SUPER 8 CLASSIC, ASSOLO DI FILIPPO BARONCINI SULLE STRADE DEL BELGIO
Prima gioia tra i professionisti per il portacolori della UAE Team Emirates, che grazie ad un attacco ai -14 km dal traguardo di Haacht compie una vera e propria impresa succedendo nell’albo d’oro della ex Primus Classic all’attuale campione del mondo Mathieu Van der Poel. Al secondo posto si è classificato Rick Pluimers (Tudor Pro Cycling Team), terzo è Rui Oliveira, portoghese compagno di squadra di Baroncini.
Il Belgio (e in particolare le Fiandre) portano bene a Filippo Baroncini (UAE Team Emirates), il corridore romagnolo nato a Massa Lombarda il 26 agosto 2000 che tra gli Under 23 vinse il Mondiale di Lovanio nel 2021. Quest’oggi Baroncini è stato protagonista di un bellissimo assolo di quattordici chilometri nella nuova edizione della 14a edizione della Super 8 Classic, la corsa in linea nota fino a due anni fa con la denominazione di Primus Classic e che nel 2023 è stata appannaggio dell’attuale campione del mondo Mathieu van der Poel (Alpecin – Deceuninck), assente oggi perchè impegnato nel contemporaneo Giro del Lussemburgo.
Baroncini faceva parte di un drappello di 15 corridori ed è stato il più lesto e scaltro trovando l’azione vincente, la prima della sua carriera da professionista. A nulla è valso il tentativo di Rick Pluimers (Tudor Pro Cycling Team), scattato poco prima dell’ultimo chilometro, ma che ha garantito al belga la seconda posizione all’arrivo anticipando lo sprint del gruppo, conquistato da Rui Oliveira (UAE Team Emirates). Il portoghese è compagno di team del vincitore e per la compagine emiratina quello odierno è stato l’ennesimo podio (il secondo di oggi, dopo quello di Juan Ayuso al Giro di Lussemburgo) di una stagione da incorniciare .
L’Italia può rendersi soddisfatta anche per il sesto posto di Matteo Trentin (Tudor Pro Cycling Team), anche lui facente parte del plotoncino dei principali protagonisti della corsa odierna.
Andrea Giorgini
21-09-2024
settembre 21, 2024 by Redazione
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SKODA TOUR OF LUXEMBOURG
Lo spagnolo Juan Ayuso (UAE Team Emirates) si è imposto nella quarta tappa, circuito a cronometro di Differdange, percorrendo 15.5 Km in 19′11″, alla media di 48.48 Km/h. Ha preceduto di 7″ l’italiano Antonio Tiberi (Bahrain – Victorious) e di 11″ il danese Mads Pedersen (Lidl – Trek). L’olandese Mathieu van der Poel (Alpecin – Deceuninck) è tornato leader della classifica con 3″ su Ayuso e sul belga Mauri Vansevenant (Soudal Quick-Step). Miglior italiano Tiberi, 5° a 10″
SUPER8 CLASSIC
L’italiano Filippo Baroncini (UAE Team Emirates) si è imposto nella corsa belga, Brakel – Haacht, percorrendo 197.6 Km in 4h27′09″, alla media di 44.38 Km/h. Ha preceduto di 21″ l’olandese Rick Pluimers (Tudor Pro Cycling Team) e di 28″ il portoghese Rui Oliveira (UAE Team Emirates)
AG TOUR DE LA SEMOIS (Donne)
L’olandese Thalita de Jong (Lotto Dstny Ladies) si è imposta nella seconda ed ultima tappa, circuito di Bertrix, percorrendo 112.4 Km in 3h08′00″, alla media di 35.872 Km/h. Ha preceduto allo sprint le connazionali Karlijn Swinkels (UAE Team ADQ) e Mareille Meijering (Movistar Team). Miglior italiana Sara Casasola (Hess Cycling Team), 10° a 8″. La Swinkels si impone in classifica con lo stesso tempo della De Jong e 4″ sulla francese Maëva Squiban (Arkéa – B&B Hotels Women). Miglior italiana la Casasola, 8° a 18″
TOUR DE GATINEAU (Donne)
L’italiana Letizia Paternoster (Liv AlUla Jayco) si è imposta nella corsa canadese, circuito di Gatineau, percorrendo 117.7 Km in 2h57′02″, alla media di 39.891 Km/h. Ha preceduto allo sprint la cubana Marlies Mejías (Virginia’s Blue Ridge – TWENTY24) e la canadese Sarah Van Dam (DNA Pro Cycling)
20-09-2024
settembre 20, 2024 by Redazione
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SKODA TOUR OF LUXEMBOURG
Il belga Mauri Vansevenant (Soudal Quick-Step) si è imposto nella terza tappa, Rosport – Diekirch, percorrendo 201.3 Km in 4h53′34″, alla media di 41.142 Km/h. Ha preceduto di 4″ l’olandese Mathieu van der Poel (Alpecin – Deceuninck) e l’elvetico Marc Hirschi (UAE Team Emirates). Miglior italiano Antonio Tiberi (Bahrain – Victorious), 10° a 41″. L’italiano Daniele Formolo (Movistar Team), che aveva concluso la tappa in seconda posizione con 18″ di ritardo, è stato squalificato per aver assunto una posizione pericolosa in discesa. Vansevenant è il nuovo leader della classifica con 32″ su Van der Poel e 45″ su Hirschi. Miglior italiano Tiberi, 6° a 54″
KAMPIOENSCHAP VAN VLAANDEREN
Il belga Tim Merlier (Soudal Quick-Step) si è imposto nella corsa belga, circuito di Koolskamp, percorrendo 180.2 Km in 3h56′00″, alla media di 45.814 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’olandese Arvid de Kleijn (Tudor Pro Cycling Team) e il connazionale Jasper Philipsen (Alpecin – Deceuninck). Miglior italiano Davide Cimolai (Movistar Team), 11°.
