MARK CAV…ALIERE DEL TOUR. 35 VITTORIE PER CAVENDISH, NESSUNO COME LUI!

luglio 3, 2024 by Redazione  
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Mark Cavendish (Astana Qazaqstan Team) come un funambolo negli ultimi metri dell’arrivo a Saint-Vulbas va a vincere la quinta tappa del Tour de France 2024 rendendo così questa giornata storica per se stesso per l’Astana e per tutti gli appasionati che gli vogliono un gran bene; si deve arrendere Jasper Philipsen (Alpecin – Deucenix) secondo, terzo invece, dopo una caduta, un inossidabile Alexander Kristoff.

La prima tappa interamente in territorio francese parte con una andatura davvero blanda, in testa al gruppo nessuno prova a portar via la fuga tanto che quasi per caso davanti si ritrovano Juan Ayuso (UAE Team Emirates) e Oier Lazkano (Movistar) con 40” di vantaggio, ripresi i due il gruppo torna compatto. Il primo vero allungo è portato dalla coppia alvetica con Stefan Küng (Groupama-FDJ) e Stefan Bissegger (EF Education-EasyPost), ma anche per loro il gruppo si rifà sotto. La fuga buona si va a concretizzare quando Clément Russo (Groupama-FDJ) scatta tutto solo, sul francese si riporta soltanto Matteo Vercher (TotalEnergies), siamo al chilometro 33 di gara ed il gruppo questa volta lascia andare i due. La coppia al comando della corsa arriva ad avere un vantaggio massimo di circa 5’ quando le squadre dei velocisti iniziano a fare capolino in testa, e quindi prima i Lidl-Trek poi gli Alpecin-Deceuninck aumentano l’andatura. Al primo GPM di giornata di Cheval Blanc il vantaggio scende a 2’:30”. Subito dopo un brivido per la maglia gialla Tadej Pogacar (UAE – Team Emirates) abilissimo ad evitare l’impatto con uno spartitraffico, seppur ben segnalato e protetto, cosa che non riesce a chi è dietro di lui, ne pagano le conseguenze alcuni ciclisti tra cui segnaliamo Pello Bilbao (Bahrain Victorious) senza particolari danni fisici. Allo sprint intermedio la coppia al comando transita con poco più di 1’:30”, avventura che si conclude a 35 chilometri dall’arrivo, il gruppo torna compatto. Il secondo GPM è la la Côte de Lhuis su cui passa per primo Jonas Abrahamsen (Uno-X Mobility), dopo il tratto in discesa quando si torna in piano iniziano le operazioni delle squadre dei velocisti, la velocità in testa è costantemente tenuta alta, diverse prove generali per i treni e, soprattutto, per tenere davnti i propri uomini veloci nonchè gli uomini di classifica. La strada bagnata, a causa di uno scroscio di pioggia, in un curva insidiosa vede la caduta di Alexander Kristoff (Uno-X Mobility) e Christophe Laporte (Visma | Lease a Bike), che riescono comunque, grazie anche all’aiuto delle ammiraglie, a rientrare in gruppo qualche chilometro dopo. Dopo il cartello dei meno 4 chilometri dall’arrivo, iniziata la neutralizzazione prevista per questo arrivo, gli uomini di classifica si sfilano dalla testa del gruppo per non incorrere in possibili cadute vista lòa determinazione delle squadre dei velocisti a tenere una andatura altissima. I treni migliori sembrano essere quelli della Astana Qazaqstan sulla destra della sede stradale e quello della Alpecin-Deceuninck che inizialmente sembra essere indietro, gli uomini di Philipsen in un batter d’occhio si riportano in testa con Van Der Poel che spiana la strada al proprio compagno di squadra ma la strada che va a stringersi una una serie di curve accennate va rimescolare la carte in gioco e così i treni si perdono, tanto che Philipsen resta chiuso sulla destra con Van Der Poel che deve quasi rallentare, a sinistra invece Mark Cavendish trova un varco nell’apertura di Pascal Ackermann (Israel-PremierTech), il britannico lo segue scartando tutto a sinistra, Philipsen a questo punto lo segue ma è troppo tardi, il folletto dell’Isola di Man legge al meglio la volata ed è imprendibile per tutti, trasforma così una tappa noiosissima in una leggenda da raccontare e far rivivere. Al secondo posto chiude proprio Philipsen, terzo Alexander Kristoff (Uno-X Mobility). In classifica generale non cambia nulla, domani sesta tappa da Mâcon a Dijon ancora per i velocisti e chissà se rivivremo ancora le stesse emozioni di oggi grazie a Cannonball!

Antonio Scarfone

Mark Cavendish (Astana Qazaqstan Team) è leggenda a Saint Vulbas (photo credit, Getty Images)

Mark Cavendish (Astana Qazaqstan Team) è leggenda a Saint Vulbas (photo credit, Getty Images)

POGACAR RIPRENDE DA DOVE AVEVA LASCIATO

luglio 2, 2024 by Redazione  
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Dopo il test sul San Luca per saggiare le condizioni degli altri, Pogacar affonda il colpo sul Galibier, mettendo alla frusta il gruppo grazie all’azione di una squadra fortissima, con uomini che possono anche puntare al podio, e scattando nell’ultimo chilometro. Nel corso della discesa riesce ad incrementare il vantaggio anche nei confronti di Vingegaard, che aveva tentato di resistere ad una sparata violenta che poi si è rivelata fatale.

Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) aveva vinto l’ultima tappa di montagna del Giro d’Italia ed oggi è andato a prendersi anche la prima tappa alpina del Tour de France, piazzata molto presto nel percorso di quest’anno che, dopo le tappe italiane, è tornato in terra francese.
Il suo più diretto avversario Jonas Vingegaard (Team Visma | Lease a Bike) è apparso in condizione, ha provato a resistere il più possibile ma, come si era visto anche lo scorso anno, lo sloveno ha una punta di velocità decisamente più elevata del danese. In discesa Pogacar ha preso grossi rischi, lanciandosi a tutta velocità, sfruttando l’intera sede stradale nelle curve e andando a far la barba al ciglio dei precipizi su una strada priva di protezioni laterali.
Nella seconda parte della discesa, meno tecnica, il nuovo leader della generale ha continuato a spingere a più non posso e questo gli ha permesso di guadagnare sino a 35 secondi su Vingegaard, che è poi stato ripreso da Carlos Rodriguez (INEOS Grenadiers), Juan Ayuso (INEOS Grenadiers), Primoz Roglic (Red Bull-BORA-hansgrohe) e Remco Evenepoel (Soudal Quick-Step).
Le tappe di montagna che arrivano così presto riservano spesso sorprese e, in effetti, quando la UAE ha iniziato a tirare con i suoi assi Adam Yates, Joao Almeida e Ayuso, abbiamo assistito alle crisi di diversi uomini che in montagna vanno molto forte, ad iniziare dalla ormai ex maglia gialla Richard Carapaz (EF Education-EasyPost) – arrivato al traguardo con un ritardo di 5 minuti – e per proseguire con Simon Yates (Team Jayco-AlUla), che l’anno scorso ha sfiorato il podio finale e oggi è uscito di classifica.
Ottimo, invece, è stato Mikel Landa (Soudal Quick-Step), che nonostante l’età ha tenuto benissimo ed è arrivato al traguardo con una cinquantina di secondi di ritardo dal vincitore insieme ad Almeida, che già al Giro di Svizzera aveva mostrato una condizione invidiabile.
Giulio Ciccone (Lidl-Trek), Egan Bernal (INEOS Grenadiers), Adam Yates, Geraint Thomas (INEOS Grenadiers), Matteo Jorgenson (Team Visma | Lease a Bike) e Santiago Buitrago (Bahrain Victorious), tutti corridori che avevano sinora mostrato ottime cose, sono arrivati con un ritardo di 2′41″.
Roglic è arrivato con il gruppetto dei migliori alle spalle del capoclassifica, ma è sembrato in difficoltà quando gli UAE stavano producendo il massimo sforzo, anche se poi, con la consueta caparbietà che lo contraddistingue, è riuscito a salvarsi, rientrando e mantenendosi nel gruppetto dei migliori sino all’arrrivo.
Allo stato attuale Pogacar ha già un buon vantaggio in generale: 45 secondi su Evenepoel e 50 su Vingegaard, mentre a 1′10″ c’è il suo compagno di squadra Ayuso.
La strategia di Pogacar potrebbe essere quella di tentare di guadagnare il più possibile in questa prima fase, sfruttando magari anche la tappa degli sterrati, per poi cercare di stare tranquillo grazie ad una squadra fortissima che potrebbe essere in grado di supportarlo anche in caso di attacchi da lontano.
La condizione di forma di Vingegaard, ultimo vincitore della Grande Boucle, non può lasciare tranquillo lo sloveno perché, se è vero che – senza aver corso per 3 mesi – il danese potrebbe accusare la terza settimana, è anche vero il contrario, nel senso che l’organismo del Vingegaard potrebbe anche reagire, guadagnando in condizione proprio mettendo chilometri nella gambe a ritmo gara.
Una squadra forte come la UAE a questo Tour potrebbe essere fondamentale per la nuova maglia gialla.
Ora c’è un po’ di respiro ma attenzione, perché tra pochi giorni andrà in scena una lunga cronometro che potrebbe rimescolare le carte.
Il percorso è favorevole a Evenepoel, che potrebbe recuperare qualcosa a Pogacar, anche se lo sloveno al Giro è riuscito a viaggiare sui tempi di un cronoman di razza come Filippo Ganna (INEOS Grenadiers) anche in una lunga cronometro tutta piatta come è stata quella di Desenzano. Evenepoel poi, anche se oggi si è mostrato forte in salita, non sembra comunque in grado di competere con Pogacar e Vingegaard per la vittoria finale.
Invece, sarà interessante vedere il confronto tra i due maggiori pretendenti. L’anno scorso la sfida fu vinta nettamente da Vingegaard, che diede oltre un minuto a Pogacar, ma quest’anno il capitano della UAE è migliorato molto nella specialità e non è detto che in una prova in cui si corre da soli al massimo sforzo Vingagaard non accusi una condizione non perfetta.

Venendo alla cronaca della tappa, nelle prima fasi della corsa si è assistito a una girandola di scatti e controscatti con corridori anche importanti come Wout Van Aert (Team Visma | Lease a Bike) e Mathieu van der Poel (Alpecin-Deceuninck), ma i tentativi naufragano anche perché il gruppo è piuttosto nervoso e non lascia spazio.
Il tentativo buono si forma dopo diversi chilometri con un gruppo di 17 uomini che riesce ad evadere. Ricevono l’autorizzazione del gruppo il citato Van Der Poel, Christopher Juul-Jensen (Team Jayco AlUla), Julien Bernard (Lidl-Trek), Bruno Armirail (Decathlon Ag2r La Mondiale Team), David Gaudu (Groupama-FDJ), Romain Grégoire (Groupama-FDJ), Valentin Madouas (Groupama-FDJ), Stephen Williams (Israel-Premier Tech), Oier Lazkano (Movistar Team), Raúl García Pierna (Arkéa-B&B Hotels), Cristián Rodríguez (Arkéa-B&B Hotels), Kobe Goossens (Intermarché-Wanty), Warren Barguil (Team dsm-firmenich PostNL), Alexey Lutsenko (Astana Qazaqstan Team), Odd Christian Eiking (Uno-X Mobility), Tobias Halland Johannessen (Uno-X Mobility) e Mathieu Burgaudeau (TotalEnergies).
Sulle salite verso Sestriere e il Monginevro non succede nulla di particolare, se non che il gruppo si mostra intenzionato a non lasciare troppo spazio alla fuga che non riesce mai ad andare oltre i 3 minuti di vantaggio.
Nei primi chilometri verso il Col du Lautaret (la prima parte più facile del Galibier) Nils Politt e Tim Wellens della UAE Team Emirates iniziano ad inseguire seriamente, riducendo il gap, mentre davanti salta l’accordo e iniziano a scattarsi in faccia.
Dopo diversi tentativi è Lazkano che riesce a staccare i fuggitivi, ma anche il suo destino è segnato perché Marc Soler (UAE Team Emirates) imprime una bella accelerata.
Ai – 6 dal GPM tutti i fuggitivi vengono ripresi, mentre il ritmo degli UAE inizia a mandare il difficoltà corridori importanti come Simon Yates e Tom Pidcock (INEOS Grenadiers), che era indicato da numerosi commentatori come uno dei favoriti per via dell’arrivo al termine di una discesa tecnica, sulla quale il portacolori Ineos aveva già mostrato le sue doti funamboliche al Tour di due anni fa.
La selezione si fa più spietata quando si porta in testa Almeida; cedono Enric Mas (Movistar Team), Romain Bardet (Team Dsm-Firmenich PostNL), Aleksandr Vlasov (Red Bull-BORA-hansgrohe) e soprattutto la maglia gialla Carapaz, che pure è un ottimo scalatore abituato a pedalare a grandi altitudini.
Quando passa in testa Ayuso, anche Ciccone e Bernal cedono e pure Adam Yates, terzo lo scorso anno e recente vincitore al Giro di Svizzera, va inaspettatamente in difficoltà.
Poco dopo lo striscione che indica un chilometro al GPM Pogacar parte con una sparata tremenda, quando nel gruppo ci sono solo Vingegaard, Roglic, Rodriguez, Evenepoel, Landa, Almeida e Ayuso.
Vingegaard resiste per qualche metro ma la punta di velocità di Pogacar è superiore e il danese adotta la stessa tecnica dell’anno scorso, andando a tutta ma senza pretendere di stare incollato al rivale, cercando di perdere il meno possibile, e scollina con 10 secondi di ritardo. Pogacar puntava certamente all’abbuono al GPM ma, visto il vantaggio, ha tirato dritto e ha fatto la discesa a tutta.
Evenepoel gestisce molto bene l’ultimo chilometro e riesce a distanziare di 10 secondi Roglic, Rodriguez e Ayuso, che però lo riprendono e per qualche chilometro lo staccano nella parte tecnica della discesa.
Davanti Vingegaard cerca di non perdere troppo ma Pogacar, forte discesista, prosegue prendendosi enormi rischi e anche nel tratto finale meno pendente continua a spingere sui pedali.
Al traguardo Vingegaard arriva dietro a Evenepoel, Ayuso e Roglic con 37 secondi da Pogacar, che si prende tappa e maglia.
Per via degli abbuoni, lo sloveno vanta ora una riserva di 45 secondi su Evenepoel e 50 su Vingegaard.
Ora gli uomini di classifica potranno tirare il fiato grazie a due tappe per velocisti prima dell’altra prova cruciale, quella contro il tempo che andrà in scena venerdì.

