NIENTE DI NUOVO SOTTO IL SOLE

gennaio 21, 2010 by Redazione  
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Risi e Marvulli non si smentiscono mai e riescono anche a imporsi a Brema, al termine di una combattutissima seigiorni, ancora apertissima a ventiquattore della conclusione. La gara decisiva è stata l’ultima americana, un continuo ping-pong tra la coppia elvetica e quella storica costituita da Keisse e Barko, che alla fine è stata sopravanzata di 8 punti. Intanto, arriva la notizia che la prossima stagione perderà la prestigiosa seigiorni di Monaco.

Eravamo rimasti alla scorsa settimana, quando Risi e Marvulli avevano perso sul filo del rasoio la seigiorni di Rotterdam a causa dello spunto veloce di Keisse. Ma i due svizzeri che sbagliano di rado non commettono lo stesso errore due volte di fila e nella seigiorni di Brema hanno colto il loro terzo successo stagionale.
Avvio col botto per i padroni di casa i tedeschi Lampater e Grassman che non hanno però i numeri per rimanere a lungo nelle posizioni alte della classifica, soprattutto a causa dei pochi punti che sono riusciti a racimolare nel corso delle giornate di corsa. La seconda sera vede la coppia olandese Stam – Van Bon assumere il comando, ma alle loro spalle le due coppie più accreditate per la vittoria si fanno sotto. Keisse e Barko, coppia storica che nel corso dell’ultimo anno non aveva più corso assieme a causa di alcune frasi forti di Bartko sulla positività (poi annullata) di Keisse, si portano al comando della generale al termine della terza serata e, alle loro spalle, Risi e Marvulli sono in agguato.
Fino all’ultima sera la corsa rimane molto aperta e al termine della quinta serata ci sono ancora quattro coppie che possono ambire alla vittoria finale.
L’ultima sera è un concentrato di emozioni. Prima perché c’è stato il saluto a Risi, cosa che in questa stagione si vive a ogni seigiorni, ma che stavolta è stata particolarmente toccante perché a Brema si è visto il pistard elvetico davvero in gran forma ed è un peccato che scenda dalla bicicletta. Poi perché l’ultima americana è stata un botta e risposta continuo fra Risi – Marvulli e Bartko – Keisse. I quattro sono riusciti a distanziare le altre coppie in lizza per la vittoria finale di due tornate e si sono giocati la vittoria ai punti negli ultimi sprint. Alla fine ha prevalso il duo elvetico con 8 punti di vantaggio su Keisse e Barko. Completano il podio i tedeschi Lampater e Grassman.
In questi giorni di festa è arrivata la triste notizia che nella prossima stagione non si correrà la seigiorni di Monaco, la più bella e prestigiosa di tutte. Gli organizzatori si aspettavano 62000 spettatori invece sono stati “solo” 54000.

Matteo Colosio

L’OLANDESE VOLANTE CONQUISTA ROTTERDAM

gennaio 13, 2010 by Redazione  
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Il beniamino di casa Danny Stam, soprannominato l’olandese volante, si aggiudica assieme a Iljo Keisse la prima seigiorni del 2010. Per entrambi è il ritorno al successo dopo molti piazzamenti.

L’anno nuovo si apre con la splendida cornice della seigiorni di Rotterdam, caratterizzata da musica, spettacoli e uno speacker capace di far entusiasmare anche chi non capisce l’olandese.
La seigiorni è stata caratterizzata da molti cambi di leadership, evento non molto frequente nel primo scorcio di stagione.
Le prime due sere hanno visto al comando i campioni del mondo Morkov e Rasmussen che raramente hanno partecipato a prove su pista in questa stagione invernale e hanno probabilmente pagato durante le ultime serate lo scotto della poca abitudine alla pista.
La terza sera agguantano la vetta della classifica Risi e Marvulli, plurivincitori stagionali, e a questo punto il discorso per la vittoria finale pare limitato a loro e ai campioni del mondo, poiché la terza coppia in classifica ha un ritardo di 30 punti. Durante la serata cadono alcuni atleti, fra cui Morkov.
Le conseguenze della caduta si faranno sentire, nonostante il danese rientri in corsa la sera successiva, la quarta, che inizia a vedere la rimonta della coppia Stam-Keisse: i due riducono il distacco fino ad arrivare a un punto da Risi e Marvulli anche se perdono un giro dagli svizzeri. Con la quinta sera si completa la rimonta di Stam e Keisse che scavalcano gli svizzeri ai punti e recuperano la tornata di ritardo, mentre i campioni del mondo perdono definitivamente contatto dal duo di testa.
L’ultima serata sancisce la vittoria di Keisse e Stam e vede il recupero della terza piazza da parte dei campioni del mondo, che la agguantano con una prova di orgoglio superando Lampater e Van Bon.
In questi giorni si è disputato anche il Grand Prix di Vienna, prova internazionale cui ha partecipato la nazionale azzurra. Il livello dei partecipanti non era elevatissimo, ma gli azzurri l’hanno fatta da padroni: Francesco Ceci ha vinto la prova del keirin, Ciccone e Masotti si sono imposti nell’americana superando la coppia della repubblica ceca, Viviani è tornato al successo su pista vincendo la prova scratch e il quartetto dell’inseguimento (Ciccone, Viviani, Corbelli e Benfatto) ha vinto la sua prova, pur facendo segnare un tempo non eccezionale (4’18’’235; il record del mondo è inferiore ai 3’58’’).
La pista non si ferma e da domani riparte con la seigiorni di Brema, mentre gli azzurri andranno in ritiro a Montichiari per preparare la prova di Coppa del mondo di Pechino.

Matteo Colosio

Nella foto copertina, Stam e Keisse in azione sull’anello di Rotterdam (VOS, COR)

VINCE FACILMENTE CHI HA UNA MARCIA IN PIÙ!

dicembre 21, 2009 by Redazione  
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L’Hallenstadion di Zurigo, gremito fino al limite, ha onorato per l’ultima volta Bruno Risi, quarantunenne fenomeno della pista, capace di vincere, contando anche quest’ultima, 60 seigiorni in carriera, di cui 11 conquistate proprio nella capitale finanziaria della Confederazione Elvetica.