AG TOUR DE LA SEMOIS (Donne)
La britannica Cat Ferguson (Shibden Hopetech Apex) si è imposta nella prima tappa, Bohan – Vresse-sur-Semois, percorrendo 110.3 Km in 2h59′52″, alla media di 36.794 Km/h. Ha preceduto allo sprint la francese Maëva Squiban (Arkéa – B&B Hotels Women) e l’olandese Karlijn Swinkels (UAE Team ADQ). Miglior italiana Francesca Barale (Team Dsm-Firmenich PostNL), 7°. La Ferguson è la prima leader della classifica con 4″ sulla Squiban e 6″ sulla Swinkels. Miglior italiana la Barale, 7° a 10″
CHRONO GATINEAU (Donne)
La tedesca Franziska Brauße (CERATIZIT-WNT Pro Cycling Team) si è imposta nella corsa cadanese, circuito a cronometro di Gatineau, percorrendo 20 Km in 27′23″, alla media di 43.822 Km/h. Ha preceduto di 4″ la canadese Nadia Gontova (DNA Pro Cycling) e di 30″ la polacca Marta Jaskulska (CERATIZIT-WNT Pro Cycling Team). Unica italiana in gara Letizia Paternoster (Liv AlUla Jayco), 4° a 41″
SPAGNA PADRONA DEL BELGIO: ADRIA’ BATTE ARANBURU IN VALLONIA
Termina anche quest’anno con una vittoria spagnola il Grand Prix de Wallonie, per la precisione con una doppietta targata Adrià (Red Bull – BORA), Aranburu (Movistar) che succede a Serrano, vincitore della passata edizione.
Partenza da Blegny, antica terra di miniere (Patrimonio dell’Unesco) e minatori, molti dei quali italiani. Oltre 200km e diverse “côtes” più tardi l’arrivo a Namur.
La corsa è animata per lunga parte da una fuga di sei uomini: Kenny Molly (Van Rysel), Michiel Lambrecht (Bingoal), Gleb Brussenskiy (Astana), Arno Claeys (Flanders), Mulu Kinfe Hailemichael (Caja Rural) e Jan Sommer (Q36.5). Attorno ai -50km i fuggitivi sono stati ripresi e dal gruppo sono usciti una ventina di corridori, sempre tenuti a distanza di controllo dal grosso del plotone. Successivamente il forcing di Movistar, Red Bull, Lotto e Uno-X ha tenuto sotto controllo gli ultimi tentativi di Mads Wurtz-Schmidt (Israel – Premier Tech) e Georg Zimmermann (Intermarche) portando il gruppo alla volata finale.
Lo sprint è stato apannaggio degli spagnoli con il nostro Matteo Trentin (Tudor), ben posizionato a ruota di Alex Aranburu (Movistar Team), caduto per un contatto con l’altro italiano Filippo Baroncini (UAE). Roger Adrià
(Red Bull – BORA – Hansgrohe) che ha sfruttato la volata lunga lanciata dal Aranburu superandolo nel finale. Alle loro spalle si sono piazzati Clément Champoussin (Arkéa), Biniam Girmay (Intermarche) e Rick Pluimers (Tudor), mentre fuori dalla top five sono giunti i padroni di casa con Tim Wellens (UAE) sesto davanti a Quinten Hermans (Alpecin). Solo 13° Vincenzo Albanese (Arkéa), primo degli italiani.