Benedetto Ciccarone

Pogacar mette a segno un importante colpo nel primo tappone alpino del Tour 2024 (foto Thomas Samson / AFP/ Getty Images)

Pogacar mette a segno un importante colpo nel primo tappone alpino del Tour 2024 (foto Thomas Samson / AFP/ Getty Images)

GIRMAY VINCE IN VOLATA A TORINO. CARAPAZ NUOVA MAGLIA GIALLA

luglio 1, 2024 by Redazione  
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In una Torino vestita a festa per il Tour, Biniam Girmay (Team Intermarchè Wanty) è autore di una volata sensazionale sul traguardo del capoluogo piemontese. Alle spalle dell’eritreo, alla prima vittoria al Tour, si posizionano Fernando Gaviria (Team Movistar) ed Arnaud De Lie (Team Lotto Dstny), Grazie ai piazzamenti Richard Carapaz (Team EF Education EasyPost) è la nuova maglia gialla. E domani è già tempo di Alpi

La terza tappa del Tour è la più lunga dell’edizione 2024 con i suoi 231 km da Piacenza a Torino. Dopo il ricordo di Bartali e Pantani si corre nelle terre di Fausto Coppi, altra leggenda italiana di questo sport. A Torino è attesa la prima volata e i velocisti si daranno battaglia per raccogliere i primi veri punti per la classifica della maglia verde visto che i tre GPM situati lungo il percorso sono poco più di un breve zampellotto. Attenzione anche alle manovre per la maglia gialla con Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) minacciato da Richard Carapaz (Team EF Education EasyPost), Jonas Vingegaard (Team Visma Lease a Bike) e Remco Evenepoel (Team Soudal Quick Step), tutti con lo stesso tempo. Dopo una parvenza di fuga operata da Jonas Abrahamsen e Johannes Kulset (Team Uno X Mobility), il gruppo viaggiava compatto verso il primo GPM della Côte de Tortona – Fausto Coppi, posta al km 70.8, sul quale scollinava in prima posizione proprio Abrahamsen. Mads Pedersen si aggiudicava il traguardo volante di Alessandria posto al km 94.3. Con un successivo attacco isolato, Matteo Sobrero (BORA Hansgrohe) scollinava in prima posizione sul secondo GPM della Côte de Barbaresco posta al km 156.1. Il gruppo riprendeva Sobrero e subito riattaccava Fabien Grellier (Team TotalEnergies), il quale scollinava per primo sul GPM della Côte de Sommariva Perno posta al km 181.4. Il gruppo riprendeva Grellier a 28 km dalla conclusione. Negli ultimi 20 km della tappa si segnalavano le cadute di Bruno Armirail (Team Decathlon AG2R La Mondiele) e Casper Pedersen (Team Soudal Quick Step), con quest’ultimo che termina la tappa in ultima posizione prima di recarsi all’ospedale, dove gli sarà riscontrata la frattura della clavicola. A poco più di 6 km dalla conclusione Mathieu van der Poel (Team Alpecin Deceuninck) era vittima di un problema meccanico che lo costringeva a cambiare la bici e a non poter lavorare negli ultimi km per il compagno di squadra Jasper Philipsen, tra i grandi favoriti per la vittoria di tappa. Una nuova caduta a poco meno di 3 km dalla conclusione rallentava proprio Philipsen che doveva dire addio alle vittoria di tappa. Il gruppo si spezzettava in più tronconi ed a giocarsi la vittoria in volata erano una quindicina di ciclisti, fatti salvi i tempi all’arrivo che successivamente sarebbero stati neutralizzati a causa della caduta. Con una grande progressione negli ultimi 100 metri Biniam Girmay (Team Intermarchè Wanty) andava a vincere davanti a Fernando Gaviria (Team Movistar) ed Arnaud De Lie (Team Lotto Dstny) mentre chiudevano la top five Mads Pedersen (Team Lidl Trek) in quarta posizione e Dylan Groenewegen (Team Jayco AlUla) in quinta posizione. Nella top ten si segnalava il nono posto di Davide Ballerini (Team Astana Qazaqstan). Per Girmay è la terza vittoria stagionale ma soprattutto la prima in una tappa del Tour de France. Grazie ai migliori piazzamentio Carapaz diventa la nuova maglia gialla con lo stsso tempo di Pogacar, Evenepoel e Vingegaard. La quarta tappa di domani da Pinerolo a Valloire potrà dare le prime vere indicazioni sulla lotta per la maglia gialla visto che i tre GPM del Sestriere, del Colle del Monginevro e dell’accoppiata Lautaret-Galibier chiamano all’appello i big di classifica. Il duello tra Pogacar e Vingegaard si annuncia entusiasmante ma avranno un occhio di riguardo anche i vari Carapaz, Roglic, Rodriguez, Yates e perchè no lo stesso Ciccone, apparso brillante nelle prime due tappe.