La starting list non lasciava molto spazio alla fantasia, la superiorità della coppia elvetica Risi-Marvulli era evidente a tutti fin dall’inizio. Gli unici capaci, ma solo fino a un certo punto, di impensierire minimamente i beniamini del pubblico sono stati i tedeschi Lampater e Grassman, che sono riusciti a scalzare per una sola serata gli svizzeri dalla testa della corsa.
Nonostante l’assenza di molti big del mondo delle seigiorni, le varie prove sono state di alto livello e il fatto che anche i vincitori abbiano in diverse occasioni sbagliato a darsi il cambio, durante le varie americane, è segno del ritmo elevatissimo con cui la corsa è stata condotta.
Al via della prova c’erano anche gli italiani Angelo Ciccone e Fabio Masotti, che hanno terminato la prova all’ottavo posto con 15 giri di distacco e 102 punti totalizzati. Il risultato dei nostri atleti è stato condizionato da una caduta che ha coinvolto Ciccone nel corso della prima serata e ha fatto perdere diversi giri agli azzurri, i quali non avrebbero potuto, in ogni caso, lottare per le primissime posizioni della generale.
Palpabile l’emozione di Risi al termine della seigiorni e notevole l’attenzione che il pubblico e i media svizzeri hanno dedicato all’evento. Tutti i ciclisti hanno sottolineato la bellezza dell’impianto e della manifestazione, organizzata in modo ottimo. Ancora un po’ di delusione emergeva fra i corridori, con riferimento alla decisione dell’UCI di modificare il programma olimpico, che esclude molti di loro dalla possibilità di competere per una medaglia.
L’anno solare si concluderà con la seigiorni di Apeldoorn (attualmente in svolgimento, la serata finale si disputerà il 22 dicembre) che si corre a terzetti e non a coppie.
La seconda parte della stagione 2009 – 2010 della pista sarà inaugurata dalla seigiorni di Rotterdam (in programma dal 7 al 12 gennaio) e terminerà con l’evento più importante, i campionati del mondo di Copenaghen, previsti a fine marzo.

Matteo Colosio

La premiazione di Risi e Marvulli (foto articolo e copertina Keystone)

La premiazione di Risi e Marvulli (foto articolo e copertina Keystone)

BRONZINI AD UN PASSO DALLA GLORIA

dicembre 17, 2009 by Redazione  
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Nella tappa colombiana della coppa del mondo Giorgia Bronzini si conferma una delle principali protagoniste del settore e si aggiudica un oro e un argento nella corsa a punti e nello scratch; è in testa alla classifica e difficilmente perderà la leadership, mancando una sola tappa per completare la challenge.
La tappa di Calì è stata snobbata da tante nazioni, Italia compresa, e ciò ha permesso ad alcuni atleti non di prima fascia di ottenere importanti vittorie. Trasferta da dimenticare per il marchigiano Luca Ceci, coinvolto – fortunatamente senza serie conseguenze – in una spaventosa caduta durante il keirin.

Nella foto copertina (Grazia Neri), Giorgia Bronzini.

Nei giorni in cui U.C.I. e C.I.O. decidevano definitivamente le modifiche al calendario olimpico della pista, togliendo dal programma la Madison, la corsa a punti e l’inseguimento individuale, a Calì si è corsa la terza prova della coppa del mondo.
La spedizione azzurra in Colombia è stata esigua – nessun azzurro ha partecipato alle prove endurance – probabilmente per motivi economici legati anche alla trasferta oltreoceano. Anche altre nazioni hanno deciso di snobbare la gara, ancora una volta la Gran Bretagna, nazione di riferimento del settore, è risultata latitante e con lei l’Australia, dominatrice della seconda prova di Coppa.

Nella prima giornata sono state assegnate sei medaglie d’oro.
Nel km da fermo vittoria del francese D’Almeida che, col tempo di 1’01’’171 (prestazione buona, tenuto conto della pista non velocissima), precede il connazionale Pervis e l’ucraino Bolibrukh. Solo decimo l’unico italiano in gara, Luca Ceci, figlio dell’accompagnatore della nazionale Vincenzo e cugino di Francesco, altro sprinter già piazzatosi nella prima prova della Coppa del mondo.
L’inseguimento individuale maschile è stato vinto dall’ucraino Popkov (4′24″537) davanti al colombiano Arango e al lituano Bagdonas, che ha superato colui che godeva del favore dei pronostici, il russo Kaikov.
Anche il keirin maschile è stato vinto da D’Almeida; evidentemente il francese gode di uno stato di forma eccezionale, in quanto è riuscito a fare doppietta e a mettersi alle spalle atleti ben più quotati di lui, del calibro dell’olandese Mulder, dell’ucraino Vynokurov (da non confondere col kazako Vinokourov) e dal tedesco Levy. Durante questa prova l’italiano Luca Ceci è stato coinvolto in una bruttissima caduta, che sarebbe potuto diventare tragedia: il ventunenne pistard marchigiano è stato violentemente sbalzato oltre la balaustra superiore ma l’impatto gli ha fortunatamente provocato solo contusioni e traumi.
La corsa a punti uomini è stata vinta con un buon margine di vantaggio dal greco Tamouridis, già piazzato a Melbourne nella seconda tappa, davanti al favorito Keisse (Belgio) e al tedesco Barth. Tamouridis è divenuto anche il leader della classifica generale di Coppa del Mondo.
La velocità femminile è stata conquistata dalla lituana Krupeckaite, atleta di alto livello e campionessa del mondo dei 500 metri con partenza da fermo; piazzate l’olandese Kanis e la cubana Guerra Rodriguez.
Nello scratch femminile a imporsi è stata la bielorussa Sharakova che è riuscita scaltramente a guadagnare un giro di vantaggio sul gruppo, regolato dalla favoritissima Giorgia Bronzini sulla Guerra Rodriguez. In virtù di questo secondo posto, Giorgia è ben posizionata in classifica generale e può puntare al traguardo massimo.

La seconda giornata di corse ha visto assegnare le medaglie maschili più “pesanti”.
La gara di velocità, condizionata significativamente dall’assenza della naizonale inglese, è stata vinta dal primatista del mondo dei 200 metri Kevin Sireau (Francia), che in finale ha superato il tedesco Forstemann; terzo posto per un altro tedesco, Levy, che ha superato il canadese Smith.
La Madison è stata vinta dalla coppia tedesca Barth – Mohs, capace di guadagnare un giro su altre 2 coppie e addirittura 2 giri sui favoriti della prova. Piazza d’onore per il team Lokomotiv (Ershov – Kaikov) e terzo posto per la Colombia (Ospina – Uran). Svizzera, Argentina e Belgio a causa della stretta marcatura non sono riuscite ad ottenere il risultato sperato. In questa specialità la Germania ha già matematicamente vinto la Coppa del mondo, bissando il successo ottenuto nella scorsa stagione.
I 500 metri da fermo sono stati vinti dalla campionessa e primatista del mondo lituana Krupeckaite (33″786) sull’olandese Kanis e la Guerra Rodriguez: il podio è la fotocopia di quello della velocità, segno della supremazia delle tre atlete sulle altre velociste presenti.
L’inseguimento individuale femminile è stato vinto dalla forte atleta statunitense Sarah Hammer, davanti alla canadese Whitten e alla lituana Serekaite.
La velocità a squadre femminile ha visto primeggiare, anche se con posizioni invertite, le atlete già protagoniste nelle prove veloci. A imporsi è stata l’Olanda (Hijgenaar – Kanis) in 33″956; superata in finale la Lituania (Gaivenyte – Krupeckaite), il terzo posto è andato alla Russia (Baranova – Streltsova) su Cuba (Guerra Rodriguez – Herrera).
La corsa a punti femminile è la gara nella quale l’azzurra Giorgia Bronzini è campionessa del mondo in carica. Nonostante tutte le atlete la considerino la favorita naturale e nonostante avesse già vinto la prova di Melbourne, l’azzurra è riuscita a conquistare la prova non vincendola all’ultimo sprint, ma dominandola in modo imbarazzante e terminandola con ben 9 punti di vantaggio sulla seconda, la canadese Tara Whitten, e 11 sulla tedesca Charlotte Becker. La vittoria è arrivata anche grazie alla splendida prestazione della campionessa del mondo su strada Tatiana Guderzo che, dopo essere riuscita a qualificarsi per la finale della prova, ha dimostrato grande generosità e umiltà correndo al servizio della Bronzini. Giorgia è leader della classifica di Coppa del Mondo e le basta pochissimo per conquistare questo prestigioso traguardo.

