LE PAGELLE DEL GIRO DELLE FIANDRE: POGACAR INARRIVABILE, ITALIANI COMPLESSIVAMENTE DISCRETI
aprile 8, 2025 by Redazione
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I voti ai protagonisti e non del Giro delle Fiandre. Su tutti Pogacar, l’Italia si fa vedere con Ganna, Ballerini e Trentin. Molti di questi ciclisti li ritroveremo alla Parigi – Roubaix di domenica 13 aprile.
TADEJ POGACAR. La fenomenale accelerazione sull’ultimo Oude Kwaremont resterà impressa negli occhi degli appassionati di ciclismo. Il campione sloveno in quel momento si scrolla di dosso gli avversari più temibili e va a vincere il suo secondo Giro delle Fiandre. E con queste premesse adesso prepariamoci per un’altrettanto fantastica Parigi – Roubaix. VOTO: 9.5
MATHIEU VAN DER POEL. Il trionfatore della Milano – Sanremo è l’ultimo a mollare le ruote di Pogacar. In conferenza stampa dichiara di essere stato poco bene ed di aver assunto antibiotici. Resta il fatto che sui muri e sul pavè ha dimostrato di avere una marcia in più insieme allo sloveno, fino all’attacco decisivo di quest’ultimo. E comunque sale sul podio dimostrando di esserci sempre. VOTO: 9
MADS PEDERSEN. Bissa il secondo posto del 2018 salendo sul podio per la terza volta alla Ronde. Nel carniere ha anche un terzo posto nel 2023. L’ex campione del mondo è in forma smagliante e può davvero sorprendere alla Parigi – Roubaix di domenica prossima. VOTO: 9
WOUT VAN AERT. Il ciclista belga sta tornando sui suoi livelli e coglie un quarto posto che gli dà fiducia per le prossime gare, prima di tutte in ordine di tempo la Parigi – Roubaix di domenica prossima. Pogacar, Pedersen e Van der Poel hanno dimostrato di essergli superiore. Alla fine chiude una top five di altissimo livello. VOTO: 8.5
TIESJ BENOOT. Se Stuyven è stato l’ombra di Pedersen, lui è stata quello di Van Aert. A circa 20 km dalla conclusione un problema alla bici gli fa perdere il treno per tornare sui battistrada e chiude con un ottimo sesto posto. VOTO: 8
STEFAN KUNG. Il ciclista svizzero alla Ronde sa sempre farsi vedere in qualche modo e ottiene la terza top ten in carriera. VOTO: 7.5
DAVIDE BALLERINI. Ottiene il suo miglior risultato al Giro delle Fiandre con una prova molto omogenea. Va in fuga, resiste al ritorno dei primi, chiude al decimo posto. Di più, oggettivamente, non poteva. VOTO: 7
MATTEO TRENTIN. Gli anni passano anche per lui ma nelle fasi calde della corsa è il terzo italiano, insieme a Ganna e Ballerini, a farsi notare. VOTO: 7
ALEXANDER KRISTOFF. Alla sua ultima Ronde il ciclista norvegese chiude in 55° posizione onorando la corsa che ha vinto nel 2015. Chapeau. VOTO: 7
FILIPPO GANNA. Chiude in ottava posizione, primo degli italiani, regolando il primo gruppo inseguitore, giunto al traguardo con 2 minuti e 19 secondi di ritardo da Pogacar. Nelle fasi calde lotta, stringe i denti e cerca di mantenere la testa della corsa finchè i fenomeni accelerano e se ne vanno. Alla Parigi – Roubaix non ci sono muri ma se riuscirà a mantenere salde le mani sul manubrio può sorprendere su quei tratti in pavè. VOTO: 6.5
IVAN GARCIA. I ciclisti spagnoli non amano molto il Giro delle Fiandre e considerando che non stiamo parlando di Juan Antonio Flecha la top ten finale gli vale una sufficienza più che meritata. VOTO: 6.5
MATTEO JORGENSON . Doveva essere una delle punte della Visma Lease a Bike ma alla fine lavora per Van Aert. VOTO: 6
YVES LAMPAERT. Il voto che diamo a Lampaert è quello dato anche alla Soudal Quick Step, squadra faro del ciclismo belga che da un po’ di tempo non ottiene risultati in linea alla sua tradizione. Arriveranno tempi migliori? Chi lo sa… VOTO: 4
Antonio Scarfone
POGACAR – VAN DER POEL 1 – 1, LO SLOVENO STACCA TUTTI SUL VECCHIO KWAREMONT
aprile 6, 2025 by Redazione
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Dopo la sconfitta alla Sanremo Pogacar rende pan per focaccia al rivale olandese e stavolta, dopo molti tentativi, riesce a levarsi di ruota il più temibile avversario delle classiche di primavera. Neppure il lavoro di un fuoriclasse come Van Aert consente al gruppo inseguitore di avvicinarsi al campione del mondo, che mette in bacheca l’ottava monumento della carriera.
La sfida a a due che sta caratterizzando la stagione della classiche di primavera si ripeterà domenica prossima sui tratti di pavè della edizione 2025 della Parigi-Roubaix, alla quale Tadej Pogacar (UAE Team Emirates – XRG) parteciperà per la prima volta.
L’Inferno del Nord non presenta un percorso adatto alla caratteristiche dell’iridato ma, si sa, quando Pogacar decide di partecipare ad una corsa non lo fa per andare a fare esperienza ma punta sempre e comunque alla vittoria.
Pogacar si presenterà sulle pietre dopo aver pareggiato i conti al Giro delle Fiandre con il vincitore delle ultime due edizioni Mathieu van der Poel (Alpecin – Deceuninck), che lo aveva sconfitto due settimane fa alla Milano-Sanremo dopo essere riuscito a resistere agli attacchi portati dallo sloveno sulla Cipressa e sul Poggio.
La “classicissima”, però, non presenta pendenze sulle quali fare agevolmente la differenza ed è quindi difficile, anche per un fuoriclasse come Pogacar, riuscire a fare la differenza; al contrario, sui muri delle Fiandre i continui attacchi hanno alla fine sfiancato tutti e, una volta che Pogacar si è levato di ruota i più pericolosi rivali, lo sloveno si è involato verso il traguardo nonostante l’inseguimento condotto da un altro pezzo da 90 come Wout Van Aert (Team Visma | Lease a Bike)
La sfida, dunque, continua, ma oggi si è avuta una chiara dimostrazione che lo stato di forma del capitano della UAE non è, fino a questo momento, inferiore a quello dello scorso anno; anzi, il campione del mondo si sta dimostrando anche più maturo e pronto alla sfida più difficile sulle pietre.
Oggi, in corsa, Pogacar ha perso diversi compagni coinvolti in cadute ma, una volta chiuso sui tentativi di attacco da lontano, ha iniziato una girandola di scatti tutti rintuzzati da Van der Poel, fino al terzo passaggio sul vecchio Kwaremont, dove è partito in contropiede su un attacco di Van Aert, riuscendo a levarsi di ruota anche l’olandese.