Antonio Scarfone

Biniam Girmay (Team Intermarchè Wanty) vince a Torino (foto: (foto: Dario Belingheri/Getty Images))

Biniam Girmay (Team Intermarchè Wanty) vince a Torino (foto: (foto: Dario Belingheri/Getty Images))

A BOLOGNA VINCE VAUQUELIN MA E’ GIA’ DUELLO TRA POGACAR E VINGEGAARD, CON LO SLOVENO NUOVA MAGLIA GIALLA

luglio 1, 2024 by Redazione  
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La doppia scalata del San Luca anima il finale della seconda tappa da Cesenatico a Bologna, con Kevin Vauquelin (Team Arkea B&B Hotels), tra i fuggitivi della prima ora, abile a trovare il momento giusto per attaccare e andare a vincere in solitaria. Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) dà subito spettacolo e l’unico che gli rimane a ruota è Jonas Vingegaard (Team Visma Lease a Bike). Lo sloveno è la nuova maglia gialla

La seconda tappa del Tour de France celebra Marco Pantani con il suo percorso che si insinua interamente in Emilia Romagna tra le province di Ravenna e Bologna. Si parte da Cesenatico e si arriva nel capoluogo emiliano dopo quasi 200 km. La doppia ascesa finale alla Madonna di San Luca sarà il clou della tappa ma i ciclisti dovranno affrontare altri quattro dentelli categorizzati come GPM nei chilometri precedenti, nell’ordine le “côte” di Monticino, Gallisterna, Botteghino di Zocca e Montecalvo. Romain Bardet (Team DSM Firmenich PostNL) veste la maglia gialla dopo la bella vittoria di ieri e oggi dovrà difenderla in una tappa che si annuncia spettacolare, con Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) atteso ad uno dei suoi numeri proprio sul muro della Madonna di San Luca, sul quale verranno tastati i polsi degli altri big di classifica, primo fra tutti Jonas Vingegaard (Team Visma Lease a Bike). Intorno al decimo chilometri di gara si formava una fuga di undici ciclisti. I battistrada erano Quentin Pacher (Team Groupama FDJ), Axel Laurance (Team Alpecin Deceuninck), Hugo Houle (Team Israel Premier Tech), Nelson Oliveira (Team Movistar), Cristian Rodriguez e Kevin Vauquelin (Team Arkea B&B Hotels), Mike Teunissen (Team Intermarchè Wanty), Bram Welten (Team DSM- Firmenich PostNL), Harold Tejada (Team Astana Qazaqstan), Jonas Abrahamsen (Team Uno X Mobility) e Jordan Jegat (Team Total Energies). Era il norvegese Abrahamsen a scollinare in prima posizione sul GPM di Monticino, posto al km 74. Abrahamsen faceva il bis sulla successiva salita di Gallisterna, posta al km 88.8, mentre Welten rallentava e veniva ripreso dal gruppo maglia gialla, probabilmente richiamato dall’ammiraglia per contribuire al lavoro in testa al gruppo per Romain Bardet. Abrahamsen nel frattempo vinceva anche il traguardo volante di Dozza, posto al Km 108.1. Nel gruppo si segnalava una caduta che vedevano coinvolti Wour Van Aert e Matteo Jorgenson (Team Visma Lease a Bike), i quali ripartivano senza apparenti problemi. Abrahamsen continuava a mietere traguardi intermedi aggiudicandosi anche il GPM di Botteghino di Zocca, posto al km 143. Era ancora il corridore scandinavo a fare suo il successivo GPM di Montecalvo, posto al km 151.2. A 35 km dalla conclusione i dieci uomini di testa avevano 4 minuti e 30 secondi di vantaggio sul gruppo maglia gialla. Dopo aver lavorato per Vingegaard lungo la prima ascesa alla Madonna di San Luca, Van Aert si rialzava. Abrahamsen scollinava ancora in prima posizione con il gruppo inseguitore che si faceva minaccioso, avendo un ritardo dai battistrada di poco superiore ai 3 minuti. A 20 km dalla conclusione Abrahamsen, Oliveira e Vauquelin si erano avvantaggiati di una decina di secondi sugli ex compagni di fuga, mentre il gruppo maglia gialla aveva rallentato l’andatura e inseguiva con circa 4 minuti di ritardo. Vauquelin attaccava subito all’inizio della seconda scalata al San Luca e faceva il vuoto. Nel gruppo maglia gialla uno scatto mortifero di Pogacar scompaginava le carte. Lo sloveno veniva raggiunto da Vingegaard, mentre Vauquelin andava a completare con il successo la sua cavalcata trionfale verso il traguardo di Bologna. Il francese – alla seconda vittoria stagionale, sicuramente la più prestigiosa della sua carriera – vinceva in solitaria con un vantaggio di 36 secondi su Abrahamsen mentre Pacher era terzo a 49 secondi di ritardo. Chiudevano la top five Rodriguez in quarta posizione e Tejada in quinta posizione. A 2 minuti e 21 secondi giungeva il gruppetto Pogacar-Vingegaard al quale si erano uniti Remco Evenepoel (Team Soudal Quick Step) e Richard Carapaz (Team EF Education EasyPost). I 21 secondi di ritardo del gruppo Bardet consentivano a Pogacar di essere la nuova maglia gialla, mentre Evenepoel e Vingegaard erano rispettivamente secondo e terzo con lo stesso tempo dello sloveno. Ora è in programma la quarta tappa da Piacenza a Torino di 231 km, la più lunga del Tour 2024. A meno di sorprese saranno i velocisti a giocarsi la vittoria di tappa, anche perchè i tre facili GPM da affrontare lungo il percorso sono lontani dal traguardo e gli ultimi 50 km sono completamente pianeggianti.

Antonio Scarfone

Vauquelin vince la seconda tappa italiana del Tour 2024 (Getty Images)

Vauquelin vince la seconda tappa italiana del Tour 2024 (Getty Images)

SUBITO EMOZIONI AL TOUR DE FRANCE. BARDET IN GIALLO, GRUPPO BEFFATO

giugno 29, 2024 by Redazione  
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Partito per la prima volta dall’Italia il Tour de France con una tappa dedicata a Gino Bartali e Gastone Nencini. Un percorso difficile ed insidioso che scavalcava l’Appennino Tosco Emiliano per approdare sulla costa adriatica e che ha visto la vittoria di uno scalatore come Bardet, il quale veste per la prima volta in carriera il simbolo del primato alla Grande Boucle.

