30-09-2024
settembre 30, 2024 by Redazione
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PETRONAS TOUR DE LANGKAWI (Malesia)
L’italiano Matteo Malucelli (JCL Team UKYO) si è imposto nella seconda tappa, Arau – Butterworth, percorrendo 154.5 Km in 3h34′58″, alla media di 43.123 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo spagnolo Manuel Peñalver (Team Polti Kometa) e l’olandese Arvid de Kleijn (Tudor Pro Cycling Team). Il russo Gleb Syritsa (Astana Qazaqstan Team) è ancora leader della classifica con 2″ su Malucelli e 4″ sul malesiano Muhammad Nur Aiman Bin Rosli (Terengganu Cycling Team).
ELOGIO DELLA PAZZIA: POGACAR VESTE L’IRIDE
Con un attacco partito a 100 Km dalla conclusione, Tadej Pogacar conquista il campionato mondiale di Zurigo e veste la maglia iridata. Come al solito, gli è bastato prendere qualche metro per involarsi definitivamente verso la vittoria. Lo sloveno percorre gli ultimi 50 km in solitudine e gestisce molto bene anche il momento di difficioltà vissuto tra l’inizio e la metà dell’ultimo giro.
Il titolo del capolavoro di Erasmo da Rotterdam calza a pennello per descrivere l’impresa con la quale il fuoriclasse sloveno va a conquistare il penultimo obbiettivo di una stagione trionfale.
La distanza dalla quale Tadej Pogacar ha lanciato l’attacco decisivo ha dell’incredibile, sia con riferimento alle tattiche del ciclismo moderno, sia in relazione al tipo di gara che non favoriva certo un’idea del genere.
Quando è pertito all’attacco lo sloveno il Belgio e l’Olanda, le formazioni dei più temibili rivali, avevano ancora diversi uomini da utilizzare nell’inseguimento, anche se poi si sono sfladate abbastanza rapidamente.
Remco Evenepoel, che aveva dalla sua parte un percorso adatto alle sue caratteristiche, ha subito una severa lezione, è sembrato molto nervoso ed è rimasto fuori dal podio.
Pogacar ha ricevuto il prezioso aiuto del compagno Jan Tratnik, che lo ha riportato in testa alla corsa mentre non ha ricevuto grande aiuto nei chilometri percorsi in coppia con il francese Pavel Sivakov.
Nell’ultimo giro, quando alle sue spalle si sono accese le polveri, lo sloveno ha perso rapidamente buona parte del vantaggio ed è sembrato comunque abbastanza provato. Nel finale, però, si è ripreso e ha ritrovato energie anche psicolcogiche, favorito dalle schermaglie alle sue spalle di avversari che si erano rassegnati a darsi battaglia per le posizioni più basse del podio.
Quel che è certo è che quest’oggi è andato in scena un grande spettacolo che gli appasionati di ciclsimo non dimenticheranno molto facilmente.
Pogacar ha sinora centrato tutti gli obiettivi di stagione, forse con l’unica eccezione della Sanremo, e si è dimostrato nettamente il più forte sia nelle corse di un giorno, sia nei grandi giri.
I paragoni con Eddy Merckx non possono più essere considerati irriverenti, visto che anche l’obiettivo di vincere nello stesso anno Giro, Tour e Mondiale è stato centrato.
Per quanto riguarda la tattica, come al solito Pogacar ha preso venti metri sugli avversari, che lo hanno rivisto dopo il traguardo. Dopo aver guadagnato in un batter d’occhio venti secondi, lo sloveno ha a lungo viaggiato con un vantaggio stabile che si alzava molto lentamente solo in certi momento del percorso, quando Pogacar cercava di rilanciare il ritmo.
Il problema con il neoiridato è che, quando perdi il contatto visivo risulta poi impossibile andare a ricucire il gap, perché il fuoriclasse sloveno riesce a mantenere un ritmo elevatissimo.
La distanza da cui il neocampione del mondo ha lanciato l’attacco è stata siderale; sinora il record spettava alla Strade Bianche di quest’anno, con l’attacco sferrato sul tratto di Monte Sante Marie a 85 km dalla conclusione, record superato appunto oggi dall’azione lanciata quando mancavano 100 Km tondi tondi e quando tutti ritenevano che l’attacco decisivo sarebbe partito nell’ultimo giro o, al limite, alla penultima tornata.