A quel punto gli avversari, che si erano un po’ sfilacciati, si sono ricompattati in un quartetto che contemplava anche Jasper Stuyven e Mads Pedersen (Lidl – Trek), ma non sono riusciti a trovare un accordo e così l’inseguimento è stato condotto soprattutto da Van Aert, che ha dato l’impressione di averne di più rispetto a Van der Poel (comunque alla fine arrivato sul podio alla spalle di Stuyven, precedendo proprio il belga).
Dopo i primi cinque sono giunti al traguardo Tiesj Benoot (Team Visma | Lease a Bike) e Stefan Kung (Groupama – FDJ), ultimi superstiti del primo contrattacco, mentre Filippo Ganna (INEOS Grenadiers), che era stato riassorbito dal gruppo, ha conquistando l’ottava posizione; la top ten che è stata chiusa dallo spagnolo Iván García (Movistar) e dal nostro Davide Ballerini (XDS Astana Team)
Subito dopo la partenza di Bruges sono in molti a provarci, ma il tentativo buono è quello animato da Elmar Reinders (Jayco AlUla), Alessandro Romele (Astana), Connor Swift (INEOS), Rory Townsend (Q36.5), Marco Haller (Tudor), Victor Vercouille (Team Flanders), Sean Flynn e Timo Roosen (Picnic).
La UAE e la Alpecin mettono in testa i loro uomini per tenere la fuga sotto controllo. Dopo il primo muro si verifica una caduta a centrogruppo in cui resta coinvolto senza conseguenze anche Van der Poel, mentre due uomini di Pogacar (Wellens e Narvaez) escono malconci dal capitombolo andando a complicare i piani dell’iridato.
Sul Molenberg nasce un tentativo di contrattacco promosso da Ballerini al quale aderiscono anche Vito Braet (Intermarché – Wanty), Küng e Benoot. Intorno ai -100 sul terzetto si riportano Ganna, Matteo Trentin (Tudor), Daan Hoole (Lidl Trek) e Quinten Hermans (Alpecin), mentre i battistrada, che conservano solo 25 secondi di margine, vedono la loro sorte inesorabilmente segnata.
La presenza di un uomo dell’Alpecin tra i contrattaccanti fa ricadere il peso dell’inseguimento sulla UAE. Pogacar a questo punto decide si aprire le danze lungo la seconda ascesa al vecchio Kwaremont e sulle sue ruote saltano senza indugio Matteo Jorgenson (Team Visma | Lease a Bike), Van Aert, Pedersen e Van der Poel.
Mentre davanti resistono Ganna, Ballerini, Trentin, Benoot, Hoole e Küng, tra i più immediati inseguitori infuria la battaglia sul Paterberg e sul Koppenberg, con Pogacar e Van der Poel che se le danno di santa ragione e sembrano i più brillanti.
Dopo il Koppenberg gli inseguitori si ricompattano e ai -40 raggiungono la testa della corsa, andando a formare un drappello di tredici uomini Van der Poel, Pogacar, van Aert, Ganna, Küng, Pedersen, Hoole, Stuyven, Trentin, Benoot, Jorgenson, Haller e Ballerini.
Sui successivi muri – Steenbeekdries, Taaienberg e Oude Kruisberg – Pogacar attacca a testa bassa ma trova sempre qualcuno in grado di rispondere; in particolare Van der Poel rimane da solo con lui per qualche chilometro, prima del rientro di Stuyven, Pedersen e Van Aert in vista dell’ultimo passaggio sul vecchio Kwaremont.
Il primo ad attaccare è Van Aert, ma Pogacar parte per la quinta volta e passa il belga a doppia velocità e stavolta anche Van der Poel, che pure aveva provato a rispondere, deve cedere e paga lo sforzo perché da qui in avanti non riuscirà a dar linfa al tentativo di rientro.
L’inseguimento è vano perché lo sloveno continua ad incrementare il vantaggio e va a vincere la Ronde edizione 2025 con un minuto su Stuyven, che riesce a conquistare la piazza d’onore anticipando lo sprint. Van der Poel si consola con gradino più basso del podio, come aveva fatto il suo rivale sul traguardo di Sanremo.
La sfida è di nuovo in parità e la prossima puntata sarà sulle pietre della Roubiax, dove il grande favorito sarà l’olandese vincitore delle ultime due edizioni.
Benedetto Ciccarone

Pogacar aggiunge un'altra perla alla sua carriera vincento il Giro delle Fiandre 2025 (Getty Images)
GAND – WEVELGEM, ASSOLO VINCENTE DI MADS PEDERSEN. TERZO JONATHAN MILAN
marzo 31, 2025 by Redazione
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A 56 km dalla conclusione, tra Baneberg e doppio Kemmelberg, l’ex campione del mondo accelera e se ne va tutto solo, iniziando una cavalcata trionfale che lo porterà a vincere la sua terza Gand – Wevelgem. Buon terzo posto nella volata dei battuti per Jonathan Milan (Team Lidl Trek), che si piazza alle spalle di Tim Merlier (Team Alpecin Deceuninck)
L’assenza di ciclisti del calibro di Van der Poel, Pogacar, Van Aert e Ganna vede una Gand Wevelgem maggiormente equilibrata, dove un mix di velocisti, finisseur e uomini da classiche possono ambire al successo. Più di tutti l’indiziato numero uno ad essere il favorito della corsa è Mads Pedersen (Team Lidl – Trek), reduce dal secondo posto alla E3 Saxo Bank Classic e vincitore della Gand Wevelgem già in due occasioni, nel 2020 e nel 2024. Si parte da Ypres e si arriva a Wevelgem dopo poco più di 250 km. Le insidie altimetriche maggiori, oltre agli inevitabili pavè, sono Monteberg, Baneberg e Kemmelberg, quest’ultimo che verrà percorso da due versanti differenti. La fuga, partita definitivamente dopo una ventina di km, era composta da nove ciclisti ovvero Sam Maisonobe (Team Cofidis), Jasha Sutterlin (Team Jayco AlUla), Marco Haller (Tudor Pro Cycling Team), Emīls Liepiņš (Q36.5 Pro Cycling Team), Victor Vercouillie (Team Flanders – Baloise), Max Walker (Team EF Education EasyPost), Rui Oliveira (UAE Team Emirates XRG), Samuel Leroux ed Alexys Brunel (Team TotalEnergies). Dopo un vantaggio massimo di quasi 4 minuti la fuga perdeva velocemente terreno sul gruppo anche perchè tra il km 90 ed il km 100 entravano di scena vento e ventagli. Tra le vittime più illustri restate nelle retrovie si segnalavano Gianni Vermeersch (Team Alpecin Deceuninck), Arnaud De Lie (Team Lotto) e Søren Wærenskjold (Team Uno X Mobility). In particolare DE Lie si ritirava dalla corsa a 192 km dalla conclusione. Una caduta all’inizio dei tratti ‘berg’ metteva fuori gioco, tra gli altri, Juan Sebastian Molano (UAE Team Emirates XRG), Matteo Trentin (Team Tudor Pro Cycling) e Jordi Meeus (Team Redbull BORA Hansgrohe). Nelf frattempo Victor Campenaerts (Team Visma Lease a Bike) si univa ai battistrada in testa alla corsa. Una foratura rallentava Jasper Philipsen (Team Alpecin Deceuninck), uno fra i più attivi nelle fasi calde della corsa, sempre sulle ruote di Mads Pedersen. Il doppio Kemmelberg decideva le sorti della corsa. Prima la fuga iniziava a perdere, oltre che terreno dal gruppo inseguitore, anche uomini. In secondo luogo Pedersen accelerava e si avvantaggiava sul resto del gruppo a 56 km dalla conclusione. Una volta raggiunta quel che restava della fuga, Pedersen se ne andava tutto solo. Il danese aumentava il vantaggio sul gruppo, dove tiravano Alpecin Deceuninck e Uno X Mobility. A 15 km dalla conclusione il ciclista danese aveva 1 minuto e 25 secondi di vantaggio. La cavalcata trionfale dell’ex campione del mondo si concludeva sul traguardo di Wevelgem. Treza vittoria per lui della Gand Wevelgem. Il gruppo era regolato a 49 secondi di ritardo da Tim Merlier (Team Alpecin Deceuninck) mentre Jonathan Milan (Team Lidl Trek) era terzo. Chiudevano la top five Alexander Kristoff (Team Uno X Mobility) in quarta posizione ed Hugo Hofstetter (Team Israel Premier Tech) in quinta posizione. Da segnalare nella top ten il sesto posto di Davide Ballerini (Team XRD Astana). E adesso Pedersen punta al Giro delle Fiandre, dove però dovrà fare i conti anche con quei ciclisti che abbiamo elencato all’inizio, primi fra tutti Van der Poel e Pogacar.