Andrea Mastrangelo
19-09-2024
settembre 19, 2024 by Redazione
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SKODA TOUR OF LUXEMBOURG
Il danese Mads Pedersen (Lidl – Trek) si è imposto nella seconda tappa, Junglinster -Schifflange, percorrendo 155 Km in 3h41′27″, alla media di 41.996 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’olandese Mathieu van der Poel (Alpecin – Deceuninck) e l’elvetico Robin Froidevaux (Tudor Pro Cycling Team). Miglior italiano Mirco Maestri (Team Polti Kometa), 6°. Van der Poel è ancora leader della classifica con 10″ sul francese Christophe Laporte (Team Visma | Lease a Bike) e 12″ su Kron. Miglior italiano Antonio Tiberi (Bahrain – Victorious), 8° a 16″
18-09-2024
settembre 18, 2024 by Redazione
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SKODA TOUR OF LUXEMBOURG
L’olandese Mathieu van der Poel (Alpecin – Deceuninck) si è imposto nella prima tappa, circuito di Lussemburgo, percorrendo 158 Km in 3h46′28″, alla media di 41.86 Km/h. Ha preceduto allo sprint il francese Christophe Laporte (Team Visma | Lease a Bike) e il danese Andreas Kron (Lotto Dstny). Miglior italiano Antonio Tiberi (Bahrain – Victorious), 6°. Van der Poel è il primo leader della classifica con 4″ su Laporte e 6″ su Kron. Miglior italiano Tiberi, 7° a 10″
GRAND PRIX DE VALLONIE
Lo spagnolo Roger Adrià (Red Bull – BORA – Hansgrohe) si è imposto nella corsa belga, Blegny – Namur, percorrendo 202.4 Km in 4h41′16″, alla media di 43.174 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Alex Aranburu (Movistar Team) e il francese Clément Champoussin (Arkéa – B&B Hotels). Miglior italiano Vincenzo Albanese (Arkéa – B&B Hotels), 13°.
ST. FEUILLIEN GRAND PRIX DE VALLONIE (Donne)
L’olandese Karlijn Swinkels (UAE Team ADQ) si è imposta nella corsa belga, Blegny – Namur, percorrendo 139.4 Km in 3h35′24″, alla media di 38.819 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiana Elisa Longo Borghini (Lidl – Trek) e la connazionale Anouska Koster (Uno-X Mobility)
POGACAR E’ TORNATO, LO SLOVEVO DOMINA IL GRAN PREMIO DI MONTREAL FINISCE
Era ritornato alle corse solo tre giorni fa, dopo quasi due mesi di digiuno seguito alla vittoria al Tour de France. Il tempo di ritrovare il feeling con il gruppo nel Grand Prix Cycliste de Québec e poi è tornato a far sfoggio delle sue doti e della sua classe nella corsa di Montréal, vinta in solitaria.
Il tempo che accoglie partecipanti e spettatori del Gran Prix Cycliste de Montréal è simile a quello di cui gli stessi avevano goduto in Québec, due giorni prima, nella gara vinta dal redivivo sprinter australiano Michael Matthews (Team Jayco AlUla): 20 gradi, cielo sereno, 70% di umidità. Analogo è il paesaggio circostante, parchi verdi a spezzare il tessuto urbano delle metropoli, identico il fiume che scorre nella città, quel San Lorenzo che collega il lago Ontario con l’Oceano Atlantico. Considerando la somiglianza delle due corse, che si disputano entrambe in un circuito cittadino lungo poco più di 12 chilometri, da ripetere 16 volte (a Québec) o 17 (a Montréal), e nel quale spiccano alcune “côtes” tutt’altro che proibitive. Tutti si domandano se l’esito sarà lo stesso, cosa in effetti successa due volte nella breve storia delle due “canadesi”: nel 2014, quando a vincerle fu il grande passista australiano Simon Gerrans (una Sanremo e una Liegi al suo attivo, oltre a tappe nei tre Grandi Giri) e nel 2018, quando proprio Matthews ci riuscì.