Il tracciato, molto tortuoso e con vari strappi, sicuramente non era favorevole ai rientri come un tracciato pianeggiante, tuttavia i molti chilometri in solitaria in una corsa di 270 km si sono fatti certamente sentire, tanto che anche Pogacar, nell’ultimo giro, ha accusato un po’ la fatica perdendo molti secondi quando sono partiti gli attacchi per le medaglie.
La corsa parte subito forte e, dopo una consueta fase concitata, si forma una fuga a sei con Silvan Dillier (Svizzera), Luc Wirtgen (Lussemburgo), Piotr Pekala (Polonia), Rui Oliveira (Portogallo) e Tobias Foss (Norvegia); alle loro spalle viaggiavano isolati Marcus Pajur (Estonia), Simon Geschk (Germania) e Roberto Carlos González (Panama), mentre più dietro il gruppo era tirato dalla Slovenia.
In questa prima fase di gara da segnalare i ritiri di Lucian Alaphilippe (Francia), Joao Almeida (Portogallo) e Mikel Landa (Spagna).
Il primo scossone avviene nel terzo giro del circuito, quando partono al contrattacco Jay Vine (Australia), Laurens De Plus (Belgio), Jan Tratnik (Slovenia), Mattia Cattaneo (Italia), Magnus Cort (Danimarca), Pavel Sivakov (Francia), Stephen Williams (Gran Bretagna), Kevin Vermaerke (Stati Uniti), Johannes Staune-Mittet (Norvegia) e Florian Lipowitz (Germania), che raggiungono i battistrada sulla salita della Zürichbergstrasse.
In gruppo c’è un po’ di inquietudine, con alcuni scatti che rendono complesso controllare la corsa ed è a quel punto, ai 100 dall’arrivo, che attacca Pogacar, al quale si accodano Quinn Simmons (USA) e il nostro Andrea Bagioli, che sono però costretti cedere nel giro di pochi minuti. Lo sloveno trova sulla strada Tratnik, nel frattempo staccato dal gruppo di testa per attendere il connazionale. I due si riportano quindi sulla testa della corsa abbastanza agevolmente e l’aiuto di Tratnik permette a Pogacar di tirare il fiato dopo l’allungo per staccare gli avversari.
Nel gruppo di testa, ovviamente, nessuno vuole tirare e quindi è ancora Tratnik a tenere alta l’andatura sino al successivo passaggio sulla Zürichbergstrasse, quando Pogacar dà una ulteriore accelerata staccando tutti, eccetto un pimpante Pavel Sivakov. Il vantaggio sul gruppo, che nel frattempo perde elementi, è di poco inferiore a 40 secondi.
Il ritmo degli uomini di Remco Evenepoel (Belgio) – nello specifico Tim Wellens, Tiesj Benoot e Maxim Van Gils – non è sufficiente perché la coppia davanti continua a guadagnare terreno, cosa che spinge Evenepoel ad accelerare in prima persona. L’unico risultato che ottiene l’olimpionico è quello di polverizzare la propria squadra, evidentemente non all’altezza, e di ridurre il gruppo ad un drappello di uomini che si scattano in faccia senza criterio, favorendo tra l’altro i due di testa, che viaggiano spediti.
Dalla girandola di scatti si avvantaggiano Ben Healy (Irlanda) e Toms Skujins (Lettonia), che riescono a prendere un buon vantaggio sul gruppo e a mantenere un distacco nell’ordine dei 40/50 secondi da Pogacar che, nel frattempo, si è liberato della compagnia di uno stremato Sivakov al penultimo passaggio dalla Zürichbergstrasse, a 50 Km dalla conclusione.
Al passaggio dal traguardo suona la campana dell’ultimo giro con Pogacar che transita con un minuto di vantaggio su Healy e Skujins e 1′27″ su Simmons, Roger Adrià ed Enric Mas (Spagna), Romain Bardet e David Gaudu (Francia), Ben O’Connor (Australia), Marc Hirschi (Svizzera), Mathias Vacek (Repubblica Ceca), Oscar Onley (Gran Bretagna), Bauke Mollema e Mathieu van der Poel (Paesi Bassi), con quest’ultimo che aveva provato invano a riportarsi sulla coppia di contrattaccanti.