Antonio Scarfone

Mads Pedersen vince la Gand - Wevelgem 2025 (foto: Getty Images)
POGACAR INFIAMMA LA CLASSICISSIMA SULLA CIPRESSA, LA VITTORIA SE LA PRENDE VAN DER POEL
marzo 22, 2025 by Redazione
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Il campione del mondo ha regalato un sabato indimenticabile agli appassionati con un attacco sulla salita di Cipressa che, dal lontano 1996, non era mai più stata decisiva per via delle caratteristiche del percorso che rendono estremamente difficile andare all’arrivo. Van der Poel e uno stoico Filippo Ganna riescono a resistere e, dopo un’altra battaglia sul Poggio, è volata a tre con l’olandese che disputa uno sprint perfetto e precede Ganna e Pogacar che, ancora una volta, deve rimandare l’appuntamento con la vittoria in questa corsa.
Inutile girarci intorno, la Milano – Sanremo è la classica più complicata da vincere per il fuoriclasse sloveno (la Roubaix è un capitolo a parte).
Dopo aver tentato nelle scorse edizioni di fare la differenza sul Poggio, quest’anno Tadej Pogacar (UAE Team Emirates – XRG) ha tentato di giocare una delle sue armi migliori, l’attacco da lontano.
Una simile opzione sembrava nell’aria e già era stata ipotizzata lo scorso anno, visto che sul Poggio è quasi impossibile fare la differenza rispetto a certi uomini.
Quest’anno il pronostico si è trasformato in realtà e la maglia iridata è uscita dal gruppo con una delle sue brutali accelerate già sulla prima rampe della salita della Cipressa; solo due uomini sono stati in grado di non farsi travolgere dall’attacco: il già vincitore di questo corsa Mathieu Van der Poel (Alpecin – Deceuninck) e l’ottimo Filippo Ganna (INEOS Grenadiers), che ha mostrato all’ultima Tirreno Adriatico un’ottima condizione.
L’italiano ha avuto i suoi problemi a tenere il ritmo sulle accelerate di Pogacar, ma è riuscito a gestirsi molto intelligentemente, evitando il fuori giri e cercando sempre di rientrare, approfittando degli inevitabili rallentamenti dopo le rasoiate. Con questa condotta di gara il nostro grande passista è riuscito a ricucire il gap causato dagli attacchi di Pogacar sulla Cipressa prima e sul Poggio poi. Dopo l’ultima asperità Ganna si è superato guadagnando secondi in discesa, terreno nel quale, almeno sulla carta, è inferiore sia a Pogacar, sia a Van der Poel. L’italiano ha portato a compimento l’inseguimento all’interno dell’ultimo chilometro ma, ovviamente, lo sforzo profuso nel finale di una gara lunghissima e tiratissima lo ha inevitabilmente lasciato un po’ a corto di energie per uno sprint combattuto al cospetto di un corridore esplosivo come Van der Poel.
La gara di Ganna è stata quindi ottima ed il secondo posto è un grandissimo risultato.
Il vincitore di questa edizione 116 della Classicissima, invece, ha adottato l’unica tattica possibile, ovvero non mollare un metro sulle tremende rasoiate del campione del mondo, e ha retto molto bene, anche se in alcuni momenti ha dovuto dar fondo a tutte le sue energie e sulle ultime rampe del Poggio ha addirittura provato un allungo, prontamente rintuzzato da Pogacar.
La condotta di gara dell’olandese è stata perfetta anche in pianura e, tornato sull’Aurelia con Ganna e Pogacar dopo la Cipressa, ha collaborato per aumentare il vantaggio sul gruppo, in modo tale da assicurare un finale a tre. Nel tratto conclusivo ha sfruttato il tentativo di Pogacar di impedire il rientro di Ganna ed è riuscito ad anticipare lo sprint osservando gli avversari e cogliendo il momento migliore per partire a tutta, dando fondo alla sua grande esplosività.
Decisivo è stato l’attimo in cui Pogacar era distante qualche metro e Ganna, dal lato opposto della strada, cercava di ordinare le idee; è a questo punto che Van der Poel ha saputo cogliere l’attimo ed è andato a prendersi la vittoria.
Per quanto riguarda Pogacar, l’appuntamento con la vittoria è ancora rimandato; del resto si sa che in una volata con Van der Poel non c’è storia. Il campione del mondo non ha nulla da rimproverarsi, la tattica è stata quella giusta: quella di attaccare sulla Cipressa per far fuori definitivamente i velocisti e impedire situazioni come quella dello scorso anno, quando nel finale erano presenti squadre in superiorità numerica.
L’attacco è stato ottimo e il primo gruppo inseguitore, nonostante fosse rimasto molto ridotto, non è riuscito a contenere il distacco, che allo scollinamento superava i 30 secondi. Si tratta di un gap davvero difficile da scavare su una salita con quelle pendenze e in una situazione in cui certo i tre non sono stati lasciati andare.
Nel tratto pianeggiante Pogacar era consapevole che avrebbe ricevuto collaborazione, essendo interesse comune andare all’arrivo, e sulle primissime rampe del Poggio ha iniziato la girandola di attacchi nell’estremo tentativo di staccare Van der Poel. L’olandese non ha mollato mai ruota e, anzi, come azione dimostrativa ha provato un allungo nelle ultime rampe della salita, azione che sulle prime aveva sorpreso Pogacar.
In definitiva, i tre hanno dato un grande spettacolo anche se in realtà il protagonista assoluto è stato una volta ancora Pogacar, che riesce a dar sfoggio della sua classe anche quando non vince.