Nella terza giornata di corse si sono disputate 5 finali.
La velocità a squadre maschile è stata vinta dal Team Cofidis (Teun Mulder, François Pervis, Kévin Sireau), composto di atleti francesi e olandesi, di fatto i più forti del lotto. La piazza d’onore è andata alla Germania (Robert Forstemann, Maximilian Levy, Mathias Stumpf), mentre l’Ucraina (Yevhen Bolibrukh, Yuriy Tsyupyk, Andrii Vynokurov) ha superato nella finalina il Canada.
Lo scratch maschile si è rivelato molto difficile da interpretare, a causa dei parecchi tentativi di caccia inscenati, l’ultimo dei quali a opera del portacolori del Canada. La sua azione ha costretto i favoriti a prendere le redini della corsa con decisione e a giocarsi le possibilità di vittoria finale. Alla fine, la volata della vittoria è stata conquistata dal vicecampione del mondo, il velocissimo argentino Angel Dario Colla, sul tedesco Erik Mohs e il velocista colombiano Leonardo Duque.
Il tifo del pubblico casalingo ha giocato un ruolo importante nell’inseguimento a squadre maschile, che ha visto il successo (l’unico) della Colombia (Carvajal, Laverde, Vanegas, Ortiz) sul team Lokomotiv (Ershov, Kaikov, Shalunov, Sveshnikov). Piazzandosi terza, la Spagna (Bernal, Domene, Escobar, Bonet) ha superato la Francia.
L’ultima prova veloce per le donne, il keirin, ha visto la vittoria a sorpresa della tedesca Muche
sull’australiana Rosemond e sulla colombiana Garcia Orrego; “solo” quarta la lituana Krupeckaite.
L’ultima prova in programma è stata l’inseguimento a squadre femminile, vinto dal Canada (Brown, Roorda, Whitten) su Stati Uniti (Bausch, Hammer, Tamayo) e Lituania (Pikauskaite, Serekaite, Trebaite).

Come già detto, le tante assenze hanno caratterizzato questa tappa sudamericana della Coppa del mondo, ma nello sport gli assenti hanno sempre torto; quindi onore a chi è riuscito a mettersi in evidenza in queste giornate di corsa. Alcuni risultati interessanti sono venuti in campo femminile dalla nazionale lituana che ha saputo andare oltre la Krupeckaite, piazzandosi al terzo posto nell’inseguimento a squadre. Interessanti le vittorie di D’Almeida in campo maschile (indizio che la Francia sta tornando ad alti livelli nelle prove veloci?), costante il rendimento della Germania che riesce a riconfermare la vittoria nella Madison nonostante schierasse una coppia nuova. Anche nel settore veloce Levy e Fostermann tengono alta la bandiera, ma va notata in negativo l’assenza completa dei tedeschi in campo femminile.

La pista si prepara a chiudere il 2009 con l’importante seigiorni di Zurigo, in progrmma dal 15 al 20 Dicembre. La prossima tappa di Coppa del mondo, che sarà anche l’ultima, si disputerà dal 22 al 24 Gennaio a Pechino. Siamo certi che i partecipanti all’ultima sessione saranno qualitativamente superiori, poiché quella sarà, infatti, l’ultima occasione per rodarsi e qualificarsi ai Campionati del Mondo, in programma a fine marzo a Copenhagen.

Matteo Colosio

Fotogramma della caduta di Luca Ceci (dal video youtube)
Fotogramma della caduta di Luca Ceci (dal video youtube)

Il video della caduta (cliccare)

AMERICANA 110 (ANNI) E LODE!

dicembre 9, 2009 by Redazione  
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Compie 110 anni l’Americana, la prova più nota ed amata delle seigiorni, disputata per la prima volta nell’inverno del 1899 a New York, sul velodromo allestito all’interno del Madison Square Garden. È, infatti, nota con questo nome la gara che, nelle ultime stagioni, sta impreziosendo i palmares di corridori britannici, belgi, olandesi e tedeschi. L’Italia, dopo un periodo di crisi, guarda con ottimismo al futuro di questa specialità.

Il 4 dicembre 1899 al Madison Square Garden di New York si disputò per la prima volta una seigiorni a coppie.
Di fatto possiamo dire che sia stata quella la data di nascita della specialità regina delle seigiorni, l’Americana o “Madison”, chiamata così appunto per il luogo in cui fu disputata per la prima volta.
Nel corso dei secoli la prova è cambiata perché i corridori non stanno più in pista 24 ore filate e il modo di affrontare la gara (tipologia dei cambi, lettura della corsa…) è mutato. Non è però cambiato l’amore che tanti appassionati hanno per questa disciplina, nata sì negli States, ma sbarcata ben presto in Europa. A metà del XX secolo anche l’Italia subì il fascino dell’Americana, grazie alla seigiorni di Milano che annualmente proponeva agli sportivi uno spettacolo entusiasmante, animato dai maggiori esponenti del ciclismo mondiale (Sercù, Gimondi, Merck, ecc.).
Negli ultimi anni la passione per la Madison e per la pista in generale sembra aver lasciato l’Italia, ma non l’Europa. Paesi come Gran Bretagna o ancora di più Belgio, Olanda e Germania, propongono durante l’inverno numerose competizioni su pista, nelle quali la Madison ha sempre un ruolo da protagonista principe.