Nel corso dell’ultimo giro Pogacar comincia ad accusare la fatica e da dietro si riavvicinano, anche perché inizia la lotta per il podio, con Hirschi che in casa vuole far bella figura e, insieme a Mas, va a chiudere sulla coppia Healy-Skujins. Dietro non ci stanno e così Evenepoel, Van der Poel e O’Connor si riportano sui quattro.
Mentre Pogacar, ripresosi dal momento di difficoltà, viaggia verso la vittoria dietro provano staccarsi a vicenda ed è O’Connor a cogliere l’attimo giusto per aggiudicarsi il secondo gradino del podio a 34 secondi dal vincitore, mentre gli altri se la giocano allo sprint, con Van der Poel che mette la ruota davanti a Skujins ed Evenepoel.
Quest’ultimo è apparso appannato e non solo non ha seguito Pogacar – cosa che in sé poteva starci, visto che lo sloveno è partito da molto distante e la sua azione era obiettivamente molto rischiosa – ma soprattutto non è riuscito mai a mettere in difficoltà gli avversari su un terreno che gli era comunque favorevole; inoltre nel finale è apparso piuttosto stanco, tanto da rimanere fuori dal podio.
Van der Poel, invece, ha conquistato la medaglia di bronzo regolando il gruppetto allo sprint dopo aver provato vari allunghi non andati in porto e dopo aver fallito l’inseguimento solitario lanciato a Skujins ed Healy. In questo senso, comunque, l’olandese può essere soddisfatto perché, nonostante i suoi tentativi falliti, è riuscito a mantenere la lucidità per fare un buon sprint al termine di una gara lunghissima e agguantare l’ultima medaglia a disposizione.
Nella lotta si è inserito molto bene O’Connor che, zitto zitto, è restato con il gruppetto dei più immediati inseguitori ed ai 2000 metri ha trovato l’allungo giusto.
Sono, purtroppo, andati male gli italiani. Mattia Cattaneo si è inserito nella fuga iniziale, Bagioli ha tentato per pochi minuti di seguire Pogacar, mentre Giulio Ciccone ha provato alcuni effimeri allunghi sugli strappi e alla fine è risultato il miglior azzurro, venticinquesimo con un ritardo di 6′36″.
Dopo questa splendida gara e dopo il trittico lombardo che verrà disputato tra il 6 e l’8 ottobre, manca ancora l’ultima monumento della stagione nella quale è prevedibile che il campione del mondo sarà ancora protagonista, avendo vinto le ultime 3 edizioni. Appuntamento dunque per sabato 12 ottobre, quando andrà in scena la 118a edizione del Giro di Lombardia.
Benedetto Ciccarone

Tadej Pogacar arraffa anche il mondiale nella sua fantastica stagione 2024 (Photo by FABRICE COFFRINI/AFP via Getty Images)
29-09-2024
settembre 29, 2024 by Redazione
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CAMPIONATI DEL MONDO (Svizzera) – CORSA SU STRADA ELITE MASCHILE
Lo sloveno Tadej Pogacar si è imposto nella corsa su strada, Winterthur – Zurigo, percorrendo 273.9 Km in 6h27′30″, alla media di 42.41 Km/h. Ha preceduto di 34″ l’australiano Ben O’Connor e di 58″ l’olandese Mathieu van der Poel. Miglior italiano Giulio Ciccone, 25° a 6′36″
PETRONAS TOUR DE LANGKAWI (Malesia)
Il russo Gleb Syritsa (Astana Qazaqstan Team) si è imposto nella prima tappa, circuito di Kuah, percorrendo 96.5 Km in 2h04′37″, alla media di 46.462 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’olandese Casper van Uden
(Team Dsm-Firmenich PostN) e l’italiano Lorenzo Conforti (VF Group – Bardiani CSF – Faizanè). Syritsa è il primo leader della classifica con 6″ su Van Uden e 8″ sullo spagnolo Xavier Cañellas (Euskaltel – Euskadi). Miglior italiano Conforti, 4° a 8″
TOUR D’EURE-ET-LOIR
Il belga Mauro Cuylits (Lotto Dstny Development Team) si è imposto nella terza ed ultima tappa, Vernouillet – Chartres, percorrendo 190 Km in 4h04′53″, alla media di 46.553 Km/h. Ha preceduto allo sprint il francese Raphaël Hector (VC Rouen 76) e il danese Daniel Weis Nielsen (Decathlon AG2R La Mondiale Development Team). Miglor italiano Thomas Capra (CTF Victorious), 9°. Il francese Antoine L’Hote (Decathlon AG2R La Mondiale Development Team) si impone in classifica con 8″ sul connazionale Théo Delacroix (St Michel – Mavic – Auber93) e 15″ sul connazionale Joris Delbove (St Michel – Mavic – Auber93). Miglor italiano Juan David Sierra (Tudor Pro Cycling Team U23), 15° a 27″
OITA URBAN CLASSIC
L’olandese Jeroen Meijers (Victoria Sports Pro Cycling Team) si è imposto nella corsa giapponese, circuito di Oita, percorrendo 150.8 Km in 3h24′24″, alla media di 44.266 Km/h. Ha preceduto di 1″ il giapponese Masaki Yamamoto (JCL Team UKYO) e il colombiano Ruben Dario Acosta (Utsunomiya Blitzen). Nessun italiano in gara.