Per quel che riguarda il resto della corsa, va segnalata una lunga fuga di giornata esauritasi sui tre capi e animata da Mathis Le Berre (Arkéa-B&B Hotels), Alessandro Verre (Arkéa-B&B Hotels), Baptiste Veistroffer (Lotto Cycling Team), Kristian Sbaragli (Team Solution Tech – Vini Fantini), Tommaso Nencini (Team Solution Tech – Vini Fantini), Mark Stewart (Team Solution Tech – Vini Fantini), Martin Marcellusi (VF Group Bardiani-CSF Faizanè) e Filippo Turconi (VF Group Bardiani-CSF Faizanè).
Un’ultima notazione pare opportuna per censurare la scelta di spostare la partenza da Milano a Pavia. La corsa è storica e si chiama Milano – Sanremo ed è quindi evidente che non ha senso non farla partire dal capolugo lombardo. É stato affermato che anche le corse che vedono Parigi come partenza non scattano da Parigi. Quello che non si comprende è per quale motivo si debbano copiare gli errori commessi da organizzatori di altre corse.
Per fortuna i corridori ci hanno fatto dimenticare questa stortura con una corsa bellissima e spettacolare.
La stagione delle classiche monumento è partita e, se il buon giorno si vede dal mattino, gli appassionati possono aspettarsi una straordinaria primavera.
Benedetto Ciccarone

Per la seconda volta in carriera Van der Poel vince la Milano-Sanremo (Getty Images)
LIEGI 2024 – LE PAGELLE
aprile 21, 2024 by Redazione
Filed under 7) LIEGI - BASTOGNE - LIEGI, Approfondimenti
Le pagelle della Liegi-Bastogne-Liegi 2024
TADEJ POGACAR: Non ci sono più aggettivi per questo corridore straordinario. Era il favorito della Liegi-Bastogne-Liegi e correva contro tutti ma per lui nessun problema. Il corridore della UAE Team Emirates corre con attenzione e intelligenza non facendosi sorprendere dalle cadute del gruppo. Tadej fa lavorare bene la squadra e a meno 35 chilometri dalla fine piazza la stoccata vincente che lascia tutti di sasso. Fenomenale. VOTO: 10
ROMAIN BARDET: Il 33enne transalpino coglie in questa edizione il piazzamento più alto in carriera in una Classica Monumento. Non prova a tenere le ruote di Pogacar, sapendo che sarebbe stato un azzardo, e attacca con astuzia nel gruppetto degli inseguitori, andandosi a prendere un ottimo secondo posto. VOTO: 7,5
MATHIEU VAN DER POEL: Il Campione del Mondo dopo aver vinto in meno di un mese Parigi-Roubaix e Giro delle Fiandre arrivava alla Liegi nei panni di uno dei principali favoriti. Rimane coinvolto in una caduta di gruppo che gli fa spendere molte energie per rientrare e per questo soffre sulle pendenze delle “côtes” valloni. Nonostante una condizione atletica in calo e una giornata sfortunata riesce a vincere lo sprint del gruppo degli inseguitori e prendersi un meritato terzo posto. VOTO: 7
MAXIM VAN GILS: Il giovane belga della Lotto Dnsty è una delle belle realtà di questo 2024. Corridore che onora tutte le corse a cui partecipa con piazzamenti molto interessanti, come il quarto posto di giornata. VOTO: 6,5
AURELIEN PARET-PEINTRE: Il corridore della Decathlon AG2R La Mondiale Team raccoglie un buon quinto posto col minimo sforzo. Corre per il piazzamento cetellinando al minimo gli sforzi e raggiunge il suo obiettivo. VOTO: 6,5
DIEGO ULISSI: Il toscanaccio dela UAE Emirates fa la solita corsa di sacrificio per il suo capitano. Quando c’è da menare e fare l’andatura in testa al gruppo non si tira mai indietro. VOTO: 6,5
EGAN BERNAL: Vedere il corridore colombiano attaccare sulla Rouche-aux-Faucons dopo gli anni difficili post-infortuni è un inno alla gioia per tutti gli appassionati di ciclismo. Termina al diciannovesimo posto nel gruppo regolato da Van der Poel. VOTO: 6,5
ANTONIO TIBERI: Il giovane ciclista della Bahrain-Victorious è il primo degli italiani al traguardo. Si fa notare negli ultimi 20 chilometri, quando cerca di avvantaggiarsi con altri inseguitori dal gruppetto Van der Poel. VOTO: 6
BEN HEALY: Solita corsa generosa del corridore irlandese della EF Education-EasyPost. Tanta grinta ma purtroppo per lui non basta. VOTO: 6
ROMAIN GREGOIRE: Seconda punta della Groupama-FDJ che riesce ad entrare nel gruppetto Bardet a 15 chilometri dal traguardo. Pogacar era già lontano ma l’azione per il podio viene sfruttata solo dal corridore del Team DSM. Nel complesso buona gara per il giovane francese. VOTO: 6
LUCA VERGALLITO: Quando Van der Poel rimane coinvolto nella caduta il nostro connazionale si mette in testa al gruppo a tirare per il suo capitano. Le sue fatiche sono state ripagate con il podio del Campione del Mondo. VOTO: 6
BENOIT COSNEFROY: Solita corsa di cuore per il ciclista francese. Entra nell’azione che lancia Bardet al secondo posto, ma purtroppo non riesce a tenergli le ruote. VOTO: 6
RICHARD CARAPAZ: Lo scalatore ecuadoriano è l’unico che prova a tenere le ruote di Pogacar quando scatta. Stringe i denti ma molla le ruote dello sloveno dopo qualche metro e i fuorigiri gli precludono la lotta al podio. VOTO: 5,5
THOMAS PIDCOCK: La sfortuna lo colpisce con un problema meccanico nel bel mezzo della corsa. Recupera e rientra nel gruppo dei migliori, ma si nasconde non riuscendo a trovare il guizzo giusto per un buon piazzamento. Nonostante un settimo posto, da un ciclista con le sue qualità e fresco vincitore dell’Amstel ci aspettavamo di più. VOTO: 5
SANTIAGO BUITRAGO: La maxi-caduta ad inizio corsa coinvolge anche lui, oltre che a Van der Poel. Corre sempre di rimessa ma le energie finiscono subito. VOTO: 5
ALEKSANDR VLASOV: Il corridore della Bora-Hansgrohe non riesce a fare il salto di qualità che ci aspettiamo da anni. Che sia un Grande Giro o una corsa di un giorno il risultato non cambia. VOTO: 4,5
STEPHEN WILLIAMS: Il vincitore della Freccia Vallone 2024 esce subito dai giochi arrivando al traguardo con oltre quindici minuti di ritardo da Pogacar. VOTO: 4