Prima grande partenza dall’Italia per il Tour de France e prima maglia gialla per Romain Bardet. Il transalpino è riuscito in una grande impresa, anche perchè non si trattava di una tappa per scalatori, nonostante il dislivello da superare tutt’altro che indifferente.
Il capitano della DSM è uscito dal gruppo ed ha raggiunto la testa della corsa dove lo aspettava il suo compagno di squadra Frank Van den Broeck, che oggi ha speso moltissime energie prima per andare in fuga e poi per aiutare il compagno in quella che sembrava un’impresa disperata, ovvero conservare un minuto e mezzo di vantaggio in 26 Km su strade larghe e rettilinee, sulle quali il gruppo è in grado di sviluppare velocità molto superiori rispetto a due uomini soli.
I due della DSM, con grande caperbietà e con ottima capacità di gestione data dall’esperienza, riescono invece a conservare qualche secondo di vantaggio e a beffare il gruppo.
Il tracciato era molto interessante tecnicamente e paesaggisticamente. Dopo la splendida cornice artistica della città di Firenze, la corsa ha affrontato l’Appennino Tosco Emiliano e ha superato 7 Gran Premi della Montagna, di cui l’ultimo a San Marino non durissimo e posto a 26 Km dall’arrivo di Rimini. La tappa tagliava certamente fuori i velocisti puri – come ha dimostrato il naufragio di Mark Cavendish (Astana, comunque sofferente per un virus intestinale che ha mandato subito a casa il suo compagno di casacca Michele Gazzoli) – ma qualche uomo veloce e resistente in salita poteva sperare in una volata da favorito. come ad esempio Mads Pedersen (Lidl – Trek), che è infatti riuscito a resistere, pur a fatica.
Niente da fare, invece, perchè la tattica della DSM si è dimostrata vincente, il gruppo ha fatto male i calcoli e, nei chilometri finali, qualcosa non ha funzionato alla perfezione nell’accordo tra le squadre. Il vantaggio dei due ha, infatti, vissuto alterne vicende, precipitando in breve in certi momenti e mantenendosi stabile per vari chilometri in altri. Davanti, al contrario, due uomini della stessa formazione hanno dato il massimo sin sulla linea del traguardo, senza fasi di studio e senza teatrini per cercare di tirare di meno per risparmiarsi.
Gli scatti sono cominciati subito, ma servono 15 chilometri perché si formi una fuga con l’autorizzazione del gruppo. Vanno via il citato Van Den Broek, Matej Mohorič (Bahrain Victorious), Valentin Madouas (Groupama-FDJ), Ion Izagirre (Cofidis), Clément Champoussin (Arkéa-B&B Hotels), Sandy Dujardin (TotalEnergies) e Mattéo Vercher (TotalEnergies), raggiunti qualche chilometro dopo da Jonas Abrahamsen (Uno-X Mobility) e Ryan Gibbons (Lidl-Trek).
Sulla prima salita, il Valico dei tre faggi, perde contatto dal gruppo Cavendish, che arriverà a Rimini con quasi tre quarti d’ora di ritardo, mentre il vantaggio dei battistrada sale a circa 6 minuti.
Alcune squadre iniziano a muoversi in gruppo e molti velocisti soffrono e si staccano; quando passa a condurre la UAE soffrono, però, anche uomini attesi come Santiago Buitrago (Bahrain – Victorious) e Mathieu van der Poel (Alpecin – Deceuninck). Sulla parte dura del Barbotto Pedersen perde contatto, ma è molto bravo a non naufragare e a riportarsi in gruppo.
Col passare dei chilometri davanti rimangono in tre, mentre il vantaggio scende a causa del ritmo del gruppo, cosa che favorisce l’azione di Bardet, che si lancia all’attacco e raggiunge la testa della corsa in discesa, aiutato da Van den Broeck, che lo aveva aspettato.
Sulla successiva salita di Montemaggio Bardet fa valere le sue doti di scalatore e stacca tutti gli altri, eccetto il compagno di squadra
Quando il ritardo è intorno al minuto e venti, prova ad uscire dal gruppo l’irlandese Ben Healy (EF Education – EasyPost), non è nuovo ad azioni di questi genere ma che stavolta non riesce a guadagnare che pochi secondi, venendo poi costretto a rialzarsi mentre la coppia davanti prosegue a tutta.
Al GPM di San Marino il vantaggio della tesa della corsa è di circa 1 minuto e mezzo e di fronte si spalancano i velocissimi 26 chilometri conclusivi, da percorrere su stradoni larghi. In discesa Bardet riesce a far valere le sue doti ma in pianura il vantaggio scende, anche se non con la velocità e costanza che ci si potrebbe aspettare, segno che l’organizzazione tra le squadre non è perfetta. Tutto va a vantaggio della coppia di testa, composta da due uomini sfiniti che vedono, però, il traguardo a portata di mani.
Il ritardo cala sino a 5 secondi ma la coppia DSM resiste e Bardet si prende tappa e maglia tagliando il traguardo a braccia alzate insieme al compagno.
La volata del gruppo è vinta da Wout Van Aert (Team Visma) su Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) che, zitto zitto, ha provato a centrare l’abbuono.
Il Tour è partito alla grande con una frazione che ha offerto emozioni anche oltre le aspettative e un risultato senz’altro a sorpresa. Le occasioni per divertirsi non sono finite perché domani nel finale ci sarà la doppia scalata al San Luca con le sue severe inclinazioni e l’arrivo a Bologna. Sembra un finale fatto apposta per Pogacar, che però dovrà vedersela con un’agguerrita concorrenza, prima tra tutti quella di Van Aert che oggi lo ha preceduto sul traguardo, privandolo dell’abbuono previsto per il terzo classificato.
La verve con la quale il recente vincitore del Giro ha affrontato il finale fa pensare ad un Pogacar che potrebbe avere l’intenzione di ripetere le gesta viste alla Corsa Rosa e cercare di andare subito ad accumulare vantaggio nei confronti degli avversari, anche perché la condizione di Jonas Vingegaard (Team Visma) non dovrebbe essere ancora ottimale, con tutto quello che il danese ha passato ad aprile, anche se potrà migliorare strada facendo.

Benedetto Ciccarone

Bardet trionfa a sorpresa a Rimini e conquista la prima maglia gialla (Getty Images)

Bardet trionfa a sorpresa a Rimini e conquista la prima maglia gialla (Getty Images)

TOUR DE FRANCE 2024 – I FAVORITI

giugno 28, 2024 by Redazione  
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Ieri sera a Firenze si è svolta la spettacolare passerella dei corridori che parteciperanno alla 111a edizione del Tour de France. Passiamo ora in rassegna i big alla via della corsa transalpina, che scatterà domani con la Firenze – Rimini di 206 Km

Il favorito principale per la vittoria finale è Tadej Pogacar. Lo sloveno andrà all’assalto della storica doppietta Giro d’Italia – Tour de France nello stesso anno. Nelle ultime quattro edizioni della grande Boucle è stato due volte primo e due volte secondo, le ultime dietro a Jonas Vingegaard. La voglia di rivalsa per lo sloveno è tanta e la condizione ottimale, cosa diversa per il danese costretto da un infortunio subito in corsa ad un 2024 con pochi chilometri nelle gambe. Sia Pogacar, sia Vingegaard avranno al proprio fianco ottime squadre con gregari che potranno salire sul podio senza troppe sorprese e che in alternativa a una débâcle del proprio capitano potranno provare la conquista della maglia gialla. Juan Ayuso, Joao Almeida e Adam Yates saranno i gregari in salita per Pogacar, mentre Wilco Kelderman e Matteo Jorgensen lo saranno per Vingegaard, uno in meno rispetto all’altra squadra per la defezione all’ultimo momento di Sepp Kuss causa covid.