MONDIALI, BIS DI LOTTE KOPECKY TRA LE DONNE ELITE ED ELISA LONGO BORGHINI E’ TERZA, PIETERSE VINCE IL TITOLO UNDER 23.
La fuoriclasse belga si conferma campionessa del mondo Elite grazie allo sprint vincente su una sorprendente Chloe Dygert (Stati Uniti) ed Elisa Longo Borghini, al terzo bronzo iridato in carriera. Otto anni dopo Doha non ci sono neerlandesi sul podio nella massima categoria, che però si riscattano con il successo Under 23 di Puck Pieterse.
Il Mondiale Donne Elite è ancora di Lotte Kopecky, non in solitaria come un anno fa a Glasgow, ma in volata ristretta tra sei atlete, al termine di una corsa incertissima fino all’ultimo istante. La campionessa belga era data come superfavorita insieme all’olandese Demi Vollering e a Elisa Longo Borghini e non ha deluso le aspettative della vigilia. Ottima la prova dell’azzurra di Ornavasso, capitana unica della nazionale italiana e molto attiva nella tornata finale.
La gara è iniziata con il minuto di raccoglimento in memoria di Muriel Furrer, la sfortunata juniores svizzera deceduta ieri a causa di un terribile incidente nella gara di giovedì mattina. La squadra elvetica si è radunata in prima fila e la commozione era molto forte, come testimoniano le lacrime delle stesse atlete rosso-crociate. Si è poi partiti e ancora una volta la pioggia ha contraddistinto tutta la corsa. Pronti via e scattano in tre Caroline Baur (Svizzera), Sara Martin (Spagna) e Nina Berton (Lussemburgo), mentre si susseguono le cadute a causa della strada viscida.
Il terzetto viene ripreso dopo circa cinquanta chilometri, quando si fanno già vedere alcune big come Riejanne Markus (Paesi Bassi), Justine Ghekiere (Belgio) e Niamh Fisher – Black (Nuova Zelanda). Ai -81 si forma un gruppetto di undici atlete, tra le quali c’è la trevigiana Soraya Paladin: la nazionale neerlandese è in superiorità avendo in fuga l’ex campionessa europea Mischa Bredewold con la Markus. La serie di scatti è infinita man mano che l’arrivo si avvicinava e infine restano in quattro all’inizio dell’ultimo giro – la Markus, la connazionale Marianne Vos, la belga Justine Ghekiere e l’australiana Ruby Roseman–Gannon – con un minuto di vantaggio. Sull’ultimo passaggio sulla salita della Bergstrasse le inseguitrici riescono a recuperare tutto il margine di ritardo ed Elisa Longo Borghini si dimostra una delle più attive. Inizialmente la belga Lotte Kopecky e la statunitense Chloe Dygert si staccano andando del proprio passo e con l’azzurra restano la Roseman–Gannon, la Ghiekiere e la Vollering. Annaspano, invece, la Vos e la Markus facendo una sorta di elastico nel tratto più vallonato del circuito.