Luigi Giglio
LIEGI-BASTOGNE-LIEGI SENZA STORIA. POGACAR VINCE DOMINANDO
aprile 21, 2024 by Redazione
Filed under 7) LIEGI - BASTOGNE - LIEGI, News
L’attacco sulla Côte de la Redoute era una delle mosse più pronosticate degli ultimi eventi ciclistici e così è stato per Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) che allunga e in pochi km otterrà un vantaggio che si dilaterà fino al termine della corsa con Romain Bardet (Team DSM – Firmenich PostNL) che si guadagna il secondo posto mentre un comunque discreto Mathieu van Der Poel chiude in terza posizione
Dopo la vittoria nel 2021 Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) si presenta alla Liegi-Bastogne-Liegi come grande favorito anche in considerazione del fatto che Remco Evenepoel (Team Soudal Quick Step), vincitore nel 2022 e nel 2023, è ai box dopo la caduta patita al Giro dei Paesi Baschi. L’avversario più temibile per lo sloveno sembra essere il campione del mondo Mathieu van der Poel (Team Alpecin Fenix) ma non mancano altri ciclisti che palesano una buona condizione come Santiago Buitrago e Wour Poels (Team Bahrain Victorious), Tom Pidcock (Team INEOS Grenadiers), Mattias Skjelmose Jensen (Team Lidl Trek), Stephen Williams (Team Israel Premier Tech) e Maxim van Gils (Teal Lotto Dstny). Negli oltre 254 km da Liegi a Liegi si dovranno affrontare 11 cotes e come di consueto saranno quelle finali a decidere la gara, ovvero il trittico formato dal Col du Rosier, dalla Côte de la Redoute e dalla Côte de la Roche-aux-Faucons. La fuga partiva dopo pochi km grazie all’azione di nove ciclisti: Gil Gelders (Team Soudal Quick Step), Remy Rochas (Team Groupama FDJ), Enzo Leijnse (Team DSM – Firmenich PostNL), Christian Scaroni (Team Astana Qazaqstan), Lilian Calmejane (Team Intermarchè Wanty), Ivan Romeo (Team Movistar), Loic Vliegen (Team Bingoal WB), Fabien Doubey e Paul Orselin (Team TotalEnergies). Il gruppo lasciava andare i nove attaccanti che dopo 30 km avevano un vantaggio di 3 minuti e 30 secondi. Dopo la Côte de Bellerue e la Côte de Saint-Roch, le due prime asperità categorizzate che i ciclisti avevano affrontato, il vantaggio della fuga sul gruppo inseguitore tirato dall’UAE Team Emirates era di 4 minuti e 40 secondi. Le cose iniziavano a cambiare ritornando verso Liegi visto che ai piedi della Côte de Mont-le_soie il vantaggio della fuga sul gruppo inseguitore era sceso a minuto. La prima caduta di una certa rilevanza veniva registrata a 99 km dall’arrivo e vi erano coinvolti William Junior Lecerf (Team Soudal Quick Step), Chris Hamilton (Team DSM – Firmenich PostNL) e Toon Clynhens (Team Flanders Baloise). Poco dopo un rallentamento a causa di un restringimento della carreggiata causava una sensibile frattura nel gruppo. Tra gli altri restava invischiato nelle retrovie Mathieu van der Poel (Team Alpecin Deceuninck). La seconda parte del gruppo doveva recuperare una cinquantina di secondi sulla prima parte del gruppo. Il forcing dell’Israel Premier Tech allungava il primo gruppo inseguitore che annullava la fuga a 88 km dall’arrivo. Nel gruppo inseguitore oltre a Van der Poel erano presenti anche Valentin Madouas (Team Groupama FDJ), Jesus Herrada (Team Cofidis), Aleksandr Vlasov (Team BORA Hansgrohe), Simon Yates (Team Jayco AlUla) e Tom Pidcock (Team INEOS Grenadiers). A 83 km dalla conclusione il ritardo del gruppo Van der Poel era di 1 minuto e mezzo. Israel Premier Tech e UAE Team Emirates continuavano a darsi cambi regolari in testa al gruppo. Grazie al’impegno di INEOS Grenadiers e Bahrain Victorious, il gruppo Van der Poel rientrava sul gruppo principale a 70 km dalla conclusione. Sul Col du Rosier, uno dei punti più alti di tutta la Liegi-Bastogne-Liegi, scollinavano una sessantina di ciclisti. Domen Novak (UAE Team Emirates) trainava il gruppo anche sulla successiva Côte de Desniè. IL gruppo prendeva a tutta velocità la Côte de la Redoute, questa volta tirato da EF Education EasyPost e Lidl Trek. Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) dava una prima bottarella accelerando e mettendo in fila il gruppo. Alla sua accelerazione resisteva in un primo momento Richard Carapaz (Team EF Education EasyPost) ma poco dopo lo sloveno si avvantaggiava e scollinava con 8 secondi di vantaggio sul ciclista ecuadoriano. Pogacar aumentava il vantaggio sugli avversari. AI piedi della Côte des Forgues era già di un minuto abbondante. Alle sue spalle si era formato un primo quartetto di inseguitori che comprendeva Benoit Cosnefroy (Team Decathlon AG2R La Mondiale), Ben Healy (Team EF Education EasyPost), Romain Gregoire (Team Groupama FDJ) e Romain Bardet (Team DSM – Firmenich PostNL). Allo scollinamento della Côte de la Roche aux Façons il vantaggio di Pogacar era di 1 minuto e 30 secondi su Bardet mentre più dietro inseguiva un drappello formato da una ventina di ciclisti. Pogacar gestiva tranquillamente il suo vantaggio sugli inseguitori ed andava a vincere tra il tripudio della folla la sua seconda Liegi-Bastogne-Liegi. Piazza d’onore per Bardet che tagliava il traguardo con 1 minuto e 39 secondi di ritardo mentre Van der Poel saliva sul gradino più basso del podio regolando il gruppetto dei ritardatari. Maxim van Gils (Team Lotto Dstny) era quarto mentre Aurelien Paret-Peintre (Team Decathlon AG2R La Mondiale) chiudeva la top five. Il primo degli italiani era Antonio Tiberi (Team Bahrain Victorious), ventiduesimo nel gruppo Van der Poel. Pogacar è già bello carico dopo il ritiro in altura e vince una Monumento come se fosse un semplice allenamento. Adesso vedremo quali e quante briciole concederà al prossimo Giro d’Italia.