L’australiano, tornato a grandi livelli dopo 5 anni molto avari di vittorie (nonostante una vittoria di tappa al Giro e una al Tour), è ovviamente tra i principali favoriti della gara- Ma il corridore che più di ogni altro sembra avere le carte in regola per dominarla, e che a sua volta l’ha vinta due anni fa, è ovviamente Tadej Pogacar (UAE Team Emirates), settimo venerdì scorso; a contendergli la vittoria ci sono Matteo Jorgenson (Team Visma | Lease a Bike), unico dei “big” ad averci provato seriamente l’altroieri, e naturalmente Biniam Girmay (Intermarché – Wanty), che in caso di volata di gruppo sarebbe di certo fra i primissimi e che venerdì è arrivato secondo. Non dimentichiamo poi il giovane talento belga Arnaud De Lie (Lotto Dstny), vincitore in Québec l’anno scorso e che l’altroieri, pur non riuscendo nel bis, è riuscito a stoppare un Pogacar che aveva già iniziato lo scatto decisivo; poi ci sono Juan Ayuso (UAE Team Emirates), Stephen Williams (Israel – Premier Tech), Simon Yates (Team Jayco AlUla), Julian Alaphilippe (Soudal Quick-Step), Ben Healy (EF Education – EasyPost), Romain Bardet (Team dsm-firmenich PostNL), Jai Hindley (Red Bull – BORA – hansgrohe) e il nostro Alberto Bettiol (Astana Qazaqstan Team), unico italiano quest’anno capace di vincere qualche corsa in linea importante. Adam Yates (UAE Team Emirates), vincitore l’anno scorso, è assente dopo aver portato a termine da pochi giorni una discreta Vuelta.
Si parte alle 10.15 (ora locale, le 16.15 ora italiana) e quasi subito inizia la prima “côte”, una salita non banale, lunga oltre due chilometri con una pendenza media del 6% (e punte superiori al 10%), che porta a 208 metri di quota, in cima alla collina intitolata a Camillien Houde, politico canadese che è stato a lungo sindaco di Montréal. Proprio su questa salita partì, due anni fa, l’attacco decisivo di Pogacar, che riuscì a staccare quasi tutti i suoi avversari finendo poi per vincere la volata ristretta ai pochi superstiti (tra cui Van Aert, oggi assente dopo il grave incidente alla Vuelta). Il resto del circuito è prevalentemente in leggera discesa e si svolge in buona parte nel parco del Mount Royal, anche se due brevi ma ripide “côtes” di poche centinaia di metri l’una, al sesto e poi al nono chilometro del circuito, rendono la faccenda un po’ più complicata; anche gli ultimi 300 metri sono un po’ in salita, cosa che certamente avrà il suo peso se si dovesse arrivare in volata, sia ristretta, sia di gruppo.
Contrariamente a quanto si era visto venerdì, la consueta fuga non parte subito, anche se qualche corridore, di tanto in tanto, prova ad allungare. È solo nel corso del secondo giro che si avvantaggiano il giovanissimo ma promettente canadese Michael Leonard (INEOS Grenadiers, campione nazionale U23 a cronometro) e il giovane ma già esperto belga Gil Gelders (Soudal Quick-Step, due tappe vinte al Giro U23): sulla linea di arrivo i due hanno già un paio di minuti sul gruppo e nel corso del terzo giro vengono raggiunti dal navigato passista belga Dries De Bondt (Decathlon AG2R La Mondiale Team, con un campionato belga e una tappa al Giro nel suo palmarès). Il vantaggio sul gruppo che, inquadrato dall’alto, sembra procedere ad andatura cicloturistica, sale a 4 minuti nel corso del quarto giro e a ben 5 sulla linea di arrivo. È a questo punto che la UAE inizia a tirare e tanto basta a far calare lo svantaggio del gruppo a 3’20” alla fine del quinto giro e a meno di 2’40” alla fine del sesto. Il vantaggio dei fuggitivi si stabilizza intorno ai tre minuti nei giri successivi, mentre la noia regna sovrana e iniziano anche difficoltà di collegamento, con le immagini in diretta che lasciano il posto a riprese panoramiche di Montreal, agli “highlights” delle precedenti edizioni e a qualche intervista ai protagonisti: la decima volta che vengono inquadrati il ponte Jacques Cartier (dedicato all’esploratore che scoprì queste zone) e la chiesa di Saint Joseph du Mont-Royal diventa inevitabile chiedersi se davvero le due gare canadesi abbiano l’importanza data da loro dall’UCI e dagli sponsor. Quando le immagini tornano in diretta siamo ormai nel 12esimo giro (poco più di 5 alla fine) e si scopre che i tre battistrada hanno ancora 1’20” di vantaggio e che De Lie ha abbandonato. La stessa sorte tocca ben presto al nostro Bettiol, che dopo aver vinto il campionato italiano quasi tre mesi fa è entrato in una crisi dalla quale, con ogni evidenza, non riesce ad uscire. Non vanno mai in