Sull’ultimo strappetto ci riprova Elisa e sembra l’azione buona, che dura però solo per un chilometro e mezzo. C’è la discesa verso il lungolago di Zurigo e sono in quattro davanti, che però si fanno riacciuffare dalla Roseman-Gannon e dalla Dygert. Parte la volata e la prima a sprintare è la Longo Borghini, ma la potenza della Kopecky è troppa per tutte le altre e arriva il bis consecutivo per la belga. E’ un’impresa che non si vedeva dalle stagioni 2012-2013, quando Marianne Vos a Firenze confermò il titolo campionessa mondiale conquistato un anno prima a Valkenburg. Ottima medaglia di bronzo per Elisa Longo Borghini, la terza in carriera nella rassegna iridata per la campionessa di Ornavasso, vincitrice quest’anno del Giro delle Fiandre, della Freccia del Brabante e del Giro d’Italia Women.
Nella stessa gara è stata assegnata anche la maglia iridata per la categoria Under 23 e ad aggiudicarsela è stata Puck Pieterse (Paesi Bassi) davanti a Neve Bradbury (Australia) e Antonia Niedermaier (Germania).
A fine corsa Lotte Kopecky ha dedicato la vittoria a Muriel Furrer: “Prima di tutto voglio omaggiare una giovane atleta che da ieri non c’è più. Sono notizie che non vorremmo mai sentire, sono molto vicina alla sua famiglia, ai suoi cari e alla squadra svizzera.”
Domani è in programma il gran finale con la gara su strada Elite maschile: si parte da Winterthur per arrivare a Zurigo dopo 273.9 km. Sul durissimo tracciato sul quale si gareggiaato negli scorsi giorni i grandi favoriti sono il vincitore di Giro e Tour Tadej Pogacar e il belga bi-campione olimpico Remco Evenepoel. L’Italia schiererà come capitano Antonio Tiberi, affiancato da Andrea Bagiolli, Diego Ulissi, Mattia Cattaneo, Giulio Ciccone, Lorenzo Rota, Edoardo Zambanini e Filippo Zana, seguiti in ammiraglia dal Commissario Tecnico Daniele Bennati.
Andrea Giorgini

La belga Lotte Kopecky vince per la seconda volta in carriera il mondiale (Photo by FABRICE COFFRINI/AFP via Getty Images)
28-09-2024
settembre 28, 2024 by Redazione
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CAMPIONATI DEL MONDO (Svizzera) – CORSA SU STRADA ELITE FEMMINILE
La belga Lotte Kopecky si è imposta nella corsa su strada, Uster – Zurigo, percorrendo 154.1 Km in 4h05′26″, alla media di 37.672 Km/h. Ha preceduto allo sprint la statunitense Chloé Dygert e l’italiana Elisa Longo Borghini.
GRAND PRIX CERAMI
Il belga Sente Sentjens (Alpecin-Deceuninck Development Team) si è imposto nella corsa belga, Mons – Frameries, percorrendo 159.2 Km in 3h24′58″, alla media di 46.603 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Tom Van Asbroeck (Israel – Premier Tech) e l’elvetico Andreas Stokbro (TDT – Unibet Cycling Team). Unico italiano classificato (ritirati gli altri azzurri in gara) Kristian Sbaragli (Team Corratec – Vini Fantini), 9°.
TOUR D’EURE-ET-LOIR
Il francese Valentin Tabellion (Van Rysel – Roubaix) si è imposto nella seconda tappa, Les Villages Vovéens – Vald’Yerre, percorrendo 197.5 Km in 4h31′23″, alla media di 43.665 Km/h. Ha preceduto allo sprint i connazionali Emmanuel Houcou (AVC Aix-en-Provence) e Florian Dauphin (Arkéa – B&B Hôtels Continentale). Miglor italiano Thomas Capra (CTF Victorious), 5°. Il francese Antoine L’Hote (Decathlon AG2R La Mondiale Development Team) è ancora leader della classifica con 8″ sul connazionale Théo Delacroix (St Michel – Mavic – Auber93) e 15″ sul connazionale Joris Delbove (St Michel – Mavic – Auber93). Miglor italiano Juan David Sierra (Tudor Pro Cycling Team U23), 14° a 27″
TOUR OF HUANGSHAN (Cina)
L’australiano Kane Richards (Roojai Insurance) si è imposto nella terza ed ultima tappa, Huangshan – Yixian, percorrendo 101 Km in 2h16′08″, alla media di 44.515 Km/h. Ha preceduto di 11″ il serbo Dušan Rajović (Bahrain – Victorious) e l’estone Mihkel Räim (Ferei Quick-Panda Podium Mongolia Team). Nessun italiano in gara. Il russo Roman Maikin (Chengdu Cycling Team) si impone in classifica con 7″ su Räim e 19″ sull’eritreo Yoel Habteab (BIKE AID)