Antonio Scarfone

Tadej Pogacar vince la Liegi-Bastogne-Liegi 2024
STEPHEN WILLIAMS DOMINA FREDDO, PIOGGIA E AVVERSARI; SUA LA FRECCIA VALLONE
aprile 17, 2024 by Redazione
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La Freccia Vallone 2024 verrà ricordata soprattutto per la pioggia ed il freddo che ne ha condizionato non poco l’esito; dopo i tantissimi i ritiri, tra i superstiti spunta Stephen Williams (Israel-Premier Tech) che nell’ultimo passaggio sul Mur de Huy sorprende tutti e vince la corsa mentre Kevin Vauquelin (Arkéa-B&B Hotels) è secondo e chiude il podio Maxim Van Gils (Lotto Dstny)
Condizioni meteo inclementi si abbattono sulla Freccia Vallone 2024, tanta pioggia e temperature pressochè invernali segnano la corsa fin dal suo avvio. La fuga si forma subito grazie al primo scatto di Txomin Juaristi (Euskaltel – Euskadi) a cui successivamente si accodano Lilian Calmejane (Intermarché-Wanty), Alan Jousseaume (TotalEnergies), James Whelan (Q36.5 Pro Cycling Team), Igor Chzhan (Astana Qazaqstan Team) e Johan Meens (Bingoal WB). In gruppo tutti i ciclisti indossano gambali e mantelline procedendo con cautela, lasciando così ben volentieri andare il sestetto di testa. In vista della prima ascesa, la Côte d’Yvoir, in testa al gruppo si portano la Lidl-Trek e la Ineos Grenadiers per limare il ritardo che si attesta intorno ai 5’; allo scollinamento il gruppo recupera qualcosa passando a 4’:30”. Questo gap resta sostanzialmente invariato fino alla Côte d’Ereffe che di fatto introduce i corridori nel circuito finale caratterizzato dai quattro passaggi su Mur de Huy. La pioggia, intanto, diventa più intensa e davanti a dare un aiuto si portano anche gli uomini della UAE Team Emirates. Gli emiratini imprimono un cambio di ritmo che fa male a tanti ed uno dei primi a farne le spese tra i grandi nomi è Michael Matthews (Team Jayco AlUla). In testa si porta anche la EF Education – EasyPost ed il vantaggio dei sei in fuga a questo punto della corsa si riduce drasticamente arrivando dopo il primo passaggio da Huy a 2’. In testa Jousseaume accusa una crisi di freddo e alza bandiera bianca, la testa della corsa resta in cinque unità, ma non è il solo perchè in gruppo si ritirano Dylan Teuns (Israel-Premier Tech) e Pello Bilbao (Bahrain Victorious). Grazie all’apporto della Groupama – FDJ i fuggitivi vengono ripresi e nello stesso tempo il gruppo si fraziona in due tronconi, dietro restano Mattias Skjelmose (Lidl-Trek) e Marc Hirschi (UAE Team Emirates) che poco dopo decidono, anche loro, di ritirarsi, siamo al secondo passaggio da Huy. Dopo il terzo passaggio sul Mur de Huy mettono piede a terra anche Tom Pidcock (Ineos Grenadiers) e Tiesj Benoot (Visma | Lease a Bike), poco dopo a 60 chilometri dall’arrivo Søren Kragh Andersen (Alpecin-Deceuninck) piazza uno scatto a cui cercano di agganciarsi Nicholas Prodhomme (Decathlon Ag2r La Mondiale) e Valentin Madouas (Groupama-FDJ), seguiti sulla Côte d’Ereffe da Markus Hoelgaard (Uno-X Mobility). Il danese riesce a prendere un po’ di margine ed il vantaggio sale a 1’20” in vista della terza ascesa al Mur de Huy. Nel gruppo invece prova un allungo Stephen Williams (Israel-Premier Tech) seguito da Santiago Buitrago (Bahrain Victorious) e Richard Carapaz (EF Education-EasyPost), a loro volta seguiti a breve distanza da Kevin Vauquelin (Arkéa-B&B Hotels) e Maxim Van Gils (Lotto Dstny). I quattro si compattano andando a riprendere Williams, i cinque immediati inseguitori con cambi regolari si portano a 35” da Kragh Andersen mentre dietro ciò che resta del gruppo è tirato dagli uomini della Uno-X. I cinque uomini della Uno-X vanno prima, ai meno 17 chilometri dall’arrivo, a riprendere il gruppetto davanti e poi Kragh Andersen che ha terminato le energie non appena inizia la Côte d’Ereffe. In cima ci prova Andreas Leknessund (Uno-X Mobility) ma viene ripreso da Tim Van Dijke (Visma | Lease a Bike) che per diversi chilometri si mette a tirare il gruppo. Il gruppo dei migliori rimasti arriva appaiato all’ultimo passaggio sul Mur de Huy preso in testa dalla Uno-X e dalla Decathlon Ag2r La Mondiale, poco dietro Carapaz (EF Education – EasyPost), Benoot (Visma | Lease a Bike) e Buitrago (Bahrain Victorius) sembrano poter partire ma, invece non ne hanno, a sorpresa dalla sinistra della strada, da dietro, scatta Stephen Williams (Israel-Premier Tech), la sua è una accellerazione che produce subito un buon margine. Nessuno riesce a rispondere, tardiva è la reazione sia di Benoit Cosnefroy (Decathlon Ag2r La Mondiale) sia di Kevin Vauquelin (Arkéa-B&B Hotels) nonchè di Van Gils (Arkéa-B&B Hotels), infatti Williams nonostante abbia pagato un pò lo sforzo va comunque a vincere, secondo Vanquelin e terzo Van Gils che ha la meglio su Cosnefroy. Tra gli italiani il miglior risultato è di Davide Formolo (UAE Team Emirate) che arriva in 24ma posizione.
Antonio Scarfone

Stephen Williams vince la Freccia Vallone 2024
I VOTI DELL’AMSTEL GOLD RACE 2024
aprile 14, 2024 by Redazione
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Promossi e bocciati dell’Almstel Gold Race, prima di tre corse che vede le Ardenne protagoniste. Tom Pidcock vince e convince mentre Van der Poel è tra le maggiori delusioni
TOM PIDCOCK . Dopo due podi (2021 e 2022) vince con merito dimostrando di avere la gamba migliore e regalando alla Gran Bretagna la prima Classica della Birra. La brutta caduta e il ritiro al Giro dei Paesi Baschi è solo un brutto ricordo e tra Freccia Vallone e Liegi-Bastogne-Liegi sarà di nuovo tra i protagonisti. Voto: 9
MARC HIRSCHI . L’UAE Team Emirates era sulla carta una delle squadre più forti giunte in Olanda e alla fine a giocarsi la vittoria è stato Marc Hirschi, che però si è dovuto accontentare della piazza d’onore pur riportando sul podio dell’Amstel la Svizzera dopo sette anni (l’ultimo fu Marc Albasini, terzo nel 2017). VOTO: 8
TIESJ BENOOT . Il belga era il capitano di una Visma rattoppata ma è stato sempre nel vivo della corsa. Proprio le sue continue accelerazioni hanno scremato il gruppo nei chilometri finali e il terzo posto finale è tutto sommato un buon risultato. VOTO: 7.5
MAURI VANSEVENANT. Dopo il forfait di Alaphilippe a causa della frattura al perone, la Soudal Quick Step ha recitato a soggetto non avendo un vero e proprio capitano su cui puntare. Vansevenant è stato abile a prendere il comando della corsa insieme a Pidcock, Hirschi e Benoot, ma dei quattro era quello che soffriva di più le accelerazioni degli altri. Alla fine chiude in quarta posizione, ottenendo anche il suo miglior risultato stagionale. VOTO: 7
PAUL LAPEIRA. Aveva palesato una buona condizione vincendo tre corse tra metà marzo e inizio aprile. Il francese della Decathlon AG2R La Mondiale perde probabilmente il treno giusto all’ultimo passaggio sul Cauberg e vince la volata dei battuti. VOTO: 6.5
MICHAEL MATTHEWS Dopo il secondo posto alla Milano – Sanremo il ciclista australiano ha inanellato una serie di prestazioni discrete, ma il decimo posto di oggi non può bastare per raggiungere la sufficienza. VOTO: 5.5
BENOIT COSNEFROY . Quattro giorni fa aveva vinto con grande autorevolezza la Freccia del Brabante. Oggi appariva uno dei grandi favoriti per la vittoria, ma alla fine ottiene soltanto un anonimo sedicesimo posto. VOTO: 5
MATHIEU VAN DER POEL . Il campione del mondo partiva come l’uomo da battere ma si è visto davvero poco e anche l’Apecin Deceuninck è sembrata un po’ svagata durante lo svolgimento della corsa. Chissà, forse il campione del mondo era un po’ distratto e stava pensando al duello con Pogacar alla Liegi-Bastogne-Liegi. VOTO: 5
SIMONE VELASCO. Diciottesimo e primo italiano all’arrivo. Prosegue mestamente la crisi del ciclismo italiano. VOTO: 5
Antonio Scarfone
PIDCOCK, STAVOLTA LO SPRINT E’ VINCENTE. IL BRITANNICO TRIONFA ALL’AMSTEL
aprile 14, 2024 by Redazione
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Il finale dell’Amstel 2021 lo aveva visto sconfitto per una questioni di millimetri e tra le polemiche di chi contestava l’esito di un incertissimo fotofinish. Stavolta non c’è neanche stato il bisogno di ricorrere al replay perchè la volata con cui Thomas Pidcock (Ineos Grendadiers) è riuscito ad imporsi nella corsa più importante dei Paesi Bassi ha avuto un esito ben più netto. E così, dopo averla rincorsa per per diversi anni (fu terzo la passata stagione), il britannico è riuscito ad imporsi superando i tre compagni di fuga con cui si era avvantaggiato nel finale. Alle sue spalle Marc Hirschi (UAE Team Emirates), Tiesj Benoot (Visma | Lease a Bike) e Mauri Vansevenant (Soudal-Quick Step). Non pervenuto Mathieu Van der Poel (Alpecin-Deceuninck), evidentemente a corto di energie dopo la fragorosa doppietta Fiandre-Roubaix.