Ai due super favoriti proverà a rompere le uova nel paniere Primoz Roglic. Lo sloveno, coadiuvato da Jay Hindley e Alexander Vlasov, ha compiuto un ottimo percorso di avvicinamento al Tour de France, conscio del fatto che potrebbe essere la sua ultima chance per vincere la Grande Boucle avendo già 34 anni. Esordio assoluto al Tour de France per Remco Evenepoel, che proverà anche lui a fare il terzo incomodo tra i due principali favoriti per la vittoria finale: pur avendo vinto una Vuelta, il belga non ha lo stesso background di Pogacar e Vingegaard nei Grandi Giri ma guai a sottovalutarlo. L’Ineos – Grenadiers punterà su Carlos Rodriguez e su un ritrovato Egan Bernal: come team è un gradino indietro rispetto alla UAE di Pogacar, ma Rodriguez ha dimostrato di essere in ottima forma dopo il quinto posto finale dello scorso anno. Menzione anche per Enric Mas, oramai nel pieno della sua maturità fisica e che proverà a riscattarsi dopo le ultime sfortunate partecipazioni alla corsa francese.

Luigi Giglio

LE POSSIBILITÀ DI VITTORIA

Tadej Pogacar (UAE Emirates): 30%

Jonas Vingegaard (Visma|Lease a Bike): 25%

Primoz Roglic (Red Bull – Bora–Hansgrohe): 15%

Remco Evenepoel (Soudal Quick-Step): 10%

Carlos Rodriguez (Ineos – Grenadiers): 5%

Juan Ayuso (UAE Emirates): 5%

Adam Yates (UAE Emirates): 2%

Joao Almeida (UAE Emirates): 2%

Egan Bernal (Ineos – Grenadiers): 1%

Jai Hindley (Red Bull – Bora–Hansgrohe):

Alexander Vlasov (Red Bull – Bora–Hansgrohe): 1%

Enric Mas (Movistar Team): 1%

Wilco Kelderman (Visma|Lease a Bike): 1%

Matteo Jorgenson (Visma|Lease a Bike): 1%

Pogacar sulla passerella di Piazzale Michelangelo a Firenze (foto Stephane Mahe/Reuters)

Pogacar sulla passerella di Piazzale Michelangelo a Firenze (foto Stephane Mahe/Reuters)

BETTIOL E I SUOI FRATELLI. PANORAMICA SUI CAMPIONATI NAZIONALI SU STRADA

giugno 24, 2024 by Redazione  
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Se in Italia Alberto Bettiol (Team EF Education EasyPost) ha vinto con autorità nella sua Toscana diventando campione italiano 2024, altre conferme e sorprese sono arrivate in giro per l’Europa

In Francia, su un percorso esigente di oltre 240 km, Paul Lapeira (Team Decathlon AG2R La Mondiale) stacca nel finale Julien Bernard (Team Lidl Trek) e Tomas Gachignard (Team TotalEnergies), secondo e terzo a 3 e 8 secondi di ritardo ed ottiene la sua quarta vittoria stagionale, forse la più bella.

In Spagna la superiorità numerica del Team Movistar che ha al suo interno anche ciclisti di grande qualità vede l’azione solitaria di Alex Aranburu a poco più di 20 km dal traguardo di San Lorenzo de El Escorial. Il ciclista basco dopo la vittoria nella quarta tappa del Giro del Belgio ottiene una delle vittorie più prestigiose della sua carriera, costellata di piazzamenti. Il predominio della Movistar è testimoniato dal secondo posto di Oier Lazkano e dal quarto posto di Carlos Canal, mentre terzo è Jesus Herrada (Team Cofidis).

In Belgio la corsa in linea ha visto per lungo tempo in avanscoperta Victor Campenaerts (Team Lotto Dstny) e Dries de Bondt (Team Decathlon AG2R La Mondiale) finchè il gruppo principale ha ripreso i due battistrada grazie alle trenate della Jumbo Visma Lease a Bike e della stessa Lotto Dstny. LA volata ha visto prevalere Arnaud De Lie (Team Lotto Dstny) davanti a Jasper Philipsen (Team Alpecin Deceuninck) e Jordi Meeus (Team BORA Hansgrohe).

In Olanda sul veloce percorso di Arnhem Dylan Groenewegen (Team Jayco AlUla) ha ritrovato la freschezza di un tempo bissando il titolo nazionale dopo otto anni. Il trentunenne di Amstedam ha battuto in volata Olav Kooij (Team Visma Lease a Bike) e Ramon Sinkeldam (Team Alpecin Deceuninck).

In Gran Bretagna si correva da Saltburn-by-the-Sea a Saltburn-by-the-Sea lungo un percorso con diverse insidie. Nel finale si è avvantaggiato un terzetto formato da Ethan Hayter (Team INEOS Grenadiers), Lewis Askey (Team Groupama – FDJ) e Max Walker (Astana Qazaqstan Development Team). Hayter è stato protagonista con un allungo decisivo a meno di 2 km dalla conclusione che gli ha permesso di avvantaggiarsi sugli immediati inseguitori e di tagliare il traguardo con 6 secondi di vantaggio su Askey e 21 secondi di vantaggio su Walker.

In Germania si correva da Donaueschingen a Bad Dürrheim su un percorso di poco superiore ai 200 km. A soli 21 anni diventa campione nazionale tedesco Marco Brenner (Team Tudor Pro Cycling) che vince in solitaria con 56 secondi di vantaggio su Florian Lipowitz (Team BORA Hansgrohe) mentre terzo è Kim Heiduk (Team INEOS Grenadiers) a 2 minuti e 35 secondi di ritardo.

In Slovenia in assenza di Tadej Pogacar è comunque l’UAE Team Emirates a dettare legge con Domen Novak che vince sul traguardo di Trebnje davanti a Gal Glivar (UAE Team Emirates Gen Z) e Matej Mohoric (Team Bahrain Victorious), staccati rispettivamente di 21 secondi e 2 minuti e 51 secondi.

In Svizzera, ad Aire-la-Ville è stata la volta Mauro Schmid (Team Jayco AlUla) a trionfare con un’altra azione personale battendo di 18 secondi Simon Pellaud (Team Tudor Pro Cycling) e di 25 secondi Stefan Bissegger (Team EF Education EasyPost).

In Norvegia predominio assoluto dell’Uno-X Mobility Team che colora il podio di giallo e rosso, i colori della squadra. A vincere è Markus Hoelgaard che batte in una volata a due Fredrik Dversnes mentre terzo è Rasmus Tiller a 31 secondi di ritardo.

In Portogallo Rui Costa (Team EF Education EasyPost) vince a Santa Maria da Feira con 2 secondi di vantaggio su Rui Oliveira (UAE Team Emirates) ed 11 secondi di vantaggio su Luis Gomes (Team GI Group Holding – Simoldes – UDO)

In Danimarca Rasmus Søjberg Pedersen (Team Decathlon AG2R La Mondiale Development Team) sorprende i big ed a 21 anni vince in una volata a tre avendo la meglio su Kasper Asgreen (Team Soudal Quick Step) e Frederik Wandahl (Team BORA Hansgrohe).