27-09-2024
settembre 27, 2024 by Redazione
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CAMPIONATI DEL MONDO (Svizzera) – CORSA SU STRADA UNDER23 MASCHILE
Il tedesco Niklas Behrens si è imposto nella corsa su strada, Uster – Zurigo, percorrendo 173.6 Km in 3h57′24″, alla media di 43.875 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo slovacco Martin Svrček e di 28″ il belga Alec Segaert. Miglior italiano Giulio Pellizzari, 11° a 2′45″
TOUR D’EURE-ET-LOIR
Il francese Antoine L’Hote (Decathlon AG2R La Mondiale Development Team) si è imposto nella prima tappa, Le Coudray – Mignières, percorrendo 146.9 Km in 3h16′31″, alla media di 44.851 Km/h. Ha preceduto di 4″ ul connazionale Théo Delacroix (St Michel – Mavic – Auber93) e di 11″ il connazionale Joris Delbove (St Michel – Mavic – Auber93). Miglor italiano Giosuè Epis (Arkéa – B&B Hôtels Continentale), 10° a 17″. L’Hote è il primo leader della classifica con 8″ su Delacroix e 17″ su Delbove. Miglor italiano Epis, 11° a 27″
TOUR OF HUANGSHAN (Cina)
Il russo Roman Maikin (Chengdu Cycling Team) si è imposto nella seconda tappa, Shexian – Huangshan, percorrendo 118 Km in 2h38′05″, alla media di 44.787 Km/h. Ha preceduto allo sprint gli estoni Karl Patrick Lauk (Huansheng – SCOM – Taishan Sport Cycling Team) e Mihkel Räim (Ferei Quick-Panda Podium Mongolia Team). Nessun italiano in gara. Maikin è il nuovo leader della classifica con 12″ su Räim e 13″ su Lauk
MONDIALI UNDER 23, E’ BEHRENS IL NUOVO RE
Sulle strade di Zurigo è la Germania a salire sul più alto gradino del podio nella gara maschile degli Under 23; Niklas Behrens è il nuovo campione del mondo grazie alla volata a due vinta contro lo slovacco Svrcek, che si prende l’argento. Bronzo per Alec Segaert (Belgio), ma tra i protagonisti ci sono anche Giulio Pellizzari e Jan Christen, con lo svizzero che avrebbe potuto dedicare qualcosa a Muriel Furrer, la sfortunata diciottenne elvetica deceduta a causa di una brutta caduta nella gara in linea di giovedì mattina.
Gioisce la Germania con Niklas Behrens, un colosso di 195 centimetri nato a Brema che è riuscito a imporsi sulle strade di Zurigo al Campionato del Mondo Under 23 maschile. Il tedesco della Lidl-Trek Future Racing ha avuto la meglio in un bellissimo duello finale con Martin Svrcek (Slovacchia), dopo che i due sono stati a lungo all’inseguimento di Jan Christen, il vero fuggitivo della corsa. L’azione dello svizzero della UAE Team Emirates è nata sulle rampe di Bergstrasse al penultimo giro di gara e al suo inseguimento si era portato Giulio Pellizzari. Nulla da fare per l’azzurro, raggiunto dal gruppetto inseguitore e poi staccato nella tornata successiva.
L’elvetico a un certo punto sembrava avere la strada spianata verso il trionfo in solitaria, dando un sorriso alla squadra nazionale di casa, funestata dal lutto per la perdita tragica di Muriel Furrer, caduta tragicamente nella gara juniores femminile di giovedì mattina. La diciottenne era stata immediatamente soccorsa ed elitrasportata in ospedale per essere immediatamente operata, ma le ferite ed i traumi non le hanno lasciato scampo e la notizia è uscita nel primo pomeriggio di oggi con un comunicato pubblicato dall’UCI.
Tornando alla corsa Under 23 è la nazionale belga ad accorciare il gap su Christen grazie al forcing di Jarno Vidar, recente vincitore del Giro Next Gen. La sua azione fa, però, perdere terreno ad Alec Segaert, capitano della sua nazionale, e comunque permette al drappello inseguitore di riprendere lo svizzero. Poco dopo c’è l’attacco di Behrens e Svrcek, che mollano la compagnia di Vidar, Isaac Del Toro (Messico) e soci puntando dritti verso l’arrivo. Non c’è reazione nel gruppetto e ciò permette il rientro di Segaert, che li sorpassa in tromba poco prima dell’ultimo chilometro. Nella volata che assegna l’oro Behrens è il più scaltro e si prende l’iride. Segaert arriva pochi secondi dopo per completare il podio.