La 58sima edizione della corsa organizzata dalla famosa birra Olandese presenteva un percorso uguale a quello dello scorso anno, con partenza a Maastricht e arrivo a Berg en Terbljit, nei pressi di Valkeburg, dopo 253 km costellati dagli ormai classici “berg” del Limburgo. Il menu prevedeva ben 33 strappetti, gli ultimi dei quali componevano l’ormai classica sequenza:Cauberg (0.6 km à 8.3%), Geulhemmerberg (1 km à 5.9%) e Bemelerberg (0.7 km à 5.9%).
Da segnalare un ininfluente cambio di percorso causato da un incidente occorso ad un poliziotto al seguito della corsa che ha costretto gli organizzatori a fermare momentamente la corsa e a deviare la gara sul Korenweg (al posto del Bergseweg).
La fuga di giornata ha preso corpo dopo circa 35 km per merito di 4 corridori: Tosh van der Sande (Visma | Lease a Bike), Enzo Leijnse (Team DSM-Firmenich-PostNL), Alexander Hajek (Bora-Hansgrohe) e Zeb Kyffin (TDT-Unibet Cycling Team). Il quartetto non ha però mai preso il largo, tanto che il suo vantaggio sul gruppo non ha mai superato i 2 minuti in particolare per merito del lavoro profuso dagli uomini di Alpecin-Deceuninck, Ineos-Grenadiers, Groupama-FDJ e Lidl-Trek. La corsa ha proseguito senza nessun particolare sussulto (qualche caduta a parte) fino ai -80, quando sono iniziate le scaramucce in testa al gruppo. Il primo a muoversi è stato Bob Jungels (Bora-Hansgrohe) che ha cercato invano di portare via un gruppetto di inseguitori. Poco dopo, ai -74, Kyffin e Leijnse sono stati ripresi dal gruppo, stesso destino toccato poco dopo anche ad Hajek e Van der Sande. Ai -70, nel tratto di avvicinamento al primo passaggio sul Bemelerberg, una caduta ha coinvolto Quinten Hermans (Alpecin-Deceuninck), Arthur Kluckers (Tudor) e il duo della Lotto-Dstny formato da Pascal Eenkhoorn e Jonas Gregaard.
Poco prima del Loorberg (-63) la corsa si è nuovamente accesa grazie all’azione di Louis Vervaeke (Soudal Quick-Step), Mikkel Frølich Honoré (EF Education-EasyPost) e Paul Lapeira (Decathlon AG2R La Mondiale) che sono riusciti ad avvantaggiarsi guadagnando una ventina di secondi sul gruppo. Nella fase successiva il nuovo terzetto di testa è riuscito a mantenere un minimo vantaggio sul plotone che però inseguiva con un distacco minimo. E così ai -44 Michal Kwiatkowski (Ineos-Grenadiers) ha provato ad uscire dal plotone nel tentativo di ricucire il gap coi battistrada. Mathieu Van der Poel (Alpecin-Deceuninck) ha però immediatamente reagito, vanificando l’azione del Polacco. Qualche chilometro più in là (-36) Vervaeke ha perso contatto da Honoré e Lapeira venendo ripreso dal gruppo in testa al quale stava scandendo il ritmo Richard Carapaz (EF Education-EasyPost) di ritorno alle corse dopo l’infortunio patito alla Tirreno-Adriatico.
La situazione è nuovamente esplosa ai -35 quando sul Fromberg Marc Hirschi è riuscito ad andare via dal gruppo imitato poco dopo da Roger Adrià (Bora-Hansgrohe) e Valentin Madouas (Groupama-FDJ) e quindi dal ‘vecchio’ Bauke Mollema (Lidl-Trek). L’attacco di Hirschi ha letteralmente dato il via alle danze perchè alle spalle del quartetto appena citato molti altri corridori hanno provato ad evadere dal gruppo: per primo trovavamo un terzetto formato Andreas Kron (Lotto Dstny), Matteo Jorgenson (Visma | Lease a Bike)e Pello Bilbao (Bahrain – Victorious), quindi vi erano Mauri Vansevenant (Soudal Quick-Step), Quentin Pacher (Groupama-FDJ) e poi anche Thomas Pidcock (INEOS Grenadiers) e Tiesj Benoot (Visma | Lease a Bike). Nel giro di poco più di 5 km i vari gruppetti di attaccanti si sono rincongiunti andando a formare un drappello di testa forte di ben 12 uomini: Adrià, Benoot, Bilbao, Lapeira, Honoré, Hirschi,
Madouas, Mollema, Pacher, Pidcock,Vansevenant e Kevin Vauquelin (Arkea – B&B Hotels).
I battistrada hanno rapidamente guadagnato un margine interessante (circa 1′ ai -22) su quel che rimaneva di un gruppo che non sembrava avere le forze necessarie per imbastire un inseguimento adatto alla situazione. In particolare, l’Alpecin-Decuninck del favorito Van der Poel era rimasta col solo Quentin Hermans a disposizione, troppo poco per poter pensare di andare a riprendere i 12 scatenati fuggitivi. Sull’ultimo passaggio sul Cauberg (-18) si sono così consumati gli ultimi tentativi di contrattacco con Matthias Skjelmose (Lidl-Trek) prima e Andreas Kron in compagnia di Michael Matthews (Team Jayco-Alula) poi. Nessuno di loro è però riuscito a guadagnare abbastanza. Il plotone, con un Van der Poel apparso decisamente sottotono, ha quindi alzato bandiera bianca.