Guardando un’Americana, si potrebbe rischiare di non capirne molto sullo svolgimento, a causa dell’elevato numero di corridori in gara e della particolarità della prova, ma le regole non sono poi così complicate.
La prima prevede che la corsa si svolga a coppie, con i due ciclisti in pista contemporaneamente ma quello effettivamente in gara più vicino al centro dell’impianto, mentre l’altro gira in alto (la pista è inclinata), accanto alla balaustra del pubblico, in attesa di dare il cambio al compagno. Questo si compie ogniqualvolta i due compagni di gara s’incontrano, all’incirca ogni 3 giri: questo momento può, però, variare a seconda della lunghezza della pista e della velocità tenuta dal corridore a “riposo”.
Lo scopo dell’Americana è di conquistare più giri possibili sul gruppo, cercando la fuga (in gergo pistard si chiama “caccia”) e poi rientrando nel gruppo: infatti, la classifica sarà stilata in base al numero di giri ottenuti. In secondo luogo, a parità di giri si andrà a controllare i punti conquistati nei traguardi intermedi e su quello finale. In caso di ulteriore parità, si terrà conto del piazzamento nell’ultima volata.
Attualmente gli attori principali della Madison sono stranieri: i campioni del mondo sono i danesi Rasmussen e Markov, i campioni olimpici argentini J. Curuchet (ritirato dopo le Olimpiadi) e Perez, i campioni europei i tedeschi Kluge e Bartko. I seigiornisti più quotati sono gli svizzeri Risi, Marvulli e Aeschbach (Svizzera), i belgi Keisse e De Ketele, l’olandese Stam e il tedesco Lampater. I migliori italiani sono i vicecampioni Buttazzoni e Ciccone (Fiamme azzurre), mentre per il futuro si guarda con ottimisto a Guarnieri e Viviani.

Matteo Colosio

Foto copertina: la mitica pista del Madison Square Garden (spinwell.files.wordpress.com)

Un cambio in corsa (bflo-beer-and-bikes.blogspot.com)

Un "cambio" in corsa (bflo-beer-and-bikes.blogspot.com)

L’ARCOBALENO SPLENDE SU GAND

dicembre 1, 2009 by Redazione  
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I campioni del mondo vincono la loro prima seigiorni stagionale, superando durante l’ultima serata le coppie Keisse-Kluge e Risi-Marvulli. La prossima settimana ci sarà la terza prova di coppa del mondo e, a seguire, la seigiorni di Zurigo.

Era stupefacente il fatto che la fortissima coppia danese, formata da Rasmusse e Morkov, non fosse ancora riuscita a lasciare alcun segno in questa prima parte di stagione, ma i campioni del mondo si sono rifatti alla grande conquistando una seigiorni “storica”, quella di Gand.

Caratteristica di questa seigiorni è la brevità della pista, un impianto lungo appena 166 metri. Questa peculiarità rende la corsa molto complicata, poiché è difficilissimo guadagnare un giro e, di conseguenza, raramente una coppia è lasciata andare in “caccia”.

I campioni del mondo partono subito col piede giusto e si portano al comando della classifica già dopo la prima serata di corsa, durante la quale è stato ricordato il seigiornista belga Dimitri De Fauw, tragicamente scomparso poche settimane fa.
I danesi restano al comando della classifica sino alla terza serata, quando passano in testa l’idolo del pubblico Keisse e Kluge, che guadagnano – assieme ai sempre attivissimi Risi e Marvulli – un giro di vantaggio su tutti.

I campioni del mondo riescono a recuperare il giro di svantaggio ma, nel corso della quinta serata, Risi e Marvulli riescono ancora a guadagnare un giro grazie alla loro grande esperienza e intelligenza tattica.

A questo punto la situazione è molto incerta, poiché Risi e Marvulli hanno un giro di vantaggio su tutti, ma i campioni del mondo e la coppia Keisse – Kluge hanno incamerato molti più punti degli elvetici.

Durante la sesta sera tutte e due le coppie attardate di un giro riescono a recuperare lo svantaggio, di fatto escludendo Marvulli e Risi dai giochi per la vittoria finale.
La seigiorni si decide all’ultimo sprint, nel quale i veloci danesi superano gli avversari e conquistano la vittoria con 3 punti di vantaggio sui secondi.
Terzo posto per Risi e Marvulli a 50 punti dai primi, quarta a pari giri (ma con quasi 200 punti di distacco) la coppia costituita da Stam e Lampater, corridori sempre piazzati ma raramente vincenti.

Matteo Colosio

Foto di copertina: l’arcobaleno svetta nel cielo di Gand (www.flickr.com)

Rasmussen e Morkov, la coppia vincente a Gand

Rasmussen e Morkov, la coppia vincente a Gand

AUSTRALIANI PADRONI IN CASA PROPRIA

novembre 24, 2009 by Redazione  
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Come successo a Manchester, sono i padroni di casa a fare il bello e il cattivo tempo. L’Australia vince 8 dei 17 ori in palio. Buone notizie in casa azzurra arrivano da Giorgia Bronzini che vince la corsa a punti e arriva seconda nello scratch.

La seconda prova di coppa del mondo si è disputata a Melbourne, in Australia, da Giovedì 19 a Sabato 21 novembre. Molti dei protagonisti di Manchester erano assenti, primo fra tutti il velocista Chris Hoy, dominatore delle prove per gli sprinter. Questa defezione ha fatto sì che le competizioni siano risultate molto più combattute e imprevedibili. L’Italia ha raccolto poco, ma quel poco è di qualità: la vittoria nella corsa a punti lancia Giorgia Bronzini verso un molto probabile successo nella classifica generale della Coppa del Mondo.

La velocità individuale, priva appunto di Hoy e del campione del mondo in carica Bauge, è stata vinta dal ventitreenne australiano Shane Perkins, che ha battuto in due manches il detentore del primato del mondo sui 200 metri, il francese Kevin Sireau. Piazza d’onore per il britannico Crampton, davanti all’inglese Ross. Unico italiano in corsa, Francesco Ceci chiude 32° in terzultima posizione.

Vittoria australiana anche nel chilometro da fermo, dove Scott Sunderland ha fatto fermare il cronometro su 1’02’’171, alla media di 57 km/h, e ha superato il cinese Wang e l’olandese Mulder, campione del mondo di specialità. Decimo posto per Ceci, col tempo di 1’04’’679: una prestazione deludente rispetto a quella di Manchester (comunque non eccelsa) ma giustificabile dal fatto che la pista di Melbourne si è rivelata poco scorrevole.

La finale del keirin ha riservato molte sorprese poiché molti dei favoriti della vigilia ne sono stati esclusi e il grande favorito Perkins è incorso in una squalifica, dopo aver danneggiato volontariamente un avversario in rimonta. La prova ha così sorriso al tedesco Bergemann che ha regolato due malesi, Awang e Ng: due piazzamenti che testimoniano che lo stato asiatico stia lavorando molto bene nel settore maschile della velocità.