crisi, viceversa, i gregari della UAE: a tirare il gruppo concedendosi poche soste sono stati prima Igor Arrieta, poi Domen Novak e infine Finn Fisher-Black ed è grazie al loro sforzo che nel 13esimo giro il vantaggio dei tre fuggitivi si riduce a 30 secondi. È a questo punto che lo sloveno Matej Mohorič (Bahrain – Victorious), famoso per una Sanremo vinta in maniera rocambolesca due anni fa, esce di prepotenza dal gruppo e si riporta sui battistrada (diventati due dopo il cedimento di De Bondt) sulla linea di arrivo, quando mancano ancora 4 giri (quasi 50 chilometri) al termine della corsa. È improbabile che Pogacar, pur connazionale di Mohorič, lasci fare: e infatti la UAE continua a tirare il gruppo, che dopo le ripetute salite sulla salita di Camillien Houde sembra essersi molto ridotto e il cui distacco rimane a lungo sui 30 secondi; anche qualcuno dei più forti, tra i quali Girmay, inizia a staccarsene. Durante il quartultimo giro Leonard cede di schianto e viene subito ripreso, così che con Mohorič resta il solo Gelders. Inevitabilmente i due superstiti finiscono per cedere a loro volta e vengono ripresi dal gruppo (che ormai conta poco più di 40 corridori) all’inizio del terzultimo giro. Senza più nessuno in fuga tutti si rilassano e percorrono questo giro compatti e allargati, godendosi il fresco e il panorama, mentre da dietro qualcuno rientra sino a far risalire il numero totale dei suoi componenti ad una cinquantina; nel frattempo abbandona anche Ayuso. Inizia il penultimo giro e finalmente qualcosa cambia, poiché sulla salita di Camillien Houde Rafał Majka, il più forte dei gregari di Pogacar, si lancia in un micidiale forcing del quale si scopre ben presto la ragione: il grande sloveno parte nel tratto più duro della salita e, diversamente da quanto accaduto venerdì, riesce subito a fare il vuoto. Il gruppo si sfilaccia e si riduce a una ventina di corridori. Nessuno tenta l’inseguimento solitario e in cima alla salita Pogacar ha già una ventina di secondi di vantaggio. Ancora qualche chilometro di attesa e ci prova Neilson Powless (EF Education – EasyPost), ma la convinzione è poca e il suo tentativo ha breve durata. A un paio di chilometri dalla linea d’arrivo ci prova infine Alaphilippe, poi affiancato da altri tre corridori, fra cui Jorgenson e lo spagnolo Pello Bilbao (Bahrain – Victorious), vincitore di tappe un po’ dappertutto ma non eccelso nelle corse in linea; ciò nonostante il vantaggio di Pogacar continua a salire inesorabilmente sino a raggiungere 30 secondi – 45 sul resto del gruppo – all’inizio dell’ultimo giro; sull’ultima salita i quattro al suo inseguimento cedono uno dopo l’altro e vengono riassorbiti dal gruppo; il solo Bilbao, con tenacia ma senza speranza, continua ad inseguire da solo lo sloveno. Pogacar, implacabile, aumenta progressivamente il suo vantaggio che nel finale arriva a sfiorare il minuto, e la sua cavalcata assume toni talmente trionfali che negli ultimi duecento metri si vede qualcosa di inaudito: lo sloveno rallenta e quasi si ferma a stringere le mani degli spettatori in delirio, prima ancora di varcare la linea del traguardo! Bilbao ne approfitta per portarsi a soli 24 secondi, cogliendo un prestigioso secondo posto che vale quasi quanto una vittoria, e alle sue spalle ciò che resta del gruppo è regolato da Alaphilippe dopo una dura volata. Matthews è fra i ritirati.
Inizia così, con una vittoria delle sue, l’ultima parte della stagione di Tadej Pogacar, il nuovo Merckx: una gara che stava facendo addormentare gli spettatori, non molto diversa da quella di venerdì, si è invece trasformata negli ultimi giri in una dimostrazione di forza a tratti esaltante, di quelle a cui ci stiamo nuovamente abituando solo da qualche anno e che una volta erano la regola, non l’eccezione. Il podio, quasi a voler consacrare quella che è stata forse la più bella edizione di questa corsa, è di tutto rispetto. Dopo la scarsa combattività da tutti mostrata venerdì, persino dallo stesso Pogacar, ce n’era un gran bisogno.
Andrea Carta
EUROPEO A MERLIER. L’ITALIA FA LA CORSA MA RESTA A BOCCA ASCIUTTA
Va ad un corridore di casa l’europeo 2024. Il Belgio, che si presentava con due punte di lusso visto il percorso, lascia all’Italia l’onere di controllare la corsa e di chiudere sull’attacco più pericoloso. Nel finale, i nostri lasciano a desiderare nel preparare lo sprint e Milan resta chiuso, uscendo addirittura dai dieci. Polemiche per la scia prolungata di Merlier dopo una foratura.