Davanti invece la situazione è tornata ad essere decisamente frizzante: sul penultimo strappo, il Geulhemmerberg, Bilbao ha provato a salutare la compagnia degli altri fuggitivi, ma il suo tentativo è stato neutralizzato da Pidcock, Hirschi e Vansevenant. Proprio al termine della salita è partito in maniera molto decisa Hirschi portandosi dietro Vansevenant, Benoot e Pidcock. Gli altri 6 fuggitivi superstiti (Lapeira, Adrià, Madouas, Pacher, Mollema e Bilbao) hanno provato a più riprese senza successo a rientrare sul nuovo quartetto di testa che si è così presentato all’ultimo km in testa con una ventina di secondi di vantaggio sui 6 inseguitori e poco più di mezzo minutio sul gruppo principale. Lo sprint è stato lanciato dal meno veloce dei battistrada ovvero Vansevenant che è partito lungo ai -300. Ai 150 metri dall’arrivo dalla sua ruota è uscito però Pidcock con Hirschi che ha provato a superare il britannico spuntando fuori alla sua sinistra. Stavolta però Pidcock ha saputo resistere al ritorno dell’avversario, tagliando il traguardo davanti allo svizzero e a Benoot che si è così dovuto accontentare del terzo gradino del podio. Quarta posizione per il bravo Vansevenant che ha provato a salvare la disastrosa primavera del Wolfpack. Subito dietro il giovane Lapeira seguito da Madouas, Mollema, Pacher e Bilbao. La volata del gruppo, giunto ad 11″, è stata vinta da Matthews che ha così chiuso in decima posizione. Il campione del mondo Van der Poel ha chiuso con un anonimo 22° posto.
Prossimo appuntamento con le classiche del nord mercoledì 17 Aprile con la Fleche Wallonne e l’arrivo sul famigerato Mur d’Huy.
Pierpaolo Gnisci
VAN DER POEL E IL RESTO. I VOTI DELLA PARIGI – ROUBAIX
aprile 7, 2024 by Redazione
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I promossi e i bocciati della Parigi – Roubaix. Da una parte il dominatore indiscusso Mathieu van der Poel, dall’altra tutti gli altri ciclisti che hanno provato a impensierirlo, se così si può dire…
MATHIEU VAN DER POEL. Vince da favorito nello stesso modo in cui ha vinto il Giro delle Fiandre. Un assolo senza eguali sul pavè per il quale ad ogni pedalata aumentava il vantaggio sugli inseguitori. La sua seconda Parigi – Roubaix di fila è un inno al ciclismo e alle emozioni che offre. VOTO: 9.5
JASPER PHILIPSEN. Secondo l’anno scorso e secondo quest’anno, conferma il suo feeling col pavè e durante tutta la corsa è uno dei più brillanti. Oltre a proteggere Van der Poel, nelle fasi calde della corsa riesce anche a tornare agevolmente nel gruppo di testa dopo un inconveniente meccanico. Dopo l’irresistibile allungo di Van der Poel, fa lavorare Pedersen, Politt e Kung senza dare quasi mai il cambio, come impone la tattica. Vince la volata dei battuti e sale sul podio per la nuova doppietta Alpecin. VOTO: 8.5
MADS PEDERSEN. La forma c’è e lo dimostra per tre quarti di corsa. E’ tra i più brillanti nella Foresta dell’Arenberg e nei tratti in pavè resta attaccato alla ruota di Van der Poel finchè può. Alla fine migliora di una posizione il risultato dello scorso anno salendo sul gradino più basso del podio. VOTO: 8
NILS POLITT. Col passare della corsa si capisce che è lui il capitano dell’UAE Team Emirates. Dopo il terzo posto al Giro delle Fiandre il tedesco conferma di avere un’ottima forma e a un certo punto prende anche l’iniziativa, tant’è vero che resta in avanscoperta con Kung e Vermeersch per una decina di chilometri buoni dello show di Van der Poel. VOTO: 7.5
STEFAN KUNG. Lo svizzero ottiene la terza top five consecutiva (terzo posto nel 2022, quinto posto nel 2023 e nel 2024) e conferma di essere uno dei ciclisti a più agio col pavè. Peccato che ci siano altri un po’ più bravi di lui. VOTO: 7
GIANNI VERMEERSCH. Fondamentale uomo d’ordine nel gruppo per Van der Poel, detta i tempi della corsa spesso e volentieri, contribuendo all’exploit del compagno non dando cambi a Kung e Politt una volta trovatosi in testa. Alla fine chiude in sesta posizione dimostrando di avere anche lui un’ottima gamba. VOTO: 7
LAURENCE PITHIE. A 21 anni corre la Parigi Roubaix come fosse un veterano esperto ed è di grande aiuto a Kung, almeno fino a quella curva verso sinistra nella quale cui cade e dove perde la possibilità di lottare per il podio. Il neozelandese recupera come può e chiude in settima posizione. VOTO: 7
TIMO KIELICH. Altro uomo d’ordine dell’Alpecin Deceuninck. Il ciclista tedesco si vede spesso davanti a tirare il gruppo ed è tra gli artefici della selezione creata prima dell’ingresso nella Foresta dell’Arenberg. VOTO: 6.5
TOM PIDCOCK - Nonostante gli strascichi della caduta avvenuta durante la ricognizione della prima tappa del Giro dei Paesi Baschi, prende coraggiosamente il via da Compiègne e nei primi tratti in pavè sembra a proprio agio. Si perdono le sue tracce dopo il passaggio nella Foresta dell’Arenberg e conclude con un anonimo diciassettesimo posto, ad oltre 6 minuti da Van der Poel. VOTO: 6
CHRISTOPHE LAPORTE . Dopo il forfait dell’ultima ora di Dylan van Baarle, doveva essere il capitano della Visma, ma non si fa mai vedere (se non per una foratura che lo mette fuori gioco quasi subito). Termirerà in venticinquesima posizione. E comunque è il primo ciclista francese all’arrivo. VOTO: 5.5
ANDREA PASQUALON. È Il primo italiano all’arrivo, cinquantesimo a oltre 9 minuti di ritardo da Van der Poel. La segnalazione è dovuta ma si sapeva che i ciclisti italiani oggi non avrebbero avuto molte chance. VOTO: 5
KASPER ASGREEN. La Soudal Quick Step attraversa un momento difficile e Asgreen prova a inventarsi uomo da fuga ma con scarsi risultati. Una volta ripreso, resta nel gruppo di testa fino alla Foresta dell’Arenberg, nella quale alza definitivamente bandiera bianca. VOTO: 5
ALBERTO BETTIOL. Probabilmente era il ciclista italiano con più ambizioni., ma prima della partenza aveva dichiarato di non essere al 100%. Il problema è che la Parigi – Roubaix è una delle corse più massacranti in circolazione e chi non ha una condizione sufficiente rischia di ritirarsi. Proprio come è successo al toscano. VOTO: 4.5
JOSHUA TARLING Viene squalificato per traino irregolare. Il VAR è inflessibile e il giovane inglese perde la possibilità di essere uno degli uomini più pericolosi dell’INEOS Grenadiers. VOTO: 4.
JONATHAN MILAN. Resta l’amaro in bocca per il ventitreenne di Tolmezzo, che si arrende per i postumi di una caduta e si ritira prima dell’imbocco del primo tratto in pavè. Tornerà più forte. SENZA VOTO
Antonio Scarfone