La velocità a squadre è stata vinta dal Team Jayco, compagine di casa composta di Ellis, Perkins e Sunderland. Per un decimo di secondo ha battuto la nazionale tedesca, mentre al terzo posto si piazza la Russia sull’Australia, con tempi significativamente più alti rispetto a quelli della finale per l’oro.

L’inseguimento individuale ha visto ai nastri di partenza solamente 14 atleti. Anche in questa gara è stato significativo il forfait di molti forti atleti europei e in particolare dei nazionali britannici. La vittoria è andata al forte neozelandese Jesse Sergent che ha percorso i 4000 metru in 4’23’’192, superando in finale l’australiano Dennis; al terzo posto l’ucraino Shchedov. È stata un’altra prova contraddistinta da tempi molto alti e ciò è riconducibile sia al campo partenti non di prim’ordine, sia alla pista estremamente lenta.

L’Australia è riuscita a vincere anche l’inseguimento a squadre e, trascinata dalla medaglia d’argento della prova individuale (Dennis), ha fatto segnare un ottimo 3’59’’599 superando la forte Gran Bretagna, formazione che sembrava non avere rivali in questa specialità. Evidentemente l’aver corso in casa ha dato agli australiani la spinta in più che ha permesso loro di ottenere questa vittoria con un tempo davvero eccellente. Medaglia di bronzo per la Nuova Zelanda che supera la Danimarca.

Lo scratch è stato caratterizzato dall’azione di 7 uomini che hanno guadagnato un giro sul resto del plotone. Fra questi si è segnalato il giovane azzurro Alex Buttazzoni che alla fine è riuscito a cogliere la quinta posizione finale, davanti al velocissimo britannico Newton. Un po’ a sorpresa, la vittoria è andata al neozelandese Scully, sul polacco Bujko e sul russo Shmalko. Quarto posto per il veloce greco Tamouridis.

La corsa a punti è stata vinta dal pupillo di casa, nonché campione del mondo di specialità, Cameron Meyer, atleta appena ventunenne. Anche in questa prova 6 atleti riescono a guadagnare un giro (nella corsa a punti questo equivale a un bonus di 20 punti) e Meyer batte Tamouridis, pur avendo lo stesso quantitativo di punti, per il miglior piazzamento nell’ultimo sprint. Al terzo posto si piazza il polacco Bujko. Notevole, ancora una volta, la prova dello specialista britannico Chris Newton: nonostante non abbia guadagnato il giro, è riuscito a sopravanzare molti atleti che vi erano riusciti, totalizzando alla fine 24 punti, frutto della vittoria in due sprint, di quattro secondi posti e di un terzo, segno evidente della sua superiorità ed esperienza in questa prova.

Di basso profilo il campo partenti della prova Madison: ad avere la meglio è stata la squadra neozelandese (Scully-Ryan) che ha superato Germania e Ucraina. Discreto il sesto posto della coppia italiana Ciccone – Braggion, giunti terzi fra le squadre che hanno concluso la gara con un giro di ritardo. Prestazioni deludenti per molte delle nazionali più quotate come la Svizzera (solo ottava) e l’Argentina, detentrice del titolo olimpico, giunta ultima. Anche in questa prova assente la Gran Bretagna.

In campo femminile si è dimostrato netto il dominio dell’australiana Anna Meares che è riuscita a vincere tutte le prove veloci. Nella finale della velocità individuale ha superato la sempre piazzata cinese Guo e l’olandese Kanis. Nei 500 metri da fermo ha avuto la meglio sulla connazionale McCulloch e sulla francese Claire. Nel keirin, infine, ha battuto ancora la Guo e la tedesca Muche. Nessuna atleta azzurra ha partecipato a queste prove.

La velocità a squadre è stata vinta dalla Cina (Guo, Junhong) sull’Olanda (Hjigenaar, Kanis) e sull’Australia (Meares, Rosemond).

La Gran Bretagna vince la prova dell’inseguimento individuale grazie a Wendi Houvenaghel che supera nell’ultimo chilometro la neozelandese Shanks; terzo posto per l’ucraina Kalitovska.

Oro nell’inseguimento a squadre per la nazionale neozelandese (Boyd, Ellis, Shanks) che supera la Gran Bretagna. Terzo posto per l’Australia sull’Ucraina.

La prova scratch regala la prima sorpresa all’Italia, grazie all’azzurra Giorgia Bronzini che, al rientro alle corse dopo un periodo di allenamento, coglie la seconda piazza alle spalle dalla russa Romanyuta e davanti alla statunitense Cliff-Ryan.

Il capolavoro della Bronzini avviene, però, nella corsa a punti, prova della quale è la campionessa del mondo in carica. Con una corsa superlativa Giorgia vince, anzi, domina la corsa e conquista la prima vittoria in coppa del mondo per l’Italia in questa stagione. Alle sue spalle, ma staccata di 5 punti (non pochi), si piazza la statunitense Olds; terza la tedesca Sandig. Il risultato è una mezza sorpresa perché, pur conoscendo la classe della Bronzini, la condizione di Giorgia non sembrava essere quella dei giorni migliori. Sicuramente potrà dire la sua nella classifica generale di coppa del mondo, che si concluderà a fine gennaio: attualmente occupa la seconda posizione, ma siamo certi che le sue possibilità di vittoria sono molto elevate.

Matteo Colosio

Il podio della velocità individuale donne (www.tissottiming.com)

Il podio della velocità individuale donne (www.tissottiming.com)

RISI & MARVULLI, LA COPPIA CHE INCANTO’ MONACO

novembre 19, 2009 by Redazione  
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Bruno Risi e Franco Marvulli s’impongono nella seigiorni di Monaco, al termine di una corsa di alto livello e dal risultato incerto sino all’ultimo sprint; alle loro spalle si piazzano i campioni del mondo danesi Rasmussen-Markov e la coppia tedesca Lampater-Grasmann.