Il campionato europeo di ciclismo è una corsa relativamente giovane e sono numerose le perplessità sul senso stesso di una corsa a carattere continentale.
Se in uno sport come il calcio o la pallavolo la presenza di un campionato nazionale che si svolge in un’intera stagione giustifica una rassegna continentale, nel ciclismo, sport in cui le corse professionistiche sono quasi tutte a carattere mondiale, non si sentiva il bisogno di questa invenzione.
Se poi ci si sforza anche per inventare percorsi insipidi cercando di mascherarli con un paio di tratti di pavè per nulla difficili e due strappi di meno di un chilometro con pendenze del 4%, le perplessità aumentano.
Un tracciato per velocisti in una corsa che aspira a diventare una classica importante, vista anche la copertura televisiva degna di un mondiale, è abbastanza deprimente.
Cervellotico pure lo sviluppo, con due circuiti da percorrere poche volte intervallati da tratti in linea con il primo percorso che veniva ripreso nel finale.
Il percorso quindi sorrideva agli sprinter che dovevano semplicemente reggere la distanza, che quando supera i 200 Km è comunque una difficoltà di cui tenere conto, e tenere gli occhi aperti sulle poche insidie presenti.
Come spesso accade, la classe di alcuni corridori riesce, anche se solo in parte, a rimediare alle mancanze degli organizzatori e così abbiamo visto andare in scena tanti attacchi nella fase centrale di corsa con ottimi corridori che, nonostante la loro grandissima classe, non hanno mai avuto seriamente speranze.
Nelle prime fas la corsa è stata caratterizzata dall’attacco di Mathis Le Berre (Francia), Nils Brun (Svizzera), Ivo Oliveira (Portogallo), Felix Ritzinger (Austria) e Jonas Rutsch (Germania)
La presenza di un corridore francese non ha impedito a Remi Cavagna di mettersi in testa al gruppo a tirare in modo per nulla timido, tanto da impedire alla fuga di prendere il largo. Dal canto suo Le Berre, sollecitato dal direttore sportivo, ha iniziato a non collaborare prendendosi gli improperi dei compagni di avventura.
La strategia è stata vista come singolare un po’ da tutti, ma l’impressione è che ci siano state gravi carenze nella preparazione della gara perché, se è vero che in corse come quella di oggi i corridori non sono in comunicazione con i direttori sportivi, è altrettanto vero che certi attacchi e certe strategie dovrebbero essere quasi degli automatismi. E’ impensabile che non fosse stato stabilito che, in caso di attacco nelle prima fasi di gara, Le Berre si sarebbe inserito. La soluzione potrebbe essere anche un’iniziativa personale di Cavagna, che ha declinato l’invito del capitano Christophe Laporte a rallentare l’andatura.
La situazione è rientrata quando è stato Jacopo Mosca a prendere in mano le redini dell’inseguimento e Le Berre che ha ripreso la collaborazione in testa alla corsa.
Intorno ai 115 Km dall’arrivo si forma un gruppetto di contrattaccanti di lusso. Ne fanno parte Mathieu van der Poel, Mike Teunissen (Paesi Bassi), Mads Pedersen, Soren Kragh Andersen (Danimarca), Matteo Trentin (Italia), Jordi Meeus (Belgio), Michal Paluta (Polonia) ed Erik Fetter (Ungheria).
Questo gruppo non ha spazio a causa della reazione del plotone ma, da qui in avanti, è un continuo di scatti e controscatti con Van der Poel particolarmente attivo.
Nel corso di questa girandola di attacchi Tim Merlier (Belgio) fora e per riportarsi in gruppo sfrutta per molti chilometri la scia dell’ammiraglia. Ovviamente in tali situazioni si cerca di chiudere un occhio in favore del corridore sfortunato ma, in questo caso, l’impressione è che i giudici gli occhi li abbiano chiusi entrambi, perché la scia è stata davvero molto prolungata e forse il fatto che si trattasse di un corridore di casa (e per giunta uno dei favoriti) ha giocato a favore del belga.
Poco prima dei meno 80 Km al traguardo Van der Poel ci riprova e stavolta il tentativo, seguito da Trentin e Bjerg, riesce a mettere un gap di una ventina di secondi, costringendo altre squadre a tirare. La situazione provoca una frattura in gruppo e davanti rimagono Van der Poel, Pascal Eenkhoorn, Mike Teunissen e Danny Van Poppel (Paesi Bassi), Hugo Page (Francia), Laurenz Rex, Jonas Rickaert e Edward Theuns (Belgio), Kasper Asgreen, Mikkel Bjerg e Pedersen (Danimarca), Mirco Maestri, Jacopo Mosca e Matteo Trentin (Italia), Stian Fredheim e Alexander Kristoff (Norvegia), Jannik Steimle (Germania), Rui Oliveira (Portogallo), Oded Kogut (Israele), Madis Mihkels e Norman Vahtra (Estonia).