Il Mondiale di Zurigo prosegue domani con la gara Elite/Under 23 femminile su strada: partenza da Uster e arrivo dopo 154 km. Il circuito finale verrà ripetuto quattro volte, dopo un tratto in linea di trenta chilometri.
Andrea Giorgini

Niklas Behrens vince il mondiale under23 (foto Dario Belingheri/Getty Images)
LORENZO FINN ORO ITALIANO A ZURIGO, TRA LE DONNE AFFERMAZIONE DI CAT FERGUSON
Le prime prove su strada ai Campionati del Mondo di Ciclismo di Zurigo incoronano la britannica Ferguson e l’italiano Finn. Se la prima ha la meglio in una volata a tre, l’oro del ciclista italiano risplende ancora di più in una giornata uggiosa anche per la tattica spregiudicata e coraggiosa di Finn che dopo continui scatti nel finale si lascia tutti alle spalle, favorito anche dalla caduta di Withen Philipsen, favorito della vigilia.
Dopo le prove a cronometro ai Mondiali di Ciclismo di Zurigo inizia oggi la quattro giorni riservata alle prove su strada. Ad aprire il programma saranno le donne juniores in mattinata, seguite nel pomeriggio dagli uomini juniores. La prova delle ragazze si svolgerà su un percorso che misura 73.5 km. La partenza sarà da Uster e dopo circa 20 km completamente pianeggianti si entrerà nel circuito finale di Zurigo da affrontare due volte. La corsa è stata caratterizzata da una fuga di cinque atlete ovvero Arabella Blackburn (Gran Bretagna), Nina Lavenu (Francia), Weronika Wasaty (Polonia), Eleonora La Bella e Silvia Milesi (Italia). Il primo passaggio sul circuito faceva già selezione con le salite di Zurichbergstrasse e di Witikon. Le prime ad alzare bandiera bianca erano Lavenu e Milesi. A circa 40 km dalla conclusione soltanto La Bella era ancora in testa delle fuggitive, insieme ad altre cicliste che avevano preso un certo margine sul gruppo principale ed avevano raggiunto l’italiana in testa alla corsa, formata oltre alla La Bella da Celia Gery (Francia), Cat Ferguson (Gran Bretagna), Megan Arens (Olanda), Paula Ostiz (Spagna), Kamilla Aasebø (Norvegia), Lara Liehner (Svizzera) e Giada Silo (Italia). Il gruppo principale, o quello che restava, ritornava sulle battistrada a circa 25 km dalla conclusione. Dopo un nuovo attacco inaugurato dalla slovena Viktória Chladoňová a 11 km dal termine, restavano in avanscoperta in tre. Oltre alla Chladoňová erano in testa la Ortiz e la Ferguson. Le tre cicliste si davano cambi regolari e si giocavano così la vittoria in uno sprint ristretto. Era la Ferguson ad avere la meglio sulla Ortiz mentre la Chladoňová era terza. A 9 secondi si classificava l’olandese Megan Arens mentre chiudeva la top ten la francese Gery a 53 secondi di ritardo. La prima italiana che giungeva al traguardo era Chantal Pegolo, 19° a 2 minuti e 29 secondi di ritardo dalla Ferguson, che bissa così la vittoria di martedì nella prova a cronometro e si porta a casa due medaglie d’oro. La britannica appare una predestinata del ciclismo, visto che il suo albo d’oro stagionale è più che lodevole. Basti pensare che su quattordici corse disputate nel 2024, tra corse di un giorno e corse a tappe, ha al suo attivo in 19 giorni di corse ben 10 primi posti e 7 podi. Nel pomeriggio sotto una pioggia battente si è svolta la gara degli uomini juniores. Rispetto alla gara delle ragazze, gli uomini hanno dovuto percorrere altri due giri del circuito di Zurigo per un totale di 4 giri e di complessivi 127.2 km, sempre con partenza da Uster. La corsa, tra condizioni meteo e ritmo elevato già dai primi km imposto da belgi e danesi, è stata dura dall’inizio e già all’inizio dei quattro giri del circuito di Zurigo il gruppo era piuttosto sfilacciato. A 