Meglio il Giro o meglio il Tour? Meglio la Sanremo o meglio la Roubaix?
E’ difficile scegliere quale sia la corsa più importante nel ricco panorama del ciclismo su strada.
Anche su pista la scelta è ardua, ma la mia personale scelta nell’ambito delle seigiorni cade sicuramente sulla gara bavarese. Monaco è una seigiorni storica con la prima edizione disputata nel 1933 e le ultime conquistate dai principali protagonisti della stagione.
Nonostante la grande passione dei tedeschi per il ciclismo su pista, l’edizione 2009 è stata caratterizzata da un notevole calo di pubblico, motivo per il quale gli organizzatori stanno riflettendo sull’opportunità di ridurre il budget o, addirittura, di non riproporre la manifestazione l’anno prossimo.
La corsa è stata incerta, con molte coppie in lizza per la vittoria fino all’ultima sera.
La prima sera di corsa vede balzare subito al comando della classifica i danesi campioni del mondo della madison, Rasmussen e Markov, e uscire di scena la coppia numero 1 composta dal vincitore della scorsa edizione Bartko e Kluge, a causa di una caduta del primo durante l’americana. La seconda sera assumono il comando Marvulli e Risi, quest’ultimo motivatissimo essendo la sua ultima apparizione su questa pista che lo ha visto trionfare ben 8 volte. La terza sera il duo olandese Stam – Schep riesce a guadagnare un giro durante l’americana e a balzare in testa alla classifica: la loro leadership dura poco perché durante la quarta giornata di corsa Risi e Marvulli recuperano il giro di svantaggio e si portano ancora al comando, grazie al quantitativo maggiore di punti rispetto alle altre coppie. La quinta sera la coppia in maglia iridata, che gareggia col dorsale numero 2, si riporta al comando e, data la loro velocità, sembra ormai essere la principale indiziata per la vittoria finale.
La classe, però, non è acqua: Bruno Risi – vincitore di 58 seigiorni e di 7 titoli mondiali – e Franco Marvulli – 26 seigiorni e 3 titoli mondiali – riescono ad ottenere l’insperabile, vale a dire vincere la seigiorni con 3 punti di vantaggio sui campioni del mondo.
Per Risi si tratta, quindi, della 59° seigiorni in carriera su 182 partecipazioni; tutto lascia pensare che la 60° perla possa arrivare in casa, nella seigiorni di Zurigo in programma a fine Dicembre.
Marvulli, 31 anni, è secondo nella classifica dei plurivittoriosi di seigiorni in attività (27), ma senza Risi al fianco siamo convinti che, nei prossimi anni, faticherà a incrementare significativamente il suo bottino.

Matteo Colosio

Bruno Risi e Franco Marvulli, i vincitori della seigiorni di Monaco (Bongarts/Getty Images)

Bruno Risi e Franco Marvulli, i vincitori della seigiorni di Monaco (Bongarts/Getty Images)

LA PISTA PARLA INGLESE

novembre 3, 2009 by Redazione  
Filed under Giro di pista, News

Lo sapevamo già da alcuni anni, ma la prima tappa della Coppa del mondo, disputata a Manchester, ci ha confermato che nulla è cambiato: la pista è affare fra anglofoni, su 17 prove solo 3 sono state vinte da nazioni in cui non si parla quella lingua.

Si sa che giocare in casa dà un di più di motivazioni e che il sostegno del pubblico è importantissimo nello sport, ma un dominio così netto come quello inglese è segno che il movimento britannico ha fatto un lavoro serio ed efficace, che gli ha permesso di ottenere grandi risultati alle Olimpiadi di Pechino e che gli sta permettendo anche nel nuovo quadriennio olimpico di trovare ottimi ricambi per quei pezzi di nazionale che per vari motivi (età, passaggio all’attività su strada o calo delle performance) iniziavano a scricchiolare.

La prima giornata di gare ha proposto cinque finali.
L’inseguimento individuale uomini è stato vinto dal britannico della Barloworld Thomas, che ha battuto un altro stradista, il belga Cornu: una vittoria semplice, avvenuta prima del termine dei 4000 metri previsti, perché Thomas è riuscito a raggiungere Cornu prima di terminare la prova. Da notare il tempo fatto segnare durante le qualificazioni da Thomas: 4:15.015 costituiscono la terza migliore prestazione di sempre nella specialità. A completare il podio, l’ucraino Schedov. L’Italia schierava al via il giovane Coledan (classe 1988) che ha ottenuto una dignitosa settima piazza.

Lo scratch femminile è stato vinto dall’australiana Goss su Romanyuta, Olds e le altre tre atlete che erano riuscite a prendere un giro di vantaggio. Le azzurre al via non sono riuscite a guadagnare il giro e sono rimaste nelle posizioni di rincalzo: 8° la campionessa d’Italia Baccaille (che correva con la maglia delle Fiamme Azzurre), 11° la Guarischi.
Il keirin maschile è stato vinto dal grande favorito della vigilia, lo scozzese Hoy, che ha fatto valere la sua potenza battendo il greco Volikakis e il tedesco Levy. Sorprendente l’azzzurro Francesco Ceci che, dopo essere riuscito a superare i primi due turni eliminatori, in finale ha dovuto accontentarsi del 6° posto, piazzamento comunque molto buono per il giovane velocista che ha potuto confrontarsi in una finale con i mostri sacri del keirin, esperienza che gli verrà utile in futuro.

La corsa a punti maschile è stata vinta dallo specialista Newton, un altro britannico, su Kwok e Kluge. L’azzurro Angelo Ciccone, che pure correva per le Fiamme Azzurre (il gruppo sportivo legato al Corpo della Polizia Penitenziaria), nonostante sia riuscito a guadagnare un giro sul gruppo (come altri dodici atleti) ha finito la gara in 13° posizione. Newton è uno specialista della corsa a punti, è capace di leggere la corsa in modo impeccabile ed è dotato di un ottimo spunto veloce che gli permette di guadagnare punti in quasi tutti gli sprint; vincitore della Coppa del Mondo della scorsa stagione, è il grande favorito anche per quella in corso.

L’equivalente fra le donne di Hoy è Victoria Pendleton, compagna di nazionale e di team (Sky Hd) del baronetto scozzese; la Pendleton è la più forte fra le donne nelle prove veloci, la sua forza è superiore a quella di tutte le colleghe, ma ultimamente non è sempre efficace come due stagioni orsono. La battuta di turno è la cinese Guo, che riesce a costringere alla bella la Pendleton; piazza d’onore per la lituana Krupeckaite, che ha la meglio in due manches sulla Panarina.

La prima giornata si conclude con il chilometro da fermo maschile, prova che negli ultimi anni ha perso prestigio a causa della sua esclusione dal programma olimpico. A far segnare il miglior tempo è il tedesco Nimke (1:01.293, alla media di 58,734 km/h) che supera il britannico Daniell e il cinese Wang. Ottavo posto per Francesco Ceci con un tempo in linea con le sue prestazioni abituali: (1:03.193).

La seconda giornata inizia con la finale dei 500 metri da fermo donne e ad avere la meglio è l’australiana Anna Meares con il tempo di 33.632; medaglia d’argento e staccata di due decimi la Pendleton, terzo posto per l’olandese Kanis, davanti alla campionessa del mondo e detentrice del record del mondo Krupeckaite. Decima piazza a due secondi dalla prima per Elisa Frisoni, piazzamento al di sotto delle attese per l’atleta delle Fiamme Azzurre.