Dopo una fase molto concitata di attacchi in gruppo il ricongiugimento avviene a poco più di 60 Km all’arrivo.
Van der Poel non ne ha abbastanza e mette in scena altri due tentativi: il primo con Laporte e Davide Ballerini viene annullato in breve, mentre il secondo è molto ben assortito con Pedersen, Laporte, Arthur Kluckers (Lussemburgo) e Jonas Rutsch (Germania) sembra più deciso, costringendo la nazionale italiana ad un gran lavoro. L’intelligenza è stata nel ricucire pian piano un gap che era arrivato a toccare i 30 secondi: il ricongiugimento avviene ai -25 con la nazionale italiana che resta in testa.
Negli ultimi chilometri è sempre l’Italia a controllare la corsa, annullando anche i tentativi di attacchi come quello abbastanza poderoso quanto effimero di Asgreen. Il plotoncino azzurro con Trentin, Ballerini e Simone Consonni arriva fino agli ultimi 500 metri, quando si gettano nella mischia altre squadre e Milan rimane chiuso nella mischia. L’errore è abbastanza grave in quanto il treno dell’Italia era saldamente in testa al gruppo e farsi tagliare fuori da quella posizione è certamente qualcosa che bisognava evitare.
Perfetti sono stati i belgi che, invece, si sono risparmiati per tutta la corsa e hanno solo pensato a tenere coperti i capitani.
Merlier ha mostrato uno spunto ottimo e si è rivelato in condizioni migliori rispetto al connazionale Jasper Philipsen, rimasto giù dal podio in quanto bruciato al fotofinish per il terzo posto da Madis Mihkels (Estonia), mentre secondi si è classificato Olav Kooij (Paesi Bassi).
Massimo risultato con il minimo sforzo per il Belgio, mentre situazione diametralmente opposta per gli italiani, ai quali va dato atto di aver messo generosità sulla strada anche se è mancata l’organizzazione degli ultimi due uomini nel finale.
La stagione volge al termine con gli ultimi due grandi appuntamenti del mondiale e del Giro di Lombardia, nei quali rivedremo il protagonista assoluto di questa stagione Tadej Pogacar col numero sulla schiena.
Benedetto Ciccarone
15-09-2024
settembre 15, 2024 by Redazione
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CAMPIONATI EUROPEI – GARA SU STRADE ELITE MASCHILE (Belgio)
Il belga Tim Merlier si è imposto nella corsa su strada, Heusden-Zolder – Hasselt, percorrendo 220 Km in 4h37′09″, alla media di 48.255 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’olandese Olav Kooij e l’estone Madis Mihkels. Miglior italiano Jonathan Milan, 13°.
CAMPIONATI EUROPEI – GARA SU STRADE JUNIORES FEMMINILE (Belgio)
L’olandese Puck Langenbarg si è imposta nella corsa su strada, Heusden-Zolder – Hasselt, percorrendo 72.9 Km in 1h43′15″, alla media di 42.363 Km/h. Ha preceduto allo sprint la tedesca Messane Bräutigam e la ceca Štěpánka Dubcová. Miglior italiana Chantal Pegolo, 19°.
GRAND PRIX CYCLISTE DE MONTRÉAL
Lo sloveno Tadej Pogačar (UAE Team Emirates) si è imposto nella corsa canadese, circuito di Montréal, percorrendo 209.1 Km in 5h28′15″, alla media di 38.221 Km/h. Ha preceduto di 24″ lo spagnolo Pello Bilbao (Bahrain – Victorious) e di 40″ il francese Julian Alaphilippe (Soudal Quick-Step). Miglior italiano Edoardo Zambanini (Bahrain – Victorious), 9° a 40″
TROFEO MATTEOTTI
Il venezuelano Orluis Aular (Caja Rural – Seguros RGA) si è imposto nella corsa italiana, circuito di Pescara, percorrendo 194 Km in 4h27′47″, alla media di 43.468 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Alessandro Covi (UAE Team Emirates) e il kazako Alexey Lutsenko (Astana Qazaqstan Team)
GRAND PRIX D’ISBERGUES – PAS DE CALAIS
L’olandese Arvid de Kleijn (Tudor Pro Cycling Team) si è imposto nella corsa francese, circuito di Isbergues, percorrendo 198.8 Km in 4h35′06″, alla media di 43.359 Km/h. Ha preceduto allo sprint il neozelandese Laurence Pithie (Groupama – FDJ) e il belga Gerben Thijssen (Intermarché – Wanty). Miglior italiano Davide Persico (Bingoal WB), 5°.