Da segnalare infine le vittorie di Lukas Kubis e Tomas Pridal (Team Elkov-Kasper) in Slovacchia e Repubblica Ceca, Darren Rafferty (Team EF Education EasyPost) in Irlanda, Alexander Hajek (BORA Hansgrohe)) in Austria, Kevin Geniets (Team Groupama FDJ) in Lussemburgo, Dmitriy Grudev (Team Astana Qazaqstan) in Kazakistan, Marino Kobayashi (Team Matrix-Powertag) in Giappone, Serhii Sydor (Team Ukraine Cycling Academy )in Ucraina, Cristian Raileanu (Team Li Ning Star) in Romania, Viktor Potocki (Team Ljubljana Gusto Santic) in Croazia, Dogukan Arikan (Team Spor Toto) in Turchia, Jacob Eriksson (Team Tudor Pro Cycling) in Svezia, Attila Valter (Team Visma Lease a Bike) in Ungheria e Norbert Banaszek (Team Mazowsze Serce Polski) in Polonia.

Antonio Scarfone

Arnaud De Lie campione nazionale belga 2024 (foto:PhotoNews / Lotto Dstny)

Arnaud De Lie campione nazionale belga 2024 (foto:PhotoNews / Lotto Dstny)

BETTIOL PROFETA IN PATRIA, IL TOSCANO CONQUISTA LA MAGLIA TRICOLORE SULLE STRADE DI CASA

giugno 24, 2024 by Redazione  
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Alberto Bettiol conquista il campionato nazionale italiano sul traguardo di Sesto Fiorentino al termine di una gara molto combattuta nella quale il toscano, dopo aver ripreso la testa della corsa con un attacco a 55 Km dall’arrivo, stacca tutti sull’ultima ascesa e si presenta solo all’arrivo. Con lui sul podio Rota e Zambanini.

Un noto proverbio recita che “nessuno è profeta in patria”, volendo dire che spesso si ha difficoltà a farsi notare e ottenere grandi risultati nel proprio ambiente, mentre è più facile mieterne altrove, fuori dai propri “confini”. Ma ci sono le immancabili eccezioni che confermano la regola e una di questa porta la firma di Alberto Bettiol che per la prima volta in carriera ha conquistato il campionato nazionale e lo ha fatto sulle strade della sua regione, la Toscana.
Sarà, infatti, il corridore della EF Education – EasyPost ad indossare la maglia tricolore sulle strade del Tour de France che, quest’anno, prenderà il via proprio dall’Italia e proprio pochi chilometri dalla località che quest’oggi ha ospitato l’arrivo dei campionati nazionali, Sesto Fiorentino.
Il vincitore del Giro delle Fiandre 2019 si è involato, salutando in un primo momento il gruppo e poi i battistrada che lui stesso aveva ripreso, andando a vincere in solitaria.
La gara è stata molto combattuta, tanto che i numerosi tentativi di attacco andati in scena nei primi 70 chilometri sono falliti a causa dell’elevata velocità impressa dal gruppo.
L’attacco decisivo è andato via intorno al chilometro 70. Del folto drappello facevano parte Luca Mozzato (Arkéa-B&B Hotels), Davide Baldaccini, Samuele Zambelli (Corratec – Vini Fantini), Filippo Conca (Q36.5), Mirco Maestri (Polti Kometa), Federico Biagini (VF Group – Bardiani CSF – Faizanè), Lorenzo Conforti (VF Group – Bardiani CSF – Faizanè), Alessandro Tonelli (VF Group – Bardiani CSF – Faizanè), Samuele Zoccarato (VF Group – Bardiani CSF – Faizanè), Michael Belleri (Hopplà Petroli Firenze Don Camillo) e Giovanni De Carlo (Zalf Euromobil Fior), ai quali si univano poco dopo Alessandro Monaco (Corratec – Vini Fantini), Andrea Guerra (Zalf Euromobil Fior), Filippo Tagliani (Vini Monzon Savini Due OMZ) e Matteo Zurlo (UC Trevigiani Energiapura Marchiol).
Il vantaggio massimo non ha mai superato i 2 minuti, perché in gruppo non c’era l’intenzione di lasciare andare una fuga così numerosa.
Lungo la prima ascesa al Monte Morello il gruppo si avvicina sempre più, mentre i battistrada perdono pezzi.
Durante la seconda scalata Tonelli prova l’azione solitaria, mentre gli altri componenti del gruppo di contrattaccanti non trovano l’accordo, con la conseguenza che il gruppo piomba su di loro.
In discesa evadono Edoardo Zambanini (Bahrain Victorious), Lorenzo Rota (Intermarché-Wanty), Marco Frigo (Israel Premier Tech) e Samuele Zoccarato (VF Group – Bardiani CSF – Faizanè), che si riportano sulla testa della corsa, ma il vantaggio ridotto alimenta le speranze di altri corridori di rientrare. I tentativi sono diversi ma, in un primo momento, è soltanto Alessandro Covi (UAE Team Emirates) a riuscire a sottrarsi al controllo. Poco dopo, tuttavia, escono con verve ben maggiore Alberto Bettiol (EF Education – EasyPost), Giulio Ciccone (Lidl-Trek) e Gianluca Brambilla (Q36.5 Pro Cycling).
La qualità di questo terzetto è indiscutibile, tanto che Covi viene ben presto riassorbito, ma Bettiol è in vena di dar battaglia e se ne va da solo, andando a riprendere la testa della corsa, mentre rientrano sui contrattaccanti Fillippo Ganna (INEOS Grenadiers) e Davide Formolo (Movistar Team).
In un primo momento sembra che questi ultimi possano andare a riprendere i battistrada, ma l’inseguimento non si conclude e sui contrattaccanti si riportano altri corridori dal gruppo, così che, alle spalle del drappello di testa, si forma un gruppo consistente, popolato da Ganna, Formolo, Ciccone, il campione nazionale uscente Simone Velasco (Astana Qazaqstan Team), Nicola Conci (Alpecin-Deceuninck), Giovanni Aleotti (Bora Hansgrohe), Andrea Vendrame (Decathlon Ag2r La Mondiale Team), Diego Ulissi (UAE Team Emirates), Alessandro De Marchi (Team Jayco – AlUla), Filippo Zana (Team Jayco – AlUla), Gianluca Brambilla (Q36.5 Pro Cycling Team), Matteo Trentin (Tudor Pro Cycling Team), Filippo Fiorelli (VF Group – Bardiani CSF – Faizanè), Filippo Magli (VF Group – Bardiani CSF – Faizanè), Giulio Pellizzari (VF Group – Bardiani CSF – Faizanè) e Alessandro Tonelli (VF Group – Bardiani CSF – Faizanè).
Sulla penultima ascesa Bettiol prova ad accelerare, mandando in difficoltà alcuni corridori, ma mancano altri atleti a tenere alto il ritmo, mentre dietro, tra i contrattaccanti, sono Ulissi e Brambilla che vanno, in tempi diversi, a sfilacciare il gruppo inseguitore, che però si ricompatta in pianura.
L’inseguimento continua ma è sempre Bettiol che lavora per resistere e riesce, per l’ennesima volta, ad evitare il ricongiungimento.
Sull’ultima ascesa a Monte Morello il toscano affonda il colpo e stacca tutti, andando via da solo a conquistare il successo mentre, staccati di 17 secondi, arrivano Rota e Zambanini, che riescono per un soffio a resistere al ritorno di Ganna che, dopo aver resistito agli attacchi di Ciccone e Formolo in salita, riesce a staccarli in discesa e a conservare 6 secondi su di loro.
Il tracciato era esigente e la corsa è stata molto combattuta con continui capovolgimenti.
Il tema principale è stato costituito dall’inseguimento da parte del gruppo dei contrattaccanti, nel quale ha lavorato soprattutto Ganna.
Per più volte era sembrato inevitabile il ricongiungimento, ma Bettiol, in giornata di grazia, è riuscito a respingere tutti i tentativi e ha poi agevolmente staccato i compagni d’avventura, andando a conquistare la sua prima maglia tricolore, che ora dovrà cercare di onorare sulle strade del Tour di France, le cui prime due tappe strizzano l’occhio proprio al neocampione nazionale