L’inseguimento individuale femminile, che si disputa sulla distanza di 3000 metri, è stato vinto dall’inglese Houvenagel sull’australiana Tomic, medaglia di bronzo per l’olandese Koedooder.

Privata di alcuni grandi interpreti della specialità, la Madison (gara nota nell’ambiente anche col nome di “americana”) è stata vinta da una coppia forte ma che non godeva dei favori del pronostico: il Belgio, che con De Ketele – Martens ha avuto la meglio sui tedeschi Kluge e Bartko, campioni d’Europa, e sui russi Kolesnikov-Schmidt. I belgi hanno condotto una prova regolare, vincendo due sprint, piazzandosi secondi in altrettante volate e, grazie al punto guadagnato col quarto posto nell’ultima volata, hanno sopravanzato la forte coppia tedesca. Ciccone – Buttazzoni, coppia portacolori delle Fiamme Azzurre, si sono classificati in decima posizione con due punti, mentre gli azzurri Viviani – Braggion con un punto sono giunti dodicesimi.

La prova regina del settore velocità è stata affare inglese. Hoy dopo aver fatto in qualifica un tempo da brividi (9.869, alla media di 72,955 Km/h) in finale ha liquidato Crampton in due manches. Nella finale per il bronzo Kenny ha battuto l’australiano Perkins, al quinto posto l’ultimo inglese in gara, Edgar. L’azzurro Francesco Ceci si è classificato trentatreesimo.
Nella velocità femminile l’Australia ha sconfitto in finale l’Olanda e la Germania e ha battuto nella finalina una Gran Bretagna che non schierava la miglior formazione a disposizione.

Il podio della velocità individuale maschile (www.tissottiming.com)

Il podio della velocità individuale maschile (www.tissottiming.com)

La corsa a punti femminile doveva essere la corsa in cui le atlete azzurre avrebbero potuto regalarci più soddisfazioni; invece, le quattro atlete al via non sono andate oltre il decimo posto della campionessa del mondo su strada Tatiana Guderzo (Guarischi 12°, Baccaille 17° e Scandolara 19°). La mancanza della campionessa del mondo di specialità Giorgia Bronzini si è fatta sentire. Ad avere la meglio ancora una britannica, Elisabeth Armistead, sulla cubana Gonzalez e sulla russa Romanyuta.La Armistead ha vinto nettamente (5 punti di vantaggio) totalizzando 10 punti negli ultimi due sprint.

L’ultima giornata di corse si apre con la finale dello scratch maschile, gara che si disputa sulla distanza di 15 km. La prova è segnata dal giro guadagnato da cinque atleti non di primissimo piano e ad avere la meglio è il russo Kovalev sul polacco Bujko e l’ucraino Lagkuti. Primo degli atleti con un giro di ritardo è il campione europeo U23 di specialità, l’italiano Elia Viviani, che supera Newton e Kluge, cioè l’elite del settore. Il piazzamento di Viviani è forse il più bel segnale dato dagli azzurri in questa prima prova di Coppa del Mondo assieme al sesto posto di Ceci nel keirin. Fabio Masotti, che difendeva i colori delle Fiamme Azzurre, si è invece classificato 13°.
Visti i risultati delle precedenti prove veloci, la velocità a squadre maschile poteva anche non essere disputata per manifesta superiorità britannica; tra l’altro, in questa gara la Gran Bretagna schierava al via della prova ben due team: il Team Sky HD (Edgar, Hoy, Staff), è riuscito ad avere la meglio, battendo proprio la squadra nazionale (Crampton, Daniell, Kenny). Medaglia di bronzo per la Germania.

L’inseguimento a squadre maschile è dominato, com’è scontato che sia, dalla Gran Bretagna (Thomas, Burke, Clancy, Tennant) che, nonostante sia priva di Wiggins, suo atleta più rappresentativo, mostra ancora una superiorità imbarazzante: in finale ha battuto la Spagna facendo segnare un tempo stratosferico (3:54.395), inferiore di due secondi al record del mondo. Nella finale per il bronzo l’Ucraina ha superato la Germania.

Il keirin femminile è vinto dalla lituana Krupeckaite sulla cinese Guo (giunta seconda anche nella velocità) e sull’australiana Meares; solo quinta la Pendleton che sbaglia completamente la volata. Settima, cioè vincitrice della finale 7°-11° posto, Elisa Frisoni.

L’ultima prova disputata è l’inseguimento a squadre femminile che è vinto dalla Gran Bretagna (Armistead, Houvenaghel, Rowsell), conquistando contemporanemente anche il nuovo record del mondo con il tempo di 3:21.875; al secondo posto si piazza la Germania, terza l’Australia, decimo il G.S. Fiamme Azzurre.

La classifica generale di Coppa del mondo al termine della prima prova è emblematica di quali siano i valori in campo. La Gran Bretagna è al primo posto davanti a Germania e Australia, i punti di vantaggio sulla seconda sono 34 e a questi andrebbero aggiunti anche quelli del Team SKY HD (70), composto solo di atleti britannici. L’Italia è in 18° posizione con 17 punti e il Team Fiamme Azzurre è 21° con 11 punti.
La spedizione azzurra è rimasta al di sotto delle attese della vigilia, anche se qualche segnale positivo c’è stato. Il fatto che la maggior parte delle attese fosse riposto su prove endurance (dove i risultati dipendono molto di più che nelle prove veloci dallo svolgimento della corsa) ci fa sperare che questi risultati possano arrivare nei prossimi appuntamenti. L’avere al via due formazioni ci ha permesso di schierare più corridori alla partenza delle varie prove, con la speranza che questo aiuti ad alzare il livello della pista italiana.
Il prossimo appuntamento con la Coppa del mondo è previsto dal 19 al 21 Novembre a Melbourne, in Australia.

Matteo Colosio

GIRO DI PISTA: UNA NUOVA RUBRICA PER ILCICLISMO.IT

ottobre 21, 2009 by Redazione  
Filed under Giro di pista, News

Decolla oggi la nuova rubrica de ilciclismo.it dedicata al ciclismo su pista, curata da un cultore dello specifico esercizio. In questo primo articolo Matteo Colosio fa il punto sull’attuale situazione di una specialità che, dopo un passato glorioso, da anni sta vivendo una forte crisi, soprattutto in Italia. Dietro le grigie nuvole del presente, però, fanno capolino pistard del calibro di Elia Viviani, Angelo Ciccone e Alex Buttazzoni, atleti che fanno sperare in un ritorno al sereno per la pista italiana.

Non ci siamo ancora ripresi dalla sbornia di una stagione intensa di ciclismo su strada e il calendario già propone, senza soluzione di continuità, la stagione del ciclocross e della pista.
Quella che una volta era per molti stradisti l’attività invernale è diventata oggi, invece, una specialità a sé stante e gli stradisti, tranne rare e felici eccezioni, non si vedono più nei velodromi ad animare le seigiorni.