GRAND PRIX D’ISBERGUES – PAS DE CALAIS FÉMININ
L’olandese Maaike Boogaard (AG Insurance – Soudal Team) si è imposta nella corsa francese, circuito di Isbergues, percorrendo 131.6 Km in 3h26′47″, alla media di 38.185 Km/h. Ha preceduto allo sprint la francese Victoire Berteau (Cofidis Women Team) e la spagnola Alba Teruel (Laboral Kutxa – Fundación Euskadi). Miglior italiana Laura Tomasi (Laboral Kutxa – Fundación Euskadi), 5°.
GRAND PRIX INTERNATIONAL DE LA VILLE DE NOGENT-SUR-OISE
Il francese Justin Ducret (SCO Dijon – Team Matériel – Velo.com) si è imposto nella corsa francese, circuito di Nogent-sur-Oise, percorrendo 175 Km in 3h45′09″, alla media di 46.636 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’algerino Yacine Hamza (Madar Pro Cycling Team) e il connazionale Ronan Augé (Equipe continentale Groupama-FDJ). Nessun italiano in gara
TOUR OF ISTANBUL
L’italiano Davide Gabburo (VF Group – Bardiani CSF – Faizanè) si è imposto nella quarta ed ultima tappa, circuito di Istanbul, percorrendo 83.6 Km in 1h32′15″, alla media di 54.374 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo spagnolo Sergi Darder (Illes Balears Arabay Cycling) e lo sloveno Tilen Finkšt (Adria Mobil). Il francese Mathieu Burgaudeau (TotalEnergies) si impone in classifica con 16″ sull’italiano Alessandro Romele (Astana Qazaqstan Development Team) e 19″ sul connazionale Emilien Jeannière (TotalEnergies).
WOMEN’S CYCLING GRAND PRIX STUTTGART & REGION
L’italiana Eleonora Camilla Gasparrini (UAE Team ADQ) si è imposta nella corsa tedesca, Böblingen – Stoccarda, percorrendo 118.2 Km in 2h53′26″, alla media di 40.892 Km/h. Ha preceduto allo sprint le olandesi Lieke Nooijen (Team Visma | Lease a Bike) e Mareille Meijering (Movistar Team)
PIONERA RACE (Donne)
L’italiana Debora Silvestri (Laboral Kutxa – Fundación Euskadi) si è imposta nella corsa spagnola, El Real de Gandia – Cocentaina, percorrendo 96 Km in 2h45′25″, alla media di 34.821 Km/h. Ha preceduto di 46″ la cilena Catalina Anais Soto (Laboral Kutxa – Fundación Euskadi) e la britannica Awen Roberts (Canyon//SRAM Generation)
14-09-2024
settembre 14, 2024 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
CAMPIONATI EUROPEI – GARA SU STRADE ELITE FEMMINILE (Belgio)
L’olandese Lorena Wiebes si è imposta nella corsa su strada, Heusden-Zolder – Hasselt, percorrendo 162 Km in 3h56′34″, alla media di 41.088 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiana Elisa Balsamo e la polacca Daria Pikulik.
CAMPIONATI EUROPEI – GARA SU STRADE JUNIORES MASCHILE (Belgio)
Il norvegese Felix Ørn-Kristoff si è imposto nella corsa su strada, Heusden-Zolder – Hasselt, percorrendo 129.7 Km in 2h40′41″, alla media di 48.431 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo spagnolo Héctor Álvarez e di 1″ il francese Paul Seixas. Miglior italiano Ludovico Maria Mellano, 8° a 16″
MEMORIAL MARCO PANTANI
L’elvetico Marc Hirschi (UAE Team Emirates) si è imposto nella corsa italiana, Cesena – Cesenatico, percorrendo 195.4 Km in 4h31′11″, alla media di 43.233 Km/h. Ha preceduto allo sprint gli italiani Lorenzo Milesi (Movistar Team) e Vincenzo Albanese (Arkéa – B&B Hotels)
TOUR OF ISTANBUL
Il francese Mathieu Burgaudeau (TotalEnergies) si è imposto anche nella terza tappa, Beykoz – Polonezköy, percorrendo 113.3 Km in 2h41′07″, alla media di 42.193 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Alessandro Romele (Astana Qazaqstan Development Team) e il connazionale Emilien Jeannière (TotalEnergies). Burgaudeau è ancora leader della classifica con 16″ su Romele e 28″ su Jeannière