Benedetto Ciccarone

Il podio del campionato nazionale uomini elite 2024 (SprintCyclingAgency)

Il podio del campionato nazionale uomini elite 2024 (SprintCyclingAgency)

LONGO BORGHINI CONQUISTA IL QUINTO TITOLO NAZIONALE SU STRADA

giugno 22, 2024 by Redazione  
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Elisa Longo Borghini (Team Lidl Trek), tra le favorite se non la favorita principale della vigilia, attacca a 26 km dalla conclusione e va a vincere in solitaria il suo quinto tricolore su strada in quel di Scarperia.

I Campionati Italiani di Ciclismo 2024 si concludono con le prove su strada maschili e femminili. Oggi tocca alle donne elite che dovranno affrontare un percorso impegnativo di 130 km da Bagno a Ripoli a Scarperia, con diversi strappi che animeranno la corsa soprattutto nel finale. Elisa Longo Borghini (Team Lidl Trek) è tra le favorite per la vittoria finale, ma altri nomi caldi sono Ilaria Sanguineti, Elisa Balsamo e Gaia Realini, tra l’altro tutte compagne della Longo Borghini. La corsa si è animata intorno al km 40 grazie all’azione solitaria di Elisa De Vallier (Top Girls Fassa Bortolo) che prendeva in poco tempo oltre 1 minuto di vantaggio sul gruppo inseguitore. La ’squadra’ più attiva all’inseguimento della De Vallier è stata l’UAE Team Emirates, forte di un maggior numero di cicliste. La De Vallier veniva ripresa al km 80, praticamente all’inizio delle fasi salienti della corsa. Iniziavano scatti e controscatti e tra le cicliste più attive si segnalavano Letizia Borghesi (Team EF Education-Cannondale), Gaia Realinii (Team Lidl Trek), Alessia Vigilia (Team FDJ Suez), Barbara Guarischi (Team SD Worx – Protime), Marta Pavesi (Top Girls Fassa Bortolo) e Beatrice Caudera (UAE Team ADQ). A circa 26 km dalla conclusione uno scatto secco di Elisa Longo Borghini decretava la svolta della corsa. In poco tempo la ciclista piemontese raggiungeva una trentina di secondi di vantaggio sul gruppo inseguitore tirato dalla UAE Team ADQ. Le ottime qualità da passista permettevano alla Longo Borghini di controllare il suo vantaggio e di andare a vincere in solitaria sul traguardo di Scarperia. A 13 secondi il gruppo inseguitore veniva regolato per il secondo posto da Chiara Consonni (Team GS Fiamme Azzurre) mentre terza era Eleonora Camilla Gasparrini (UAE Team ADQ). Chiudevano la top five Rachele Barbieri (Team GS Fiamme Oro) in quarta posizione e Letizia Borghesi (Team EF Education-Cannondale) in quinta posizione. Per la Longo Borghini è il quinto titolo nazionale in linea.

Antonio Scarfone

Elisa Longo Borghini è campionessa italiana su strada per la quinta volta (foto SprintCyclingAgency)

Elisa Longo Borghini è campionessa italiana su strada per la quinta volta (foto SprintCyclingAgency)

GANNA FA LA VOCE GROSSA A GROSSETO. QUINTO TITOLO NAZIONALE A CRONOMETRO

giugno 20, 2024 by Redazione  
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Filippo Ganna (Team INEOS Grenadiers) si impone con autorità nella prova a cronometro dei Campionati Italiani di Cilismo 2024 battendo Edoardo Affini (Team Visma Lease a Bike) e Filippo Baroncini (UAE Team Emirates)

A Grosseto era oggi in programma la prova a cronometro uomini elite dei Campionati Italiani di Ciclismo 2024. Filippo Ganna (Team INEOS Grenadiers) era naturalmente il grande favorito per la vittoria su un percorso di 35 km totalmente pianeggiante. Il ciclista piemontene non ha deluso le aspettative andando a vincere con il tempo di 39 minuti e 18 secondi. Fiero avversario di Ganna è stato Edoardo Affini (Team Visma Lease a Bike), il quale pur arrendendosi di 24 secondi, è stato l’unico insieme a Ganna a scendere sotto i 40 minuti. Il terzo posto è andato a Filippo Baroncini (UAE Team Emirates), a suo agio tradizionalmente nelle prove contro il tempo. Il ciclista di Massa Lombarda ha concluso la sua prova con il tempo di 40 minuti e 12 secondi, a 54 secondi di ritardo da Ganna. Hanno chiuso il la top five Jonathan Milan (Team Lidl Trek) al quarto posto e Matteo Trentin (Team Tudor Pro Cycling) al quinto posto, rispettivamente a 1 minuto ed 1 secondo di ritardo e 1 minuto e 7 secondi di ritardo da Ganna, che con cinque vittorie totali ed ora ad un passo dalle sei vittorie di Marco Pinotti, recordman italiano nella specialità.

Antonio Scarfone

Filippo Ganna vince i Campionati Italiani a Cronometro 2024 (foto: Bettini /AFP/Getty Images)

Filippo Ganna vince i Campionati Italiani a Cronometro 2024 (foto: Bettini /AFP/Getty Images)

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