78 è andata, come le due edizioni precedenti, a Tim Merlier che si è imposto con un’azione di forza nel finale su Jakobsen e Philipsen .Quinto posto per Simone Consonni
Aria, aria di casa mia, aria di libertà… cantava nei primi anni ’80 Sammy Barbot. Lo stesso pensiero deve averlo Tim Merlier che, essendo nato a Wortegem-Petegem, distante solo 14 km da Nokere, si è “preso” la libertà di vincere anche per il terzo anno consecutivo la Danilith Nokere Koerse. A dispetto delle sue caratteristiche di velocista, oggi il portacolori della Soudal-Quick Step si è imposto con un’azione di forza ai meno 350 metri che gli ha permesso di vincere quasi per distacco davanti a Fabio Jakobsen (Team Dsm-firmenich PostNL), Jasper Philipsen (Alpecin – Deceuninck), Pascal Ackermann (Israel – Premier Tech), Simone Consonni (Lidl – Trek), Tom Van Asbroeck (Israel – Premier Tech), Maikel Zijlaard (Tudor Pro Cycling Team), Milan Menten (Lotto Dstny). Quattro secondi di ritardo ha accusato la coppia formata da Hugo Hofstetter (Israel – Premier Tech) e Pavel Bittner (Team dsm-firmenich PostNL), che completano la “top ten” mentre undicesimo a 7″ dal vincitore si è piazzato Filippo Baroncini (UAE Team Emirates).
Il finale scoppiettante è stato il giusto epilogo di una gara corsa in modo frizzante, ma che non ha mai permesso agli attaccanti di turno di prendere il largo in maniera definitiva.
Oggi si è altresì disputata la 5a edizione della corsa dedicata alle donne. Sulla distanza di 127 km si è imposta come nel 2023 Lotte Kopecky (Team SD Worx – Protime). La campionessa del ,ondo in carica ha preceduto di 17″ la compagna di squadra Lorena Wiebes, seconda anche lo scorso anno, e di 18″ Lily Williams (Human Powered Health). Ironia del destino anche nella gara femminile la prima delle italiane risponde al cognome Consonni: è Chiara, la piccola di casa, che difende i colori della UAE Team ADQ e ha chiuso in 12a posizione a 1’13” dalla fuoriclasse belga.
Mario Prato
ALBERTO BETTIOL, FUGA CAPOLAVORO ALLA MILANO – TORINO
La Classica più antica del mondo torna a parlare italiano dopo nove anni grazie alla impresa del corridore toscano della EF Education – Easy Post sul traguardo di Salassa. Decisivo lo scatto a 30 km dal termine sulla salita di Prascorsano, poi – aiutato dalle sue doti – è riuscito a resistere alla furia dei primi inseguitori. La UAE Team Emirates completa il podio grazie agli svizzeri Jan Christen e Marc Hirschi.
RCS Sport ha rinnovato il percorso della Milano – Torino, che torna ad essere mosso e collinare dopo alcune edizioni andate appannaggio dei velocisti. Non siamo ai livelli degli arrivi di Superga ma si è visto uno spettacolo degno di una grande corsa, sia dal punto di vista paesaggistico (bellissimi gli scenari con le montagne innevate del Parco Nazionale del Gran Paradiso), sia dal lato sportivo.
Da Rho si andava Salassa in 177 chilometri complessivi, con diversi importanti contendenti al via. In ottica Milano-Sanremo, per esempio, si erano schierati attesi protagonisti della “Classicissima” come Mark Cavendish (Astana Qazaqstan Team), Alexander Kristoff (Uno-X Mobility), Ivan Garcia Cortina (Movistar Team), Marc Hirschi (UAE Team Emirates) e Alberto Bettiol (EF Education – EasyPost). La fuga iniziale è composta da tre corridori, il francese Matteo Vercher (Total Energies), l’italiano Marco Murgano (Team Corratec – Vini Fantini) e lo spagnolo Marcel Camprubi (Q36.5 Pro Cycling Team), che parteno dopo otto chilometri e saranno raggiunta ai -37. Dopo il passaggio dalla linea d’arrivo si affrontata un circuito mosso che includeva le salite di Prascorsano e Colleretto Castelnuovo: è sulla prima salita (3 chilometri al 7% medio e massima del 12%) c’è va in scena lo scatto decisivo di Alberto Bettiol, dietro al quale si gettano all’inseguimento quindici corridori.
L’azione del toscano è forte e risulta praticamente imprendibile da tutti, nonostante alcune azioni, come quella di Gianluca Brambilla (Q36.5 Pro Cycling Team), risultate poi vana. La UAE – Team Emirates lavora per Hirschi grazie a Jan Christen e Diego Ulissi, mentre per i colori italiani c’è anche Martin Marcellusi (VF Group – Bardiani CSF – Faizanè). Bettiol si difende sul secondo strappo e poi deve fare sfoggio delle sue doti di cronoman nel falsopiano che porta a Salassa. All’ultimo chilometro, quando il toscano ha soli 10” di vantaggio, c’è lo scatto di Christen, che inizialmentw sembra in grado di raggiungere Bettiol: il gap è, però, incolmabile e al traguardo si presente sette secondi prima dell’elvwtico. Dopo il Giro delle Fiandre 2019 e la tappa di Stradella al Giro d’Italia 2021, questa è la terza vittoria “di lusso” per il corridore della EF Education – Easy Post, che regala all’Italia un successo alla Milano – Torino nove anni dopo quello di Diego Rosa, trionfante a Superga nel 2015.
Con l’avvicinamento alla Milano-Sanremo, Bettiol torna così a essere uno dei papabili outsiders della Classicissima di primavera. Qui le parole del vincitore odierno: “Questa è una corsa iconica e ho voluto onorarla, non credevo di andare così forte. Ho disputato la Tirreno – Adriatico e ne sono uscito bene in vista della Sanremo, è un risultato che da fiducia a me ed alla squadra. La condizione è molto buona e voglio fare bene nei prossimi appuntamenti”.
Andrea Giorgini