60 km dalla conclusione un primo attacco di Lorenzo Finn (Italia) dava il la per la fuga che avrebbe caratterizzato la corsa. Al ciclista italiano si accodavano dopo un paio di km il britannico Sebastian Grindley, lo spagnolo Hector Alvarez, il francese Paul Seixas, l’olandese Senna Remijn ed il danese Albert Withen Philipsen, già vincitore nel 2023 e favorito d’obbligo anche a Zurigo. All’ultimo passaggio sullo Zurichbergstrasse, il punto più difficile del circuito con pendenze che raggiungevano il 17%, Withen Philipsen accelerava ma alla sua ruota resisteva il solo Finn. Nella successiva discesa in una curva verso destra Withen Philipsen era vittima di una caduta e doveva così dire addio ai sogni di gloria. Finn restava da solo in testa ed una volta raggiunto dal Alvarez e resosi conto che lo spagnolo era a tutto, scattava sulla successiva salita di Witikon facendo il vuoto. Da lì, a poco più di 21 km dalla conclusione, per Finn era una cavalcata trionfale. Il giovane ciclista italiano andava a prendersi l’oro diciotto anni dopo Diego Ulissi. Secondo era Grindley a 2 minuti e 5 secondi di ritardo mentre Remijn chiudeva in terza posizione a 3 minuti e 6 secondi di ritardo, battendo nella volata per il terzo posto il tedesco Paul Fietzke e lo statunitense Ashlin Barry, rispettivamente quarto e quinto. L’Italia mette nel medagliere il metallo più pregiato dopo l’argento di Ganna ed il bronzo di Affini nella prova a cronometro e l’altro bronzo della staffetta mista. Domani è in programma la corsa degli Under 23 e l’Italia potrebbe essere ancora protagonista, in attesa di donne e uomini elite.
Antonio Scarfone
26-09-2024
settembre 26, 2024 by Redazione
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CAMPIONATI DEL MONDO (Svizzera) – CORSA SU STRADA JUNIORES MASCHILE
L’italiano Lorenzo Finn si è imposto nella corsa su strada, Uster – Zurigo, percorrendo 127.2 Km in 2h57′05″, alla media di 43.098 Km/h. Ha preceduto di 2′05″ il britannico Sebastian Grindley e di 3′06″ l’olandese Senna Remijn
CAMPIONATI DEL MONDO (Svizzera) – CORSA SU STRADA JUNIORES FEMMINILE
La britannica Cat Ferguson si è imposta nella corsa su strada, Uster – Zurigo, percorrendo 73.5 Km in 1h54′48″, alla media di 38.415 Km/h. Ha preceduto allo sprint la spagnola Paula Ostiz e la slovacca Viktória Chladoňová. Miglior italiana Chantal Pegolo, 19° a 2′29″
TOUR OF HUANGSHAN (Cina)
Il serbo Dušan Rajović (nazionale serba) si è imposto nella prima tappa, circuito di Tunxi, percorrendo 140 Km in 3h04′52″, alla media di 45.438 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’estone Martin Laas (Ferei Quick-Panda Podium Mongolia Team) e il russo Roman Maikin (Chengdu Cycling Team). Nessun italiano in gara. Rajović è il primo leader della classifica con 1″ sull’australiano Ben Carman (St George Continental Cycling Team) e 4″ su Laas
25-09-2024
settembre 25, 2024 by Redazione
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CAMPIONATI DEL MONDO (Svizzera) – CRONOMETRO A SQUADRE MISTA
La nazionale australiana si è imposta nella corsa a cronometro, circuito di Zurigo, percorrendo 53.7 Km in 1h12′42″, alla media di 44.218 Km/h. Ha preceduto di 1″ la nazionale tedesca e di 8″ la nazionale italiana
OMLOOP VAN HET HOUTLAND
Il tedesco Max Walscheid (Team Jayco AlUla) si è imposto nella corsa belga, Eernegem – Lichtervelde, percorrendo 195.2 Km in 4h20′20″, alla media di 44.988 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’olandese Dylan Groenewegen (Team Jayco AlUla) e il francese Pierre Barbier (Philippe Wagner/Bazin). Miglior italiano Renato Favero (Soudal – Quick-Step Devo Team), 73° a 32″