Primo appuntamento della stagione 2009/2010 sono stati i campionati europei di Gand disputati lo scorso week end e che assegnavano i titoli delle specialità Madison (Americana), Derny e Omnium.
I risultati degli azzurri sono stati deludenti, il miglior risultato è stato ottenuto da Alessandro De Marchi, giunto quarto nel derny. Per il resto solo piazzamenti lontani dal podio.
Gli altri titoli erano stati assegnati nel mese di Luglio, quando la delegazione italiana aveva raccolto tre medaglie d’oro con corridori giovani (Viviani nello scratch U23, Paoli nel Km juniores e Ongaretto nella corsa a punti juniores) che fanno sperare in un rilancio del settore negli anni a venire.

Dopo la kermesse europea, a caratterizzare l’inverno in pista saranno le storiche “seigiorni”, competizioni sparse in giro per l’Europa capaci di unire il ciclismo e lo spettacolo in un mix affascinante. Il calendario dell’U.I.V. (Unione internazionale dei velodromi) prevede per la stagione corrente dodici seigiorni (Amsterdam, Monaco, Gand, Zurigo, Apeldoom, Rotterdam, Brema, Berlino, Copenhagen, Hasselt, Milano e Cremona), alle quali va aggiunta quella in programma a Grenoble. Il calendario U.I.V. aveva debuttato nello scorso Luglio con la “Seigiorni delle Rose” a Fiorenzuola d’Arda (Piacenza), giunta ormai alla sua dodicesima edizione, che ha proposto uno spettacolo agonistico di primo livello, in gara tutti i migliori protagonisti della pista. La manifestazione era stata vinta dalla coppia svizzera Marvulli – Aeschbach davanti a Risi – Guarnieri e Kankovsky – Lazar.
Le due seigiorni invernali che si disputeranno in Italia saranno quelle di Milano e Cremona. La prima, che quest’anno si stacca dalla cornice della fiera del ciclo (EICMA) che negli ultimi due anni l’aveva ospitata, è ancora in fase di definizione per quanto riguarda data e programma La seigiorni di Cremona, giunta alla seconda edizione dopo una fase di stallo in cui era stata in dubbio, avrà luogo dal 10 al 15 Febbraio 2010.

Oltre al circo delle seigiorni il calendario della pista prevede anche la Coppa del Mondo, strutturate nelle quattro prove di Manchester, Melbourne, Calì e Pechino. Lo scorso anno, dopo le Olimpiadi molti dei protagonisti di Pechino l’avevano tralasciata, ma quest’anno certamente tutti i migliori la disputeranno e sicuramente scopriremo che dopo Pechino è in atto, com’è normale che sia, un cambio generazionale, che sarà evidente soprattutto nella velocità con giovani arrembanti che stanno inanellando tempi eccezionali sui 200 metri e attendono l’occasione giusta per detronizzare il dominatore delle ultime stagioni, Sir Chris Hoy. I campionati del mondo che concluderanno la stagione si svolgeranno a Copenhagen dal 24 al 28 Marzo 2010.

Per quanto riguarda l’Italia, dopo anni in cui nulla si è mosso e si è vissuto di rendita (in particolare con Roberto Chiappa e Marco Villa), qualcosa sembra stia cambiando. Il primo segnale è stato l’apertura del velodromo coperto di Montichiari, inaugurato lo scorso Maggio. La struttura dovrà fungere da centro di riferimento per tutto il movimento, ma ciò sarà possibile solo se chi gestirà il velodromo lo farà con competenza: attualmente non esiste una società che se ne occupi e gran parte del lavoro è lasciato sulle spalle della federazione provinciale di Brescia nella persona del presidente Pietro Bregoli che, con passione, cerca di fare quanto in suo potere; la situazione deve trovare al più presto una soluzione definitiva o si correrà il rischio di avere una struttura di difficile utilizzo e dalla gestione lasciata al caso.
Altro segno che il movimento è vivo sono le due seigiorni che si aggiungono alla ormai stabile seigiorni di Fiorenzuola: quella di Milano, rinata dopo un decennio per opera di Silvio Martinello e Fabio Perego, e la seigiorni di Cremona organizzata da Claudio Santi che nella prima edizione ha riscosso un successo destinato a crescere col tempo.

Il velodromo di Montichiari (www.bresciaoggi.it)

Il velodromo di Montichiari (www.bresciaoggi.it)

I frutti dei piccoli passi compiuti si possono intuire nelle medaglie ottenute dagli atleti juniores e under 23 nelle competizioni continentali e mondiali, mentre per quanto riguarda gli elite dobbiamo purtroppo annotare il vuoto ancora pressoché totale nella velocità, dove l’intramontabile Roberto Chiappa a livello nazionale fa ancora il bello e cattivo tempo, segno della sua classe cristallina e intatta nonostante le 36 primavere ma anche del nulla alle sue spalle.
Per quanto riguarda l’endurance, degno di nota è Elia Viviani che, nonostante sia ancora under 23, parteciperà ad alcune seigiorni (attualmente è in pista ad Amsterdam con l’argentino Sebastian Donadio), la prossima stagione passerà professionista con la Liquigas. Speriamo che assieme al suo compagno di squadra Jacopo Guarnieri continui ad abbinare all’attività su strada anche la pista, perché i due ragazzi potranno darci molte soddisfazioni. Il presente sono invece Angelo Ciccone e Alex Buttazzoni, campioni italiani del Madison, coppia di recente composizione ma abbastanza affiatata: non costituiscono di certo una coppia di riferimento a livello internazionale ma sicuramente sapranno mettersi in evidenza nelle corse italiane. Fra le donne Giorgia Bronzini merita una citazione particolare: la campionessa del mondo della corsa a punti ha nella sua specialità una supremazia imbarazzante, è una certezza e un pilastro del movimento mentre alle sue spalle ci sono diverse atlete promettenti. Nonostante anche Elisa Frisoni nell’ultima stagione abbia dimostrato di essere ancora capace di buone prestazioni in campo internazionale, pure fra le donne il settore velocità è in difficoltà.

In conclusione accenniamo a un pericolo che la pista sta correndo: si vocifera che il CIO stia pensando di ridurre le medaglie a disposizione del ciclismo e l’UCI stia valutando l’abolizione dal programma olimpico di tre prove che nel programma ci stanno di diritto, la Madison, la corsa a punti e l’inseguimento individuale. La storia dello sport ha un valore che molti dirigenti probabilmente non riescono a cogliere, interessati solo al guadagno e alla commercializzazione del prodotto sportivo. Anche le Olimpiadi sono, purtroppo, soggette a questo.

Buona stagione a tutti.

Matteo Colosio

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